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Il PD ha davvero bisogno di leader carismatici?

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Messaggio Da Lara Lun 09 Set 2013, 15:07

Riporto qui un'intervista di Barca sull' Huffington Post:




In questo ultimo quarto di secolo aperto dalla caduta del muro di Berlino e segnato da Tangentopoli, quante volte abbiamo sentito parlare di cambiamento, rinnovamento, nuova visione, ricambio delle classi dirigenti? Quante volte abbiamo sentito dire che ci voleva un leader unico con forti poteri ("il sindaco d'Italia" lo chiamava Mario Segni) circondato da tecnici capaci di soluzioni straordinarie e risolutive? E assieme una rappresentanza diretta della società civile che dialogasse direttamente con quel leader, superando particolarismi, correnti e oligarchie?
In nome di questa narrativa abbiamo avuto due riforme elettorali mirate a dare più potere e stabilità al governo. Abbiamo avuto ben tre "partiti" della società civile affidati a un "proprietario", a un mattatore e a un tecnico. I partiti di centrosinistra che popolano oggi il Partito democratico hanno avuto 14 leader. Di governi ne abbiamo visti 14 (10 premier) a esito di grandi campagne elettorali ed entusiasmi delle folle.
I risultati di questo quarto di secolo sulla nostra qualità della vita, nonostante l'energia e l'impegno di tanti grumi della società, sono pari a zero. Produttività ferma, uscita di Lombardia e Emilia Romagna dal pacchetto di testa delle regioni d'Europa per competitivitá, Sud bloccato, esclusione sociale e ineguaglianza in aumento, depressione culturale. E' mai possibile predicare oggi le stesse cose che hanno dato questi esiti?
Non sorge il dubbio che stiamo sbagliando e che bisogna cambiare rotta? Che, certo, ci vogliono leader carismatici, ma dietro devono avere una squadra e una strategia frutto di fatica e dibattito? Che ciò che manca per governare l'Italia non è il potere ma la partecipazione e il presidio moderno dell'attuazione? Che la squadra, la strategia e la partecipazione hanno bisogno di un partito-palestra, innovativo, strumento della società? È questo il senso del documento che ho scritto e dei 6 impegni di rinnovamento del Pd che ho proposto.
Molti, come me, legano il loro voto al Congresso a posizioni chiare dei candidati a segretario su questi e altri contenuti. É da queste posizioni che può venire quel confronto acceso sul merito che é condizione di vero cambiamento.

Fonte: Huffington Post
http://www.huffingtonpost.it/fabrizio-barca/il-pd-come-partito-palestra-per-mettere-in-moto-un-vero-cambiamento_b_3886960.html?utm_hp_ref=italy
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Messaggio Da Admin Lun 09 Set 2013, 17:05

Ho spostato l'intervento di Lara nella sezione elisir per renderlo più visibile. Il forum Politica è attualità è poi opportuno che resti vuoto e che funga solo da contenitore per i sottoforum. Ciò per ragioni tecniche che sarebbe complicato spiegare.
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Messaggio Da Lara Lun 09 Set 2013, 17:34

