Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
22/06/2016 17:50
Renzi:ora capire come, dove fare meglio
Dopo il risultato dei ballottaggi "pen-
so utile che il Pd e il governo cerchi-
no di capire come e dove possiamo fare
meglio". Così Renzi nella e-news indi-
cando la necessità di "aprirsi di più
al territorio", e non di discutere con
la "classica polemica sulle poltrone in
segreteria o sul desiderio delle cor-
renti di tornare a guidare il partito".
"Non credo ai caminetti". Parliamo ma,
prosegue il premier e segretario Pd,
"con gli italiani e degli italiani, non
dei nostri equilibri congressuali". No
a chi "briga per un posto in più".
Dice così uno che non vuole parlare con nessuno e che vuole continuare a fare, quello che vuole! A questo punto, e di questo passo, o il PD riflette anche senza di lui, oppure, se come credo non ci siano i numeri, non ne sarà capace e si andrà avanti sino a toccare il fondo della sua personale popolarità, e poi ricominceremo daccapo, dall'opposizione.
Il problema della popolarità non è solo una questione di sostanza politica e di governo, ma anche di compromessi e di forma. Solo un politico navigato sa come destreggiarsi nel lungo periodo. Renzi, dimostra d'avere tanto da imparare, anche se ha avuto sino ad oggi un indiscutibile successo.
La popolarità e l'impopolarità, per la stampa, deve durare solo qualche anno. E' quello il modo in cui la politica resta debole e sempre sotto schiaffo delle lobbies e dei poteri che sono veramente forti, e nel nostro caso, pure stranieri.
Renzi ha fatto il suo pezzo di strada, ed ora tocca ad altri, mai forti abbastanza. Non sarebbe così se ci fosse un partito davvero forte, nel nostro paese, capace di competere con quei poteri forti, ma da ciò che si vede, così non è, e prevalgono le divisioni, al di la dei contenuti condivisi, che sono: libertà, sviluppo, welfare.
I poteri forti non usano solo lo strumento della persuasione dei media. In Italia abbiamo visto un intero repertorio di strumenti, che vanno dal finanziamento privilegiato, al terrorismo in stile Stay behind.
Solo tutto ciò mi preoccupa dello stato a cui è giunta questa vicenda. Ma alla fine supereremo anche questa.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Se Lorenzo Guerini, rispondendo a Madia dice: Orfini si è assunto la responsabilità di commissario di Roma dopo Mafia Capitale e lo ha fatto con grande impegno e determinazione, di cui va solo ringraziato".
Io domando a Guerini: ringraziarlo per che cosa. La risposta per ora mi viene da Michela Di Biase, la consigliera capitolina, in cima alla classifica delle preferenze dei democratici alle comunali: "Veniamo da 18 mesi di commissariamento post Mafia Capitale durante i quali, anziché pensare a dare risposte ai cittadini, ci si è occupati - forse troppo - del partito. Orfini e i sub-commissari non hanno avuto un rapporto reale con gli amministratori locali dei territori. Non hanno alimentato una discussione vera sulle cose che servivano".
Non è che quella risposta mi convinca del tutto. Occuparsi del partito implica occuparsi anche dei processi che portano alla scelta degli amministratori, e questa implica un progetto per il territorio. Così capisco che è mancato un progetto per il territorio, di un partito scombussolato dall'intervento necessario di Orfini, che però non è riuscito nel suo compito di: riformare il partito e vincere le elezioni. Poco male, non sempre riescono i compiti difficili, ma a Roma si è perso così male che il poco male è diventato male assoluto. E da qui nasce la critica ad Orfini, responsabile di questo fallimento globale.
Se D'Alema, come iscritto romano, critica inascoltato, ancora prima del ballottaggio, quella gestione e le sue conseguenze elettorali, forse, qualche ragione doveva ben averla. Avesse fatto lui il lavoro di Orfini, sono sicuro che sarebbe riuscito complessivamente meglio, essendo, seppur rottamato, uomo di più ampie capacità e spessore.
Altrettanto, farebbe bene D'Alema, se fosse componente della direzione, a non andarci. Per parlare sei minuti, proprio regolato da quel Orfini Presidente del partito e di quell'assemblea, e poi essere insultato da qualche decina di pasdaran che vivono solo per la benevolenza del capo e non certo per essere dei politici di prim'ordine, come tanti di quelli, rimasti fuori. Meglio esprimere il proprio pensiero utilizzando i giornali, anche se questi passano la notizia per scopi reconditi ed inconfessati che hanno a che fare più con il controllo dello sviluppo democratico del paese, che con l'informazione. E questo è il momento in cui molti hanno interesse a ridimensionare Renzi ed il PD, come in passato hanno ridimensionato le destre ed in futuro hanno in programma di ridimensionare il M5S, per avere complessivamente, una politica di basso profilo, da poter tenere sotto controllo.
Questi ragionamenti devono trovare la loro elaborazione e le soluzioni nel prossimo congresso del partito che si terrà in autunno. Sarà in quei mesi che il PD ritroverà il suo assetto. Speriamo che le diverse forze che lo animano, vadano alla resa dei conti, ma per trovare quel punto di equilibrio che lo rafforzi, in una società in piena ed incerta trasformazione, che si trova in un mondo più complesso e pieno di sfide.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
La lettera al segretario di Enzo Lattuca
http://www.lastampa.it/2016/06/23/italia/politica/caro-segretario-cos-non-va-il-deputato-pi-giovane-accusa-renzi-tC7kv81QvgaYfyyt3soBrN/pagina.html
C'è davvero maretta!
http://www.lastampa.it/2016/06/23/italia/politica/caro-segretario-cos-non-va-il-deputato-pi-giovane-accusa-renzi-tC7kv81QvgaYfyyt3soBrN/pagina.html
C'è davvero maretta!
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
La Sinistra Pd chiede una svolta.
L'Intervento di Speranza:
http://www.unita.tv/focus/dopo-il-voto-la-sinistra-pd-chiede-un-cambio-di-rotta-diretta/
Devo dire che In questi mesi e per questi problemi, anche l'esperienza politica di Speranza, è aumentata. Lo si incomincia a percepire come un leader giovane possibile.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
in attesa della Direzione di domani, qualche ragionamento per fare il punto della situazione.
http://www.unita.tv/focus/verso-la-direzione-i-sette-protagonisti-della-nuova-mappa-democratica/
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
04/07/2016 14:03
Pd,Bersani:o si cambia o si sbatte muro
A poche ore dalla Direzione del Pd,Ber-
sani osserva che l'Italicum va cambia-
to "non per fare un piacere a me, è un
problema sistemico".Occorre "un sistema
flessibile ed accogliente",perché opta-
re "per sistemi ipermaggioritari,verti-
calizzati,con eccesso di nominati è co-
me caricare la molla".
Il Pd deve cambiare: "farlo flessibile,
leggero,come vuoi,ma impegnarsi o si va
contro un muro". "La separazione degli
incarichi, non è dibattito lunare, non
è la soluzione a tutti i problemi, è la
premessa",un tempo"Renzi era d'accordo"
E' ragionevole quello che sostiene Bersani, specie per quei cento che sono eletti senza essere scelti dagli elettori, ma solo dalle segreterie dei partiti.
Sull'iper maggioritario sono incerto. Credo che l'Italia nonostante Berlusconi e Grillo ce la possa fare. Se un governo sbaglia, come ha sbagliato quello di Berlusconi, poi è costretto ad andarsene. Si dirà: quando ormai è troppo tardi..., ma anche la sovranità del popolo ha tra i suoi diritti, anche quello di sbagliare. L'importante è che il sistema funzioni. Ad ogni modo non è solo il PD che può risolvere quelle cose, non essendoci una maggioranza in quel Senato che di questo passo potrebbe pure sopravvivere con le sue perversioni.
Pd,Bersani:o si cambia o si sbatte muro
A poche ore dalla Direzione del Pd,Ber-
sani osserva che l'Italicum va cambia-
to "non per fare un piacere a me, è un
problema sistemico".Occorre "un sistema
flessibile ed accogliente",perché opta-
re "per sistemi ipermaggioritari,verti-
calizzati,con eccesso di nominati è co-
me caricare la molla".
Il Pd deve cambiare: "farlo flessibile,
leggero,come vuoi,ma impegnarsi o si va
contro un muro". "La separazione degli
incarichi, non è dibattito lunare, non
è la soluzione a tutti i problemi, è la
premessa",un tempo"Renzi era d'accordo"
E' ragionevole quello che sostiene Bersani, specie per quei cento che sono eletti senza essere scelti dagli elettori, ma solo dalle segreterie dei partiti.
Sull'iper maggioritario sono incerto. Credo che l'Italia nonostante Berlusconi e Grillo ce la possa fare. Se un governo sbaglia, come ha sbagliato quello di Berlusconi, poi è costretto ad andarsene. Si dirà: quando ormai è troppo tardi..., ma anche la sovranità del popolo ha tra i suoi diritti, anche quello di sbagliare. L'importante è che il sistema funzioni. Ad ogni modo non è solo il PD che può risolvere quelle cose, non essendoci una maggioranza in quel Senato che di questo passo potrebbe pure sopravvivere con le sue perversioni.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
04/07/2016 21:19
Direzione Pd boccia documento minoranza
La direzione del Pd, che si è conclusa,
con la replica del segretario Renzi,
ha bocciato l'ordine del giorno prese-
sentato dalla minoranza dem per soste-
ne chi nel partito è a favore del no al
referendum costituzionale.
Il documento impegnava il partito a
"offrire piena cittadinanza a chi so-
stiene le ragioni del 'No'".
I voti favorevoli sono stati otto.
Arrivati a questo punto occorre scegliere, ed io non ho dubbi: voto Si al referendum sul Senato, e se vince il Si, voto PD alle prossime politiche. Altrimenti vedremo cosa succederà dopo le dimissioni promesse di Renzi e decideremo cosa fare. E' giusto che il paese abbia ciò che si merita.
Direzione Pd boccia documento minoranza
La direzione del Pd, che si è conclusa,
con la replica del segretario Renzi,
ha bocciato l'ordine del giorno prese-
sentato dalla minoranza dem per soste-
ne chi nel partito è a favore del no al
referendum costituzionale.
Il documento impegnava il partito a
"offrire piena cittadinanza a chi so-
stiene le ragioni del 'No'".
I voti favorevoli sono stati otto.
