La crisi umanitaria
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Re: La crisi umanitaria
Siamo ad una rapida escalation del conflitto, come se poi iraniani, russi e siriani non si debbano adeguare.
13/10/2015 03:35
Siria: NYT, Usa riforniscono i ribelli
3.35
Siria: NYT, Usa riforniscono i ribelli
Gli Stati Uniti starebbero fornendo ai
ribelli siriani anti-Assad numerosi
missili anticarro, forniture massicce
come mai accaduto finora. Lo riferisce
il NYT, citando alcuni capi dei gruppi
che combattono il regime di Damasco.
la fornitura di missili sarebbe ripresa
e si sarebbe intensificata rispetto al
passato dopo l'inizio dei raid russi in
Siria.
http://www.nytimes.com/2015/10/13/world/middleeast/syria-russia-airstrikes.html?hp&action=click&pgtype=Homepage&module=first-column-region®ion=top-news&WT.nav=top-news&_r=0
Ancora non si vedono truppe iraniane attive sul terreno, ma quello sarà il segnale preoccupante di uno scontro che potrà scappare di mano, dato che della partita vorrà far parte Israele, per far dimenticare la crisi in corso con i palestinesi. E allora riprenderanno a volare i missili, in tutte le direzioni. Credo che in questi giorni tutti stiano ammassando mezzi per quello che ritengono debba essere lo scontro finale.
In questa fase del conflitto, Isis sarà lasciata stare, dai russi perché non rappresenta una minaccia imminente per Assad, e da americani, inglesi e francesi, perché preferiranno non diminuire l'accerchiamento, con i nemici di Assad. Senza contare la Turchia che di Isis è la madre certa, come lo è l'Arabia per Al Qaeda e il padre, il Pachistan. Insomma, se lasciamo per un attimo da parte l'India, il conflitto può infiammarsi da Israele al Pachistan, passando per la Siria, l'Iraq, la Persia, e l'Afganistan. E se non sarà un conflitto veloce, come credo che non lo sarà, continuerà a produrre milioni di profughi, proprio quelli che continuiamo ad ospitare in Europa già da molti anni, senza sapere perché.
In Europa la linea dell'Italia e della Germania si sta differenziando da quella di Francia e Gran Bretagna, ciò che avrà delle conseguenze sul nostro piano continentale. Tutto perché il colonialismo e l'imperialismo di una parte dell'Europa è da secoli in conflitto con quello di un'altra parte. Queste guerre esterne infiammano proprio quelle ragioni che hanno portato ai conflitti in Europa, e che con la globalizzazione, da un secolo, ormai, si diffondono rapidamente a livello del pianeta. E l'arma nucleare è sempre la Golden Share che le super potenze hanno in mano,non per vincere, ma per sconfiggere l'avversario, in un conflitto letale senza vincitori. E mi domando perché. Per Assad che è cattivo? Non diciamo scemenze. E' l'animo umano che tocca la follia, senza avvedersene, spesso restandone folgorato.
13/10/2015 03:35
Siria: NYT, Usa riforniscono i ribelli
3.35
Siria: NYT, Usa riforniscono i ribelli
Gli Stati Uniti starebbero fornendo ai
ribelli siriani anti-Assad numerosi
missili anticarro, forniture massicce
come mai accaduto finora. Lo riferisce
il NYT, citando alcuni capi dei gruppi
che combattono il regime di Damasco.
la fornitura di missili sarebbe ripresa
e si sarebbe intensificata rispetto al
passato dopo l'inizio dei raid russi in
Siria.
http://www.nytimes.com/2015/10/13/world/middleeast/syria-russia-airstrikes.html?hp&action=click&pgtype=Homepage&module=first-column-region®ion=top-news&WT.nav=top-news&_r=0
Ancora non si vedono truppe iraniane attive sul terreno, ma quello sarà il segnale preoccupante di uno scontro che potrà scappare di mano, dato che della partita vorrà far parte Israele, per far dimenticare la crisi in corso con i palestinesi. E allora riprenderanno a volare i missili, in tutte le direzioni. Credo che in questi giorni tutti stiano ammassando mezzi per quello che ritengono debba essere lo scontro finale.
In questa fase del conflitto, Isis sarà lasciata stare, dai russi perché non rappresenta una minaccia imminente per Assad, e da americani, inglesi e francesi, perché preferiranno non diminuire l'accerchiamento, con i nemici di Assad. Senza contare la Turchia che di Isis è la madre certa, come lo è l'Arabia per Al Qaeda e il padre, il Pachistan. Insomma, se lasciamo per un attimo da parte l'India, il conflitto può infiammarsi da Israele al Pachistan, passando per la Siria, l'Iraq, la Persia, e l'Afganistan. E se non sarà un conflitto veloce, come credo che non lo sarà, continuerà a produrre milioni di profughi, proprio quelli che continuiamo ad ospitare in Europa già da molti anni, senza sapere perché.
In Europa la linea dell'Italia e della Germania si sta differenziando da quella di Francia e Gran Bretagna, ciò che avrà delle conseguenze sul nostro piano continentale. Tutto perché il colonialismo e l'imperialismo di una parte dell'Europa è da secoli in conflitto con quello di un'altra parte. Queste guerre esterne infiammano proprio quelle ragioni che hanno portato ai conflitti in Europa, e che con la globalizzazione, da un secolo, ormai, si diffondono rapidamente a livello del pianeta. E l'arma nucleare è sempre la Golden Share che le super potenze hanno in mano,non per vincere, ma per sconfiggere l'avversario, in un conflitto letale senza vincitori. E mi domando perché. Per Assad che è cattivo? Non diciamo scemenze. E' l'animo umano che tocca la follia, senza avvedersene, spesso restandone folgorato.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
I tedeschi si stanno sensibilizzando alle morti in mare, ma tra poco incominceranno a domandarsi, come noi, del perché. E quando capiranno le ragioni, che noi stessi stiamo intravvedendo, allora potrebbe cambiare, con la loro politica estera, la politica europea. Francesi, inglesi ed americani la devono smettere di impicciarsi degli affare delle altre nazioni, sempre con la speranza di essere loro a dire l'ultima parola. E devono imparare a frenare i moti bellicosi di quanti vogliano fare la guerra ai propri vicini. Per Israele discorso a parte. Loro nascono sulla collina della vergogna dei popoli europei che li hanno massacrati. La loro colpa è di aver fatto altrettanto con i palestinesi che sono i soli a poter rivendicare lo jus soli della Palestina. Quindi abbiano la compiacenza di chiedere scusa e risarcire il popolo palestinese in qualche modo e con la pace.
Ed ecco l'Europa! Finalmente liberata dai suoi mostri: razzismo, colonialismo ed imperialismo, che mette tutto il suo peso a pacificare il mediterraneo.
Ma forse è solo un sogno.
http://www.lastampa.it/2015/10/14/esteri/in-gommone-davanti-al-reichstag-cos-capite-il-dramma-dei-profughi-oIioE4d1PtuFij7mASjDPJ/pagina.html
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Poche parole, molto chiare:
http://video.repubblica.it/mondo/siria-il-patriarca-di-antiochia-la-russia-fa-bene-a-intervenire/213729/212901?ref=tbl
Molte parole, confuse:
http://www.repubblica.it/esteri/2015/10/14/news/siria_renzi_bombardamenti_non_risolvono_problema-125038247/?ref=HRER1-1
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Un commento interessante
http://video.corriere.it/come-scongiurare-guerra-siria/0a8e5308-709b-11e5-a92c-8007bcdc6c35
La parte debole è quella che si rifà alle ragioni, che quasi mancano, salvo a non rimescolarle con la primavera araba che con gli interessi degli USA, della Turchia e dell'Arabia Saudita non ha nulla da spartire. Se in Egitto c'è un governo militare è per le politiche statunitensi verso Mubarak ed il suo predecessore trattati col bastone e la carota (minacce e aiuti).
Assad è aggredito da miliziani armati e foraggiati da Statunitensi, turchi, sauditi e quatarini. Meglio definire quella che si dice primavera araba, primavera tunisina, l'unico paese sviluppato politicamente per aspirare ad una democrazia, insieme al Libano, all'Egitto e se ci fosse, la Palestina che però non sono stati abbastanza capaci di dare fiducia ai principi della laicità e della democrazia.
http://video.corriere.it/come-scongiurare-guerra-siria/0a8e5308-709b-11e5-a92c-8007bcdc6c35
La parte debole è quella che si rifà alle ragioni, che quasi mancano, salvo a non rimescolarle con la primavera araba che con gli interessi degli USA, della Turchia e dell'Arabia Saudita non ha nulla da spartire. Se in Egitto c'è un governo militare è per le politiche statunitensi verso Mubarak ed il suo predecessore trattati col bastone e la carota (minacce e aiuti).
Assad è aggredito da miliziani armati e foraggiati da Statunitensi, turchi, sauditi e quatarini. Meglio definire quella che si dice primavera araba, primavera tunisina, l'unico paese sviluppato politicamente per aspirare ad una democrazia, insieme al Libano, all'Egitto e se ci fosse, la Palestina che però non sono stati abbastanza capaci di dare fiducia ai principi della laicità e della democrazia.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Adesso arriva Babbo Natale!
14/10/2015 21:16
Kerry vuole vertice Netanyahu e Abbas
21.16
Kerry vuole vertice Netanyahu e Abbas
Il Segretario di Stato John Kerry sta
lavorando dietro le quinte per un ver-
tice ad Amman con il premier israeliano
Benyamin Netanyahu e il presidente pa-
lestinese Abu Mazen, con lo scopo di
metter fine alle violenze fra israelia-
ni e palestinesi.
La notizia è riferita dalla tv israe-
liana Canale 10. Kerry starebbe pensan-
do a incontri separati coi due leader
ad Amman, e starebbe facendo pressione
sul premier israeliano affinchè congeli
le colonie nei territori per consentire
le trattative tra le parti
Ma ti pare Kerry che Netanyahu voglia smettere di colonizzare Gerusalemme e la Cisgiordania?
A me non pare, e viene eletto dai suoi concittadini coloni, proprio per continuare a colonizzare la Palestina con i suoi Territori in Cisgiordania. Quindi, cosa vai a fare ad Amman, come pensi di convincere i palestinesi a stare buoni. E poi, non è mica Abu Mazen che spedisce i giovani palestinesi ad accoltellare giovani israeliani, semmai è Netanyahu che li porta all'esasperazione, vedendosi senza un futuro.
Consiglio a Kerry, se ha degli argomenti, di parlare solo con Netanyahu, altrimenti se ne stia a casa.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Non è che Amu Mazen dica chissà che, prigioniero com'è degli Israeliani, e senza contare che il suo predecessore è stato avvelenato proprio dagli israeliani.
14/10/2015 22:45
Abu Mazen: no cedimenti a Israele
22.45
Abu Mazen: no cedimenti a Israele
In un discorso alla televisione il pre-
sidente palestinese Abu Mazen ha affer-
mato di sostenere un movimento "popola-
re pacifico" contro Israele, di voler
"perseguire il lutto nazionale".
Il leader ha riaffermato "il diritto a
difendersi" dei palestinesi che hanno
bisogno di "una protezione internazio-
nale immediata". "Non cederemo alla lo-
gica della tirannia - ha detto Mazen -
alle politiche dell'occupazione e al-
l'aggressione".
Così che non può far altro che richiedere quell'aiuto di protezione che di fatto l'ONU gli nega per colpa degli americani in primo luogo. Quindi Kerry può già farsi il biglietto di ritorno, se va li con la borsa degli impegni veri (non quella delle carote), vuota.
Ha ragione nel dire che sono loro sotto aggressione, e due coltellate inferte da palestinesi sfiduciati, prima che adirati, non spostano il problema.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Questa notizia l'ho riportata nella discussione di Rossoverde sul governo, perché è anche una iniziativa del nostro governo che porta il Segretario Generale dell'ONU a parlare nel nostro Parlamento. E' anche una notizia correlata alla crisi umanitaria, ragion per cui la riporto anche qui.
[...]
Non è male come iniziativa. La considero buona sotto molti aspetti.