L’intervento di Barca è uno dei tanti che servono a richiamare il popolo della sinistra nell’alveo delle loro tradizioni e delle loro aspirazioni.
Anche se non era nelle intenzioni della dirigenza pidiessina dell’epoca, che sognava l’affrancazione dai governi quadri- e pentapartito, il sistema maggioritario Italia si è subito trasformato in incubatrice di “anatre zoppe” e di leaderismo mediatico, oltre a partorire lo strapotere della Lega e l’avvento dei partiti padronali.
Un guaio non da poco, per una sinistra che ha sempre fatto della partecipazione e della condivisione gli strumenti  elettivi dell’azione politica.
Quello che si voleva evitare in fatto di periodiche  “ verifiche di maggioranza”, di “sostegni esterni”, di trasformismi in corso d’opera, si è riproposto pari pari coi governi tecnici e le larghe intese, un moderno “compromesso storico”, di cui gli ideatori originari si staranno certamente vergognando, visti gli attuali interpreti.
Ma il danno maggiore è stato causato dalla convinzione generata nella stessa sinistra che sia necessario contrapporre alle figurine degli altri, la propria patinata figurina, la carta vincente in fatto  di carisma, l’immagine moderna e poliedrica, a cui far agganciare il voto anche degli elettori  più furbi o disattenti, come fa il braccetto della  “pesca miracolosa” nei  luna-park.
Lo scopo sarebbe anche lodevole, perché bisogna pur vincere.
Ma, e l’obiezione è di quelle che non si possono eludere, una politica di sinistra deve sempre orientarsi verso la lotta alla disuguaglianza, o non è.
E’ perciò necessaria la presenza di una squadra parititica, la sedimentazione di una cultura, lo spazio garantito a tutte le componenti civili, la sensazione che si proceda nella direzione giusta, sia pure lentamente.
 E questo, un leader buono per tutti non può garantirlo, perché rimanere nel vago e a metà del guado è esattamente quello che serve per piacere ai più, …e per dispiacere ai propri elettori naturali, costretti  e richiamati a “non disperdere il voto” o, come diceva Montanelli, a turarsi naso e orecchie, confidando nella catarsi della vittoria elettorale.
Nell’impegno richiesto da Barca relativo alla scissione tra ruoli partitici e di governo, con il corollario di concorrere in assoluta trasparenza alle cariche negli enti pubblici, è adombrata invece la “questione morale” di Berlinguer, il quale si era subito avveduto di quella occupazione dello stato da parte dei partiti che Pannella chiamò partitocrazia, contribuendo a confonderne l’enorme portata corruttiva.
La confusione tra stato e partito è il dramma degli stati autoritari, e la leggerezza con la quale, a destra e a sinistra, si rivendicano ”posti”, che attestino le proporzioni di forza tra gli occupanti, è scandalosa quanto una ammissione di correità nell’esproprio dei diritti dei cittadini, automaticamente degradati a cittadini orfani di appartenenza.
In questa pratica da accaparratori si distinguono anche gli esponenti dell’estrema sinistra, convinti di poter vantare così la conquista di posizioni strategiche, mentre si limitano a completare un Risiko di persone giuste al posto sbagliato, e viceversa.
L’attuale scalata di Renzi alla segreteria del PD, apertamente strumentale alla candidatura a Palazzo Chigi, è un salto in lungo, inteso a scavalcare la costruzione di un programma e la richiesta di fiducia all’interno del partito, per dedicarsi direttamente alla ipotesi seduttiva da proporre all’intero elettorato.
E’ questo, in ultima analisi, il programma di Renzi apparecchiato per queste primarie:  sondaggi ed endorsements, campagna elettorale permanente, sorrisi e microfoni.
Purtroppo, una considerevole parte della sinistra si adegua, consapevole delle chances elettorali del campioncino in vitro, decidendo di saltare anch’essa alle conclusioni, senza perdersi in ragioni e aspettative.
E , soprattutto, senza rendersi conto di certificare una volta di più che la dichiarazione di  diversità fa destra e sinistra va facendosi sempre più risibile, non ridotta ad una Elle come dice Grillo, ma dispersa nell’ansia di successo e di occupazione.
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Messaggio Da Adam Lun 09 Set 2013, 18:29

Un candidato che abbia i mezzi per imporsi e catturare consensi, è necessario se si vuole vincere, perché non vincendo, le idee sono "torte in cielo" come dicono gli inglesi. Renzi, secondo me, ha i mezzi per candidarsi alla guida del PD, con buone probabilità di successo e, da quella posizione mirare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. A quel punto, se eletto, deve abbandonare la carica di Segretario del partito, per non rinforzare l'idea che ci sia commistione tra l'esecutivo e il legislativo, come Costituzione vuole.