Arrivati a questo punto occorre scegliere, ed io non ho dubbi: voto Si al referendum sul Senato, e se vince il Si, voto PD alle prossime politiche. Altrimenti vedremo cosa succederà dopo le dimissioni promesse di Renzi e decideremo cosa fare. E' giusto che il paese abbia ciò che si merita.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Interessante questa intervista a Bersani, che a differenza di D'Alema pensa più alla "ditta" che a se stesso.
http://www.lastampa.it/2016/07/13/italia/politica/bersani-governo-non-a-rischio-nel-pd-nessuno-vuole-che-renzi-vada-a-casa-F4IqvTv2mLLl0D1vKgfm6N/pagina.html
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
19/07/2016 21:56
Minoranza Pd presenta 'Mattarellum 2.0'
Presentata a Roma la proposta di modi-
fica della legge elettorale (Italicum)
della minoranza del Pd.
"Non è un contributo contro la maggio-
za dem" ma "un tentativo di superare i
limiti della legge", ha affermato Spe-
ranza,illustrando 'Mattarellum 2.0' con
Fornaro e Giorgi. Speranza, che guida
la corrente riformista del Pd, chiede
al partito "di aprire prima del refe-
rendum una discussione vera" sull'Ita-
licum.Favorevole l'altro esponente del-
la minoranza, Cuperlo: "Proposta utile.
Superare l'Italicum è una necessità".
Non è la legge elettorale a fare la differenza, ma la civiltà di un popolo. Meno il popolo è civile e più è necessario il proporzionale.
Il premio di maggioranza va bene la dove il popolo sia comunque unito ed accetti il governo di chi ha preso una maggioranza relativa. Qui da noi non è ancora così. Vi sono timori proprio perché vi sono in giro degli Erdogan con seguito di energumeni. Basta vedere Salvini e Grillo per rendersene conto, senza dimenticare Berlusconi e i suoi boys. Credo però che essere in Europa sia ancora un deterrente per evitare avventure impossibili, dati i condizionamenti che l'Europa pone ai governi che vi fanno parte. Per quella ragione e pur sapendo che l'Italia è più vicina alla Turchia che alla Svezia, credo che l'Italicum possa ancora andare bene, anche perché non credo che in Parlamento vi siano più di tre persone che pensino ad una legge elettorale ben definita e che non sia diversa da quella di tutti gli altri. Non ho avversione per il Mattarellum 2.0, ma credo che non ci siano le condizioni per far nascere alcuna nuova legge. Perciò sono del parere che dovremo tenerci questa, con tutti i limiti ed i difetti che più che dipendere dalla legge in se, dipendono da questa gente un po mediocre e un po turca, con cui debbo condividere la democrazia, in questo secolo. In quello passato, è stato pure peggio, sempre grazie alla gente, piuttosto che alla politica di cui quella gente ne è stata l'espressione.
Minoranza Pd presenta 'Mattarellum 2.0'
Presentata a Roma la proposta di modi-
fica della legge elettorale (Italicum)
della minoranza del Pd.
"Non è un contributo contro la maggio-
za dem" ma "un tentativo di superare i
limiti della legge", ha affermato Spe-
ranza,illustrando 'Mattarellum 2.0' con
Fornaro e Giorgi. Speranza, che guida
la corrente riformista del Pd, chiede
al partito "di aprire prima del refe-
rendum una discussione vera" sull'Ita-
licum.Favorevole l'altro esponente del-
la minoranza, Cuperlo: "Proposta utile.
Superare l'Italicum è una necessità".
Non è la legge elettorale a fare la differenza, ma la civiltà di un popolo. Meno il popolo è civile e più è necessario il proporzionale.
Il premio di maggioranza va bene la dove il popolo sia comunque unito ed accetti il governo di chi ha preso una maggioranza relativa. Qui da noi non è ancora così. Vi sono timori proprio perché vi sono in giro degli Erdogan con seguito di energumeni. Basta vedere Salvini e Grillo per rendersene conto, senza dimenticare Berlusconi e i suoi boys. Credo però che essere in Europa sia ancora un deterrente per evitare avventure impossibili, dati i condizionamenti che l'Europa pone ai governi che vi fanno parte. Per quella ragione e pur sapendo che l'Italia è più vicina alla Turchia che alla Svezia, credo che l'Italicum possa ancora andare bene, anche perché non credo che in Parlamento vi siano più di tre persone che pensino ad una legge elettorale ben definita e che non sia diversa da quella di tutti gli altri. Non ho avversione per il Mattarellum 2.0, ma credo che non ci siano le condizioni per far nascere alcuna nuova legge. Perciò sono del parere che dovremo tenerci questa, con tutti i limiti ed i difetti che più che dipendere dalla legge in se, dipendono da questa gente un po mediocre e un po turca, con cui debbo condividere la democrazia, in questo secolo. In quello passato, è stato pure peggio, sempre grazie alla gente, piuttosto che alla politica di cui quella gente ne è stata l'espressione.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
04/08/2016 19:29
Guerini:10 dem contro riforme? Votarono
Il vicesegretario del Pd, Guerini, com-
menta la decisione di 10 parlamentari
dem di schierarsi per il 'No' al refe-
rendum costituzionale.
"Alcuni di loro avevano votato il testo
in Aula", afferma Guerini, precisando
di non condividerne la scelta ma di ri-
spettarla. "Saranno assunti provvedi-
menti nei loro confronti? Assolutamente
no, siamo un partito, non una caserma".
E ribadisce: "Il Pd senza se e senza ma
è per il sì" alle riforme costituzio-
nali.
Mi sembra giusto che sulle riforme uno voti come vuole.
Io voterò a favore, ma rispetto chi voterà no per convinzione.
Considero un pasticcione chi pur di votare contro il governo, voti per il NO senza altra motivazione.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
09/08/2016 19:25
Renzi:"Pd è primo se smette con litigi"
Il premier Renzi alla Festa dell'Unità
di Modena difende l'azione del Pd nel
governo: "Non dico che va tutto bene,
ma qualcosa oggettivamente è iniziato a
cambiare ed è merito del Pd".
"Oggi in questo Paese c'è qualche
diritto in più e qualche tassa in me-
no", sottolinea Renzi. Nel 2013 "c'era
Napolitano che non riusciva a dimetter-
si, le riforme erano bloccate e Berlu-
sconi era primo nei sondaggi"."Da quan-
do ci siamo noi Forza Italia non è più
prima" e "se smettiamo con i nostri li-
tigi siamo i primi", arringa Renzi.
09/08/2016 19:10
Minoranza a Pd:"Non usare Festa per Sì"
Forte protesta della minoranza del Pd
contro l'iniziativa del tesoriere del
partito, Bonifazi, che su Twitter ha
lanciato la Festa dell'Unità di Catania
con lo slogan 'L'Italia che dice Sì' e
a fianco una grande 'X' verde e rossa.
Una "forzatura" per Nico Stumpo: "si
può fare politica senza essere sguaia-
ti". Per Manuel Gotor, "è un errore
politico grave non dare cittadinanza
alle ragioni del No nel Pd e alle Feste
dell'Unità: chi vota contro potrebbe
comunque votarci alle politiche". Infi-
ne Fornaro:"Così si militarizza il Sì".
Dopo Berlusconi, Monti e Letta, Renzi ha governato abbastanza bene, anche se i momenti critici erano ormai passati, ed è riuscito a concludere quelle riforme troppe volte promesse e mai fatte come le voleva la sinistra. Berlusconi le aveva fatte come voleva la destra portandoci verso un presidenzialismo che snaturava la nostra Carta. Con queste riforme gli equilibri dei poteri restano gli stessi. Il punto critico è nella troppa forza che si da al partito singolo, e a mio avviso sarebbe meglio tornare alla coalizione. Ma questa è una questione di legge elettorale, non di legge costituzionale.
La minoranza del PD di cui anche io faccio parte, sbaglia a dire che le feste dell'Unità non debbano essere usate per il SI. Un partito non può avere cento linee, e se si è minoranza si agisce per diventare maggioranza nella chiarezza, non nella confusione.
Renzi:"Pd è primo se smette con litigi"
Il premier Renzi alla Festa dell'Unità
di Modena difende l'azione del Pd nel
governo: "Non dico che va tutto bene,
ma qualcosa oggettivamente è iniziato a
cambiare ed è merito del Pd".
"Oggi in questo Paese c'è qualche
diritto in più e qualche tassa in me-
no", sottolinea Renzi. Nel 2013 "c'era
Napolitano che non riusciva a dimetter-
si, le riforme erano bloccate e Berlu-
sconi era primo nei sondaggi"."Da quan-
do ci siamo noi Forza Italia non è più
prima" e "se smettiamo con i nostri li-
tigi siamo i primi", arringa Renzi.
09/08/2016 19:10
Minoranza a Pd:"Non usare Festa per Sì"
Forte protesta della minoranza del Pd
contro l'iniziativa del tesoriere del
partito, Bonifazi, che su Twitter ha
lanciato la Festa dell'Unità di Catania
con lo slogan 'L'Italia che dice Sì' e
a fianco una grande 'X' verde e rossa.
Una "forzatura" per Nico Stumpo: "si
può fare politica senza essere sguaia-
ti". Per Manuel Gotor, "è un errore
politico grave non dare cittadinanza
alle ragioni del No nel Pd e alle Feste
dell'Unità: chi vota contro potrebbe
comunque votarci alle politiche". Infi-
ne Fornaro:"Così si militarizza il Sì".
Dopo Berlusconi, Monti e Letta, Renzi ha governato abbastanza bene, anche se i momenti critici erano ormai passati, ed è riuscito a concludere quelle riforme troppe volte promesse e mai fatte come le voleva la sinistra. Berlusconi le aveva fatte come voleva la destra portandoci verso un presidenzialismo che snaturava la nostra Carta. Con queste riforme gli equilibri dei poteri restano gli stessi. Il punto critico è nella troppa forza che si da al partito singolo, e a mio avviso sarebbe meglio tornare alla coalizione. Ma questa è una questione di legge elettorale, non di legge costituzionale.
La minoranza del PD di cui anche io faccio parte, sbaglia a dire che le feste dell'Unità non debbano essere usate per il SI. Un partito non può avere cento linee, e se si è minoranza si agisce per diventare maggioranza nella chiarezza, non nella confusione.
einrix- Messaggi : 10607
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Località : Bergamo e Rimini
Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
leggetevi questo articolo
http://www.repubblica.it/economia/2016/08/15/news/equita_welfare_e_keynes_la_ricetta_della_svezia_dove_solo_il_2_e_diventato_piu_povero_in_un_decennio-146000857/?ref=HREC1-7
E' un contributo alla discussione, con l'aggiunta che la Svezia, insieme alla Svizzera detengono il primato della manifattura del mondo.Con la manifattura e la riduzione dell'orario di lavoro, si può trasformare la produttività in felicità e non in disoccupazione, e con un sindacato forte, si combatte meglio la crisi.
http://www.repubblica.it/economia/2016/08/15/news/equita_welfare_e_keynes_la_ricetta_della_svezia_dove_solo_il_2_e_diventato_piu_povero_in_un_decennio-146000857/?ref=HREC1-7
E' un contributo alla discussione, con l'aggiunta che la Svezia, insieme alla Svizzera detengono il primato della manifattura del mondo.Con la manifattura e la riduzione dell'orario di lavoro, si può trasformare la produttività in felicità e non in disoccupazione, e con un sindacato forte, si combatte meglio la crisi.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
10/10/2016 10:51
Cuperlo:scissione? Sta a Renzi evitarla
"Potrebbe accadere e sarebbe un trauma
Evitarlo è una responsabilità". Così
Gianni Cuperlo esponente della minoran-
za Pd, in un'intervista a La Stampa,
non esclude la scissione.
