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Riuscirà mr Renzi....

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Messaggio Da einrix Mar 02 Dic 2014, 09:18

Caro Rossoverde, finite le ideologie del secolo scorso (talvolta solo alcune idee), non c'è tanta differenza tra molta gente che va a votare per un partito o per un altro, talvolta a caso. Quindi capita che Salvini o Berlusconi facciano campagna anche tra i diseredati. Quelli che votano per Salvini giocano in difesa contro tutto, e quelli che votano per Berlusconi sono attratti dalla vita facile: niente tasse sulle case, e un futuro rosa. Senza contare quelli, che non capendoci assolutamente nulla, rinunciano pure al loro diritto di voto. Ormai per volere la scuola privata occorre essere di Comunione e Liberazione, che chiunque altro non rinuncerebbe alla scuola pubblica. Salvo il caso di chi non trova il tempo pieno perché lavora. E lo stesso è per la sanità. Ho sentito gente dell'alta borghesia dare per scontato che la Sanità per tutti sia una conquista da non abbandonare mai più, anche se in politica e nella vita, il mai più, è imprudente. Per non dire della pensione, che tutti la vogliono, seppure minima e ridotta all'osso. E si fidano più dell'INPS e simili, che di chiunque altro faccia delle proposte per pensioni integrative che viaggiano con i fondi pensione, con la borsa e le bolle speculative. Il mondo che da questo spaccato ne viene fuori, non è più rigorosamente quello del "Capitale" di K. Marx, che se fosse ancora tra noi, dovrebbe scrivere altri libri, con altre tesi per comprendere la società attuale. L'uomo è rimasto lo stesso, con i suoi vizi e le sue virtù, ma i rapporti sociali sono profondamente mutati, perché è mutata la composizione delle classi in conseguenza dei nuovi processi produttivi e della nuova organizzazione della società. Anzi, la nuova organizzazione sociale, con tanto di istituzioni, deriva proprio dal mutamento dei rapporti sociali che a loro volta derivano dai nuovi processi produttivi e del mercato. Marx vedeva un processo inarrestabile nell'accumulazione capitalistica (quando ancora la moneta aveva la sua convertibilità in oro), mentre oggi, quell'accumulazione è solo di tipo cartaceo quando non informatico, e i mercati paralleli sono quello delle merci e del lavoro che quelle stesse merci produce. E come vi erano fattori che portavano alla instabilità i vecchi sistemi, ora ve ne sono altri, altrettanto pericolosi. E questi fattori, che un tempo erano l'accumulazione del capitale e che oggi è l'aumento della produttività, sono importanti perché necessari. Così che vanno controllati con le leggi degli stati e da trattati tra gli stati. Poiché siamo in ritardo nel definire proprio i protocolli per questi controlli, ecco che talvolta qualcosa sfugge di mano, aprendo momenti di profonda recessione. E nel frattempo, la confusione regna sovrana e c'è chi grida: - si salvi chi può.
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Messaggio Da einrix Mar 02 Dic 2014, 09:29

Qualche giorno fa ascoltavo in diretta una investigazione di una commissione del Senato sulla legge elettorale in esame. Veniva fuori che se non era prima votata la riforma costituzionale del Senato, quella legge non stava in piedi per tanti motivi. Quindi, gli specialisti consigliavano di aggiungere una norma transitoria per sospenderne l'efficacia fino a quando non si fosse completato l'iter del Senato. Oggi si apprende la notizia: "Mossa del premier: approvare l’Italicum e congelarlo fino alla abolizione del Senato", che reputo positiva, perché coglie due risultati: a) completa il percorso della legge con la sua approvazione b) ne rimanda a dopo la modifica del Senato, l'applicazione.
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Messaggio Da einrix Mar 02 Dic 2014, 18:09

Leggo questo televideo:

"

02/12/2014 18:22
Renzi: legge elettorale va fatta ora
  18.22                                 
 Renzi: legge elettorale va fatta ora   
 "La legge elettorale va fatta subito.  
 Si può mettere la clausola che entra in
 vigore solo dal 1° gennaio del 2016.   
 Anche se noi la utilizzeremo non prima 
 del 2018, ma va fatta ora". Lo ha detto
 il premier Renzi, a margine della con- 
 ferenza stampa che ha chiuso la sua    
 visita in Algeria.                     

 Renzi dunque torna a sottolineare la   
 necessità di un varo immediato della   
 riforma elettorale che, ha spiegato,   
 "non può essere legata a quella costi- 
 tuzionale: sarebbe un atto contro la   
 Costituzione"."

Sono d'accordo che la legge elettorale debba essere fatta subito, ma per scegliere in quale modo fare la norma transitoria, ci può pensare la Commissione Affari Costituzionali del Senato, che ha già segnalato il problema. Semmai, nel transitorio occorre decidere se resta in vigore la legge attuale depurata da ciò che è stato cancellato dalla Consulta: in pratica una legge proporzionale, oppure il vecchio Mattarellum. Credo che non stia in piedi fissare "una data", ai fini della sua legittimità che non è temporale, ma in rapporto all'esistenza o meno del Senato nella forma elettiva che conosciamo. In questo caso Renzi, spinga pure per una rapida approvazione, ma lasci al Parlamento di decidere come vararla. Se c'è nella sua maggioranza, qualcuno che sarebbe interessato a contarsi in una elezione di primavera con un proporzionale puro, allora si che si deve impensierire, ma se non è così, si rilassi.


Sempre che uno voglia informarsi... almeno fino a quando il Senato renda disponibile la registrazione...

http://www.senato.it/webtvcomm_lq?video_evento=1317

é un po lungo...(l'inizio è dopo 3' 30'' circa)
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Messaggio Da einrix Mar 02 Dic 2014, 20:14

E infatti, arrivano i primi fischi!!
"

02/12/2014 20:30
D'Attorre:Italicum da 2016?Idea balzana
  20.30                                 
 D'Attorre:Italicum da 2016?Idea balzana
 La legge elettorale va fatta subito,   
 magari con la clausola che entra in vi-
 gore dal 1° gennaio 2016, ma non può   
 essere legata ai tempi delle riforme   
 costituzionali, ha detto il premier da 
 Algeri, rispondendo alla minoranza Pd. 

 Il bersaniano D'Attorre ha replicato:  
 "Mi pare un'idea balzana". "Qui non si 
 tratta di ammansire il Parlamento per- 
 mettendo ai parlamentari di rimanere in
 carica un anno in più". "Se si vuole   
 anticipare l'Italicum, o si prevede che
 entra in vigore dopo la riforma costi- 
 tuzionale o si procede in parallelo". "

...piccole polemiche di fine d'anno.
Credo che la soluzione l'abbia già trovata la relatrice Finocchiaro che la proporrà al governo, nella nuova stesura del testo, al Senato.
E per sistemare gli altri punti critici per la Consulta, si dovrà alzare la soglia del premio, oltre il 40% (l'ideale sarebbe il 45%) e si dovrebbe abbassare la soglia di ingresso al 3%, per non distorcere troppo il voto dei cittadini. A metà mese si vedrà, e intanto ne sentiremo parlare.
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Messaggio Da einrix Mer 03 Dic 2014, 11:52

Mr. Renzi è arrivato ad un punto molto importante: il voto di fiducia sulla delega per il lavoro, e tra qualche ora la conferenza dei capigruppo stabilirà la data del voto.


03/12/2014 12:24
Jobs Act,governo pone fiducia al Senato
  12.24                                 
 Jobs Act,governo pone fiducia al Senato
 Il governo chiede la fiducia al Senato 
 sul Jobs Act, il disegno di legge dele-
 ga sulla riforma del mercato del lavo- 
 ro. Poletti, ministro del Lavoro, ha   
 posto la fiducia intervenendo nell'aula
 di Palazzo Madama, tra le proteste del-
 le opposizioni.                        

 Probabilmente il Senato si pronuncerà  
 sulla fiducia nel pomeriggio. Al centro
 della riforma c'è il superamento dell' 
 articolo 18 dello Statuto dei lavorato-
 ri per i nuovi assunti, il contratto di
 lavoro a tutele crescenti e la revisio-
 ne degli ammortizzatori sociali.       