15/10/2015 12:26
Ban Ki-moon: tutti accolgano rifugiati
12.26
Ban Ki-moon: tutti accolgano rifugiati
Ban ki-moon lancia un appello parlando
davanti ai parlamentari italiani a Mon-
tecitorio: i leader libici "sostengano
il nostro sforzo" per raggiungere la
pace nel martoriato paese nord africano
Il segretario generale dell'Onu loda l'
Italia per il grandissimo sforzo per
accogliere i profughi in fuga dai paesi
sconvolti dalla guerra in Medio Oriente
e in Africa. Chiama all'impgno da parte
di tutti:"Il reinserimento dei rifugia-
ti è una responsabilità globale che de-
ve essere equamente suddivisa". Grandi
applausi al segretario dell'Onu.
Avanti così, come politica estera, e senza caccia bombardieri, ma con persone di buona volontà che vogliano sopire i conflitti, non accenderli per proprio tornaconto. Adesso dobbiamo coinvolgere di più la Germania, in una politica di pacificazione in Europa e in M.O. Di sicuro la Francia ci viene dietro, e che la GB vada all'inferno se vuole minare l'Europa per contro degli Stati Uniti, che non sono sempre di Obama, ma anche dei Nixon, dei Regan e dei Bush.
E' li che possiamo e dobbiamo intraprendere l'iniziativa, per mettere in riga l'Europa, e portarla su di una via che guardi di più ai nostri interessi e meno a quelli che fanno esclusivamente i loro. Anche la Mogherini, per il suo ruolo, può aiutare moltissimo una tale iniziativa. Di fatto svolge già un ruolo atipico rispetto al suo predecessore inglese, ora deve farlo con meno timidezze e più coraggio. In futuro, opportunità per svolte non saranno altrettanto favorevoli. La palla occorre prenderla al balzo e mai come in questo momento, i guerrafondai sono in difesa, o quanto meno incerti; negli USA l'incertezza dipenda da Obama, che in fondo non ama le guerre, ma è anche prigioniero di quei seicento miliardi di spese per l'apparato militare. Già con la Klinton, che vuole scimmiottare il marito in Iraq, vuole una no flay zone in Siria, che di sicuro con Putin al comando vuole anche dire infinite possibilità di scontri. Senza dire che la No-Fly zone sull'Iraq ha preparato il campo all'aggressione di Bush. Se Klinton avesse chiuso la partita con Saddam, senza colpo ferire, come ha fatto Obama con l'Ira, l'invasione non ci sarebbe stata ed oggi il panorama in M.O. sarebbe di sicuro migliore per chi ama la pace, e non dovremmo affrontare una crisi umanitaria delle dimensioni che stiamo conoscendo.
[...]
Non è male come iniziativa. La considero buona sotto molti aspetti.
15/10/2015 12:26
Ban Ki-moon: tutti accolgano rifugiati
12.26
Ban Ki-moon: tutti accolgano rifugiati
Ban ki-moon lancia un appello parlando
davanti ai parlamentari italiani a Mon-
tecitorio: i leader libici "sostengano
il nostro sforzo" per raggiungere la
pace nel martoriato paese nord africano
Il segretario generale dell'Onu loda l'
Italia per il grandissimo sforzo per
accogliere i profughi in fuga dai paesi
sconvolti dalla guerra in Medio Oriente
e in Africa. Chiama all'impgno da parte
di tutti:"Il reinserimento dei rifugia-
ti è una responsabilità globale che de-
ve essere equamente suddivisa". Grandi
applausi al segretario dell'Onu.
Avanti così, come politica estera, e senza caccia bombardieri, ma con persone di buona volontà che vogliano sopire i conflitti, non accenderli per proprio tornaconto. Adesso dobbiamo coinvolgere di più la Germania, in una politica di pacificazione in Europa e in M.O. Di sicuro la Francia ci viene dietro, e che la GB vada all'inferno se vuole minare l'Europa per contro degli Stati Uniti, che non sono sempre di Obama, ma anche dei Nixon, dei Regan e dei Bush.
E' li che possiamo e dobbiamo intraprendere l'iniziativa, per mettere in riga l'Europa, e portarla su di una via che guardi di più ai nostri interessi e meno a quelli che fanno esclusivamente i loro. Anche la Mogherini, per il suo ruolo, può aiutare moltissimo una tale iniziativa. Di fatto svolge già un ruolo atipico rispetto al suo predecessore inglese, ora deve farlo con meno timidezze e più coraggio. In futuro, opportunità per svolte non saranno altrettanto favorevoli. La palla occorre prenderla al balzo e mai come in questo momento, i guerrafondai sono in difesa, o quanto meno incerti; negli USA l'incertezza dipenda da Obama, che in fondo non ama le guerre, ma è anche prigioniero di quei seicento miliardi di spese per l'apparato militare. Già con la Klinton, che vuole scimmiottare il marito in Iraq, vuole una no flay zone in Siria, che di sicuro con Putin al comando vuole anche dire infinite possibilità di scontri. Senza dire che la No-Fly zone sull'Iraq ha preparato il campo all'aggressione di Bush. Se Klinton avesse chiuso la partita con Saddam, senza colpo ferire, come ha fatto Obama con l'Ira, l'invasione non ci sarebbe stata ed oggi il panorama in M.O. sarebbe di sicuro migliore per chi ama la pace, e non dovremmo affrontare una crisi umanitaria delle dimensioni che stiamo conoscendo.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Non è tanto, ma qualcosa anziché andare storto, sta andando dritto. Per fortuna Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno pochi interessi in Libia, e quindi non sono così virali come in tutte le parti del mondo dove si trovano a fare gli affari loro. Lo stereotipo delle Sette Sorelle non si riesce di toglierglielo dalla testa.
15/10/2015 17:28
Libia,Leon: Italia avrà un ruolo guida
17.28
Libia,Leon: Italia avrà un ruolo guida
L'Italia "dovrà avere un ruolo guida"
nella Comunità internazionale per fron-
teggiare le sfide come la crisi dei mi-
granti e le minacce che arrivano dalle
forze negative in Libia come quelle
dell'Isis.
Lo ha detto l'inviato speciale dell'O-
nu, Bernardino Leon,in conferenza stam-
pa a Palazzo Chigi con il ministro
Paolo Gentiloni. La missione di trova-
re un accordo fra le parti in Libia
"sarebbe stata impossibile" senza il
sostegno dell'Italia, ha puntualizzato
Leon .
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Re: La crisi umanitaria
Abu Mazen mi piace, anche per come parla ai giovani.
16/10/2015 11:50
Abu Mazen contro attacco Tomba Giuseppe
11.50
Abu Mazen contro attacco Tomba Giuseppe
Il presidente palestinese Abu Mazen ha
condannato l'attacco alla Tomba di Giu-
seppe condotto la notte scorsa da gio-
vani palestinesi, annunciando un'inda-
gine sull'accaduto.
Abu Mazen ha sottolineato "il rifiuto
assoluto di questi atti illegali, offe-
se - ha detto citato dalla Wafa - alla
nostra cultura, religione e morale".
Il più bravo ed il più colto dei coloni israeliani che vivono in Palestina, non gli fa un baffo. Altrimenti non starebbero li ad opprimere un intero popolo.
16/10/2015 11:50
Abu Mazen contro attacco Tomba Giuseppe
11.50
Abu Mazen contro attacco Tomba Giuseppe
Il presidente palestinese Abu Mazen ha
condannato l'attacco alla Tomba di Giu-
seppe condotto la notte scorsa da gio-
vani palestinesi, annunciando un'inda-
gine sull'accaduto.
Abu Mazen ha sottolineato "il rifiuto
assoluto di questi atti illegali, offe-
se - ha detto citato dalla Wafa - alla
nostra cultura, religione e morale".
Il più bravo ed il più colto dei coloni israeliani che vivono in Palestina, non gli fa un baffo. Altrimenti non starebbero li ad opprimere un intero popolo.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Da un po di giorni la stampa non parla di guerra in Siria. Perché mi domando, è forse scoppiata la pace?
No! Credo che le ragioni siano di tipo diverso. La stampa partecipa direttamente a quel conflitto, e nega le notizie che possano renderlo inaccettabile, oltre che non spiegabile secondo i loro interessi.
Quindi, per un po niente notizie dal fronte siriano, come se non stesse succedendo niente, poi, quando sarà il momento e si creeranno le condizioni per qualche salto qualitativo, ritorneranno a battere la gran cassa in una direzione o nell'altra, in funzione di ciò che gli stati avranno la necessità di comunicare. Ma non solo gli stati, anche quei gruppi di potere che travalicano gli stessi stati e che un tempo si chiamavano Gladio, ma oggi si può anche chiamare Corriere della Sera, Ansa, o chiunque altro apra e chiuda il rubinetto delle notizie.
E tra poco, appena sarà passato un sufficiente intervallo dai bombardamenti, ecco che si tornerà a parlare dei profughi, cercando di tenere in tutti i modi distanti e distinti questi due avvenimenti, la guerra e la crisi umanitaria.
Il quarto potere è più sporco degli altri. Talvolta, quello sporco è mimetico come le divise dei militari sul terreno.
No! Credo che le ragioni siano di tipo diverso. La stampa partecipa direttamente a quel conflitto, e nega le notizie che possano renderlo inaccettabile, oltre che non spiegabile secondo i loro interessi.
Quindi, per un po niente notizie dal fronte siriano, come se non stesse succedendo niente, poi, quando sarà il momento e si creeranno le condizioni per qualche salto qualitativo, ritorneranno a battere la gran cassa in una direzione o nell'altra, in funzione di ciò che gli stati avranno la necessità di comunicare. Ma non solo gli stati, anche quei gruppi di potere che travalicano gli stessi stati e che un tempo si chiamavano Gladio, ma oggi si può anche chiamare Corriere della Sera, Ansa, o chiunque altro apra e chiuda il rubinetto delle notizie.
E tra poco, appena sarà passato un sufficiente intervallo dai bombardamenti, ecco che si tornerà a parlare dei profughi, cercando di tenere in tutti i modi distanti e distinti questi due avvenimenti, la guerra e la crisi umanitaria.
Il quarto potere è più sporco degli altri. Talvolta, quello sporco è mimetico come le divise dei militari sul terreno.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Saltiamo la prima parte rivolta alla Corea del Nord, nella seconda, Obama, dice parole assennate, ma che non trovano riscontro negli interessi ebraici, protesi alla colonizzazione della Palestina.
16/10/2015 21:12
Obama:Corea del Nord è isolata
21.12
Obama:Corea del Nord è isolata
La Corea del Nord è un paese isolato.
Così Barack Obama nella conferenza con-
giunta dalla Casa Bianca con il presi-
dente della Corea del Sud, Park Geun-
hye. Esprime apprezzamento per come
Seul è riuscito a risolvere le tensio-
ni in passato. Park ha replicato che il
suo Paese è pronto a collaborare con
Pyongyang a una riunificazione pacifica
A Netanyahu e Abu Mazen:"Devono fermare
le violenze ora e provare a risolvere i
problemi":Poi:"Israele ha diritto a di-
fendersi,i palestinesi di poter seguire
le proprie legittime aspirazioni".
Ho molto rispetto per Obama, che capisco come abbia fatto il possibile, compatibilmente con il suo ruolo, per raffreddare un conflitto che non vuole spegnersi in tutta l'area. Ma la colonizzazione è inarrestabile, salvo che i palestinesi stessi trovino il modo di fermarla; e le guerre arabe di tutti contro tutti, sino a quando qualcuno non prevarrà, sono destinate a protrarsi nel tempo, almeno fino a quando l'Arabia Saudita e gli emirati del Golfo possano permettersi di pagare ingenti somme per un sacco di armi, o trovare decine di migliaia di mercenari disposti a combattere in nome di una superiorità araba che vede la sua sintesi nel califfato. Poi, appena alla Casa Bianca tornerà un Presidente eletto con i soldi dell'industria bellica, ecco che il suo paese ritornerà a fare politica muscolare forte del suo potere militare.
Tempi duri attendono il Mondo.