"Vorrei ascoltare la relazione di un
premier che, oltre a rivendicare quanto
ha fatto, vede i pericoli di una frat-
tura nel centrosinistra e se ne fa ca-
rico"."I segnali di questi giorni non
incoraggiano". "Ho colto l'amarezza di
Bersani". "I numeri generosi che oggi
in Parlamento sostengono il governo
Renzi sono frutto del suo lavoro".
Siamo alle battute pesanti. Ho votato per Cuperlo alle primarie, per mancanza di alternative.
Ma se vuole andarsene di certo non lo seguo. Per principio non do il mio voto a sinistra ad un partito che abbia meno del venticinque per cento dell'elettorato.
Se c'è Renzi e non Bersani in questo governo, è due volte merito di Bersani: non ha perso le elezioni e gli ha lasciato il suo posto. Ora sulle elezioni non metto becco, ma sul posto lasciato prima a Letta che dopo pochi mesi si è impallato e poi a Renzi, non volendo fare una politica diversa da quella promessa agli elettori, questo è solo e soltanto merito suo. Senza neppure combattere e mandando un Cuperlo, a coprire quella posizione di Segretario di Partito, che è tutto tranne che un combattente.
Cuperlo:scissione? Sta a Renzi evitarla
"Potrebbe accadere e sarebbe un trauma
Evitarlo è una responsabilità". Così
Gianni Cuperlo esponente della minoran-
za Pd, in un'intervista a La Stampa,
non esclude la scissione.
"Vorrei ascoltare la relazione di un
premier che, oltre a rivendicare quanto
ha fatto, vede i pericoli di una frat-
tura nel centrosinistra e se ne fa ca-
rico"."I segnali di questi giorni non
incoraggiano". "Ho colto l'amarezza di
Bersani". "I numeri generosi che oggi
in Parlamento sostengono il governo
Renzi sono frutto del suo lavoro".
Siamo alle battute pesanti. Ho votato per Cuperlo alle primarie, per mancanza di alternative.
Ma se vuole andarsene di certo non lo seguo. Per principio non do il mio voto a sinistra ad un partito che abbia meno del venticinque per cento dell'elettorato.
Se c'è Renzi e non Bersani in questo governo, è due volte merito di Bersani: non ha perso le elezioni e gli ha lasciato il suo posto. Ora sulle elezioni non metto becco, ma sul posto lasciato prima a Letta che dopo pochi mesi si è impallato e poi a Renzi, non volendo fare una politica diversa da quella promessa agli elettori, questo è solo e soltanto merito suo. Senza neppure combattere e mandando un Cuperlo, a coprire quella posizione di Segretario di Partito, che è tutto tranne che un combattente.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
La Direzione del 10 ottobre: tutti gli interventi
http://www.unita.tv/?s=direzione-pd-intervento-di-
L'intervento di Renzi
http://www.unita.tv/speciali/direzione-pd-relazione-di-matteo-renzi/
http://www.unita.tv/?s=direzione-pd-intervento-di-
L'intervento di Renzi
http://www.unita.tv/speciali/direzione-pd-relazione-di-matteo-renzi/
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
da televideo...
Bersani ha detto: "Rottamare Italicum o niente"
Quando si alza sempre di più la posta è perché in verità non si vuol trattare. Quando queste cose si dicono in convegni o si fanno scrivere sul giornale e si va a scaldare solo la sedia nella Direzione del Partito, e neppure si interviene, allora c'è qualche cosa di più che non va. Poco male; in politica sono ammessi anche i colpi bassi. Diciamo che da D'Alema me lo sarei aspettato. E' facile pensarlo nell'ombra ad affilare un coltello o a tendere un tranello. Lo abbiamo visto al lavoro con chi ha fatto il segretario prima di lui, e pure con chi ha fatto il presidente del consiglio, prima di lui. Ma da te no! Sei sempre stato un dirigente discreto che ha compiuto coscienziosamente il suo dovere. Hai lavorato bene anche come segretario di partito, portando dentro i giovani. E mentre facevi il segretario ho visto crescere anche le tue capacità, la dialettica con cui sostenevi i tuoi punti di vista. Adesso, dopo quasi tre anni, sei cambiato. Quasi una regressione neppure tanto spiegabile. Basta guardare Fassino; lui che il PCI (attraverso le varie "cose") lo ha portato davvero nel PD, è su di un'altra posizione. Ciò che significa che anche da quelle radici si può avere una concezione meno settaria della democrazia. Dico settaria perché si è capito che a Renzi gli si vuole dare un colpo e basta, senza tanti altri discorsi, proprio come aveva detto D'Alema. E poi? Per me non c'è più un dopo. Non ho l'età per sogni infantili di politica, e per stare sul concreto c'è solo il PD di chi lavori per il progetto che lo ha fatto nascere.
Bersani ha detto: "Rottamare Italicum o niente"
Quando si alza sempre di più la posta è perché in verità non si vuol trattare. Quando queste cose si dicono in convegni o si fanno scrivere sul giornale e si va a scaldare solo la sedia nella Direzione del Partito, e neppure si interviene, allora c'è qualche cosa di più che non va. Poco male; in politica sono ammessi anche i colpi bassi. Diciamo che da D'Alema me lo sarei aspettato. E' facile pensarlo nell'ombra ad affilare un coltello o a tendere un tranello. Lo abbiamo visto al lavoro con chi ha fatto il segretario prima di lui, e pure con chi ha fatto il presidente del consiglio, prima di lui. Ma da te no! Sei sempre stato un dirigente discreto che ha compiuto coscienziosamente il suo dovere. Hai lavorato bene anche come segretario di partito, portando dentro i giovani. E mentre facevi il segretario ho visto crescere anche le tue capacità, la dialettica con cui sostenevi i tuoi punti di vista. Adesso, dopo quasi tre anni, sei cambiato. Quasi una regressione neppure tanto spiegabile. Basta guardare Fassino; lui che il PCI (attraverso le varie "cose") lo ha portato davvero nel PD, è su di un'altra posizione. Ciò che significa che anche da quelle radici si può avere una concezione meno settaria della democrazia. Dico settaria perché si è capito che a Renzi gli si vuole dare un colpo e basta, senza tanti altri discorsi, proprio come aveva detto D'Alema. E poi? Per me non c'è più un dopo. Non ho l'età per sogni infantili di politica, e per stare sul concreto c'è solo il PD di chi lavori per il progetto che lo ha fatto nascere.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Quasi rispondendo impersonalmente a Cuperlo... che rilascia una intervista al Corriere della Sera, giornale a capo fila dell'antipolitica:
http://sinistradem.it/voglio-essere-coerente-a-matteo-chiedo-lealta/
- Ogni personaggio politico ha un suo stile, e non è quello che mi permetto di criticare in questa sede. Con D'Alema sono entrato in contrasto sulla guerra alla Serbia, tanto che non ho rinnovato la tessera del partito. Cinquemila morti e immani distruzioni materiali in Serbia, sono un motivo ben più importante che la propensione a votare un Si o un No ad un referendum costituzionale.
- Ho ripreso la tessera con la fondazione del PD perché ritengo che sia importante un partito che fronteggi le sfide della storia con una visione di sinistra.
- Nel mondo sviluppato di oggi, gli imprenditori, nella generalità non sono padroni ex feudatari, e i lavoratori, non sono ex servi della gleba urbanizzati, ma consumatori che producono i beni, quasi per loro stessi. Così che è difficile tracciare un profilo delle classi, come è invece possibile in Arabia Saudita, per fare un esempio che vale anche per la Libia.
- Ciò nonostante vi è un capitale finanziario che gli stati e i privati usano per una guerra economica altrettanto distruttiva, e difficile da fermare.
- La sinistra, oltre al compito di una equilibrata coesistenza, ha quello di sterilizzare o redistribuire sugli investimenti produttivi un capitale che altrimenti diventa nocivo per l'umanità. Essendo la democrazia proprio lo strumento della possibile redistribuzione, avviene che chi ne tema le conseguenze, voglia escogitare qualche modo per indebolirla.
- L'antipolitica è il piano B di chi non abbia più un partito di referenti per i propri interessi, e si fonda sul principio che indebolire tutta la politica, diffamandola in vario modo, la rende ricattabile.
- I media sono gli strumenti di base per gestire il consenso di una parte contro l'altra o per indebolire globalmente tutte le parti. Una politica debole diviene ricattabile e chi ha il potere del ricatto ne trae i dovuti benefici. Il M5S nasce proprio sulla scia dell'antipolitica.
- Ma su quella scia, con lo slogan della rottamazione ha preso il vento anche Renzi, riuscendo a diventare Segretario del PD e Presidente del Consiglio. Per fortuna è persona tenace e preparata e non ci siamo ritrovati come il M5S a Roma con la Raggi, ma il rischio era proprio quello di avere un governo incapace di muoversi.
- L'antipolitica che ha per compito l'indebolimento delle istituzioni dello stato democratico, adesso attacca Renzi in ogni modo, per renderlo alla mercé di chi ne possa imbrigliare le manovre.
- Per chi è ai comandi della macchina dell'antipolitica, azzoppare il governo con un NO è più importante dei contenuti della stessa modifica costituzionale.
- Sapendolo, si può approfittare delle critiche distruttive dell'antipolitica per migliorare la qualità e l'efficienza della politica, depotenziandole, e nel contempo, occorre ricercare quelle forme di azione democratica che rendano sterili i tentativi delle oligarchie di influire sulle scelte dei partiti.
- Le nuove frontiere del pensiero politico devono cercare le nuove forme del potere non democratico, all'interno ed all'esterno del proprio paese. Una volta identificate, allora si potrà vedere come combatterle.
http://sinistradem.it/voglio-essere-coerente-a-matteo-chiedo-lealta/
- Ogni personaggio politico ha un suo stile, e non è quello che mi permetto di criticare in questa sede. Con D'Alema sono entrato in contrasto sulla guerra alla Serbia, tanto che non ho rinnovato la tessera del partito. Cinquemila morti e immani distruzioni materiali in Serbia, sono un motivo ben più importante che la propensione a votare un Si o un No ad un referendum costituzionale.
