I piani di Putin per l'Europa
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I piani di Putin per l'Europa
Dopo le "prove generali" che sono approdate a una stretta alleanza militare, con prossima apertura di una base aerea russa in Bielorussia, Putin sta lavorando sodo per l'espansione e il consolidamento dell'egemonia russa nei confronti di certi ex-stati dell'Unione Sovietica, e ad altro ancora.
Oltre alla vecchia CSI (Comunità di Stati Indipendenti) formata dopo il crollo dell'URSS, la base attuale è costituita da una serie di accordi economici e di cooperazione generale fra la Russia e vari paesi nell'ambito di una Comunità economica eurasiatica, di cui fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, dotata di istituzioni comuni. Ma il nucleo concreto è composto dall'Unione doganale eurasiatica, fondata il 1 gennaio 2010 da Bielorussia, Russia e Kazakistan. Quest'ultima secondo i progetti dovrebbe dar vita nel 2015 all'Unione eurasiatica, una comunità che per certi versi s'ispira all'UE, con tanto di creazione di una Commissione eurasiatica modellata sulla base della Commissione europea.
E' evidente il tentativo di Putin, in collaborazione coi suoi compagnoni di merende - colleghi dittatori Lukashenko (Bielorussia) e Nazarbayev (Kazakistan), di creare una specie di comunità post-sovietica che vista l'enorme sproporzione fra i membri sarà per sua stessa natura a guida russa. E' stato costretto a seguire questa strada dopo aver constatato che con l'Unione Russia-Bielorussia (comunità fondata nel 1996) non si poteva arrivare così facilmente e velocemente all'obiettivo finale del "ritorno a casa" della Bielorussia progettando rapide integrazioni politico-economiche e poi chiedendo direttamente l'ingresso nella federazione russa, cosa ovviamente rifiutata da Lukashenko. In sostanza Putin ha capito che le dimensioni della Russia rispetto agli altri non sono sufficienti a spingere un dittatore a passare a qualcun altro la poltrona ben salda sotto il proprio culo.
Un paese importante è attualmente in bilico perché dovrà stabilire da che parte stare, l'Ucraina. A novembre dovrebbe teoricamente essere firmato un accordo d'associazione all'UE che però è legato ad alcune condizioni, fra cui la liberazione dell'oppositrice politica Yulia Tymoshenko.
Lo stesso Putin ha accennato pubblicamente a quale dovrebbe essere nei suoi sogni l'evoluzione futura del tutto, una volta consolidata questa Unione eurasiatica: l'ideale sarebbe di riunire tutti in una "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok". E con questo abbiamo già capito tutto.
Oltre alla vecchia CSI (Comunità di Stati Indipendenti) formata dopo il crollo dell'URSS, la base attuale è costituita da una serie di accordi economici e di cooperazione generale fra la Russia e vari paesi nell'ambito di una Comunità economica eurasiatica, di cui fanno parte Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, dotata di istituzioni comuni. Ma il nucleo concreto è composto dall'Unione doganale eurasiatica, fondata il 1 gennaio 2010 da Bielorussia, Russia e Kazakistan. Quest'ultima secondo i progetti dovrebbe dar vita nel 2015 all'Unione eurasiatica, una comunità che per certi versi s'ispira all'UE, con tanto di creazione di una Commissione eurasiatica modellata sulla base della Commissione europea.
E' evidente il tentativo di Putin, in collaborazione coi suoi compagnoni di merende - colleghi dittatori Lukashenko (Bielorussia) e Nazarbayev (Kazakistan), di creare una specie di comunità post-sovietica che vista l'enorme sproporzione fra i membri sarà per sua stessa natura a guida russa. E' stato costretto a seguire questa strada dopo aver constatato che con l'Unione Russia-Bielorussia (comunità fondata nel 1996) non si poteva arrivare così facilmente e velocemente all'obiettivo finale del "ritorno a casa" della Bielorussia progettando rapide integrazioni politico-economiche e poi chiedendo direttamente l'ingresso nella federazione russa, cosa ovviamente rifiutata da Lukashenko. In sostanza Putin ha capito che le dimensioni della Russia rispetto agli altri non sono sufficienti a spingere un dittatore a passare a qualcun altro la poltrona ben salda sotto il proprio culo.
Un paese importante è attualmente in bilico perché dovrà stabilire da che parte stare, l'Ucraina. A novembre dovrebbe teoricamente essere firmato un accordo d'associazione all'UE che però è legato ad alcune condizioni, fra cui la liberazione dell'oppositrice politica Yulia Tymoshenko.
Lo stesso Putin ha accennato pubblicamente a quale dovrebbe essere nei suoi sogni l'evoluzione futura del tutto, una volta consolidata questa Unione eurasiatica: l'ideale sarebbe di riunire tutti in una "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok". E con questo abbiamo già capito tutto.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
una "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok".
E' il mio sogno, ma credo che tale resterà per lungo tempo. Intanto spero che Putin riesca a realizzare il suo.
Chissà poi perché sentiamo questa forza che ci spinge ad unirci, pari solo ad analoga forza che ci spinge a separarci. Forse perché siamo innanzi tutto figli dell'atomo e delle stelle, la dove nascono queste forze primordiali da cui tutto ha origine e fine.
E' il mio sogno, ma credo che tale resterà per lungo tempo. Intanto spero che Putin riesca a realizzare il suo.
Chissà poi perché sentiamo questa forza che ci spinge ad unirci, pari solo ad analoga forza che ci spinge a separarci. Forse perché siamo innanzi tutto figli dell'atomo e delle stelle, la dove nascono queste forze primordiali da cui tutto ha origine e fine.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Temo che tu non abbia afferrato esattamente di cosa si sta parlando: il nostro Putin tutto vuole tranne che creare una "comunità armoniosa di economie da Lisbona a Vladivostok" bensì vuole creare un'egemonia russa su tutti i paesi ex-sovietici, la quale se possibile dovrebbe essere lentamente ma inesorabilmente estesa addirittura al resto d'Europa.
Quini io spero che NON riesca a realizzare il suo sogno, visto anche qual'è il sistema "putiniano" di governo.
Quini io spero che NON riesca a realizzare il suo sogno, visto anche qual'è il sistema "putiniano" di governo.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
L'Europa è un boccone da sempre troppo grosso per chiunque.
Putin poi, non è immortale e pensare in grande finendo per parlare di Putin, si finisce automaticamente in piccolo.
Putin poi, non è immortale e pensare in grande finendo per parlare di Putin, si finisce automaticamente in piccolo.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: I piani di Putin per l'Europa
29/11/2013 12:43 |
Letta:"Con Kiev rischio errore storico" |
12.43 Letta:"Con Kiev rischio errore storico" Il congelamento delle relazioni tra Ue e Ucraina "sarebbe un errore storico". Lo pensa il premier, Enrico Letta. Dal vertice di Vilnius, il capo del go- verno ribadisce: i 28 devono impegnarsi a "collocare su basi più solide i rap- porti con la Russia, con meno sospetto reciproco". "Alla fine, questa vicenda con l'Ucrai- na è figlia di una serie di sospetti e paure che sono assolutamente da supera- re", sottolinea ancora Letta. |
Ha ragione quando parla di abbassare il tono del sospetto con la Russia, per liberare le relazioni con l'Ucraina da quel genere di ricatti, ma l'Ukraina deve compiere un suo percorso virtuoso per entrare in Europa, altrimenti ci carichiamo di altri debiti ed altri problemi. O l'Ucraina crede nell'Europa e quindi fa quello che deve fare, oppure di euroscettici ne vedo già abbastanza adesso, a cominciare dalla GB per finire alla Polonia.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Non si parla d'ingresso dell'Ucraina in UE, si tratta della firma di un accordo di associazione che in genere fa da preludio allo status non ufficiale di candidato all'ingresso che a sua volta fa da preludio all'ottenimento dello status ufficiale di candidato all'ingresso con trattative in corso. Un percorso comunque non sempre scontato, specialmente nel caso di paesi in posizione difficile come l'Ucraina.
Ma la vera posta in gioco era un'altra: in questo caso, come in quello dell'Armenia, Putin è riuscito a portare l'Ucraina nella sfera d'influenza russa.
Il gioco di Putin è attuato senza fretta e consiste nel cercare con vari mezzi - il più classico è il ricatto energetico, ma certo non solo quello - di espandere la sfera d'influenza russa fino ai confini dell'UE, recuperando l'egemonia su quanto possibile dell'ex-URSS, e poi stringere gradualmente legami d'interesse politico-economico con questo o quello stato, impegnandosi di più con i meno diffidenti e cercando di migliorare i rapporti con gli altri (si veda il tentativo di appacificamento con la Polonia, ad esempio).
Non è certo facile ma l'idea è di attuare una politica di "divide et impera" fatta di relazioni bilaterali, cercando di far apparire sempre più come una buona opportunità l'Unione Eurasiatica e sempre più come un vecchio rottame l'UE. Cercherà di approfittare della debolezza del nostro sistema per "vendere" a più lungo termine il suo come una buona alternativa di sviluppo e stabilità... e se non vediamo di rafforzare il livello di unità interna dell'UE ci potrebbe riuscire, visto che può contare sulle dimensioni geopolitiche e la rinascita economica della Russia. A quel punto servirebbe a poco avere magari UK, Francia e Germania (quest'ultima ammesso che non si lasci incantare dalle opportunità di esportazione e dalle forniture energetiche russe) ridotte a isole in mezzo a un gruppo di lecchini a vario titolo e grado dell'Unione Putiniana.
Ma la vera posta in gioco era un'altra: in questo caso, come in quello dell'Armenia, Putin è riuscito a portare l'Ucraina nella sfera d'influenza russa.
Il gioco di Putin è attuato senza fretta e consiste nel cercare con vari mezzi - il più classico è il ricatto energetico, ma certo non solo quello - di espandere la sfera d'influenza russa fino ai confini dell'UE, recuperando l'egemonia su quanto possibile dell'ex-URSS, e poi stringere gradualmente legami d'interesse politico-economico con questo o quello stato, impegnandosi di più con i meno diffidenti e cercando di migliorare i rapporti con gli altri (si veda il tentativo di appacificamento con la Polonia, ad esempio).
Non è certo facile ma l'idea è di attuare una politica di "divide et impera" fatta di relazioni bilaterali, cercando di far apparire sempre più come una buona opportunità l'Unione Eurasiatica e sempre più come un vecchio rottame l'UE. Cercherà di approfittare della debolezza del nostro sistema per "vendere" a più lungo termine il suo come una buona alternativa di sviluppo e stabilità... e se non vediamo di rafforzare il livello di unità interna dell'UE ci potrebbe riuscire, visto che può contare sulle dimensioni geopolitiche e la rinascita economica della Russia. A quel punto servirebbe a poco avere magari UK, Francia e Germania (quest'ultima ammesso che non si lasci incantare dalle opportunità di esportazione e dalle forniture energetiche russe) ridotte a isole in mezzo a un gruppo di lecchini a vario titolo e grado dell'Unione Putiniana.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Qual'è quello stato che non vuole accrescere la sua influenza sui territori limitrofi. Molto importante è come lo fa. Se usa le sue risorse energetiche, non vedo perché non dovrebbe farlo. Uno stato come l'Ucraina non ha niente da invidiare sotto il profilo della democrazia, alla Russia, almeno da quello che si legge sin dai governi Tymoscenko.
Anche l'Europa deve saper accrescere la sua influenza con politiche di amicizia e senza ricatti, aiutando a risolvere i problemi e non a creare situazioni difficili, come in Grecia, ad esempio.
Spetta all'Ucraina di decidere la sua collocazione internazionale, sia in termini di sviluppo delle relazioni politiche che di quelle economiche, e può farlo anche lei in vari modi. Il risultato, sul medio e lungo periodo dipenderà da come si muovono gli attori, e sarà buono solo se accontenterà tutti senza scontentare nessuno, lasciando aperte ferite difficili da rimarginare e foriere di possibili infezioni e crisi.
Come vedi, generalizzo concetti che non valgono solo oggi, ma che valevano in passato (e si vede quanto il passato sia stato pieno di guai), e che valgono per il futuro.
Anche l'Europa deve saper accrescere la sua influenza con politiche di amicizia e senza ricatti, aiutando a risolvere i problemi e non a creare situazioni difficili, come in Grecia, ad esempio.
Spetta all'Ucraina di decidere la sua collocazione internazionale, sia in termini di sviluppo delle relazioni politiche che di quelle economiche, e può farlo anche lei in vari modi. Il risultato, sul medio e lungo periodo dipenderà da come si muovono gli attori, e sarà buono solo se accontenterà tutti senza scontentare nessuno, lasciando aperte ferite difficili da rimarginare e foriere di possibili infezioni e crisi.
Come vedi, generalizzo concetti che non valgono solo oggi, ma che valevano in passato (e si vede quanto il passato sia stato pieno di guai), e che valgono per il futuro.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Hai fatto dei paragoni che secondo me non calzano troppo. L'UE non è come la Russia di Putin: non ricatta - anche volendo con quali mezzi lo potrebbe fare? - semmai pone delle condizioni, nel caso della Timoshenko di rispettare la sentenza di un organismo internazionale riconosciuto di cui anche l'Ucraina fa parte.
In Europa, al contrario di quanto può facilmente avvenire da cicciobello Vladimir, se critichi il governo non rischi di finire ammazzato, in carcere o con una siringata di calmante nel culo iniettata di nascosto (è successo anche questo anni fa, alla madre di un soldato morto in Cecenia che aveva osato urlare disperata verso l'Imperatore Putin a una conferenza).
In Europa, al contrario di quanto può facilmente avvenire da cicciobello Vladimir, se critichi il governo non rischi di finire ammazzato, in carcere o con una siringata di calmante nel culo iniettata di nascosto (è successo anche questo anni fa, alla madre di un soldato morto in Cecenia che aveva osato urlare disperata verso l'Imperatore Putin a una conferenza).
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Se penso solo all'Ucraina che fu uno dei più spietati alleati del Nazismo, mi si rivolta lo stomaco. E pure se penso a cosa è stata l'Europa, Putin e la Russia gli fanno un baffo. Io tutto questo credito di lungo periodo, a paesi come i nostri, in paragone agli altri, non me la sento proprio di farli. Non sono né favorevole né contro l'adesione dell'Ucraina all'Europa del Casino (visto le prove di cui abbiamo saputo dare evidenza, dalla crisi greca alla guerra in Iraq, tanto per fare qualche esempio e lasciando perdere il colonialismo di tre secoli), sono gli ucraini che in tutta libertà, devono decidere. Anche a me Putin non piace - non mi piaceva neppure Bush, Blair e Berlusconi - ma la sua politica estera è quella che critico meno, se voglio essere obiettivo, perché tira a fare gli interessi del suo paese, come fanno tutti del resto, anche con il ricatto economico, visto che la nostra è ancora una Comunità Economica, con una moneta comune, e non è da meno in certe pratiche.
Come dicevo altrove, non mi piace una Europa da guerra fredda, e l'Ossezia è stata una di quelle dimostrazioni, tra le più evidenti, per avere fomentato quel conflitto. Senza contare l'installazione dei sistemi antimissili fingendoli in chiave iraniana. Poi se Putin piazza batterie di missili a corto raggio per rendere minimo l'impatto di una difesa antimissilistica, si grida al lupo.
