26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
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cciappas
Montalbano
Guya
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Vanni Sandro ha scritto:
Torno a ripetere che la sinistra non è capace di proporre un modello di scuola pubblica all'altezza dei tempi.
Per questo non ha diritto di condannare i poveri ad usufruire di un'offerta scadente ed inadeguata, riservando l'eccellenza al privato e quindi a chi ha i soldi per permetterselo.
Prima di non dare i contributi alle famiglie che pensano di far studiare i figli in scuole a loro giudizio migliori, abbiamo l'obbligo di far funzionare decentemente quella pubblica.
Altrimenti sosteniamo un modello di istruzione classista.
...che poi, a ben pensarci e rileggendo, hai detto un'altra sciocchezza (in senso non spregiativo). La scuola per l'infanzia emiliana in primis è tra le migliori e all'avanguardia - e non solo in Italia.
Lo è stata e lo è tutt'ora !
Quindi dire che la scuola pubblica, in questo caso, è scadente è segno di malafede o di ignoranza (nel senso che si ignora ciò che è la realtà delle cose - la scuola per l'infanzia emiliana e cio che è, appunto)
E allora di chè stiamo parlando ?
Il gioco, sta tutto tra PD, PDL, Curia, Lega Nord, Cei, Cl... che sono scesi in campo per consolidare il diritto a finanziare con denaro pubblico la scuola paritaria privata, pratica questa che ha consentito di conciliare per anni gli interessi di PD, PDL e quelli della Curia, compensando le politiche di privatizzazione e taglio alla scuola pubblica con la reintroduzione della scuola confessionale come modello di formazione per tutti
(evito per carità di nominare l'Invalsi, di ideologia cattoclericale, cui i nostri figli da qualche anno sono costretti a confrontarsi, nella scuola pubblica e non )
Guya- La Pasionaria
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Incredibile, la scuola pubblica emiliana scadente. Pensa che cosa gli raccontano a questi nelle cappelle, pardon, nelle sezioni del pd. E loro se le bevono tutte...
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Comunque mi sembra che gli schieramenti su questo topic siano rivelatori di quello che è il pd, con il duo Monitore-Vannisandro scatenato a difesa del privato, con freg che ne fa solo una questione di divisioni, poi quello che arriva arriva basta che ci sia dentro il pd, fosse anche la santa alleanza con l'aspersorio e le acque sacre del Dio Po, e chi ancora si sente di sinistra a difesa dell'ultima trincea. Straordinario!!!
Montalbano- Messaggi : 1137
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Guya ha scritto:
certo e ti chiesto scusa se ti ho urtato..
OK. Ho avuto una reazione spropositata, ma ho scelto l'iscrizione e la militanza in un partito perchè credo sia il modo migliore per dar forza allemie idee, non perchè sento l'esigenza di avere un padrone. Non a caso ho scelto un partito dove la discussione e il confronto sono pratica quotidiana.
(anche se del mio post, hai commentato solo quello, lasciando cadere tutto il resto...)
Questo succede quando si urla.
Non puoi paragonarmi la scuola privata con la pubblica ed accettare in questo modo che si cada in mano ai privati.
Io vorrei il socialismo, ma vivo in un modello sociale ed economico diverso e, in attesa del paradiso terrestre, cerco sempre il male minore.
Se la scuola privata mi offre lo stesso livello qualitativo di quella pubblica e costa a me Stato molto meno, quella scuola è una risorsa, non una vergogna.
La sanità adesso è uno schifo, la scuola gli sta andando dietro.
Che la sanità italiana sia uno schifo è un tuo legittimo parere. L'Organizzazione Mondiale della Sanità è di parere diverso.
Pagheremo... anzi, stiamo già pagando, molto molto salato questo chiudere gli occhi di fronte alle evidenti evidenze che chi comanda in Italia sono la Chiesa e la Mafia... e da loro siamo ricattati
Concordo solo in parte. In Italia ci sono forze come la Chiesa, la Mafia, la Massoneria, le banche e i potentati economici che hanno un potere enorme.
Ma smettiamo di piangerci addosso. Le stesse forze hanno un potere analogo, se non superiore, negli altri Stati. Noi viviamo in Italia e dobbiamo pensare all'Italia, ma per cambiare le cose dobbiamo metterci in gioco e sporcarci le mani. Stando sul pero a giudicare gli altri, non aiuta il cambiamento.
In uno Stato davvero laico e pulito, un referendum come quello di ieri a Bologna non ci sarebbe mai dovuto essere stato.
Uno Stato veramente laico combatte tutti gli integralismi e favorisce la tolleranza, sia quella religiosa che politica.
Il referendum di ieri ha poco valore, sia per la scarsa partecipazione, sia perchè puramente consultivo. Io rivendico il primato della Politica e dell'impegno politico, perchè la laicità è un valore che si trasmette con l'azione politica quotidiana, non a colpi di referendum. [/size]
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Ecco, finalmente una giusta, la sinistra in Parlamento non c'è più.Vanni Sandro ha scritto:
Infatti la sinistra è da mò che è stata mandata a casa...
Montalbano- Messaggi : 1137
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Vanni Sandro ha scritto:
Io vorrei il socialismo, ma vivo in un modello sociale ed economico diverso e, in attesa del paradiso terrestre, cerco sempre il male minore.
Se la scuola privata mi offre lo stesso livello qualitativo di quella pubblica e costa a me Stato molto meno, quella scuola è una risorsa, non una vergogna.
è questo l'errore di fondo: "costa a me stato molto meno". la scuola privata allo stato non deve costare niente: c'è scritto nella costituzione. ma non solo: in un modello di stato liberale e liberista, è sbagliato che lo stato finanzi una qualsiasi attività privata, perché così facendo distorce il mercato. ma non solo: un qualsiasi finanziamento dello stato ad una struttura privata deve essere condizionato alla definizione di un livello di servizio che va comunque rispettato, pena il decadimento del finanziamento.
quanto poi la scelta di finanziare il privato sia coerente con la diminuzione delle risorse allocate al servizio pubblico, questo è ancora un altro discorso che ci porterebbe molto lontano.
rikkitikkitavi- Messaggi : 463
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Vabbè. Ognuno ha i suoi punti di vista.rikkitikkitavi ha scritto:
è questo l'errore di fondo: "costa a me stato molto meno". la scuola privata allo stato non deve costare niente: c'è scritto nella costituzione. ma non solo: in un modello di stato liberale e liberista, è sbagliato che lo stato finanzi una qualsiasi attività privata, perché così facendo distorce il mercato. ma non solo: un qualsiasi finanziamento dello stato ad una struttura privata deve essere condizionato alla definizione di un livello di servizio che va comunque rispettato, pena il decadimento del finanziamento.
quanto poi la scelta di finanziare il privato sia coerente con la diminuzione delle risorse allocate al servizio pubblico, questo è ancora un altro discorso che ci porterebbe molto lontano.
