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Viaggiare in camper

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Messaggio Da Arzak Sab 08 Nov 2014, 10:55

Riporto qui il frammento di un affresco su come si viaggia in Europa, incompiuto come lo sono le varie cose a cui ci si dedica più per un afflato momentaneo che per un disegno coerente.

Camper, camping e campeggiatori

Il campeggio è una piccola città, un laboratorio di convivenza e un osservatorio insostituibile ed impagabile delle caratteristiche dei suoi abitanti, i vizi e le virtù di ciascuno sono pubblicamente messi in piazza, e neanche i comportamenti più intimi sfuggono alla lente di ingrandimento dei vicini di tenda o di roulotte. Si scoprono così le preferenze alimentari, gli screzi coniugali, le piccole manie, le abitudini igieniche ecc. C’è chi fa pranzo con una tartina imburrata e quattro bottiglie di birra, chi mette le pattine per non sporcare il linoleum, chi si alza coi bigodini, chi non si lava i denti. Mariti che tiranneggiano le mogli, mogli che opprimono i mariti, madri che angariano i figli, bambini che tormentano i genitori, il tutto però sottovoce, per non turbare la quiete dei campeggiatori circostanti ai quali comunque ci si rivolge sempre con la massima cortesia.

I camperisti italiani viaggiano spesso in tandem con altri amici dotati anch’essi di camper. Li si vede lungo la strada parlarsi con il walkie-talkie, tutti gasati come se invece di trovarsi su di una strada statale dell’ipercivilizzato centro Europa fossero in una giungla del Borneo. Quando arrivano al campeggio si sistemano uno di fianco all’altro, con i musi dei veicoli rivolti in direzioni opposte in modo da poter unire le due verande e formare un piccolo cortile. Al centro piazzano i tavolini, e tutta la zona circostante si riempie immediatamente di ogni genere di ammennicoli: giocattoli, brandine, scarpe, stoviglie, compressori a batteria per gonfiare i materassini, lampade ultraviolette per friggere gli insetti, televisori portatili, barbecue con girarrosto motorizzato, ventilatore telecomandato e via enumerando.

Gli scandinavi invece, poco inclini alle relazioni sociali, preferiscono appartarsi al riparo delle loro verande di cellophane e osservare l’ambiente circostante senza fastidiosi spifferi, come in naftalina.

Gli olandesi encomiabilmente leggono. Si possono vedere intere famiglia, il papà sulla sedia, la mamma in brandina, un figlio sull’amaca e l’altro nella culla, tutti indistintamente con un libro in mano. Spesso la lettura consiste in una guida sulla regione che si sta visitando, tanto che si può dire che spendono più tempo a leggere le descrizione delle bellezze artistiche e naturali che ad osservarle dal vivo.

I francesi non sono molto numerosi. Spesso si tratta di giovani coppie che viaggiano con macchina e tenda. Arrivano da chissà dove tutti sciamannati e sudati, fanno una doccia, si infilano in tenda e ne riemergono poco dopo puliti e stirati, con Lacoste e gonna lunga con lustrini, pronti per bistrò e discoteca.

I polacchi viaggiano anche loro in gruppi per lo più familiari, con grosse tende marroni e microscopiche roulotte. Appena arrivati gli uomini spendono qualche ora nella sistemazione smartellando picchetti, tendendo tiranti, spostando e rispostando le auto fino ad occupare militarmente la zona. Poi le donne passano ai fornelli, intorno ai quali si affaccendano laboriosamente. Quando tutto il vicinato inizia a chiedersi quali prelibatezze staranno mai cucinando, ecco che vengono estratti dei salsicciotti traslucidi accompagnati da patate. Poi con aria sazia si stendono sulle loro poltroncine pieghevoli con una cassa di birre a portata di mano in attesa dell’ora di cena.

I viaggiatori tedeschi si dividono essenzialmente in due categorie: i centrifughi e i sedentari. Scopo dei primi è divorare i chilometri per allontanarsi il più possibile dalla madrepatria, dei secondi divorare würstel per poi concedersi un sonnellino comatoso in branda.

I grandi viaggiatori dispongono in genere di camper compatti ed efficienti, spesso ricavati da mezzi di altro tipo. Si vedono infatti vecchi furgoni postali, ex-cellulari della polizia, camion dei vigili del fuoco o vetusti automezzi militari riportati a nuova vita per la gioia dei globe-trotter motorizzati. Una volta ho anche preso un passaggio da una vecchia ambulanza riciclata, ma ancora dotata di sirena e lampeggianti che il barbuto proprietario metteva sfacciatamente in funzione per superare gli ingorghi.
L’equipaggiamento è pionieristico. Sul tetto viene in genere ricavato un piano d’appoggio su cui trovano posto le taniche di riserva, le gomme di scorta e i martinetto per recuperare il mezzo finito fuori strada. Obbligatoria una vanga in bell’evidenza sul retro, a simboleggiare l’indole avventurosa del campeggiatore d’assalto, pronto a guadare torrenti impetuosi o ad attraversare giungle, deserti e paludi con sublime sprezzo del pericolo.
Tutta la cura che il turista avventuriero dedica all’attrezzatura di sopravvivenza il campeggiatore comodo di tipo germanico la dedica invece alla ricerca del proprio benessere quotidiano, non facendosi mancare né accoglienti brandine né televisori satellitari. Anche i loro mezzi sono improntati a tale filosofia. Là dove i cultori del disagio sfoggiano un arredamento austero e militaresco, i teorici della siesta si circondano di ambienti quasi principeschi: salottini di pelle, lampadari barocchi, mobilio rococò, e tutta una serie di tende e cuscini ornati di nappe, nastri, roselline, pizzi, ricami, trine e merletti mirabilmente stucchevoli, un possente inno alla gioia di vivere in versione mitteleuropea.
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Messaggio Da einrix Sab 08 Nov 2014, 12:14

Questo è un grande forum, grazie a chi ci mette del suo col piacere di donarlo a tutti. Non sono mai stato un campeggiatore, salvo due notti indimenticabili passate da militare in tenda, sulla montagna vicina a Randazzo, di fronte all'Etna che lanciava bombe e lapilli nel cielo. Un meraviglioso spettacolo di fuochi artificiali, ohps, naturali, che la Terra ci stava donando.
Grazie Arzak per le belle storie e i tuoi racconti.
Enrico.
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