No, li l'Europa cerca di aggirare gli accordi sul disarmo atomico che già di per se, fondati sulla teoria dell'orrore per una guerra nucleare generalizzata, sono basati sulla fiducia reciproca, non sulla sfiducia più o meno palese.
E poi c'è l'altro filone delle atomiche ad alta penetrazione che vengono sperimentate per un uso tattico in guerre locali, in cui primeggiano gli USA. Forse, quel tipo di testate deve essere stato sperimentato nei sotterranei in Iraq, nella seconda guerra del Golfo, ed altre testate sono pronte anche in Israele per l'Iran.
Bene, cosa facciamo allora? Sappiamo cosa Israele o gli USA hanno in mente di fare all'Iran e noi ci proteggiamo dall'Iran? Perché è questa la verità che c'è dietro quelle manovre. Sarà meglio che parliamo con gli USA perché eviti di gettarsi in simili avventure e troviamo il coraggio di minacciare Israele di rappresaglia nucleare se lancia atomiche (anzi, chiediamone da subbito il disarmo nucleare), piuttosto che mettere una difesa antimissile contro l'Iran, che alla fine destabilizza anche la Russia, e la giusta politica russa di contenimento dei conflitti nel sud est asiatico.
Tu parli di Putin, ma a me non è tutto chiaro il ruolo dell'Europa in simili controverse, e ciò che mi è chiaro, mi fa un po schifo. Che l'Europa ci pensi se vuole avere proseliti, perché negli ultimi decenni ha fatto di tutto per perdere la fiducia della gente. Altro che Ucraina.
Come dicevo altrove, non mi piace una Europa da guerra fredda, e l'Ossezia è stata una di quelle dimostrazioni, tra le più evidenti, per avere fomentato quel conflitto. Senza contare l'installazione dei sistemi antimissili fingendoli in chiave iraniana. Poi se Putin piazza batterie di missili a corto raggio per rendere minimo l'impatto di una difesa antimissilistica, si grida al lupo.
No, li l'Europa cerca di aggirare gli accordi sul disarmo atomico che già di per se, fondati sulla teoria dell'orrore per una guerra nucleare generalizzata, sono basati sulla fiducia reciproca, non sulla sfiducia più o meno palese.
E poi c'è l'altro filone delle atomiche ad alta penetrazione che vengono sperimentate per un uso tattico in guerre locali, in cui primeggiano gli USA. Forse, quel tipo di testate deve essere stato sperimentato nei sotterranei in Iraq, nella seconda guerra del Golfo, ed altre testate sono pronte anche in Israele per l'Iran.
Bene, cosa facciamo allora? Sappiamo cosa Israele o gli USA hanno in mente di fare all'Iran e noi ci proteggiamo dall'Iran? Perché è questa la verità che c'è dietro quelle manovre. Sarà meglio che parliamo con gli USA perché eviti di gettarsi in simili avventure e troviamo il coraggio di minacciare Israele di rappresaglia nucleare se lancia atomiche (anzi, chiediamone da subbito il disarmo nucleare), piuttosto che mettere una difesa antimissile contro l'Iran, che alla fine destabilizza anche la Russia, e la giusta politica russa di contenimento dei conflitti nel sud est asiatico.
Tu parli di Putin, ma a me non è tutto chiaro il ruolo dell'Europa in simili controverse, e ciò che mi è chiaro, mi fa un po schifo. Che l'Europa ci pensi se vuole avere proseliti, perché negli ultimi decenni ha fatto di tutto per perdere la fiducia della gente. Altro che Ucraina.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: I piani di Putin per l'Europa
lupus in fabula
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Russia e Ucraina verso libero scambio |
18.18 Russia e Ucraina verso libero scambio Russia e Ucraina hanno firmato un docu- mento che si configura come un pre-ac- cordo di libero scambio. La sigla è stata apposta al Cremlino dai presiden- ti Putin e Yanukovich. L'intesa è molto simile a quella che, appena due settimane fa, Yanukovich non ha firmato al vertice Ue di Vilnius. Resta da vedere se e in quale misura l'accordo tra Kiev e Mosca sia compati- bile con un ipotetico trattato di asso- ciazione dell'Ucraina ai 28. Notevoli, per Kiev, i vantaggi in termini di bol- letta energetica. |
einrix- Messaggi : 10607
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Re: I piani di Putin per l'Europa
einrix ha scritto:Se penso solo all'Ucraina che fu uno dei più spietati alleati del Nazismo, mi si rivolta lo stomaco. E pure se penso a cosa è stata l'Europa, Putin e la Russia gli fanno un baffo.
Stiamo parlando del presente e del futuro, mica dell'epoca del nazismo come anche dello stalinismo.
einrix ha scritto:Io tutto questo credito di lungo periodo, a paesi come i nostri, in paragone agli altri, non me la sento proprio di farli. Non sono né favorevole né contro l'adesione dell'Ucraina all'Europa del Casino (visto le prove di cui abbiamo saputo dare evidenza, dalla crisi greca alla guerra in Iraq, tanto per fare qualche esempio e lasciando perdere il colonialismo di tre secoli), sono gli ucraini che in tutta libertà, devono decidere.
A parte che non stiamo parlando d'ingresso dell'Ucraina in UE, se Putin ti pare l'ideale per un paese che non vuol fare il satellite di una potenza fascistoide non so proprio che dirti... stando a questo ragionamento all'Ucraina converrebbe stare per i fatti suoi, ma deve per forza fare una scelta perchè si trova in una posizione in cui l'autarchico non lo puoi fare.
Se non altro gli ultimi tre non ti mandavano al cimitero o in galera se li criticavi o solo perchè sei gay...einrix ha scritto:a me Putin non piace - non mi piaceva neppure Bush, Blair e Berlusconi -
einrix ha scritto:Senza contare l'installazione dei sistemi antimissili fingendoli in chiave iraniana. Poi se Putin piazza batterie di missili a corto raggio per rendere minimo l'impatto di una difesa antimissilistica, si grida al lupo.
No, li l'Europa cerca di aggirare gli accordi sul disarmo atomico che già di per se, fondati sulla teoria dell'orrore per una guerra nucleare generalizzata, sono basati sulla fiducia reciproca, non sulla sfiducia più o meno palese.
A parte che "l'Europa" in questo caso non c'entra niente, dato che queste faccende sono solo d'ambito NATO e/o bilaterale, ti sfugge il perchè dello schieramento del sistema ABM (anti-missile balistico) in Europa.
Non è chiaramente destinato alla difesa dall'Iran o altri in quella zona ma è stato ideato perchè Putin comprende nel potenziamento generale delle forze armate anche quelle nucleari schierando il Topol-M, missile moderno che ha una grossa capacità di eludere i sistemi ABM attuali, per cui se gli USA vogliono avere un sistema con ragionevole efficacia sono costretti a schierare i loro intercettori ABM molto vicini alla Russia, dove possono sfruttare il punto debole dei Topol-M che è la fase iniziale della traiettoria.
Come vedi la questione è tutt'altro che semplice e non si riduce tutta al nostro buon Vladimir che poveraccio è costretto a reagire a gratuita arroganza USA schierando dei missili a Kaliningrad.
einrix ha scritto:E poi c'è l'altro filone delle atomiche ad alta penetrazione che vengono sperimentate per un uso tattico in guerre locali, in cui primeggiano gli USA. Forse, quel tipo di testate deve essere stato sperimentato nei sotterranei in Iraq, nella seconda guerra del Golfo, ed altre testate sono pronte anche in Israele per l'Iran.
Bene, cosa facciamo allora? Sappiamo cosa Israele o gli USA hanno in mente di fare all'Iran e noi ci proteggiamo dall'Iran? Perché è questa la verità che c'è dietro quelle manovre. Sarà meglio che parliamo con gli USA perché eviti di gettarsi in simili avventure e troviamo il coraggio di minacciare Israele di rappresaglia nucleare se lancia atomiche (anzi, chiediamone da subbito il disarmo nucleare), piuttosto che mettere una difesa antimissile contro l'Iran, che alla fine destabilizza anche la Russia, e la giusta politica russa di contenimento dei conflitti nel sud est asiatico.
Alla Russia non frega niente di "contenere i conflitti nel sud-est asiatico", al massimo di contrastare la crescente potenza cinese nell'area, cosa che ad esempio potrebbe fare anche fomentando di nascosto il contenzioso fra Cina e Giappone. Noi in questo specifico caso non ci stiamo proteggendo da nessuno: abbiamo (cioè Polonia e Romania hanno) solo dato agli USA l'autorizzazione per schierare un sistema ABM che serve a quanto ho spiegato sopra.
Sula questione medio oriente non mi dilungo troppo: qui ci sono quasi sempre schieramenti talmente netti che questa storia è diventata più folklore politico che ragionamento razionale selle cose. Dico solo che non mi pare che gli USA abbiano nessuna intenzione di attaccare Israele, semmai è solo Israele che vorrebbe farlo, e "noi" (in sostanza la Francia) dovremmo minacciare Israele di ritorsioni nucleari in caso di guerre con l'Iran? Ti rendi conto che questa è pura fantascienza o credi che la Francia rischierebbe una guerra nucleare con Israele solo per l'Iran?
einrix ha scritto:Tu parli di Putin, ma a me non è tutto chiaro il ruolo dell'Europa in simili controverse, e ciò che mi è chiaro, mi fa un po schifo. Che l'Europa ci pensi se vuole avere proseliti, perché negli ultimi decenni ha fatto di tutto per perdere la fiducia della gente. Altro che Ucraina.
Si può e deve parlare sia di Putin che di Ucraina che del ruolo dell'Europa... ma in questo thread ad esempio ci siamo solo no duei. E "l'Europa" non ha una politica estera, ricordiamolo a scanso di equivoci.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Il tuo ragionamento non mi piace ART, proprio perché ha una sua logica, ed in quella logica non voglio che si trovi l'Europa dei miei sogni. Quell'Europa ha già fatto troppi danni, ed è ora di cambiare, ma non so se i governi che sono espressione dei propri popoli vogliano o possono farlo. Perciò, senza essere euroscettico, sono molto scettico perché i nemici della mia Europa, sono ancora troppo forti e pronti a nuove avventure. E come si vede, già da molto tempo le cattive notizie non mancano.
- fomentare la guerra nei Balcani
- fomentare la guerra nell'Ossezia
- egoismi nazionalistici in economia, esplosi in questa crisi finanziaria, divenuta ormai economica
- politiche di riarmo ma non di integrazione delle forze armate, se non a livello NATO
- nessuna azione per chiedere il disarmo nucleare di Israele, e secondo il principio: due pesi due misure, minacciare l'Iran.
- politica delle frontiere fondata sull'egoismo, con migliaia di morti in mare
No, non è questo che mi aspettavo dall'Europa.
- fomentare la guerra nei Balcani
- fomentare la guerra nell'Ossezia
- egoismi nazionalistici in economia, esplosi in questa crisi finanziaria, divenuta ormai economica
- politiche di riarmo ma non di integrazione delle forze armate, se non a livello NATO
- nessuna azione per chiedere il disarmo nucleare di Israele, e secondo il principio: due pesi due misure, minacciare l'Iran.
- politica delle frontiere fondata sull'egoismo, con migliaia di morti in mare
No, non è questo che mi aspettavo dall'Europa.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Occhio!
“Kharkiv” è la grafia inglese della città ucraina a maggioranza russa (o almeno filo-russa) dove si diceva che si fosse rifuguato Yanukovich (a cercare sostegno “tra i suoi”).
Ma è anche la sede dell’attività della giornalista ucraina Halya Coynash (che non pare abbia molta simpatia per i russi!).
Anch'essa tira in ballo i tatari! Che abbia copiato da Erasmus?
Buona lettura!
=> http://www.tol.org/client/article/24190-what-of-the-tatars.html
What of the Tatars?
No one can claim to speak for all of Crimea, but its Tatars, returned from Soviet-era exile, can hardly welcome Russia’s embrace.
by Halya Coynash3 March 2014
Victims of any military action are inevitable, and Russia’s pretence that it is bringing troops into another sovereign country “to protect Russian nationals” should convince nobody. Among the planned victims are the indigenous Crimean Tatars, who in just over two months will be commemorating the 70th anniversary of their deportation as a people from their native land. In May 1944 it was Stalin who used defamation and propaganda to try to justify a terrible crime. In March 2014, it is Vladimir Putin.
There is probably no reason to doubt the sincerity of those ethnic Russians in the Crimea who are loudly welcoming the moves by Russia that began with the effective seizure of Simferopol on 27 February. Neither Russian flag-waving crowds nor the unprecedented 95,000 ethnic Russians and Russian-speakers who have in the last 36 hours told Putin that they don’t want Russia’s “help” can in themselves prove what the majority in the Crimea want.
Nor can the deployment of Russian troops.
The reports in the Western media on Saturday that only Russian supporters were visible were superficial and misleading. Ukraine’s leaders in Kyiv and the leaders of the Crimean Tatars had called on people to avoid escalating the situation. Certain moves, such as the attempt to seize the building of the Mejlis (the representative body) of the Crimean Tatars, were almost certainly aimed at provoking confrontation between the Tatars and pro-Russian groups.
When the Crimean Tatars did not succumb to provocation, Russia came up with a supposed attack, resulting in casualties, on the Interior Ministry building in Simferopol. Although the police shortly refuted the entire story as never having happened, an appeal for “Russian help and support” was issued by Sergei Aksenov. A Russian national, Aksenov supposedly ousted the Crimea’s prime minister, Anatoly Mohylyov, during a vote in the seized parliamentary building on 27 February. In the last parliamentary elections, Aksenov’s Russian Unity party received only 4 percent of the votes and just three seats in parliament.
The plans for a referendum allegedly “adopted” in a parliament surrounded by gunmen should not be seen as even providing a thin democratic coating. According to Article 73 of Ukraine’s constitution, any referendum on changes to Ukraine’s territory must be nationwide. On 1 March, Aksenov announced not only that he was seeking “Russian protection,” but also that the “referendum” would be held at the end of March. With gunmen presumably protecting Russian nationals’ interests at the polling stations.
The basic recipe for intervention has been used before – in Transdniester, in Abkhazia. The situation in Ukraine is different. This is in part due to Putin’s impatience and obvious rage after all plans to bring Ukraine into line through large loans brokered with former President Viktor Yanukovych failed. Only his domestic audience, fed by a largely subservient media, can possibly believe the pretence about “protecting Russian nationals.”
The permission from Russia’s rubber-stamp legislative bodies to deploy troops on Ukrainian territory, not just the Crimea, also steeply raises the stakes.
Even if this carte blanche proves to be saber-rattling and interference is confined to the Crimea, there remains one other vital difference. The Crimea is the homeland of the country’s indigenous population, the Crimean Tatars. Once deported en masse, they always dreamed of returning, and were welcomed back, if not provided with adequate measures to meet their needs, as soon as Ukraine gained independence. The Crimean Tatars are happy to be Ukrainians and are adamant that their native homeland is a part of Ukraine. They have no other, and any attempt to change the Crimea’s status would leave up to 15 percent of the peninsula’s population, its indigenous people, without a place to go. After years of strained relations with pro-Russian groups, as well as for historic reasons, any measures to bring the Crimea closer to the Russian Federation would meet with strong resistance.