- Ho ripreso la tessera con la fondazione del PD perché ritengo che sia importante un partito che fronteggi le sfide della storia con una visione di sinistra.
- Nel mondo sviluppato di oggi, gli imprenditori, nella generalità non sono padroni ex feudatari, e i lavoratori, non sono ex servi della gleba urbanizzati, ma consumatori che producono i beni, quasi per loro stessi. Così che è difficile tracciare un profilo delle classi, come è invece possibile in Arabia Saudita, per fare un esempio che vale anche per la Libia.
- Ciò nonostante vi è un capitale finanziario che gli stati e i privati usano per una guerra economica altrettanto distruttiva, e difficile da fermare.
- La sinistra, oltre al compito di una equilibrata coesistenza, ha quello di sterilizzare o redistribuire sugli investimenti produttivi un capitale che altrimenti diventa nocivo per l'umanità. Essendo la democrazia proprio lo strumento della possibile redistribuzione, avviene che chi ne tema le conseguenze, voglia escogitare qualche modo per indebolirla.
- L'antipolitica è il piano B di chi non abbia più un partito di referenti per i propri interessi, e si fonda sul principio che indebolire tutta la politica, diffamandola in vario modo, la rende ricattabile.
- I media sono gli strumenti di base per gestire il consenso di una parte contro l'altra o per indebolire globalmente tutte le parti. Una politica debole diviene ricattabile e chi ha il potere del ricatto ne trae i dovuti benefici. Il M5S nasce proprio sulla scia dell'antipolitica.
- Ma su quella scia, con lo slogan della rottamazione ha preso il vento anche Renzi, riuscendo a diventare Segretario del PD e Presidente del Consiglio. Per fortuna è persona tenace e preparata e non ci siamo ritrovati come il M5S a Roma con la Raggi, ma il rischio era proprio quello di avere un governo incapace di muoversi.
- L'antipolitica che ha per compito l'indebolimento delle istituzioni dello stato democratico, adesso attacca Renzi in ogni modo, per renderlo alla mercé di chi ne possa imbrigliare le manovre.
- Per chi è ai comandi della macchina dell'antipolitica, azzoppare il governo con un NO è più importante dei contenuti della stessa modifica costituzionale.
- Sapendolo, si può approfittare delle critiche distruttive dell'antipolitica per migliorare la qualità e l'efficienza della politica, depotenziandole, e nel contempo, occorre ricercare quelle forme di azione democratica che rendano sterili i tentativi delle oligarchie di influire sulle scelte dei partiti.
- Le nuove frontiere del pensiero politico devono cercare le nuove forme del potere non democratico, all'interno ed all'esterno del proprio paese. Una volta identificate, allora si potrà vedere come combatterle.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Ho letto una notizia su La Repubblica, che mi ha fatto sorridere: " Il No al referendum costituzionale di Roberto Speranza. L'ex capogruppo Pd alla Camera, guida di Sinistra riformista, risponde nel videoforum di RepTv lunedì 7 novembre alle ore 15".
E' quel "guida di Sinistra riformista", assieme a quel "Il No al referendum costituzionale di Roberto Speranza" che stride da matti. Come si possa essere riformisti votando contro le riforme, non lo capisco proprio. Non che uno le riforme le debba votare per forza, ma essere riformisti senza averne la forza e la capacità reale è da velleitari. Magari avrebbe dovuto scegliere un altro nome, per la sua corrente: "Sinistra prudente" secondo me poteva andare meglio.
Ho voluto solo scherzare con Bersani e Speranza per i quali nutro molto rispetto. Un saluto a tutti.
E' quel "guida di Sinistra riformista", assieme a quel "Il No al referendum costituzionale di Roberto Speranza" che stride da matti. Come si possa essere riformisti votando contro le riforme, non lo capisco proprio. Non che uno le riforme le debba votare per forza, ma essere riformisti senza averne la forza e la capacità reale è da velleitari. Magari avrebbe dovuto scegliere un altro nome, per la sua corrente: "Sinistra prudente" secondo me poteva andare meglio.
Ho voluto solo scherzare con Bersani e Speranza per i quali nutro molto rispetto. Un saluto a tutti.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Da Televideo:
Bersani: Pd casa mia.Non tolgo disturbo
"Alla Leopolda possono gridare 'fuori
fuori' fino a sgolarsi: una pagliaccia-
ta che dimostra che in quel posto non
c'è cultura politica".
- Caro Bersani hai tutta la mia solidarietà nello stigmatizzare quelli che alla Leopolda hanno mostrato acrimonia e maleducazione. Amo la discussione, ma non sopporto le correnti, che alla fine generano divisioni e simili comportamenti. Per me Renzi è il segretario del Partito che ha vinto le primarie, ma come capo corrente nemmeno lo vedo, e così è per Te, per Speranza o Cuperlo, di cui leggo e ascolto le argomentazioni e su di esse faccio i miei ragionamenti, le mie critiche, le mie proposte.
- Il PD può essere solo inclusivo, se non è inclusivo non è il PD che ho visto fondare come conseguenza di politiche antiche e di idee di più lungo respiro che guardavano al futuro. Quindi, animo, non preoccupiamoci troppo di chi preferisce la strada facile dell'invettiva e ragioniamo sul da farsi.
- Credo sinceramente che se va in porto la modifica della soppressione del ballottaggio, la legge elettorale sia recuperata.
- Il resto è questione minore, visto che nessuno mai conosce veramente i candidati che deve votare, salvo gli amici e i parenti, che li votano a prescindere.
- Un partito che voglia far bene il suo compito, deve essere lui a selezionare una classe dirigente presentabile per amministrare un comune, una regione, o che sia capace di legiferare in Parlamento. Un partito piglia tutto, invece, mette dentro chiunque millanti popolarità, e poi nascono i problemi su cui l'antipolitica ha buon gioco ad accanirsi.
- Smontato il "Combinato Disposto", non ho nessuna remora a votare per le modifiche costituzionali. Tu, anche se più giovane di me, sei grande abbastanza per decidere da solo.
Buona fortuna e un saluto a tutti.
Bersani: Pd casa mia.Non tolgo disturbo
"Alla Leopolda possono gridare 'fuori
fuori' fino a sgolarsi: una pagliaccia-
ta che dimostra che in quel posto non
c'è cultura politica".
- Caro Bersani hai tutta la mia solidarietà nello stigmatizzare quelli che alla Leopolda hanno mostrato acrimonia e maleducazione. Amo la discussione, ma non sopporto le correnti, che alla fine generano divisioni e simili comportamenti. Per me Renzi è il segretario del Partito che ha vinto le primarie, ma come capo corrente nemmeno lo vedo, e così è per Te, per Speranza o Cuperlo, di cui leggo e ascolto le argomentazioni e su di esse faccio i miei ragionamenti, le mie critiche, le mie proposte.
- Il PD può essere solo inclusivo, se non è inclusivo non è il PD che ho visto fondare come conseguenza di politiche antiche e di idee di più lungo respiro che guardavano al futuro. Quindi, animo, non preoccupiamoci troppo di chi preferisce la strada facile dell'invettiva e ragioniamo sul da farsi.
- Credo sinceramente che se va in porto la modifica della soppressione del ballottaggio, la legge elettorale sia recuperata.
- Il resto è questione minore, visto che nessuno mai conosce veramente i candidati che deve votare, salvo gli amici e i parenti, che li votano a prescindere.
- Un partito che voglia far bene il suo compito, deve essere lui a selezionare una classe dirigente presentabile per amministrare un comune, una regione, o che sia capace di legiferare in Parlamento. Un partito piglia tutto, invece, mette dentro chiunque millanti popolarità, e poi nascono i problemi su cui l'antipolitica ha buon gioco ad accanirsi.
- Smontato il "Combinato Disposto", non ho nessuna remora a votare per le modifiche costituzionali. Tu, anche se più giovane di me, sei grande abbastanza per decidere da solo.
Buona fortuna e un saluto a tutti.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Se volete, leggetevi questo articolo che è un riepilogo di come evolve la politica e la gente, nel PD:
http://www.corriere.it/politica/16_novembre_08/da-cuperlo-chiti-bellanova-9a66c1ae-a533-11e6-b713-5be9dedb2e34.shtml
Frequento Facebook di Bersani, Cuperlo e Speranza, e devo dire che il network rende il peggio degli umori della gente. Mai un ragionamento, ma solo recriminazioni, a tutti i livelli di scolarità, quasi che alla gente, dopo i titoli, restino solo gli istinti.
Un po giocano d'azzardo anche Speranza e Bersani, al punto che si sono messi seduti sulla riva del fiume, mentre Cuperlo, partecipando al comitato che ha individuato le modifiche da apportare alla legge elettorale, è stato più attivo e costruttivo. Se sparisce lo spareggio del secondo turno in cui Lega, Forza Italia e M5S sono avversari impossibili da battere, con il loro sessanta per cento abbondante, si può ritenere che abbia fatto un grande favore proprio a Renzi, che a bocce ferme potrebbe concorrere come candidato Presidente, alle prossime elezioni, nel 2017.
Su Martina, Bersani aveva fatto male i conti. Si tratta di uno sveglio che con un gruppo di amici diventa segretario del PD a Bergamo, e in sei mesi segretario Regionale, in altri sei mesi consigliere regionale, e poi di botto ministro dell'agricoltura. Solo perché è furbissimo ed ha fatto l'istituto agrario, dove si è diplomato. Come ministro non fa danni perché comunque è una nullità. Di certi personaggi, la politica veloce di questi tempi, con partiti disattenti, ne sta creando parecchi. La Raggi è un insigne rappresentante del Nulla, nel M5S. Centra poco il PD. Il fatto è che il populismo rende la politica una attività sempre più precaria e difficile e quando ci sono troppi precari, non c'è né innovazione, né sviluppo. Per l'innovazione ci vuole ancora la "bottega" dove uno impara tutto quello che c'è da imparare, e mentre impara capisce dove si può far meglio. Quando invece si scende dalla nuvoletta del sapere generale, si ha magari una buona capacità cognitiva, ma senza fare un po di gavetta sui processi, non c'è neppure la possibilità di apportare cambiamenti mirati. Così, niente gavetta, perché bisogna correre, e innovazione casuale troppo naive, per una società complessa che ha bisogno di una attenzione maggiore, per quei cambiamenti che facciano la differenza, nella competizione del Mondo globale.
http://www.corriere.it/politica/16_novembre_08/da-cuperlo-chiti-bellanova-9a66c1ae-a533-11e6-b713-5be9dedb2e34.shtml
Frequento Facebook di Bersani, Cuperlo e Speranza, e devo dire che il network rende il peggio degli umori della gente. Mai un ragionamento, ma solo recriminazioni, a tutti i livelli di scolarità, quasi che alla gente, dopo i titoli, restino solo gli istinti.