Ultime notizie dai fronti diplomatici e di guerra
http://www.lastampa.it/2015/10/16/esteri/renzi-valutiamo-se-restare-in-afghanistan-bwYr9DwTmmTNm3QbPznI3N/pagina.html
Molte sono solo chiacchiere.
16/10/2015 21:12
Obama:Corea del Nord è isolata
21.12
Obama:Corea del Nord è isolata
La Corea del Nord è un paese isolato.
Così Barack Obama nella conferenza con-
giunta dalla Casa Bianca con il presi-
dente della Corea del Sud, Park Geun-
hye. Esprime apprezzamento per come
Seul è riuscito a risolvere le tensio-
ni in passato. Park ha replicato che il
suo Paese è pronto a collaborare con
Pyongyang a una riunificazione pacifica
A Netanyahu e Abu Mazen:"Devono fermare
le violenze ora e provare a risolvere i
problemi":Poi:"Israele ha diritto a di-
fendersi,i palestinesi di poter seguire
le proprie legittime aspirazioni".
Ho molto rispetto per Obama, che capisco come abbia fatto il possibile, compatibilmente con il suo ruolo, per raffreddare un conflitto che non vuole spegnersi in tutta l'area. Ma la colonizzazione è inarrestabile, salvo che i palestinesi stessi trovino il modo di fermarla; e le guerre arabe di tutti contro tutti, sino a quando qualcuno non prevarrà, sono destinate a protrarsi nel tempo, almeno fino a quando l'Arabia Saudita e gli emirati del Golfo possano permettersi di pagare ingenti somme per un sacco di armi, o trovare decine di migliaia di mercenari disposti a combattere in nome di una superiorità araba che vede la sua sintesi nel califfato. Poi, appena alla Casa Bianca tornerà un Presidente eletto con i soldi dell'industria bellica, ecco che il suo paese ritornerà a fare politica muscolare forte del suo potere militare.
Tempi duri attendono il Mondo.
Ultime notizie dai fronti diplomatici e di guerra
http://www.lastampa.it/2015/10/16/esteri/renzi-valutiamo-se-restare-in-afghanistan-bwYr9DwTmmTNm3QbPznI3N/pagina.html
Molte sono solo chiacchiere.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Ramoscelli di ulivo e carote vengono anche da Putin, in un'area, l'Afganistan, finita a ferro e fuoco proprio per cacciare i russi da quel paese. I padri degli attuali terroristi erano quegli stessi ribelli che aprirono la guerra civile, addestrati, pagati e armati da Gran Bretagna e Stati Uniti, con la benedizione dell'Arabia Saudita. E ora, anche i figli, come i padri, si sono ribellati e mordono la mano di chi li ha cresciuti.
Per la verità, confondere i ribelli afgani con i Talebani è una di quelle storie semplificatrici dei giornali e dei giornalisti, propinateci apposta per non farci capire niente.
I ribelli afgani sono da sempre afgani. Già a quel tempo si unirono arabi provenienti dalla regione del Golfo Persico, che erano finanziati dai Sauditi ed appoggiati logisticamente dal Pakistan. I pachistani che si unirono ai ribelli afgani, dopo la loro presa del potere, erano i Talebani. Si voleva creare una nazione araba che andasse dal Marocco al Pakistan, ed i soldi non mancavano - grazie al petrolio - come non mancava la storia di un Impero che per mezzo millennio c'era stato davvero, anche se all'ultimo, fu scippato dai turchi.
Dopo il fatidico 11 settembre e la guerra americana in Afganistan che cacciò tutti quelli che governavano in quel momento in Afganistan: afgani, arabi e pachistani, questi si rifugiarono nelle zone di frontiera del Pakistan, e vi stettero per anni fino ad oggi.
E sono anni che i profughi afgani, aiutati dai pakistani cercano di rientrare in patria, ma gli americani hanno sempre impedito che il governo afgano, sostenuto da forze straniere, facesse veri accordi con loro. Così la guerra è andata avanti, si è incancrenita nelle forme via via più complesse che vanno da Al Qaeda a Isis, passando per la rabbia palestinese e le guerre di invasione dell'Iraq e della Siria, senza dimenticare gli sconvolgimenti in Libia, passati troppo sbrigativamente come primavera araba, vera solo in Tunisia, ma non certo in tutti gli altri paesi, attanagliati da problemi ben più gravi. Qui ho semplificato un po, ma non devo aver preso troppo lontano.
Giunti a questo punto ecco che il problema della riconciliazione nazionale, mancato quasi due lustri fa, adesso riemerge come un morto che vuole riprendersi il suo ruolo. Se l'attuale governo afgano, non fa accordi con i ribelli afgani che vogliono tornare a vivere in Afganistan, la guerra, alimentata dal Pakistan, durerà ancora a lungo e non finirà mai. Per chiudere la partita, occorre che facciano un governo di unità nazionale e che le truppe di occupazione straniere lascino l'Afganistan, e sarà quello che sarà. Le forme di governo spettano a loro ed alla loro cultura, non a noi che facciamo fatica a mantenere il nostro, la nostra democrazia, sempre in preda a sussulti, scrivi nichilisti, e leggi Grillo, scrivi semi dittatoriali (anche se da burlesque) e leggi Berlusconi.
e veniamo alla notizia:
17/10/2015 02:42
Putin: frenare terrore in Asia centrale
2.42
Putin: frenare terrore in Asia centrale
L'Afghanistan è davvero in una situa-
zione "quasi critica", denuncia il pre-
sidente russo Vladimir Putin.
E il giorno dopo che Barack Obama ha
confermato il mantenimento di una pre-
senza militare significativa degli Usa
nel Paese, sollecita la creazione di u-
na forza di confine congiunta, con an-
che i Paesi della Comunità degli Stati
indipendenti, che costituisca "una bar-
riera sicura sui confini esterni" di
questo blocco. Occorre impedire "l'e-
spansione del terrorismo in Asia cen-
trale".
Perché oggi siamo a questo colpo di coda: l'espansione del terrorismo nell'Asia Centrale. E non lo si frena solo applicando la ricetta del terrore, ma anche la trattativa, non con i terroristi, ma con la Siria, in Afganistan per ripulire i serbatoi che danno l'infezione. Solo avendo sistemato quelle realtà allora si potrà prendere individuo per individuo, organizzazione per organizzazione e chiudere con loro la partita.
Per la verità, confondere i ribelli afgani con i Talebani è una di quelle storie semplificatrici dei giornali e dei giornalisti, propinateci apposta per non farci capire niente.
I ribelli afgani sono da sempre afgani. Già a quel tempo si unirono arabi provenienti dalla regione del Golfo Persico, che erano finanziati dai Sauditi ed appoggiati logisticamente dal Pakistan. I pachistani che si unirono ai ribelli afgani, dopo la loro presa del potere, erano i Talebani. Si voleva creare una nazione araba che andasse dal Marocco al Pakistan, ed i soldi non mancavano - grazie al petrolio - come non mancava la storia di un Impero che per mezzo millennio c'era stato davvero, anche se all'ultimo, fu scippato dai turchi.
Dopo il fatidico 11 settembre e la guerra americana in Afganistan che cacciò tutti quelli che governavano in quel momento in Afganistan: afgani, arabi e pachistani, questi si rifugiarono nelle zone di frontiera del Pakistan, e vi stettero per anni fino ad oggi.
E sono anni che i profughi afgani, aiutati dai pakistani cercano di rientrare in patria, ma gli americani hanno sempre impedito che il governo afgano, sostenuto da forze straniere, facesse veri accordi con loro. Così la guerra è andata avanti, si è incancrenita nelle forme via via più complesse che vanno da Al Qaeda a Isis, passando per la rabbia palestinese e le guerre di invasione dell'Iraq e della Siria, senza dimenticare gli sconvolgimenti in Libia, passati troppo sbrigativamente come primavera araba, vera solo in Tunisia, ma non certo in tutti gli altri paesi, attanagliati da problemi ben più gravi. Qui ho semplificato un po, ma non devo aver preso troppo lontano.
Giunti a questo punto ecco che il problema della riconciliazione nazionale, mancato quasi due lustri fa, adesso riemerge come un morto che vuole riprendersi il suo ruolo. Se l'attuale governo afgano, non fa accordi con i ribelli afgani che vogliono tornare a vivere in Afganistan, la guerra, alimentata dal Pakistan, durerà ancora a lungo e non finirà mai. Per chiudere la partita, occorre che facciano un governo di unità nazionale e che le truppe di occupazione straniere lascino l'Afganistan, e sarà quello che sarà. Le forme di governo spettano a loro ed alla loro cultura, non a noi che facciamo fatica a mantenere il nostro, la nostra democrazia, sempre in preda a sussulti, scrivi nichilisti, e leggi Grillo, scrivi semi dittatoriali (anche se da burlesque) e leggi Berlusconi.
e veniamo alla notizia:
17/10/2015 02:42
Putin: frenare terrore in Asia centrale
2.42
Putin: frenare terrore in Asia centrale
L'Afghanistan è davvero in una situa-
zione "quasi critica", denuncia il pre-
sidente russo Vladimir Putin.
E il giorno dopo che Barack Obama ha
confermato il mantenimento di una pre-
senza militare significativa degli Usa
nel Paese, sollecita la creazione di u-
na forza di confine congiunta, con an-
che i Paesi della Comunità degli Stati
indipendenti, che costituisca "una bar-
riera sicura sui confini esterni" di
questo blocco. Occorre impedire "l'e-
spansione del terrorismo in Asia cen-
trale".
Perché oggi siamo a questo colpo di coda: l'espansione del terrorismo nell'Asia Centrale. E non lo si frena solo applicando la ricetta del terrore, ma anche la trattativa, non con i terroristi, ma con la Siria, in Afganistan per ripulire i serbatoi che danno l'infezione. Solo avendo sistemato quelle realtà allora si potrà prendere individuo per individuo, organizzazione per organizzazione e chiudere con loro la partita.
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Re: La crisi umanitaria
7/10/2015 15:55
Italia-Usa, Kerry: "Mai così vicini"
15.55
Italia-Usa, Kerry: "Mai così vicini"
"Il rapporto tra Italia e Usa non è mai
stato così forte".Così il segretario di
Stato degli Stati Uniti, Kerry, nel suo
intervento l all'Expo di Milano.
"Lavoreremo insieme perchè tutti possa-
no vivere una vita migliore". "Dobbiamo
costruire una sicurezza fisica, econo-
mica, globale, so che tutti lavoreremo
per portarla avanti". "La crisi in Si-
ria è dovuta a un feroce dittatore, che
ha torturato, ucciso e usato gas contro
il suo popolo"."Priorità è accordo sul
clima".Poi loda l'eccellenza italiana:
"Che meraviglia la pizza,complimenti!".
E' la guerra civile la causa di quel disastro umanitario. Quando negli Stati Uniti c'era la guerra civile è successo di tutto e di peggio, tanto da non invidiare quello che sta succedendo in Siria. Sono gli stessi Stati Uniti che dichiarano di aver armato i combattenti di quella guerra civile. Cosa pretendono da una guerra, oltre alla vittoria, che sia anche dolce e spensierata? E chi sono loro per pretenderlo, se hanno gettato, non una, ma due bombe nucleari su due città del Giappone, o se La Serbia e l'Iraq sono ancora pieni di bombe a grappolo che continuano ancora a esplodere, per non parlare dell'uranio impoverito, che anziché portarlo in discarica speciale è stato armato sui proiettili che hanno irrorato la Jugoslavia e l'Iraq.
Quando Kerry dice quelle stupidagini, sorridendo, occorre ricordargli quelle cose, e sottolineare che noi in Iraq, o in Afanistan o in Libano non ci siamo per le stesse ragioni loro. Ci siamo per cercare in qualche modo di porre rimedio proprio ai disastri fatti da loro. Sia Gentiloni a dagli una pacca sulle spalle, non stia li a farsela dare.
E Kerry e Obama sono tutta un'altra cosa da quei criminali assatanati dei Bush, anche loro alti responsabile della politica Americana che ha avvelenato il mondo, ma sono pur sempre esponenti di rilievo di un paese che crea più problemi al mondo di quanti ne risolva. Gentiloni non lo dimentichi!