It is likely that this resistance is what Putin is trying to provoke, with inevitable bloodshed used to justify intervention, greater control in Ukraine, or simply to avenge himself for yet another aborted attempt to rebuild Russia’s empire.
There would be more than merely moral betrayal if the West does not adequately enforce the Budapest Memorandum and all international guarantees of Ukraine’s territorial integrity. This would particularly betray the Crimean Tatars, whose rights the OSCE and EU have repeatedly called for the reinstatement of.
There would also be political danger. Ukraine is now so vulnerable because it gave up its nuclear weapons in 1994 in exchange for guarantees from the United States and Russia of its territorial integrity. What price any such agreements if this one is flagrantly breached? It is no accident that the Munich Agreement has been repeatedly recalled over recent days, nor that Poland is at the forefront of demands that the EU and NATO take strong measures. Poland has every reason to remember the fake elections used after World War II to provide justification for Stalin taking control of the country. It understands, as we all should, that unimpeded acts of military aggression against a neighboring state pose a danger far beyond Ukraine’s borders.
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Halya Coynash is a journalist and member of the Kharkiv Human Rights Protection Group, on whose website this commentary originally appeared.
“Kharkiv” è la grafia inglese della città ucraina a maggioranza russa (o almeno filo-russa) dove si diceva che si fosse rifuguato Yanukovich (a cercare sostegno “tra i suoi”).
Ma è anche la sede dell’attività della giornalista ucraina Halya Coynash (che non pare abbia molta simpatia per i russi!).
Anch'essa tira in ballo i tatari! Che abbia copiato da Erasmus?
Buona lettura!
=> http://www.tol.org/client/article/24190-what-of-the-tatars.html
What of the Tatars?
No one can claim to speak for all of Crimea, but its Tatars, returned from Soviet-era exile, can hardly welcome Russia’s embrace.
by Halya Coynash3 March 2014
Victims of any military action are inevitable, and Russia’s pretence that it is bringing troops into another sovereign country “to protect Russian nationals” should convince nobody. Among the planned victims are the indigenous Crimean Tatars, who in just over two months will be commemorating the 70th anniversary of their deportation as a people from their native land. In May 1944 it was Stalin who used defamation and propaganda to try to justify a terrible crime. In March 2014, it is Vladimir Putin.
There is probably no reason to doubt the sincerity of those ethnic Russians in the Crimea who are loudly welcoming the moves by Russia that began with the effective seizure of Simferopol on 27 February. Neither Russian flag-waving crowds nor the unprecedented 95,000 ethnic Russians and Russian-speakers who have in the last 36 hours told Putin that they don’t want Russia’s “help” can in themselves prove what the majority in the Crimea want.
Nor can the deployment of Russian troops.
The reports in the Western media on Saturday that only Russian supporters were visible were superficial and misleading. Ukraine’s leaders in Kyiv and the leaders of the Crimean Tatars had called on people to avoid escalating the situation. Certain moves, such as the attempt to seize the building of the Mejlis (the representative body) of the Crimean Tatars, were almost certainly aimed at provoking confrontation between the Tatars and pro-Russian groups.
When the Crimean Tatars did not succumb to provocation, Russia came up with a supposed attack, resulting in casualties, on the Interior Ministry building in Simferopol. Although the police shortly refuted the entire story as never having happened, an appeal for “Russian help and support” was issued by Sergei Aksenov. A Russian national, Aksenov supposedly ousted the Crimea’s prime minister, Anatoly Mohylyov, during a vote in the seized parliamentary building on 27 February. In the last parliamentary elections, Aksenov’s Russian Unity party received only 4 percent of the votes and just three seats in parliament.
The plans for a referendum allegedly “adopted” in a parliament surrounded by gunmen should not be seen as even providing a thin democratic coating. According to Article 73 of Ukraine’s constitution, any referendum on changes to Ukraine’s territory must be nationwide. On 1 March, Aksenov announced not only that he was seeking “Russian protection,” but also that the “referendum” would be held at the end of March. With gunmen presumably protecting Russian nationals’ interests at the polling stations.
The basic recipe for intervention has been used before – in Transdniester, in Abkhazia. The situation in Ukraine is different. This is in part due to Putin’s impatience and obvious rage after all plans to bring Ukraine into line through large loans brokered with former President Viktor Yanukovych failed. Only his domestic audience, fed by a largely subservient media, can possibly believe the pretence about “protecting Russian nationals.”
The permission from Russia’s rubber-stamp legislative bodies to deploy troops on Ukrainian territory, not just the Crimea, also steeply raises the stakes.
Even if this carte blanche proves to be saber-rattling and interference is confined to the Crimea, there remains one other vital difference. The Crimea is the homeland of the country’s indigenous population, the Crimean Tatars. Once deported en masse, they always dreamed of returning, and were welcomed back, if not provided with adequate measures to meet their needs, as soon as Ukraine gained independence. The Crimean Tatars are happy to be Ukrainians and are adamant that their native homeland is a part of Ukraine. They have no other, and any attempt to change the Crimea’s status would leave up to 15 percent of the peninsula’s population, its indigenous people, without a place to go. After years of strained relations with pro-Russian groups, as well as for historic reasons, any measures to bring the Crimea closer to the Russian Federation would meet with strong resistance.
It is likely that this resistance is what Putin is trying to provoke, with inevitable bloodshed used to justify intervention, greater control in Ukraine, or simply to avenge himself for yet another aborted attempt to rebuild Russia’s empire.
There would be more than merely moral betrayal if the West does not adequately enforce the Budapest Memorandum and all international guarantees of Ukraine’s territorial integrity. This would particularly betray the Crimean Tatars, whose rights the OSCE and EU have repeatedly called for the reinstatement of.
There would also be political danger. Ukraine is now so vulnerable because it gave up its nuclear weapons in 1994 in exchange for guarantees from the United States and Russia of its territorial integrity. What price any such agreements if this one is flagrantly breached? It is no accident that the Munich Agreement has been repeatedly recalled over recent days, nor that Poland is at the forefront of demands that the EU and NATO take strong measures. Poland has every reason to remember the fake elections used after World War II to provide justification for Stalin taking control of the country. It understands, as we all should, that unimpeded acts of military aggression against a neighboring state pose a danger far beyond Ukraine’s borders.
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Halya Coynash is a journalist and member of the Kharkiv Human Rights Protection Group, on whose website this commentary originally appeared.
Erasmus- Messaggi : 142
Data d'iscrizione : 22.05.13
Località : Unione Europea
Re: I piani di Putin per l'Europa
In questi giorni i media, a riguardo delle cose europee, parlano soprattutto della controversa designazione del presidente della Commissione Europea.
[Ieri, ven. 27,06.14, il Consiglio Europeo ha designato (a maggioranza qualificata) a questo incarico l'ex premier del Lussemburgo (ed ex capo dell'Euroclub) Jean Claude Juncker, che però dovrà passare anche la ratifica del nuovo PE].
Passano quasi sotto silenzio altre notizie importanti, quali ad esempio la sempre tesa situazione in Ucraina ed i rapporti tra Ucraina, Ue e Russia.
Penso allora opportuna la lettura di un articolo del Sole 24 ore di ieri su tali argomenti.
=======================================================
Fonte ––> Niente nuova URSS per Putin. Ucraina, Georgia e Moldova firmano accordi con l'UE
Niente nuova Urss per Putin. Ucraina, Georgia e Moldova firmano accordi con l'Ue
[Da Il Sole 24 ore di venerdì 27 giugno 2014]
L'Ucraina, la Georgia e la Moldova, tre Paesi dell'ex blocco sovietico (Urss), hanno firmato accordi di associazione con l'Unione europea. Svanisce il sogno del presidente russo Putin, accarezzato in questo ultimo anno con la vittoria diplomatica e d'immagine sugli Stati Uniti nella crisi siriana e l'annessione della Crimea a marzo, di riformare un blocco con i vecchi confini dell'Unione sovietica ad egemonia russa. Non a caso oggi 27 giugno 2014 è definito «un giorno storico per il mio Paese, il più importante dall'indipendenza» dal presidente ucraino Petro Poroshenko al suo arrivo al vertice Ue dove ha firmato la seconda e ultima parte del pacchetto dell'Accordo di associazione con l'Ue. Pacchetto che aveva scatenato la rivolta di piazza del febbraio scorso culminata con la cacciata del presidente filorusso Yanukovich, il cambio di governo e le tensioni Russia-Ue-Usa che hanno portato l'esclusione di Mosca dal G8 divenuto ora G7.
La firma di oggi ovviamente non farà cessare i problemi economici dell'Ucraina e la guerriglia separatista a est né verrà meno la leva energetica a disposizione del Cremlino che già ha mostrato tutta la sua irritazione. La sottoscrizione di accordi di associazione (AA) e di cooperazione economica (DCFTA) non spalanca poi, automaticamente, le porte di Bruxelles, e Kiev ha di fronte come prima una strada in salita con i soliti problemi, politici ed economici da risolvere con la Russia.
Tensione fra Mosca e Kiev
Mentre a Bruxelles si firma l'accordo, infatti, in Ucraina i filorussi liberano quattro osservatori Osce, sempre a est i separatisti prendono base militare a Donetsk, e da Mosca arrivano nuovi segnali di tensione: Sergei Glazyev, influente consigliere del presidente Putin, definisce Poroshenko un «nazista» e la firma dell'accordo con l'Ue «illegittima»; il viceministro degli esteri russo Grigory Karasin minaccia «gravi conseguenze» dopo la firma. «La conclusione di un tale accordo» ha detto Karasin «impatta significativamente sul concetto di sovranità».
Nonostante questi attacchi, Poroshenko, che ieri s'era detto pronto a concludere un accordo di pace con Putin , ha sottoscritto oggi la parte economica dell'intesa, dopo che quella politica era stata già siglata a marzo dal primo ministro Arseni Yatseniuk.
Si conclude così formalmente il travagliato capitolo iniziato alla fine d novembre 2013, quando l'allora capo di stato Yanukovich aveva dato lo stop al processo di avvicinamento all'Europa, scegliendo la collaborazione con la Russia e scatenando le proteste che hanno portato alla rivoluzione di febbraio.
Le parole di Glyziev confermano però il patto con l'Ue porterà ulteriori problemi con la Federazione russa, che con l'ingresso dell'Ucraina nello spazio economico europeo potrebbe reagire imponendo restrizioni alle esportazioni di Kiev verso Mosca, mettendo in difficoltà presidente e governo impegnati nel tenere a galla il Paese.
Poroshenko dice invece di essere intenzionato a prorogare di 72 ore il cessate il fuoco con i separatisti filorussi, sostengono alcune agenzie internazionali, rilanciate da organi di stampa di Mosca. La decisione sarebbe conseguenza delle conclusioni del Vertice Ue, che dà alla Russia tre giorni di tempo per prendere misure concrete 'de-escalation', pena nuove sanzioni.
La Ue minaccia Mosca
L'Unione europea procederà con ulteriori misure mirate contro la Russia se entro lunedì non si saranno fatti quattro importanti passi avanti verso la de-escalation della situazione nell'est dell'Ucraina. È quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo che ha discusso della crisi prima di passare al dibattito sulle nomine Ue. In particolare, i leader dei Ventotto chiedono che Mosca accetti un meccanismo monitorato dall'Ue che garantisca la cessazione delle ostilità e «un effettivo controllo della frontiera»; il ritorno alle autorità ucraine del controllo dei valichi di confine di Izvarino, Dolzhanskiy e Krasnopartizansk; il rilascio di tutti gli ostaggi, in particolare gli osservatori Osce; l'avvio di negoziati sostanziali sull'attuazione del piano del presidente Poroshenko.
La firma dell'accordo arriva in un momento particolarmente difficile per l'Ucraina: da un lato c'è la situazione politica interna destabilizzata a causa dell'annessione della Crimea da parte della Russia e dei venti separatisti nelle regioni del sudest e dall'altro un quadro economico disastroso, con le previsioni di un anno di grave recessione che potrà essere superato senza il tracollo solo grazie agli aiuti della Comunità internazionale.
E Gazprom minaccia i vettori europei
Il gigante russo del gas Gazprom ha invece minacciato di ridurre le forniture alle compagnie europee che approvvigioneranno di gas l'Ucraina, attraverso un'inversione del flusso, per compensare l'interruzione dell'apporto di gas russo a Kiev. Gazprom ha ribadito che rifiuterà qualsiasi nuova trattativa con l'Ucraina finchè Kiev non regolerà il suo debito, mettendo in guardia contro problemi di forniture verso l'Unione europea nei prossimi mesi. Con il rifiuto di Kiev di regolare le sue fatture a un prezzo giudicato troppo elevato, Gazprom ha deciso il 16 giugno che non fornirà gas finchè l'Ucraina non avrà pagato il suo debito (diversi miliardi di dollari) e pagato in anticipo le importazioni. Il prezzo attuale (485 dollari per 1.000 mc, senza pari in Europa) .
Il rilascio dei 4 osservatori Osce
I quattro osservatori dell'Osce (l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) rilasciati erano stati sequestrati il 26 maggio scorso dai ribelli separatisti filo-russi nella regione di Lugansk, la più orientale dell'Ucraina: lo ha annunciato Alexandre Borodai, sedicente primo ministro dell'auto-proclamata Repubblica Popolare di Donetsk, che ha dichiarato l'indipendenza da Kiev e in un albergo del cui omonimo capoluogo sono stati condotti gli ex ostaggio dopo la liberazione, poi confermata anche ufficialmente dal presidente elvetico Didier Burkhalter, che ne esercita la guida annuale di turno. Sono un cittadino danese, uno svizzero, un turco e probabilmente un estone: erano stati catturati per ordine di un capo miliziano locale. All'arrivo a Donestsk sono apparsi in condizioni relativamente buone, ma stanchi e provati, e non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Burkhalter ha sollecitato anche quello «rapido e incondizionato» di altri quattro osservatori dell'organismo pan-europeo, spariti il 29 maggio dopo essere stati rapiti sempre nei pressi di Lugansk.
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[Ieri, ven. 27,06.14, il Consiglio Europeo ha designato (a maggioranza qualificata) a questo incarico l'ex premier del Lussemburgo (ed ex capo dell'Euroclub) Jean Claude Juncker, che però dovrà passare anche la ratifica del nuovo PE].
Passano quasi sotto silenzio altre notizie importanti, quali ad esempio la sempre tesa situazione in Ucraina ed i rapporti tra Ucraina, Ue e Russia.
Penso allora opportuna la lettura di un articolo del Sole 24 ore di ieri su tali argomenti.
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Fonte ––> Niente nuova URSS per Putin. Ucraina, Georgia e Moldova firmano accordi con l'UE
Niente nuova Urss per Putin. Ucraina, Georgia e Moldova firmano accordi con l'Ue
[Da Il Sole 24 ore di venerdì 27 giugno 2014]
L'Ucraina, la Georgia e la Moldova, tre Paesi dell'ex blocco sovietico (Urss), hanno firmato accordi di associazione con l'Unione europea. Svanisce il sogno del presidente russo Putin, accarezzato in questo ultimo anno con la vittoria diplomatica e d'immagine sugli Stati Uniti nella crisi siriana e l'annessione della Crimea a marzo, di riformare un blocco con i vecchi confini dell'Unione sovietica ad egemonia russa. Non a caso oggi 27 giugno 2014 è definito «un giorno storico per il mio Paese, il più importante dall'indipendenza» dal presidente ucraino Petro Poroshenko al suo arrivo al vertice Ue dove ha firmato la seconda e ultima parte del pacchetto dell'Accordo di associazione con l'Ue. Pacchetto che aveva scatenato la rivolta di piazza del febbraio scorso culminata con la cacciata del presidente filorusso Yanukovich, il cambio di governo e le tensioni Russia-Ue-Usa che hanno portato l'esclusione di Mosca dal G8 divenuto ora G7.