Un po giocano d'azzardo anche Speranza e Bersani, al punto che si sono messi seduti sulla riva del fiume, mentre Cuperlo, partecipando al comitato che ha individuato le modifiche da apportare alla legge elettorale, è stato più attivo e costruttivo. Se sparisce lo spareggio del secondo turno in cui Lega, Forza Italia e M5S sono avversari impossibili da battere, con il loro sessanta per cento abbondante, si può ritenere che abbia fatto un grande favore proprio a Renzi, che a bocce ferme potrebbe concorrere come candidato Presidente, alle prossime elezioni, nel 2017.
Su Martina, Bersani aveva fatto male i conti. Si tratta di uno sveglio che con un gruppo di amici diventa segretario del PD a Bergamo, e in sei mesi segretario Regionale, in altri sei mesi consigliere regionale, e poi di botto ministro dell'agricoltura. Solo perché è furbissimo ed ha fatto l'istituto agrario, dove si è diplomato. Come ministro non fa danni perché comunque è una nullità. Di certi personaggi, la politica veloce di questi tempi, con partiti disattenti, ne sta creando parecchi. La Raggi è un insigne rappresentante del Nulla, nel M5S. Centra poco il PD. Il fatto è che il populismo rende la politica una attività sempre più precaria e difficile e quando ci sono troppi precari, non c'è né innovazione, né sviluppo. Per l'innovazione ci vuole ancora la "bottega" dove uno impara tutto quello che c'è da imparare, e mentre impara capisce dove si può far meglio. Quando invece si scende dalla nuvoletta del sapere generale, si ha magari una buona capacità cognitiva, ma senza fare un po di gavetta sui processi, non c'è neppure la possibilità di apportare cambiamenti mirati. Così, niente gavetta, perché bisogna correre, e innovazione casuale troppo naive, per una società complessa che ha bisogno di una attenzione maggiore, per quei cambiamenti che facciano la differenza, nella competizione del Mondo globale.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Guardatevi questo filmato
http://video.repubblica.it/edizione/palermo/palermo-bersani-sulla-leopolda-fuori-fuori-pd-marcia-con-arroganza-e-sudditanza/258304/258585
Alla fine Cuperlo si fida del documento che ha firmato sulle modifiche all'Italicum, mentre Bersani non si fida, ed è questo il vero punto della crisi. Se Bersani avesse ragione e l'Italicum non fosse modificato, la cosa sarebbe in se molto grave. Se invece avesse torto, significherebbe che la lotta all'interno del PD ha creato grosse rotture tra le anime di sinistra e di centro del partito, che potrebbero portare, se non ad una sua distruzione, ad una sua sconfitta.
I vertici quindi devono cambiare atteggiamento e passare dalla rotta di collisione ad una diversa che ci porti alla vittoria del Referendum e delle elezioni politiche. Se nessuno fa uno sforzo, rischiamo una doppia sconfitta. Il mio invito è che facciano uno sforzo conciliativo.
http://video.repubblica.it/edizione/palermo/palermo-bersani-sulla-leopolda-fuori-fuori-pd-marcia-con-arroganza-e-sudditanza/258304/258585
Alla fine Cuperlo si fida del documento che ha firmato sulle modifiche all'Italicum, mentre Bersani non si fida, ed è questo il vero punto della crisi. Se Bersani avesse ragione e l'Italicum non fosse modificato, la cosa sarebbe in se molto grave. Se invece avesse torto, significherebbe che la lotta all'interno del PD ha creato grosse rotture tra le anime di sinistra e di centro del partito, che potrebbero portare, se non ad una sua distruzione, ad una sua sconfitta.
I vertici quindi devono cambiare atteggiamento e passare dalla rotta di collisione ad una diversa che ci porti alla vittoria del Referendum e delle elezioni politiche. Se nessuno fa uno sforzo, rischiamo una doppia sconfitta. Il mio invito è che facciano uno sforzo conciliativo.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
13/11/2016 09:40
Bersani:referendum non grava su governo
"Sul referendum non è in gioco il go-
verno".Lo dice l'ex segretario del Pd
Bersani in una lettera a Repubblica.
Bersani che si è schierato per il No al
referendum, critica "la riforma del Se-
nato che è una vicenda italo-italiana"
e che non significa essere "né su un
crinale né su un precipizio".D'altronde
"è giusto che il Pd dia la sua indica-
zione di voto", ma è "altrettanto ovvia
e giusta la libertà di ciascuno davanti
a temi costituzionali". Bersani "sogna"
un Pd unito" disponibile "a una vera e
onesta riflessione collettiva".
Purtroppo il referendum graverà eccome sul governo. Sono sicuro che Renzi, dopo che il NO avrà vinto salirà al Quirinale per colloqui col Presidente della Repubblica e rassegnerà le dimissioni. Adesso dice che non si dimetterà proprio in difesa del Si che tutti hanno fatto gravare su di Lui e sul Governo, ma ha ragione quando dice d'avercela messa tutta, e che se il Paese vota contro a ciò che ha fatto, è giusto trarne le conclusioni. Per quanto riguarda la libertà, è giusto che ogni cittadino ce l'abbia nel giudicare una riforma costituzionale, ma né Tu né Speranza mi avete convinto che per voi quella sia la motivazione vera. Troppe contraddizioni che si riducono al fatto che non abbiate partecipato alla commissione per riformare l'Italicum, lasciando Cuperlo solo. Sognare un PD unificato quando poi nei fatti non si è fatto nulla per tenerlo unito finisce per essere un altro inganno. Anche Prodi non mi è piaciuto. Lui se governa sta dentro, ma se non governa sta fuori. La politica non è solo quella dei giorni buoni, ma anche quella dei giorni cattivi o difficili, e lui in questi, se ne sta fuori. Tramp sale al potere quando prevalgono gli egoismi, e qui ne stiamo dando sfoggio, anche se nascosti dietro la ricerca della perfezione di leggi che mai lo sono state. Era forse una perfezione della nostra Costituzione il Bicameralismo Perfetto? Era forse una perfezione quel Titolo V votato in fretta e furia alla fine di una legislatura della Bicamerale e dei disastri? E adesso si pretende la perfezione, che non c'è in questo paese e in questo Parlamento, usato per l'arena dei colpi bassi. Speriamo che i danni che si stanno facendo non siano mortali, perché di questo passo, il prossimo precipizio sarà più buio e profondo di quello che abbiamo attraversato. Buona giornata, nonostante tutti e tutto.
Mi piace · Rispondi · 5 · 12 h · Modificato
l'intervista a La Repubblica:
http://www.repubblica.it/.../news/pd_bersani-151897934/...
ho riletto l'articolo, Pierluigi, non ti sto a sottolineare tutti i passaggi da brivido, ma complessivamente è un disastro. La situazione interna è peggio di quanto pensassi. Non sono per niente tranquillo. Peccato! Buona notte.
Bersani:referendum non grava su governo
"Sul referendum non è in gioco il go-
verno".Lo dice l'ex segretario del Pd
Bersani in una lettera a Repubblica.
Bersani che si è schierato per il No al
referendum, critica "la riforma del Se-
nato che è una vicenda italo-italiana"
e che non significa essere "né su un
crinale né su un precipizio".D'altronde
"è giusto che il Pd dia la sua indica-
zione di voto", ma è "altrettanto ovvia
e giusta la libertà di ciascuno davanti
a temi costituzionali". Bersani "sogna"
un Pd unito" disponibile "a una vera e
onesta riflessione collettiva".
Purtroppo il referendum graverà eccome sul governo. Sono sicuro che Renzi, dopo che il NO avrà vinto salirà al Quirinale per colloqui col Presidente della Repubblica e rassegnerà le dimissioni. Adesso dice che non si dimetterà proprio in difesa del Si che tutti hanno fatto gravare su di Lui e sul Governo, ma ha ragione quando dice d'avercela messa tutta, e che se il Paese vota contro a ciò che ha fatto, è giusto trarne le conclusioni. Per quanto riguarda la libertà, è giusto che ogni cittadino ce l'abbia nel giudicare una riforma costituzionale, ma né Tu né Speranza mi avete convinto che per voi quella sia la motivazione vera. Troppe contraddizioni che si riducono al fatto che non abbiate partecipato alla commissione per riformare l'Italicum, lasciando Cuperlo solo. Sognare un PD unificato quando poi nei fatti non si è fatto nulla per tenerlo unito finisce per essere un altro inganno. Anche Prodi non mi è piaciuto. Lui se governa sta dentro, ma se non governa sta fuori. La politica non è solo quella dei giorni buoni, ma anche quella dei giorni cattivi o difficili, e lui in questi, se ne sta fuori. Tramp sale al potere quando prevalgono gli egoismi, e qui ne stiamo dando sfoggio, anche se nascosti dietro la ricerca della perfezione di leggi che mai lo sono state. Era forse una perfezione della nostra Costituzione il Bicameralismo Perfetto? Era forse una perfezione quel Titolo V votato in fretta e furia alla fine di una legislatura della Bicamerale e dei disastri? E adesso si pretende la perfezione, che non c'è in questo paese e in questo Parlamento, usato per l'arena dei colpi bassi. Speriamo che i danni che si stanno facendo non siano mortali, perché di questo passo, il prossimo precipizio sarà più buio e profondo di quello che abbiamo attraversato. Buona giornata, nonostante tutti e tutto.
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l'intervista a La Repubblica:
http://www.repubblica.it/.../news/pd_bersani-151897934/...
ho riletto l'articolo, Pierluigi, non ti sto a sottolineare tutti i passaggi da brivido, ma complessivamente è un disastro. La situazione interna è peggio di quanto pensassi. Non sono per niente tranquillo. Peccato! Buona notte.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Chiamarlo dibattito è riduttivo....
http://www.repubblica.it/politica/2016/11/14/news/dal_lanciafiamme_a_willy_il_coyote_la_guerra_dei_roses_del_pd-151979180/?ref=HREC1-1
http://www.repubblica.it/politica/2016/11/14/news/dal_lanciafiamme_a_willy_il_coyote_la_guerra_dei_roses_del_pd-151979180/?ref=HREC1-1
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Segnalo questo articolo ch eritengo interessante:
http://www.unita.tv/interviste/staino-intervista-mieli-lavversario-non-e-un-demone-la-sinistra-superi-il-pregiudizio/
http://www.unita.tv/interviste/staino-intervista-mieli-lavversario-non-e-un-demone-la-sinistra-superi-il-pregiudizio/
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Questa notizia ci sta e non ci sta in questa discussione...