Ho ascoltato parte dell'intervento del ministro del lavoro, e ho trovato buona corrispondenza tra ciò che ha detto e ciò che penso sulla materia. Poi, fatta la legge, altro sarà il suo decorso, specie se non si riuscirà a radicarla nel sistema produttivo per almeno tre -cinque anni, come era successo per il pacchetto Treu di quasi vent'anni fa, che poi fu manipolato dal centro destra, trasformando quello che doveva essere un aiuto ai giovani, nel disastro più grande che si potesse immaginare, per quegli stessi giovani. Con questa legge si vuole uscire da quella stagione ed entrare nella prossima con un sistema di ammortizzatori non tarato solo sulla crescita, ma per una economia soggetta a mutamenti di segno, avendo raggiunto il suo grado di stabilità. In questi decenni, dovranno crescere molti altri paesi, e per l'occidente sviluppato si dovrà stabilizzare produzione e mercato. I miglioramenti che comunque si otterranno con le nuove invenzioni e con l'aumento della produttività, dovranno essere redistribuiti insieme al tempo di lavoro, ed alla diversificazione delle competenze che potranno ampliare la qualità dei servizi. Naturalmente, questa è la mia visione del futuro. Una visione che si fonda su intuizioni che non sono verificate da studi che non ho fatto, ma che neppure vedo diffusi nella pubblicistica di cui disponiamo.

Morale: la legge è buona e va nel senso giusto, ma la sua applicazione sarà ancora più determinante, sempre che il parlamento, con nuove maggioranze di centro destra, non la peggiori, sino a snaturarla.

Interessante è il documento della seduta del senato di oggi, che appena si completa il testo stenografico spero di trovare il modo di allegare a questa discussione.
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Messaggio Da einrix Mer 03 Dic 2014, 12:32

Il link dello stenografico dell'intera seduta è qui
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=hotresaula&id=1&mod=1417608437000&part=doc_dc-ressten_rs&parse=no

lo stralcio dell'intervento del Ministro Poletti, con cui chiede la fiducia è questo:


POLETTI, ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ringrazio tutti i senatori che sono intervenuti nel dibattito e voglio ringraziare il Parlamento - Camera e Senato - per il lavoro che ha svolto, in quanto credo vada detto in maniera esplicita che il testo che arriva alla conclusione di questa discussione è un testo che è stato significativamente cambiato e significativamente migliorato.
Credo quindi che questo sia un dato che va assunto e riconosciuto, perché questo è il riconoscimento del lavoro che il Parlamento ha fatto e che il Governo accoglie positivamente.
Il Governo ha pensato e pensa che il tema del lavoro sia una delle questioni essenziali, se non la questione essenziale, sulla quale dobbiamo agire oggi per invertire una situazione di fatto che si è realizzata in questo lungo periodo di crisi che il nostro Paese sta attraversando.
Possiamo discutere sui numeri della disoccupazione, dell'occupazione, degli inoccupati o degli inattivi, possiamo riflettere su come vanno interpretati questi dati, ma oggi siamo si fronte ad un dato di fatto, che è quello di una pesantissima crisi, di una situazione di stallo del nostro Paese e di una caduta degli investimenti, dei consumi interni e dell'occupazione.
Questo è il risultato di moltissimi anni e oggi giustamente ci interroghiamo tutti preoccupatissimi, a cominciare dal Governo, sullo stato delle cose, ma dobbiamo anche prendere atto che questa è la risultante di questa situazione e oggi bisogna agire perché questa situazione cambi radicalmente.
La nostra scelta, allora, l'abbiamo fatta a cominciare dalla nostra posizione in Europa, perché abbiamo cominciato a lavorare pesantemente perché l'Europa cambi il proprio atteggiamento. Oggi questo viene dato quasi per scontato, sembra un fatto assunto, ma non lo è. Fino a qualche mese fa, non sarebbe stato scontato parlare delle cose così come ne parliamo oggi, discutere del piano Juncker, discutere della legge di stabilità italiana, che è stata costruita a partire da un'idea diversa da quella che storicamente si era costruita, riflettendo cioè sulla possibilità di utilizzare pienamente i Trattati, e quindi non cambiarli ma usarli, perché le cose nel tempo cambiano e bisogna avere la capacità di usare le potenzialità che all'interno dei trattati ci sono.
Non bisogna, quindi, presentarsi con il cappello in mano, ma con la responsabilità, l'impegno e la coerenza che un Paese grande ed importante come l'Italia ha all'interno della dinamica europea, con l'idea cioè che, se l'Europa non cambia le sue politiche, il problema non è e non sarà solo dell'Italia, ma dell'Europa, della prospettiva generale e del posizionamento dell'Europa dentro lo scenario globale.
Abbiamo fatto dunque questa scelta, collegando ad essa la legge di stabilità attualmente in discussione, che recupera risorse, taglia tasse, mette a disposizione una riduzione del cuneo fiscale, riduce il costo del lavoro per le imprese, consegnando loro una maggiore capacità di competere. Ricade poi naturalmente sulle imprese la responsabilità di investire, di stare sui mercati e di innovare i prodotti, ma questa è una condizione necessaria.
Credo che quella che abbiamo fatto sia comunque una scelta giusta ed importante, una scelta compiuta - e non voglio dilungarmi su questo - lavorando su un ventaglio molto largo di riforme, perché siamo profondamente convinti che l'uscita dalla situazione in cui si trova oggi il nostro Paese non sarà possibile se non realizzando complessivamente tutte le riforme che abbiamo posto all'ordine del giorno.
È chiaro che non saranno le norme a produrre i posti di lavoro: in tutta sincerità, mi pare una discussione piuttosto priva di fondamento. Le regole sono il quadro, il contesto e la condizione in cui i soggetti agiscono. Da questo punto di vista abbiamo un problema, che va detto in maniera molto chiara: sull'impresa poi possiamo discutere, perché non ho una visione romantica e non penso che l'impresa sia fatta di rose e fiori e di gente che si fa carezze. Dobbiamo però intenderci: nel nostro Paese l'impresa, che per il modo in cui funziona e per la sua tipicità deve assumersi dei rischi e fare valutazioni in un contesto di incertezza, deve tuttavia poter riferire il contesto di incertezza nel quale si muove alle proprie azioni tipiche, sapendo cioè che cosa accade sul mercato, che cosa fanno i propri concorrenti, che cosa accade sul costo delle materie prime. Questo è il punto di incertezza tipico dell'impresa.
Quando all'impresa vengono però aggiunte, per così dire, delle quote di incertezza che non sono tipiche della sua funzione da un cattivo funzionamento del sistema giudiziario o da regole del mercato del lavoro poco definite ed incerte e delle quali non si conosce l'esito finale - solo per citare alcune criticità, ma potremmo citare la burocrazia, piuttosto che i tempi per il rilascio delle autorizzazioni - si produce a quel punto un livello di inibizione che, dobbiamo saperlo, si scaricherà poi sui lavoratori, perché non ci saranno opportunità di lavoro.
Questo Paese deve uscire da un binomio che oggi è chiaro. L'Italia per una certa fase ha in qualche modo accarezzato le rendite invece di scegliere con forza la politica dello stare al fianco e del premiare le opportunità e farlo non è per nulla facile, perché le rendite sono tante, diverse, piccole e grandi e tendono a sostenersi l'una con l'altra. Intervenire per cambiare questa situazione, quindi, è e sarà uno sforzo assolutamente rilevante, ma bisogna farlo se vogliamo davvero far aumentare le opportunità, perché questo è quello che dobbiamo fare per i nostri giovani, per i disoccupati e per tutti coloro che hanno bisogno di provare a fare un passo avanti importante.
La nostra idea non è certamente quella per cui saranno le regole a cambiare e a produrre posti di lavoro; siamo però convinti che un buon contesto aumenti le opportunità e che quindi dentro ad un contesto migliore vi sia la possibilità di promuovere una fase di crescita ulteriore.
Su questo versante credo che dovremmo anche farci una domanda. Storicamente l'Italia ha un tasso di occupazione più basso della media europea. Anche quando ha toccato le vette più alte di occupazione, l'Italia è rimasta sempre 5, 6 o 7 punti sotto il livello di occupazione di molti altri Paesi europei.
Qui il tema riguarda il Nord e il Sud; riguarda gli impianti sociali; riguarda le politiche sociali, e questa è un'altra questione che il Paese ha di fronte. Sono convinto e consapevole che c'è bisogno di cambiare anche su tale versante. Non abbiamo mai costruito nel nostro Paese una politica sociale a funzione generale, capace di fare i conti con questi bisogni. E quando parliamo dell'occupazione femminile, trenta secondi dopo dobbiamo parlare di servizi e via dicendo. È di questo che dobbiamo parlare, altrimenti il tasso di occupazione continuerà ad essere storicamente e sistematicamente più basso. Ma avere un tasso di occupazione stabilmente più basso vuol dire produrre meno ricchezza, avere meno opportunità, avere una minore propulsione per il futuro. Quindi, questo è il tema che abbiamo davanti.
Rispetto a detta questione, la riflessione che abbiamo avviato credo debba cercare di rispondere alle questioni generali e di farlo per la parte che compete alla legge delega.
Non tornerò su tutti i temi della legge, essendo stati ampiamente e ripetutamente discussi. Voglio solo intervenire su alcuni argomenti, anche per cercare di chiarire il senso delle scelte compiute.
Non credo che questa legge delega sia troppo vaga o non si capisca che cosa si voglia fare. A volte credo di poter dire che si è fatta di essa una lettura troppo parziale, nel senso che ognuno ha preso il pezzettino che gli serviva per sostenere la propria tesi. Al contrario, dobbiamo leggere tutto ciò che è scritto in ogni sua parte, i punti di equilibrio che rispondono anche a preoccupazioni che ho ascoltato evidenziare qua e che sono anche le mie preoccupazioni. Noi non vogliamo distruggere chissà che cosa o ledere i diritti dei lavoratori: è fuori dal nostro modo di pensare ed affrontare le questioni. Ma se leggiamo completamente ciò che abbiamo scritto dentro il provvedimento, troveremo dei punti di equilibrio rispetto al bisogno di avere una dimensione dinamica dell'azione dell'impresa, ma anche la tutela dei diritti e delle condizioni di vita dei lavoratori.
Lo sforzo che si sostiene è il seguente: non si deve pensare che l'equilibrio si risolve tenendo le cose come sono. L'equilibrio si risolve costruendo qualcosa di nuovo equilibrato. Questo è il passaggio, lo sforzo che vogliamo fare, e su questo bisogna farsi qualche domanda e darci una qualche risposta.
Perché non abbiamo mai fatto le politiche attive e non ci siamo occupati di ammortizzatori sociali? Perché oggi diciamo che siamo d'accordo? Anch'io sono d'accordo, ma la mia domanda è: come siamo arrivati qui? Perché non abbiamo fatto la scelta di investire sui servizi per l'impiego? Perché abbiamo fondato una parte essenziale degli interventi fondamentalmente attraverso i trasferimenti monetari? Questo è il tema. Dall'altro lato, perché non siamo riusciti a costruire una strumentazione che, sul piano sociale, combattesse le iniquità? Perché dentro questa crisi si è prodotta anche la situazione che chi ha di più ha ancora di più e chi ha di meno ha ancora di meno? Noi abbiamo un problema di lotta alla povertà in questo Paese. Abbiamo bisogno di costruire strumenti che agiscano anche su questo versante.
Quindi, dobbiamo sapere che questo cambiamento mette in gioco una parte fondamentale delle logiche che abbiamo utilizzato. È chiaro infatti che, se valuteremo solo il fatto che l'ammortizzatore mi dà un euro in più o in meno, se dura un giorno in più o uno in meno, rimarremo sempre all'interno della vecchia logica. Se invece dentro a questo ci mettiamo che cosa accade il giorno in cui esco da una situazione in cui il mio lavoro non c'è più e fuori dalla porta trovo un sistema di servizi capace di prendersi in carico quella condizione e di aiutarmi ad occuparmi di cosa fare e di come farlo, allora probabilmente possiamo trovare un altro punto di equilibrio, che non è esattamente quello del passato, ma è quello che vogliamo fare.
Quindi, noi ragioniamo in termini di estensione delle coperture. Noi ragioniamo in termini di inclusione e non di esclusione. Noi ragioniamo in termini di responsabilità, perché vogliamo che ogni cittadino si senta e sia nelle condizioni di essere responsabile rispetto anche alla condizione temporanea di non avere un lavoro e, quindi, di essere messo nella condizione di fare questo passo.
Da questo punto di vista mi sento di dare una risposta: legittimamente si chiedono le risorse rispetto agli ammortizzatori sociali e alla loro estensione. Credo che le risorse appostate nella legge di stabilità siano fondamentalmente vicine all'esigenza di affrontare il tema che abbiamo di fronte.
Infatti, erano appostati due miliardi di euro, che sono stati incrementati di 200 milioni per il 2015 e per il 2016, e abbiamo il Fondo per l'occupazione che vale un miliardo e 400 milioni e all'interno del quale sono postati 700 milioni per gli ammortizzatori sociali in deroga. Tuttavia - dobbiamo dircelo - sugli ammortizzatori sociali in deroga abbiamo approvato un decreto-legge che ha stretto i termini di utilizzabilità degli ammortizzatori sociali in deroga. Questi ultimi, infatti, che sono stati una risposta al dramma sociale esploso con la crisi sei, sette, otto anni fa, nel tempo, essendo in deroga e quindi con poche regole, hanno dato adito a comportamenti non sempre virtuosi e coerenti. E poiché sono finanziati con i soldi della comunità, con le tasse, credo sia giusto, necessario e doveroso andare a definirne puntualmente un buon uso. Peraltro, la norma prevede che gli ammortizzatori sociali in deroga mano a mano, con il passare del tempo, vadano ad esaurire la loro funzione.
Quindi, credo che sul piano delle risorse siamo vicini all'esigenza di coprire la possibilità, dichiarata e che abbiamo intenzione di realizzare, di estendere gli stessi ammortizzatori sociali.
Una seconda questione che desidero trattare rapidamente riguarda il tema della precarietà, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e dei problemi relativi a tale contesto. Da questo punto di vista si deve partire da un dato di fatto, vale a dire la fotografia, oggi, della realtà del mercato del lavoro nel nostro Paese. Su 100 avviamenti al lavoro (parlo di avviamenti, non di posti di lavoro) oggi abbiamo 85 avviamenti con contratti a tempo determinato e di tutte le altre tipologie similari e 15 a tempo indeterminato.
Credo che l'affermazione contenuta nella delega, che vuole fare del contratto a tempo indeterminato il perno essenziale della nuova situazione, debba essere resa possibile e per fare ciò abbiamo bisogno di una norma più flessibile, aperta e gestibile sul piano normativo e di un dato di convenienza sul piano economico. Altrimenti il dato di fatto non è quello che succederà, non è la paura di ciò che accadrà, perché noi dobbiamo chiederci cosa è accaduto già oggi. Oggi, la pluralità di queste tipologie contrattuali e il fatto che tra di loro siano economicamente disallineate ha provocato una cannibalizzazione, nel senso che molte imprese competono tra loro non nel miglioramento della qualità del prodotto, dell'efficienza, dell'efficacia e così via, ma in una rincorsa finalizzata a catturare la tipologia contrattuale più economica. Ma se lasciamo che le cose stiano così, il sistema imprenditoriale del nostro Paese non migliorerà nella sua capacità competitiva globale, avrà sempre più problemi.
Pertanto, anche qui abbiamo bisogno di dare una sistemata ad un terreno di confronto e competizione tra le imprese che avvenga sul piano della competizione e non sulla rincorsa al ribasso delle tipologie contrattuali «più competitive» in termini di flessibilità e costo, che è quanto è accaduto effettivamente in questi anni.
Quindi, questa è la situazione da cambiare. Questa è la scelta che abbiamo fatto e vogliamo fare e che viene confermata da due elementi inconfutabili. Abbiamo deciso di destinare nella legge di stabilità 1,9 miliardi di euro per la decontribuzione, per i primi tre anni, dei contratti a tempo indeterminato e abbiamo deciso di ridurre la base imponibile IRAP del costo del lavoro dei contratti a tempo indeterminato. A me pare che se occorreva un segno chiaro della volontà di questo Governo di andare nella direzione del contratto a tempo indeterminato, questi due segni siano assolutamente inequivocabili. Credo che questo sia un terreno che dice in termini molto chiari quali siano le nostre volontà e i nostri impegni.
Su questo versante, come in generale sul tema da cui sono partito, abbiamo ascoltato posizioni diverse sul piano sociale. Le organizzazioni sindacali e le organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale hanno espresso le loro valutazioni e le loro opinioni, ed è previsto uno sciopero generale. Credo che da questo punto di vista quello che dobbiamo dire è che siamo rispettosi della responsabilità che ogni soggetto assume nello svolgere il proprio ruolo. È importante che si ascolti, si rifletta, si tenga in considerazione la posizione di un'associazione di rappresentanza o di un sindacato. Detto ciò, credo che dall'altro lato il Governo e il Parlamento abbiano il dovere di assumere le proprie decisioni, di compiere responsabilmente le scelte che sono demandate loro e di essere in grado di portare a compimento le scelte fatte, perché queste sono le cose che servono al nostro Paese.
Non ho molte altre osservazioni da farvi, se non ribadire un dato: il Governo italiano assegna all'approvazione della legge delega in materia di lavoro un'importanza essenziale. Sono partito da questo punto e concludo il mio intervento su tale versante. Siamo convinti e consapevoli che su questo terreno si misura l'effettiva possibilità del Governo e della maggioranza di produrre un cambiamento necessario al nostro Paese. Si tratta di un passaggio difficile, pieno di tensioni e di difficoltà; lo sappiamo, lo comprendiamo, ma sappiamo anche che su molti contenuti di questa legge c'è consenso e condivisione: parlo dell'estensione degli ammortizzatori sociali e della loro riforma, delle politiche attive per il lavoro e l'occupabilità, della revisione e della semplificazione delle norme, della revisione delle tipologie contrattuali, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, della tutela della genitorialità e delle politiche per l'occupazione femminile, del coordinamento delle attività ispettive dell'Agenzia unica.
Il Governo, nella stesura dei decreti, saprà tenere nella giusta considerazione il lavoro che è stato fatto in Parlamento e le posizioni che sono state espresse. Nel lavoro veramente gigantesco di cambiamento del nostro Paese c'è un impegno e una responsabilità per tutti. Credo che ognuno possa e debba fare la propria parte, e non penso che ci sia qualcuno che possa onestamente sostenere di essere a posto e di avere già fatto tutto ciò che doveva.
Ho aperto il mio intervento a partire dalla drammatica consapevolezza della gravità e centralità del lavoro per i nostri giovani, per noi tutti e, in primo luogo, per il Governo. Cambiare questa situazione è l'obiettivo che ci siamo dati e lavoriamo fortemente in questa direzione.
Pertanto, a nome del Governo, con l'autorizzazione del Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 1428-B, nel testo già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati. (Applausi dal Gruppo PD. Commenti e applausi ironici dai Gruppi M5S, Misto-SEL e Misto-MovX).
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Messaggio Da einrix Mer 03 Dic 2014, 15:20