La firma di oggi ovviamente non farà cessare i problemi economici dell'Ucraina e la guerriglia separatista a est né verrà meno la leva energetica a disposizione del Cremlino che già ha mostrato tutta la sua irritazione. La sottoscrizione di accordi di associazione (AA) e di cooperazione economica (DCFTA) non spalanca poi, automaticamente, le porte di Bruxelles, e Kiev ha di fronte come prima una strada in salita con i soliti problemi, politici ed economici da risolvere con la Russia.
Tensione fra Mosca e Kiev
Mentre a Bruxelles si firma l'accordo, infatti, in Ucraina i filorussi liberano quattro osservatori Osce, sempre a est i separatisti prendono base militare a Donetsk, e da Mosca arrivano nuovi segnali di tensione: Sergei Glazyev, influente consigliere del presidente Putin, definisce Poroshenko un «nazista» e la firma dell'accordo con l'Ue «illegittima»; il viceministro degli esteri russo Grigory Karasin minaccia «gravi conseguenze» dopo la firma. «La conclusione di un tale accordo» ha detto Karasin «impatta significativamente sul concetto di sovranità».
Nonostante questi attacchi, Poroshenko, che ieri s'era detto pronto a concludere un accordo di pace con Putin , ha sottoscritto oggi la parte economica dell'intesa, dopo che quella politica era stata già siglata a marzo dal primo ministro Arseni Yatseniuk.
Si conclude così formalmente il travagliato capitolo iniziato alla fine d novembre 2013, quando l'allora capo di stato Yanukovich aveva dato lo stop al processo di avvicinamento all'Europa, scegliendo la collaborazione con la Russia e scatenando le proteste che hanno portato alla rivoluzione di febbraio.
Le parole di Glyziev confermano però il patto con l'Ue porterà ulteriori problemi con la Federazione russa, che con l'ingresso dell'Ucraina nello spazio economico europeo potrebbe reagire imponendo restrizioni alle esportazioni di Kiev verso Mosca, mettendo in difficoltà presidente e governo impegnati nel tenere a galla il Paese.
Poroshenko dice invece di essere intenzionato a prorogare di 72 ore il cessate il fuoco con i separatisti filorussi, sostengono alcune agenzie internazionali, rilanciate da organi di stampa di Mosca. La decisione sarebbe conseguenza delle conclusioni del Vertice Ue, che dà alla Russia tre giorni di tempo per prendere misure concrete 'de-escalation', pena nuove sanzioni.
La Ue minaccia Mosca
L'Unione europea procederà con ulteriori misure mirate contro la Russia se entro lunedì non si saranno fatti quattro importanti passi avanti verso la de-escalation della situazione nell'est dell'Ucraina. È quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo che ha discusso della crisi prima di passare al dibattito sulle nomine Ue. In particolare, i leader dei Ventotto chiedono che Mosca accetti un meccanismo monitorato dall'Ue che garantisca la cessazione delle ostilità e «un effettivo controllo della frontiera»; il ritorno alle autorità ucraine del controllo dei valichi di confine di Izvarino, Dolzhanskiy e Krasnopartizansk; il rilascio di tutti gli ostaggi, in particolare gli osservatori Osce; l'avvio di negoziati sostanziali sull'attuazione del piano del presidente Poroshenko.
La firma dell'accordo arriva in un momento particolarmente difficile per l'Ucraina: da un lato c'è la situazione politica interna destabilizzata a causa dell'annessione della Crimea da parte della Russia e dei venti separatisti nelle regioni del sudest e dall'altro un quadro economico disastroso, con le previsioni di un anno di grave recessione che potrà essere superato senza il tracollo solo grazie agli aiuti della Comunità internazionale.
E Gazprom minaccia i vettori europei
Il gigante russo del gas Gazprom ha invece minacciato di ridurre le forniture alle compagnie europee che approvvigioneranno di gas l'Ucraina, attraverso un'inversione del flusso, per compensare l'interruzione dell'apporto di gas russo a Kiev. Gazprom ha ribadito che rifiuterà qualsiasi nuova trattativa con l'Ucraina finchè Kiev non regolerà il suo debito, mettendo in guardia contro problemi di forniture verso l'Unione europea nei prossimi mesi. Con il rifiuto di Kiev di regolare le sue fatture a un prezzo giudicato troppo elevato, Gazprom ha deciso il 16 giugno che non fornirà gas finchè l'Ucraina non avrà pagato il suo debito (diversi miliardi di dollari) e pagato in anticipo le importazioni. Il prezzo attuale (485 dollari per 1.000 mc, senza pari in Europa) .
Il rilascio dei 4 osservatori Osce
I quattro osservatori dell'Osce (l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) rilasciati erano stati sequestrati il 26 maggio scorso dai ribelli separatisti filo-russi nella regione di Lugansk, la più orientale dell'Ucraina: lo ha annunciato Alexandre Borodai, sedicente primo ministro dell'auto-proclamata Repubblica Popolare di Donetsk, che ha dichiarato l'indipendenza da Kiev e in un albergo del cui omonimo capoluogo sono stati condotti gli ex ostaggio dopo la liberazione, poi confermata anche ufficialmente dal presidente elvetico Didier Burkhalter, che ne esercita la guida annuale di turno. Sono un cittadino danese, uno svizzero, un turco e probabilmente un estone: erano stati catturati per ordine di un capo miliziano locale. All'arrivo a Donestsk sono apparsi in condizioni relativamente buone, ma stanchi e provati, e non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Burkhalter ha sollecitato anche quello «rapido e incondizionato» di altri quattro osservatori dell'organismo pan-europeo, spariti il 29 maggio dopo essere stati rapiti sempre nei pressi di Lugansk.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Quello che sto per trascrivere, oltre ad arrivare molto dopo l'ultimo 'post' ossia quando, nel frattempo, la situazione si è drammaticamente evoluta verso il peggio, è solo indirettamente connesso col titolo di questo thread.
Lo reputo, tuttavia, estremamente interessante per le ossservazioni che ci sono proprio sulla mancata integrazione politica dell'UE.
[Analogamente interessante è l'articolo di Henry Kissinger sul Corriere di ieri 2 settembre 2014, che ad un certo punto dice: «L’Europa, tuttavia, non ha ancora adottato, nel suo insieme, una struttura di Stato unitario, rischiando di creare un vuoto di autorità al suo interno e uno squilibrio di potere lungo i suoi confini». Ed interessante (nello stesso senso, cioè di annotare i guai derivanti dalla mancata integrazione politica dell'UE) è pure un recentissimo articolo di Krugman – mi pare sul N.Y.T. – che mostra il diverso approccio alla crisi fatto in USA e in UE sottolineando che il successo del primo e l'insuccesso del secondo dipendono dal fatto che in USA c'è una sola politica macro-economica – e pure fiscale! – mentre in UE resta l'illusione di poter coordinare 28 politiche che pretendono di essere "sovrane".]
Voglio dire: da più parti ... ormai da una miriade di parti (e persino da fonti che non ci si aspetterebbe, come è il caso del vecchio Kissinger) si rileva che questo o quel "baco" nell'ordine mondiale e nel progresso dei singoli popoli dipende terribilmente dal ritardo dell'Europa sulla strada della sua integrazione politica. E nonostante ciò i nostri governi "nazionali" insistono nello stupido comportamento di rivendicare la rispettiva sovranità rinviando di continuo alle "calende greche" l'affrontare decisamente la questione di una efficace strategia (necessariamente unitaria!) per evitare il declino dell'Europa e invece promuovere nel mondo la pace ed i valori di cui si è arricchita nella storia recente (e sulla memoria del suo tragico passato) la società europea (ora riassunti persino nella "Carta fondamentale" dei diritti umani inalienabili).
Trascrivo dal sito-web "INTERNAZUINALE" (http://www.internazionale.it/) un articolo [del giornalista francese Bernard Guetta, "esperto di politica internazionale"] dal titolo molto eloquente
–––> Il pasticcio ucraino
Anticipo la frase con cui si chiude l'articolo; frase che secondo me, proprio in merito alle tematiche di questo forum, è la più rimarchevole.
«La guerra mondiale non ci sarà, ma questo non vuol dire che in Ucraina la situazione sia incoraggiante. Il futuro ci riserva un pasticcio tanto sanguinoso quanto stupido. Eppure, nonostante questo caos, ci sono anche alcuni aspetti positivi da considerare. La crisi, per esempio, finirà per allontanare i russi dal loro scriteriato presidente, mentre l’Unione è già costretta a serrare i ranghi e rendersi conto che è arrivato il momento di dotarsi di una maggiore unità politica per proteggere gli interessi comuni.»
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Il pasticcio ucraino
di Bernard Guetta
2 settembre 2014
TAG: RUSSIA, STATI UNITI, UCRAINA, UNIONE EUROPEA
Davanti al rilancio permanente di Vladimir Putin gli occidentali si aggrappano giustamente alla ragione, ma questa crisi resta estremamente preoccupante, per tre motivi.
Il primo è che la situazione attuale rinvia a un futuro indefinito uno sviluppo auspicato da tempo, quell’accordo tra l’Unione e la Russia che permetterebbe a Mosca di scambiare le materie prime di cui è così ricca con gli investimenti massicci di cui ha estremamente bisogno per modernizzarsi, industrializzarsi e uscire da un arcaismo economico che la costringe a dipendere totalmente dal gas e dal petrolio.
Il secondo motivo è che la facilità con cui Vladimir Putin ottiene risultati in Ucraina inebria il Cremlino e lo spinge ad approfittare della sua posizione di forza nella zona orientale del paese. La Russia potrebbe decidere da un momento all’altro di spaccare l’Ucraina dopo averle sottratto la Crimea, per poi cercare di rimettere le mani su altri paesi ex sovietici. Guidata da un presidente che sogna di ricostituire un antico impero, la Russia si sta isolando sempre di più dal mondo occidentale, riducendo il suo tenore di vita e mettendosi nelle mani della Cina, i cui commercianti e operai hanno colonizzato già da diversi anni la Siberia.
Il terzo motivo di preoccupazione è che l’Ucraina non intende arrendersi senza combattere. Il ministro della difesa ucraino ha giustamente previsto una guerra spaventosa e decine di migliaia di morti. Intanto la timidezza dell’occidente rischia di indebolire i democratici ucraini a vantaggio dell’estrema destra (per il momento marginale), proprio come il rifiuto degli Stati Uniti di colpire il regime siriano ha lasciato campo libero ai fanatici dello Stato islamico.
La guerra mondiale non ci sarà, ma questo non vuol dire che in Ucraina la situazione sia incoraggiante. Il futuro ci riserva un pasticcio tanto sanguinoso quanto stupido. Eppure, nonostante questo caos, ci sono anche alcuni aspetti positivi da considerare. La crisi, per esempio, finirà per allontanare i russi dal loro scriteriato presidente, mentre l’Unione è già costretta a serrare i ranghi e rendersi conto che è arrivato il momento di dotarsi di una maggiore unità politica per proteggere gli interessi comuni.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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Leggi anche:
–––> • G7 energia. Si schiera a sostegno Ucraina. “No uso politico forniture”
–––> • Energia. Russia e Cina firmano l’accordo sul gas
–––> • Bernard Guetta. Oscuri presagi sulla crisi ucraina
–––> • Bernard Guetta. Il mondo dopo l’Ucraina
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Lo reputo, tuttavia, estremamente interessante per le ossservazioni che ci sono proprio sulla mancata integrazione politica dell'UE.
[Analogamente interessante è l'articolo di Henry Kissinger sul Corriere di ieri 2 settembre 2014, che ad un certo punto dice: «L’Europa, tuttavia, non ha ancora adottato, nel suo insieme, una struttura di Stato unitario, rischiando di creare un vuoto di autorità al suo interno e uno squilibrio di potere lungo i suoi confini». Ed interessante (nello stesso senso, cioè di annotare i guai derivanti dalla mancata integrazione politica dell'UE) è pure un recentissimo articolo di Krugman – mi pare sul N.Y.T. – che mostra il diverso approccio alla crisi fatto in USA e in UE sottolineando che il successo del primo e l'insuccesso del secondo dipendono dal fatto che in USA c'è una sola politica macro-economica – e pure fiscale! – mentre in UE resta l'illusione di poter coordinare 28 politiche che pretendono di essere "sovrane".]
Voglio dire: da più parti ... ormai da una miriade di parti (e persino da fonti che non ci si aspetterebbe, come è il caso del vecchio Kissinger) si rileva che questo o quel "baco" nell'ordine mondiale e nel progresso dei singoli popoli dipende terribilmente dal ritardo dell'Europa sulla strada della sua integrazione politica. E nonostante ciò i nostri governi "nazionali" insistono nello stupido comportamento di rivendicare la rispettiva sovranità rinviando di continuo alle "calende greche" l'affrontare decisamente la questione di una efficace strategia (necessariamente unitaria!) per evitare il declino dell'Europa e invece promuovere nel mondo la pace ed i valori di cui si è arricchita nella storia recente (e sulla memoria del suo tragico passato) la società europea (ora riassunti persino nella "Carta fondamentale" dei diritti umani inalienabili).
Trascrivo dal sito-web "INTERNAZUINALE" (http://www.internazionale.it/) un articolo [del giornalista francese Bernard Guetta, "esperto di politica internazionale"] dal titolo molto eloquente
–––> Il pasticcio ucraino
Anticipo la frase con cui si chiude l'articolo; frase che secondo me, proprio in merito alle tematiche di questo forum, è la più rimarchevole.
«La guerra mondiale non ci sarà, ma questo non vuol dire che in Ucraina la situazione sia incoraggiante. Il futuro ci riserva un pasticcio tanto sanguinoso quanto stupido. Eppure, nonostante questo caos, ci sono anche alcuni aspetti positivi da considerare. La crisi, per esempio, finirà per allontanare i russi dal loro scriteriato presidente, mentre l’Unione è già costretta a serrare i ranghi e rendersi conto che è arrivato il momento di dotarsi di una maggiore unità politica per proteggere gli interessi comuni.»
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Il pasticcio ucraino
di Bernard Guetta
2 settembre 2014
TAG: RUSSIA, STATI UNITI, UCRAINA, UNIONE EUROPEA
Non ci sarà una terza guerra mondiale. Non assisteremo a uno scontro militare tra la Federazione russa e l’Alleanza atlantica, perché né gli Stati Uniti né le capitali europee (nemmeno quelle dei paesi usciti dall’orbita sovietica come la Polonia o gli stati baltici) hanno alcuna intenzione di rispondere con la forza alle incursioni russe in Ucraina.
Davanti al rilancio permanente di Vladimir Putin gli occidentali si aggrappano giustamente alla ragione, ma questa crisi resta estremamente preoccupante, per tre motivi.