Dal mio, dato e non concesso che il privato offra un servizio migliore, credo che tutti debbano avere la possibilità di accedervi e non solo i ricchi.
Ripeto, l'obbiettivo che dovremmo porci è diverso. Ovvero che l'offerta formativa del servizio pubblico sia migliore di quella del privato. E su questo fronte, purtroppo, la sinistra è latitante perchè senza idee.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Se la scuola privata mi offre lo stesso livello qualitativo di quella pubblica e costa a me Stato molto meno, quella scuola è una risorsa, non una vergogna
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la scuola privata ti costa meno perchè schiavizza il personale e le spese vere sono sostenute dalle famiglie.,, in pratica il contrribito dello stato serve slo per aumentare gli utili della curia mentre si fa la sua bella campagna piubblicitaria reazionaria. e non credo quei soldi siano davvero necessari per poter dare il posto all'asilo o a scuola per tutti gli salunni,
le leggi vanno rispettate,, invece dando i contributi si fa capire al popolo che le leggi valgono solo per i poveracci e non per i ricchi.
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la scuola privata ti costa meno perchè schiavizza il personale e le spese vere sono sostenute dalle famiglie.,, in pratica il contrribito dello stato serve slo per aumentare gli utili della curia mentre si fa la sua bella campagna piubblicitaria reazionaria. e non credo quei soldi siano davvero necessari per poter dare il posto all'asilo o a scuola per tutti gli salunni,
le leggi vanno rispettate,, invece dando i contributi si fa capire al popolo che le leggi valgono solo per i poveracci e non per i ricchi.
cciappas- Messaggi : 239
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Ti ho scritto che, dal mio punto di vista, le scuole private dovrebbero essere accreditate, ovvero rispondere ai requisiti strutturali e gestionali uguali o superiori al pubblico e che solo in questo caso potrebbero essere convenzionate.cciappas ha scritto:Se la scuola privata mi offre lo stesso livello qualitativo di quella pubblica e costa a me Stato molto meno, quella scuola è una risorsa, non una vergogna
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la scuola privata ti costa meno perchè schiavizza il personale e le spese vere sono sostenute dalle famiglie.,, in pratica il contrribito dello stato serve slo per aumentare gli utili della curia mentre si fa la sua bella campagna piubblicitaria reazionaria. e non credo quei soldi siano davvero necessari per poter dare il posto all'asilo o a scuola per tutti gli salunni,
le leggi vanno rispettate,, invece dando i contributi si fa capire al popolo che le leggi valgono solo per i poveracci e non per i ricchi.
Ovvero introdurre un regime di concorrenza qualitativo all'interno del quale ogni cittadino possa fare liberamente la sua scelta, indipendentemente dal suo reddito.
Io non manderei mai mio figlio i una scuola religiosa, ma l'educazione dei figli è responsabilità primaria dei genitori che devono poter esercitare liberamente il loro ruolo.
L'importante è che le scuole che scelgono rispondano ai requisiti di cui sopra, che i programmi scolastici e le commissioni esaminatrici siano le stesse.
Ripeto. Il pubblico vince la sua sfida se si rinnova e si migliora, non se impedisce ai poveri di accedere alle scuole private.
ma ogni punto di vista è legittimo. Spero anche il mio.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Vanni Sandro ha scritto:
Ti ho scritto che, dal mio punto di vista, le scuole private dovrebbero essere accreditate, ovvero rispondere ai requisiti strutturali e gestionali uguali o superiori al pubblico e che solo in questo caso potrebbero essere convenzionate.
Ovvero introdurre un regime di concorrenza qualitativo all'interno del quale ogni cittadino possa fare liberamente la sua scelta, indipendentemente dal suo reddito.
Io non manderei mai mio figlio i una scuola religiosa, ma l'educazione dei figli è responsabilità primaria dei genitori che devono poter esercitare liberamente il loro ruolo.
L'importante è che le scuole che scelgono rispondano ai requisiti di cui sopra, che i programmi scolastici e le commissioni esaminatrici siano le stesse.
Ripeto. Il pubblico vince la sua sfida se si rinnova e si migliora, non se impedisce ai poveri di accedere alle scuole private.
ma ogni punto di vista è legittimo. Spero anche il mio.
il tuo punto di vista non è legittimo perchè viola la legge,
cciappas- Messaggi : 239
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
i punti di vista, finchè rimangono tali e non si trasformano in azioni contrarie alla legge, sono sempre legittimi ex art. 21 della Costituzione.
sempre legittimi, ma non sempre giusti, come è il caso in questione in cui mi sembra che si parta da un presupposto non vero (la superiorità delle scuole private, specie nel campo delle materne) per trarne una conseguenza, prima ancora che contraria alla Costituzione, assurda: se, infatti, la scuola privata costituisse un "privilegio" il compito dello stato dovrebbe essere quello di abolirlo e non di farvi partecipare alcuni tra i meno abbienti, facendoli così diventare a loro volta privilegiati.
sempre legittimi, ma non sempre giusti, come è il caso in questione in cui mi sembra che si parta da un presupposto non vero (la superiorità delle scuole private, specie nel campo delle materne) per trarne una conseguenza, prima ancora che contraria alla Costituzione, assurda: se, infatti, la scuola privata costituisse un "privilegio" il compito dello stato dovrebbe essere quello di abolirlo e non di farvi partecipare alcuni tra i meno abbienti, facendoli così diventare a loro volta privilegiati.
Ospite- Ospite
Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Bessarione13 ha scritto:i punti di vista, finchè rimangono tali e non si trasformano in azioni contrarie alla legge, sono sempre legittimi ex art. 21 della Costituzione.
sempre legittimi, ma non sempre giusti, come è il caso in questione in cui mi sembra che si parta da un presupposto non vero (la superiorità delle scuole private, specie nel campo delle materne) per trarne una conseguenza, prima ancora che contraria alla Costituzione, assurda: se, infatti, la scuola privata costituisse un "privilegio" il compito dello stato dovrebbe essere quello di abolirlo e non di farvi partecipare alcuni tra i meno abbienti, facendoli così diventare a loro volta privilegiati.