Italia-Usa, Kerry: "Mai così vicini"
15.55
Italia-Usa, Kerry: "Mai così vicini"
"Il rapporto tra Italia e Usa non è mai
stato così forte".Così il segretario di
Stato degli Stati Uniti, Kerry, nel suo
intervento l all'Expo di Milano.
"Lavoreremo insieme perchè tutti possa-
no vivere una vita migliore". "Dobbiamo
costruire una sicurezza fisica, econo-
mica, globale, so che tutti lavoreremo
per portarla avanti". "La crisi in Si-
ria è dovuta a un feroce dittatore, che
ha torturato, ucciso e usato gas contro
il suo popolo"."Priorità è accordo sul
clima".Poi loda l'eccellenza italiana:
"Che meraviglia la pizza,complimenti!".
E' la guerra civile la causa di quel disastro umanitario. Quando negli Stati Uniti c'era la guerra civile è successo di tutto e di peggio, tanto da non invidiare quello che sta succedendo in Siria. Sono gli stessi Stati Uniti che dichiarano di aver armato i combattenti di quella guerra civile. Cosa pretendono da una guerra, oltre alla vittoria, che sia anche dolce e spensierata? E chi sono loro per pretenderlo, se hanno gettato, non una, ma due bombe nucleari su due città del Giappone, o se La Serbia e l'Iraq sono ancora pieni di bombe a grappolo che continuano ancora a esplodere, per non parlare dell'uranio impoverito, che anziché portarlo in discarica speciale è stato armato sui proiettili che hanno irrorato la Jugoslavia e l'Iraq.
Quando Kerry dice quelle stupidagini, sorridendo, occorre ricordargli quelle cose, e sottolineare che noi in Iraq, o in Afanistan o in Libano non ci siamo per le stesse ragioni loro. Ci siamo per cercare in qualche modo di porre rimedio proprio ai disastri fatti da loro. Sia Gentiloni a dagli una pacca sulle spalle, non stia li a farsela dare.
E Kerry e Obama sono tutta un'altra cosa da quei criminali assatanati dei Bush, anche loro alti responsabile della politica Americana che ha avvelenato il mondo, ma sono pur sempre esponenti di rilievo di un paese che crea più problemi al mondo di quanti ne risolva. Gentiloni non lo dimentichi!
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Re: La crisi umanitaria
Wikipedia sta diventando una miniera di ricordi e ragionamenti assennati sentite cosa scrive qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_siriana
«A causa della posizione strategica della Siria, i suoi legami internazionali e del perdurare della guerra civile, la crisi ha coinvolto i paesi confinanti e l'intera comunità internazionale. Gli organi dirigenti del Partito Ba'th e lo stesso presidente appartengono alla comunità religiosa alawita, una branca dello sciismo che è tuttavia minoritaria in Siria. Per questo motivo, le nazioni a maggioranza sciita sono intervenute a protezione del governo siriano. Sia l'Iran che l'Iraq cercano di mantenere un governo alleato che permette di creare una macroregione che arrivi fino al Libano. Sia combattenti iracheni che iraniani sono presenti a fianco dell'esercito regolare[51][52][53]. Il fronte dei ribelli è invece stato sostenuto dalla Turchia[54] e soprattutto dai Paesi sunniti del Golfo, in particolare Arabia Saudita e Qatar che mirano a contrastare la presenza sciita in Medio Oriente[55][56][57][58]. In ambito ONU si è verificata una profonda spaccatura tra Stati Uniti, Francia e Regno Unito che hanno espresso sostegno ai ribelli[59][60] e Cina e Russia che invece sostengono il governo siriano sia in ambito diplomatico che militare[61][62][63]»
Una guerra così in M.O. ricorda le guerre europee che si sono sopite con l'unificazione dell'Europa. Dovremmo aiutarli a risolvere i conflitti, piuttosto che aiutarli a combatterli. In aggiunta si somma la componente ideologico-religiosa, che aggrava tutte le ragioni ed i rapporti generanti il conflitto, e che dovrebbe essere rimossa, se si vuole giungere a qualche forma di accordo. Ma il nostro ruolo è condizionato dalla politica degli USA che hanno fatto della difesa dell'Arabia Saudita, la difesa dei loro interessi nazionali, da Carter a Bush ed ora Obama. Dovremmo dare un taglio con quell'appiattimento sulla politica USA che non sempre porta alla pace, e troppo spesso ai conflitti. Anzi, dobbiamo agire sugli Stati Uniti perché cambi politica, e l'Europa può farcela, anche senza la Gran Bretagna, che di fatto ha scelto gli Stati Uniti come nazione guida, e non l'Europa. La pace in M.O. non arriverà con la sconfitta dell'Iraq, dell'Iran e della Siria, perché una simile prospettiva non farà che riaprire e perpetuare il conflitto, ma passa attraverso una cessione di sovranità di quegli stati verso una struttura politica che assomigli più all'Europa che alla Lega araba. E non dovrebbe essere tanto difficile poiché spesso dico che l'Europa sembra la Lega Araba, viste le forze nazionaliste che vi sono al suo interno. Eppure, in qualche modo si riesce a farle convivere senza guerre economiche o rivendicazioni di confini. Insomma, da questa crisi non se ne esce cacciando Assad, ma portando il livello della politica ad un livello così alto che gli scontri che ci sono oggi sul campo, diventino sciocchezze, stupidaggini. Perché una cosa così facile non la capiscono! A quel punto e solo a quel punto, governi come quelli di Assad (che non è di certo il solo governo con quelle caratteristiche) diverranno anacronistici e se ne andranno silenziosamente da soli. Spesso le chiusure interne nascono dai pericoli esterni. Rimossi i pericoli esterni anche all'interno degli stati fioriscono gli spazi di libertà. E' la paura del conflitto che fa nascere le dittature, e le dittature si mantengono proprio con il conflitto, anche se non sembra. Un esempio è la Turchia. Vi pare un governo democratico quello? Eppure ne ha la forma istituzionale, ma non basta, dato che occorrono anche contenuti che li decisamente mancano. I conflitti spesso favoriscono forme di governo autoritarie e quando queste sono espressione di oligarchie più o meno nascoste, allora queste alimentano il conflitto proprio allo scopo di mantenere un potere illegittimo. Forse, la Primavera Araba era un rifiorire di idee sulla libertà e sulla pace che è stata bloccata dalla gelata che questa guerra sta producendo con i suoi fanatismi religiosi che ne sono solo la bandiera, ma la sostanza sta nel potere delle famiglie che contano e che posseggono grandi imperi in quella disgraziata, seppur ricca parte del mondo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_siriana
«A causa della posizione strategica della Siria, i suoi legami internazionali e del perdurare della guerra civile, la crisi ha coinvolto i paesi confinanti e l'intera comunità internazionale. Gli organi dirigenti del Partito Ba'th e lo stesso presidente appartengono alla comunità religiosa alawita, una branca dello sciismo che è tuttavia minoritaria in Siria. Per questo motivo, le nazioni a maggioranza sciita sono intervenute a protezione del governo siriano. Sia l'Iran che l'Iraq cercano di mantenere un governo alleato che permette di creare una macroregione che arrivi fino al Libano. Sia combattenti iracheni che iraniani sono presenti a fianco dell'esercito regolare[51][52][53]. Il fronte dei ribelli è invece stato sostenuto dalla Turchia[54] e soprattutto dai Paesi sunniti del Golfo, in particolare Arabia Saudita e Qatar che mirano a contrastare la presenza sciita in Medio Oriente[55][56][57][58]. In ambito ONU si è verificata una profonda spaccatura tra Stati Uniti, Francia e Regno Unito che hanno espresso sostegno ai ribelli[59][60] e Cina e Russia che invece sostengono il governo siriano sia in ambito diplomatico che militare[61][62][63]»
Una guerra così in M.O. ricorda le guerre europee che si sono sopite con l'unificazione dell'Europa. Dovremmo aiutarli a risolvere i conflitti, piuttosto che aiutarli a combatterli. In aggiunta si somma la componente ideologico-religiosa, che aggrava tutte le ragioni ed i rapporti generanti il conflitto, e che dovrebbe essere rimossa, se si vuole giungere a qualche forma di accordo. Ma il nostro ruolo è condizionato dalla politica degli USA che hanno fatto della difesa dell'Arabia Saudita, la difesa dei loro interessi nazionali, da Carter a Bush ed ora Obama. Dovremmo dare un taglio con quell'appiattimento sulla politica USA che non sempre porta alla pace, e troppo spesso ai conflitti. Anzi, dobbiamo agire sugli Stati Uniti perché cambi politica, e l'Europa può farcela, anche senza la Gran Bretagna, che di fatto ha scelto gli Stati Uniti come nazione guida, e non l'Europa. La pace in M.O. non arriverà con la sconfitta dell'Iraq, dell'Iran e della Siria, perché una simile prospettiva non farà che riaprire e perpetuare il conflitto, ma passa attraverso una cessione di sovranità di quegli stati verso una struttura politica che assomigli più all'Europa che alla Lega araba. E non dovrebbe essere tanto difficile poiché spesso dico che l'Europa sembra la Lega Araba, viste le forze nazionaliste che vi sono al suo interno. Eppure, in qualche modo si riesce a farle convivere senza guerre economiche o rivendicazioni di confini. Insomma, da questa crisi non se ne esce cacciando Assad, ma portando il livello della politica ad un livello così alto che gli scontri che ci sono oggi sul campo, diventino sciocchezze, stupidaggini. Perché una cosa così facile non la capiscono! A quel punto e solo a quel punto, governi come quelli di Assad (che non è di certo il solo governo con quelle caratteristiche) diverranno anacronistici e se ne andranno silenziosamente da soli. Spesso le chiusure interne nascono dai pericoli esterni. Rimossi i pericoli esterni anche all'interno degli stati fioriscono gli spazi di libertà. E' la paura del conflitto che fa nascere le dittature, e le dittature si mantengono proprio con il conflitto, anche se non sembra. Un esempio è la Turchia. Vi pare un governo democratico quello? Eppure ne ha la forma istituzionale, ma non basta, dato che occorrono anche contenuti che li decisamente mancano. I conflitti spesso favoriscono forme di governo autoritarie e quando queste sono espressione di oligarchie più o meno nascoste, allora queste alimentano il conflitto proprio allo scopo di mantenere un potere illegittimo. Forse, la Primavera Araba era un rifiorire di idee sulla libertà e sulla pace che è stata bloccata dalla gelata che questa guerra sta producendo con i suoi fanatismi religiosi che ne sono solo la bandiera, ma la sostanza sta nel potere delle famiglie che contano e che posseggono grandi imperi in quella disgraziata, seppur ricca parte del mondo.
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Re: La crisi umanitaria
18/10/2015 20:04
Tv Israele:attentato,morto israeliano
20.04
Tv Israele:attentato,morto israeliano
Uno degli israeliani feriti nell'atten-
tato palestinese di Beersheva (Neghev)
è morto in un ospedale cittadino, se-
condo la televisione commerciale Canale
2. Finora non c'è conferma ufficiale.
Nella sparatoria nel sud di Israele a
una fermata di autobus la polizia ha
ucciso il terrorista autore dell'attac-
co. 5 le persone ferite, 3 gravi tra
cui la vittima. Sono 17 giorni che van-
no avanti gli scontri e gli attacchi in
cui sono morti 7 israeliani e 42 pale-
stinesi.
Non so dare torto ai palestinesi che pur di voler affermare la loro non domesticabilità, come vorrebbero i coloni israeliani, preferiscono morire con un coltello in mano. Se qualcuno pensasse di mettermi il guinzaglio alla gola, come fanno gli israeliani in Palestina, lo farei io stesso. Voglio essere libero o non essere. «48 morti contro sette», chi lo fa sa che si tratta di un suicidio, ma meglio morire ribellandosi ai padroni che vivere schiavi. In ciò sta la grandezza di quello sfortunato popolo che paga colpe non sue, con molta più dignità di chi in Europa, anche oggi, gira la testa da un'altra parte, come del resto ha fatto in altri tempi, con altre vittime.
