La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
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La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
Letta: «Oltre al rigore ci deve essere altro»
Roma - C’è «molta soddisfazione per il formato dell’incontro» di oggi a palazzo Chigi perché dimostra che «l’Europa non si affida solo ai ministri dei numeri e delle Finanze», ma anche a quelli del Lavoro per lottare contro la disoccupazione. Il premier Enrico Letta, interviene alla conferenza dei prefetti a Roma.
Al prossimo vertice europeo «non ci accontenteremo di parole e dichiarazioni» perché «questo è il problema dell’Europa di oggi» che ha «reso più lontane le istituzioni» dai cittadini.
Creare lavoro, soprattutto per i giovani, per tornare a crescere. Questa l’emergenza di un’Europa alle prese con una crisi che non accenna a finire e che riunirà a Roma i ministri del Lavoro e dell’Economia di Italia, Germania, Francia e Spagna.
Un vertice che il premier Enrico Letta ha fortemente voluto, cui l’Italia si presenta con il cantiere ancora aperto del “pacchetto lavoro-giovani” del ministro Giovannini, che proprio oggi ha incontrato i sindacati. Un cantiere che il titolare del Lavoro ha promesso di chiudere entro la fine del mese e che ha assicurato sarà “un segnale forte”.
Gli ultimi segnali parlano di incentivi per le aziende che assumono giovani a tempo indeterminato, una revisione attenta delle riforma Fornero con un’ulteriore semplificazione dell’istituto dell’apprendistato. «Sappiamo di dover aiutare le imprese ad utilizzare tutti gli strumenti, dal lavoro a termine all’apprendistato, ma occorre anche - ha spiegato nei giorni scorsi il ministro - incentivare allungamenti della vita lavorativa, perché la risposta alla crisi non può essere fatta solo di contratti a brevissimo termine».
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/06/14/AP2hajkF-essere_oltre_rigore.shtml
insomma, come da titolo, il nostro... con la proposta di allungamento della vita lavorativa, ce ne assicura una dopo la morte..
Come dire: andrò in pensione, solo dopo morta :readpaper:
Roma - C’è «molta soddisfazione per il formato dell’incontro» di oggi a palazzo Chigi perché dimostra che «l’Europa non si affida solo ai ministri dei numeri e delle Finanze», ma anche a quelli del Lavoro per lottare contro la disoccupazione. Il premier Enrico Letta, interviene alla conferenza dei prefetti a Roma.
Al prossimo vertice europeo «non ci accontenteremo di parole e dichiarazioni» perché «questo è il problema dell’Europa di oggi» che ha «reso più lontane le istituzioni» dai cittadini.
Creare lavoro, soprattutto per i giovani, per tornare a crescere. Questa l’emergenza di un’Europa alle prese con una crisi che non accenna a finire e che riunirà a Roma i ministri del Lavoro e dell’Economia di Italia, Germania, Francia e Spagna.
Un vertice che il premier Enrico Letta ha fortemente voluto, cui l’Italia si presenta con il cantiere ancora aperto del “pacchetto lavoro-giovani” del ministro Giovannini, che proprio oggi ha incontrato i sindacati. Un cantiere che il titolare del Lavoro ha promesso di chiudere entro la fine del mese e che ha assicurato sarà “un segnale forte”.
Gli ultimi segnali parlano di incentivi per le aziende che assumono giovani a tempo indeterminato, una revisione attenta delle riforma Fornero con un’ulteriore semplificazione dell’istituto dell’apprendistato. «Sappiamo di dover aiutare le imprese ad utilizzare tutti gli strumenti, dal lavoro a termine all’apprendistato, ma occorre anche - ha spiegato nei giorni scorsi il ministro - incentivare allungamenti della vita lavorativa, perché la risposta alla crisi non può essere fatta solo di contratti a brevissimo termine».
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/06/14/AP2hajkF-essere_oltre_rigore.shtml
insomma, come da titolo, il nostro... con la proposta di allungamento della vita lavorativa, ce ne assicura una dopo la morte..