Dire che si può, e persino che si deve, rubare o uccidere, nonostante la legge dica il contrario ,,, non è legittimo!
cciappas- Messaggi : 239
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Ciappas, le tasse sono troppo alte, se uno lo dice non commette reato. Loro possono pure dire che il finanziamento alle private è giusto, poi sta agli elettori giudicare, non ai giudici...
Montalbano- Messaggi : 1137
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Nessuna opinione politica può violare una legge.cciappas ha scritto:
il tuo punto di vista non è legittimo perchè viola la legge,
Qualsiasi legge può essere messa in discussione e modificata.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
La scuola pubblica (nidi, scuola materna ed elementari) è in genere di buona qualità. Ci sono casi però, in cui gli orari non coincidono con le esigenze di lavoro dei genitori e il privato, molto più elastico, diventa una necessità.Bessarione13 ha scritto:i punti di vista, finchè rimangono tali e non si trasformano in azioni contrarie alla legge, sono sempre legittimi ex art. 21 della Costituzione.
sempre legittimi, ma non sempre giusti, come è il caso in questione in cui mi sembra che si parta da un presupposto non vero (la superiorità delle scuole private, specie nel campo delle materne) per trarne una conseguenza, prima ancora che contraria alla Costituzione, assurda: se, infatti, la scuola privata costituisse un "privilegio" il compito dello stato dovrebbe essere quello di abolirlo e non di farvi partecipare alcuni tra i meno abbienti, facendoli così diventare a loro volta privilegiati.
La scuola media, salvo qualche eccezione, è generalmente mediocre.
La scuola media superiore è una fabbrica di analfabeti. E' un dato di fatto. Più passa il tempo e più maturo l'idea che averla trasformata in scuola dell'obbligo sia stato un grave sbaglio. Per forza non viene neanche l'aceto, dicono dalle mie parti. Inizio a convincermi che la scuola media superiore dovrebbe essere più selettiva e limitarsi a dare a tutti le stesse opportunità. Chi non ne ha voglia, anziché stare a bighellonare a spese dello Stato, per non imparare nulla e ostacolare la formazione di chi si impegna, dovrebbe tornare a fare il garzone e imparare un lavoro manuale. Per il suo futuro non cambierebbe assolutamente niente, per quello degli altri probabilmente si.
E' una mia idea certamente antiquata e non pretendo che sia condivisa.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
50.000 persone hanno detto chiaro e tondo che questo sistema non lo gradiscono, che non ritengono giusto che un milione e passa di euro venga regalato ogni anno a scuole non laiche né inclusive. Scuole, tra l'altro, a cui molti genitori benestanti e malpensanti iscrivono i bimbi perché "nelle comunali ci sono troppi immigrati".
Il tentativo di appropriarsi dell'astensionismo è ridicolo. Il fronte del B ha fatto campagna con ogni mezzo, suonato ogni tromba, fatto crepitare ogni megafono anche istituzionale. Merola ha fatto il giro dei circoli e delle parrocchie, e tutti i potentati politici ed economici della città hanno dato indicazione di andare a votare B. Merola ha addirittura dichiarato "la riscossa del PD partirà dalla vittoria della B al referendum". Bisognava andare a votare B per schiacciare la A.
Ebbene, Curia, PD e potentati hanno fallito, e clamorosamente. Pochissimi hanno ascoltato le loro chiamate alle armi e la A ha vinto. La A ha vinto, una grossa fetta di elettorato del PD non si è fatta scaldare il cuore dagli appelli accorati del suo partito, e un'altra è addirittura andata a votare A. La A ha vinto, questo è un fatto, ed è una frittata che non riusciranno a rigirare
Il tentativo di appropriarsi dell'astensionismo è ridicolo. Il fronte del B ha fatto campagna con ogni mezzo, suonato ogni tromba, fatto crepitare ogni megafono anche istituzionale. Merola ha fatto il giro dei circoli e delle parrocchie, e tutti i potentati politici ed economici della città hanno dato indicazione di andare a votare B. Merola ha addirittura dichiarato "la riscossa del PD partirà dalla vittoria della B al referendum". Bisognava andare a votare B per schiacciare la A.
Ebbene, Curia, PD e potentati hanno fallito, e clamorosamente. Pochissimi hanno ascoltato le loro chiamate alle armi e la A ha vinto. La A ha vinto, una grossa fetta di elettorato del PD non si è fatta scaldare il cuore dagli appelli accorati del suo partito, e un'altra è addirittura andata a votare A. La A ha vinto, questo è un fatto, ed è una frittata che non riusciranno a rigirare
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=13294
Avevamo detto che sarebbe stata la battaglia delle Termopili e invece si è trasformata in quella di Platea. I trecento spartani sono stati raggiunti da cinquantamila liberi “greci” e insieme hanno battuto Serse. Cinquantamila bolognesi hanno votato per l’abolizione del finanziamento comunale alle scuole d’infanzia paritarie private, contro i trentacinquemila che hanno votato invece per il mantenimento dello status quo.
Ora i “persiani” sminuiscono il risultato referendario, dicendo che in fondo in battaglia è scesa poca gente, appena il 28,7 per cento dell’elettorato bolognese, quindi si è trattato solo di una scaramuccia alla periferia del loro traballante impero.
Qualcuno si spinge perfino a dire che chi non è andato a votare lo ha fatto perché appoggia la politica scolastica dell’amministrazione (vedi Edoardo Patriarca del Pd). Un curioso modo di ragionare, tenendo conto che l’amministrazione bolognese, insieme alla più estesa ed eclettica alleanza di apparati politico-economici mai vista, ha fatto una sfegatata propaganda per il voto, non per l’astensione. Gran parte dell’armata persiana ha disertato la battaglia e questa sarebbe una vittoria di Serse?
La logica distorta si commenta da sé.