Nell'ipotesi che si avveri tutto ciò, è legittimo chiedersi che tipo di politica Renzi intende applicare per raggiungere i risultati che gli obiettivi gli impongono. Obiettivi che sono quelli sostanziali del Partito Democratico, elencati nel programma a suo tempo stilato e rivisitato come presentato a Verona recentemente. Un programma articolato e ambizioso che dimostra che non è vero che dietro le parole del Sindaco di Firenze ci sia solo aria fritta. Una buona sintesi la si può trovare QUI.
Naturalmente chi legge e constata che il link riporta al sito di Pietro Ichino, avanzerà l'immediata obiezione che quello non può essere considerato un programma di sinistra, visto che per la parte economica, fiscale e normativa, Ichino ha dato un sostanziale contributo alla stesura del programma stesso. E qui è necessario spostare il dialogo su di un argomento già dibattuto su queste pagine: cos'è e cosa dev'essere un programma di sinistra. Per me, ancorché usando un approccio diverso dallo stereotipo caratteristico della sinistra, specie per ciò che concerne la materia sindacale, sono gli obiettivi che caratterizzano una politica, non i mezzi che si usano per attuarla, perché i mezzi, gli strumenti legislativi, devono tener conto dei mutamenti della società e delle condizioni generali nelle quali la società opera e vive (o sopravvive). Principi da tempo consolidati, come la lotta di classe, non hanno più ragione di essere per il semplice motivo che non più le classi, ma le reali condizioni degli uomini evidenziano i problemi di equità, di pari condizioni e diritti, uomini che non sempre appartengono a categorie rappresentate da apparati spesso autoreferenti. Quindi è al cittadino nella sua generalità che bisogna guardare anche rivedendo la cristallizzazione dei fenomeni (i diritti acquisiti, per esempio) e seguire strade nuove.

Mi sforzo di credere che Renzi sia in grado di vincere e di essere in condizione di governare innovando e penso che la critica dell'Huffington post, non tenga conto che in questi dannati vent'anni, la sinistra o il centro sinistra con o senza trattino, non ha mai avuto il potere parlamentare e il tempo necessario per attuare senza condizionamenti la sua politica, quindi non è una questione di personalizzazione della leadership, ma dell'effettivo potere per fare ciò che si ritiene giusto fare nell'interesse del paese.
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Messaggio Da Rom Lun 09 Set 2013, 23:02

La risposta di Adam mi ricorda - Adam mi perdonerà la licenza che mi prendo - una battuta usata da un mio caro professore delle medie, per sottilineare certe nostre incongruenze: Dove vai? - Porto cipolle - Che porti? - Vado a Napoli.
Cioè a dire che Adam ha parlato come se Lara non avesse detto niente, e niente citato, e dunque bisogna pensare - questa è la scusante che gli offro - che abbia voluto soltanto riconnetersi direttamente al titolo del thread.

Tornando, appunto, al post di Lara, ricordo però che proprio in quegli anni post-tangentopoli io e lei discutevamo della piega maggioritaria e bipolare che stava prendendo anche l'orientamento della sinistra.
Io, come molti, allora, ero contrario, perché prevedevo - elencandole in dettaglio - tutte le conseguenze negative che si sono poi puntualmente verificate, delle quali parla ora anche Barca, oltre che la stessa Lara.
Ovviamente, una delle conseguenze facilmente prevedibili e previste era il leaderismo.
Ricordo questa fase perché è importante stabilire che questa deriva non è una sorpresa, un dispetto del destino, ma risponde a un meccanismo culturale, poi politico, poi istituzionale ben preciso, che non solo produce il leaderismo e la personalizzazione della politica, ma anche il suo contenuto, ossia la qualità e la tipologia dei personaggi che ne diventano protagonisti.
In parole più povere: se Renzi è Renzie, ossia un democristianello post-moderno del tipo sotto-il-giubottino-niente, a poco serve stabilire se e quanto il suo avvento sia "necessario" o "vincente".
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Messaggio Da Arzak Mar 10 Set 2013, 08:58

Questo passa il convento. Mi ero sempre detto che fra un politico onesto ed ottuso ed uno disonesto ma intelligente fosse alla fine preferibile il secondo, all'insegna del motto francese per cui in guerra non si va disarmati. Questo fino all'avvento di B, la cui disonestà assurgeva a sistema, e la guerra che combatteva non era la mia. Da quel momento in poi mi sono sentito di condividere l'opinione per cui fra i capaci di tutto ed i buoni a niente occorreva rassegnarsi a preferire i secondi.
E oggi? In un clima per cui Che Guevara diventa verde, Don Camillo prende il controllo del partito che fu di Peppone, Brunetta plaude ai diritti dei gay, Niky appoggia Fonzie, il John Lennon de noantri va a Cernobbio, la Finocchiaro chiede il popolo chi?, sento il forte desiderio di dedicarmi solo alle "mie petunie".
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Messaggio Da einrix Mar 10 Set 2013, 10:47

Per ora non entro nella discussione, di per se complessa, e mi limito solo ad intervenire sulla domanda d'apertura.