E' in corso la discussione sulla fiducia. Più che discussione si tratta di polemica, ma che per ora si mantiene su di un piano di civiltà, e ciò non è poco.
Buone sono le notizie che vengono da Terni, dove pare si sia raggiunto l'accordo con zero licenziamenti e 290 esuberi volontari e incentivati. Due forni continueranno a produrre, ed anche questa è la notizia positiva.


03/12/2014 16:07
Ast,accordo raggiunto. No licenziamenti
  16.07                                 
 Ast,accordo raggiunto. No licenziamenti
 Intesa raggiunta sull'Ast di Terni, do-
 po 36 giorni di sciopero. "Tutte le    
 parti hanno firmato l'accordo", annun- 
 cia il sottosegretario al Lavoro, Tere-
 sa Bellanova, uscendo dal Mise.        

 Il sottosegretario precisa che non ci  
 sono licenziamenti né cassa integrazio-
 ne straordinaria: "290 esuberi lasce-  
 ranno l'azienda con adesioni volonta-  
 rie, incentivate". L'accordo "sarà con-
 siderato molto soddisfacente da lavora-
 tori". E' previsto un piano di rilancio
 in 4 anni per garantire almeno 1 milio-
 ne di tonnellate di fuso con 2 forni.
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Messaggio Da einrix Mer 03 Dic 2014, 15:35

Non so se Renzi riuscirà, ma non è che non manchino le notizie...
03/12/2014 16:30
Renzi:"Ilva? Possibile azione pubblica"
16.30
Renzi:"Ilva? Possibile azione pubblica"
"Siamo pronti a usare anche strumenti
non convenzionali" e "faremo qualunque
cosa sia necessaria". Renzi risponde
alla Camera a interrogazioni di Pisic-
chio (Gruppo Misto) e di Benamati (Pd)
su come il governo affronta la crisi
della siderurgia e, in particolare,del-
l'Ilva di Taranto.

Il premier dice: il governo valuta "la
possibilità per un certo periodo di
di tempo,di un intervento pubblico che
affronti la questione ambientale e che
consenta di tornare al mercato una vol-
ta" che l'Ilva tornerà ad essere leader
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Messaggio Da einrix Mer 03 Dic 2014, 19:11

Ecco, questa prima parte della riforma è finita, o quasi, visto che il Ministro Poletti vuole coinvolgere le commissioni anche per lo sviluppo dei decreti delegati. Speriamo che la stesura dei decreti si sviluppi rapidamente e con meno intoppi possibili.
03/12/2014 19:42
Passa la fiducia, Jobs Act è legge
19.42
Passa la fiducia, Jobs Act è legge
Passa la fiducia sul Jobs Act al Sena-
to, la 31° chiesta ed ottenuta dal go-
verno. Il disegno di legge delega sulla
riforma del mercato del lavoro passa
con 166 sì, 112 no e 1 astenuto.

Votano no le opposizioni, a favore la
maggioranza.Le minoranze Pd dicono sì
con riserva, Mineo vota no per "segui-
re" la coscienza. Il Jobs Act è legge.
Passa il superamento dell'articolo 18
dello Statuto dei lavoratori per i neo
assunti, il contratto a tempo indeter-
minato a tutele crescenti e la revisio-
ne degli ammortizzatori sociali.

Mi tranquillizza moltissimo la dichiarazione di voto del PdL:

"Questa è una riforma contro il lavoro, contro l'impresa, contro il mercato del lavoro e quindi contro il nostro Paese.
Siamo assolutamente contrari alla limitazione della flessibilità, siamo contrari al fatto che il Governo, qualunque Governo pro tempore, assuma impegni e poi li disattenda retroattivamente.
Siamo contrari alla limitazione di quelle fattispecie contrattuali che hanno, vigenti i nostri Governi, consentito l'aumento di posti di lavoro, hanno creato lavoro, alimentando la flessibilità e dando respiro al mercato del lavoro."

Se è davvero così, il PD ha fatto un buon lavoro.

Il resoconto della seduta potrebbe trovarsi qui:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=hotresaula&id=1&mod=1417628375000&part=doc_dc&parse=no
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Messaggio Da einrix Gio 04 Dic 2014, 19:24

Non è male questo condono sui capitali esportati illegalmente: si pagano tutte le tasse dovute e lo sconto è sulle penali. In più sono previste pene per per l'autoriciclaggio,che dovrebbe abbattere molti fenomeni di elusione.

http://www.repubblica.it/economia/2014/12/04/news/sanatoria_capitali_esteri_via_libera_definitivo_dal_senato-102123404/?ref=HREC1-1

E' un'altra legge definitiva di Questo Parlamento e di Questo governo. Altre erano le sanatorie di Berlusconi!
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Messaggio Da einrix Dom 07 Dic 2014, 12:00

Renzi ce la farà?
Le parole chiavi sono: noi abbiamo bisogno dell'industria.

In questo filmatino non ci vedo solo propaganda di partito, ma anche un impegno ad appoggiare tutte le istanze che producano lavoro vero.

http://www.youdem.tv/doc/274085/sulcis-delrio-rilanciamo-lindustria-anche-grazie-alle-vostre-lotte.htm

speriamo che sia così!
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Messaggio Da einrix Mar 09 Dic 2014, 17:00

Quattro parole ed immagini sulla chiusura della vertenza a Piombino.
Le mostro per far vedere come il lavoro sia in primo piano, e quello manifatturiero prenda il posto che gli spetta.

http://www.youdem.tv/doc/274197/accordo-lucchini-cevital-renzi-lacciaio-di-piombino-un-pezzo-di-futuro-dellitalia.htm

Insomma, Renzi può farcela se questo paese ha deciso di farcela.