In compenso deve essere scoppiata la pace in Siria. I giornali non ne parlano. Sono i militari che vogliono tenere sotto silenzio quel massacro. Da noi, di nascosto arrivano solo dei profughi, di cui non sappiamo il perché.
La stampa è proprio il quarto potere, ma noi siamo liberi solo di leggerla.
Ecco il bello di un blog in cui si scrive!
Tv Israele:attentato,morto israeliano
20.04
Tv Israele:attentato,morto israeliano
Uno degli israeliani feriti nell'atten-
tato palestinese di Beersheva (Neghev)
è morto in un ospedale cittadino, se-
condo la televisione commerciale Canale
2. Finora non c'è conferma ufficiale.
Nella sparatoria nel sud di Israele a
una fermata di autobus la polizia ha
ucciso il terrorista autore dell'attac-
co. 5 le persone ferite, 3 gravi tra
cui la vittima. Sono 17 giorni che van-
no avanti gli scontri e gli attacchi in
cui sono morti 7 israeliani e 42 pale-
stinesi.
Non so dare torto ai palestinesi che pur di voler affermare la loro non domesticabilità, come vorrebbero i coloni israeliani, preferiscono morire con un coltello in mano. Se qualcuno pensasse di mettermi il guinzaglio alla gola, come fanno gli israeliani in Palestina, lo farei io stesso. Voglio essere libero o non essere. «48 morti contro sette», chi lo fa sa che si tratta di un suicidio, ma meglio morire ribellandosi ai padroni che vivere schiavi. In ciò sta la grandezza di quello sfortunato popolo che paga colpe non sue, con molta più dignità di chi in Europa, anche oggi, gira la testa da un'altra parte, come del resto ha fatto in altri tempi, con altre vittime.
In compenso deve essere scoppiata la pace in Siria. I giornali non ne parlano. Sono i militari che vogliono tenere sotto silenzio quel massacro. Da noi, di nascosto arrivano solo dei profughi, di cui non sappiamo il perché.
La stampa è proprio il quarto potere, ma noi siamo liberi solo di leggerla.
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Re: La crisi umanitaria
Peccato che Obama non possa fare quello che vuole...
18/10/2015 20:55
Obama dà mandato per stop sanzioni Iran
20.55
Obama dà mandato per stop sanzioni Iran
Il presidente americano Barack Obama ha
formalmente dato mandato alla sua ammi-
nistrazione di preparare la sospensione
delle sanzioni contro l'Iran in virtù
dell'accordo sul nucleare del 14 luglio
"E' un'importante pietra miliare", ha
detto Obama, "un giorno importante per
il cammino che porta a prevenire l'Iran
dal realizzare armi nucleari, assicu-
rando che il loro programma nucleare
pacifico vada avanti". L'"adoption
day", rispettato dagli Usa, arriva dopo
90 giorni dal via libera del Consiglio
di Sicurezza Onu all'accordo di luglio.
Senza di lui quell'accordo non ci sarebbe stato. Avrebbe dovuto chiudere la collaborazione con l'Arabia Saudita. A quel punto neppure la Turchia si sarebbe messa in mezzo, non avendo l'ombrello statunitense per garanzia. E così anche la vicenda siriana avrebbe preso un'altra piega.
Questa sua incapacità-impossibilità ad agire per la pace, finiremo per pagarla tutti.
18/10/2015 20:55
Obama dà mandato per stop sanzioni Iran
20.55
Obama dà mandato per stop sanzioni Iran
Il presidente americano Barack Obama ha
formalmente dato mandato alla sua ammi-
nistrazione di preparare la sospensione
delle sanzioni contro l'Iran in virtù
dell'accordo sul nucleare del 14 luglio
"E' un'importante pietra miliare", ha
detto Obama, "un giorno importante per
il cammino che porta a prevenire l'Iran
dal realizzare armi nucleari, assicu-
rando che il loro programma nucleare
pacifico vada avanti". L'"adoption
day", rispettato dagli Usa, arriva dopo
90 giorni dal via libera del Consiglio
di Sicurezza Onu all'accordo di luglio.
Senza di lui quell'accordo non ci sarebbe stato. Avrebbe dovuto chiudere la collaborazione con l'Arabia Saudita. A quel punto neppure la Turchia si sarebbe messa in mezzo, non avendo l'ombrello statunitense per garanzia. E così anche la vicenda siriana avrebbe preso un'altra piega.
Questa sua incapacità-impossibilità ad agire per la pace, finiremo per pagarla tutti.
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Re: La crisi umanitaria
19/10/2015 09:17
Russia-Iran, manovre navali Mar Caspio
9.17
Russia-Iran, manovre navali Mar Caspio
Tre navi militari iraniane lanciamissi-
li sono salpate alla vola di Astrakhan,
in Russia, per partecipare a manovre
congiunte russo-iraniane in Mar Caspio.
Lo riferisce Interfax,citanto l'agenzia
iraniana Fars.
Lo scorso 7 ottobre Mosca aveva annun-
ciato di aver colpito obiettivi dell'
Isis in Siria con 4 navi lanciamissili
della flotta del Mar Caspio a una
distanza di circa 1.500 km.
Per la Russia dice poco, ma per l'Iran, queste manovre sono il segno di una vera alleanza, in previsione del peggio. L'Arabia Saudita e stati del Golfo combattono l'egemonia sciita che si è costruita tra Iran, Iraq e Siria, e quindi, approfittando delle difficoltà di questi tre paesi, hanno tentato di dare il colpo di grazia alla Siria, con l'aiuto degli Stati Uniti. Gli è andata male. Pensavano di farlo a poco prezzo, adesso, in queste condizioni, quegli stati sono sulla difensiva, visto che gli si sta guastando il giochino dell'Isis. Una specie di spauracchio per occidentali che vengono svegliati dalla stampa per qualche decapitazione, e poi lasciati dormire per mesi.
Il fatto che Obama faccia di tutto per chiudere la questione con l'Iran, rispettando gli accordi sul nucleare, deve procurare qualche mal di testa a stati che pensavano di avere la vittoria in pugno. Poiché però si sentono abbastanza forti per la presenza nella coalizione, della Turchia, può anche darsi che insistano nel tentare di vincere quel conflitto, ormai perso per l'intervento dell'aviazione russa proprio contro i loro uomini, in gran parte, finti guerriglieri siriani.
Se si considera che proprio un alleato scomodo dell'Arabia Saudita, è sotto scacco per le continue uccisioni di israeliani e palestinesi, il quadro per alcuni versi si complica, ma per altri potrebbe anche semplificarsi, se i riflettori del mondo fossero puntati su quella vicenda. I sauditi vivono la contraddizione che vede un loro alleato nella guerra contro gli sciiti, Israele, che tiene sotto il tallone di ferro, i palestinesi, che con questa intifada suicida mostrano al mondo tutto il loro dolore. Non si danno fuoco perché non è nella loro cultura, non si fanno ancora esplodere perché non sono ancora permeati di quel fanatismo religioso che per ora condiziona soltanto Hamas e i sauditi-sunniti, ma hanno trovato che un modo onorevole di morire, per sfuggire alla schiavitù, sia almeno quello di accoltellare chi li voglia sottomettere al loro potere.
Insomma, la crisi umanitaria resta nascosta tra le pieghe di questo conflitto tenuto sotto tono dalla stampa, ma che crea quei flussi migratori, per la disperazione di una vita, che non vuole riprendere ad essere, se non felicità, almeno normalità.
Credo che queste cose Obama le abbia capite, e che faccia di tutto per disimpegnarsi da quella faida politico-religiosa, che non ha niente a che vedere n'è col petrolio, né con la democrazia. Purtroppo ci sono quei seicento miliardi di dollari per armamenti, che danno lavoro e benessere al suo paese. E questo per lui e la sua politica è un gran freno. I buoni e simpatici americani diventano dei cobra velenosi se li si tocca nel portafoglio, piuttosto spaccano il Mondo. E loro possono farlo davvero, anche se ve ne sono altri, che nel loro piccolo, per puro orgoglio possono tenergli testa, per garantire che quella distruzione sia certa ed avvenga davvero. La follia nucleare non è mai scomparsa, e gli arsenali non solo si sono ingrossati, ma le armi atomiche si sono diffuse in molti paesi, da Israele alla Corea del Nord, senza dire della Cina e della Russia. E vi sono altre aree di crisi come tra India e Pachistan, entrambi dotati di arsenali nucleari. Siamo su una polveriera atomica, e dovremmo fare la politica muscolare con molta attenzione, ma pare che questo concetto sfugga alle opinioni pubbliche di molti paesi, grazie a quel quarto potere che balla, come gli All Blacks, sul ciglio del burrone.
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Re: La crisi umanitaria
Al contrario degli occidentali, i russi danno molte notizie sui loro bombardamenti. In una notizia del 18 Ottobre, interfax scrive: Aerei russi al giorno inflitto 60 colpi a 51 impianto IG in Siria.
Secondo il ministero della Difesa russo, in particolare, distrutto diversi posti di comando e depositi di munizioni dei militanti [traduzione di Google]
Sempre dello stesso giorno, l'altra notizia è:
Ministero della Difesa russo ha riferito la diserzione di massa tra i combattenti siriani
Secondo le autorità militari, a causa di questo, gli islamisti effettuato mobilitazione forzata a 14 anni.
49 Obiettivi bombardati il 17...
Sempre traduzioni di google:
https://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=1&hl=it&prev=search&rurl=translate.google.it&sl=ru&u=http://www.interfax.ru/world/474013&usg=ALkJrhiSl1UR_L6luEjvJsNb09aqSvR-Xg
https://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=1&hl=it&prev=search&rurl=translate.google.it&sl=ru&u=http://www.interfax.ru/world/474010&usg=ALkJrhjOMDEnEW1VzByJ5tEo1XR-ZnEdjQ
Queste notizie per un certo verso mi tranquillizzano. Mostrano che gli USA possano voler tenere sotto tono questo conflitto, perché probabilmente non hanno intenzione di combatterlo ad ogni prezzo. E se i russi (degli iraniani in Siria non se ne parla molto e solo per dire che ci sono) riescono a scaricare la tensione a Damasco, può essere che la situazione si stabilizzi per un lungo periodo, e che turchi e sauditi si rassegnino a tentare il colpo per un'altra volta. Certo, non sarà la pace, ma almeno una tregua, anche se armata. L'ideale sarebbe che in quei territori si tornasse almeno a vivere.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
A rovistare tra la stampa, si trovano le cose, specie se si fanno le controprove leggendo quelli che "i nostri", definiscono "i nemici"-
Nel giornale Iran Italian:
http://italian.irib.ir/analisi/commenti/item/201232-yemen-i-crimini-dell%E2%80%99arabia-saudita
Trovo proprio una frase che ho scritto (solo la prima parte) già dall'inizio di questa rassegna, forse un mese fa, e che spesso vado ripetendo:
Mentre la comunità internazionale discute sulle migliori soluzioni possibili da adottare in Siria, paese martoriato da 4 anni da una durissima guerra civile, il cui destino, soltanto adesso che migliaia di profughi stanno arrivando alle porte dell’Europa, si capisce che è strettamente legato al nostro, in Yemen, una vera e propria strage di civili è in atto da relativamente poco tempo, da marzo scorso.
Qui vi è l'aggiunta della notizia sullo Yemen, che i nostri media tirano in ballo solo saltuariamente, come cosa di scarso rilievo. E invece è un'altra guerra dell'Arabia Saudita che pare veramente sentirsi come ai tempi di Maometto: allora, prima conquistarono l'Iraq, poi la Persia, e subito dopo tutto il resto, approfittando dello sfacelo che vi era anche allora in quelle regioni. Oggi l'Iran è salvo per miracolo, e dico grazie a Obama (ma anche a Putin) se non è stato bombardato e messo in ginocchio, per Israele e i sauditi, che se ne devono fare una ragione. La trippa per gatti sta finendo!