Pd, Pdl, Lega nord, Scelta civica, Cei, Curia, Cisl, Ascom, Confindustria, Cna, con gli endorsement di Prodi, Renzi, Lupi, Gasparri, Casini, hanno chiamato al voto per l’opzione B (continuare a finanziare le scuole paritarie private), e hanno mobilitato meno gente di un piccolo comitato di volontari, che invece ha incassato una vittoria 59 per cento a 41. L’opzione A (dare quei soldi alle scuole pubbliche comunali e statali) ha vinto in tutti i seggi eccetto quelli pedecollinari, che raccolgono il voto dei bolognesi più abbienti e tradizionalmente di destra. Significa che gran parte dell’elettorato del Pd si è astenuto oppure ha votato A, perfino nei quartieri dove il partitone ha più tesserati. Di fronte a questa evidenza verrebbe da dire “a buon intenditor poche parole”, se non fosse che gli intenditori si sono estinti da un pezzo in favore dei navigatori a vista, per giunta mezzi ciechi o ubriachi.
Ottantacinquemila votanti su duecentonovantamila aventi diritto. In sostanza, meno di un elettore bolognese su tre è andato alle urne. Potevano essere di più? Senz’altro. Se i seggi fossero stati quelli delle amministrative, vicino a casa, dove la gente è abituata ad andare a votare; se i dipendenti comunali ai seggi fossero stati dotati di uno stradario per indirizzare gli elettori disorientati alle sezioni giuste; se il sito del comune non fosse andato in tilt e le linee telefoniche non fossero state intasate; se alcuni seggi non fossero stati a casa del diavolo, come si suol dire (guarda caso quelli dove l’affluenza è stata più bassa); o semplicemente se i seggi fossero stati più numerosi e si fosse votato in due giorni anziché in uno solo.
Ma il motivo di fondo della bassa affluenza non è l’imbarazzante negligenza organizzativa del comune di Bologna. La verità è che una vasta fetta di popolazione ha sottovalutato la valenza politica del quesito referendario, magari perché non ha figli in età scolare o non lavora nel settore dell’istruzione, o semplicemente perché è talmente sfiduciata nella possibilità che la propria espressione venga tenuta in conto da non avere più nemmeno voglia di mettersi in fila a un seggio. Lo hanno dimostrato, in contemporanea, le elezioni amministrative in varie città italiane. Non c’è chiamata di correo che tenga, sono in tanti ormai a non crederci più.
Ecco perché i cinquantamila di Bologna sono tanto più importanti. Ecco perché quella di Bologna non è stata una semplice scaramuccia, ma una battaglia campale condotta senza risparmio di energie da entrambe le parti, sotto i riflettori nazionali. Si è risolta in una vittoria dei referendari, prodotta dal basso, con l’appoggio nominale di una sfilza di intellettuali e artisti famosi, che però non sono venuti a Bologna a metterci la faccia (ad eccezione di Moni Ovadia e Paolo Flores D’Arcais). Una vittoria ottenuta con le proprie sole forze, se si tiene conto che nemmeno gli unici due partiti presenti in consiglio comunale che appoggiavano l’opzione A, cioè Sel e M5s, hanno dato un contributo determinante alla campagna referendaria. Insomma è innanzitutto una vittoria contro la depressione e la frustrazione dilaganti. La dimostrazione che “si può fare”, anche in pochi contro tanti e contro ogni pronostico.
E adesso? Secondo il regolamento la risposta del comune rispetto al risultato della consultazione dovrà arrivare entro novanta giorni. Più verosimilmente entro le vacanze estive. Intanto dal sito del comune di Bologna il referendum è già sparito. Come non fosse mai successo. Le dichiarazioni del sindaco Merola – lo stesso che ha mandato una lettera a casa dei bolognesi invitandoli a votare B; quello che ha ceduto al comitato per la B i propri spazi elettorali; colui che ha lanciato la riscossa del Pd nazionale a partire dal referendum bolognese – cercano di nascondere la débâcle politica dietro la scarsa affluenza e in buona sostanza annunciano che non cambierà nulla. Il sistema integrato non si tocca, tutt’al più si potranno fare due cose: “migliorare” la convenzione con le scuole private, per esempio con maggiori controlli, e chiedere tutti insieme appassionatamente, pro-A e pro-B, che lo stato sganci più soldi per le scuole d’infanzia.
La seconda eventualità sembra la più improbabile nell’epoca del governo ircocervo. Tuttavia, il ministro dell’istruzione Carrozza, che ha sostenuto la B e i finanziamenti alle scuole private paritarie, adesso dichiara che il referendum bolognese “apre un dibattito e stimola una riflessione sul ruolo del servizio pubblico in rapporto alle scuole parificate che vale la pena di approfondire anche a livello nazionale […]. Il rapporto tra il sistema pubblico e quello paritario non cambia nell’immediato, ma il voto di Bologna porta a fare una riflessione anche su scala nazionale, in stretto rapporto con gli enti locali, su quello che dovrà essere il sistema a lungo termine […]. Noi sappiamo che la scuola pubblica ha bisogno di investimenti, soprattutto per quanto riguarda l’edilizia scolastica ed è su questo che ragioneremo guardando anche a ciò che succede a Bologna”.
Insomma, pare che a dispetto delle minimizzazioni fatte dai generali persiani sconfitti, a Bologna qualcosa sia in effetti successo. Un punto a favore della riaffermazione del diritto alla scuola pubblica è stato messo a segno, se non altro nella percezione degli osservatori e con buona pace di chi vorrebbe scordare in fretta che una battaglia sia mai avvenuta.
Quanto al “miglioramento” della convenzione con le scuole paritarie private, bisognerà innanzitutto capire cosa significa. Il fronte della A ha sostenuto fin dall’inizio che se ne potrebbe fare a meno, senza lasciare a casa manco un bambino. Probabile che si tratti di mettersi intorno a un tavolo con una calcolatrice e dimostrare a chi di dovere che le scelte riguardano assai più il campo della volontà politica che quello dell’ineluttabile destino.
Infine si tratterà di capire se altre realtà locali seguiranno l’esempio di Bologna e se questo potrà mai alludere a un eventuale movimento nazionale che metta in discussione la sussidiarietà e immagini una sorte diversa per la scuola italiana.
Più che probabile che la riscossa non sia dietro l’angolo (nessun Alessandro Magno in vista, tanto per proseguire sulla stessa metafora…). Ma intanto oggi, a Bologna, i reduci vittoriosi della battaglia camminano a testa alta. E guardano avanti.
Guya- La Pasionaria
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Vanni Sandro ha scritto:
La scuola pubblica (nidi, scuola materna ed elementari) è in genere di buona qualità. Ci sono casi però, in cui gli orari non coincidono con le esigenze di lavoro dei genitori e il privato, molto più elastico, diventa una necessità.