23/11/2016 17:29
Bindi chiede carte a Napoli su De Luca
17.29
Bindi chiede carte a Napoli su De Luca
"La commissione Antimafia all'unanimità
mi ha incaricato di chiedere alla Pro-
cura di Napoli informazioni urgenti in
merito ad indagini in corso,atti e do-
cumenti acquisiti e soggetti coinvolti,
per verificare i presupposti per una
inchiesta da parte nostra".Così Bindi,
la presidente Antimafia, sulla vicenda
del Presidente della Campania De Luca.
La richiesta riguarderebbe l'incontro
del presidente De Luca con esponenti
della politica locale in vista del
referendum costituzionale.
Adesso, se De Luca incontra esponenti politici locali, fossero anche segretamente indagati dalla Procura, o che comunque la procura ritenesse di non dover sospendere dai loro incarichi, non vedo perché lui, o chiunque altro, non dovrebbe o non avrebbe dovuto incontrarli, se la motivazione è puramente politica ed è relativa al referendum. Messa così sa di ripicca della Bindi e se De Luca mi sta antipatico per la rozzezza con cui tratta certi argomenti, la Bindi mi starebbe altrettanto antipatica se strumentalizzasse il suo ruolo, per ripicca. Siete grandi, per favore, non fate i bambini!
23/11/2016 17:29
Bindi chiede carte a Napoli su De Luca
17.29
Bindi chiede carte a Napoli su De Luca
"La commissione Antimafia all'unanimità
mi ha incaricato di chiedere alla Pro-
cura di Napoli informazioni urgenti in
merito ad indagini in corso,atti e do-
cumenti acquisiti e soggetti coinvolti,
per verificare i presupposti per una
inchiesta da parte nostra".Così Bindi,
la presidente Antimafia, sulla vicenda
del Presidente della Campania De Luca.
La richiesta riguarderebbe l'incontro
del presidente De Luca con esponenti
della politica locale in vista del
referendum costituzionale.
Adesso, se De Luca incontra esponenti politici locali, fossero anche segretamente indagati dalla Procura, o che comunque la procura ritenesse di non dover sospendere dai loro incarichi, non vedo perché lui, o chiunque altro, non dovrebbe o non avrebbe dovuto incontrarli, se la motivazione è puramente politica ed è relativa al referendum. Messa così sa di ripicca della Bindi e se De Luca mi sta antipatico per la rozzezza con cui tratta certi argomenti, la Bindi mi starebbe altrettanto antipatica se strumentalizzasse il suo ruolo, per ripicca. Siete grandi, per favore, non fate i bambini!
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Non abbiamo avuto una classe imprenditrice da grandi imprese, che avrebbero potuto fare la differenza. Per fortuna le piccole e medie imprese hanno resistito, ma ci manca un venti per cento di manifattura per mantenere il livello della qualità della vita e ce ne vorrebbe un altro venti per cento per pagare il debito pubblico. Solo con l'auto e la famiglia Agnelli che se n'è scappata con i soldi in America, con i soldi che avrebbe dovuto investire in Italia, abbiamo perso un buon otto per cento di PIL manifatturiero, e quella era l'ultima famiglia di grandi imprenditori che ci restava. Adesso tutto è in salita. Basta andare a Media World e vedere cosa di ciò che possiamo comperare viene prodotto nel nostro paese e capiamo quale sia il vero gap col mondo. Se la crisi era già cominciata a metà degli anni settanta e la stagnazione è proseguita dall'80 sino al novanta, quando si è liquidata l'Alfa Romeo, in questi ultimi anni la crisi speculativa dei derivati ha messo a nudo le nostre debolezze, come paese produttivo. E' complesso lo sforzo che è necessario, e non può essere solo a carico della politica, ma anche le parti sociali devono mostrare uno spirito imprenditoriale e capacità lavorative superiori. Questo oggi mi sembra un paese senza anima, corroso dall'invidia e dal dibattito sterile, mentre potrebbe unire le forze in un uno sforzo propulsivo. Certo che il CNEL, quel CNEL che si è dimostrato inutile, debba essere chiuso, cancellato e sulle sue rovine dovrebbe spargersi il sale. Ma un ente propulsore dello sviluppo della nostra economia, ci doveva essere, e ci deve essere nel nostro paese, se vogliamo capire in che direzione rivolgere i nostri sforzi. Ed è da li che deve partire la ripresa, di idee prima che di iniziative, perché la strada da percorrere, la nuova strada che vogliamo percorrere, deve essere quella giusta.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
A chi mi rispondeva (1)(2) scrivendo: complimenti per la critica costruttiva! a mio avviso si dovrebbe puntare sulla qualità, sui prodotti di qualità. Lo stato dovrebbe istituire dei marchi che attribuiscano il livello di qualità ed affidabilità dei prodotti, in modo da tutelare gli acquirenti e favorire le esportazioni. Però deve essere una cosa seria, altrimenti va a finire come con il vino che ogni qualche anno bisogna istituire un marchio di livello superiore perché in quello precedente è stato ammesso di tutto.
Ribadivo:
Riprendo questa frase: «a mio avviso si dovrebbe puntare sulla qualità, sui prodotti di qualità. Lo stato dovrebbe istituire dei marchi che attribuiscano il livello di qualità ed affidabilità dei prodotti, in modo da tutelare gli acquirenti e favorire le esportazioni». Nulla da eccepire su questa proposta, che però riguarda l'agro alimentare e non l'industria manifatturiera, soggetta ad altri criteri normativi (brevetti, sicurezza, salute, origine, garanzia). Il mio discorso riguarda la "Visione" che deve avere un paese per favorire un qualche tipo di sviluppo che venga ritenuto strategico. Se l'industria dell'auto è strategica, tanto per fare un esempio, non si dice alla Fam. Agnelli: - con i vostri soldi potete fare quello che volete (Monti-Berlusconi). Ma gli si fa pesare il fatto di essere imprenditori in un paese che ha bisogno dell'industria dell'auto e che come in Giappone o in corea, devono mostrare altrettanto patriottismo di quanto è necessario per difendere la Patria. Sono per mia natura un anti patriota se occorre conquistare un pezzo di terra in Africa o per ingrandire l'impero, ma divento un patriota quanto penso alle necessità di sviluppo e di sopravvivenza della comunità in cui vivo, pur nel rispetto della pace e del buon vicinato con gli altri popoli. In questo quadro, chiedere alla miglior imprenditoria di investire nelle tecnologie e nei prodotti del futuro, è giusto oltre che corretto, per evitare di divenire importatori di prodotti dell'intelligenza, di cui sempre abbiamo abbondato, dopo essere stati importatori di materie prime di cui c'è sempre stata penuria. Da qui discende il mio invito a visitare gli scaffali di qualche grande magazzino come Mediaworld per domandarsi quante e quali di quelle cose sappiamo fare e facciamo, e quante e quali invece importiamo, non sapendo neppure dove cominciare, essendosi rotto il filo che da Volta a Marconi, e da Meucci a Federico Faggin, inventore del microprocessore, doveva portarci nel futuro di tecnologie finite in Giappone, in Corea, in Cina, dopo essere transitate per alcuni stati europei e per gli Stati Uniti. Quanti incentivi abbiamo dato per lo sviluppo delle energie alternative che sono finite solo nelle tasche di geometri, di fabbri e muratori e che invece dovevano servire per il fotovoltaico, per il solare termodinamico e per l'eolico da produrre nella industria manifatturiera del nostro paese. Questi sono solo esempi di superficie. Una istituzione, un super Ministero della scienza e dello sviluppo come avrebbe potuto essere il CNEL, è mancato, credendo ingenuamente che tutto si aggiusta da solo, ma non è vero se si compete con stati che organizzano e pianificano il loro sviluppo con una determinazione che a noi è mancata, e inoltre neppure l'Europa è servita a far squadra, per cui anche l'Europa, di questo passo si avvia verso il suo declino.
Nota
1) su Facebook
2) questo è un modo per utilizzare gli interventi in Facebook e riportarli nel nostro foum o per approfondire la discussione, oppure per raccoglierli secondo "Capitoli" che letti nel tempo, potrebbero tracciare diverse linee di analisi del vissuto.
Ribadivo:
Riprendo questa frase: «a mio avviso si dovrebbe puntare sulla qualità, sui prodotti di qualità. Lo stato dovrebbe istituire dei marchi che attribuiscano il livello di qualità ed affidabilità dei prodotti, in modo da tutelare gli acquirenti e favorire le esportazioni». Nulla da eccepire su questa proposta, che però riguarda l'agro alimentare e non l'industria manifatturiera, soggetta ad altri criteri normativi (brevetti, sicurezza, salute, origine, garanzia). Il mio discorso riguarda la "Visione" che deve avere un paese per favorire un qualche tipo di sviluppo che venga ritenuto strategico. Se l'industria dell'auto è strategica, tanto per fare un esempio, non si dice alla Fam. Agnelli: - con i vostri soldi potete fare quello che volete (Monti-Berlusconi). Ma gli si fa pesare il fatto di essere imprenditori in un paese che ha bisogno dell'industria dell'auto e che come in Giappone o in corea, devono mostrare altrettanto patriottismo di quanto è necessario per difendere la Patria. Sono per mia natura un anti patriota se occorre conquistare un pezzo di terra in Africa o per ingrandire l'impero, ma divento un patriota quanto penso alle necessità di sviluppo e di sopravvivenza della comunità in cui vivo, pur nel rispetto della pace e del buon vicinato con gli altri popoli. In questo quadro, chiedere alla miglior imprenditoria di investire nelle tecnologie e nei prodotti del futuro, è giusto oltre che corretto, per evitare di divenire importatori di prodotti dell'intelligenza, di cui sempre abbiamo abbondato, dopo essere stati importatori di materie prime di cui c'è sempre stata penuria. Da qui discende il mio invito a visitare gli scaffali di qualche grande magazzino come Mediaworld per domandarsi quante e quali di quelle cose sappiamo fare e facciamo, e quante e quali invece importiamo, non sapendo neppure dove cominciare, essendosi rotto il filo che da Volta a Marconi, e da Meucci a Federico Faggin, inventore del microprocessore, doveva portarci nel futuro di tecnologie finite in Giappone, in Corea, in Cina, dopo essere transitate per alcuni stati europei e per gli Stati Uniti. Quanti incentivi abbiamo dato per lo sviluppo delle energie alternative che sono finite solo nelle tasche di geometri, di fabbri e muratori e che invece dovevano servire per il fotovoltaico, per il solare termodinamico e per l'eolico da produrre nella industria manifatturiera del nostro paese. Questi sono solo esempi di superficie. Una istituzione, un super Ministero della scienza e dello sviluppo come avrebbe potuto essere il CNEL, è mancato, credendo ingenuamente che tutto si aggiusta da solo, ma non è vero se si compete con stati che organizzano e pianificano il loro sviluppo con una determinazione che a noi è mancata, e inoltre neppure l'Europa è servita a far squadra, per cui anche l'Europa, di questo passo si avvia verso il suo declino.
