Il Rotary Europeo
Il Rotary Europeo
Pubblico qui questo post perché non vorrei contaminare con la mia disillusione lo spazio di Erasmus, il quale ha peraltro ammesso che questa Europa è una mostruosità.
Era un’idea meravigliosa, e si è tramutata nella solita trappola dove quattro gatti furbi e satolli si nutrono di topolini ingenui e affannati, illusi di aver contribuito a costruire una casa comune, mentre sono stati regolarmente cacciati nel sottoscala.
Quando le uniche regole che si riescono ad imporre sono solo quelle che fanno comodo agli abitanti dei piani alti, non c’è più un destino comune, ma solo la legittimazione dei rapporti di forza e il danno che si unisce alla beffa.
Mentre l’Italia è sanzionata per la condizione delle carceri, per la gestione dei rifiuti, per le quote-latte, per la lentezza della giustizia, ecc. ecc., ci sono paesi che possono vantarsi di avere servizi eccellenti e ricchissimi welfare, ma non vengono sanzionati per la scarsa trasparenza delle loro regole bancarie, che danneggiano la concorrenza.
Le modalità della produzione di ricchezza nazionale non sono questioni secondarie rispetto ai magnifici risultati riscontrati nel felice Lussemburgo, così come la moltiplicazione del PIL irlandese ha corrisposto ad una corsa alla delocalizzazione a scapito del sistema imprenditoriale di tutti gli altri partners europei. A casa mia, questa si chiama concorrenza sleale e forse dovrebbe rientrare nel mirino della apposita Commissione.
Si dirà che tali materie non rientrano nei trattati. E perché mai? Sulla base dei principi esposti dai vari trattati, una procedura di infrazione si può sempre, volendo, sollevare.
Si finanziano con milioni di euro programmi per la “coesione sociale”, e poi si devasta un paese come la Grecia solo perchè la Germania vuole veder garantiti i suoi debiti.
Bisognerebbe anche avere il coraggio di dire che la PAC ( Politica Agricola Comunitaria) ha fatto solo danni al sud dell’Europa, e che la pretesa di stabilire solo regole comuni per il diametro delle carote e dichiarare ex officio che anche il surrogato è cioccolato, oltre che ridicolo, è sospetto.
Io rispetto molto gli euro-entusiasti, ma mi augurerei una maggior rabbia nel rivendicare riforme ormai ineludibili, a pena di veder crollare il grazioso castelletto presidiato da una nomenclatura centro-europea che si è fatta un nome a buon mercato.
Io non sono più disposta ad accontentarmi anche di quest’Europa, cui avevo affidato persino una funzione di garanzia democratica.
Il caos italiano ci mortifica tanto, che non si riesce più a guardare con paziente aspettativa un’Europa corrosa dal vizio dell’egemonia economica e retta da una specie di Rotary Club votato all’esclusivo soccorso dei propri membri insindacabili.
Per questo, la festa per ogni nuovo stato membro mi appare come l’ingresso di una nuova colonia, un’altra pietruzza che si aggiunge al diadema posto saldamente in capo a quel Rotary Europeo, la cui esistenza deve far rivoltare nella tomba qualsiasi appassionato europeista della prima ora.
Era un’idea meravigliosa, e si è tramutata nella solita trappola dove quattro gatti furbi e satolli si nutrono di topolini ingenui e affannati, illusi di aver contribuito a costruire una casa comune, mentre sono stati regolarmente cacciati nel sottoscala.
Quando le uniche regole che si riescono ad imporre sono solo quelle che fanno comodo agli abitanti dei piani alti, non c’è più un destino comune, ma solo la legittimazione dei rapporti di forza e il danno che si unisce alla beffa.
Mentre l’Italia è sanzionata per la condizione delle carceri, per la gestione dei rifiuti, per le quote-latte, per la lentezza della giustizia, ecc. ecc., ci sono paesi che possono vantarsi di avere servizi eccellenti e ricchissimi welfare, ma non vengono sanzionati per la scarsa trasparenza delle loro regole bancarie, che danneggiano la concorrenza.
Le modalità della produzione di ricchezza nazionale non sono questioni secondarie rispetto ai magnifici risultati riscontrati nel felice Lussemburgo, così come la moltiplicazione del PIL irlandese ha corrisposto ad una corsa alla delocalizzazione a scapito del sistema imprenditoriale di tutti gli altri partners europei. A casa mia, questa si chiama concorrenza sleale e forse dovrebbe rientrare nel mirino della apposita Commissione.
Si dirà che tali materie non rientrano nei trattati. E perché mai? Sulla base dei principi esposti dai vari trattati, una procedura di infrazione si può sempre, volendo, sollevare.
Si finanziano con milioni di euro programmi per la “coesione sociale”, e poi si devasta un paese come la Grecia solo perchè la Germania vuole veder garantiti i suoi debiti.
Bisognerebbe anche avere il coraggio di dire che la PAC ( Politica Agricola Comunitaria) ha fatto solo danni al sud dell’Europa, e che la pretesa di stabilire solo regole comuni per il diametro delle carote e dichiarare ex officio che anche il surrogato è cioccolato, oltre che ridicolo, è sospetto.
Io rispetto molto gli euro-entusiasti, ma mi augurerei una maggior rabbia nel rivendicare riforme ormai ineludibili, a pena di veder crollare il grazioso castelletto presidiato da una nomenclatura centro-europea che si è fatta un nome a buon mercato.
Io non sono più disposta ad accontentarmi anche di quest’Europa, cui avevo affidato persino una funzione di garanzia democratica.
Il caos italiano ci mortifica tanto, che non si riesce più a guardare con paziente aspettativa un’Europa corrosa dal vizio dell’egemonia economica e retta da una specie di Rotary Club votato all’esclusivo soccorso dei propri membri insindacabili.
Per questo, la festa per ogni nuovo stato membro mi appare come l’ingresso di una nuova colonia, un’altra pietruzza che si aggiunge al diadema posto saldamente in capo a quel Rotary Europeo, la cui esistenza deve far rivoltare nella tomba qualsiasi appassionato europeista della prima ora.
Lara- Messaggi : 198
Data d'iscrizione : 10.04.13
Argomenti simili
» Il consiglio europeo di difesa 2013
» L'addio di Cohn Bendit al parlamento Europeo
» Papa Francesco al Parlamento Europeo (Strasburgo, mar. mattina 25/11/214)
» In attesa dell'esito del Consiglio Europeo in corso a Bruxelles (27-28.06.13)
» IN ATTESA DELL'ESITO DEL CONSIGLIO EUROPEO IN CORSO A BRUXELLES (27-28.06.13)
» L'addio di Cohn Bendit al parlamento Europeo
» Papa Francesco al Parlamento Europeo (Strasburgo, mar. mattina 25/11/214)
» In attesa dell'esito del Consiglio Europeo in corso a Bruxelles (27-28.06.13)
» IN ATTESA DELL'ESITO DEL CONSIGLIO EUROPEO IN CORSO A BRUXELLES (27-28.06.13)
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.