E' morto Don Gallo
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E' morto Don Gallo
una fantastica testa di cazzo, Don Gallo .. di quelli che ce ne vorrebbe ancora e ancora...
Che la strada ti sia lieve, don !
Che la strada ti sia lieve, don !
Genova. Addio a Don Gallo, il prete di strada.”Resterai vivo per sempre” aveva scritto qualcuno, quando la notizia dell’aggravamento dello stato di salute era cominciata a circolare. E sarà davvero così. Genova è una città che non dimentica e Don Gallo resterà per sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto. Il prete di strada più amato dai genovesi, e non solo da loro, si è spento a 84 anni nella sua comunità con a fianco i suoi ragazzi, quegli “ultimi” a cui si è sempre sentito vicino e che gli sono stati a fianco fino alla fine.
Una vita spesa senza mai tirasi indietro per aiutare chi non era in grado di farcela da solo e per sostenere le battaglie in cui credeva fermamente: contro la guerra e contro ogni forma di emarginazione, a favore dei diritti dei più deboli, dagli stranieri alle coppie omosessuali, a favore della legalizzazione delle droghe leggere, facendosi addirittura multare per aver fumato uno spinello a palazzo Tursi. Genovesi e non se lo ricordano in piazza, dal G8 di Genova al Gay Pride, fino all’ultima grande manifestazione di un paio di mesi fa a Pegli contro l’apertura dell’ennesima casa da gioco. L’8 dicembre del 2012, per il 42esimo anniversario della comunità di San Benedetto, Don Gallo alla fine della messa, si è messo a cantare “Bella Ciao” insieme ai suoi fedeli, con grande scandalo della Curia e grande successo sul web.
A febbraio, quando Benedetto XVI decise di dimettersi la rete si scatenò: “Vogliamo #papagallo, don Gallo papa!”. E lui ci scherzava su, ricordando quando nel 1949 un vecchio salesiano, allievo di don Bosco, disse al giovane chierico, Andrea Gallo: “Non diventerai Papa, ti dovrebbero chiamare ‘papagallo’”.
Don Gallo papa sì che sarebbe stata una bella rivoluzione. Lui, così lontano dai cerimoniali del Vaticano, così poco amato dagli ambienti ecclesiastici per le sue posizioni e per non aver mai avuto peli sulla lingua. Come non ricordare quando il cardinale Siri chiese e ottenne il suo trasferimento dalla chiesa del Carmine? Era il 1970 e nel linguaggio “trasparente” della Curia era un normale avvicendamento di sacerdoti, ma non vi furono dubbi per nessuno: la predicazione di Don Gallo irritava una parte di fedeli e preoccupava i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perché, si diceva, i suoi contenuti “non erano religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti”.
Quel provvedimento provocò nella parrocchia e nella città un vigoroso movimento di protesta ma, la Curia, non tornò indietro e il “prete scomodo” dovette obbedire: rinunciò al posto “offertogli” all’isola di Capraia che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato. Qualche tempo dopo, venne accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, e insieme ad un piccolo gruppo diede vita alla Comunità di S. Benedetto al Porto. Una casa con le porte sempre aperte per chi ha bisogno, una grande famiglia con un “padre” pronto ad accogliere chiunque in tutti questi anni ne abbia varcato la soglia.
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
Non sono venuto a portare pace, ma una spada (Mt 10,34). Don Gallo mostrava a tutti quanto sia ancora duro e difficile essere davvero cristiani. Lui lo era, con la forza dei giusti.
Vargas- Messaggi : 526
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Re: E' morto Don Gallo
Vargas ha scritto:Non sono venuto a portare pace, ma una spada (Mt 10,34). Don Gallo mostrava a tutti quanto sia ancora duro e difficile essere davvero cristiani. Lui lo era, con la forza dei giusti.
vero ! Io che l'ho conosciuto posso dire che è stato un grande e vero uomo di chiesa
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
8 dicembre 2012 al termine di una Messa straordinariamente sentita e partecipata per il 42° anniversario della comunità di San Benedetto e per ricordare Domenico Cataldi, improvvisamente mancato, si è intonata la canzone partigiana "Bella Ciao" come impegno alla resistenza a tutte le ingiustizie
ciao...
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
Don Gallo è morto, e io vorrei recitare una prece per lui, anche se credo non ne avrà assolutamente bisogno quando comparirà davanti a Dio per essere giudicato. E’ stato un prete come dovrebbero essere i preti cristiani, se davvero seguissero l’insegnamento di Cristo. Un prete degli ultimi, di quelli che hanno bisogno di tutto ma specialmente di una parola buona, di una carezza, di un abbraccio.
Don Gallo era nato il 18 luglio del 1928, cioè nello stesso giorno, ma non nello stesso anno, che sono nato anch’io e se penso che in quel 18 di luglio oltre a don Gallo è nato anche un altro mio idolo, Nelson Mandela, quasi mi vergogno, io che non ho fatto nemmeno un millimetro di quel che hanno fatto questi due eroi, di essere nato nello stesso loro giorno.
Ingroia: «I suoi fari la costituzione e il Vangelo»
«Piango don Gallo, prete degli ultimi, che aveva interpretato la dottrina sociale della Chiesa in maniera estrema, sempre dalla parte giusta, quella dei deboli». Il leader di Azione Civile, Antonio Ingroia, ricorda così don Gallo, venuto a mancare oggi. «Lo ricordo mentre canta Bella Ciao, il canto della Resistenza a cui aveva partecipato da giovane, contribuendo a liberare il Paese. È stato coerente fino all’ultimo, avendo come fari la Costituzione e il Vangelo. Non dimenticherò la sua forza d’animo e il suo carisma che lo hanno fatto amare anche da chi non è credente. Con lui se ne va il vero esempio di uomo di fede».
Sapevo che era malato da tempo, ma la speranza è sempre l’ultima a morire.
Riposa in pace, don .