Come dire: andrò in pensione, solo dopo morta :readpaper:
Guya- La Pasionaria
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
io leggo la notizia alla luce dell'ultima frase, che evidenzio in blu:
«Sappiamo di dover aiutare le imprese ad utilizzare tutti gli strumenti, dal lavoro a termine all’apprendistato, ma occorre anche - ha spiegato nei giorni scorsi il ministro - incentivare allungamenti della vita lavorativa, perché la risposta alla crisi non può essere fatta solo di contratti a brevissimo termine».
Parrebbe cioè trattarsi dell'intento di favorire forme contrattuali di più lunga durata rispetto ai brevi tempi dell'attuale precariato.
Lodevole intenzione, se questa è la giusta lettura, ma resta sempre la solita questione: chi paga?
Mi riferisco, ovviamente al minor gettito derivante dalla annunciate riduzioni fiscali
«Sappiamo di dover aiutare le imprese ad utilizzare tutti gli strumenti, dal lavoro a termine all’apprendistato, ma occorre anche - ha spiegato nei giorni scorsi il ministro - incentivare allungamenti della vita lavorativa, perché la risposta alla crisi non può essere fatta solo di contratti a brevissimo termine».
Parrebbe cioè trattarsi dell'intento di favorire forme contrattuali di più lunga durata rispetto ai brevi tempi dell'attuale precariato.
Lodevole intenzione, se questa è la giusta lettura, ma resta sempre la solita questione: chi paga?
Mi riferisco, ovviamente al minor gettito derivante dalla annunciate riduzioni fiscali
Ospite- Ospite
Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
vero, si potrebbe anche interpretare come l'hai interpretata tu ma..
è quell' "occorre anche - ha spiegato nei giorni scorsi il ministro - incentivare allungamenti della vita lavorativa, perché la risposta alla crisi non può essere fatta solo di contratti a brevissimo termine»"
che m'ha fatto pensare che non solo si punti (giustamente e finalmente) a contratti di lavoro più lunghi ma anche ad uno slittamento in avanti della vita lavorativa già in essere
Guya- La Pasionaria
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
se i giornalisti acquisissero la capacita di fornire notizie inequivoche sarebbe bello per tutti: vedremo nei prossimi giorni, anche per quanto riguarda la mia domanda.
Ospite- Ospite
Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
già... ma si sa, l'arte del giornalista si traduce il più delle volte nell'alchimia della notiziaBessarione13 ha scritto:se i giornalisti acquisissero la capacita di fornire notizie inequivoche sarebbe bello per tutti: vedremo nei prossimi giorni, anche per quanto riguarda la mia domanda.
Guya- La Pasionaria
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
Guya ha scritto:Letta: «Oltre al rigore ci deve essere altro»
espulsione per chiara occasione da goal?
scusate: oggi mi ha preso così
rikkitikkitavi- Messaggi : 463
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
be' in questo caso si ritroverebbero in 100 (anzichè 101) a giocarerikkitikkitavi ha scritto:
espulsione per chiara occasione da goal?
scusate: oggi mi ha preso così
evvabbe' un po' di sano sarcasmo male non fa
Guya- La Pasionaria
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
Guya ha scritto:
be' in questo caso si ritroverebbero in 100 (anzichè 101) a giocare
evvabbe' un po' di sano sarcasmo male non fa
per quelli pensavo di chiamare crudelia, che quella lì mica smacchia ....
rikkitikkitavi- Messaggi : 463
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
rikkitikkitavi ha scritto:
per quelli pensavo di chiamare crudelia, che quella lì mica smacchia ....
ah no.. lei non smacchia entra direttamente dentro il problema, indossandolo alla perfezione
Guya- La Pasionaria
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
A me pare che l'iniziativa di riunire i responsabili dei vari paesi in materia di lavoro, sia un ottimo modo per convenire accordi e solidarietà da sfruttare nei prossimi incontri comunitari, al fine di costringere i paesi del rigore a più miti consigli.
Diversamente l'economia non partirà mai.
Diversamente l'economia non partirà mai.