Il primo è che la situazione attuale rinvia a un futuro indefinito uno sviluppo auspicato da tempo, quell’accordo tra l’Unione e la Russia che permetterebbe a Mosca di scambiare le materie prime di cui è così ricca con gli investimenti massicci di cui ha estremamente bisogno per modernizzarsi, industrializzarsi e uscire da un arcaismo economico che la costringe a dipendere totalmente dal gas e dal petrolio.
Il secondo motivo è che la facilità con cui Vladimir Putin ottiene risultati in Ucraina inebria il Cremlino e lo spinge ad approfittare della sua posizione di forza nella zona orientale del paese. La Russia potrebbe decidere da un momento all’altro di spaccare l’Ucraina dopo averle sottratto la Crimea, per poi cercare di rimettere le mani su altri paesi ex sovietici. Guidata da un presidente che sogna di ricostituire un antico impero, la Russia si sta isolando sempre di più dal mondo occidentale, riducendo il suo tenore di vita e mettendosi nelle mani della Cina, i cui commercianti e operai hanno colonizzato già da diversi anni la Siberia.
Il terzo motivo di preoccupazione è che l’Ucraina non intende arrendersi senza combattere. Il ministro della difesa ucraino ha giustamente previsto una guerra spaventosa e decine di migliaia di morti. Intanto la timidezza dell’occidente rischia di indebolire i democratici ucraini a vantaggio dell’estrema destra (per il momento marginale), proprio come il rifiuto degli Stati Uniti di colpire il regime siriano ha lasciato campo libero ai fanatici dello Stato islamico.
La guerra mondiale non ci sarà, ma questo non vuol dire che in Ucraina la situazione sia incoraggiante. Il futuro ci riserva un pasticcio tanto sanguinoso quanto stupido. Eppure, nonostante questo caos, ci sono anche alcuni aspetti positivi da considerare. La crisi, per esempio, finirà per allontanare i russi dal loro scriteriato presidente, mentre l’Unione è già costretta a serrare i ranghi e rendersi conto che è arrivato il momento di dotarsi di una maggiore unità politica per proteggere gli interessi comuni.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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Erasmus- Messaggi : 142
Data d'iscrizione : 22.05.13
Località : Unione Europea
Re: I piani di Putin per l'Europa
Mah! Erasmus, tu vedi il peggio in uno strano modo, ed è strana, anzi insopportabile questa tua Europa pilotata da Londra e dal Pentagono, alla faccia del tuo federalismo. L'ho detto, l'Europa di ART è da guerra fredda, e tu mi pare gli vada dietro. Quindi su questi temi siamo nemici, non solo in disaccordo. Perché quando si passa alla guerra, poi io sono di quelli che non prendono ordini da nessuno, e se c'è da sparare scelgo io il bersaglio. L'Europa per me esiste solo se costruisce la pace, ma se diventa la NATO, può sprofondare all'inferno.
Il fatto è che Putin è sempre stato in difesa fino ad un certo punto, ma adesso, anzi, dall'Ossezia, non Putin, ma la Russia è passata al contrattacco. Prendere d'assalto il Parlamento a Kiev non è un atto di democrazia e chiunque poi finga di fare elezioni escludenti è già in guerra, all'interno ed all'esterno dell'Ucraina. Bell'Europa abbiamo rimediato se fomenta ribellioni dalla Macedonia alle Repubbliche Baltiche. Faccia pure, ma non è la mia Europa.
Il fatto è che Putin è sempre stato in difesa fino ad un certo punto, ma adesso, anzi, dall'Ossezia, non Putin, ma la Russia è passata al contrattacco. Prendere d'assalto il Parlamento a Kiev non è un atto di democrazia e chiunque poi finga di fare elezioni escludenti è già in guerra, all'interno ed all'esterno dell'Ucraina. Bell'Europa abbiamo rimediato se fomenta ribellioni dalla Macedonia alle Repubbliche Baltiche. Faccia pure, ma non è la mia Europa.
einrix- Messaggi : 10607
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Località : Bergamo e Rimini
Re: I piani di Putin per l'Europa
Che bello vivere in una Europa in guerra con i propri vicini. Siamo ritornati al secolo scorso. Solo che questa volta il comunismo e il nazismo non c'entrano, ma sono sempre quegli stati onnivori ed imperialisti (Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania, ed anche l'Italietta vuole il suo ruolo, la Spagna) che con qualsiasi scusa hanno bisogno di guerra. E fanno di tutto per farle, fomentando disgregazioni di stati come in Jugoslavia o Ucraina o altrove, oppure fomentando la costituzione di governi amici negli stati cuscinetto. Tutte cose già viste in passato e che hanno insanguinato questo continente pieno di fanatici e criminali politici al potere e nelle piazze. Io vi ricordo solo che il D-Day è l'ultima opzione in fondo al tunnel della competizione e della guerra.
08/09/2014 08:22
Mosca prepara "contro-sanzioni" per Ue
8.22
Mosca prepara "contro-sanzioni" per Ue
Chiusura dello spazio aereo:è una delle
possibili risposte "asimmetriche" mi-
nacciate da Mosca nel caso in cui la Ue
faccia scattare nuove sanzioni contro
la Russia. Lo ha spiegato il premier
Medvedev al quotidiano Vedomosti.
Per la crisi ucraina, "se ci saranno
sanzioni connesse all'energia dovremmo
rispondere in modo asimmetrico, ad
esempio con restrizioni nella sfera del
trasporto aereo". La guerra delle san-
zioni,ha aggiunto, non porta alla "pace
in Ucraina, ma al contrario minaccia il
sistema di sicurezza globale".
Della serie: tu lo fai a me ed io lo faccio a te.
E poi venitemi a dire che avete una strategia per l'Europa! Mi fate ridere.
Mettiamola così, se vi dicessi: -siete alle aste della civiltà nonostante la pompa magna dei concetti (fasulli) da comunicare. Riuscite bene solo a distruggere la pace. Cosa rispondereste Erasmus ed ART?
08/09/2014 08:22
Mosca prepara "contro-sanzioni" per Ue
8.22
Mosca prepara "contro-sanzioni" per Ue
Chiusura dello spazio aereo:è una delle
possibili risposte "asimmetriche" mi-
nacciate da Mosca nel caso in cui la Ue
faccia scattare nuove sanzioni contro
la Russia. Lo ha spiegato il premier
Medvedev al quotidiano Vedomosti.
Per la crisi ucraina, "se ci saranno
sanzioni connesse all'energia dovremmo
rispondere in modo asimmetrico, ad
esempio con restrizioni nella sfera del
trasporto aereo". La guerra delle san-
zioni,ha aggiunto, non porta alla "pace
in Ucraina, ma al contrario minaccia il
sistema di sicurezza globale".
Della serie: tu lo fai a me ed io lo faccio a te.
E poi venitemi a dire che avete una strategia per l'Europa! Mi fate ridere.
Mettiamola così, se vi dicessi: -siete alle aste della civiltà nonostante la pompa magna dei concetti (fasulli) da comunicare. Riuscite bene solo a distruggere la pace. Cosa rispondereste Erasmus ed ART?
einrix- Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: I piani di Putin per l'Europa
Se posso esprimere sinteticamente il mio punto di vista, ho l'impressione che le considerazioni di Einrix, condivisibili o meno, siano dettate da una logica realistica e pragmatica, anche se forse un po' troppo condizionata da una visione antiatlantica d'entan. Di converso, le opinioni dottamente articolate di Art ed Erasmus temo risentano di un punto di vista manicheistico, per cui Putin è il cattivo della situazione mentre l'Europa (che non c'è) e gli Usa sarebbero i buoni.
Mi scuso se la mia sintesi brutale forse non coglie la variegata ricchezza degli interventi sopra pubblicati, ma per sfuggire al rischio di soggettività cito alcuni episodi oggettivi, in quanto desunti dalla cronaca:
- In Ucraina esisteva un governo che, pur spregevole che fosse il suo leader, era stato democraticamente eletto. Non saprei dire quanto le agitazioni che l'hanno fatto cadere siano state democratiche ed esenti da infiltrazioni esterne.
- E' ben vero che il russo Putin ha sottratto la Crimea all'Ucraina, restituendo peraltro lo scherzetto dell'ucraino Krusciov che ha sottratto la Crimea alla Russia. Senza però attendere i risutati di alcun referendum.
- Putin ha velleità imperialistiche sugli stati ex Urss? Senz'altro. Così come dopo la caduta del socialismo gli stati occidentali hanno esercitato la loro influenza per farli passare dalla loro parte.
- Sull'Europa si può discorrere a lungo, tenendo però sempre presente che non agisce come un corpo unico. I singoli stati però non si sono peritati di effettuare interventi anche bellici su nazioni confinanti dopo averle adeguatamente destabilizzate, come è accaduto in Jugoslavia o in Libia con i mirabili risultati che stiamo osservando.
Totale: non c'è il buono ed il cattivo, ma un insieme di politiche dettate a volte da motivi economici, altre volte da desideri di rivalsa, semplici ragioni di prestigio o addirittura elettorali, come l'operazione Piombo fuso di qualche anno fa. Chi è senza peccato...
Mi scuso se la mia sintesi brutale forse non coglie la variegata ricchezza degli interventi sopra pubblicati, ma per sfuggire al rischio di soggettività cito alcuni episodi oggettivi, in quanto desunti dalla cronaca:
- In Ucraina esisteva un governo che, pur spregevole che fosse il suo leader, era stato democraticamente eletto. Non saprei dire quanto le agitazioni che l'hanno fatto cadere siano state democratiche ed esenti da infiltrazioni esterne.
- E' ben vero che il russo Putin ha sottratto la Crimea all'Ucraina, restituendo peraltro lo scherzetto dell'ucraino Krusciov che ha sottratto la Crimea alla Russia. Senza però attendere i risutati di alcun referendum.
- Putin ha velleità imperialistiche sugli stati ex Urss? Senz'altro. Così come dopo la caduta del socialismo gli stati occidentali hanno esercitato la loro influenza per farli passare dalla loro parte.
- Sull'Europa si può discorrere a lungo, tenendo però sempre presente che non agisce come un corpo unico. I singoli stati però non si sono peritati di effettuare interventi anche bellici su nazioni confinanti dopo averle adeguatamente destabilizzate, come è accaduto in Jugoslavia o in Libia con i mirabili risultati che stiamo osservando.
Totale: non c'è il buono ed il cattivo, ma un insieme di politiche dettate a volte da motivi economici, altre volte da desideri di rivalsa, semplici ragioni di prestigio o addirittura elettorali, come l'operazione Piombo fuso di qualche anno fa. Chi è senza peccato...
Arzak- Messaggi : 363
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: I piani di Putin per l'Europa
Condivido tutto arzak, anche l'interpretazione che dai su di me: infatti ho una visione antiatlantica.
La mia preoccupazione è per la banalità con cui scoppiano le guerre. Col proprio vicino si deve andare d'accordo, e le liti devono comporsi in fretta, senza troppi puntigli. A me non piace la Russia, ma neanche la Polonia, e lasciamo perdere l'Ungheria o l'Ucraina che dire che fanno schifo è poco. E non mi tranquillizzano, né gli inglesi, né i tedeschi, neppure i francesi e tanto meno gli italiani che per secoli hanno fatto i pirati del mondo. Specie se li vedo muoversi come si stanno muovendo sui troppi fronti rimasti aperti per colpa loro e per tutte le porcherie che hanno fatto nei quattro continenti. Anche il nazismo ed il fascismo è nato si per colpa dei tedeschi e degli italiani, ma grazie all'imperialismo francese e inglese che contro l'Italia e la Germania, quando ancora non c'erano il fascismo e il nazismo, ne hanno fatte di cotte e di crude. Questi tipi stanno continuando anche oggi ad avvelenare i rapporti internazionali. Non può Obama andare a fare una esercitazione in Ucraina per intimorire i russi. Se ne stia in America e non fomenti conflitti qui da noi. Purtroppo per noi, l'America ha interesse che l'Europa non decolli, e così fomenta le divisioni e le guerre. Gli inglesi fanno da supporto alla politica americana, perché loro in Europa ci stanno bene con un piede solo, e l'altro lo tengono ben fuori, per essere liberi in ogni momento di fare le politiche interne ed estere, che preferiscono. E siamo noi europei a pagare queste operazioni di disturbo fatte utilizzando i popoli di mezzo come carne da macello per quella politica. Non sto a rifare il conto di quanti macellai di Isis ed Al Queda siano stati addestrati dalle truppe di sua maestà in Afganistan e altrove, in funzione antisovietica. L'URSS è scomparsa, ma ancora sono in circolazione i mostri fatti nascere da questi criminali. Le democrazie non hanno confronti con le dittature, ma non sono esenti dalla possibilità che seminino morte e distruzione nel mondo, per motivi altrettanto abietti. Gli Stati Uniti lo hanno dimostrato infinite volte e possono essere democratici quanto vogliono, ma quando aggrediscono l'Iraq di Saddam sono molto peggio di lui.
Spero che l'Italia non approvi inutili braccio di ferro, e visto che per dichiarare embargo o guerra ci vuole l'unanimità, la sappia usare, senza farsi trascinare verso la distruzione.
Ricordo che fu il Belgio a rifiutare il suo voto che impedì la partecipazione dell'Europa in quanto tale, all'aggressione statunitense all'Iraq. Va a suo onore.
La mia preoccupazione è per la banalità con cui scoppiano le guerre. Col proprio vicino si deve andare d'accordo, e le liti devono comporsi in fretta, senza troppi puntigli. A me non piace la Russia, ma neanche la Polonia, e lasciamo perdere l'Ungheria o l'Ucraina che dire che fanno schifo è poco. E non mi tranquillizzano, né gli inglesi, né i tedeschi, neppure i francesi e tanto meno gli italiani che per secoli hanno fatto i pirati del mondo. Specie se li vedo muoversi come si stanno muovendo sui troppi fronti rimasti aperti per colpa loro e per tutte le porcherie che hanno fatto nei quattro continenti. Anche il nazismo ed il fascismo è nato si per colpa dei tedeschi e degli italiani, ma grazie all'imperialismo francese e inglese che contro l'Italia e la Germania, quando ancora non c'erano il fascismo e il nazismo, ne hanno fatte di cotte e di crude. Questi tipi stanno continuando anche oggi ad avvelenare i rapporti internazionali. Non può Obama andare a fare una esercitazione in Ucraina per intimorire i russi. Se ne stia in America e non fomenti conflitti qui da noi. Purtroppo per noi, l'America ha interesse che l'Europa non decolli, e così fomenta le divisioni e le guerre. Gli inglesi fanno da supporto alla politica americana, perché loro in Europa ci stanno bene con un piede solo, e l'altro lo tengono ben fuori, per essere liberi in ogni momento di fare le politiche interne ed estere, che preferiscono. E siamo noi europei a pagare queste operazioni di disturbo fatte utilizzando i popoli di mezzo come carne da macello per quella politica. Non sto a rifare il conto di quanti macellai di Isis ed Al Queda siano stati addestrati dalle truppe di sua maestà in Afganistan e altrove, in funzione antisovietica. L'URSS è scomparsa, ma ancora sono in circolazione i mostri fatti nascere da questi criminali. Le democrazie non hanno confronti con le dittature, ma non sono esenti dalla possibilità che seminino morte e distruzione nel mondo, per motivi altrettanto abietti. Gli Stati Uniti lo hanno dimostrato infinite volte e possono essere democratici quanto vogliono, ma quando aggrediscono l'Iraq di Saddam sono molto peggio di lui.