Don Gallo era nato il 18 luglio del 1928, cioè nello stesso giorno, ma non nello stesso anno, che sono nato anch’io e se penso che in quel 18 di luglio oltre a don Gallo è nato anche un altro mio idolo, Nelson Mandela, quasi mi vergogno, io che non ho fatto nemmeno un millimetro di quel che hanno fatto questi due eroi, di essere nato nello stesso loro giorno.
Ingroia: «I suoi fari la costituzione e il Vangelo»
«Piango don Gallo, prete degli ultimi, che aveva interpretato la dottrina sociale della Chiesa in maniera estrema, sempre dalla parte giusta, quella dei deboli». Il leader di Azione Civile, Antonio Ingroia, ricorda così don Gallo, venuto a mancare oggi. «Lo ricordo mentre canta Bella Ciao, il canto della Resistenza a cui aveva partecipato da giovane, contribuendo a liberare il Paese. È stato coerente fino all’ultimo, avendo come fari la Costituzione e il Vangelo. Non dimenticherò la sua forza d’animo e il suo carisma che lo hanno fatto amare anche da chi non è credente. Con lui se ne va il vero esempio di uomo di fede».
Sapevo che era malato da tempo, ma la speranza è sempre l’ultima a morire.
Riposa in pace, don .
cireno- Messaggi : 1510
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Re: E' morto Don Gallo
Guya ha scritto:una fantastica testa di cazzo, Don Gallo .. di quelli che ce ne vorrebbe ancora e ancora...
Che la strada ti sia lieve, don !
grazie guya
cireno- Messaggi : 1510
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Re: E' morto Don Gallo
Un grande prete, schietto e genuino. Un vero interprete del messaggio cristiano, ben al di là dei formalismi e del curialismo propri della Chiesa cattolica. Addio, don Gallo.
VERCINGETORIGE- Messaggi : 215
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Re: E' morto Don Gallo
si mangiava meglio un tempo alla Lanterna, ora non più.. quando la cuoca era un'altra (non ricordo più il nome)... la mamma di una ragazza della comunità di Don Gallo, che per esserle vicino il più possibile, si fece assumere. Ricordo quando aprirono la trattoria, uno di loro era un mio caro amico.. uno scugnizzo napoletano con due occhi guizzanti e vivi che parlavano e dicevano tutto anche senza dire.. "Sansone" lo chiamavamo, il chè è tutto dire.. (mi salvò una sera da un'aggressione e da allora diventammo molto amici)
E mi raccontava ridendo di don Gallo che passava ogni sera, dopo che i clienti se ne erano andati per bersi l'ultimo bicchiere e farsi due chiacchiere con amici..
La Comunità di san Benedetto la frequentavo per altri motivi, soprattutto la copisteria... dove stampavamo volantini o giornali. Cose di quartiere e di politica..
Ma lì ho imparato a conoscere chi pensa di non aver più nulla da dare...
Con Don ricordo una bellissima litigata, durante una riunione cui partecipavano alcuni assessori, finita poi a pacche sulle spalle..
E mi raccontava ridendo di don Gallo che passava ogni sera, dopo che i clienti se ne erano andati per bersi l'ultimo bicchiere e farsi due chiacchiere con amici..
La Comunità di san Benedetto la frequentavo per altri motivi, soprattutto la copisteria... dove stampavamo volantini o giornali. Cose di quartiere e di politica..
Ma lì ho imparato a conoscere chi pensa di non aver più nulla da dare...
Con Don ricordo una bellissima litigata, durante una riunione cui partecipavano alcuni assessori, finita poi a pacche sulle spalle..
Don Gallo, uno stralcio da 'Sono venuto per servire'
Pubblichiamo qui di seguito uno stralcio dal libro-intervista 'Sono venuto per servire', di Loris Mazzetti e Andrea Gallo (Aliberti 2010)
(22 maggio 2013)
«Drogati di merda». Così Don saluta i suoi ragazzi che gestiscono l'osteria marinara A 'Lanterna in via Milano dove si mangia un pesce da favola. «Ciao Don, in ritardo questa sera...», è la risposta di Fabio, che serve ai tavoli. Don gli batte una mano sulla spalla e poi girandosi verso di me: «Solo io li posso chiamare così». Nel saluto c'è tutto l'affetto del mondo per i suoi giovani, per i tanti che sono passati dalla comunità di San Benedetto al Porto, che lui ha aiutato a uscire dal tunnel della droga e del malaffare.
«Ciao Don, sai che giorno è oggi?» gli dice Ina, la cuoca che governa la cucina dal primo giorno dell'apertura dell'osteria. Ha intuito dal trambusto che lui è arrivato. Tutti gli ex ragazzi gli sono attorno per salutarlo.
Ina, facendo capolino dal suo regno, gli dice: «Oggi festeggiamo i ventinove anni dall'apertura dell'osteria: menù speciale». Gli occhi del finto burbero si illuminano. Sono trascorsi quasi cinquant'anni dal giorno in cui Andrea Gallo (per chi gli vuol bene Don), fu nominato cappellano della nave Garaventa, il riformatorio che tutti i ragazzi di Genova hanno sempre temuto. «Loris, non darle retta, qui il menù è speciale ogni giorno. Ina sta per andare in pensione, l'ho conosciuta che era una ragazza, si è sposata, è diventata nonna... Lei, è speciale». «Te lo dico dopo che ho mangiato» gli rispondo scherzando. «Fidati, fidati...» Don ha una parola per tutti. L'osteria non ha un tavolo libero, qualche locale, soprattutto turisti. Per noi hanno preparato in una saletta un po' appartata, sapevano che la nostra cena sarebbe stata lunga e piena di parole.