Qualche ora più tardi è comparso l'articolo su La Repubblica che da qualche indicazione in più sia sul polo siderurgico che sul porto di Piombino.
http://www.repubblica.it/economia/2014/12/09/news/lucchini_firmato_l_accordo_con_gli_algerini_l_azienda_in_mano_alla_cevital-102464290/?ref=HREC1-8
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Messaggio Da Rossoverde Lun 15 Dic 2014, 09:17

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/15/regione-friuli-previsto-rimborso-spese-per-i-consiglieri-assenti/1274317/
Come ebbi a dire, attento Renzi, che questa giovane speranza prima o poi ti fa le scarpe. Si può dire benissimo che è sulla buona strada.
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Messaggio Da einrix Lun 15 Dic 2014, 17:14

Rossoverde ha scritto:http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/15/regione-friuli-previsto-rimborso-spese-per-i-consiglieri-assenti/1274317/
Come ebbi a dire, attento Renzi, che questa giovane speranza prima o poi ti fa le scarpe. Si può dire benissimo che è sulla buona strada.
Rossoverde, se leggo l'articolo, non vedo la causa-effetto...

Purtroppo certe votazioni sulle diarie non dovrebbero farsele da soli, per conflitto d'interesse. La nuova Camera delle Regioni, potrebbe sorvegliare su certe questioni. Ora lo dovrebbe fare il Parlamento... nelle modifiche costituzionali in corso, sul Titolo V, si dovrebbero vedere anche questi aspetti.

Per il resto, non sono attaccato ad una persona. Per me vanno bene tutti, purché convincano e facciano, cosa non facile. E poi, dalla politica non mi aspetto tutto, ma solo quello che gli compete. Il resto dipende da come gira la società. Ed è li che vedo i problemi maggiori. Cambiare la politica è relativamente facile - basta fare delle nuove elezioni -  il difficile è cambiare la società. E non è neppure prudente lasciarlo fare a qualcuno con troppi poteri, com'è successo diverse volte in passato, perché se no si può dire addio alla democrazia ed alla libertà. Non è che la società non cambi. E' cambiata un sacco in un secolo; ma non sempre i cambiamenti bastano e non sempre avvengono bene. Dai beni di consumo che fanno la felicità, al consumismo che ti lascia con i debiti e che rovina la natura, il passo è breve.

Anche questo periodo di stasi produttiva può essere utilizzato per mettere a posto ciò che è venuto male o si è rotto. Purché si salvaguardi un minimo di tenore di vita delle classi più deboli, redistribuendo lavoro e risorse. Ma non è facile, perché non si tratta di fare la politica gridata, essendo necessario lavorare molto di fino ed in profondità, anche la dove neppure ti vedono. Se in questo momento non lo fanno i giovani, che sono stati i più penalizzati nei processi del lavoro, chi altro lo può fare!. E questo è un Parlamento di Giovani. Che ci diano sotto, allora.
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Messaggio Da Rossoverde Mar 16 Dic 2014, 19:38

einrix ha scritto:
Rossoverde, se leggo l'articolo, non vedo la causa-effetto...

Purtroppo certe votazioni sulle diarie non dovrebbero farsele da soli, per conflitto d'interesse. La nuova Camera delle Regioni, potrebbe sorvegliare su certe questioni. Ora lo dovrebbe fare il Parlamento... nelle modifiche costituzionali in corso, sul Titolo V, si dovrebbero vedere anche questi aspetti.

Per il resto, non sono attaccato ad una persona. Per me vanno bene tutti, purché convincano e facciano, cosa non facile. E poi, dalla politica non mi aspetto tutto, ma solo quello che gli compete. Il resto dipende da come gira la società. Ed è li che vedo i problemi maggiori. Cambiare la politica è relativamente facile - basta fare delle nuove elezioni -  il difficile è cambiare la società. E non è neppure prudente lasciarlo fare a qualcuno con troppi poteri, com'è successo diverse volte in passato, perché se no si può dire addio alla democrazia ed alla libertà. Non è che la società non cambi. E' cambiata un sacco in un secolo; ma non sempre i cambiamenti bastano e non sempre avvengono bene. Dai beni di consumo che fanno la felicità, al consumismo che ti lascia con i debiti e che rovina la natura, il passo è breve.

Anche questo periodo di stasi produttiva può essere utilizzato per mettere a posto ciò che è venuto male o si è rotto. Purché si salvaguardi un minimo di tenore di vita delle classi più deboli, redistribuendo lavoro e risorse. Ma non è facile, perché non si tratta di fare la politica gridata, essendo necessario lavorare molto di fino ed in profondità, anche la dove neppure ti vedono. Se in questo momento non lo fanno i giovani, che sono stati i più penalizzati nei processi del lavoro, chi altro lo può fare!. E questo è un Parlamento di Giovani. Che ci diano sotto, allora.
Einrix, non ti sforzare a trovare cause effetti, non ci sono, è solo una soluzione senza continuità a senso unico, prendere per prendere, senza differenze di etnie, idee religiose o altro ,per farla breve:un buon segno per la democrazia. Poi ci si può aggiungere quello che si vuole, come del resto fai tu. Purtroppo al di la delle coloriture,
la sostanza quella è e tale resta.
Ti saluto.
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Messaggio Da einrix Mer 17 Dic 2014, 20:36

Caro Rossoverde, un Paese non cambia con un governo, né in bene e né in male, tante sono le forze di inerzia che ne condizionano il movimento, comprese le forze di trascinamento che vengono dall'esterno (vedi la crisi economica prodotta dalla bolla speculativa, che ha accelerato i nostri problemi). Noi siamo all'asintoto del nostro sviluppo, e questo è il momento per riprendere a salire oppure si scende. Ma per salire occorre sapere come e cosa fare. Con le politiche europee del rigore, a differenza di quelle degli altri paesi - dagli USA, al Giappone, alla Cina, anche ad avere delle idee, occorre rimandarle, e possiamo fare solo "esercizio fisico" per mantenerci in forma, in attesa che l'Europa in qualche modo decida di partire, e lo può fare solo "comperandoci il debito" stampando moneta, magari in modo indiretto, attraverso i finanziamenti agevolati allo sviluppo. In questi giorni di fine anno siamo senza notizie, e così i giornali confezionano qualunque chiacchiericcio che si sollevi di un pelo dal rumore di fondo. In fondo, non è poi male, così possiamo farci queste feste in pace, ed a Gennaio si vedrà.
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Messaggio Da Rossoverde Gio 18 Dic 2014, 07:19

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/12/17/cacciari-vs-romano-pd-pirla-replica-ma-non-ti-hanno-insegnato-leducazione/323614/
Certo che con recuperi come Romano, non ci si può poi aspettare tanto di piu, questa è la linea delle picernine: politica zero, in compenso, spettacolo puro.









.
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Messaggio Da Rossoverde Gio 18 Dic 2014, 07:26

einrix ha scritto:Caro Rossoverde, un Paese non cambia con un governo, né in bene e né in male, tante sono le forze di inerzia che ne condizionano il movimento, comprese le forze di trascinamento che vengono dall'esterno (vedi la crisi economica prodotta dalla bolla speculativa, che ha accelerato i nostri problemi). Noi siamo all'asintoto del nostro sviluppo, e questo è il momento per riprendere a salire oppure si scende. Ma per salire occorre sapere come e cosa fare. Con le politiche europee del rigore, a differenza di quelle degli altri paesi - dagli USA, al Giappone, alla Cina, anche ad avere delle idee, occorre rimandarle, e possiamo fare solo "esercizio fisico" per mantenerci in forma, in attesa che l'Europa in qualche modo decida di partire, e lo può fare solo "comperandoci il debito" stampando moneta, magari in modo indiretto, attraverso i finanziamenti agevolati allo sviluppo. In questi giorni di fine anno siamo senza notizie, e così i giornali confezionano qualunque chiacchiericcio che si sollevi di un pelo dal rumore di fondo. In fondo, non è poi male, così possiamo farci queste feste in pace, ed a Gennaio si vedrà.
io sono per le politiche di rigore, non si può vivere perennemente a debito e con incremento di debito. che lo facciano America e Giappone non è un buon motivo perchè  lo faccia anche l' Europa .
Ti saluto
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Messaggio Da einrix Gio 18 Dic 2014, 11:30

Sai Rossoverde, tutto è relativo, come è relativo il valore del denaro. Con l'inflazione metti una tassa su chi possiede soldi sia sotto forma di capitale che sotto forma di salari e assegni di pensione. E fai pagare - a chi è meno capace di difendere il proprio reddito - le spese che altrimenti faresti a debito. I più deboli, in questo caso, sono i detentori di capitali in euro che non hanno la previsione d'investire in processi industriali o beni durevoli. I lavoratori, con le loro associazioni e la lotta, possono strappare aumenti, che attraverso i contributi, in qualche misura, si riversano anche sui pensionati.