Adam- Messaggi : 609
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
sono d'accordo ma, oltre a riunire i responabili di ogni Paese, sarebbe bene che venissero abbracciate le situazioni migliori... come quelle della Germania ad esempio. Questo dovrebbe valere in senso generale per ciò che riguarda il welfare, come ad esempio l'assegno di cittadinanza. Ecco allora sì che uno spiraglio, una spinta in avanti (anche) nella nostra economia la vedremmoAdam ha scritto:A me pare che l'iniziativa di riunire i responsabili dei vari paesi in materia di lavoro, sia un ottimo modo per convenire accordi e solidarietà da sfruttare nei prossimi incontri comunitari, al fine di costringere i paesi del rigore a più miti consigli.
Diversamente l'economia non partirà mai.
Guya- La Pasionaria
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
Il problema è che qualsiasi misura di welfare ha un costo. La vera questione è dove reperire le risorse necessarie.
E qui si misurano e contano i rapporti di forza tra le classi sociali e i vari ceti che le compongono.
Fino a che la sinistra non porterà avanti una politica di unità, con lo scopo di costituire un blocco sociale forte e coeso, i "padroni" avranno gioco facile a far prevalere i loro interessi.
Possiamo attribuire la responsabilità a chi vogliamo, ma in Italia la maggior parte dei disoccupati, dei giovani e dei precari, vota per Berlusconi e Grillo, che tutto possono fare fuorché tutelare i loro interessi.
E qui si misurano e contano i rapporti di forza tra le classi sociali e i vari ceti che le compongono.
Fino a che la sinistra non porterà avanti una politica di unità, con lo scopo di costituire un blocco sociale forte e coeso, i "padroni" avranno gioco facile a far prevalere i loro interessi.
Possiamo attribuire la responsabilità a chi vogliamo, ma in Italia la maggior parte dei disoccupati, dei giovani e dei precari, vota per Berlusconi e Grillo, che tutto possono fare fuorché tutelare i loro interessi.
Vanni Sandro- Messaggi : 689
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Re: La vita dopo la morte: una "promessa" di Governo
Questione complessa.
1. La moneta comune, senza un Governo europeo che faccia lui il Bilancio comunitario, riesce a sopravvivere, seppure con gli spread, solo se i Governi nazionali rispettano un minimo di regole. Lo spread, in fondo è l'indicatore di quanto quelle regole vengano rispettate.
Nel momento in cui le economie dei paesi europei non sono tutte sullo stesso livello, ma alcune stanno sopra ed altre sotto, quel rigore non può che essere d'obbligo. In tempi tranquilli ed in previsione di una ripresa, si può allentare la spesa in investimenti, ma solo se si prevede la ripresa, altrimenti sono altri soldi che si sommano al debito.
2. Nonostante l'Europa sia ancora più simile ad una Lega Araba che a quello che dovrebbe essere, per il fatto che la Banca Europea si sia fatta carico di proteggere l'euro dalla speculazione, ci si può ritenere in qualche modo al riparo, e si può pensare anche a politiche per investimenti produttivi e lavoro che favoriscano il superamento della crisi.
3. Il governo può fare molto poco per il lavoro, perché non può comprimere i servizi da una parte e dall'altra non ha soldi per ridurre le tasse. La sua azione può essere rivolta solo a tenere a posto i conti e nel mitigare la tensione sociale, e mentre aspetta che arrivi la ripresa, può fare quelle riforme che crisi o non crisi, comunque ci vogliono: a) Monocameralismo b) legge elettorale c) rivedere gli eccessi del governo Monti. Salto il d): rivedere il falso in bilancio e le leggi ad personam, perché di questi tempi non è il caso di parlarne, anche se sarebbero utili proprio per la correttezza dei comportamenti che potrebbero favorire la fedeltà fiscale.
4. Solo gli imprenditori, insieme ai lavoratori, possono accelerare lo sviluppo nei settori dell'agricoltura e della manifattura. Come ci spiegava qualche economista del passato, l'Italia, grande come trenta milioni di campi di calcio, ne può coltivare solo dieci. C'è un sesto di capo di calcio a persona per le derrate alimentari, e l'unico modo è specializzare quelle produzioni al fine di farle rendere, e per esportarle (ortaggi, agrumi, vini, formaggi, olio...) al fine di importare quelle granaglie che possono essere coltivate solo la dove ci sono a disposizione molti campi di calcio per abitante, come negli USA. in Brasile, in Africa. E lo stesso concetto vale per le nostre industrie manifatturiere che devono aumentare le produzioni almeno per equilibrare la bilancia dei pagamenti. Anche l'industria turistica dovrebbe essere meglio qualificata, visto che in Francia il turismo segna quasi il doppio delle presenze che da noi.