A' Lanterna, a due passi dalla Torre della Lanterna, il faro portuale di Genova, il simbolo della città marinara, è un luogo molto affascinante. Mi sembra di essere entrato in una taverna tratta da L'isola del tesoro, dove non si beve rum ma un bianco e un rosso che «vanno giù che è un piacere». Linguine misto mare, tagliolini al pesto, cozze al pomodoro, acciughe e salmone marinato, tagliata di spada affumicato con rucola e il fritto misto (da questo piatto si riconosce la qualità della cucina di mare: Ina è una grande cuoca), per finire panna cotta con caramello e coppetta fantasia (Ina non svelerebbe le due ricette neanche sotto tortura), poi una sana grappetta, ovviamente Barile, l'amico del Don da una vita.
In chiusura della serata un ultimo giro per la città, accompagnati dal fido Marco, dedicato ai più bisognosi.
Tutto accade di notte. Le ore più drammatiche sono quelle che portano all'alba: furti, omicidi, affari di ogni genere, droga e prostituzione. Le ore del giorno aiutano gli ultimi, una grande città li nasconde, si mimetizzano tra le luci e le ombre.
Durante il giorno, i disadattati, i poveracci, si notano di meno; durante la notte, invece, sono una presenza visibile, li vedi aggirarsi in cerca di un rifugio lungo il porto, sotto un cavalcavia, attorno alla stazione, dove, fino a qualche tempo fa, potevano andare di nascosto a rifugiarsi in un vagone parcheggiato lungo un binario morto. Ubriachi, drogati, prostitute, dopo i tanti fatti di sangue, l'accesso alla stazione di notte è vietato. Gli ultimi non sanno più dove andare, rimangono soli con la loro disperazione.
Da quando don Gallo è tornato a Genova non dorme più durante la notte, rimane a disposizione dei fratelli più sfortunati. Solo quando il sole comincia a dare luce alla sua città don si corica per qualche ora. «La mia gente di notte non ha un posto dove andare, così io dormo di giorno e sto sveglio fino all'alba nel mio archivio, tante volte volesse passare di là».
Racconta don Gallo. Classe 1928, ottantacinque anni, portati alla grande. Ancora viaggia su e giù per l'Italia per incontrare le persone, i fratelli. Quando arriva Andrea Gallo è sempre festa, la platea è piena, stipata. Con una regola: «Io dormo nel mio letto a San Domenico al Porto», e via chilometri su chilometri con Marco alla guida.? Don lo avevo incontrato altre volte, durante un dibattito o un suo intervento in qualche mia trasmissione. La sua parola mi ha sempre affascinato.
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
E' tornato nella sua "Patria" un "cristiano" vero!
afam- Messaggi : 262
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Re: E' morto Don Gallo
Ha mostrato che un'altra Chiesa è possibile, e che si può essere vicini ai poveri, non solo nella carità, ma anche nella lotta.
E voglio ricordarlo con Afam: "un cristiano vero".
Le mie condoglianze per la sua comunità e la famiglia.
E voglio ricordarlo con Afam: "un cristiano vero".
Le mie condoglianze per la sua comunità e la famiglia.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: E' morto Don Gallo
Sulla rete sono migliaia i messaggi di cordoglio e dolore per la morte di Don Andrea Gallo. Alla Comunità di San Benedetto al Porto è allestita la camera ardente, i funerali si svolgeranno sabato mattina alle 11,30 presso la chiesa del Carmine. In queste giornate Genova e tutti gli sfruttati in Italia e nel mondo si stringono intorno alla Comunità di San Benedetto.
Don Andrea era il prete degli ultimi. E' inutile stare a ricordare la sua generosità che può ricordare meglio chi lo ha conosciuto, chi è stato al suo fianco in mille battaglie da partigiano.
E' stato ricordato che non si tirava mai indietro, stava sempre dalla parte di chi si ribella.Per chi lottava, a Genova ma non solo, era un riferimento. Un intervento di Don Gallo era importantissimo per le lotte più disparate. Spesso le sue parole erano decisive per sostenere i movimenti sociali perchè era tra i pochi che arrivavano sui giornali, o mediavano con le istituzioni.
Ci pare di poter dire che la parola base per lui era compagno, colui che divide il pane. In questo senso per lui il messaggio di Gramsci che negli ultimi interventi non mancava mai era un messaggio che aveva molto a che fare con il vangelo più che con il manifesto del partito comunista. Un messaggio di solidarietà poteva essere per lui universale, poteva convincere ed essere accettato attraverso la buona volontà, il condividere il pane. Ammettiamo che su questo esistevano differenze con chi (come chi scrive) è portato a pensare che esistono interessi contrapposti delle classi e chi sta da un'altra parte e difende altri interessi è difficilmente convincibile.
A Genova era noto che chi lottava aveva un rappresentante in grado di sostenerlo, di mediare con le istituzioni da cui era ascoltato e per il cui tramite passavano anche le nostre rivendicazioni.
Ora, Don Andrea Gallo non c'è più ma il "qui non si arrende nessuno" che campeggia sulla porta della sua stanza deve essere uno stimolo a non mollare mai. Da ieri manca un riferimento e non ci pare possibile, nè auspicabile, inventarsene un'altro. Da oggi dovremo utilizzare lo spirito vero di don Andrea e cominciare davvero a fare da noi quello che lui faceva spesso da solo per tutti. Ciascuno magari il suo piccolo pezzettino.
Abbiamo perso un riferimento e un rappresentante che non aveva avuto il bisogno di essere eletto da nessuno in virtù della sua costanza e generosità. Ora dobbiamo autorappresentarci. Una mancanza che può diventare una ulteriore spinta, anche nel suo ricordo.
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
La scomparsa di Don Gallo è una perdita per chi non si rassegna e intende lottare per il mutamento dello stato delle cose.
Trovo però riduttivo definirlo come "il prete degli ultimi", perchè tale bella definizione rischia di confinarlo al ruolo di romantico e inconcludente sognatore (un po' come accaduto per Guevara).
Don Gallo era un gran prete, che ha vissuto la propria religiosità fino in fondo, senza temere "scomuniche" nè arretrare di fronte alla "contaminazione" con pensieri di diversa matrice: era rimasto uno dei pochi a ricordare e citare Gramsci.