Gli Stati Uniti hanno giocato per anni la carta del debito contro tasse molto basse. E fatti i conti, non è detto che il Governo Statunitense, costi meno, pro capite, del governo italiano. Loro hanno avuto per mezzo secolo il vantaggio di chi gli portava i soldi (petroldollari), a differenza di noi che quella opportunità non l'abbiamo mai avuta. Anzi, i nostri possessori di denaro liquido (non tutti ovviamente, ma solo chi esportava capitali clandestinamente), li trasformava in franchi svizzeri e li teneva li, per non pagare la tassa dell'inflazione.

Insomma, la questione del rigore è un "a prescindere", poi c'è la politica delle tasse e dell'inflazione, per far tornare i conti. Oggi l'Europa non ha strumenti per stampare carta moneta, e punta solo sul rigore. Per questo, ovunque, le tasse sembrano alte, ma se si va a far bene i conti, non è così. Credo che Draghi abbia trovato il modo di ottenere lo stesso risultato, stampando euro per comparare debito dei paesi in difficoltà. Ma la porta per questo genere di operazioni, che solo qualche anno fa era murata, adesso si sta materializzando in una "fessura stretta". Ma nel tempo non potrà che essere così, e sarà un ministro del tesoro europeo che prenderà in mano le redini del debito degli stati ed opererà come è tradizione, con il freno delle tasse e l'acceleratore dell'inflazione. Insomma, oggi in Europa stiamo migliorando l'efficienza del veicolo ed anche la guida, ma non abbiamo l'acceleratore. In discesa (quando i mercati extraeuropei tirano) abbiamo i freni e possiamo regolare la corsa, ma appena si arriva alla salita (mercati extraeuropei in contrazione) non abbiamo l'acceleratore e tendiamo a rallentare col rischio di fermarci. E' quello che sta succedendo e che vediamo stando alla finestra. E può far poco anche Renzi, perché occorre dare tempo all'Europa di digerire questi altri pezzi di rinuncia alla autonomia propria degli stati nazione, ma se non ci si vuole fermare del tutto, non c'è altra via. Comunque meglio Renzi che vuole maggior integrazione, che Salvini o il M5S che vogliono uscire dall'Europa, altro modo di risolvere la crisi, al ribasso -come chi fallisce mettendo una pietra sopra ai debiti.
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Messaggio Da einrix Gio 18 Dic 2014, 11:51

Rossoverde ha scritto:http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/12/17/cacciari-vs-romano-pd-pirla-replica-ma-non-ti-hanno-insegnato-leducazione/323614/
Certo che con recuperi come Romano, non ci si può poi aspettare tanto di piu, questa è la linea delle picernine: politica zero, in compenso, spettacolo puro.









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Trasmissioni come quelle le evito, e tu mostrandomene un pezzo, me ne stai confermando il motivo.
Cacciari non lo sopporto come professore di filosofia, figuriamoci come politico. Se poi si volesse entrare nel merito del suo ragionamento, si perderebbe solo tempo. E' notorio che chiunque fondi un partito, poi il partito, per una sua vita propria, può fare a meno dei suoi fondatori. Un po come i figli con i genitori: ne ricevono i geni e l'imprinting, ma raggiunta la maggiore età sono individui diversi, con una propria personalità, e che vivono anche in un altro tempo.
E' così semplice, eppure guarda quale cumulo di fesserie ci tocca di sentire, pur mobilitando i potenti e costosi mezzi dell'industria dell'intrattenimento mediatico.
Come voto, a quella trasmissione ed al Fatto che la riprende, do: due, meno, meno.
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Messaggio Da Amiter Gio 18 Dic 2014, 12:52

... perché tu einrix, come del resto Romano, non hai capito quello che ha detto Cacciari... inutile quindi in questo caso prendersela con la trasmissione!

Premesso che anch'io non ho particolari simpatie per il filosofo veneziano, che lo ritengo corresponsabile, anche se non penalmente (almeno fino a prova contraria), dei guai del MOSE, è curioso che questi due esponenti del PD abbiano la stessa opinione che avevo io nei confronti del loro partito, ma loro ci sono arrivati con qualche anno di ritardo...
Adesso infatti Romano si trastulla pure lui con le "alte percentuali" raggiunte dal PD nelle ultime consultazioni elettorali... forse tra qualche anno capirà che invece hanno perso una marea di voti...

... del resto è ormai stranoto che quelli "di sinistra" ci arrivano sempre dopo a capire le cose!
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Messaggio Da einrix Gio 18 Dic 2014, 13:36

Amiter ha scritto:... perché tu einrix, come del resto Romano, non hai capito quello che ha detto Cacciari... inutile quindi in questo caso prendersela con la trasmissione!

Premesso che anch'io non ho particolari simpatie per il filosofo veneziano, che lo ritengo corresponsabile, anche se non penalmente (almeno fino a prova contraria), dei guai del MOSE, è curioso che questi due esponenti del PD abbiano la stessa opinione che avevo io nei confronti del loro partito, ma loro ci sono arrivati con qualche anno di ritardo...
Adesso infatti Romano si trastulla pure lui con le "alte percentuali" raggiunte dal PD nelle ultime consultazioni elettorali... forse tra qualche anno capirà che invece hanno perso una marea di voti...

... del resto è ormai stranoto che quelli di sinistra ci arrivano sempre dopo a capire le cose!
Se ne '65 quando mi sono iscritto al PCI ci fosse stato uno pseudo PD, sarei rimasto iscritto al PCI, perché erano altre le priorità: in politica estera ed in quella interna. Oggi, se ci fosse uno pseudo PCI ( e qualcuno c'é) ed il PD, sarei iscritto al PD, per analoghi motivi, dato che è cambiata la politica estera ed anche le problematiche della politica interna. E sono la stessa persona. Tu Amiter, avrai, o avresti, fatto lo stesso, non avendo in simpatia il PCI di allora come non hai simpatia per il PD di adesso. La mia estrazione è di famiglia operaia, come lo era oltre l'ottanta percento delle famiglie italiane oltre mezzo secolo fa (se non era contadina), ed i miei problemi erano l'emancipazione dei diritti nel nostro paese, ed in una scala più alta, i diritti nel mondo oppresso dal colonialismo. Bisognava entrare in fabbrica in quegli anni per vedere come leggi e Costituzione, non potessero oltrepassare quei cancelli, sorvegliati da guardiani con la divisa del Padrone, più che dell'imprenditore. Dalla primavera francese in poi, tutto è cambiato, perché i tempi erano ormai maturi e perché c'è stata la spinta dei giovani che ha messo in soffitta il vecchio sistema di relazioni sociali. Mezzo secolo dopo, ci risiamo; il sistema è entrato in crisi per vari motivi ed è ora che si faccia un altro salto di qualità, ed anche questa volta i giovani, del M5S e del PD si sono mossi per cambiare le regole. Il PD interpreta questo cambiamento e perciò mi sento di appoggiarlo. Non ne ha l'esclusiva, naturalmente, ma neppure gli altri, e se sono piccoli, si riferiscono a nicchie di bisogni sui quali non può essere appiattito tutto il paese. 

Ritorno a quel "essendo di estrazione operaia", non mi sento di trovare difensori in quei partiti espressione del grande capitale finanziario ed industriale, qualunque cosa mi dicano. Non possono fare diversamente, tentando di attrarre elettori con promesse di ogni tipo, tanto poi, quello che hanno in mente è di poter avere le mani libere per fare quello che interessa loro. Anche per questo i programmi elettorali sembrano tutti molto simili, proprio perché si rivolgono ad elettorati che sono gli stessi, anche se tal'uni più sensibili ai problemi dell'ambiente, altri più attenti all'uso delle risorse pubbliche, altri alla pace, altri ancora al welfare, che toccano comunque tutte fette degli interessi dei cittadini nel loro complesso. Non è comunque detto che perché un partito sia di sinistra governi meglio di uno di destra; anche se ha finalità diverse, le può perseguire malissimo. E questo è una ragione in più perché le idee della gente siano confuse da promesse e programmi che celano sempre qualche trucco.

Morale: sto a sinistra per ceto sociale di appartenenza, e lavoro perché il partito che mi rappresenta, governi bene. Da qui le mie critiche al PD quando vedo qualche cosa che va storto, e le mie critiche agli altri partiti che sono interessati a cose che in ultima analisi mi arrecano danno, anche se mi promettono mari e monti.