La scuola media, salvo qualche eccezione, è generalmente mediocre.
La scuola media superiore è una fabbrica di analfabeti. E' un dato di fatto. Più passa il tempo e più maturo l'idea che averla trasformata in scuola dell'obbligo sia stato un grave sbaglio. Per forza non viene neanche l'aceto, dicono dalle mie parti. Inizio a convincermi che la scuola media superiore dovrebbe essere più selettiva e limitarsi a dare a tutti le stesse opportunità. Chi non ne ha voglia, anziché stare a bighellonare a spese dello Stato, per non imparare nulla e ostacolare la formazione di chi si impegna, dovrebbe tornare a fare il garzone e imparare un lavoro manuale. Per il suo futuro non cambierebbe assolutamente niente, per quello degli altri probabilmente si.
E' una mia idea certamente antiquata e non pretendo che sia condivisa.
quella degli orari è un'altra arrampicata sui vetri. Le scuole infanzia - e gli asili nido - funzionano dalle 7.15 del mattino alle 18.15 del pomeriggio.
Molte scuole private, al contrario, chiudono alle 17
Qua Vanni si parla di Scuola per l'Infanzia e NON di scuola dell'obbligo o di scuola superiore, che avrebbe necessità di un 3d a sè. Perchè in questo caso andrebbe contestata la Riforma, cui per altro si avvalgono - essendo il Programma ministeriale - pure le private
Guya- La Pasionaria
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
allora.
per me la scuola privata non è un avversario da sconfiggere: è una alternativa alla scuola pubblica. e come tale va trattata e rispettata. il punto è che non va finanziata: non ci sono guerre di religione da combattere, semplicemente dei ruoli da rispettare.
per me la scuola privata non è un avversario da sconfiggere: è una alternativa alla scuola pubblica. e come tale va trattata e rispettata. il punto è che non va finanziata: non ci sono guerre di religione da combattere, semplicemente dei ruoli da rispettare.
rikkitikkitavi- Messaggi : 463
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Guya ha scritto:
quella degli orari è un'altra arrampicata sui vetri. Le scuole infanzia - e gli asili nido - funzionano dalle 7.15 del mattino alle 18.15 del pomeriggio.
Molte scuole private, al contrario, chiudono alle 17
Qua Vanni si parla di Scuola per l'Infanzia e NON di scuola dell'obbligo o di scuola superiore, che avrebbe necessità di un 3d a sè. Perchè in questo caso andrebbe contestata la Riforma, cui per altro si avvalgono - essendo il Programma ministeriale - pure le private
Non conosco gli orari delle scuole materne e dei nidi di Bologna, ma gli orari di apertura cambiano da realtà a realtà. In ogni caso nessun orario di apertura potrà mai coprire in toto le esigenze delle varie tipologie di lavoro. Aggiungo che non è vero che le private chiudono alle 17, anzi una delle loro caratteristiche è proprio l'elasticità dell'orario. E' su questo che fanno concorrenza al servizio pubblico, al punto che molti genitori le preferiscono anche se consapevoli di "parcheggiare" i figli.
In ogni caso, poichè ponete una questione di principio, è ovvio che la questione vale per tutti i gradi della scuola, università compresa.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Vanni Sandro ha scritto:
Non conosco gli orari delle scuole materne e dei nidi di Bologna, ma gli orari di apertura cambiano da realtà a realtà. In ogni caso nessun orario di apertura potrà mai coprire in toto le esigenze delle varie tipologie di lavoro. Aggiungo che non è vero che le private chiudono alle 17, anzi una delle loro caratteristiche è proprio l'elasticità dell'orario. E' su questo che fanno concorrenza al servizio pubblico, al punto che molti genitori le preferiscono anche se consapevoli di "parcheggiare" i figli.
In ogni caso, poichè ponete una questione di principio, è ovvio che la questione vale per tutti i gradi della scuola, università compresa.
Vanni ti garantisco che sono proprio le scuole infanzia comunali quelle più "concorrenziali" da un punto di vista dell'elasticità di orario e, soprattutto, per la loro qualità
E lo so, perchè è proprio ciò di cui mi occupo
E' chiaro che non si troverà mai nessun asilo - nè materna nè nido - che lavorino pure in orari notturni... ergo chi fa i turni non potrà mai avere un servizio a 360°
Tu ti riferisci (ma anche qua gli orari non sono poi così elastici) ai centri bambini, in genere gestiti da cooperative e accreditati dal comune (guarda un po', a volte il caso dove vanno a finire una parte dei soldi pubblici ? Se non son cooperative son suorine... )
La questione di principio, come tu la chiami, è rivolta solo alla scuola NON dell'obbligo. Possibile che tu ancora non te ne voglia fare una ragione ?
La scuola dell'obbligo - a partire dalla Primaria per finire al secondo anno di scuola superiore - è tutt'altra cosa
E, dato che non l'ho fatto prima lo dico adesso, mi colpisce parecchio quel tuo pensare che la scuola dovrebbe essere più selettiva di ciò che è
La scuola dovrebbe non selezionare affatto nessuno, se ci sono studenti in difficoltà o studenti che non ne hanno voglia dovrebbe essere la scuola stessa a porsi la domanda sul perchè i ragazzi non sono interessati. E' diritto costituzionale e dell'UNICEF e dell'ONU, avere da parte di TUTTI i la possibilità di accedere all'istruzione..
Il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona, come sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell'ONU
« Ognuno ha diritto ad un'istruzione. L'istruzione dovrebbe essere gratuita, almeno a livelli elementari e fondamentali. L'istruzione elementare dovrebbe essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale, dovrebbero essere generalmente fruibili, così come pure un'istruzione superiore dovrebbe essere accessibile sulle basi del merito. »
Non sono loro il problema, ma di chi insegna e, soprattutto, dei programmi che da almeno 15 anni a questa parte sono scadenti
Riformare la Scuola dovrebbe essere uno degli obiettivi principe del Governo. Perchè è da qui che si formano gli adulti di domani... coloro dei quali, medici, ingegneri, avvocati e via cantando, un domani faranno (o meno) di una nazione un'avanguardia...
Non comprendere questo è demoralizzante...
Ultima modifica di Guya il Mar 28 Mag 2013, 19:49 - modificato 1 volta.