Pensare che il governo Berlusconi o il governo Bersani, o il governo letta possa fare tutto questo è illusorio. Bersani, a differenza di Berlusconi, avrebbe potuto riunificare il paese dietro all'obbiettivo dello sviluppo, mentre Berlusconi avrebbe cercato di mantenerlo diviso. Per queste ragioni, Letta non può che tenere il paese in equilibrio sul precipizio, ma il paese vi precipiterà o ne uscirà fuori da solo in funzione della forza che saprà trovare per reagire come hanno fatto i tedeschi in altri momenti.
1. La moneta comune, senza un Governo europeo che faccia lui il Bilancio comunitario, riesce a sopravvivere, seppure con gli spread, solo se i Governi nazionali rispettano un minimo di regole. Lo spread, in fondo è l'indicatore di quanto quelle regole vengano rispettate.
Nel momento in cui le economie dei paesi europei non sono tutte sullo stesso livello, ma alcune stanno sopra ed altre sotto, quel rigore non può che essere d'obbligo. In tempi tranquilli ed in previsione di una ripresa, si può allentare la spesa in investimenti, ma solo se si prevede la ripresa, altrimenti sono altri soldi che si sommano al debito.
2. Nonostante l'Europa sia ancora più simile ad una Lega Araba che a quello che dovrebbe essere, per il fatto che la Banca Europea si sia fatta carico di proteggere l'euro dalla speculazione, ci si può ritenere in qualche modo al riparo, e si può pensare anche a politiche per investimenti produttivi e lavoro che favoriscano il superamento della crisi.
3. Il governo può fare molto poco per il lavoro, perché non può comprimere i servizi da una parte e dall'altra non ha soldi per ridurre le tasse. La sua azione può essere rivolta solo a tenere a posto i conti e nel mitigare la tensione sociale, e mentre aspetta che arrivi la ripresa, può fare quelle riforme che crisi o non crisi, comunque ci vogliono: a) Monocameralismo b) legge elettorale c) rivedere gli eccessi del governo Monti. Salto il d): rivedere il falso in bilancio e le leggi ad personam, perché di questi tempi non è il caso di parlarne, anche se sarebbero utili proprio per la correttezza dei comportamenti che potrebbero favorire la fedeltà fiscale.
4. Solo gli imprenditori, insieme ai lavoratori, possono accelerare lo sviluppo nei settori dell'agricoltura e della manifattura. Come ci spiegava qualche economista del passato, l'Italia, grande come trenta milioni di campi di calcio, ne può coltivare solo dieci. C'è un sesto di capo di calcio a persona per le derrate alimentari, e l'unico modo è specializzare quelle produzioni al fine di farle rendere, e per esportarle (ortaggi, agrumi, vini, formaggi, olio...) al fine di importare quelle granaglie che possono essere coltivate solo la dove ci sono a disposizione molti campi di calcio per abitante, come negli USA. in Brasile, in Africa. E lo stesso concetto vale per le nostre industrie manifatturiere che devono aumentare le produzioni almeno per equilibrare la bilancia dei pagamenti. Anche l'industria turistica dovrebbe essere meglio qualificata, visto che in Francia il turismo segna quasi il doppio delle presenze che da noi.
Pensare che il governo Berlusconi o il governo Bersani, o il governo letta possa fare tutto questo è illusorio. Bersani, a differenza di Berlusconi, avrebbe potuto riunificare il paese dietro all'obbiettivo dello sviluppo, mentre Berlusconi avrebbe cercato di mantenerlo diviso. Per queste ragioni, Letta non può che tenere il paese in equilibrio sul precipizio, ma il paese vi precipiterà o ne uscirà fuori da solo in funzione della forza che saprà trovare per reagire come hanno fatto i tedeschi in altri momenti.
einrix- Messaggi : 10607
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