Qualche anno fa, mi sono fermato a parlare con uno che mi ha chiesto l'elemosina. Era appena uscito di galera - non so per quale colpa - era senza lavoro e mi ha detto di votare per Berlusconi. Insomma, non vi è limite all'appartenenza, e spesso neppure una ragione. Non è così nel mio caso: ho rispetto per tutti i partiti, ma sostengo un partito che appartenga davvero alla mia classe, e lo sprono perché si comporti meglio possibile. E poi, il fatto che la nuova classe dirigente sia tutta di giovani è garanzia che, coltivando idee sane, avranno (avremo) un lungo futuro.


Se non fosse chiara la mia risposta alla tua "... perché tu einrix, come del resto Romano, non hai capito quello che ha detto Cacciari... inutile quindi in questo caso prendersela con la trasmissione!"
era, leggendoti nel pensiero, scritta qui:" E' notorio che chiunque fondi un partito, poi il partito, per una sua vita propria, può fare a meno dei suoi fondatori. Un po come i figli con i genitori: ne ricevono i geni e l'imprinting, ma raggiunta la maggiore età sono individui diversi, con una propria personalità, e che vivono anche in un altro tempo." Questa è una piccola legge che ha il duale nelle scienze politiche. Mi fa specie che Cacciari si impegoli in discorsi logorroici, astiosi per ragioni personali, come potrebbe fare D'Alema (ma che non arriva a certi bassi livelli), per esprimere concetti così semplici. Peccato che tu non te ne fossi accorto, ma era tutto scritto li.


Sempre per puntualizzare sulle "alte percentuali di Romano": un partito che voglia rappresentare la classe più numerosa e vitale del paese, può aspirare a  quozienti del 40%, senza sforzo. E' chiaro che quella percentuale sale o scende o in rapporto a fatti concreti come il buono o il cattivo governo degli uni e degli altri, oppure con la credibilità delle proposte politiche a confronto. Anzi, visto che una parte, quella di destra, in genere è espressione dei poteri economici, quella di sinistra, fondata sui ceti popolari ha un bacino elettorale ancora più ampio. E se non li prende tutti quei voti è perché c'è chi lavora di ideologia per "separa et impera".
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Messaggio Da einrix Gio 18 Dic 2014, 14:31

Questi sono i giovani che ci governano:
http://www.youdem.tv/doc/274480/riforme-boschi-il-lavoro-svolto-in-commissione-ha-arricchito-il-testo.htm

Ero scettico, ma dopo averli visti alla prova il mio scetticismo è caduto.
Venti minuti a braccio, parlando in maniera colta oltre che politica.
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Messaggio Da Amiter Gio 18 Dic 2014, 15:20

... non ho capito perché mi hai fatto quel popo di sermone... però a una cosa che hai detto devo replicare.
E' ovvio che non posso provare o aver provato simpatia per un partito fatto di gente che dice di stare a sinistra perché è il ceto sociale di appartenenza che glielo chiede... tra l'altro oggi manco ve lo potete più permettere di dirlo e nemmeno di pensarlo, infatti gli elettori del PD sono sostanzialmente tutti della tua estrazione... e cioè tutt'altro che operaia, o che comunque si sono dimenticati cosa vuol dire essere operaio, perché ormai nei vezzi del capitalismo vi ci siete adattati molto bene...
Insomma tutto quel popò di sermone potrebbe essere riassunto con una semplice frase:"quando avevo un'idea di cosa significasse essere operai votavo PCI... adesso che me ne sono completamente dimenticato voto PD!"


einrix ha scritto:Questi sono i giovani che ci governano:
http://www.youdem.tv/doc/274480/riforme-boschi-il-lavoro-svolto-in-commissione-ha-arricchito-il-testo.htm

Ero scettico, ma dopo averli visti alla prova il mio scetticismo è caduto.
Venti minuti a braccio, parlando in maniera colta oltre che politica.
Sì certo, tutti li abbiamo visti all'opera:
- non faremo MAI le scarpe a Letta
- MAI a palazzo Chigi senza passare per le urne
- entro febbraio legge elettorale
- entro marzo riforma giustizia
- entro aprile riforma FISCO
...
- a settembre riforma della scuola... VI STUPIREMO!!
- i gufi stiano sereni che noi le tasse le abbassiamo...

Infatti avevano diminuito l'IRAP del 10% e se la sono già ripresa retroattivamente.
Hanno tolto 100 milioni di euro ai disabili gravi.
Sai che le tasse sulla casa dovranno pagarle pure gli aquilani che hanno la casa demolita o in demolizione?
Hanno aumentato l'IVA del pellet dal 10 al 22%... immagino che con questo provvedimento sarà duramente colpito il ceto nobile, mentre i poveri operai e contadini gioiranno...
Stanno trasformando il mercato del lavoro in una giungla...
In questo lungo anno abbiamo avuto 4 gravi scandali nazionali... hanno messo un commissario là e uno qua... al solito hanno fatto tanti annunci e manco un provvedimento per contrastare un minimo la corruzione e la criminalità organizzata... e come potrebbero, che ci stanno dentro con tutte le scarpe?... insieme a un terrorista nero, un assassino e a uno spacciatore di droga nominato pure (da Zingaretti) capo della polizia provinciale di Roma...

Insomma... senza diventare noioso... devo dire che sono davvero dei grandi innovatori questi gggiovani... sempre dalla parte dei ceti popolari... da quanto non vai in una borgata?... vai a sentire quanto sono contenti di questi ggiovani!


Cmq fantastica la Boschi che ringrazia Forza Italia!  Riuscirà mr Renzi.... - Pagina 8 292285641
einrix... ma quando ti sveglierai?? Ma tu davvero pensi che sti bamboccini comandino qualcosa?
Guarda... forse-forse ho più fiducia io di loro che tu... secondo me se comandassero per davvero loro qualche buon provvedimento sarebbero certamente stati capaci di farlo...
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Messaggio Da einrix Gio 18 Dic 2014, 20:55

:"quando avevo un'idea di cosa significasse essere operai votavo PCI... adesso che me ne sono completamente dimenticato voto PD!"

Una idea simile? E' tua, caro Amiter, e te la lascio. Ragiono con altri principi e motivazioni e sopra tutto, non dimentico proprio niente. Sono stato iscritto al PCI sino all'ultimo giorno, ed oggi sono iscritto al PD perché è nato dalla convergenza proprio di quel partito (dopo le necessarie trasformazioni di Occhetto e D'Alema) insieme ad altre forze che si richiamano al socialismo ed al movimento cattolico più vicino alle istanze popolari. Il partito comunista in Italia ha combattuto alla testa della resistenza contro il nazifascismo, e negli anni della ricostruzione ha lottato (anche se non direttamente) insieme ai socialisti ed ai popolari della DC, per migliorare i diritti sul posto di lavoro e per estendere il welfare che oggi ci permette di essere affrancati da molti bisogni. Erano altri che tramavano all'ombra di Gladio e della PD2, e che tentavano in ogni modo quei golpe che erano riusciti in Grecia e in Cile. A quelle forze politiche che hanno difeso la democrazia e la libertà, va tutto il mio ringraziamento. Chi può dire altrettanto se ha seguito, da Andreotti  ad Almirante e poi sino a Berlusconi e a Bossi, le gesta di quel paese che non aveva imparato nulla dal fascismo. Ovviamente lo sapevo che col mio essere comunista ed amante della libertà, in Russia sarei finito in Siberia, ma qui siamo in Italia e quelle battaglie riuscivano molto meglio nel PCI che negli altri partiti.

Non sono uomo di scissioni, alla ricerca della purezza, ma mi è naturale cercare le convergenze che allargano il campo delle alleanza con cui voglio cooperare, perché la politica è la ricerca delle soluzioni possibili, per quanto alte possano essere. Per queste ragioni a sinistra scarto tutti i partitini che non vogliono contaminarsi con il paese reale, quali sono gli estremisti di sinistra, RC, e SEL. E non è un caso che siano piccoli. Sono piccoli perché le idee sono così grandi che si perdono nello spazio, senza poter incidere nella realtà. Del centro, posso dirti che ce n'è del buono e del cattivo. Il centro può essere il luogo della convergenza, della discussione, dell'accordo, come può essere la palude, in cui il silenzio e l'immobilismo sono la morte annunciata della democrazia. A destra ci sono dei valori di quel nazionalismo cattivo, che si associa molto bene con un capitalismo cattivo. Loro sono quelli che ovunque hanno portato la guerra. E oggi, una destra che non è più capace d'aggredire, si chiude in difesa e diventa leghista. Ma dietro a quelle guerre patriottarde, imperialiste di ieri e a quello sciovinismo provocato dalle paure di oggi, c'è della gente semplice, in carne ed ossa che, o viene spinta al massacro di se stessi e degli altri, oppure si ammassa nel ridotto di una cittadella dove vuole difendersi sino alla morte, dal cambiamento dei tempi. E queste sono le ragioni per cui non prendo neppure in considerazione la mia appartenenza alla destra.

