La stampa 3D
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La stampa 3D
ne avevo già parlato altrove, mi piacerebbe riproporre la discussione aprendo il discorso a 360° - riporto al link più sotto, un editoriale tratto dall'Economist
E la, mia, domanda di fondo è: come cambierà il mercato del lavoro alla luce di questa nuova Rivoluzione Industriale ?
L'articolo dell' Economist (QUA) dedica il proprio contenuto a quello che chiamano una Terza rivoluzione idustriale. Il passaggio al digitale e il cambiamento del modo di progettare stanno inesorabilmente cambiando i prodotti manifatturieri.
La rivista analizza un punto di vista strettamente legato alla produzione che si sta modificando dopo decenni in cui la delocalizzazione era divenuta l’unico metodo per ridurre i costi di produzione.
Le nuove tecnologie e le reti interconesse danno accesso a saperi in modo rapido e massivo permettendo di risolvere problemi progettuali o di produzione con costi molto contenuti rispetto al passato.
L’articolo esalta il concetto della stampa in 3D, cioè la capacità "casalinga" di avere una riproduzione reale di un modello 3D realizzato con un software di modellazione.Inoltre essa è considerata una forma di produzione additiva mediante cui vengono creati oggetti tridimensionali da strati di materiali successiviQuesta tecnica è già utilizzata da centinaia di aziende per la produzione di prodotti commerciali su misura per i propri clienti. Un passaggio importante in quando questa, non trasforma solo la produzione, ma anche il modo in cui percepiamo il mercato. Non avremo più grosse aziende che producono prodotti in modo seriale ma potremmo essere noi a decidere cosa deve essere prodotto e in che modo.
Una sorta di ritorno al prodotto artigianale, fortemente localizzato, ma con diverse differenze. I limiti della produzione artigianale vengo superati.
In passato risultava difficile raggiungere fisicamente l’artigiano per acquistare i prodotti. Oggi con internet la barriere fisiche vengono abbattute e la merce può essere spedita dappertutto in tempi brevi. Un’altro aspetto da prendere in considerazione è relativo ai costi delle materie prime, estremamente alti in caso di piccole produzioni manifatturiere che oggi, sempre con l’aiuto di internet e dell’innovazione tecnologica, possono essere acquistate a costi impensabili fino a pochi anni fa.
In realtà, il passaggio alla produzione localizzata è già in corso. In una nuova indagine su 106 dirigenti di grandi aziende staturitensi con sede di produzioni in Cina, il Boston Consulting Group (BCG) ha riscontrato che più di un terzo, il 37%, pianifica di riportare la produzione negli Stati Uniti dalla Cina o stanno prendendo in considerazione la cosa.
Resta solo da capire come i governi possano regolamentare questa nuova rivoluzione e cosa possano fare per incoraggiarla. L’Economist non sembra molto ottimista in questa direzione in quanto vede i governi ancora aggrappati all’idea che la produzione di beni venga in primo piano rispetto ai servizi.
Eppure il modello di sviluppo capitalistico selvaggio ha dato segni di inefficienza e nuovi sistemi di riferimento sono in divenire e appaiono essere efficaci nel risolvere problemi sociali facendo imprenditoria a livello iper-locale.
La stampa 3D modificherà le produzioni industriali ?
E il mercato lavoro come si modificherà ?
E la, mia, domanda di fondo è: come cambierà il mercato del lavoro alla luce di questa nuova Rivoluzione Industriale ?
L'articolo dell' Economist (QUA) dedica il proprio contenuto a quello che chiamano una Terza rivoluzione idustriale. Il passaggio al digitale e il cambiamento del modo di progettare stanno inesorabilmente cambiando i prodotti manifatturieri.
La rivista analizza un punto di vista strettamente legato alla produzione che si sta modificando dopo decenni in cui la delocalizzazione era divenuta l’unico metodo per ridurre i costi di produzione.
Le nuove tecnologie e le reti interconesse danno accesso a saperi in modo rapido e massivo permettendo di risolvere problemi progettuali o di produzione con costi molto contenuti rispetto al passato.