Ed ha saputo, fino all'ultimo, cercare di mettere in atto le sue convinzioni, con rigore che non cede alle mode intellettuali ma non senza allegria e una sottile autoironia che poteva cogliersi nel suo sorriso.
Grazie di esserci stato, Don.
Trovo però riduttivo definirlo come "il prete degli ultimi", perchè tale bella definizione rischia di confinarlo al ruolo di romantico e inconcludente sognatore (un po' come accaduto per Guevara).
Don Gallo era un gran prete, che ha vissuto la propria religiosità fino in fondo, senza temere "scomuniche" nè arretrare di fronte alla "contaminazione" con pensieri di diversa matrice: era rimasto uno dei pochi a ricordare e citare Gramsci.
Ed ha saputo, fino all'ultimo, cercare di mettere in atto le sue convinzioni, con rigore che non cede alle mode intellettuali ma non senza allegria e una sottile autoironia che poteva cogliersi nel suo sorriso.
Grazie di esserci stato, Don.
Ospite- Ospite
Re: E' morto Don Gallo
http://www.sanbenedetto.org/index.php?option=com_content&task=view&id=16
CRONISTORIA DI DON ANDREA GALLO
"Un prete che si è scoperto uomo"
Andrea nasce a Genova il 18 Luglio 1928 e viene immediatamente richiamato, fin dall'adolescenza, da Don Bosco e dalla sua dedizione a vivere a tempo pieno "con" gli ultimi, i poveri , gli emarginati, per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo simile all'esperienza di Don Milani, lontano da ogni forma di coercizione.
Attratto dalla vita salesiana inizia il noviziato nel 1948 a Varazze, proseguendo poi a Roma il Liceo e gli studi filosofici.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici: la dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.
Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959.
Un anno dopo viene nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori: in questa esperienza cerca di introdurre una impostazione educativa diversa, dove fiducia e libertà tentavano di prendere il posto di metodi unicamente repressivi; i ragazzi parlavano con entusiasmo di questo prete che permetteva loro di uscire, poter andare al cinema e vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena.
Tuttavia, i superiori salesiani, dopo tre anni lo rimuovono dall'incarico senza fornirgli spiegazioni e nel '64 Andrea decide di lasciare la congregazione salesiana chiedendo di entrare nella diocesi genovese: "la congregazione salesiana, dice Andrea, si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale".
Viene inviato a Capraia e nominato cappellano del carcere: due mesi dopo viene destinato in qualità di vice parroco alla chiesa del Carmine dove rimarrà fino al 1970, anno in cui verrà "trasferito" per ordine del Cardinale Siri.
Nel linguaggio "trasparente" della Curia era un normale avvicendamento di sacerdoti, ma non vi furono dubbi per nessuno: rievocare quel conflitto è molto importante, perché esso proietta molta luce sul significato della predicazione e dell'impegno di Andrea in quegli anni, sulla coerenza comunicativa con cui egli vive le sue scelte di campo "con" gli emarginati e sulle contraddizioni che questa scelta apre nella chiesa locale.
La predicazione di Andrea irritava una parte di fedeli e preoccupava i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perché, si diceva, i suoi contenuti "non erano religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti".
Un'aggravante, per la Curia è che Andrea non si limita a predicare dal pulpito, ma pretende di praticare ciò che dice e invita i fedeli a fare altrettanto: la parrocchia diventa un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà per i più poveri, per gli emarginati che trovano un fondamentale punto di ascolto
Per la sua chiara collocazione politica, la parrocchia diventa un punto di riferimento per molti militanti della nuova sinistra, cristiani e non.
L'episodio che scatena il provvedimento di espulsione è un incidente verificatosi nel corso di una predica domenicale: lo descrive il settimanale "Sette Giorni" del 12 Luglio 1970, con un articolo intitolato "Per non disturbare la quiete".
Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nella propria predica che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".
Qualcuno disse che Andrea era oramai sfacciatamente comunista e le accuse si moltiplicarono affermando di aver passato ogni limite: la Curia decide per il suo allontanamento dal Carmine.
Questo provvedimento provoca nella parrocchia e nella città un vigoroso movimento di protesta ma, la Curia, non torna indietro e il "prete scomodo" deve obbedire: rinuncia al posto "offertogli" all'isola di Capraia che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.
Lasciare materialmente la parrocchia non significa per lui abbandonare l'impegno che ha provocato l'atteggiamento repressivo nei suoi confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarietà, sono una decisa riaffermazione di fedeltà ai suoi ideali ed alla sua battaglia "La cosa più importante, diceva, che tutti noi dobbiamo sempre fare nostra è che si continui ad agire perché i poveri contino, abbiano la parola: i poveri, cioè la gente che non conta mai, quella che si può bistrattare e non ascoltare mai.
Ecco, per questo dobbiamo continuare a lavorare!"
Qualche tempo dopo, viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo nasce la comunità di base, la Comunità di S. Benedetto al Porto: quest'anno festeggiamo trentadue anni: se il nostro progetto con tanti compagni e compagne non fosse un poco riuscito, potremmo essere ancora qui?
Dopo tanti anni, la nostra porta è sempre aperta!
CRONISTORIA DI DON ANDREA GALLO
"Un prete che si è scoperto uomo"
Andrea nasce a Genova il 18 Luglio 1928 e viene immediatamente richiamato, fin dall'adolescenza, da Don Bosco e dalla sua dedizione a vivere a tempo pieno "con" gli ultimi, i poveri , gli emarginati, per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo simile all'esperienza di Don Milani, lontano da ogni forma di coercizione.
Attratto dalla vita salesiana inizia il noviziato nel 1948 a Varazze, proseguendo poi a Roma il Liceo e gli studi filosofici.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici: la dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.
Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959.