Nel giornale Iran Italian:
http://italian.irib.ir/analisi/commenti/item/201232-yemen-i-crimini-dell%E2%80%99arabia-saudita
Trovo proprio una frase che ho scritto (solo la prima parte) già dall'inizio di questa rassegna, forse un mese fa, e che spesso vado ripetendo:
Mentre la comunità internazionale discute sulle migliori soluzioni possibili da adottare in Siria, paese martoriato da 4 anni da una durissima guerra civile, il cui destino, soltanto adesso che migliaia di profughi stanno arrivando alle porte dell’Europa, si capisce che è strettamente legato al nostro, in Yemen, una vera e propria strage di civili è in atto da relativamente poco tempo, da marzo scorso.
Qui vi è l'aggiunta della notizia sullo Yemen, che i nostri media tirano in ballo solo saltuariamente, come cosa di scarso rilievo. E invece è un'altra guerra dell'Arabia Saudita che pare veramente sentirsi come ai tempi di Maometto: allora, prima conquistarono l'Iraq, poi la Persia, e subito dopo tutto il resto, approfittando dello sfacelo che vi era anche allora in quelle regioni. Oggi l'Iran è salvo per miracolo, e dico grazie a Obama (ma anche a Putin) se non è stato bombardato e messo in ginocchio, per Israele e i sauditi, che se ne devono fare una ragione. La trippa per gatti sta finendo!
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Re: La crisi umanitaria
19/10/2015 15:26
Turchia: non ospiteremo sempre migranti
15.26
Turchia: non ospiteremo sempre migranti
La Turchia "non è un campo di concen-
tramento in cui stanno tutti i rifugia-
ti", e non li ospiterà per sempre per
tranquillizare l'Europa. Così il pre-
mier di Ankara Davutoglu.
"L'ho detto anche a Merkel" nell'incon-
tro di ieri,a Istanbul,aggiunge."L'im-
migrazione illegale deve essere tenuta
sotto controllo. Non possiamo accettare
un accordo del tipo:noi vi diamo i sol-
di e loro restano in Turchia", spiega
Davutoglu. Con Merkel "abbiamo parlato
di 3 miliardi, ma non è una somma fis-
sa, va valutata annualmente".
I turchi se la vedono brutta ed hanno fretta di scaricare i profughi che loro stessi hanno creato con Isis, con guerriglieri che combattono contro Damasco e bombardando direttamente i curdi.
E in questa notizia emerge la loro preoccupazione che il vento stia cambiando, e che si dovrà aspettare un presidente americano di destra, per ricominciare a combattere all'attacco.
Per ora devono giocare in difesa, protetti dall'ombrello NATO.
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Re: La crisi umanitaria
19/10/2015 11:43
MERKEL: ANKARA IN UE SE ACCOGLIE MIGRANTI
Rai MERKEL: ANKARA IN UE
SE ACCOGLIE MIGRANTI
"Siamo pronti ad accelerare il processo
di adesione della Turchia all'Unione
europea, in cambio di un contributo
della Turchia nell'arginare il flusso
di migranti". Così il cancelliere tede-
sco Merkel a Istanbul, all'incontro
con il primo ministro turco Davutoglu.
Merkel ha incontrato anche il presiden-
te Erdogan che ha chiesto di sostenere
l'accelerazione dell'adesione di Ankara
all'Ue, come ha chiesto anche a Fran-
cia, Regno Unito e Spagna.
Sul tavolo anche la questione siriana e
l'attentato kamikaze ad Ankara, che ha
fatto più di 100 morti. Secondo la Tur-
chia, dietro l'attentato ci potrebbe
essere l'Isis.
Sibillina questa presa di posizione della Merkel, che possiamo leggere in due modi:
primo modo: la Turchia deve farsi carico di ospitare i profughi, assolvendo il principio del diritto d'asilo.
secondo modo: la Turchia smetta di fare la guerra alla Siria, così che ci saranno meno profughi a cui dare asilo.
Sono convinto che vada letta in questo secondo modo, rafforzato dal fatto che abbia chiesto informazioni sui cento morti provocati da attentatori dell'area di governo, contrari ali curdi. Quando si fanno certe domande, conoscendo già la risposta, si fa solo pressione indiretta perché la Turchia cambi politica e smetta di fomentare Isis e la guerra alla Siria. Del resto la politica estera della Germania è ben diversa da quella britannica e francese, e la ragione è perché non se ne condividono le finalità. Se la Germania cominciasse a fare le pulci alla politica estera di francesi e britannici, scoppierebbe ragionevolmente la terza guerra europea in cento anni.
In quanto al suo ingresso in Europa, se prima di Erdogan ero favorevole, adesso con questo regime fascio-mussulmano, me ne è passata la voglia.
MERKEL: ANKARA IN UE SE ACCOGLIE MIGRANTI
Rai MERKEL: ANKARA IN UE
SE ACCOGLIE MIGRANTI
"Siamo pronti ad accelerare il processo
di adesione della Turchia all'Unione
europea, in cambio di un contributo
della Turchia nell'arginare il flusso
di migranti". Così il cancelliere tede-
sco Merkel a Istanbul, all'incontro
con il primo ministro turco Davutoglu.
Merkel ha incontrato anche il presiden-
te Erdogan che ha chiesto di sostenere
l'accelerazione dell'adesione di Ankara
all'Ue, come ha chiesto anche a Fran-
cia, Regno Unito e Spagna.
Sul tavolo anche la questione siriana e
l'attentato kamikaze ad Ankara, che ha
fatto più di 100 morti. Secondo la Tur-
chia, dietro l'attentato ci potrebbe
essere l'Isis.
Sibillina questa presa di posizione della Merkel, che possiamo leggere in due modi:
primo modo: la Turchia deve farsi carico di ospitare i profughi, assolvendo il principio del diritto d'asilo.
secondo modo: la Turchia smetta di fare la guerra alla Siria, così che ci saranno meno profughi a cui dare asilo.
Sono convinto che vada letta in questo secondo modo, rafforzato dal fatto che abbia chiesto informazioni sui cento morti provocati da attentatori dell'area di governo, contrari ali curdi. Quando si fanno certe domande, conoscendo già la risposta, si fa solo pressione indiretta perché la Turchia cambi politica e smetta di fomentare Isis e la guerra alla Siria. Del resto la politica estera della Germania è ben diversa da quella britannica e francese, e la ragione è perché non se ne condividono le finalità. Se la Germania cominciasse a fare le pulci alla politica estera di francesi e britannici, scoppierebbe ragionevolmente la terza guerra europea in cento anni.
In quanto al suo ingresso in Europa, se prima di Erdogan ero favorevole, adesso con questo regime fascio-mussulmano, me ne è passata la voglia.
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Re: La crisi umanitaria
Un articolo ANSA, abbastanza complesso, più che completo e con un sacco di giudizi espressi implicitamente. Non sto a fare tutti gli esempi. Ne prendo uno:
"Kerry ha annunciato inoltre che intende incontrare in settimana in Europa i rappresentanti di Russia, Arabia Saudita, Giordania e Turchia per parlare della crisi siriana. Il segretario di stato Usa ha parlato della responsabilità di "tentare di evitare la distruzione totale e completa della Siria" che fra l'altro aggraverebbe anche il flusso di profughi verso l'Europa. "Il livello di emigrazione verso l'Europa è pericoloso" e difficile da assorbire, ha detto Kerry, avvertendo che "c'è il rischio reale che arrivino ancora più profughi se la violenza continua" e che ci sia una "implosione" dello stato siriano."
Loro, gli americani, non sono una terza parte neutrale. Sono parte del conflitto. Lodevole il fatto che voglia parlare con russi, giordani, sauditi e turchi, ma quello che sta accadendo è in primo luogo colpa loro. Se si ritirano, già sauditi e turchi mollano, per non parlare dei giordani che negano pure di essere confinanti della Siria.
Quella dell'implosione dello stato siriano è persino ridicola, dopo aver fatto di tutto per farlo esplodere, adesso temono che imploda? Non imploderà, se ne stia sicuro Kerry, specie adesso che per Assad "è arrivata la cavalleria".
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/10/19/-mo-kerry-violenza-senza-senso-deve-cessare_3b620252-f98c-4165-a07a-1afcc688ce7e.html
"Kerry ha annunciato inoltre che intende incontrare in settimana in Europa i rappresentanti di Russia, Arabia Saudita, Giordania e Turchia per parlare della crisi siriana. Il segretario di stato Usa ha parlato della responsabilità di "tentare di evitare la distruzione totale e completa della Siria" che fra l'altro aggraverebbe anche il flusso di profughi verso l'Europa. "Il livello di emigrazione verso l'Europa è pericoloso" e difficile da assorbire, ha detto Kerry, avvertendo che "c'è il rischio reale che arrivino ancora più profughi se la violenza continua" e che ci sia una "implosione" dello stato siriano."
Loro, gli americani, non sono una terza parte neutrale. Sono parte del conflitto. Lodevole il fatto che voglia parlare con russi, giordani, sauditi e turchi, ma quello che sta accadendo è in primo luogo colpa loro. Se si ritirano, già sauditi e turchi mollano, per non parlare dei giordani che negano pure di essere confinanti della Siria.
Quella dell'implosione dello stato siriano è persino ridicola, dopo aver fatto di tutto per farlo esplodere, adesso temono che imploda? Non imploderà, se ne stia sicuro Kerry, specie adesso che per Assad "è arrivata la cavalleria".
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/10/19/-mo-kerry-violenza-senza-senso-deve-cessare_3b620252-f98c-4165-a07a-1afcc688ce7e.html
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Re: La crisi umanitaria
La guerra è la continuazione della politica, come la politica è la continuazione della guerra. La Russia è entrata nel cerchio della guerra-politica per difendere i propri interessi nell'area medio orientale.
Come scrive lo stesso NYTimes ieri: approfittando della mancanza di politica degli Stati Uniti. Ma io sarei meno drastico. La politica di Obama denuncia tutte le contraddizioni di quel conflitto, dettato più dalla volontà di egemonia dell'Arabia Saudita e della Turchia, che non dai problemi interni della Siria. A quel punto, neppure per gli Stati Uniti di Obama, quella può essere una buona guerra, visto che il petrolio, lì c'è dappertutto, non solo in Arabia, e in questo momento gli USA, con le nuove tecnologie del fracking, sono autosufficienti. Solo se gli USA intervengono pesantemente nel conflitto vince l'Arabia, altrimenti, non vince. Meglio convincere turchi e sauditi che la pace conviene di più che scatenare un conflitto generalizzato, ora che coinvolta è anche la Russia. I siriani, i libanesi e gli iracheni sono già d'accordo, e l'Iran non vede l'ora di riprendere a respirare, dopo boicottaggi e sanzioni.
21/10/2015 10:10
Putin ad Assad:"Serve processo di pace"
10.10
Putin ad Assad:"Serve processo di pace"
Putin ha ricevuto ieri al Cremlino il
presidente siriano Assad.Lo annuncia il
portavoce Peskov.Il presidente russo a-
vrebbe sottolineato la necessità di af-
fiancare alle operazioni militari una
soluzione politica."Siamo pronti a dare
il nostro contributo", ha detto Putin.
Da parte sua,Assad ha detto che il ter-
rorismo è ostacolo a una risoluzione.
Nel suo primo viaggio all'estero dal
2011, il leader siriano ha ribadito che
tutto il popolo vuole partecipare alle
scelte sul futuro della Siria e ha rin-
graziato Mosca per il supporto.
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Re: La crisi umanitaria
Quanta tristezza, e quanta miseria c'è in quelle parole di Netanyahu.
E lo fa per giustificare quello che lui sta facendo ai palestinesi, altri semiti, che vengono sterminati, come se non bastassero gli ebrei europei finiti nei forni. E tutto per un tal al-Husseini... E' totalmente tragico.
Principio numero uno:
se mi dici di essere di religione ebraica, sono per la libertà religiosa di tutti.
Principio numero due:
Se mi dici che sei di razza ebraica, non importa se credente o meno, sei un razzista e sei mio nemico.
Per entrambi i principi, puoi sostituire ebreo con cristiano, mussulmano, confuciano, buddista, scintoista, taoista, eccetera, ed il mio rispetto per le religioni è totale.
E lo stesso puoi fare, sostituendo ebreo con ariano, nero, asiatico, eccetera, il risultato del mio odio per il razzismo è immutato, per la semplice ragione che tipi come Netanyhau o Hitler pur appartenendo alla stessa razza umana, sono stati e sono dei pericolosi intolleranti che avvelenano l'aria del mondo.