Ben vengano i leader carismatici. Il carisma è la capacità di esercitare influenza sulle persone, ma non può essere quella, la sola capacità di un leader. Ci vogliono altre doti, in rapporto allo scopo che ci si prefigge. In un partito occorrono due cose: avere un obiettivo di governo ed essere capaci di costruire un partito che sia in grado di perseguirlo.

Se si ha solo carisma e non sia ha invece un obiettivo che vada oltre il proprio potere personale o di corrente, e che perciò si tenda ad avere un partito debole e facilmente controllabile con i mezzi di comunicazione di massa, allora il carisma è una iattura.

Un Partito deve avere tra i suoi scopi quello di costruire le infrastrutture delle istituzioni e deve essere in grado di orientare l'intero paese, coinvolgendo nell'amministrazione dello Stato centrale e periferico, le persone capaci e meritevoli.

Detto in altre parole, lo scopo di un partito non può essere quello di occupare lo stato, ma l'altro di mettere le istituzioni democratiche in grado di funzionare.
E questo, se si vuole essere coerenti con la questione morale, posta da Enrico Berlinguer, e che spesso viene fraintesa, pensando che si riferisca all'essere onesti e basta. No! la parte principale di quel concetto è che i partiti non debbano occupare lo stato e che invece servano a portare la società civile ad amministrare la cosa pubblica, ad ogni livello della società.

Quindi niente paura del carisma, ma occorre verificare che ci sia anche il resto. E a dirla tutta, vedo dei problemi anche nel PD, che tra tutti è il partito che sta di gran lunga meglio, su questo versante.
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Messaggio Da einrix Mar 10 Set 2013, 10:58

Mi pareva che fosse così facile, ma se seguo il "Qui"  http://www.pietroichino.it/?p=23077  di Adam, non è che poi quel documento lo si trovi, quando clicco l'altro collegamento:
http://www.matteorenzi.it/images/pdf/Programma.pdf
 
Probabilmente Ichino-Monti, si è ripreso il suo documento.

Senza contare che un programma di governo deve essere l'elaborazione di un collettivo, non il palinsesto di un programma di propaganda.
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Messaggio Da Rom Mar 10 Set 2013, 14:26

Arzak ha scritto: Da quel momento in poi mi sono sentito di condividere l'opinione per cui fra i capaci di tutto ed i buoni a niente occorreva rassegnarsi a preferire i secondi.
E oggi? In un clima per cui Che Guevara diventa verde, Don Camillo prende il controllo del partito che fu di Peppone, Brunetta plaude ai diritti dei gay, Niky appoggia Fonzie, il John Lennon de noantri va a Cernobbio, la Finocchiaro chiede il popolo chi?, sento il forte desiderio di dedicarmi solo alle "mie petunie".
Be', c'è anche qui la terza via, quella di Pertini: a brigante, brigante e mezzo.
Vale a dire, uno che unisca la furbizia e il pragmatismo dei disonesti con l'innocenza dei sentimenti e l'idealismo dei buoni: fantascienza, diranno i miei piccoli lettori, cresciuti nei tempi del Che in verde pisello e del don Camillo post comunista.
Ebbene sì, il convento non passa più questo tipo di monacelli di lotta e di governo, ma noi sappiamo che la razza esiste, è terrestre e non marziana e forse può rinascere proprio da amplessi in un letto di petunie, racchiuso in una cornice di garofani e crisantemi.
Amen.
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Messaggio Da Rom Mar 10 Set 2013, 14:43

einrix ha scritto:Ben vengano i leader carismatici. Il carisma è ...
Ti devo dire, colendissimo Einrix, che a me 'sta pippa del carisma ha notevolmente rotto le palle: quindi, convengo con te sulle tue eccezioni, ma non sull'incipit circa il "ben venga".
Anche perché la pippa la vedo riferita sempre a personaggi che a me non suscitano nulla: "grandi comunicatori" noiosissimi e banali, "modelli d'immagine" che sembrano caricature di tipi umani, barzellettieri e battutisti che mi ricordano gli scherzi che ci facevamo da ragazzini alle scuole medie.

