AreaForum
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Con la testa girata all'indietro

Andare in basso

Con la testa girata all'indietro Empty Con la testa girata all'indietro

Messaggio Da Ospite Sab 06 Lug 2013, 13:05

Si è già discusso sul forum del D.L. Lavoro del Governo Letta ( http://areaforum.forumattivo.it/t432-dl-lavoro-governo-letta-sgravi-assunzioni-per-under-30-disoccupati-max-terza-media ) e di come esso - peraltro con esigui mezzi finanziari - tenda a favorire l'assunzione di manodopera a basso livello di scolarizzazione, senza preoccuparsi della destinazione cui detta manodopera sarà destinata né del messaggio indirettamente lanciato alle famiglie (meno istruzione = più possibilità di lavoro) che rischia di ripercuotersi pesantemente sul nostro futuro.

La politica economica fatta propria dall'esecutivo appare ancor più sconcertante se si legge tale decreto in rapporto con l'altro, quello "del fare", per quanto riguarda  i finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature da parte di piccole e medie imprese (PMI). In sostanza, infatti, le imprese riceveranno un contributo pari a circa la metà degli interessi dovuti alle banche che finanzieranno i loro acquisti di macchinari.
L'importo stanziato è di 2,5 miliardi da spalmare in otto anni (dal 2014 al 2021): per il 2014 i contributi previsti sono di 7.5 milioni di euro, pari a circa 100 milioni di finanziamenti. Supponendo un investimento medio per impresa di 200 mila euro, potranno dunque beneficiare di questo intervento circa 500 Pmi italiane e ognuna risparmierà circa 13 mila euro di interessi. Le PMI - solo nel settore industriale, sono quasi 500.000 !

Ma, a prescindere dalla scarsa incidenza quantitativa ora rilevata, è facile vedere che questi finanziamenti saranno utilizzati per quello che qualsiasi impresa deve fare periodicamente: rinnovare impianti e macchinari vecchi o consunti con dei nuovi.
Non è infatti pensabile che a fronte delle attuali incerte prospettive generali, le PMI italiane anticipino il processo di sostituzione o addirittura espandano la loro capacità produttiva. I modesti benefici indicati saranno perciò presumibilmente utilizzati dalle imprese che questi investimenti li avrebbero fatti comunque in quanto indifferibili.
Anche assumendo che i nuovi macchinari non andranno a sostituire lavoro, l’incremento dell’occupazione generato sarà quindi pressoché nullo.

Utilizzare perciò gli scarsi fondi disponibili per incentivare questa strategia competitiva basata sugli investimenti in capitale fisso è dunque una scelta miope e irresponsabile. Non è, infatti, sul piano dei macchinari che la competitività delle imprese italiane può rafforzarsi, se non altro per la banale considerazione che le stesse macchine possono essere utilizzate, in modo altrettanto efficace, da tantissime imprese localizzate in altri paesi non solo europei e con costi - a cominciare dalla manodopera - più bassi.

Attualmente, la competitività delle PMI italiane sta nella loro capacità di innovare soprattutto i prodotti, l'organizzazione della produzione e le modalità gestionali e commerciali. Tale capacità dipende dagli investimenti immateriali che le imprese riescono ad effettuare e che, oltretutto, si degradano più lentamente degli investimenti in capitale fisico.

È per questo che in tutti i paesi avanzati le politiche pubbliche sono da tempo rivolte a incentivare gli investimenti delle imprese in ricerca, innovazione, conoscenza e capitale umano.

Ci voleva il governo delle larghe intese per scoprire che, a quanto risulta dal combinato disposto dei due decreti in questione, le aziende italiane, invece, avrebbero bisogno d’altro: lavoratori con basso livello di istruzione e macchine. Come negli anni del dopoguerra!

Ospite
Ospite


Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.