L’articolo esalta il concetto della stampa in 3D, cioè la capacità "casalinga" di avere una riproduzione reale di un modello 3D realizzato con un software di modellazione.Inoltre essa è considerata una forma di produzione additiva mediante cui vengono creati oggetti tridimensionali da strati di materiali successiviQuesta tecnica è già utilizzata da centinaia di aziende per la produzione di prodotti commerciali su misura per i propri clienti. Un passaggio importante in quando questa, non trasforma solo la produzione, ma anche il modo in cui percepiamo il mercato. Non avremo più grosse aziende che producono prodotti in modo seriale ma potremmo essere noi a decidere cosa deve essere prodotto e in che modo.
Una sorta di ritorno al prodotto artigianale, fortemente localizzato, ma con diverse differenze. I limiti della produzione artigianale vengo superati.
In passato risultava difficile raggiungere fisicamente l’artigiano per acquistare i prodotti. Oggi con internet la barriere fisiche vengono abbattute e la merce può essere spedita dappertutto in tempi brevi. Un’altro aspetto da prendere in considerazione è relativo ai costi delle materie prime, estremamente alti in caso di piccole produzioni manifatturiere che oggi, sempre con l’aiuto di internet e dell’innovazione tecnologica, possono essere acquistate a costi impensabili fino a pochi anni fa.
In realtà, il passaggio alla produzione localizzata è già in corso. In una nuova indagine su 106 dirigenti di grandi aziende staturitensi con sede di produzioni in Cina, il Boston Consulting Group (BCG) ha riscontrato che più di un terzo, il 37%, pianifica di riportare la produzione negli Stati Uniti dalla Cina o stanno prendendo in considerazione la cosa.
Resta solo da capire come i governi possano regolamentare questa nuova rivoluzione e cosa possano fare per incoraggiarla. L’Economist non sembra molto ottimista in questa direzione in quanto vede i governi ancora aggrappati all’idea che la produzione di beni venga in primo piano rispetto ai servizi.
Eppure il modello di sviluppo capitalistico selvaggio ha dato segni di inefficienza e nuovi sistemi di riferimento sono in divenire e appaiono essere efficaci nel risolvere problemi sociali facendo imprenditoria a livello iper-locale.
La stampa 3D modificherà le produzioni industriali ?
E il mercato lavoro come si modificherà ?
Guya- La Pasionaria
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Re: La stampa 3D
Qualcuno, più o meno giovane, sara’ rimasto affascinato quando, nella serie StarTrek Next Generation, osservava i protagonisti del telefilm replicare una tazza di caffè attraverso un macchinario chiamato riproduttore molecolare.
Non era per il caffè in sé (potendo scegliere noi avremmo riprodotto più volentieri una tazza di cioccolata) ma per la possibilità di premere un pulsante e generare materia. Non materia caduta nel bicchiere perchè già presente nella macchina, ma molecole duplicate, riprodotte da un modello originale presente nella memoria della macchina.
Nella serie televisiva si parlava di riproduttore molecolare, nella realtà parliamo di stampa 3D, di quello che può fare oggi ma, soprattutto, di quello potrà fare domani.
Nel corso di appuntamenti internazionali come l’americano Innotech e il berlinese Re:publica la stampa 3D è stata inserita tra le innovazioni più importanti, capace di modificare la vita quotidiana e responsabile di una prossima rivoluzione dei processi industriali.
Lo stato attuale è segnato principalmente dalla differenza tra le stampanti 3D in commercio e quelle professionali. Nell’arco di alcuni anni però la situazione è destinata a cambiare notevolmente, assicurano gli esperti del settore.
Se oggi la stampa 3D è ancora soltanto una possibilità per grandi aziende (nicchie ristrette di individui già inseriti in determinati processi tecnologici) si avvicina la possibilità di riprodurre oggetti di piccole e medie dimensioni anche da casa.
Chi è il maker tra produttore e cliente? Per questo la stampa 3D apre le porte ad un radicale cambiamento che sovverte gli storici cicli di produzione. Ma non solo questi.
L’impiego della stampa 3D in ambito medico prevedeva fino a ieri la realizzazione di protesi, oggi prevede anche la riproduzione cellulare con, già all’attivo, la riproduzione di alcuni tessuti.
Intanto dal vivo, alla convention di Berlino, sono stati riprodotti in stampa 3D i GoogleGlass (vedi) finti messi in vendita a 25 euro.