Guya- La Pasionaria
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
La scuola privata, come la sanità, dovrebbe essere considerata una concorrente e uno stimolo a migliorare la qualità del servizio privato.rikkitikkitavi ha scritto:allora.
per me la scuola privata non è un avversario da sconfiggere: è una alternativa alla scuola pubblica. e come tale va trattata e rispettata. il punto è che non va finanziata: non ci sono guerre di religione da combattere, semplicemente dei ruoli da rispettare.
Rifaccio la mia tabellina sulla base delle mie conoscenze dirette (territorio dove abito)
Sanità pubblica=buona Sanità privata= scadente e costosa I toscani si rivolgono alla sanità pubblica (anche chi ha i soldi) e le cliniche private, salvo qualche rara eccellenza, non decollano. Alcune strutture private (comunità terapeutiche, Case di riposo, centri diurni e qualche diagnostica) sono convenzionate con il pubblico e lo aiutano a integrare la qualità e tempestività degli interventi. Devono tuttavia essere accreditate secondo un rigido protocollo che ne garantisce la qualità a costi non superiori ai servizi erogati direttamente dal servizio sanitario toscano. Gli utenti decidono liberamente se rivolgersi alle strutture pubbliche o private convenzionate. Dov'è il problema?
Perché lo stesso criterio non può essere applicato alle scuole di ogni ordine e grado?
Se io Stato, con un contributo, riesco a garantire ad una parte di cittadini un livello scolastico in linea con i parametri che io fisso, risparmiando soldi pubblici (perché quel ragazzo in una mia struttura mi costerebbe comunque di più), perché dovrei rinunciarvi?
Piuttosto dovrei riflettere sul fatto che se tante famiglie scelgono il servizio privato, magari sacrificandosi per la retta, probabilmente il servizio scolastico che offro non è ritenuto valido. Più alta è la richiesta di privato, maggiore è il mio fallimento. O no?
Quando, come nella snità toscana, i cittadini italiani preferiranno le scuole pubbliche a quelle private, lo Stato e la laicità avranno vinto la loro battaglia, assolvendo al loro ruolo.
Fin tanto che l'offerta pubblica sarà di basso livello, lo Stato negherà un diritto basilare e continuerà a creare disparità nelle opportunità di vita dei cittadini.
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
ma non dovrebbe proprio esserci nè scuola privata, nè sanità privata !!
E se esiste non deve essere messa in concorrenza con la pubblica, ma devono essere due cose separate.
Il privato non può sostituirsi al pubblico. MAI !!
E lo Stato deve adoperarsi al fine di migliorare la cosa pubblica, non quella privata. Ecchecavolo !
Guya- La Pasionaria
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Vanni Sandro ha scritto:
La scuola privata, come la sanità, dovrebbe essere considerata una concorrente e uno stimolo a migliorare la qualità del servizio privato.
Rifaccio la mia tabellina sulla base delle mie conoscenze dirette (territorio dove abito)
Sanità pubblica=buona Sanità privata= scadente e costosa I toscani si rivolgono alla sanità pubblica (anche chi ha i soldi) e le cliniche private, salvo qualche rara eccellenza, non decollano. Alcune strutture private (comunità terapeutiche, Case di riposo, centri diurni e qualche diagnostica) sono convenzionate con il pubblico e lo aiutano a integrare la qualità e tempestività degli interventi. Devono tuttavia essere accreditate secondo un rigido protocollo che ne garantisce la qualità a costi non superiori ai servizi erogati direttamente dal servizio sanitario toscano. Gli utenti decidono liberamente se rivolgersi alle strutture pubbliche o private convenzionate. Dov'è il problema?
Perché lo stesso criterio non può essere applicato alle scuole di ogni ordine e grado?
Se io Stato, con un contributo, riesco a garantire ad una parte di cittadini un livello scolastico in linea con i parametri che io fisso, risparmiando soldi pubblici (perché quel ragazzo in una mia struttura mi costerebbe comunque di più), perché dovrei rinunciarvi?
Piuttosto dovrei riflettere sul fatto che se tante famiglie scelgono il servizio privato, magari sacrificandosi per la retta, probabilmente il servizio scolastico che offro non è ritenuto valido. Più alta è la richiesta di privato, maggiore è il mio fallimento. O no?
Quando, come nella snità toscana, i cittadini italiani preferiranno le scuole pubbliche a quelle private, lo Stato e la laicità avranno vinto la loro battaglia, assolvendo al loro ruolo.
Fin tanto che l'offerta pubblica sarà di basso livello, lo Stato negherà un diritto basilare e continuerà a creare disparità nelle opportunità di vita dei cittadini.
perché la costituzione dice che non si può, che la scuola privata non deve comportare oneri per lo stato, mentre non è scritto così per la sanità.
io sono convinto che la scuola e la sanità private devano esistere, che possano essere alternative, più o meno valide. al sistema pubblico. ma le mie tasse devono servire a migliorare l'offerta pubblica, non a finanziare delle imprese private.
rikkitikkitavi- Messaggi : 463
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Gli adepti continueranno a dire che è il contrario, che è una crociata, gliel'hanno detto in chiesa, pardon, in sezione. Non riescono a capire quello che dici, puoi solo sperare che prima o poi al pd rinsaviscano, vedrai che a quel punto si scorderanno di quello che hanno detto cinque minuti prima, è aria sprecata, ora si inventano addirittura la storiella degli orari, dopo quella stupenda sulla scuola pubblica emiliana (la stessa che veniva magnificata dall'Unità come la migliore del mondo, prima che arrivasse il contrordine compagni di guareschiana memoria) che non funzionerebbe. Da qui alla fine del topic toccherà sentirne ancora di meravigliose...rikkitikkitavi ha scritto:allora.
per me la scuola privata non è un avversario da sconfiggere: è una alternativa alla scuola pubblica. e come tale va trattata e rispettata. il punto è che non va finanziata: non ci sono guerre di religione da combattere, semplicemente dei ruoli da rispettare.