Spero che l'Italia non approvi inutili braccio di ferro, e visto che per dichiarare embargo o guerra ci vuole l'unanimità, la sappia usare, senza farsi trascinare verso la distruzione.
Ricordo che fu il Belgio a rifiutare il suo voto che impedì la partecipazione dell'Europa in quanto tale, all'aggressione statunitense all'Iraq. Va a suo onore.
einrix- Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: I piani di Putin per l'Europa
Interessante, seppure scontata, questa notizia: Via libera al riarmo per tutti.
10/09/2014 15:58
Putin: crisi Ucraina per rinascita Nato
15.58
Putin: crisi Ucraina per rinascita Nato
"La crisi in Ucraina è stata provocata
e creata dai nostri partner occidentali
e ora viene usata per rianimare il
blocco militare" della Nato. Lo ribadi-
sce il presidente russo Putin in una
riunione dedicata all'ammodernamento
militare, riferiscono i media russi.
"E' necessario calcolare con precisione
le potenziali minacce alla sicurezza
militare della Russia e preparare una
risposta adeguata", dice Putin riferen-
dosi ai piani di rafforzamento della
Nato a Est. Putin chiede un adeguamento
della dottrina militare entro fine anno.
10/09/2014 15:58
Putin: crisi Ucraina per rinascita Nato
15.58
Putin: crisi Ucraina per rinascita Nato
"La crisi in Ucraina è stata provocata
e creata dai nostri partner occidentali
e ora viene usata per rianimare il
blocco militare" della Nato. Lo ribadi-
sce il presidente russo Putin in una
riunione dedicata all'ammodernamento
militare, riferiscono i media russi.
"E' necessario calcolare con precisione
le potenziali minacce alla sicurezza
militare della Russia e preparare una
risposta adeguata", dice Putin riferen-
dosi ai piani di rafforzamento della
Nato a Est. Putin chiede un adeguamento
della dottrina militare entro fine anno.
einrix- Messaggi : 10607
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Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: I piani di Putin per l'Europa
Questo thread iniziato da ART esattamente 15 mesi fa è purtroppo ancora di estrema attualità.
Metto un articolo dall'Economist di sabato scorso 14 febbraio 2015.
Buona lettura!
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Fonte: ––> http://www.economist.com
The view from the Kremlin
Putin’s war on the West
As Ukraine suffers, it is time to recognise the
gravity of the Russian threat - and to counter it
Feb 14th 2015 |
From the print edition
He is ridiculed for his mendacity and ostracised by his peers. He
presides over a free-falling currency and a rapidly shrinking economy.
International sanctions stop his kleptocratic friends from holidaying
in their ill-gotten Mediterranean villas. Judged against the objectives
Vladimir Putin purported to set on inheriting Russia’s presidency 15
years ago - prosperity, the rule of law, westward integration -
regarding him as a success might seem bleakly comical.
But those are no longer his goals, if they ever really were. Look at
the world from his perspective, and Mr Putin is winning. For all his
enemies’ machinations, he remains the Kremlin’s undisputed master. He
has a throttlehold on Ukraine, a grip this week’s brittle agreement in
Minsk has not eased. Domesticating Ukraine through his routine tactics
of threats and bribery was his first preference, but the invasion has
had side benefits. It has demonstrated the costs of insubordination to
Russians; and, since he thinks Ukraine’s government is merely a puppet
of the West (the supposed will of its people being, to his ultracynical
mind, merely a cover for Western intrigues), the conflict has usefully
shown who is boss in Russia’s backyard. Best of all, it has sown
discord among Mr Putin’s adversaries: among Europeans, and between them
and America.
His overarching aim is to divide and neuter that alliance, fracture its
collective approach to security, and resist and roll back its advances.
From his tantrums over the Middle East to his invasion of Georgia and
multiple misadventures in Ukraine, Mr Putin has sometimes seemed to
stumble into accidental disputes with the West, driven by a paranoid
fear of encirclement. In hindsight it seems that, given his outlook,
confrontation may have been inevitable. Either way, the contest he
insists on can no longer be dodged. It did not begin in poor Ukraine
and will not end there. Prevailing will require far more resolve than
Western leaders have so far mustered.
What the Kremlin wants
Last year Mr Putin lopped off Crimea, redrawing Europe’s map by force.
The war he hallucinated into reality in eastern Ukraine has killed
thousands. Even if the ceasefire scheduled for February 15th holds
(unlikely, on past form), he seems certain to get what he wants there:
a wretched little quasi-state in the Donbas, which he can use to stall
and warp Ukraine’s development. Yet these incursions are only his
latest bid to bludgeon former Soviet states into submission, whether
through energy blackmail, trade embargoes or war. For Mr Putin the only
good neighbour is a weak one; vassals are better than allies. Only the
wilfully blind would think his revanchism has been sated. Sooner or
later it may encompass the Baltic states - members of both the European
Union and NATO, and home to Russian minorities of the kind he pledges
to “protect”.
The EU and NATO are Mr Putin’s ultimate targets. To him, Western
institutions and values are more threatening than armies. He wants to
halt their spread, corrode them from within and, at least on the West’s
fragile periphery, supplant them with his own model of governance. In
that model, nation-states trump alliances, states are dominated by
elites, and those elites can be bought. Here, too, he has enjoyed some
success. From France to Greece to Hungary he is cultivating parties on
Europe’s far right and left: anyone who might lobby for Russian
interests in the EU, or even help to prise the union apart (see
article). The biggest target is NATO’s commitment to mutual self-
defence. Discredit that - by, for example, staging a pro-Russian
uprising in Estonia or Latvia, which other NATO members decline to help
quell - and the alliance crumbles.
Mr Putin’s stranglehold on his own country means he has time and
freedom for this campaign. As he has amply demonstrated, he has no
qualms about sacrificing Russians’ well-being to satisfy his coterie’s
greed or to further his geopolitical schemes. He persecutes those who
protest. And in the echo chamber his propaganda creates, the
nationalism he peddles as a consolation for domestic woes is
flourishing.
What is to be done?
The first task for the West is to recognise the problem. Barack Obama
has blithely regarded Russia as an awkward regional power, prone to
post-imperial spasms but essentially declining. Historians will be
amazed that, with Ukraine aflame, the West was still debating whether
to eject Russia from the G8. To paraphrase Trotsky, Western leaders may
not have been interested in Mr Putin, but Mr Putin was interested in
them.
The next step is to craft a response as supple as the onslaught. Part
of the trouble is that Mr Putin plays by different rules; indeed, for
him, there are no inviolable rules, nor universal values, nor even cast-
iron facts (such as who shot down flight MH17). There are only
interests. His Russia has graduated from harassing ambassadors and
assassinating critics to invasions. This is one of his assets: a
readiness to stoop to methods the West cannot emulate without sullying
itself.
The current version of this quandary is whether, if the latest
ceasefire fails, to arm Ukraine. Proponents think defensive weapons
would inflict a cost on Mr Putin for fighting on. But anyone who doubts
his tolerance of mass casualties should recall his war in Chechnya. If
arms really are to deter him, the West must be united and ready to
match his inevitable escalation with still more powerful weapons
(along, eventually, with personnel to operate them). Yet the alliance
is split over the idea. Mr Putin portrays the war as a Western
provocation: arming Ukraine would turn that from fantasy to something
like fact, while letting him expose the limits of Western unity and its
lack of resolve - prizes he cherishes. If fresh Russian aggression
galvanises the alliance, arming Ukraine will become a more potent
threat. Until that point, it would backfire.
A better strategy is to eschew his methods and rely on an asset that
he, in turn, cannot match: a way of life that people covet. If that
seems wishy-washy beside his tanks, remember that the crisis began with
Ukrainians’ desire to tilt towards the EU - and Mr Putin’s
determination to stop them. Better than arms, the West must urgently
give Ukraine as much aid as it needs to build a state and realise that
dream (and as much advice as it takes to ensure the cash is not
misspent or stolen). The IMF deal announced on February 12th should be
only a start. Mr Putin wants Ukraine to be a lesson in the perils of
leaning West. It should instead be an exemplar of the rewards.
Just as urgently, those former Soviet countries that have joined
Western institutions must be buttressed and reassured. If the case for
sending arms to the Donbas is doubtful, that for basing NATO troops in
the Baltics is overwhelming, however loudly Mr Putin squeals. Western
leaders must make it clear, to him and their own people, that they will
defend their allies, and the alliance - even if the struggle is covert
and murky.
And it isn’t only its allies who appreciate the West’s virtues. So do
many Russians, including shameless Putinists who denounce the West’s
decadence but exploit its schools and stockmarkets. It is long past
time for every Russian parliamentarian and senior official to join the
sanctions list. Far from being relaxed as, after Minsk, fellow-
travellers may suggest, sanctions must be tightened - and sanctions-
busting curtailed (see article). In the end, they will prove a stronger
lever than weapons.
At the same time, the West should use every available means to help
ordinary Russians, including Russian-sympathisers in the Baltics and
Ukraine, learn the bloody, venal truth about Mr Putin. It should let
them know that Russia, a great nation dragged down a terrible path,
will be embraced when it has rulers who treat the world, and their own
people, with respect not contempt, however long that takes.
–––––
Metto un articolo dall'Economist di sabato scorso 14 febbraio 2015.
Buona lettura!
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Fonte: ––> http://www.economist.com
The view from the Kremlin
Putin’s war on the West
As Ukraine suffers, it is time to recognise the
gravity of the Russian threat - and to counter it
Feb 14th 2015 |
From the print edition
He is ridiculed for his mendacity and ostracised by his peers. He
presides over a free-falling currency and a rapidly shrinking economy.
International sanctions stop his kleptocratic friends from holidaying
in their ill-gotten Mediterranean villas. Judged against the objectives
Vladimir Putin purported to set on inheriting Russia’s presidency 15
years ago - prosperity, the rule of law, westward integration -
regarding him as a success might seem bleakly comical.
But those are no longer his goals, if they ever really were. Look at
the world from his perspective, and Mr Putin is winning. For all his
enemies’ machinations, he remains the Kremlin’s undisputed master. He
has a throttlehold on Ukraine, a grip this week’s brittle agreement in
Minsk has not eased. Domesticating Ukraine through his routine tactics
of threats and bribery was his first preference, but the invasion has
had side benefits. It has demonstrated the costs of insubordination to
Russians; and, since he thinks Ukraine’s government is merely a puppet
of the West (the supposed will of its people being, to his ultracynical
mind, merely a cover for Western intrigues), the conflict has usefully
shown who is boss in Russia’s backyard. Best of all, it has sown
discord among Mr Putin’s adversaries: among Europeans, and between them
and America.
His overarching aim is to divide and neuter that alliance, fracture its
collective approach to security, and resist and roll back its advances.
From his tantrums over the Middle East to his invasion of Georgia and
multiple misadventures in Ukraine, Mr Putin has sometimes seemed to
stumble into accidental disputes with the West, driven by a paranoid
fear of encirclement. In hindsight it seems that, given his outlook,
confrontation may have been inevitable. Either way, the contest he
insists on can no longer be dodged. It did not begin in poor Ukraine
and will not end there. Prevailing will require far more resolve than
Western leaders have so far mustered.
What the Kremlin wants
Last year Mr Putin lopped off Crimea, redrawing Europe’s map by force.
The war he hallucinated into reality in eastern Ukraine has killed
thousands. Even if the ceasefire scheduled for February 15th holds
(unlikely, on past form), he seems certain to get what he wants there:
a wretched little quasi-state in the Donbas, which he can use to stall
and warp Ukraine’s development. Yet these incursions are only his
latest bid to bludgeon former Soviet states into submission, whether
through energy blackmail, trade embargoes or war. For Mr Putin the only
good neighbour is a weak one; vassals are better than allies. Only the
wilfully blind would think his revanchism has been sated. Sooner or
later it may encompass the Baltic states - members of both the European
Union and NATO, and home to Russian minorities of the kind he pledges
to “protect”.
The EU and NATO are Mr Putin’s ultimate targets. To him, Western
institutions and values are more threatening than armies. He wants to
halt their spread, corrode them from within and, at least on the West’s
fragile periphery, supplant them with his own model of governance. In
that model, nation-states trump alliances, states are dominated by
elites, and those elites can be bought. Here, too, he has enjoyed some
success. From France to Greece to Hungary he is cultivating parties on
Europe’s far right and left: anyone who might lobby for Russian
interests in the EU, or even help to prise the union apart (see
article). The biggest target is NATO’s commitment to mutual self-
defence. Discredit that - by, for example, staging a pro-Russian
uprising in Estonia or Latvia, which other NATO members decline to help
quell - and the alliance crumbles.
Mr Putin’s stranglehold on his own country means he has time and
freedom for this campaign. As he has amply demonstrated, he has no
qualms about sacrificing Russians’ well-being to satisfy his coterie’s
greed or to further his geopolitical schemes. He persecutes those who
protest. And in the echo chamber his propaganda creates, the
nationalism he peddles as a consolation for domestic woes is
flourishing.
What is to be done?
The first task for the West is to recognise the problem. Barack Obama
has blithely regarded Russia as an awkward regional power, prone to
post-imperial spasms but essentially declining. Historians will be
amazed that, with Ukraine aflame, the West was still debating whether
to eject Russia from the G8. To paraphrase Trotsky, Western leaders may
not have been interested in Mr Putin, but Mr Putin was interested in
them.
The next step is to craft a response as supple as the onslaught. Part
of the trouble is that Mr Putin plays by different rules; indeed, for
him, there are no inviolable rules, nor universal values, nor even cast-
iron facts (such as who shot down flight MH17). There are only
interests. His Russia has graduated from harassing ambassadors and
assassinating critics to invasions. This is one of his assets: a
readiness to stoop to methods the West cannot emulate without sullying
itself.
The current version of this quandary is whether, if the latest
ceasefire fails, to arm Ukraine. Proponents think defensive weapons
would inflict a cost on Mr Putin for fighting on. But anyone who doubts
his tolerance of mass casualties should recall his war in Chechnya. If
arms really are to deter him, the West must be united and ready to
match his inevitable escalation with still more powerful weapons
(along, eventually, with personnel to operate them). Yet the alliance
is split over the idea. Mr Putin portrays the war as a Western
provocation: arming Ukraine would turn that from fantasy to something
like fact, while letting him expose the limits of Western unity and its
lack of resolve - prizes he cherishes. If fresh Russian aggression
galvanises the alliance, arming Ukraine will become a more potent
threat. Until that point, it would backfire.
A better strategy is to eschew his methods and rely on an asset that
he, in turn, cannot match: a way of life that people covet. If that
seems wishy-washy beside his tanks, remember that the crisis began with
Ukrainians’ desire to tilt towards the EU - and Mr Putin’s
determination to stop them. Better than arms, the West must urgently
give Ukraine as much aid as it needs to build a state and realise that
dream (and as much advice as it takes to ensure the cash is not
misspent or stolen). The IMF deal announced on February 12th should be
only a start. Mr Putin wants Ukraine to be a lesson in the perils of
leaning West. It should instead be an exemplar of the rewards.
Just as urgently, those former Soviet countries that have joined
Western institutions must be buttressed and reassured. If the case for
sending arms to the Donbas is doubtful, that for basing NATO troops in
the Baltics is overwhelming, however loudly Mr Putin squeals. Western
leaders must make it clear, to him and their own people, that they will
defend their allies, and the alliance - even if the struggle is covert
and murky.