Quando la "capacità di esercitare influenza" deriva dall'intelligenza, dall'integrità morale e dal fascino di una storia personale, parlare di carisma è riduttivo e vagamente ridicolo: come dire che Paolina Borghese del Canova è arrapante.
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Messaggio Da afam Mar 10 Set 2013, 14:48

Sono perfettamente d'accordo con te, Rom!Il PD ha davvero bisogno di leader carismatici? 780668378
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Messaggio Da einrix Mar 10 Set 2013, 18:25

Se il carisma è solo una facciata dietro cui non c'è niente, sono perfettamente d'accordo con te e con Afam, caro Rom.
 
Una volta il carisma dipendeva dai tuoi meriti, da cosa avevi combinato nella vita, da come ti rapportavi con gli altri, mentre adesso dipende da quanto stai in video o sui giornali, e allora non si dovrebbe neppure chiamare carisma, ma notorietà, simpatia, vattelapesca.
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Messaggio Da cireno Mar 10 Set 2013, 18:43

einrix ha scritto:Se il carisma è solo una facciata dietro cui non c'è niente, sono perfettamente d'accordo con te e con Afam, caro Rom.
 
Una volta il carisma dipendeva dai tuoi meriti, da cosa avevi combinato nella vita, da come ti rapportavi con gli altri, mentre adesso dipende da quanto stai in video o sui giornali, e allora non si dovrebbe neppure chiamare carisma, ma notorietà, simpatia, vattelapesca.
Vallanzasca era dotato di grande fascino, quindi di carisma. E anche Hitler aveva un grande carisma, e la signora Thatcher, e Reagan e perfino Attila, da quel che si legge. Quindi il carisma è una faccenda che trascende dai meriti, è una dote personale, una specie di vestito naturale: che meriti avrebbe Berlusconi? Eppure ha un suo fascino, perfino su ragazze napoletane di cinquanta anni più giovani di lui, tanto che ne sono perdutamente innamorate. Il PD ha davvero bisogno di leader carismatici? 3158053569
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Messaggio Da einrix Ven 13 Set 2013, 21:05

Il carisma è certamente un dono, come la bellezza, ma se dietro quel dono non c'è niente, allora può svalutarsi. Ma come si fa a capire se c'è o non c'è qualche cosa, nel mondo multimediale, che dà tutte le rappresentazioni che si vogliono, bastando essere degli attori?
 
Dubito molto della rappresentazione che da di se Renzi, che è uno che il carisma ce lo ha, e credo veramente che se diventa Presidente poi, non sappia da dove cominciare, perché non ha le basi. I cento punti della Leopolda erano un'accozzaglia di frasi fatte, buttate li per fare del fumo. Nemmeno Berlusconi sapeva governare, eppure, avete visto che peso ha ancora il suo carisma? Bersani ha scarso carisma, in confronto a questi, ma di sicuro come presidente del consiglio avrebbe saputo da dove cominciare. Perché poi le elezioni, non sono un Concorso di Bellezza o di carisma, ma sono per scegliere un governo.
 
Così finisce che si eleggono i carismatici, e poi si mandano a governare i Prodi, i Ciampi, i Monti, per salvare la Baracca che degli incompetenti fanno bruciare.
 
Insomma, di uno che sembra abbia grande carisma, se poi scavando scopri che è un nessuno, il suo carisma va in pezzi. Purtroppo, per la massa, ci vuole del tempo per scoprirlo, e intanto i carismatici senza altre capacità, distruggono il paese. Penso che la gente dovrebbe essere più esigente nell'esigere credenziali in solido e non favole virtuali.