L’abbattimento dei costi è già inziato..
http://blog.yayamedia.it/stampa-3d/
Non era per il caffè in sé (potendo scegliere noi avremmo riprodotto più volentieri una tazza di cioccolata) ma per la possibilità di premere un pulsante e generare materia. Non materia caduta nel bicchiere perchè già presente nella macchina, ma molecole duplicate, riprodotte da un modello originale presente nella memoria della macchina.
Nella serie televisiva si parlava di riproduttore molecolare, nella realtà parliamo di stampa 3D, di quello che può fare oggi ma, soprattutto, di quello potrà fare domani.
Nel corso di appuntamenti internazionali come l’americano Innotech e il berlinese Re:publica la stampa 3D è stata inserita tra le innovazioni più importanti, capace di modificare la vita quotidiana e responsabile di una prossima rivoluzione dei processi industriali.
Lo stato attuale è segnato principalmente dalla differenza tra le stampanti 3D in commercio e quelle professionali. Nell’arco di alcuni anni però la situazione è destinata a cambiare notevolmente, assicurano gli esperti del settore.
Se oggi la stampa 3D è ancora soltanto una possibilità per grandi aziende (nicchie ristrette di individui già inseriti in determinati processi tecnologici) si avvicina la possibilità di riprodurre oggetti di piccole e medie dimensioni anche da casa.
Chi è il maker tra produttore e cliente? Per questo la stampa 3D apre le porte ad un radicale cambiamento che sovverte gli storici cicli di produzione. Ma non solo questi.
L’impiego della stampa 3D in ambito medico prevedeva fino a ieri la realizzazione di protesi, oggi prevede anche la riproduzione cellulare con, già all’attivo, la riproduzione di alcuni tessuti.
Intanto dal vivo, alla convention di Berlino, sono stati riprodotti in stampa 3D i GoogleGlass (vedi) finti messi in vendita a 25 euro.
L’abbattimento dei costi è già inziato..
http://blog.yayamedia.it/stampa-3d/
Guya- La Pasionaria
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Re: La stampa 3D
Rispondendo alle domande del post, ritengo che la "stampa" di oggetti in 3D modificherà eccome le produzioni industriali e il mercato del lavoro stesso, con aumento della disoccupazione soprattutto in quei paesi dell'area BRICS che oggi producono moltissimi degli oggetti riproducibili in casa con una stampa in 3D.
Per dare un'idea del fenomeno, diciamo che esso sarà paragonabile a quello che oggi è la riproduzione domestica di musica e film.
Immagino un disastro notevole per l'occupazione, al punto da costringere i governi a prendere seriamente in considerazione un programma di riduzione delle nascite, per evitare tensioni sociali derivanti dall'instabilità economica delle famiglie senza reddito, perché senza lavoro.
Da parte mia, vieterei la possibilità di produrre in casa, con le tecniche esposte, oggetti tridimensionali; limitandone l'utilizzo alla sola industria che ne sentisse l'esigenza dettata da motivi logistici, di costi di progetto inerenti agli oggetti da riprodurre.
Per dare un'idea del fenomeno, diciamo che esso sarà paragonabile a quello che oggi è la riproduzione domestica di musica e film.
Immagino un disastro notevole per l'occupazione, al punto da costringere i governi a prendere seriamente in considerazione un programma di riduzione delle nascite, per evitare tensioni sociali derivanti dall'instabilità economica delle famiglie senza reddito, perché senza lavoro.
Da parte mia, vieterei la possibilità di produrre in casa, con le tecniche esposte, oggetti tridimensionali; limitandone l'utilizzo alla sola industria che ne sentisse l'esigenza dettata da motivi logistici, di costi di progetto inerenti agli oggetti da riprodurre.
Condor- Messaggi : 132
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Re: La stampa 3D
Condor ha scritto:Rispondendo alle domande del post, ritengo che la "stampa" di oggetti in 3D modificherà eccome le produzioni industriali e il mercato del lavoro stesso, con aumento della disoccupazione soprattutto in quei paesi dell'area BRICS che oggi producono moltissimi degli oggetti riproducibili in casa con una stampa in 3D.
Per dare un'idea del fenomeno, diciamo che esso sarà paragonabile a quello che oggi è la riproduzione domestica di musica e film.