And it isn’t only its allies who appreciate the West’s virtues. So do
many Russians, including shameless Putinists who denounce the West’s
decadence but exploit its schools and stockmarkets. It is long past
time for every Russian parliamentarian and senior official to join the
sanctions list. Far from being relaxed as, after Minsk, fellow-
travellers may suggest, sanctions must be tightened - and sanctions-
busting curtailed (see article). In the end, they will prove a stronger
lever than weapons.
At the same time, the West should use every available means to help
ordinary Russians, including Russian-sympathisers in the Baltics and
Ukraine, learn the bloody, venal truth about Mr Putin. It should let
them know that Russia, a great nation dragged down a terrible path,
will be embraced when it has rulers who treat the world, and their own
people, with respect not contempt, however long that takes.
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Re: I piani di Putin per l'Europa
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l'articolo parla di Putin, non della Russia, tanto per personalizzare un discorso e fuorviarne il contenuto.
La Crimea? E' logico tornasse alla Russia, com'è illogico che la possa rivendicare l'Ucraina. A quale titolo? Se la vuole faccia una guerra e se la conquisti.
In quanto ai russi con passaporto ucraino, se gli ucraini con passaporto ucraino gli sparano addosso e quelli rispondono, qualche cosa deve pur significare. Trovino un accordo, e non c'è più il problema, oppure si tengano il problema. L'Europa, intanto se ne stia fuori, e consideri l'Ucraina uno stato cuscinetto tra nazioni che è meglio che non confinino troppo. Gli appetiti territoriali europei non sono da meno di quelli russi.
Bello il punto in cui il giornale chiede una escalation del conflitto, magari armando gli ucraini; e così si vede come questi vengano considerati semplice carne da cannone sia dai russi che dagli europei, nostalgici d'altri tempi.
Un vero articolo da guerra fredda, come piace a te e ad ART.
A darvi retta, questa Europa assomiglierebbe sempre di più a quella che va da Napoleone a Hitler. Complimenti: vedo che siete pronti per tante altre guerre.
l'articolo parla di Putin, non della Russia, tanto per personalizzare un discorso e fuorviarne il contenuto.
La Crimea? E' logico tornasse alla Russia, com'è illogico che la possa rivendicare l'Ucraina. A quale titolo? Se la vuole faccia una guerra e se la conquisti.
In quanto ai russi con passaporto ucraino, se gli ucraini con passaporto ucraino gli sparano addosso e quelli rispondono, qualche cosa deve pur significare. Trovino un accordo, e non c'è più il problema, oppure si tengano il problema. L'Europa, intanto se ne stia fuori, e consideri l'Ucraina uno stato cuscinetto tra nazioni che è meglio che non confinino troppo. Gli appetiti territoriali europei non sono da meno di quelli russi.
Bello il punto in cui il giornale chiede una escalation del conflitto, magari armando gli ucraini; e così si vede come questi vengano considerati semplice carne da cannone sia dai russi che dagli europei, nostalgici d'altri tempi.
Un vero articolo da guerra fredda, come piace a te e ad ART.
A darvi retta, questa Europa assomiglierebbe sempre di più a quella che va da Napoleone a Hitler. Complimenti: vedo che siete pronti per tante altre guerre.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Non meriti risposta.einrix ha scritto:[...]
einrix ha scritto:[...] vedo che siete pronti per tante altre guerre.
Erasmus- Messaggi : 142
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Re: I piani di Putin per l'Europa
meglio così!Erasmus ha scritto:
Non meriti risposta.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: I piani di Putin per l'Europa
O.T. introduttivo.
Valgono sempre le due "sentenze" proverbiali:
a) «A buon intenditor [bastano] poche parole».
b) «Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire».
Ne aggiungo una terza ... che non è un proverbio bensì una libera mia interpretazione dell'adagio b), ... validissima in certi casi, seppur estremi!
c) «Non c'è peggior idiota di chi, per preconcetto tifo per i suoi simpaticoni, rinuncia alla ragione»
Fine dell'O.T.
Trascrivo qui l'ultimo mio "post" sull'altro forum, omonimo di questo, condotto da Verci (ex VERCINGETORIGE di SF).
–––––––––––––––––––––––
Metto una notiziola riguardante la Lituania, quindi apparentemente O.T. rispetto al tema del thread, ma in realtà connessa.
I popoli che per secoli e secoli hanno sofferto la dominazione russa e che finalmente se ne sono liberati (con la caduta dell'impero sovietico), hanno giustamente paura che l'Orso Russo torni ad aggredire (come sta facendo ormai da anni in Ucraina, come ha fatto in Georgia, in Moldova, ecc; e come continua a fare ovunque lo zar Putin pensa sia possibile).
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6. Lithuania to re-introduce military conscription - 25/02/2015 09:15:06
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In the wake of Russia’s actions in Ukraine, Lithuania on Tuesday said it
would take steps to reinstate basic military conscription for the next five
years.
--> https://euobserver.com/beyond-brussels/127790
_____________________________________________________
Ancora: l'aspetto ... come dire? ... "triste" di questa notizia è sempre quello: l'assenza dell'UE come tale in materia di difesa e di sicurezza (in barba all'istituzione dell'Alto rappresentante [dell'Unione] per la difesa e la sicurezza.
Naturalmente, è meno probabile l'infiltrazione strisciante (fino a divenire vera aggressione) in un paese membro dell'UE. Ecco il vero perché della repentina domanda di ingresso in UE delle tre repubbliche baltiche (appartenenti prima all'URSS, oltre a quella dei vari paesi "satelliti": Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Bulgaria), accolta definitivamente meno di 14 anni dopo del crollo dell'URSS. Ed ecco il vero perché dell'europeismo dei rivoluzionari ucraini, [insorti sostanzialmente contro il pericolo di ritornare sotto il giogo russo col diventare l'Ucraina membro della pseudo-comunità eurasiatica inventata da Putin per reintrodurre il protettorato russo sulle repubbliche ex-URSS].
–––––––––––––––––––––––
@ Arzak
Rileggendo "post" precedenti di questo "thread" (aperto da ART quando ancora pure questa sezione si chiamava "Unione Europea") ho notato una tua considerazione che riguarda espressamente anche me.
Caro Arzak, faresti meglio ad evitare giudizi temerari su chi non conosci abbastanza.
Soprattutto, evita di dire cazzate attribuendo al altri utenti opinioni che tu valuti intrinsecamente sbagliate (e che, se fosse come tu dici, sarebbero effettivamente sbagliate ... oltre che da ignorantucci) ma che essi non hanno affatto, (né mai hanno manifestato).
In particolare, se sei leale, dovresti fare ammenda dell'attribuzione ad Erasmus di opinioni MAI espresse, di posizione infette da manicheismo e banali semplificazioni ("Putin è il cattivo della situazione mentre l'Europa [...] e gli Usa sarebbero i buoni").
Se c'è stato un acerrimo critico della politica yankee (soprattutto al tempo di Bush, ma anche dello stesso Obama) questo è stato Erasmus!
[Il quale ha assunto questo user-name diventando moderatore [dicembre 2000] della sezione "Forum sull'Unione Europea" (già esistente da anni) di POL.com. Ed ha conservato questo eloquente user-name [dopo la chiusura di POL.com – gennaio 2002–] per "coordinare" (come si diceva in SF) il menzionato forum di SF «Unione Europea: Io la vorrei federale, e tu?», da lui voluto, da lui proposto ad Este, e da lui "coordinato" per 11 anni e mezzo (fino alla chiusura di SF).
Ma tu lo sai che mi sono beccato del "comunista" da qualcuno e del "filo-terrorista" da qualcun altro quando ho criticato l'invasione dell'Afganistan (denunciando anche che l'aggressione era già stata pianificata da mesi, data compresa (ottobre 2001), quindi ben prima dell'attentato alle torri gemelle)?
Per non parlare poi della Guerra all'Iraq.
Pensa che esattamente un anno prima dell'inizio di quella guerra (20 marzo 2003, se la memoria non mi tradisce), cioè all'inizio della primavera del 2002 ho "postato" un thread dal titolo (vado a memoria, può darsi che non sia esattamente così): «Massacro annunciato per l'anno prossimo».
In esso denunciavo la volontà prestabilita di Blair e Bush di invadere l'Iraq (sostanzialmente per motivi economici), e speravo che Unione Europea e paesi della NATO riuscissero a scongiurare quella guerra con opportuna pressione sul potente alleato transatlantico.
Ricordo che qualcuno mi ha dato del pazzo, qualcun altro ha scritto "Non fasciarsi la testa prima che si sia rotta» e altri ancora m'hanno detto che, in quanto europeista, ero "oggettivamente di sinistra", (magari – bontà loro! –inconsciamente) addirittura "filo-sovietico" dato che la stessa UE – a detta dei miei obiettori, of course – altro non era che un prodotto delle nostalgie di "compagni" che non avevano accettato il crollo dell'URSS.
E le mie denunce a proposito di "Guantanamo" e delle "renditions" della CIA?
[Cioè: Detenzione a tempo indeterminato e senza processo di prigionieri catturati soltanto perché "sospetti" di favoreggiamento al terrorismo; e rapimento (organizzato dalla CIA) di persone "sospette" in territorio fuori degli USA, anche in UE e in un caso anche in Italia).
Le mie denunce sono continuate dopo l'arrivo di Obama (che ha rinnovato il finanziamento alla CIA per tali operazioni, raccomandando però di andarci piano e con maggiore prudenza, visti gli scandali scatenati dalle rivelazioni delle "renditions" realizzate sotto Bush!).
Caro Arzak, tornando a questo "thread", il discorso preliminare da fare è molto semplice. No all'imperialismo! (Da qualsiasi parte provenga).
E se i crimini di A in una precisa fattispecie sono molto maggiori di quelli di B ... pane al pane e vino al vino!
O dobbiamo invece chiudere gli occhi perché il criminale ci è simpatico "a priori"?
ART ha aperto questo thread ben prima che la maggior parte degli europei si rendesse conto delle reali mire di Putin.
Toh che invece di riconoscere il fiuto politico di ART ci si arrampica sugli specchi per difendere l'indifendibile!
Guarda che in UE a comandare è il "Consiglio dell'Unione" (detto una volta "Consiglio dei ministri") ed il "Consiglio europeo". Cioè: la congrega dei "governi nazionali" gelosissimi nel conservare la fasulla "sopvranità"; ossia il vero "nemico" dei federalisti – sul piano delle idee, of course, mica su quello militare –.
Ma invece di prendersela con i governi nazionali (che in fondo esprimono le rispettive decadenti partitocrazie) si continua a con presunti "burocrati di Bruxelles", con "banchieri", con "poteri occulti", "massoni" ... e chi ne ha più ne metta.
Ma un minimo di considerazioni storiche, di vicende effettivamente accadute e delle loro conseguenze ... quello mai!
Ci rendiamo almeno conto del peso della "mafia economica russa"?
Chi era Putin prima del crollo dell'URSS?
In particolare, dove si trovava (e con quali incarichi) nei girni che precedettero il crollo della DDR?
E come è nato il colosso Gazprom?
E nelle mani di chi si trova [ben saldamente]?
E che c'entra Medvedev? Chi era e cosa faceva costui prima di diventare presidente della Russia?
E quando e come è incominciata la faccenda dell'irredentismo dei russi residenti in Ucraina?
Per non parlare della farsa del plebiscito per l'annessione della Crimea alla Russia!
Come mai l'originaria popolazione della Crimea (che non è MAI STA RUSSA prima della sconfitta in Crimea della Wermacht) è praticamente scomparsa lascianto che il vuoto fosse riempito da immigrati russi?
[Vabbeh: einrix confondeva i "Tatari" (menzionati da me) con i "Tartari" !!!]
E quando, di preciso, è successo che forze armate regolari russe sono entrate in Ucraina?
Per favore, rispondere a queste domande (alla propria mente, mica ad Erasmus) senza posizioni preconcette, ma solo osservando i fatti e le rispettive date. E aprire gli occhi, per favore!
Ciao ciao
Valgono sempre le due "sentenze" proverbiali:
a) «A buon intenditor [bastano] poche parole».
b) «Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire».
Ne aggiungo una terza ... che non è un proverbio bensì una libera mia interpretazione dell'adagio b), ... validissima in certi casi, seppur estremi!
c) «Non c'è peggior idiota di chi, per preconcetto tifo per i suoi simpaticoni, rinuncia alla ragione»
Fine dell'O.T.
Trascrivo qui l'ultimo mio "post" sull'altro forum, omonimo di questo, condotto da Verci (ex VERCINGETORIGE di SF).
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Metto una notiziola riguardante la Lituania, quindi apparentemente O.T. rispetto al tema del thread, ma in realtà connessa.
I popoli che per secoli e secoli hanno sofferto la dominazione russa e che finalmente se ne sono liberati (con la caduta dell'impero sovietico), hanno giustamente paura che l'Orso Russo torni ad aggredire (come sta facendo ormai da anni in Ucraina, come ha fatto in Georgia, in Moldova, ecc; e come continua a fare ovunque lo zar Putin pensa sia possibile).
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6. Lithuania to re-introduce military conscription - 25/02/2015 09:15:06
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In the wake of Russia’s actions in Ukraine, Lithuania on Tuesday said it
would take steps to reinstate basic military conscription for the next five
years.
--> https://euobserver.com/beyond-brussels/127790
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Ancora: l'aspetto ... come dire? ... "triste" di questa notizia è sempre quello: l'assenza dell'UE come tale in materia di difesa e di sicurezza (in barba all'istituzione dell'Alto rappresentante [dell'Unione] per la difesa e la sicurezza.
Naturalmente, è meno probabile l'infiltrazione strisciante (fino a divenire vera aggressione) in un paese membro dell'UE. Ecco il vero perché della repentina domanda di ingresso in UE delle tre repubbliche baltiche (appartenenti prima all'URSS, oltre a quella dei vari paesi "satelliti": Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Bulgaria), accolta definitivamente meno di 14 anni dopo del crollo dell'URSS. Ed ecco il vero perché dell'europeismo dei rivoluzionari ucraini, [insorti sostanzialmente contro il pericolo di ritornare sotto il giogo russo col diventare l'Ucraina membro della pseudo-comunità eurasiatica inventata da Putin per reintrodurre il protettorato russo sulle repubbliche ex-URSS].
–––––––––––––––––––––––
@ Arzak
Rileggendo "post" precedenti di questo "thread" (aperto da ART quando ancora pure questa sezione si chiamava "Unione Europea") ho notato una tua considerazione che riguarda espressamente anche me.
Parlo per me (anche se potrei parlare pure per ART, assiduo frequentatore per più di 10 anni della sezione di SF «Unione Europea: Io la vorrei federale, e tu?»).Arzak ha scritto:[...] ho l'impressione che le considerazioni di Einrix, [...] siano dettate da una logica realistica e pragmatica, [...] Di converso, le opinioni dottamente articolate di Art ed Erasmus temo risentano di un punto di vista manicheistico, per cui Putin è il cattivo della situazione mentre l'Europa (che non c'è) e gli Usa sarebbero i buoni.[...]
Caro Arzak, faresti meglio ad evitare giudizi temerari su chi non conosci abbastanza.
