Il Lutto
Il Lutto
In un altro contesto,su FB, avevo scritto degli italiani come “figli di uno stato minore” e vedo che la formula è stata utilizzata anche da Diamanti su Repubblica.
Io intendevo la presa d’atto di una cittadinanza di serie B, quella che somiglia più ad una sudditanza che ad una cittadinanza, quella che ti cala in testa decisioni e indecisioni incomprensibili appellandosi a superiori, oscure ragioni di stato, e che non ti dà il modo di interloquire, perché non c’è nessuno che ti rappresenti, come succedeva negli stati oligarchici.
Zagrebelski parla di umiliazione dello stato, e qualcuno su questo forum la definisce una chiacchiera da costituzionalista in vacanza, che semplifica per consentire anche a una povera giornalista di farsi capire.
L’unico partito che dovrebbe rappresentare l’alternativa allo scandalo del berlusconismo è un affollato piedistallo di oligarchi compresi solo dal loro ruolo di registi dello spettacolo di governo, che pretendono di rendere credibili anche gli attori più inadatti al ruolo che gli è capitato.
Come se una forza politica non avesse alternative nelle proprie fila, come se un paese di sessanta milioni di abitanti dovesse essere incatenato alle intemperanze e alle incompetenze di pochi per mancanza di alternative.
Come può passare un simile messaggio? O c’è qualcosa di indicibile dietro questa condanna al Berlusconi a vita? Il “non detto” di cui parla Zagrebelski è rimasta l’unica spiegazione in campo, la sola deduzione benevola per un’intera classe dirigente che si è lasciata trascinare nell’angolo da un ducetto cafone e incontinente e da una corte svergognata.
Se il voto popolare non legittima Grillo come grande uomo di stato , non lo fa neanche per Berlusconi, e neanche per il segretario di turno di un partito come il PD, che, come gli altri, prende i voti per poi farne un uso del tutto arbitrario.
Nel “giardino dei ciliegi” di Cechov , c’è un personaggio, una donna, che vestiva sempre di nero: portava il lutto per la sua vita irrealizzata.
Vent’anni. Sono passati vent’anni, una vita, e c’è una parte dell’Italia costretta a portare ancora il lutto per uno stato che non sa realizzarsi compiutamente, che non si decide a buttare a mare la zavorra, come se senza zavorra non sapesse come muoversi.
La paura del mare aperto prende solo chi non sa nuotare, e questa logora pretesa di far passare la sopravvivenza del governo come un salvagente indispensabile, non convince più nessuno.
Ci sono poi quelli che fanno calcoli elettorali sulle conseguenze di una crisi di governo originata dagli uni o dagli altri, come se i principi e i valori dello stato di diritto fossero contrattabili con un pugno di voti.
E lo sostengono senza tema di cadere nel ridicolo quando ipotizzano che sia Berlusconi a far cadere questo governo, al quale siamo tutti certi che rimarrà attaccato come una cozza allo scoglio dell’immunità.
La maggiore, l’unica attività di questo governo è trattenere il respiro fino alla prossima mattana di Berlusconi, farla rientrare a forza nell’alveo dell’accettabilità, ribadire che occorre rimanere in piedi solo per poter decentemente rinviare ogni decisione scomoda, e sostenere che si sta governando il paese.
Era già tutto previsto, anche se certe recidive da abuso di potere lasciano esterrefatti, e possono costituire motivo di ulteriore riflessione per la Cassazione.
Trascinarsi per altri mesi con il balletto sull’IMU e sull’IVA, questo sì è da irresponsabili, e non si azzardino i rappresentanti del PD o il Presidente Napolitano a dichiararsi “responsabili” per aver messo su un governo del nulla, quando ci saremmo accontentati anche di un semplice, modesto, ma vero governo a vista.
Io intendevo la presa d’atto di una cittadinanza di serie B, quella che somiglia più ad una sudditanza che ad una cittadinanza, quella che ti cala in testa decisioni e indecisioni incomprensibili appellandosi a superiori, oscure ragioni di stato, e che non ti dà il modo di interloquire, perché non c’è nessuno che ti rappresenti, come succedeva negli stati oligarchici.
Zagrebelski parla di umiliazione dello stato, e qualcuno su questo forum la definisce una chiacchiera da costituzionalista in vacanza, che semplifica per consentire anche a una povera giornalista di farsi capire.
L’unico partito che dovrebbe rappresentare l’alternativa allo scandalo del berlusconismo è un affollato piedistallo di oligarchi compresi solo dal loro ruolo di registi dello spettacolo di governo, che pretendono di rendere credibili anche gli attori più inadatti al ruolo che gli è capitato.
Come se una forza politica non avesse alternative nelle proprie fila, come se un paese di sessanta milioni di abitanti dovesse essere incatenato alle intemperanze e alle incompetenze di pochi per mancanza di alternative.
Come può passare un simile messaggio? O c’è qualcosa di indicibile dietro questa condanna al Berlusconi a vita? Il “non detto” di cui parla Zagrebelski è rimasta l’unica spiegazione in campo, la sola deduzione benevola per un’intera classe dirigente che si è lasciata trascinare nell’angolo da un ducetto cafone e incontinente e da una corte svergognata.
Se il voto popolare non legittima Grillo come grande uomo di stato , non lo fa neanche per Berlusconi, e neanche per il segretario di turno di un partito come il PD, che, come gli altri, prende i voti per poi farne un uso del tutto arbitrario.
Nel “giardino dei ciliegi” di Cechov , c’è un personaggio, una donna, che vestiva sempre di nero: portava il lutto per la sua vita irrealizzata.
Vent’anni. Sono passati vent’anni, una vita, e c’è una parte dell’Italia costretta a portare ancora il lutto per uno stato che non sa realizzarsi compiutamente, che non si decide a buttare a mare la zavorra, come se senza zavorra non sapesse come muoversi.
La paura del mare aperto prende solo chi non sa nuotare, e questa logora pretesa di far passare la sopravvivenza del governo come un salvagente indispensabile, non convince più nessuno.
Ci sono poi quelli che fanno calcoli elettorali sulle conseguenze di una crisi di governo originata dagli uni o dagli altri, come se i principi e i valori dello stato di diritto fossero contrattabili con un pugno di voti.
E lo sostengono senza tema di cadere nel ridicolo quando ipotizzano che sia Berlusconi a far cadere questo governo, al quale siamo tutti certi che rimarrà attaccato come una cozza allo scoglio dell’immunità.
La maggiore, l’unica attività di questo governo è trattenere il respiro fino alla prossima mattana di Berlusconi, farla rientrare a forza nell’alveo dell’accettabilità, ribadire che occorre rimanere in piedi solo per poter decentemente rinviare ogni decisione scomoda, e sostenere che si sta governando il paese.
Era già tutto previsto, anche se certe recidive da abuso di potere lasciano esterrefatti, e possono costituire motivo di ulteriore riflessione per la Cassazione.
Trascinarsi per altri mesi con il balletto sull’IMU e sull’IVA, questo sì è da irresponsabili, e non si azzardino i rappresentanti del PD o il Presidente Napolitano a dichiararsi “responsabili” per aver messo su un governo del nulla, quando ci saremmo accontentati anche di un semplice, modesto, ma vero governo a vista.
Lara- Messaggi : 198
Data d'iscrizione : 10.04.13
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