Colonizzare la Palestina è stato un tragico errore, e le conseguenze di quel misfatto è sotto gli occhi di tutti. C'è un solo modo per porre un rimedio a quella piaga, iniziare costruendo due stati, e finire per fondere quei due popoli, in un unico popolo, libero dal razzismo.
L'alternativa è l'olocausto di uno dei due popoli. Su certe questioni, non ci sono mai mezze misure.
21/10/2015 15:16
Netanyahu: non ho assolto Hitler
15.16
Netanyahu: non ho assolto Hitler
"Non volevo sollevare Hitler dalla re-
sponsabilità per l'Olocausto e la solu-
zione finale". Lo precisa il premier i-
sraeliano Netanyahu, dopo il clamore
suscitato dalla sua affermazione secon-
do cui Hitler avrebbe voluto solo e-
spellere gli ebrei, ma fu convinto allo
sterminio dal Muftì di Gerusalemme.
"Hitler è il responsabile dell'elimina-
zione di 6 milioni di ebrei,lui ha pre-
so la decisione"-dice oggi-"ma è assur-
do ignorare il ruolo svolto dal Muftì
di Gerusalemme al-Husseini,che lo spro-
nò a sterminare gli ebrei di Europa".
E' stucchevole questa storia dell'ha eliminato sei milioni di ebrei. Nei forni è finito anche lo zio di mia moglie che non era ebreo, insieme ad altri sei milioni di cittadini europei, trasformati in schiavi, e che neppure loro erano ebrei. Ed in totale i morti in quel conflitto furono oltre i quaranta milioni.
Parlare solo di ebrei è puro egocentrismo malevolo, e mancanza di rispetto per tutte le altre vittime.
Netanyahu parla delle responsabilità del mufti di Gerusalemme, ma il creatore dello Zyklon usato per le camere a gas in cui è morto anche il parente acquisito, insieme ad altri europei non ebrei, era prodotto da un ebreo (così si reputava):
tale Fritz Haber
Che aveva cominciato a fare il fabbricante di morte sperimentando ordigni a gas già nella prima guerra mondiale. Tra le altre cose si dice che sua moglie si fosse suicidata proprio non condividendo le finalità criminal-scientifiche del marito. Einstein non sperimentò sulla pelle della gente le sue scoperte, come ha fatto Haber. Anzi, quando ha saputo che gli ordigni sarebbero stati lanciati sul Giappone, supplicò, inascoltato, il presidente americano, di non farlo, mentre Haber misurava le minime capacità letali del gas sparato sulle trincee nel nord della Francia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Fritz_Haber
https://it.wikipedia.org/wiki/Zyklon_B
Sono molto buoni quelli che su Wikipedia non fanno troppe congetture su tutte le coincidenze che caratterizzano quell'uomo e il suo lavoro, al punto che in Israele una sezione dell'Università gli è stata dedicata. Ma se si vuole ragionare come Netanyahu, è facile sbattergli in faccia qualcuno che è pure peggio del suo muftì. Non si attacchi al Muftì per giustificare i suoi massacri, e si prepari soltanto a pagarne un conto, un giorno, sicuro che quel giorno verrà per lui come è venuto per Hitler, suo tutore morale.
Penso a cosa avrebbe detto la Hannah Arendt o Baruch Spinosa, se avesse letto certe stupidaggini di Netanyahu.
E lo fa per giustificare quello che lui sta facendo ai palestinesi, altri semiti, che vengono sterminati, come se non bastassero gli ebrei europei finiti nei forni. E tutto per un tal al-Husseini... E' totalmente tragico.
Principio numero uno:
se mi dici di essere di religione ebraica, sono per la libertà religiosa di tutti.
Principio numero due:
Se mi dici che sei di razza ebraica, non importa se credente o meno, sei un razzista e sei mio nemico.
Per entrambi i principi, puoi sostituire ebreo con cristiano, mussulmano, confuciano, buddista, scintoista, taoista, eccetera, ed il mio rispetto per le religioni è totale.
E lo stesso puoi fare, sostituendo ebreo con ariano, nero, asiatico, eccetera, il risultato del mio odio per il razzismo è immutato, per la semplice ragione che tipi come Netanyhau o Hitler pur appartenendo alla stessa razza umana, sono stati e sono dei pericolosi intolleranti che avvelenano l'aria del mondo.
Colonizzare la Palestina è stato un tragico errore, e le conseguenze di quel misfatto è sotto gli occhi di tutti. C'è un solo modo per porre un rimedio a quella piaga, iniziare costruendo due stati, e finire per fondere quei due popoli, in un unico popolo, libero dal razzismo.
L'alternativa è l'olocausto di uno dei due popoli. Su certe questioni, non ci sono mai mezze misure.
21/10/2015 15:16
Netanyahu: non ho assolto Hitler
15.16
Netanyahu: non ho assolto Hitler
"Non volevo sollevare Hitler dalla re-
sponsabilità per l'Olocausto e la solu-
zione finale". Lo precisa il premier i-
sraeliano Netanyahu, dopo il clamore
suscitato dalla sua affermazione secon-
do cui Hitler avrebbe voluto solo e-
spellere gli ebrei, ma fu convinto allo
sterminio dal Muftì di Gerusalemme.
"Hitler è il responsabile dell'elimina-
zione di 6 milioni di ebrei,lui ha pre-
so la decisione"-dice oggi-"ma è assur-
do ignorare il ruolo svolto dal Muftì
di Gerusalemme al-Husseini,che lo spro-
nò a sterminare gli ebrei di Europa".
E' stucchevole questa storia dell'ha eliminato sei milioni di ebrei. Nei forni è finito anche lo zio di mia moglie che non era ebreo, insieme ad altri sei milioni di cittadini europei, trasformati in schiavi, e che neppure loro erano ebrei. Ed in totale i morti in quel conflitto furono oltre i quaranta milioni.
Parlare solo di ebrei è puro egocentrismo malevolo, e mancanza di rispetto per tutte le altre vittime.
Netanyahu parla delle responsabilità del mufti di Gerusalemme, ma il creatore dello Zyklon usato per le camere a gas in cui è morto anche il parente acquisito, insieme ad altri europei non ebrei, era prodotto da un ebreo (così si reputava):
tale Fritz Haber
Che aveva cominciato a fare il fabbricante di morte sperimentando ordigni a gas già nella prima guerra mondiale. Tra le altre cose si dice che sua moglie si fosse suicidata proprio non condividendo le finalità criminal-scientifiche del marito. Einstein non sperimentò sulla pelle della gente le sue scoperte, come ha fatto Haber. Anzi, quando ha saputo che gli ordigni sarebbero stati lanciati sul Giappone, supplicò, inascoltato, il presidente americano, di non farlo, mentre Haber misurava le minime capacità letali del gas sparato sulle trincee nel nord della Francia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Fritz_Haber
https://it.wikipedia.org/wiki/Zyklon_B
Sono molto buoni quelli che su Wikipedia non fanno troppe congetture su tutte le coincidenze che caratterizzano quell'uomo e il suo lavoro, al punto che in Israele una sezione dell'Università gli è stata dedicata. Ma se si vuole ragionare come Netanyahu, è facile sbattergli in faccia qualcuno che è pure peggio del suo muftì. Non si attacchi al Muftì per giustificare i suoi massacri, e si prepari soltanto a pagarne un conto, un giorno, sicuro che quel giorno verrà per lui come è venuto per Hitler, suo tutore morale.
Penso a cosa avrebbe detto la Hannah Arendt o Baruch Spinosa, se avesse letto certe stupidaggini di Netanyahu.
Ultima modifica di einrix il Gio 22 Ott 2015, 07:46 - modificato 1 volta.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La crisi umanitaria
Leggiamo questa notizia:
22/10/2015 03:23
Usa: 'tappeto rosso' per Assad a Mosca
3.23
Usa: 'tappeto rosso' per Assad a Mosca
"Abbiamo visto il benvenuto con tanto
di tappeto rosso riservato a Mosca per
Assad, che ha usato armi chimiche con-
tro il suo popolo. Un'accoglienza in
contrasto con gli obiettivi dichiarati
della Russia per una transizione poli-
tica in Siria".
Così il portavoce della Casa Bianca,
Eric Schultz, commenta la visita del
presidente siriano al Cremlino.
Sappiamo che Putin cerca di creare le condizioni favorevoli ad una composizione del conflitto, in cui Assad non faccia la fine di Gheddafi o di Saddam, perché non vuole perdere le sue basi nel Mediterraneo.
Da questa notizia capiamo che chi l'ha ispirata non è disposto ad una pace che comporti (per lui) un prezzo così alto.
Quindi, il braccio di ferro continuerà, anche se, come abbiamo visto, senza troppa convinzione e con la paura che il conflitto possa estendersi oltre le aspettative.
E Mosca continuerà a giocare la sua partita, con la politica e la guerra, sapendo che questo per lei è il momento buono per recuperare il terreno perduto in tutti questi anni.
E che la soluzione della crisi umanitaria, non abbia fretta, tanto finisce per ricadere in buona parte sull'Europa, eccezion fatta per la Turchia, che è uno dei principali responsabili di Isis e di questa crisi umanitaria.
Interfax, su quell'incontro scrive che si è parlato del coordinamento militare tra l'azione aerea della Russia e quella terrestre della Siria, per combattere ribelli e terroristi. Quindi non vi è stato solo il momento del tappeto rosso e degli onori al capo dello stato, ma anche quello tecnico in cui si sono stesi i piani di difesa e dell'offensiva.
La storia delle armi chimiche, sta diventando un "al lupo". A parte che tutte le armi esplodenti sono chimiche (tra le più insidiose, le bombe a grappolo), talvolta possono essere anche nucleari, o semplicemente radioattive, come i proiettili all'uranio impoverito che gli USA, NATO e Israele usano senza alcun risparmio, e con cui hanno irrorato l'Iraq, la Serbia, il Libano, ed ogni altro posto dove abbiano bombardato. E adesso anche i russi, per non essere da meno, usano contro isis e guerriglieri, in Siria, bombe a grappolo. Meglio che si dedichino alla politica, lasciando da parte la propaganda, se vogliono risolvere quel pericoloso conflitto senza rischiare di scottarsi. Quella gente ha bisogno innanzi tutto di pace, per tornare alla normalità.
22/10/2015 03:23
Usa: 'tappeto rosso' per Assad a Mosca
3.23
Usa: 'tappeto rosso' per Assad a Mosca
"Abbiamo visto il benvenuto con tanto
di tappeto rosso riservato a Mosca per
Assad, che ha usato armi chimiche con-
tro il suo popolo. Un'accoglienza in
contrasto con gli obiettivi dichiarati
della Russia per una transizione poli-
tica in Siria".
Così il portavoce della Casa Bianca,
Eric Schultz, commenta la visita del
presidente siriano al Cremlino.
Sappiamo che Putin cerca di creare le condizioni favorevoli ad una composizione del conflitto, in cui Assad non faccia la fine di Gheddafi o di Saddam, perché non vuole perdere le sue basi nel Mediterraneo.
Da questa notizia capiamo che chi l'ha ispirata non è disposto ad una pace che comporti (per lui) un prezzo così alto.
Quindi, il braccio di ferro continuerà, anche se, come abbiamo visto, senza troppa convinzione e con la paura che il conflitto possa estendersi oltre le aspettative.
E Mosca continuerà a giocare la sua partita, con la politica e la guerra, sapendo che questo per lei è il momento buono per recuperare il terreno perduto in tutti questi anni.
E che la soluzione della crisi umanitaria, non abbia fretta, tanto finisce per ricadere in buona parte sull'Europa, eccezion fatta per la Turchia, che è uno dei principali responsabili di Isis e di questa crisi umanitaria.
Interfax, su quell'incontro scrive che si è parlato del coordinamento militare tra l'azione aerea della Russia e quella terrestre della Siria, per combattere ribelli e terroristi. Quindi non vi è stato solo il momento del tappeto rosso e degli onori al capo dello stato, ma anche quello tecnico in cui si sono stesi i piani di difesa e dell'offensiva.