Un anno dopo viene nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori: in questa esperienza cerca di introdurre una impostazione educativa diversa, dove fiducia e libertà tentavano di prendere il posto di metodi unicamente repressivi; i ragazzi parlavano con entusiasmo di questo prete che permetteva loro di uscire, poter andare al cinema e vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena.
Tuttavia, i superiori salesiani, dopo tre anni lo rimuovono dall'incarico senza fornirgli spiegazioni e nel '64 Andrea decide di lasciare la congregazione salesiana chiedendo di entrare nella diocesi genovese: "la congregazione salesiana, dice Andrea, si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale".
Viene inviato a Capraia e nominato cappellano del carcere: due mesi dopo viene destinato in qualità di vice parroco alla chiesa del Carmine dove rimarrà fino al 1970, anno in cui verrà "trasferito" per ordine del Cardinale Siri.
Nel linguaggio "trasparente" della Curia era un normale avvicendamento di sacerdoti, ma non vi furono dubbi per nessuno: rievocare quel conflitto è molto importante, perché esso proietta molta luce sul significato della predicazione e dell'impegno di Andrea in quegli anni, sulla coerenza comunicativa con cui egli vive le sue scelte di campo "con" gli emarginati e sulle contraddizioni che questa scelta apre nella chiesa locale.
La predicazione di Andrea irritava una parte di fedeli e preoccupava i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perché, si diceva, i suoi contenuti "non erano religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti".
Un'aggravante, per la Curia è che Andrea non si limita a predicare dal pulpito, ma pretende di praticare ciò che dice e invita i fedeli a fare altrettanto: la parrocchia diventa un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà per i più poveri, per gli emarginati che trovano un fondamentale punto di ascolto
Per la sua chiara collocazione politica, la parrocchia diventa un punto di riferimento per molti militanti della nuova sinistra, cristiani e non.
L'episodio che scatena il provvedimento di espulsione è un incidente verificatosi nel corso di una predica domenicale: lo descrive il settimanale "Sette Giorni" del 12 Luglio 1970, con un articolo intitolato "Per non disturbare la quiete".
Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nella propria predica che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".
Qualcuno disse che Andrea era oramai sfacciatamente comunista e le accuse si moltiplicarono affermando di aver passato ogni limite: la Curia decide per il suo allontanamento dal Carmine.
Questo provvedimento provoca nella parrocchia e nella città un vigoroso movimento di protesta ma, la Curia, non torna indietro e il "prete scomodo" deve obbedire: rinuncia al posto "offertogli" all'isola di Capraia che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.
Lasciare materialmente la parrocchia non significa per lui abbandonare l'impegno che ha provocato l'atteggiamento repressivo nei suoi confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarietà, sono una decisa riaffermazione di fedeltà ai suoi ideali ed alla sua battaglia "La cosa più importante, diceva, che tutti noi dobbiamo sempre fare nostra è che si continui ad agire perché i poveri contino, abbiano la parola: i poveri, cioè la gente che non conta mai, quella che si può bistrattare e non ascoltare mai.
Ecco, per questo dobbiamo continuare a lavorare!"
Qualche tempo dopo, viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo nasce la comunità di base, la Comunità di S. Benedetto al Porto: quest'anno festeggiamo trentadue anni: se il nostro progetto con tanti compagni e compagne non fosse un poco riuscito, potremmo essere ancora qui?
Dopo tanti anni, la nostra porta è sempre aperta!
Guya- La Pasionaria
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Località : Genova
Re: E' morto Don Gallo
Ma nessuno si è accorto che la predicazione del "Cristo" invita ad una società umana di tipo "comunista"? L'enorme differenza è che "invita" e non "impone". "Amore e libertà"!
afam- Messaggi : 262
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Re: E' morto Don Gallo
afam ha scritto:Ma nessuno si è accorto che la predicazione del "Cristo" invita ad una società umana di tipo "comunista"? L'enorme differenza è che "invita" e non "impone". "Amore e libertà"!
Già, vero, ma Gesù Cristo è stato tradito da questa Chiesa. Vorrei ricordarti la fine che hanno fatto i preti della Teologia della Liberazione, quella che voleva un ritorno al cristianesimo primitivo, fondato sulle parole del "socialista" Gesù. E del resto la Chiesa che avrebbe potuto fare se i ricchi che fingono di essere moderati,e che in gran parte frequentano parrocchie e prelati di alto rango, appena sentono il termine "socialista" si inalberano e votano gentaglia come Berlusconi, che di cristiano ha forse solo il battesimo
cireno- Messaggi : 1510
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Località : Milano
Re: E' morto Don Gallo
cireno ha scritto:
Già, vero, ma Gesù Cristo è stato tradito da questa Chiesa. Vorrei ricordarti la fine che hanno fatto i preti della Teologia della Liberazione, quella che voleva un ritorno al cristianesimo primitivo, fondato sulle parole del "socialista" Gesù. E del resto la Chiesa che avrebbe potuto fare se i ricchi che fingono di essere moderati,e che in gran parte frequentano parrocchie e prelati di alto rango, appena sentono il termine "socialista" si inalberano e votano gentaglia come Berlusconi, che di cristiano ha forse solo il battesimo
Ma infatti! Io ho parlato del "Cristo", non della chiesa!
afam- Messaggi : 262
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Re: E' morto Don Gallo
Mi ero ripromesso di venire in Liguria per il funerale di don Gallo. Volevo esserci anch'io per l'ultimo saluto, ma non sto così bene e ho preferito stare a casa.
Ma di lui mi ricordo, e mi ricorderò sempre.
Bello questo pezzo......
http://www.savonanews.it/2013/05/25/leggi-notizia/argomenti/cronaca-2/articolo/oggi-i-funerali-di-don-gallo.html#.UaB0p-xH6e8
Ma di lui mi ricordo, e mi ricorderò sempre.