Poi, vai a capire perché la stampa di lor signori pompa questa gente quaraquaquà. Forse, anzi è sicuro, che temono qualcuno che li metta in riga.
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Messaggio Da cireno Sab 14 Set 2013, 05:30

Proprio così, Einrix, esattamente così. Ma questo è il popppppolo, che sempre si fa affascinare da coglioni che certi poteri candidano a governare. Se andiamo a guardare nel passato, prossimo e remoto, vediamo che il poppppolo ha sempre seguito chi lo affascinava, con il tono della voce, il modo di porgersi: un attore mediocrissimo come Reagan. una portinaia come la Thatcher, un autentica nullità come Bush, un incapace come Berlusconi, come Sarkozy, sono lì a dimostrare che quello che hai scritto è la verità. Quindi? Quindi niente democrazia, non questa democrazia almeno, adottiamo Platone: i filosofi al governo, ai quali aggiungerei casalinghe in egual numero".
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Messaggio Da einrix Sab 14 Set 2013, 22:28

No, caro Cireno, niente filosofi al governo, ma gente che venga scelta per la loro preparazione e controllata ogni quattro o cinque anni con un voto. Se poi sono filosofi, passi, ma non basta che siano solo filosofi, devono avere comprovate competenze nei campi in cui devono agire.
 
Non so come, ma i partiti dovrebbero fare proprio questo, non occupare il potere, con funzionari che sanno solo obbedire alle direttive. Era quello che sosteneva Enrico Berlinguer con la sua "Questione", che diventava  "Morale" per gli abusi di carrierismo che aveva sotto gli occhi, e che qualche anno dopo, si manifestarono nella corruzione documentata dai processi di Mani Pulite.
 
Questo è un problema molto vecchio, difficile da quadrare, perché se le competenze te le fai nella vita professionale, poi è difficile farle valere nella politica, perché c'è sempre qualche incompetente che protegge i propri interessi ad impedirtelo. Anni fa a comandare le ASL ci sono finiti emeriti ignoranti, solo perché nel giro dei partiti. Oggi, per evitare ciò, si chiede a dei chirurghi di essere bravi amministratori; cosa altrettanto sbagliata, essendo l'arte chirurgica diversa dall'arte gestionale o da quella amministrativa. Per governare un Comune, una Regione, un Governo, vanno scelte persone capaci con delle idee in testa rispettose delle leggi e della Costituzione, e in grado di fare proposte che portino ai risultati promessi, perché sperati dai cittadini. E saranno di sinistra quelli che useranno certi strumenti e certi principi, e di destra gli altri.
 
Ecco, un segretario, altro che carisma dovrebbe avere. Lo vorrei capace di costruire un partito che comprendesse intellettuali in tutti i campi, e che gli iscritti discutessero con loro del futuro e di come amministrare il paese. Non mi sembra che oggi sia così, con l'eccezione di un Barca o di un Reichlin. E' una fortuna che ci siano persone preparate come Bersani che hanno svolto tutta la loro carriera nel Partito, ma sono pochi esempi fortunati. Dovrebbero essere molto di più i Prodi, i Ciampi, non chiamati solo per togliere le castagne dal fuoco, ma per amministrare un paese che sappia crescere al meglio delle competenze che può esprimere, e sempre sotto il controllo elettorale del popolo.
 
So di non essere stato chiarissimo, e di lasciare molti dubbi: politico non è solo chi parla di politica, ma chi sa come si trasforma il mondo.
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Messaggio Da cireno Dom 15 Set 2013, 09:56

einrix ha scritto:No, caro Cireno, niente filosofi al governo, ma gente che venga scelta per la loro preparazione e controllata ogni quattro o cinque anni con un voto. Se poi sono filosofi, passi, ma non basta che siano solo filosofi, devono avere comprovate competenze nei campi in cui devono agire.
 
Non so come, ma i partiti dovrebbero fare proprio questo, non occupare il potere, con funzionari che sanno solo obbedire alle direttive. Era quello che sosteneva Enrico Berlinguer con la sua "Questione", che diventava  "Morale" per gli abusi di carrierismo che aveva sotto gli occhi, e che qualche anno dopo, si manifestarono nella corruzione documentata dai processi di Mani Pulite.
 