Montalbano- Messaggi : 1137
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Scuole materne e nidi. Il servizio pubblico è di eccellenza. Nessuna struttura privata, tanto meno quelle gestite da religiosi, potranno mai equagliarle. Di questo ne sono consapevoli tutti. E' per questo che anche chi ha i soldi, se può, manda i bambini nelle strutture pubbliche. Chi si rivolge al privato, compreso quello gestito da religiosi, non lo fa per indottrinare i propri figli ma per altri motivi: orari più congeniali al loro lavoro, a volte rette inferiori anche se a scapito della qualità o semplicemente perché non trovano posto nelle strutture pubbliche. Per questo è sbagliato farne una questione ideologica. Le rette scolastiche sono già differenziate per fasce di reddito, almeno qua da noi, e chi ricorre al privato generalmente è perché le strutture sono piene e i Comuni non hanno risorse per aprirne di nuove. Se quella famiglia è costretta ad andare altrove perché il pubblico non le offre il servizio, è giusto che l'eventuale parte eccedente a quella che pagherebbe nel pubblico le sia almeno in parte rimborsata?Guya ha scritto:
Vanni ti garantisco che sono proprio le scuole infanzia comunali quelle più "concorrenziali" da un punto di vista dell'elasticità di orario e, soprattutto, per la loro qualità
E lo so, perchè è proprio ciò di cui mi occupo
E' chiaro che non si troverà mai nessun asilo - nè materna nè nido - che lavorino pure in orari notturni... ergo chi fa i turni non potrà mai avere un servizio a 360°
Tu ti riferisci (ma anche qua gli orari non sono poi così elastici) ai centri bambini, in genere gestiti da cooperative e accreditati dal comune (guarda un po', a volte il caso dove vanno a finire una parte dei soldi pubblici ? Se non son cooperative son suorine... )
La questione di principio, come tu la chiami, è rivolta solo alla scuola NON dell'obbligo. Possibile che tu ancora non te ne voglia fare una ragione ?
La scuola dell'obbligo - a partire dalla Primaria per finire al secondo anno di scuola superiore - è tutt'altra cosa
E, dato che non l'ho fatto prima lo dico adesso, mi colpisce parecchio quel tuo pensare che la scuola dovrebbe essere più selettiva di ciò che è
La scuola dovrebbe non selezionare affatto nessuno, se ci sono studenti in difficoltà o studenti che non ne hanno voglia dovrebbe essere la scuola stessa a porsi la domanda sul perchè i ragazzi non sono interessati
Non sono loro il problema, ma di chi insegna e, soprattutto, dei programmi che da almeno 15 anni a questa parte sono scadenti
Riformare la Scuola dovrebbe essere uno degli obiettivi principe del Governo. Perchè è da qui che si formano gli adulti di domani... coloro dei quali, medici, ingegneri, avvocati e via cantando, un domani faranno (o meno) di una nazione un'avanguardia...
Non comprendere questo è demoralizzante...
Perché, vedi, nella realtà quotidiana sono pochi i casi di scelta volontaria, ma spesso sono scelte determinate da necessità particolari. Il fatto poi che per legge la scuola della prima infanzia non sia obbligatoria, non significa che non sia un diritto.
Quanto alla scuola dell'obbligo vengo anch'io dalla cultura a cui fai riferimento (pensa che ho fatto le barricate per il 6 politico ). Credo anch'io che la colpa non sia dei ragazzi (anche il ragazzo che ha assassinato la fidanzatina è a sua volta una vittima, come giustamente ha riconosciuto la madre della ragazza), ciò non toglie che la formazione passa anche dalla consapevolezza di avere diritti e doveri e dal loro rispetto. Non credo di essere un reazionario se sostengo che qualsiasi riforma della scuola non possa che partire da questo. Lo studio è uno dei lavori più pesanti e a scuola si va per diventare uomini, non per passare il tempo libero o fumarsi le canne. Il senso del dovere, il rispetto degli impegni, dei compagni, degli insegnati e delle istituzioni sono l'abc della formazione di ogni individuo. E sono tutte cose di cui la scuola non si occupa più da tempo perché ha rinunciato al proprio ruolo, per incapacità e impostazione sbagliata, prima ancora che per mancanza di fondi. Per insegnare questi valori non servono laboratori o lavagne telematiche dal momento che nel terzo mondo le insegnano anche nelle capanne di paglia
La sinistra è stata troppo tollerante e buonista su questo fronte e anziché riformare il sistema scolastico, l'ha distrutto. Bada bene, è un'autocritica quella che faccio. Anche oggi non siamo capaci di elaborare e proporre niente sul piano formativo e ci limitiamo a denunciare la mancanza di strutture e gli edifici non a norma, come se dipendesse da questo la crescita di un uomo. Mio nonno era analfabeta ma aveva una cultura molto superiore a quella dei maturandi di oggi.
Ma sto andando fuori tema, me ne scuso e mi fermo...
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Vanni Sandro ha scritto:
Scuole materne e nidi. Il servizio pubblico è di eccellenza. Nessuna struttura privata, tanto meno quelle gestite da religiosi, potranno mai equagliarle. Di questo ne sono consapevoli tutti. E' per questo che anche chi ha i soldi, se può, manda i bambini nelle strutture pubbliche. Chi si rivolge al privato, compreso quello gestito da religiosi, non lo fa per indottrinare i propri figli ma per altri motivi: orari più congeniali al loro lavoro, a volte rette inferiori anche se a scapito della qualità o semplicemente perché non trovano posto nelle strutture pubbliche. Per questo è sbagliato farne una questione ideologica.
e sta proprio qua la questione, Vanni. I comuni non hanno sufficienti risorse, perchè finanziano anche le scuole private. Non dovrebbero !
E' questo che chiedeva il Referendum
Le rette scolastiche sono già differenziate per fasce di reddito, almeno qua da noi, e chi ricorre al privato generalmente è perché le strutture sono piene e i Comuni non hanno risorse per aprirne di nuove. Se quella famiglia è costretta ad andare altrove perché il pubblico non le offre il servizio, è giusto che l'eventuale parte eccedente a quella che pagherebbe nel pubblico le sia almeno in parte rimborsata?
Perché, vedi, nella realtà quotidiana sono pochi i casi di scelta volontaria, ma spesso sono scelte determinate da necessità particolari. Il fatto poi che per legge la scuola della prima infanzia non sia obbligatoria, non significa che non sia un diritto.
spesso le necessità "particolari" sono dettate da razzismo. Perchè non vi è scuola privata che dal punto qualitativo e della flessibilità dell'orario possa reggere il confronto
Quindi ci sono alcune famiglie che preferiscono mandare i propri figli alla privata, perchè lì non vi sono extracomunitari, in genere
Ma questo diventa affare loro e loro deve rimanere..