Bello questo pezzo......
http://www.savonanews.it/2013/05/25/leggi-notizia/argomenti/cronaca-2/articolo/oggi-i-funerali-di-don-gallo.html#.UaB0p-xH6e8
cireno- Messaggi : 1510
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Re: E' morto Don Gallo
avrei voluto andarci anche io, ma sono impossibilitata a camminare, per cui non...
Genova - Tantissime le persone che, sotto una pioggia battente, si sono ritrovate per accompagnare don Gallo nel suo ultimo viaggio. Il corteo arriverà al Carmine dove alle 11.30 saranno officiate le esequie dal cardinale Bagnasco e Don Ciotti.
Aggiornamenti
Un lunghissimo applauso e tanta commozione hanno accolto il feretro del sacerdote arrivato in una chiesa gremita. In corso i funerali officiati i funerali dal cardinale Bagnasco e don Ciotti.
Ultimo saluto in una chiesa gremita
Chiesa del Carmine gremita per l’ultimo saluto. C’è don Valentino, parroco di Sturla, presente anche lo staff del Genoa. L’ex tecnico rossoblù Gasperini: «Era un amico».
Applausi e “Bella Ciao” per l’uscita del feretro
Un lungo applauso e le note di “Bella ciao” hanno salutato il feretro di Don Andrea Gallo mentre lasciava la chiesa di San Benedetto al Porto, per essere trasferito alla Chiesa del Carmine, dove è prevista la cerimonia funebre celebrata dall’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, e da don Luigi Ciotti. Al corteo funebre, aperto da alcuni dei preti che concelebreranno le esequie, sono presenti tra gli altri rappresentanti di gruppi no tav, alcuni sindaci della Val di Susa, il segretario della Fiom Cgil Maurizio Landini, Dori Ghezzi, Alba Parietti, Shel Shapiro.
Grande affluenza, arrivato Moni Ovadia e Dori Ghezzi
Grande affluenza alla camera ardente della comunità di San Benedetto al Porto a Genova per i funerali di don Andrea Gallo. Una associazione della Val Brembana, giunta in pullman, ha affisso fuori della chiesa questo striscione: «Ciao Gallo, siamo rimasti orfani, ma continueremo a camminare con te».
Tra i primi ad arrivare il segretario della Fiom, Maurizio Landini, e Moni Ovadia, al quale spetta il compito dell’orazione funebre. «Io sono ebreo e agnostico - ha commentato - ma sono convinto che don Gallo risorgerà. Ho attraversato a braccetto con lui una buona parte della mia vita e posso dire lui incarnava il vero spirito dell’accoglienza». Arrivata anche Dori Ghezzi: «Con la scomparsa di don Andrea Gallo, Dori Ghezzi ha perso «un punto cardinale».
Così la compagna di Fabrizio De André e amica da sempre del prete genovese ha ricordato don Gallo arrivando da sola alla camera ardente della comunità di San Benedetto al Porto per i funerali. «Temo che ora dovrò tornare a navigare a vista» ha aggiunto Dori Ghezzi.
Tutti in chiesa per l’ultimo saluto
Ci sarà anche il dolore dei carcerati oggi, in chiesa. Quelli che con decine di messaggi arrivati alla comunità hanno trasmesso il loro senso di privazione per non poter partecipare alle esequie di quello che considerano anche il loro prete. L’ergastolano Carmelo Musumeci, fondatore di un movimento contro la reclusione a vita (naturalmente sostenuto da don Andrea), ha scritto una lunga lettera che è stata letta ieri sera alla veglia funebre insieme a tanti altri messaggi di gente che non si è potuta muovere fino a Genova per il funerale.
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
Che peccato, Guya, che peccato che se ne sia andato.........ha ragione Dori Ghezzi a dire che ora per molti si tratterà di navigare ancora a vista, mancando QUEL punto di riferimento.
cireno- Messaggi : 1510
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Re: E' morto Don Gallo
cireno ha scritto:Che peccato, Guya, che peccato che se ne sia andato.........ha ragione Dori Ghezzi a dire che ora per molti si tratterà di navigare ancora a vista, mancando QUEL punto di riferimento.
bisogna vedere come le istituzioni a partire da Bagnasco che ha pure avuto la faccia come il culo di officiare la messa di addio, decidano per il proseguimento di ciò che ha seminato don...
ci vuole un niente per insabbiare tutto... e indirizzare verso il dimenticatoio..
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
Grande e lunga vita a chi non tace mai. Ciao Andrea
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
Guya ha scritto:
Grande e lunga vita a chi non tace mai. Ciao Andrea
"Sempre con coraggio cerchiamo di continuare ad essere trafficanti di sogni"
Guya- La Pasionaria
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Re: E' morto Don Gallo
Ha detto di lui don Ciotti:
Sacerdote "capace di unire la terra con il cielo"
Definizione più che condivisibile.
Sacerdote "capace di unire la terra con il cielo"
Definizione più che condivisibile.
Osservatore- Messaggi : 155
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Re: E' morto Don Gallo
Un papa come l'attuale dovrebbe avviare il processo di beatificazione.
Shaka_Zulu- Messaggi : 452
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Re: E' morto Don Gallo
Shaka_Zulu ha scritto:Un papa come l'attuale dovrebbe avviare il processo di beatificazione.
... ma perché, ha fatto pure dei miracoli?... non lo sapevo...
Cioè, non solo accostato alla persona di Mandela... pure Santo...
Ah, forse ha fatto il miracolo di farvi piacere un prete...
Scusate... non è che vi voglio rovinare la "festa"... ma non vi sembra di esagerare un attimo??... per carità, tanto di cappello per l'uomo... che poi alla fine è QUESTO quello che conta... con tutti i suoi evidenti limiti... che naturalmente chi è abituato a santificare chiunque abbia certe idee simili alle proprie, non riesce a vedere...
Forse non sono abbastanza informato, ma cosa ha fatto di tanto eccezionale che non hanno fatto tantissimi altri, soprattutto frati, che nessuno conosce?... oltre a farsi una canna in pubblico per fare il prete rivoluzionario?