Glaucone, il fratello di Platone, disse che “mettere i filosofi” al potere era una frase generica che non significava nulla: chi sono i filosofi? Quelli che fanno della filosofia o quelli istruiti, che amano la conoscenza? Platone rispose con la famosa allegoria della caverna, nella quale si spiegava che dalla caverna dove si erano richiusi per apprendere potevano uscire persone preparate, all’altezza del compito di governare una massa che viveva nell’ignoranza. E, sempre Platone, indicò la cosa anche come pericolosa, per “i filosofi” perché la massa non sempre capisce per il giusto verso.
Quando scrivo filosofi e casalinghe in egual numero intendo “capacità (filosofi) e buon senso(casalinghe), e questo mi sembrerebbe il traguardo a cui tutti tendere.
Le azioni di sinistra o di destra dovrebbero derivare dal testo che  filosofi e casalinghe al governo dovrebbero recitare, dopo aver vinto le elezioni sottoponendo quel testo(programma) al popolo.
Passando al tema, sono d’accordo con te sulla figura di Bersani, che chiaramente mancando di quel misterioso fascino chiamato carisma, non poteva e non avrebbe mai potuto colpire l’immaginazione del popppolo, una cosa invece che potrebbe fare benissimo Renzi. Carisma per il segretario non lo trovo necessario, a me piacerebbe Barca, o Reichlin e anche Cuperlo, a patto che alle elezioni venga presentato Renzi. Come vedi io, senza essere un piddino, mi sforzo di pensare a un PD in grado di battere questa sorta di destra affaristico-delinquenziale che ci sta distruggendo 
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Messaggio Da Rossoverde Dom 15 Set 2013, 11:30

Come vedi io, senza essere un piddino, mi sforzo di pensare a un PD in grado di battere questa sorta di destra affaristico-delinquenziale che ci sta distruggendo .


Peccato che intanto il PD sia in affari con la banda che dice di voler battere a parole. Chissà come andrà a finire , fare previsioni non è facile ormai nei fatti parlano la stessa lingua, non ci resta che sperare, in cosa ancora non lo so.
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Messaggio Da cireno Dom 15 Set 2013, 12:13

Rossoverde ha scritto:Come vedi io, senza essere un piddino, mi sforzo di pensare a un PD in grado di battere questa sorta di destra affaristico-delinquenziale che ci sta distruggendo .


Peccato che intanto il PD sia in affari con la banda che dice di voler battere a parole. Chissà come andrà a finire , fare previsioni non è facile ormai nei fatti parlano la stessa lingua, non ci resta che sperare, in cosa ancora non lo so.

Ciao Bess.
non capisco però le tue parole: hai informazioni certe sulla collusione tra PD e PDL o ti limiti alle frasi che urlano i grillini?
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Messaggio Da afam Dom 15 Set 2013, 12:28

E se, invece di "carisma" cercassimo "capacità"?
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Messaggio Da Rossoverde Lun 16 Set 2013, 06:42

cireno ha scritto:
Ciao Bess.
non capisco però le tue parole: hai informazioni certe sulla collusione tra PD e PDL o ti limiti alle frasi che urlano i grillini?
C'è poco da capire, le informazioni sono gli ultimi anni di vita politica: Tav, F35, Privatizzazione acqua, Nomina Amato, il resto che avanza te lo lascio, non ho nemmeno voglia di citarli. Da ultimo cosa ne dici di Letta che usa lo stesso linguaggio  ricattatorio di Berlusconi? Se cade il Governo Letta : si paga l'Imu. Che poi tu sia un piddino o meno , non è che interessi molto o cambi la sostanza di quel che dici o dico. In quanto a Bess , non so a chi tu ti riferisca, Alfonso almeno qualche volta lo leggevo su S.F. anche se si limitava ad essere tranchant e basta, almeno a me dava quella impressione.
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Messaggio Da cireno Lun 16 Set 2013, 07:16

Rossoverde ha scritto:C'è poco da capire, le informazioni sono gli ultimi anni di vita politica: Tav, F35, Privatizzazione acqua, Nomina Amato, il resto che avanza te lo lascio, non ho nemmeno voglia di citarli. Da ultimo cosa ne dici di Letta che usa lo stesso linguaggio  ricattatorio di Berlusconi? Se cade il Governo Letta : si paga l'Imu. Che poi tu sia un piddino o meno , non è che interessi molto o cambi la sostanza di quel che dici o dico. In quanto a Bess , non so a chi tu ti riferisca, Alfonso almeno qualche volta lo leggevo su S.F. anche se si limitava ad essere tranchant e basta, almeno a me dava quella impressione.
Volevo scrivere  "ciao Ross." e ho scritto ciao Bess, capita ai vivi di sbagliare.