Immagino un disastro notevole per l'occupazione, al punto da costringere i governi a prendere seriamente in considerazione un programma di riduzione delle nascite, per evitare tensioni sociali derivanti dall'instabilità economica delle famiglie senza reddito, perché senza lavoro.
Da parte mia, vieterei la possibilità di produrre in casa, con le tecniche esposte, oggetti tridimensionali; limitandone l'utilizzo alla sola industria che ne sentisse l'esigenza dettata da motivi logistici, di costi di progetto inerenti agli oggetti da riprodurre.
vero... ma come lo si impedisce ? Come giustamente hai detto tu, la vendita di film e dischi è crollata da quando è possibile riprodurre da casa, così come per gli e-book. Ma è pur vero che l'acquisto di un disco o di un libro avevano, spesso, costi alti. Ciò impediva a moltissime persone di poterne godere..
L'unica maniera sarebbe che l'utilizzo stesso delle stampanti 3D fosse solo per le grandi aziende, ma in questo modo si impedirebbe ad una grandissima fetta di mercato (le piccole aziende per esempio) di fare un balzo tecnologico in avanti.
Penso che la soluzione sia da ricercare in altro orizzonte..
Guya- La Pasionaria
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Re: La stampa 3D
Inizialmente il motivo, per me banale, quasi da excusatio non petita che ha spinto l'utente a riprodursi in casa film e libri, è stato attribuito ad un costo di prodotto non accessibile al grande pubblico. Libri usati, e riproduzione di LP su musicassette, sono sempre stati accessibili a tutti e con costi molto contenuti. Quindi il motivo dei costi insostenibili, addotti a sostegno della tesi giustificante “l'illecito”, è indiscutibilmente smontata.
Ma il problema non è questo.
No, Guya, la soluzione al futuro proliferare della tecnologia 3D in modo incontrollabile è: il divieto con ogni mezzo alla riproduzione domestica di oggetti con tale sistema.
Per quanto concerne il discorso di accessibilità all'acquisto di stampanti 3D, ritengo che il problema non sussiste.
I produttori delle citate macchine hanno interesse a vendere su larga scala i loro prodotti, sia per un rapido ritorno dell'investimento sia per cogliere al meglio l'attimo, ovvero produrre utili in brevissimo tempo sull'onda del boom - come già accaduto per tantissime novità che il mercato ha proposto, a tal proposito vedasi iPod, iPad ecc-
Costi contenuti delle apparecchiature per i motivi anzidetti, permetterebbero anche alle piccole aziende di munirsene.
Non voler prevedere oggi per non vietare l'utilizzo di stampanti 3D, significa andare incontro ad un disastro sociale peggiore di quello che ha creato, e che è ancora in evoluzione, una globalizzazione priva dell'indispensabile regolamentazione, a svantaggio della sostenibilità sociale e della vita stessa del Pianeta.
Ma il problema non è questo.
No, Guya, la soluzione al futuro proliferare della tecnologia 3D in modo incontrollabile è: il divieto con ogni mezzo alla riproduzione domestica di oggetti con tale sistema.
Per quanto concerne il discorso di accessibilità all'acquisto di stampanti 3D, ritengo che il problema non sussiste.
I produttori delle citate macchine hanno interesse a vendere su larga scala i loro prodotti, sia per un rapido ritorno dell'investimento sia per cogliere al meglio l'attimo, ovvero produrre utili in brevissimo tempo sull'onda del boom - come già accaduto per tantissime novità che il mercato ha proposto, a tal proposito vedasi iPod, iPad ecc-
Costi contenuti delle apparecchiature per i motivi anzidetti, permetterebbero anche alle piccole aziende di munirsene.
Non voler prevedere oggi per non vietare l'utilizzo di stampanti 3D, significa andare incontro ad un disastro sociale peggiore di quello che ha creato, e che è ancora in evoluzione, una globalizzazione priva dell'indispensabile regolamentazione, a svantaggio della sostenibilità sociale e della vita stessa del Pianeta.
Condor- Messaggi : 132
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Re: La stampa 3D
La stampa tre D la conosco da vent'anni. Allora si chiamava stereolitografia ed altro. Serviva a costruire modelli prototipo. Era di due tipi: a carta e a resina.