Amiter- Messaggi : 456
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Età : 28
Re: E' morto Don Gallo
Amiter ha scritto:
... ma perché, ha fatto pure dei miracoli?... non lo sapevo...
Cioè, non solo accostato alla persona di Mandela... pure Santo...
Ah, forse ha fatto il miracolo di farvi piacere un prete...
Scusate... non è che vi voglio rovinare la "festa"... ma non vi sembra di esagerare un attimo??... per carità, tanto di cappello per l'uomo... che poi alla fine è QUESTO quello che conta... con tutti i suoi evidenti limiti... che naturalmente chi è abituato a santificare chiunque abbia certe idee simili alle proprie, non riesce a vedere...
Forse non sono abbastanza informato, ma cosa ha fatto di tanto eccezionale che non hanno fatto tantissimi altri, soprattutto frati, che nessuno conosce?... oltre a farsi una canna in pubblico per fare il prete rivoluzionario?
Chi era don Gallo.. era un uomo prima di tutto. Un uomo che non si è mai tirato indietro di fronte alle difficoltà cui i suoi capi, la Chiesa, spesso e volentieri lo mettevano davanti, fino alla minaccia di scomunica.
Un uomo che dava fastidio per le sue idee
Un prete e uomo come tanti, hai ragione, ce ne sono al mondo.. ed ognuno di essi va ricordato per ciò che ha fatto. Aveva, come tutti, i suoi cadaveri nell’armadio… errori fatti, nessuno lo mette in dubbio, era un uomo, si capisce, e come tale passibile di sbagli.
Eeee, si… qualche miracolo lo ha fatto. Ma noooo mica ha trasformato l’acqua in vino (anche se gli sarebbe piaciuta parecchio questa opzione..) ha fatto il miracolo di ascoltare i disadattati, dar loro voce e, soprattutto, sapeva ascoltare i Giovani..
Ti rispondo riportandoti questa sua lettera. Ognuno, poi, ha il diritto di credere ciò che vuole nei riguardi di una persona
Non rovini nessuna "festa", non c'è nessuna festa da rovinare... e dubito fortemente che don avesse la velleità di diventar "santo", anzi penso gli si farebbe un dispetto..
Comprendo profondamente quello che i giovani vivono, e sono costernato, addolorato per l’assenza di futuro cui sembrano condannati. Come faccio ad avere la pretesa di sradicare questa assenza di futuro? I responsabili delle grandi agenzie, dei grandi poteri, delle istituzioni sembrano interessati solo a giovani che “servono”, che rinunciano alla loro coscienza critica, alla loro autonomia, alla loro autogestione: il potere vuole solo giovani ubbidienti. Ricordo che ero ancora al Carmine, ero amico di un taxista che con molti sacrifici faceva studiare il figlio. Siamo negli anni Settanta, il figlio si laurea brillantemente e partecipa a un concorso all’Eni arrivando primo assoluto. Assunto immediatamente, rinuncia. Suo padre viene da me disperato, aveva lavorato una vita, era riuscito a comprare una licenza da taxista, per il figlio aveva fatto tutto quello che poteva. Niente, tutto in fumo. Perché? Volevo capire. Così ho incontrato quel ragazzo, abbiamo parlato, gli ho chiesto come mai aveva rifiutato. Il concorso era basato solo su test, bastava una crocetta, un sì o un no. Nessun margine. Nessuna libertà, nessun confronto. Il ragazzo si è sentito uno strumento in mano di un ingranaggio molto più grande di lui. Mi disse che dove aveva risposto sì ed era risultato giusto, lui in realtà avrebbe messo un no, e via così. Ci ha ripensato e ha rifiutato il posto. Come dargli torto. Adesso fa il ricercatore. Con i giovani bisogna partire da questo assunto: condividiamo con voi l’assenza di futuro. Mario Monicelli lo aveva capito, e secondo me si è suicidato perché non aveva visto segni di rivolta. Ora i segni cominciano a vedersi, sono minoranze anche se consistenti, ma quante volte i giovani sono stati schiacciati. È un omicidio lento, troppi giovani studiano e poi non hanno sbocchi. Marco Revelli chiama i giovani “scoraggiati inattivi“: molti, dopo essere passati attraverso la delusione, la disperazione, l’alienazione, sono scoraggiati. Inattivi: in Italia i giovani che non lavorano superano di tre volte quelli dell’Europa, e il lavoro neanche lo cercano. Allora ci vuole una rottura e può essere necessario anche uscire dalla legalità, quella del potere, per entrare nell’illegalità non violenta. È certo che chi fa una scelta così deve essere pronto ad accettarne le conseguenze. Socrate venne accusato di istigare i giovani alla illegalità. Anche io l’ho fatto e per questo sono stato denunciato: avevo partecipato all’occupazione di una vecchia scuola, un posto bellissimo. Che male c’era? Non abbiamo abbattuto niente, abbiamo valorizzato un luogo abbandonato e lo abbiamo utilizzato. Naturalmente con i giovani devi essere trasparente, devi proporre esempi, non bastano le parole. C’è un teologo che continua a dire che la fede viene prima dell’etica, ma è nel comportamento coerente con gli insegnamenti di Gesù che si può sperimentare la fede. Ricordo che ero già in noviziato e una delle parabole del mio insegnante diceva: “Timeo Jesum transeuntem”, temo il passaggio di Gesù. Poi ci faceva guardare un quadro dove c’era una porta e ci diceva: guardate bene la porta, cosa ne dite? Non aveva serratura, quindi uno dal di fuori non poteva entrare, neanche se aveva le chiavi. “Significa che Gesù passa, ma se tu non apri, è inutile!”. Ecco perché quel vescovo del Brasile aveva scritto sulla facciata della sua chiesa: caro cristiano, tu che stai per entrare, sappi che il mondo si divide in oppressori e oppressi. Tu da che parte stai?