Letta ricatta? Ma che dici? Se cade il governo è ovvio che si pagherà l'IMU
Comunque che il PD sia uguale al PDL è il leitmotiv, molto interessato, di Grillo. Io sostengo che il M5S è il vero alleato di Berlusconi, guarda bene come si muove. Chi ha ragione: tu o io?
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Messaggio Da Tarzan Dom 22 Set 2013, 17:05


Profonda amarezza per il mancato accordo tra i pseudoleader maximi del Pd sulle regole del Congresso! Vanificato il lavoro di tanti militanti nei territori, nelle amministrazioni, nei piccoli Comuni, nei circoli per il bene comune! Centinaia di delegati convocati ad un'Assemblea per assistere allo spettacolo indecoroso di chi cerca di cambiare uno Statuto all'ultimo minuto, o di chi si incaponisce su date e regole, certamente importanti, ma su cui bisognava trovare accordo prima, andare a votazione unanime e parlare agli italiani dei loro veri problemi: lavoro, sviluppo sostenibile, tassazione equa e sopportabile, pensioni, riduzione dei parlamentari e altre riforme costituzionali, dire con chiarezza qual è la proposta di legge elettorale del Pd per toglierci l’incubo del Porcellum (che alla fine sembra pure piaccia a Grillo!).

Nulla di tutto questo! Il solo teatrino di Renzi, Bersani, Bindi, Veltroni and C. Siamo stufi di questo modo di condurre il partito. Dei tentativi di boicottare il congresso sui contenuti e ridurlo a una baraonda di campana elettorale per le primarie, in cui vecchie volpi si mettono in scia al presunto vincitore perché nulla cambi. Per cambiare il paese deve cambiare anche il Pd! E non basta solo un segretario nazionale: abbiamo assistito in diretta al "maciullamento" di Veltroni e al "congelamento" di Bersani, da parte dei capi bastone di correnti e gruppi di potere personale. Pensare che si risolvano i problemi senza un vero chiarimento interno e solo attraverso l’elezione di un nuovo Segretario nazionale è una pia illusione! Lasciateci fare un Congresso vero e aperto! Fate dire agli elettori se vogliono o non vogliono le larghe intese, se vogliono o non vogliono che l’IMU sia tolta ai ricchi… Non vogliamo scegliere un Segretario a scatola vuota!
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Messaggio Da Vanni Sandro Mer 25 Set 2013, 06:42

Credo che la questione da affrontare non sia quello di definire il concetto di "leader carismatico" , ma "leader  carismatico della sinistra".

Per farlo è necessario partire da una semplice constatazione: l'Italia è un Paese conservatore.  Lo è sempre stato.

La sinistra ha due modi per candidarsi a governare:
1) conquistare il voto degli italiani attorno alle proprie parole d'ordine e spostare il Paese a sinistra
2) rincorrere il voto spostandosi a destra.

Un leader progressista carismatico è quello capace di compiere la prima operazione.

Questo perchè non si tratta di vincere lo scudetto, ma di candidarsi a guidare il Paese per cambiarlo nel profondo.
E questo non sarà mai possibile se non si camiano prima la cultura e i valori che fanno da collante al nostro tessuto sociale.

In fin dei conti la partita di questo congresso si gioca tutto attorno a questa questione di fondo.
L''impostazione che prevarrà, determinerà l'organizzazione del partito, la sua struttura interna e il suo ruolo nella società.

Un "leader carismatico" ha bisogno di guidare un partito modellato sulla propria persona, con militanti concepiti come supporter.  (sul modello del PDL o del M5S, per intenderci).

Un "leader carismatico della sinistra" ha bisogno di un partito forte e strutturato, con una base capace di prendere le decisioni di fondo, che poi lui deve portare avanti.

Non sono differenze di poco conto.

In questo congresso non si tratta di scegliere tra una maggioranza e una minoranza interna.  Dovremo decidere se il PD dovrà restare fedele al suo spirito costitutivo che lo rende unico nel panorama politico italiano o dovrà omologarsi agli altri, trasformandosi in un partito del "capo".
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