Nel primo tipo il modello era costituito da tanti strati di carta tagliati (laser) ed incollati come fossero sezioni trasversali dell'oggetto, mentre nell'altro, il laser polimerizzava un fluido che si trovava sotto certe condizioni, in una vasca, e che così si materializzava nel prototipo. Adesso con la stampante 3D costruiamo quegli stessi oggetti, estrudendo strati di materiale plastico fuso.
In ogni caso, i pezzi hanno buone caratteristiche dimensionali, ma cattive qualità di resistenza meccanica, per cui sono soltanto dei modelli con cui poi si fanno piccoli stampi leggeri per piccolissime produzioni.
Se si vuole fare uno stampo serio, allora si usa la matematica del pezzo, per fare direttamente lo stampo in acciaio, senza passare attraverso la prototipazione con la stereolitografia o la stampa 3D.
Prototipazione rapida
Nel primo tipo il modello era costituito da tanti strati di carta tagliati (laser) ed incollati come fossero sezioni trasversali dell'oggetto, mentre nell'altro, il laser polimerizzava un fluido che si trovava sotto certe condizioni, in una vasca, e che così si materializzava nel prototipo. Adesso con la stampante 3D costruiamo quegli stessi oggetti, estrudendo strati di materiale plastico fuso.
In ogni caso, i pezzi hanno buone caratteristiche dimensionali, ma cattive qualità di resistenza meccanica, per cui sono soltanto dei modelli con cui poi si fanno piccoli stampi leggeri per piccolissime produzioni.
Se si vuole fare uno stampo serio, allora si usa la matematica del pezzo, per fare direttamente lo stampo in acciaio, senza passare attraverso la prototipazione con la stereolitografia o la stampa 3D.
Prototipazione rapida
einrix- Messaggi : 10607
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Re: La stampa 3D
Questa stereolitografia del '96 riproduce un coupè Alfa Romeo. Si vedono gli strati di carta, ancora anneriti dal taglio laser, che lo formano. Questo modellino mi fu regalato dal direttore dello stabilimento di Arese perché furono superate le 20 mila unità prodotte.
Questa tecnica era vecchia già di almeno una decina d'anni.
Questa tecnica era vecchia già di almeno una decina d'anni.
einrix- Messaggi : 10607
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Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: La stampa 3D
c'è pure del buono:
http://www.corriere.it/salute/pediatria/13_maggio_24/trachea-3d-salva-bambino_6d427994-c449-11e2-9212-dfc1a4ff380d.shtml
http://www.corriere.it/salute/pediatria/13_maggio_24/trachea-3d-salva-bambino_6d427994-c449-11e2-9212-dfc1a4ff380d.shtml
Ospite- Ospite
Re: La stampa 3D
Bessarione13 ha scritto:c'è pure del buono:
http://www.corriere.it/salute/pediatria/13_maggio_24/trachea-3d-salva-bambino_6d427994-c449-11e2-9212-dfc1a4ff380d.shtml
ma infatti la stampa 3D non è vecchia ma è l'evoluzione della stereolitografia che non c'entra più nulla con l'attuale stampa 3D..
Ormai gli usi sono talmente tanti e tali che c'è da perdercisi., come ad esempio quella di costruire una base lunare intera
L'idea è talmente semplice e geniale che vale assolutamente la pena di studiarci sopra.
La tecnologia delle stampanti 3D è un'ottima promessa per la realizzazione di oggetti tridimensionali completi, basta averne un disegno 3D su di un computer ed il gioco è fatto.
Vi sono alcuni modelli "economici" che costano anche meno di 1000 euro ed una volta collegati ad un personal computer possono realizzare "quasi" qualunque oggetto, guidati da appositi software che "stampano" strato dopo strato davanti ai vostri occhi.
Allora, perché non utilizzare questo approccio anche in ambito spaziale? E' proprio ciò che l'Agenzia Spaziale Europea si è chiesta.
Già da tempo si sta pensando di utilizzare la tecnologia delle stampanti 3D per costruire abitazioni "Terrestri" che risultino quindi più economiche
Questo nuovo studio dell'ESA è però un passo più avanti, investigare la possibilità di realizzare una base Lunare mediante l'utilizzo di una stampante 3D che produca direttamente sul posto i vari componenti, usando per di più materiali del luogo.
Guya- La Pasionaria
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