La storia delle armi chimiche, sta diventando un "al lupo". A parte che tutte le armi esplodenti sono chimiche (tra le più insidiose, le bombe a grappolo), talvolta possono essere anche nucleari, o semplicemente radioattive, come i proiettili all'uranio impoverito che gli USA, NATO e Israele usano senza alcun risparmio, e con cui hanno irrorato l'Iraq, la Serbia, il Libano, ed ogni altro posto dove abbiano bombardato. E adesso anche i russi, per non essere da meno, usano contro isis e guerriglieri, in Siria, bombe a grappolo. Meglio che si dedichino alla politica, lasciando da parte la propaganda, se vogliono risolvere quel pericoloso conflitto senza rischiare di scottarsi. Quella gente ha bisogno innanzi tutto di pace, per tornare alla normalità.
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Re: La crisi umanitaria
Come volevasi dimostrare; anche per la Lega Araba, in genere sempre molto assente, è stato facile fare una battuta su Netanyahu:
22/10/2015 16:14
Lega Araba: Netanyahu "ridicolo"
16.14
Lega Araba: Netanyahu "ridicolo"
Sono "ridicole" le dichiarazioni di
Netanyahu, che ha addossato la respon-
sabilità della Shoah ai palestinesi.
Lo afferma Ahmed Ben Helli, assistente
del segretario generale della Lega Ara-
ba, secondo cui quelle parole rappre-
sentano "un'umiliazione per le vittime
del nazismo" e mostrano "l'estremismo"
di Netanyahu che "falsifica la storia
per incitare il mondo contro i palesti-
nesi".
22/10/2015 16:14
Lega Araba: Netanyahu "ridicolo"
16.14
Lega Araba: Netanyahu "ridicolo"
Sono "ridicole" le dichiarazioni di
Netanyahu, che ha addossato la respon-
sabilità della Shoah ai palestinesi.
Lo afferma Ahmed Ben Helli, assistente
del segretario generale della Lega Ara-
ba, secondo cui quelle parole rappre-
sentano "un'umiliazione per le vittime
del nazismo" e mostrano "l'estremismo"
di Netanyahu che "falsifica la storia
per incitare il mondo contro i palesti-
nesi".
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Re: La crisi umanitaria
Questo è un discorso molto più serio di quello che ha fatto il portavoce della Casa Bianca. Ed è così concreto che per farlo fallire ci vuole davvero uno sforzo bellico.
22/10/2015 19:40
Putin: Assad dialoghi con l'opposizione
19.40
Putin: Assad dialoghi con l'opposizione
Il governo siriano deve cominciare a
stabilire contatti con le forze di op-
posizione che sono pronte per il dialo-
go: lo ha detto Vladimir Putin al club
di Valdai, aggiungendo che Assad è
pronto per questo.
Le cronache, secondo il New York Times,
raccontano di un'accoglienza gelida del
presidente siriano al Cremlino, dove è
stato a colloquio con Putin. Dmitri
Trenin, direttore del Carnegie Center
di Mosca, ha detto che Assad "non è una
vacca sacra". La Russia vuole evitare
che la Siria si smembri come la Libia.
Il problema è che in tutto il M.O. ci sono più tribù e capi tribù di quante siano le città e i sindaci. Lo abbiamo visto in Iraq, come la democrazia è lontana almeno due secoli europei, in Libano non ne parliamo, e lo stesso accade in Libia. Se non recuperano rapidamente, mettendo in soffitta i loro capi tribù, resteranno sotto il dominio di monarchie di nipoti di Allah. Le monarchie sono sopportabili solo se sono rappresentative, come in Europa, altrimenti diventano una palla di piombo al piede. E gli Stati Uniti che fanno? Appoggiano la monarchia assoluta saudita di Salman, contro petrolio? Ma vadano a...
22/10/2015 19:40
Putin: Assad dialoghi con l'opposizione
19.40
Putin: Assad dialoghi con l'opposizione
Il governo siriano deve cominciare a
stabilire contatti con le forze di op-
posizione che sono pronte per il dialo-
go: lo ha detto Vladimir Putin al club
di Valdai, aggiungendo che Assad è
pronto per questo.
Le cronache, secondo il New York Times,
raccontano di un'accoglienza gelida del
presidente siriano al Cremlino, dove è
stato a colloquio con Putin. Dmitri
Trenin, direttore del Carnegie Center
di Mosca, ha detto che Assad "non è una
vacca sacra". La Russia vuole evitare
che la Siria si smembri come la Libia.
Il problema è che in tutto il M.O. ci sono più tribù e capi tribù di quante siano le città e i sindaci. Lo abbiamo visto in Iraq, come la democrazia è lontana almeno due secoli europei, in Libano non ne parliamo, e lo stesso accade in Libia. Se non recuperano rapidamente, mettendo in soffitta i loro capi tribù, resteranno sotto il dominio di monarchie di nipoti di Allah. Le monarchie sono sopportabili solo se sono rappresentative, come in Europa, altrimenti diventano una palla di piombo al piede. E gli Stati Uniti che fanno? Appoggiano la monarchia assoluta saudita di Salman, contro petrolio? Ma vadano a...
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Re: La crisi umanitaria
Devono decidere i libici, non noi. Questa è musica per le mie orecchie.
Speriamo per il loro bene che finiscano per mettersi d'accordo. Devono vivere insieme, devono aiutarsi come nazione, non possono prolungare la guerra civile. Ora devono cominciare a vivere per loro stessi. Noi possiamo solo essere a loro disposizione e aiutarli per come chiedono di essere aiutati, non gli uni contro gli altri, ma per il bene di tutti.
forza Libia, ce la puoi fare.
22/10/2015 22:05
Gentiloni: per la Libia non c'è piano B
22.05
Gentiloni: per la Libia non c'è piano B
"Dobbiamo ostinatamente insistere" per
sostenere la proposta di Bernardino
Leon "per un governo di unità nazionale
in Libia".
Lo ha detto il ministro degli Esteri
Paolo Gentiloni, alla trasmissione
'Bianco e Nero' su Radio 1
"I libici devono decidere, non noi - ha
spiegato -, ma devono sapere che non
c'è un piano B rispetto all'accordo
proposto".
Speriamo per il loro bene che finiscano per mettersi d'accordo. Devono vivere insieme, devono aiutarsi come nazione, non possono prolungare la guerra civile. Ora devono cominciare a vivere per loro stessi. Noi possiamo solo essere a loro disposizione e aiutarli per come chiedono di essere aiutati, non gli uni contro gli altri, ma per il bene di tutti.
forza Libia, ce la puoi fare.
22/10/2015 22:05
Gentiloni: per la Libia non c'è piano B
22.05
Gentiloni: per la Libia non c'è piano B
"Dobbiamo ostinatamente insistere" per
sostenere la proposta di Bernardino
Leon "per un governo di unità nazionale
in Libia".
Lo ha detto il ministro degli Esteri
Paolo Gentiloni, alla trasmissione
'Bianco e Nero' su Radio 1
"I libici devono decidere, non noi - ha
spiegato -, ma devono sapere che non
c'è un piano B rispetto all'accordo
proposto".
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Re: La crisi umanitaria
Visto che i nostri giornali non ne parlano, riporto da Interfax-Ru che oggi, 22 Ottobre, gli attacchi di aerei russi in Siria sono stati 72 su altrettanti obiettivi.
Perché non ne parlano? Non è una notizia?
Controllare il rubinetto delle notizie è potere, non è informazione, è quarto potere, e così non va.
il link - la traduzione è approssimata, ma si capisce abbastanza
http://www.interfax.ru/world/475033
Perché non ne parlano? Non è una notizia?
Controllare il rubinetto delle notizie è potere, non è informazione, è quarto potere, e così non va.
il link - la traduzione è approssimata, ma si capisce abbastanza
http://www.interfax.ru/world/475033
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Re: La crisi umanitaria
22/10/2015 23:41
Usa e Pakistan, appello ai talebani
23.41
Usa e Pakistan, appello ai talebani
Il presidente degli Stati Uniti, Barack
Obama, e il primo ministro pachistano,
Nawaz Sharif, hanno rivolto un appello
comune ai leader talebani perché ritor-
nino al tavolo dei negoziati di pace
con il governo afgano.
La notizia è stata diffusa in un comu-
nicato congiunto dei due leader dopo il
loro incontro bilaterale alla Casa
Bianca.
insistono a chiamarli talebani, ma non sono studenti o ex studenti delle madrasse, pakistani. Sono profughi afgani fuggiti in massa dopo l'attacco e l'invasione degli americani, dell'Afganistan. Il problema per loro è come rientrare. Con accordi di pace o con la guerra.
Da una parte sono profughi per i pakistani, e dall'altra sono fuorusciti per gli afgani.
Sono ormai dieci anni che non si è fatto quello che si doveva fare ed ora la situazione si è incancrenita. Ma non sarà certo un'appello di USA e Pakistan a convincerli a ritornare nei loro paesi e nelle loro case in Afganistan, ma trattative dirette con il governo afgano. Si sbrighino, dato che ormai è passata una generazione di guerriglieri, e adesso se ne sta formando un'altra, con Isis, appunto.
Più si rovista in questi cassetti della storia e più si vede come gli americani facciano solo politiche muscolari. Purtroppo anche con quello che resta di Obama che è li da quasi otto anni.
Infatti, lo stesso presidente afgano ha tentato più volte di fare la pace con i fuorusciti afgani, e gli USA si sono sempre messi di traverso, pensando che un tale accordo li avrebbe penalizzati. Erano convinti che i fuorusciti si sarebbero dissolti col tempo, ed invece sono aumentati e si sono caricati di ulteriore ideologia. Quando la gente deve combattere, ed ha pochi mezzi, usa la propria ideologia per aumentare la propria potenza. E' così che nasce il fanatismo di chi si fa esplodere per una causa. Non bisogna mai spingere la gente verso quei confini estremi della ragione, in cui è preferibile la morte che vivere come schiavi, in Pakistan, come in Palestina.
Usa e Pakistan, appello ai talebani
23.41
Usa e Pakistan, appello ai talebani
Il presidente degli Stati Uniti, Barack
Obama, e il primo ministro pachistano,
Nawaz Sharif, hanno rivolto un appello
comune ai leader talebani perché ritor-
nino al tavolo dei negoziati di pace
con il governo afgano.
La notizia è stata diffusa in un comu-
nicato congiunto dei due leader dopo il
loro incontro bilaterale alla Casa
Bianca.
insistono a chiamarli talebani, ma non sono studenti o ex studenti delle madrasse, pakistani. Sono profughi afgani fuggiti in massa dopo l'attacco e l'invasione degli americani, dell'Afganistan. Il problema per loro è come rientrare. Con accordi di pace o con la guerra.
Da una parte sono profughi per i pakistani, e dall'altra sono fuorusciti per gli afgani.
Sono ormai dieci anni che non si è fatto quello che si doveva fare ed ora la situazione si è incancrenita. Ma non sarà certo un'appello di USA e Pakistan a convincerli a ritornare nei loro paesi e nelle loro case in Afganistan, ma trattative dirette con il governo afgano. Si sbrighino, dato che ormai è passata una generazione di guerriglieri, e adesso se ne sta formando un'altra, con Isis, appunto.
Più si rovista in questi cassetti della storia e più si vede come gli americani facciano solo politiche muscolari. Purtroppo anche con quello che resta di Obama che è li da quasi otto anni.
Infatti, lo stesso presidente afgano ha tentato più volte di fare la pace con i fuorusciti afgani, e gli USA si sono sempre messi di traverso, pensando che un tale accordo li avrebbe penalizzati. Erano convinti che i fuorusciti si sarebbero dissolti col tempo, ed invece sono aumentati e si sono caricati di ulteriore ideologia. Quando la gente deve combattere, ed ha pochi mezzi, usa la propria ideologia per aumentare la propria potenza. E' così che nasce il fanatismo di chi si fa esplodere per una causa. Non bisogna mai spingere la gente verso quei confini estremi della ragione, in cui è preferibile la morte che vivere come schiavi, in Pakistan, come in Palestina.
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