Soprattutto, evita di dire cazzate attribuendo al altri utenti opinioni che tu valuti intrinsecamente sbagliate (e che, se fosse come tu dici, sarebbero effettivamente sbagliate ... oltre che da ignorantucci) ma che essi non hanno affatto, (né mai hanno manifestato).
In particolare, se sei leale, dovresti fare ammenda dell'attribuzione ad Erasmus di opinioni MAI espresse, di posizione infette da manicheismo e banali semplificazioni ("Putin è il cattivo della situazione mentre l'Europa [...] e gli Usa sarebbero i buoni").
Se c'è stato un acerrimo critico della politica yankee (soprattutto al tempo di Bush, ma anche dello stesso Obama) questo è stato Erasmus!
[Il quale ha assunto questo user-name diventando moderatore [dicembre 2000] della sezione "Forum sull'Unione Europea" (già esistente da anni) di POL.com. Ed ha conservato questo eloquente user-name [dopo la chiusura di POL.com – gennaio 2002–] per "coordinare" (come si diceva in SF) il menzionato forum di SF «Unione Europea: Io la vorrei federale, e tu?», da lui voluto, da lui proposto ad Este, e da lui "coordinato" per 11 anni e mezzo (fino alla chiusura di SF).
Ma tu lo sai che mi sono beccato del "comunista" da qualcuno e del "filo-terrorista" da qualcun altro quando ho criticato l'invasione dell'Afganistan (denunciando anche che l'aggressione era già stata pianificata da mesi, data compresa (ottobre 2001), quindi ben prima dell'attentato alle torri gemelle)?
Per non parlare poi della Guerra all'Iraq.
Pensa che esattamente un anno prima dell'inizio di quella guerra (20 marzo 2003, se la memoria non mi tradisce), cioè all'inizio della primavera del 2002 ho "postato" un thread dal titolo (vado a memoria, può darsi che non sia esattamente così): «Massacro annunciato per l'anno prossimo».
In esso denunciavo la volontà prestabilita di Blair e Bush di invadere l'Iraq (sostanzialmente per motivi economici), e speravo che Unione Europea e paesi della NATO riuscissero a scongiurare quella guerra con opportuna pressione sul potente alleato transatlantico.
Ricordo che qualcuno mi ha dato del pazzo, qualcun altro ha scritto "Non fasciarsi la testa prima che si sia rotta» e altri ancora m'hanno detto che, in quanto europeista, ero "oggettivamente di sinistra", (magari – bontà loro! –inconsciamente) addirittura "filo-sovietico" dato che la stessa UE – a detta dei miei obiettori, of course – altro non era che un prodotto delle nostalgie di "compagni" che non avevano accettato il crollo dell'URSS.
E le mie denunce a proposito di "Guantanamo" e delle "renditions" della CIA?
[Cioè: Detenzione a tempo indeterminato e senza processo di prigionieri catturati soltanto perché "sospetti" di favoreggiamento al terrorismo; e rapimento (organizzato dalla CIA) di persone "sospette" in territorio fuori degli USA, anche in UE e in un caso anche in Italia).
Le mie denunce sono continuate dopo l'arrivo di Obama (che ha rinnovato il finanziamento alla CIA per tali operazioni, raccomandando però di andarci piano e con maggiore prudenza, visti gli scandali scatenati dalle rivelazioni delle "renditions" realizzate sotto Bush!).
Caro Arzak, tornando a questo "thread", il discorso preliminare da fare è molto semplice. No all'imperialismo! (Da qualsiasi parte provenga).
E se i crimini di A in una precisa fattispecie sono molto maggiori di quelli di B ... pane al pane e vino al vino!
O dobbiamo invece chiudere gli occhi perché il criminale ci è simpatico "a priori"?
ART ha aperto questo thread ben prima che la maggior parte degli europei si rendesse conto delle reali mire di Putin.
Toh che invece di riconoscere il fiuto politico di ART ci si arrampica sugli specchi per difendere l'indifendibile!
Guarda che in UE a comandare è il "Consiglio dell'Unione" (detto una volta "Consiglio dei ministri") ed il "Consiglio europeo". Cioè: la congrega dei "governi nazionali" gelosissimi nel conservare la fasulla "sopvranità"; ossia il vero "nemico" dei federalisti – sul piano delle idee, of course, mica su quello militare –.
Ma invece di prendersela con i governi nazionali (che in fondo esprimono le rispettive decadenti partitocrazie) si continua a con presunti "burocrati di Bruxelles", con "banchieri", con "poteri occulti", "massoni" ... e chi ne ha più ne metta.
Ma un minimo di considerazioni storiche, di vicende effettivamente accadute e delle loro conseguenze ... quello mai!
Ci rendiamo almeno conto del peso della "mafia economica russa"?
Chi era Putin prima del crollo dell'URSS?
In particolare, dove si trovava (e con quali incarichi) nei girni che precedettero il crollo della DDR?
E come è nato il colosso Gazprom?
E nelle mani di chi si trova [ben saldamente]?
E che c'entra Medvedev? Chi era e cosa faceva costui prima di diventare presidente della Russia?
E quando e come è incominciata la faccenda dell'irredentismo dei russi residenti in Ucraina?
Per non parlare della farsa del plebiscito per l'annessione della Crimea alla Russia!
Come mai l'originaria popolazione della Crimea (che non è MAI STA RUSSA prima della sconfitta in Crimea della Wermacht) è praticamente scomparsa lascianto che il vuoto fosse riempito da immigrati russi?
[Vabbeh: einrix confondeva i "Tatari" (menzionati da me) con i "Tartari" !!!]
E quando, di preciso, è successo che forze armate regolari russe sono entrate in Ucraina?
Per favore, rispondere a queste domande (alla propria mente, mica ad Erasmus) senza posizioni preconcette, ma solo osservando i fatti e le rispettive date. E aprire gli occhi, per favore!
Ciao ciao
Erasmus- Messaggi : 142
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Una frase come questa è un capolavoro: "Art ha aperto questo thread ben prima che la maggior parte degli europei si rendesse conto delle reali mire di Putin."
Frase che insinua minacciosamente, e premessa nel dare spunti per altre preoccupate domande: e la Lituania?.... Per non parlare della Georgia, ecc. ecc.
Questa è guerra, è ideologia di guerra, e neppure fredda visto che l'Europa si è scatenata dai Balcani, dove ha già raccolto morte e distruzioni, ed ora brucia al Nord Est, su tutta la linea, già passata per la Georgia, versus l'Ossezia, se ben ricordo; e questo è il momento dell'Ucraina, a cui si danno buoni consigli, consiglieri ed armi per mantenere acceso il conflitto, nell'attesa di altre armi e di altri consiglieri.
Putin? Un uomo che per salire al potere, è andato da Boris Nikolaevič El'cin e gli intimato di lasciargli in mano il potere perché altrimenti lo avrebbe denunciato, prove alla mano, che era un ladrone patentato. Non è certo uno così l'uomo dei miei sogni, come non lo era Boris Nikolaevič El'cin. Ma queste non sono cose che mi riguardino, essendo questioni che devono far riflettere i russi e sulla forma di potere che vogliono, o di cui sono capaci. Lo stesso Michail Gorbačëv, dal punto di vista di un russo, riteneva che allora, la guida di Putin fosse importante in un momento di così grave crisi per il paese, in preda ad ogni genere di follie. E loro sono dovuti uscire da quella crisi interna tremenda dovendo fronteggiare anche gli attacchi dell'Europa, e degli Stati Uniti, su molti fronti.
E' quella politica muscolare che non mi piaceva allora e che non mi piace neppure adesso, di cui quella russa è solo la parte riflessa, visto che sono loro ad essere sotto attacco.
Non volendo conflitti con la Russia, dico agli europei di piantarla con la politica della guerra fredda, ed il fatto che Putin valga un Berlusconi, in quanto a moralità e carattere, non mi tange. Di lui se ne occupino i russi, così come di Berlusconi ce ne dobbiamo occupare noi.
Preferisco lavorare per un confine di pace, e non per la guerra, a differenza di altri che da tempo stanno soffiando sul fuoco di tutti quei conflitti. E ognuno si tenga i governanti che si merita.
Frase che insinua minacciosamente, e premessa nel dare spunti per altre preoccupate domande: e la Lituania?.... Per non parlare della Georgia, ecc. ecc.
Questa è guerra, è ideologia di guerra, e neppure fredda visto che l'Europa si è scatenata dai Balcani, dove ha già raccolto morte e distruzioni, ed ora brucia al Nord Est, su tutta la linea, già passata per la Georgia, versus l'Ossezia, se ben ricordo; e questo è il momento dell'Ucraina, a cui si danno buoni consigli, consiglieri ed armi per mantenere acceso il conflitto, nell'attesa di altre armi e di altri consiglieri.
Putin? Un uomo che per salire al potere, è andato da Boris Nikolaevič El'cin e gli intimato di lasciargli in mano il potere perché altrimenti lo avrebbe denunciato, prove alla mano, che era un ladrone patentato. Non è certo uno così l'uomo dei miei sogni, come non lo era Boris Nikolaevič El'cin. Ma queste non sono cose che mi riguardino, essendo questioni che devono far riflettere i russi e sulla forma di potere che vogliono, o di cui sono capaci. Lo stesso Michail Gorbačëv, dal punto di vista di un russo, riteneva che allora, la guida di Putin fosse importante in un momento di così grave crisi per il paese, in preda ad ogni genere di follie. E loro sono dovuti uscire da quella crisi interna tremenda dovendo fronteggiare anche gli attacchi dell'Europa, e degli Stati Uniti, su molti fronti.
E' quella politica muscolare che non mi piaceva allora e che non mi piace neppure adesso, di cui quella russa è solo la parte riflessa, visto che sono loro ad essere sotto attacco.
Non volendo conflitti con la Russia, dico agli europei di piantarla con la politica della guerra fredda, ed il fatto che Putin valga un Berlusconi, in quanto a moralità e carattere, non mi tange. Di lui se ne occupino i russi, così come di Berlusconi ce ne dobbiamo occupare noi.
Preferisco lavorare per un confine di pace, e non per la guerra, a differenza di altri che da tempo stanno soffiando sul fuoco di tutti quei conflitti. E ognuno si tenga i governanti che si merita.
einrix- Messaggi : 10607
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Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: I piani di Putin per l'Europa
Caro Erasmus
è vero che popoli nomadi dell'Asia Centrale che si chiamavano Tatari fecero parte delle orde mongole che si mossero sulla scia di Genghiz Khan. Ma dopo il tredicesimo secolo, quando invasero l'Europa, quel nome originario fu trasformato - non solo per i Tatari, ma anche per i mongoli ed altre popolazioni asiatiche al seguito - in Tartari, nome che nell'immaginario latino ricordava un luogo infernale, il tartaro.
Rileggiamo la tua frase:
[Vabbeh: einrix confondeva i "Tatari" (menzionati da me) con i "Tartari" !!!]
Che male c'è! Salvo che tu non voglia sostenere che parlare di Tatari o di Tartari per la Crimea faccia la differenza. Se fosse così, perché non chiamarli Qırımtatar -come di fatto si chiamano - per distinguerli dagli altri ventisei milioni di Tatari che vivono un po dappertutto in Asia ed in Europa?
Della serie: la perfezione imperfetta!
è vero che popoli nomadi dell'Asia Centrale che si chiamavano Tatari fecero parte delle orde mongole che si mossero sulla scia di Genghiz Khan. Ma dopo il tredicesimo secolo, quando invasero l'Europa, quel nome originario fu trasformato - non solo per i Tatari, ma anche per i mongoli ed altre popolazioni asiatiche al seguito - in Tartari, nome che nell'immaginario latino ricordava un luogo infernale, il tartaro.
Rileggiamo la tua frase:
[Vabbeh: einrix confondeva i "Tatari" (menzionati da me) con i "Tartari" !!!]
Che male c'è! Salvo che tu non voglia sostenere che parlare di Tatari o di Tartari per la Crimea faccia la differenza. Se fosse così, perché non chiamarli Qırımtatar -come di fatto si chiamano - per distinguerli dagli altri ventisei milioni di Tatari che vivono un po dappertutto in Asia ed in Europa?
Della serie: la perfezione imperfetta!
einrix- Messaggi : 10607
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Siamo nel 2018 e Putin è stato ancora rieletto con una maggioranza del 70%
18/03/2018 22:15
Putin:ora sfide enormi,serve una svolta
22.15
Putin:ora sfide enormi,serve una svolta
"Davanti a noi ci aspettano sfide enor-
mi, dobbiamo risolvere i problemi della
nazione, serve una svolta". Lo ha detto
il presidente russo, Putin, parlando al
suo comitato elettorale dopo aver stra-
vinto le elezioni presidenziali con ol-
tre il 70% dei consensi.
"Il risultato significa che è stato ap-
provato quello che abbiamo fatto in
condizioni difficili in questi anni, ma
anche quello che faremo, e che abbiamo
proposto: mi auguro che le forze poli-
tiche si sforzino di pensare al bene
del Paese prima che al loro tornaconto"
Non sono mai felice quando i presidenti debbano governare a lungo. Sarebbe bene che "ogni poco" venissero cambiati e che fosse facile trovarne di altrettanto buoni e bravi, se di Putin si può dire sia buono e bravo.
Sta di fatto che per alcuni anni governerà lui ed i problemi aperti all'interno ed all'esterno del suo paese, problemi che talvolta sono delle sfide, non sono per nulla facili. Specie se associati ai comportamenti di chi ancora non vuole rinunciare ad una visione imperialista, che in un mondo davvero multipolare e da Day After - basta guardare la Cina - pare impossibile.
18/03/2018 22:15
Putin:ora sfide enormi,serve una svolta
22.15
Putin:ora sfide enormi,serve una svolta
"Davanti a noi ci aspettano sfide enor-
mi, dobbiamo risolvere i problemi della
nazione, serve una svolta". Lo ha detto
il presidente russo, Putin, parlando al
suo comitato elettorale dopo aver stra-
vinto le elezioni presidenziali con ol-
tre il 70% dei consensi.
"Il risultato significa che è stato ap-
provato quello che abbiamo fatto in
condizioni difficili in questi anni, ma
anche quello che faremo, e che abbiamo
proposto: mi auguro che le forze poli-
tiche si sforzino di pensare al bene
del Paese prima che al loro tornaconto"
Non sono mai felice quando i presidenti debbano governare a lungo. Sarebbe bene che "ogni poco" venissero cambiati e che fosse facile trovarne di altrettanto buoni e bravi, se di Putin si può dire sia buono e bravo.
Sta di fatto che per alcuni anni governerà lui ed i problemi aperti all'interno ed all'esterno del suo paese, problemi che talvolta sono delle sfide, non sono per nulla facili. Specie se associati ai comportamenti di chi ancora non vuole rinunciare ad una visione imperialista, che in un mondo davvero multipolare e da Day After - basta guardare la Cina - pare impossibile.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: I piani di Putin per l'Europa
Tanto per dare continuità ad un discorso su Putin che valga anche per la Russia, vediamo come dopo il suo discorso il governo abbia dato le dimissioni e come subito si sia trovato un nuovo Primo Ministro, considerando che Putin non è solo il Presidente, ma che gode di una sua personale maggioranza in Parlamento
https://it.sputniknews.com/mondo/202001158525765-nuovo-primo-ministro-russo-putin-propone-mikhail-mishustin/
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