Quanto alla scuola dell'obbligo vengo anch'io dalla cultura a cui fai riferimento (pensa che ho fatto le barricate per il 6 politico ). Credo anch'io che la colpa non sia dei ragazzi (anche il ragazzo che ha assassinato la fidanzatina è a sua volta una vittima, come giustamente ha riconosciuto la madre della ragazza), ciò non toglie che la formazione passa anche dalla consapevolezza di avere diritti e doveri e dal loro rispetto. Non credo di essere un reazionario se sostengo che qualsiasi riforma della scuola non possa che partire da questo. Lo studio è uno dei lavori più pesanti e a scuola si va per diventare uomini, non per passare il tempo libero o fumarsi le canne. Il senso del dovere, il rispetto degli impegni, dei compagni, degli insegnati e delle istituzioni sono l'abc della formazione di ogni individuo. E sono tutte cose di cui la scuola non si occupa più da tempo perché ha rinunciato al proprio ruolo, per incapacità e impostazione sbagliata, prima ancora che per mancanza di fondi. Per insegnare questi valori non servono laboratori o lavagne telematiche dal momento che nel terzo mondo le insegnano anche nelle capanne di paglia
La sinistra è stata troppo tollerante e buonista su questo fronte e anziché riformare il sistema scolastico, l'ha distrutto. Bada bene, è un'autocritica quella che faccio. Anche oggi non siamo capaci di elaborare e proporre niente sul piano formativo e ci limitiamo a denunciare la mancanza di strutture e gli edifici non a norma, come se dipendesse da questo la crescita di un uomo. Mio nonno era analfabeta ma aveva una cultura molto superiore a quella dei maturandi di oggi.
Ma sto andando fuori tema, me ne scuso e mi fermo...
A scuola nessuno va per farsi gli affari propri... ciò che fanno i ragazzi è uno spaccato della società.
Impariamo a porci le giuste domande, per trovare le soluzioni migliori...
Guya- La Pasionaria
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Purtroppo non siamo in una repubblica socialista e il privato si sostituisce, eccome, allo Stato su molti fronti.Guya ha scritto:
ma non dovrebbe proprio esserci nè scuola privata, nè sanità privata !!
E se esiste non deve essere messa in concorrenza con la pubblica, ma devono essere due cose separate.
Il privato non può sostituirsi al pubblico. MAI !!
E lo Stato deve adoperarsi al fine di migliorare la cosa pubblica, non quella privata. Ecchecavolo !
L'unico modo di impedirlo è batterlo sulla qualità dell'offerta e rispondere ai bisogni dei cittadini, anziché obbligarli a piegarsi alle proprie carenze.
Se lo stato fissa i paletti per tutti, stabilisce i livelli qualitativi della formazione scolastica, seleziona i test per gli esami e le commissioni giudicatrici, ecc..., e risparmia soldi pubblici per l'istruzione di chi si rivolge a strutture private limitandosi a pagare parte della retta anziché sostenerne il costo intero all'interno di una propria struttura, non capisco dove sia il problema se non sul piano ideologico. Anche in questo caso anziché vietare, sarebbe più logico offrire un servizio migliore, perché nessuno pagherebbe per mandare il figlio in una scuola più scadente.
Per la scuola non dell'obbligo, la scelta di chi manda i bambini alle private, difficilmente è dettata da volontà specifica, ma quasi sempre da bisogni particolari che non trovano risposta nelle strutture pubbliche. Oltretutto il costo pubblico del contributo che viene dato per ogni singolo bambino è nettamente inferiore a quello che ol pubblico sosterebbe per garantire quel posto in una struttura propria.
Lo dico con la massima sincerità. Mi sembra più una questione ideologica che pratica.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
no non è una questione ideologica, ma davvero pratica
Stai girando intorno al problema senza, di fatto, affrontarlo nel suo perchè
Non so più come spiegarti le ragioni del referendum...
Pazienza è un mio limite evidentemente
Guya- La Pasionaria
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Proviamo a ragionare in termini pratici e non di principio.Guya ha scritto:
e sta proprio qua la questione, Vanni. I comuni non hanno sufficienti risorse, perchè finanziano anche le scuole private. Non dovrebbero !
E' questo che chiedeva il Referendum
spesso le necessità "particolari" sono dettate da razzismo. Perchè non vi è scuola privata che dal punto qualitativo e della flessibilità dell'orario possa reggere il confronto
Quindi ci sono alcune famiglie che preferiscono mandare i propri figli alla privata, perchè lì non vi sono extracomunitari, in genere
Ma questo diventa affare loro e loro deve rimanere..
A scuola nessuno va per farsi gli affari propri... ciò che fanno i ragazzi è uno spaccato della società.
Impariamo a porci le giuste domande, per trovare le soluzioni migliori...
I comuni spendono molto meno a compartecipare alla retta di un bambino nel privato che a coprirne l'intero costo in una struttura di sua proprietà. La questione dei costi non regge. Paradossalmente i comuni non hanno nessun interesse di bilancio ad aprire scuole materne e nido, se non quello politico ed istituzionale di garantire ai bambini un servizio di qualità.
Le difficoltà particolari sono tante e vere. Il razzismo c'entra ben poco (in ogni caso se c'è un cretino non fa testo). Abito in una zona in cui in cui i padroni delle concerie accompagnano il propri figli con la Maserati nella stessa scuola in cui i senegalesi accompagnano i propri in bicicletta...
Per quanto riguarda la scuola dell'obbligo, non so in quale realtà tu viva. Credo che la Toscana sia una terra civile e tollerante, pronta a mettersi in discussione. Sono abbastanza in contatto con la realtà giovanile e ti assicuro che se esiste un livello di allarme l'abbiamo superato da un pezzo. Cero che dobbiamo "capire", ma capire non significa tollerare o giustificare, altrimenti diventa complicità. La scuola e gli insegnati non possono essere "amici", perché hanno un ruolo educativo e per svolgerlo devono recuperare la propria autorevolezza.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: 26 maggio 2013. Bologna divisa sul Referendum per la scuola dell'Infanzia
Nessun limite. Semplicemente posizioni diverse.Guya ha scritto:
no non è una questione ideologica, ma davvero pratica
Stai girando intorno al problema senza, di fatto, affrontarlo nel suo perchè
Non so più come spiegarti le ragioni del referendum...
Pazienza è un mio limite evidentemente
Non mi conosci, ma sono considerato un "mangiapreti". Ciò non mi impedisce di valutare le cose a tutto tondo.
Se una struttura cattolica riesce a dare ad una famiglia la risposta ad un bisogno reale che il pubblico non può dare, non vedo perché ciò non debba essere sostenuta.
Tutto qui.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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