Nota
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2) questo è un modo per utilizzare gli interventi in Facebook e riportarli nel nostro foum o per approfondire la discussione, oppure per raccoglierli secondo "Capitoli" che letti nel tempo, potrebbero tracciare diverse linee di analisi del vissuto.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
rispondendo ad un amico:
Le vicende del secolo scorso sono state molto complesse. I socialisti hanno avuto una storia che inizia con l'Unità d'Italia sin dal 1982. L'Avanti viene fondato alla fine del 1896 e nel 1898 l'italia è in rivolta per l'aumento del costo del grano. Vengono arrestati sindacalisti e socialisti, mentre dappertutto nel paese, si contano numerosi morti.
Nel 1901 Turati appoggia un governo liberale. Siamo nel tempo del riformismo turatiano che finisce nel 12, quando la corrente Massimalista di Mussolini conquista la maggioranza. Mussolini viene cacciato dal partito per il suo interventismo nella prima guerra mondiale, ma dopo la disfatta di Caporetto, Turati, tra la lotta di classe e la salvezza della patria, scelse anche lui l'interventismo, dopo esserne stato contrario. Nel 1918 c'è la rivoluzione in Russia, e li i partiti socialisti affrontano nuove grandi prove che non possono essere le stesse ovunque, in tutti i paesi, così che anche il Partito socialista viene attraversato dai fermenti rivoluzionari, che non trovando sfogo all'interno, portano al Congresso del 1921 a Livorno, dove avviene l'uscita della corrente comunista, che va a formare il Partito Comunista d'Italia, legato alle vicende della rivoluzione russa.
Saltiamo pure il fascismo e la seconda guerra mondiale, e quando ci ritroviamo nel dopo guerra siamo nella fase in cui sono le decisioni e gli accordi di Yalta a stabilire i confini politici e ideologici delle nazioni uscite da quel conflitto. Togliatti, che conosce bene i contenuti ed i limiti di quegli accordi, propugna la linea della Via Italiana al Comunismo, nel rispetto di quella Costituzione che veniva fatta nascere e che ci doveva portare dal fascismo alla democrazia ed alle libertà repubblicane.
Vi era dibattito tra socialisti e comunisti, e non poteva essere diversamente, perché diverse erano le prospettive del movimento socialista e di quello comunista internazionale. Era un mondo in cui le colonie c'erano ancora, ed i popoli lottavano dall'Indocina all'Algeria, per liberarsi dal giogo oppressivo delle nazioni coloniali. Ma anche nei paesi occidentali non tutti i capitalisti erano imprenditori. Ve ne erano anche di quelli che volevano ancora essere padroni. E poi, quella guerra delle nazioni occidentali, democratiche e fasciste che fossero, contro l'Unione Sovietica, iniziata negli anni venti, non accennava a diminuire, nonostante la sospensione tra le democrazie occidentali e la Russia sovietica, alleate dal '39 al '45, per battere il nazifascismo.
Così la corsa agli armamenti portò alla Cortina di Ferro ed alle sfere di influenza di Stati Uniti, da una parte e della Russia dall'altra. Non era quella una condizione necessaria, sotto il profilo ideologico. Oggi vediamo una Cina comunista che dialoga e commercia con gli stati occidentali. Se non lo si faceva allora con la Russia è perché vi era un timore reciproco per l'imperialismo che i due campi esprimevano con le loro politiche. Quanto quella guerra fredda avesse impedito alla Russia rivoluzionaria di trasformarsi in democrazia, nessuno può dirlo. Sta di fatto che quello scontro bloccò in Italia la nostra democrazia, ed in Russia consolido il potere del Partito Comunista, che mantenne i connotati di una dittatura.
I fatti di Ungheria, come le rivolte tedesche, polacche e cecoslovacche venivano vissuti come un conflitto in cui ciascuno assumeva il ruolo che aveva nella parte. Solo verso l'inizio degli anni settanta, quando anche da noi si erano fatti i colpi di stato militari in Grecia e poi in Cile, e in Italia agiva la strategia della tensione (ci sono stati centinaia di morti tra attentati, sequestri, la stazione di Bologna, Piazza Fontana...), con la segreteria Berlinguer parvero maturi i tempi per un cambiamento della prospettiva politica. Moro perse la vita proprio perché rappresentava il punto di incontro tra i democristiani e i comunisti in una Italia che la NATO voleva mantenere sotto tutela con le buone o con le cattive.
Nel dopoguerra, se i socialisti percorsero insieme ai comunisti il loro primo tratto al governo e poi all'opposizione. Fu proprio la lotta per le rivendicazioni sociali che impose, dopo il governo Tambroni ed il monocolore di Fanfani, di far nascere quel Centro Sinistra di Moro (1963), che era necessario per governare i processi sociali di una Italia in difficoltosa crescita, e stretta nella politica dei centri di influenza (le difficoltà di Mattei, per il petrolio...). Il Centro Sinistra logorò il PSI che perse sin dall'inizio la sua corrente di sinistra, ed alla fine, con Craxi, trasformò quella che era stata una grande apertura storica a dei governi di ampie alleanze, nel vuoto potere per il potere, espresso dal Governo Craxi-Forlani e da una classe politica ormai fiaccata e segnata dagli scandali. Non ho parlato del Partito Socialdemocratico, assimilandolo per semplicità al PSI, pur avendo avuto una sua dirigenza ed una sua missione "Atlantica", più che sociale.
Questo è il quadro ridotto all'osso, caro Gianni, e non siamo neppure arrivati alla caduta del Muro di Berlino ed alla fine dell'esperienza politica del comunismo in Russia.
Pier Luigi Bersani nasce in una famiglia di artigiani, non di partigiani, e deve passare da una piccola esperienza in Avanguardia Operaia, prima di approdare al PCI. Sono altri tempi, e lo stesso PCI sta per cambiare il suo ruolo storico, e Bersani lo intercetta proprio nella fase in cui Berlinguer traghetta il Partito Comunista, dalla via Italiana al Socialismo, al Compromesso Storico.
Da allora il mondo è stato attraversato da un travaglio che lo ha trasformato completamente e Bersani, come noi, fa parte di quel mondo. Possiamo dire che in Italia la storia finisca con queste riforme e con il governo Renzi? No, non lo credo neppure io che voterò Si al Referendum sulle riforme. Bersani si mette in una nuova prospettiva, che penso che neppure lui conosca sino in fondo. Ma certamente tra i suoi fondamentali c'è l'Italia e la sinistra nel nostro paese, che non deve compiere la rivoluzione di Ottobre, ma che deve costituire quella presenza democratica che ha a cuore i valori della solidarietà e della libertà. Sono sicuro, che seppure distanti in questo momento, che ci incontreremo di nuovo, appena il paese avrà bisogno della nostra presenza e del nostro aiuto.
Perché sono lungo... A me non piace fare politica di mestiere, ma voglio aiutare chi la fa, a farla meglio. Un saluto a tutti
Le vicende del secolo scorso sono state molto complesse. I socialisti hanno avuto una storia che inizia con l'Unità d'Italia sin dal 1982. L'Avanti viene fondato alla fine del 1896 e nel 1898 l'italia è in rivolta per l'aumento del costo del grano. Vengono arrestati sindacalisti e socialisti, mentre dappertutto nel paese, si contano numerosi morti.
Nel 1901 Turati appoggia un governo liberale. Siamo nel tempo del riformismo turatiano che finisce nel 12, quando la corrente Massimalista di Mussolini conquista la maggioranza. Mussolini viene cacciato dal partito per il suo interventismo nella prima guerra mondiale, ma dopo la disfatta di Caporetto, Turati, tra la lotta di classe e la salvezza della patria, scelse anche lui l'interventismo, dopo esserne stato contrario. Nel 1918 c'è la rivoluzione in Russia, e li i partiti socialisti affrontano nuove grandi prove che non possono essere le stesse ovunque, in tutti i paesi, così che anche il Partito socialista viene attraversato dai fermenti rivoluzionari, che non trovando sfogo all'interno, portano al Congresso del 1921 a Livorno, dove avviene l'uscita della corrente comunista, che va a formare il Partito Comunista d'Italia, legato alle vicende della rivoluzione russa.
Saltiamo pure il fascismo e la seconda guerra mondiale, e quando ci ritroviamo nel dopo guerra siamo nella fase in cui sono le decisioni e gli accordi di Yalta a stabilire i confini politici e ideologici delle nazioni uscite da quel conflitto. Togliatti, che conosce bene i contenuti ed i limiti di quegli accordi, propugna la linea della Via Italiana al Comunismo, nel rispetto di quella Costituzione che veniva fatta nascere e che ci doveva portare dal fascismo alla democrazia ed alle libertà repubblicane.
Vi era dibattito tra socialisti e comunisti, e non poteva essere diversamente, perché diverse erano le prospettive del movimento socialista e di quello comunista internazionale. Era un mondo in cui le colonie c'erano ancora, ed i popoli lottavano dall'Indocina all'Algeria, per liberarsi dal giogo oppressivo delle nazioni coloniali. Ma anche nei paesi occidentali non tutti i capitalisti erano imprenditori. Ve ne erano anche di quelli che volevano ancora essere padroni. E poi, quella guerra delle nazioni occidentali, democratiche e fasciste che fossero, contro l'Unione Sovietica, iniziata negli anni venti, non accennava a diminuire, nonostante la sospensione tra le democrazie occidentali e la Russia sovietica, alleate dal '39 al '45, per battere il nazifascismo.
Così la corsa agli armamenti portò alla Cortina di Ferro ed alle sfere di influenza di Stati Uniti, da una parte e della Russia dall'altra. Non era quella una condizione necessaria, sotto il profilo ideologico. Oggi vediamo una Cina comunista che dialoga e commercia con gli stati occidentali. Se non lo si faceva allora con la Russia è perché vi era un timore reciproco per l'imperialismo che i due campi esprimevano con le loro politiche. Quanto quella guerra fredda avesse impedito alla Russia rivoluzionaria di trasformarsi in democrazia, nessuno può dirlo. Sta di fatto che quello scontro bloccò in Italia la nostra democrazia, ed in Russia consolido il potere del Partito Comunista, che mantenne i connotati di una dittatura.