Bisogna ricordare cosa scrisse Antonio Gramsci nel ’19, il suo richiamo contro l’indifferenza e l’urgenza di scegliere da che parte stare. I giovani ci provano, stanno lavorando, elaborando proposte concrete, coerenti e costruttive, stanno arrivando alla scelta epocale della non violenza. E questo sta accadendo in tutto il mondo. È “un fiume che avanza” e che ha cominciato il suo lento cammino già dieci anni fa al G8 di Genova, quando i giovani hanno posto una domanda importante: “Signori del G8 – hanno gridato – non vi sembra che sia una cinica pretesa venirci a dire che l’unico mondo possibile è il vostro?”. Oggi c’è una crisi che non è politica, ma di sistema. I giovani sanno che è di lunga durata e che bisogna costruire un tessuto nuovo. È faticoso, ma anche entusiasmante, e noi non possiamo deluderli. La mia bussola è la Costituzione, l’articolo 3 in cui si parla della differenza tra previdenza e assistenza, della tutela della parità della donna lavoratrice, del lavoro minorile, della sicurezza sul lavoro: questa è la legalità da difendere. Qualche mese fa ero a Piombino per un incontro sul drammatico tema dei morti sul lavoro, e in quell’occasione abbiamo riletto l’articolo: “Tutti i cittadini – recita – hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Be’, allora, chi è che non ha rispetto della legalità? Chi disattende la Costituzione o chi protesta perché la Costituzione viene disattesa? È ora che i partiti capiscano quale ruolo dà loro la Costituzione e non mettano il cappello ai movimenti. La nostra è una Res publica, è di tutti. A partire dai giovani che devono essere coinvolti in prima persona nel processo di rinnovamento di questa democrazia e di difesa della Costituzione. La Costituzione è stata fatta per i giovani, per tutti i giovani che verranno.
una cazzata, in fondo, no ?
Guya- La Pasionaria
- Messaggi : 2071
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Località : Genova
Re: E' morto Don Gallo
Ma guarda... a parte la sviolinata iniziale... rischio scomunica... l'uomo che dava fastidio per le sue "idee" (ma tu sei tanto convinta che quelle "idee" diano tanto fastidio?... forse perché sono anche le tue?)... continuo a non vedere un curriculum così eccezionale...
In sostanza dici quello che ho detto io... che è stato un uomo... diciamo certamente sopra alla media (ho detto infatti tanto di cappello)... ma insomma... l'accostamento a Mandela... e la beatificazione mi paiono eccessivi... e sono convinto anch'io che nemmeno lui si sentiva di tale spessore...
... esistono migliaia di suoi "colleghi" che ascoltano continuamente i disadattati e i giovani... non mi far citare storie che ho vissuto da vicino... anche perché credo di avertele già raccontate...
Per non parlare di quelli che vivono nelle missioni...
... e quanto a i suoi errori... be', fumarsi una canna in pubblico non è certo un buon esempio che un prete dovrebbe dare... capisco che ai tuoi occhi l'abbia reso un prete figo... secondo me invece certe stronzate bisognerebbe lasciarle fare ai Pannella di turno...
Oppure... io non ho mai avuto particolare apprezzamento quando i preti si mettono a fare politica... i preti dovrebbero... DOVREBBERO... essere di tutti... NON di una parte politica...
In sostanza dici quello che ho detto io... che è stato un uomo... diciamo certamente sopra alla media (ho detto infatti tanto di cappello)... ma insomma... l'accostamento a Mandela... e la beatificazione mi paiono eccessivi... e sono convinto anch'io che nemmeno lui si sentiva di tale spessore...
... esistono migliaia di suoi "colleghi" che ascoltano continuamente i disadattati e i giovani... non mi far citare storie che ho vissuto da vicino... anche perché credo di avertele già raccontate...
Per non parlare di quelli che vivono nelle missioni...
... e quanto a i suoi errori... be', fumarsi una canna in pubblico non è certo un buon esempio che un prete dovrebbe dare... capisco che ai tuoi occhi l'abbia reso un prete figo... secondo me invece certe stronzate bisognerebbe lasciarle fare ai Pannella di turno...
Oppure... io non ho mai avuto particolare apprezzamento quando i preti si mettono a fare politica... i preti dovrebbero... DOVREBBERO... essere di tutti... NON di una parte politica...
Amiter- Messaggi : 456
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Re: E' morto Don Gallo
ecco, bravo amiter, giusto criticare questo prete, criticare i don Pisani, vuoi mettere? fare il prete si deve essere come Ruini, come Marcinkus, quelli si che hanno portato la parola di Gesù sulla Terra.
cireno- Messaggi : 1510
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 124
Località : Milano
Re: E' morto Don Gallo
... ma veramente, più che criticare lui ho criticato l'interpretazione che ne date... a mio parere eccessiva...cireno ha scritto:ecco, bravo amiter, giusto criticare questo prete, criticare i don Pisani, vuoi mettere? fare il prete si deve essere come Ruini, come Marcinkus, quelli si che hanno portato la parola di Gesù sulla Terra.
La critica che ho fatto a lui, se critica vogliamo chiamarla, è al limite quella di esser stato un prete "ideologico" quando a mio parere un prete non dovrebbe esserlo... tuttavia una cosa più che umana, che può anche passare in secondo piano valutando nel contesto...
... che poi nel tuo caso te ne saresti ideologicamente appropriato comunque... così come hai fatto con Gesù Cristo... S. Francesco, Gandhi, Padre Pio...
Perché tutti quelli bravi, buoni e che fanno del bene sono di sinistra... socialisti... o comunisti... mentre la feccia del mondo sta tutta a destra... l'egoismo, il capitalismo, il liberismo... la mafia... magari persino le brigate rosse... no, quelli erano buoni lo stesso... perché avevano i loro validissimi motivi, giusto?
Amiter- Messaggi : 456
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