Se della destra hai una migliore narrazione, raccontala tu Amiter. Io la vedo così, e l'anticomunismo, se non è stato un abbaglio, è stato di sicuro uno strumento ideologico più forte del comunismo, se ha potuto trascinare così in basso tutta quella gente che contro ogni evidenza non votava semplicemente a destra, ma votava Berlusconi, capitalista e libertino.

Del discorso della Boschi ho apprezzato molto il ringraziamento a FI per il contributo che ha dato a far nascere quella riforma costituzionale, in coerenza con gli accordi che vi erano stati tra PD e FI. E tanto meglio ha fatto in quanto FI un giorno si e l'altro pure, per fare un po di cinema, promette sempre di rompere quegli accordi. Ed ha fatto bene anche a riconoscere come alcune modifiche siano venute anche da richieste del M5S che rispetto alla volta precedente, alla Camera e poi al Senato sono stati collaborativi quanto prima furono ostativi. E' sotto gli occhi di tutti il travaglio di un movimento che si sta sgretolando proprio di fronte alle difficoltà della politica, e che non pare trovi una sua strada costruttiva. Per combattere contro la falsa ideologizzazione creata a posta per alzare steccati, fa bene chi smonta teoremi assurdi e gridati, che se si avesse la voglia ed il tempo di portarli alle conclusioni, mostrerebbero tutta la loro insostenibilità. La "gente" ha per natura esigenze e bisogni molto simili, e chi cerca di seminare livore per spingerla allo scontro, ha lo scopo di indebolirla. Al contrario, chi cerca di tenerla unita, fa ciò che è giusto per promuoverne il progresso.

Se in Italia ( a differenza di molti paesi arabi) fossimo alla vigilia di rivoluzioni, non ragionerei così, e indicherei gli obiettivi verso cui rivolgersi per ottenere quello scopo. Oggi le rivoluzioni sono più lontane delle guerre che invece sono vicine, e in queste condizioni la stabilità di un paese unito ci protegge dalle avventure e ci aiuta a favorire la pace. Questo è il momento per una nuova fase di sviluppo, per un paese che ha ormai le risorse umane necessarie (grazie alla scuola ed alle università), e se questo governo di giovani riuscirà a metterle in moto, con buona pace di chi, taccagno, non vuole pagare le tasse, anche quelle potranno finalmente diminuire, insieme agli evasori ed ai ladri.
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Messaggio Da Amiter Ven 19 Dic 2014, 01:00

... no, fatti servire... sforzandomi di prenderti in buona fede, credo proprio che tu non abbia la più pallida idea di cosa sta passando una buona parte dei nostri connazionali ANCHE per colpa dell'attuale governo... è inutile che ti picchi... e che continui a prenderla tanto larga...

Non vedo poi perché io debba starti a spiegare "una migliore narrazione della destra"... forse non ti sei accorto che nella tua interpretazione, peraltro distorta, di destra e sinistra io sto decisamente più a sinistra di te... io non ho cercato di fare pietose arrampicate di specchi per prendere le parti di concessionarie miliardarie che hanno evaso miliardi al fisco, solo perché il tuo partito, e con l'aiuto della destra, li ha megacondonati... tanto per fare un altro esempio da aggiungere alla lista che ti ho fatto nel mio post precedente su cui a quanto pare non hai nulla da dire...

No, einrix... i "sinistri" come te, lo sono solo a chiacchiere... tu dici che non torneresti oggi al PCI, ma hai mantenuto la concezione del partito-chiesa che avevate... che pur di non andare contro al partito state andando persino contro il popolo...
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Messaggio Da Rossoverde Ven 19 Dic 2014, 07:15

Einirx, c'è poco da difendere di questo pd , alla stregua di quello che c'era da difendere del compromesso storico, non ti piacciono le minoranze di rc e sel , bene accontentati d'essere in pratica a tutti e gli effetti in un partito di centro destra. La sx interna al pd ne rappresenta solo il fallimento di tale "grande alternativa"
e come si diceva del pci negli anni 80 o giù di li, in nome del popolo avete fottutto il popolo.
Mi dispiace per te che ancora t'illudi e speri, ma il dato di fatto oggettivo e li a dimostrare l'esatto contrario.
Ti saluto.
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Messaggio Da einrix Ven 19 Dic 2014, 07:23

Parlami del tuo partito Amiter, vediamo se è così miracoloso, e se quando ha governato ha fatto quei miracoli che questi non sanno fare. Chissà, mi deve essere sfuggito, oppure ero distratto in quegli anni. E non mi venire a dire che non c'è alcun partito che tu abbia sostenuto e votato, per il tuo bene per quello di questo paese. Non che tutti fossero come la DC di Forlani, o il PSI di Craxi. Vi era anche la DC di Moro che ha difeso il paese dai golpisti, ed il PSI di chi ha scritto Lo statuto dei lavoratori, come Brodolini. E pure oggi che di partiti ve ne sono una trentina, raccontami di quelli in cui credi, così da apprezzarne le ragioni. In fondo, rappresentando le tue ragioni, aiuti gli altri nelle scelte, perché da sole le critiche non bastano. 
Un saluto.
Enrico.
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Messaggio Da einrix Ven 19 Dic 2014, 07:34

Caro Rossoverde, la risposta che ho appena scritto per Amiter, vale anche per te. In alternativa, potresti raccontare come vorresti tu che un governo governasse i nostri problemi, che sono una scolarizzazione più bassa della media europea. Una industria di dimensioni più piccole che in ogni altro paese moderno, e che non è in grado di far decollare una economia, essendo sempre al rimorchio di chi traina, ed oggi a trainare non ce ne sono. Per non parlare di intere regioni controllate in qualche misura da fenomeni mafiosi economici e violenti. Non mi dirai che quella gente è così per colpa del governo, o prendendo un arco di tempo più lungo, che la colpa sia della democrazia. Ad ogni modo sarebbe interessante conoscere le tue idee su cosa dovrebbe fare un governo, per farti contento e renderti la tranquillità. Ma se parli di ridurre le tasse, non mi dire che si devono spendere meglio i soldi. Mi devi dire cosa non si deve fare, e se ti limiti solo a dire che non si devono comperare armi costose, vai poco lontano. O tagli la scuola, la sanità e la previdenza, oppure sei fermo. Se è così, io preferisco pagare le tasse.
Buona giornata anche a te.
Enrico.
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Messaggio Da Rossoverde Ven 19 Dic 2014, 15:08

einrix ha scritto:Caro Rossoverde, la risposta che ho appena scritto per Amiter, vale anche per te. In alternativa, potresti raccontare come vorresti tu che un governo governasse i nostri problemi, che sono una scolarizzazione più bassa della media europea. Una industria di dimensioni più piccole che in ogni altro paese moderno, e che non è in grado di far decollare una economia, essendo sempre al rimorchio di chi traina, ed oggi a trainare non ce ne sono. Per non parlare di intere regioni controllate in qualche misura da fenomeni mafiosi economici e violenti. Non mi dirai che quella gente è così per colpa del governo, o prendendo un arco di tempo più lungo, che la colpa sia della democrazia. Ad ogni modo sarebbe interessante conoscere le tue idee su cosa dovrebbe fare un governo, per farti contento e renderti la tranquillità. Ma se parli di ridurre le tasse, non mi dire che si devono spendere meglio i soldi. Mi devi dire cosa non si deve fare, e se ti limiti solo a dire che non si devono comperare armi costose, vai poco lontano. O tagli la scuola, la sanità e la previdenza, oppure sei fermo. Se è così, io preferisco pagare le tasse.
Buona giornata anche a te.
Enrico.
Io non sto a fare mirabolanti programmi d'uscita dalla crisi ed altre amenità del genere , quelle le lascio al tuo partito, mi basta guardare il danno che il tuo partito ha prodotto in tutti questi anni di sgoverno a  me basa e avanza. Non pretendo tranquillità , mi accontento di non votarlo e denunciarne le cazzate che ha fatto e che fa. L'elenco è lungo e non mi va di starmi a ripetere. Ti saluto
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