I fatti di Ungheria, come le rivolte tedesche, polacche e cecoslovacche venivano vissuti come un conflitto in cui ciascuno assumeva il ruolo che aveva nella parte. Solo verso l'inizio degli anni settanta, quando anche da noi si erano fatti i colpi di stato militari in Grecia e poi in Cile, e in Italia agiva la strategia della tensione (ci sono stati centinaia di morti tra attentati, sequestri, la stazione di Bologna, Piazza Fontana...), con la segreteria Berlinguer parvero maturi i tempi per un cambiamento della prospettiva politica. Moro perse la vita proprio perché rappresentava il punto di incontro tra i democristiani e i comunisti in una Italia che la NATO voleva mantenere sotto tutela con le buone o con le cattive.
Nel dopoguerra, se i socialisti percorsero insieme ai comunisti il loro primo tratto al governo e poi all'opposizione. Fu proprio la lotta per le rivendicazioni sociali che impose, dopo il governo Tambroni ed il monocolore di Fanfani, di far nascere quel Centro Sinistra di Moro (1963), che era necessario per governare i processi sociali di una Italia in difficoltosa crescita, e stretta nella politica dei centri di influenza (le difficoltà di Mattei, per il petrolio...). Il Centro Sinistra logorò il PSI che perse sin dall'inizio la sua corrente di sinistra, ed alla fine, con Craxi, trasformò quella che era stata una grande apertura storica a dei governi di ampie alleanze, nel vuoto potere per il potere, espresso dal Governo Craxi-Forlani e da una classe politica ormai fiaccata e segnata dagli scandali. Non ho parlato del Partito Socialdemocratico, assimilandolo per semplicità al PSI, pur avendo avuto una sua dirigenza ed una sua missione "Atlantica", più che sociale.
Questo è il quadro ridotto all'osso, caro Gianni, e non siamo neppure arrivati alla caduta del Muro di Berlino ed alla fine dell'esperienza politica del comunismo in Russia.
Pier Luigi Bersani nasce in una famiglia di artigiani, non di partigiani, e deve passare da una piccola esperienza in Avanguardia Operaia, prima di approdare al PCI. Sono altri tempi, e lo stesso PCI sta per cambiare il suo ruolo storico, e Bersani lo intercetta proprio nella fase in cui Berlinguer traghetta il Partito Comunista, dalla via Italiana al Socialismo, al Compromesso Storico.
Da allora il mondo è stato attraversato da un travaglio che lo ha trasformato completamente e Bersani, come noi, fa parte di quel mondo. Possiamo dire che in Italia la storia finisca con queste riforme e con il governo Renzi? No, non lo credo neppure io che voterò Si al Referendum sulle riforme. Bersani si mette in una nuova prospettiva, che penso che neppure lui conosca sino in fondo. Ma certamente tra i suoi fondamentali c'è l'Italia e la sinistra nel nostro paese, che non deve compiere la rivoluzione di Ottobre, ma che deve costituire quella presenza democratica che ha a cuore i valori della solidarietà e della libertà. Sono sicuro, che seppure distanti in questo momento, che ci incontreremo di nuovo, appena il paese avrà bisogno della nostra presenza e del nostro aiuto.
Perché sono lungo... A me non piace fare politica di mestiere, ma voglio aiutare chi la fa, a farla meglio. Un saluto a tutti
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Mettiamolo pure nel dibattito, anche se di dibattito ce n'è poco.
D'Alema:Renzi rifletta, cerchi unità Pd
Renzi dovrebbe "fermarsi a riflettere"
dopo le "sberle prese". Lo afferma
D'Alema, a 'Cartabianca', su Rai3. E
avverte: "Altro che ripartire dal 40%,
rischiamo una grave crisi".
Un consiglio a Renzi? "Cercare di unire
il Pd anziché andare avanti con proter-
via sulla linea dello scontro". L'ex
premier non crede che Renzi si dimette-
rà da segretario del Pd. E dice no alle
elezioni anticipate. Poi assicura: "Non
ho festeggiato" la vittoria del No al
referendum, c'è la "sconfitta di una
parte del mio partito".
Bella questa: ha appena finito di fare i comodi suoi contro l'unità del PD e adesso spiega a Renzi cosa deve fare?
D'Alema:Renzi rifletta, cerchi unità Pd
Renzi dovrebbe "fermarsi a riflettere"
dopo le "sberle prese". Lo afferma
D'Alema, a 'Cartabianca', su Rai3. E
avverte: "Altro che ripartire dal 40%,
rischiamo una grave crisi".
Un consiglio a Renzi? "Cercare di unire
il Pd anziché andare avanti con proter-
via sulla linea dello scontro". L'ex
premier non crede che Renzi si dimette-
rà da segretario del Pd. E dice no alle
elezioni anticipate. Poi assicura: "Non
ho festeggiato" la vittoria del No al
referendum, c'è la "sconfitta di una
parte del mio partito".
Bella questa: ha appena finito di fare i comodi suoi contro l'unità del PD e adesso spiega a Renzi cosa deve fare?
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
Un mio contributo al dibattito
Come con la Bicamerale, è la destra che lasciando il tavolo, causa il fallimento delle riforme, così pure questa volta: dovendole mandare avanti a maggioranza, si è finiti per essere soggetti al voto popolare che in tali vicende è sempre conservatore. Quando le riforme le fece Berlusconi, partì subito per fare una riforma presidenzialista che non poteva accogliere il consenso della sinistra, ed anche in quel caso il referendum bocciò tutto.
Purtroppo, in questo paese non c'è un Parlamento eletto democraticamente che possa raggiungere una maggioranza qualificata sulle modifiche costituzionali, perché i leghisti vogliono spaccare il paese, le destre vogliono un governo presidenziale, e le sinistre, aspirando ad un potere centrale democratico (fatta salva la legge elettorale Italicum, che era uscita fuori da questi canoni) non riescono ad imporsi. Il voto sulla Costituzione, poi, non è mai sui contenuti, ma sugli schieramenti, così che la sinistra, come il populismo e la destra, che si dividono in tre parti uguali l'elettorato, non hanno nei numeri la capacità di prevalere gli uni sugli altri, se non facendo coalizioni innaturali.
Il fatto che Bersani non abbia capito ciò, tradito dall'ansia di dare quel colpo che D'Alema aveva promesso a Renzi, non aiuta a rafforzare il Partito Democratico che è il solo movimento di sinistra che abbia i numeri per contendere il governo. SEL e IdV hanno mostrato di essere alleati infidi, pronti a prendere e avari nel dare, sui quali non si può fare alcun affidamento, a causa del loro stesso elettorato, massimalista.
Tutto ciò non potrà che portare cambiamenti anche nella composizione delle correnti del PD, che se vuole stare al centro, coprendo l'ala sinistra, dovrà operare con molta accortezza quelle politiche popolari che tolgano ossigeno al populismo. Anche se, certi strati di popolazione che una volta il sindacato, con la sua forza, riusciva a spingere a sinistra, ora che il sindacato è debole, ritornano nel loro ambiente naturale di destra, e come negli USA votano per Trump, qui votano per Berlusconi e Salvini. Insomma, tutto è in movimento e la sinistra del PD, con la sola eccezione di Cuperlo, sta remando contro la possibilità di sconfiggere Renzi e Berlusconi, che assieme hanno comunque il 60% dei voti, e non sarà di certo per il SEL della Sgrena che si riuscirà a saldare la differenza.
Come con la Bicamerale, è la destra che lasciando il tavolo, causa il fallimento delle riforme, così pure questa volta: dovendole mandare avanti a maggioranza, si è finiti per essere soggetti al voto popolare che in tali vicende è sempre conservatore. Quando le riforme le fece Berlusconi, partì subito per fare una riforma presidenzialista che non poteva accogliere il consenso della sinistra, ed anche in quel caso il referendum bocciò tutto.
Purtroppo, in questo paese non c'è un Parlamento eletto democraticamente che possa raggiungere una maggioranza qualificata sulle modifiche costituzionali, perché i leghisti vogliono spaccare il paese, le destre vogliono un governo presidenziale, e le sinistre, aspirando ad un potere centrale democratico (fatta salva la legge elettorale Italicum, che era uscita fuori da questi canoni) non riescono ad imporsi. Il voto sulla Costituzione, poi, non è mai sui contenuti, ma sugli schieramenti, così che la sinistra, come il populismo e la destra, che si dividono in tre parti uguali l'elettorato, non hanno nei numeri la capacità di prevalere gli uni sugli altri, se non facendo coalizioni innaturali.
Il fatto che Bersani non abbia capito ciò, tradito dall'ansia di dare quel colpo che D'Alema aveva promesso a Renzi, non aiuta a rafforzare il Partito Democratico che è il solo movimento di sinistra che abbia i numeri per contendere il governo. SEL e IdV hanno mostrato di essere alleati infidi, pronti a prendere e avari nel dare, sui quali non si può fare alcun affidamento, a causa del loro stesso elettorato, massimalista.
Tutto ciò non potrà che portare cambiamenti anche nella composizione delle correnti del PD, che se vuole stare al centro, coprendo l'ala sinistra, dovrà operare con molta accortezza quelle politiche popolari che tolgano ossigeno al populismo. Anche se, certi strati di popolazione che una volta il sindacato, con la sua forza, riusciva a spingere a sinistra, ora che il sindacato è debole, ritornano nel loro ambiente naturale di destra, e come negli USA votano per Trump, qui votano per Berlusconi e Salvini. Insomma, tutto è in movimento e la sinistra del PD, con la sola eccezione di Cuperlo, sta remando contro la possibilità di sconfiggere Renzi e Berlusconi, che assieme hanno comunque il 60% dei voti, e non sarà di certo per il SEL della Sgrena che si riuscirà a saldare la differenza.
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Re: Il dibattito e le tensioni nel Partito Democratico
[...] Gli oltre tredici milioni di italiani che hanno votato Sì al cambiamento non possono naturalmente essere iscritti d’ufficio al Pd, ma rivolgono al Pd una richiesta precisa: quella di non abbandonare l’impegno per trasformare l’Italia in un Paese più aperto, più giusto e più innovativo. Una richiesta che non trova altri interlocutori possibili nella politica italiana di oggi e che il Pd ha il dovere di raccogliere. Perché una rapida ricognizione di cosa accade fuori dai nostri confini ci dice che le sinistre che scelgono di rifugiarsi nella difesa dell’esistente (come accade in Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania) finiscono rapidamente a pascolare i campi dell’irrilevanza.
Trovo interessante questo pezzo, ma anche il resto dell'articolo:
http://www.unita.tv/opinioni/il-cambiamento-riparte-dal-40/
Trovo interessante questo pezzo, ma anche il resto dell'articolo:
http://www.unita.tv/opinioni/il-cambiamento-riparte-dal-40/
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