Carmen saeculare
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Carmen saeculare
Alme Sol, curru nitido diem qui
promis et celas aliusque et idem
nasceris, possis nihil urbe Roma
visere maius.
In un canto singolarmente marmoreo, che non è certo l'opera migliore del poeta, questi versi tuttavia sono splendidi, per potenza evocativa e per nitore grammaticale.
Immaginiamo per un momento che il nostro Nick di Roma centro sia davvero una giovane donna: dove la possiamo raffigurare, vibrante di commozione di fronte a questi versi, ai quali ha alluso più di una volta?
In un appartamento di via Cavour, in un vecchio palazzo dall'androne oscuro, con l'ascensore di vecchio noce lucidato mille volte. Stanze dai soffitti alti, un lungo corridoio coi termosifoni di ghisa e i tubi a vista. Il salotto con una grande biblioteca, la stanza in fondo quella della nonna, magra, con le mani diafane e la voce arrochita.
La ragazza (Giulia, Elisabetta?) ha uno studio disordinato, il pc incorniciato da opuscoli e dispense, chincaglieria di viaggio e forcine per i capelli.
Una famiglia borghese, piena di storie inconcluse e problemi spiccioli, dai quali la nostra corrispondente ha imparato ad evadere, rifugiandosi nel passato di quei paesaggi che può intravvedere dalla sua finestra e che ha costeggiato per anni, camminando verso il vecchio e caro liceo Visconti.
Non importa se il Carmen è marmoreo, perché il mestiere poetico di Orazio è riuscito a scolpire quei versi, che le fanno pensare che lì risieda la culla di "ogni" civiltà: è bello che una ragazza sia capace di esaltarsi per dei versi antichi. Cioè, è una fuga armoniosa.
Ma no. Forse è una fuga disperata. La ragazza (Rosa, Cathy, Nadia?) sta nella stanza lasciata libera da suo fratello, militare, appena sposato, dopo anni passati a dormire nel divano letto del soggiorno. Una palazzina di Torpignattara, una strada stretta e corta, in cui ci sono una lavanderia, un fornaio, una jeansieria e un baretto con due scalini per entrare. I genitori sono pensionati, il padre ferroviere, la madre casalinga, la ragazza ha studiato, ha preso per anni il tramvetto, scendendo a Porta Maggiore per la coincidenza con la Circolare per l'Università, infagottta dentro il piumino di plastica chiuso dallo sciarpone intorno al collo.
I Fori sono sempre stati lontani dai suoi percorsi: gli amici la trascinavano sempre in pizzeria, i marmi di Roma li vedeva solo dal finestrino della Fiesta, di sera, ma li conosceva meglio dai libri, ingigantiti, dilatati in una luce mitica dall'immaginazione.
Nella sua stanza c'è solo un piccolo scaffaletto, un po' sghimbescio, e sulla cassettiera, insieme con spazzola e uno specchio, l'opera completa di Orazio e Le memorie di Adriano che le ha regalato un suo ex ragazzo.
La sua, anzi, non è nemmeno una fuga. E' la ricerca di una vita anteriore, di una discendenza. La nostalgia di una casa perfetta.
Ma era solo un gioco.
promis et celas aliusque et idem
nasceris, possis nihil urbe Roma
visere maius.
In un canto singolarmente marmoreo, che non è certo l'opera migliore del poeta, questi versi tuttavia sono splendidi, per potenza evocativa e per nitore grammaticale.
Immaginiamo per un momento che il nostro Nick di Roma centro sia davvero una giovane donna: dove la possiamo raffigurare, vibrante di commozione di fronte a questi versi, ai quali ha alluso più di una volta?
In un appartamento di via Cavour, in un vecchio palazzo dall'androne oscuro, con l'ascensore di vecchio noce lucidato mille volte. Stanze dai soffitti alti, un lungo corridoio coi termosifoni di ghisa e i tubi a vista. Il salotto con una grande biblioteca, la stanza in fondo quella della nonna, magra, con le mani diafane e la voce arrochita.
La ragazza (Giulia, Elisabetta?) ha uno studio disordinato, il pc incorniciato da opuscoli e dispense, chincaglieria di viaggio e forcine per i capelli.
Una famiglia borghese, piena di storie inconcluse e problemi spiccioli, dai quali la nostra corrispondente ha imparato ad evadere, rifugiandosi nel passato di quei paesaggi che può intravvedere dalla sua finestra e che ha costeggiato per anni, camminando verso il vecchio e caro liceo Visconti.
Non importa se il Carmen è marmoreo, perché il mestiere poetico di Orazio è riuscito a scolpire quei versi, che le fanno pensare che lì risieda la culla di "ogni" civiltà: è bello che una ragazza sia capace di esaltarsi per dei versi antichi. Cioè, è una fuga armoniosa.
Ma no. Forse è una fuga disperata. La ragazza (Rosa, Cathy, Nadia?) sta nella stanza lasciata libera da suo fratello, militare, appena sposato, dopo anni passati a dormire nel divano letto del soggiorno. Una palazzina di Torpignattara, una strada stretta e corta, in cui ci sono una lavanderia, un fornaio, una jeansieria e un baretto con due scalini per entrare. I genitori sono pensionati, il padre ferroviere, la madre casalinga, la ragazza ha studiato, ha preso per anni il tramvetto, scendendo a Porta Maggiore per la coincidenza con la Circolare per l'Università, infagottta dentro il piumino di plastica chiuso dallo sciarpone intorno al collo.
I Fori sono sempre stati lontani dai suoi percorsi: gli amici la trascinavano sempre in pizzeria, i marmi di Roma li vedeva solo dal finestrino della Fiesta, di sera, ma li conosceva meglio dai libri, ingigantiti, dilatati in una luce mitica dall'immaginazione.
Nella sua stanza c'è solo un piccolo scaffaletto, un po' sghimbescio, e sulla cassettiera, insieme con spazzola e uno specchio, l'opera completa di Orazio e Le memorie di Adriano che le ha regalato un suo ex ragazzo.
La sua, anzi, non è nemmeno una fuga. E' la ricerca di una vita anteriore, di una discendenza. La nostalgia di una casa perfetta.
Ma era solo un gioco.
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Carmen saeculare
Rom, sono una ragazza come tante altre, non sono andata al Visconti ma in un liceo privato costosissimo di monache. Universita' statale. Titolo della tesi "Lesioni del S.N.C.(Sistema Nervoso Centrale) in corso di Aids". Una cosa di neurologia, figuriamoci cosa te ne puo' importare a te.
Poi non c'e' stata festa di laurea perche' ero stanca morta, avevo studiato tutta la notte, gli occhi gonfi, poi 5 giorni dopo avevo l'Esame di Stato e ho studiato, poi esame per l'accesso alla Scuola di Specializzazione, e ho studiato, alla fine una cenetta al Cuccuruccu', un ristorantino.
Poi in dono dal mio compagno un diamante, dai genitori una collezione di musica leggera.
Fai bene a parlare anche di nugae perche' senno' voi vi incuneate in uno di quegli incunaboli con arcosoli socio-politico-culturali molto rilassanti...
Mi piace Orazio perche' voleve il suo angolino per starsene da solo, lontano da Mecenete e da Augusto, amava la sua casa e ricordiamo che la descriveva "parva sed apta mihi", come dira' poi anche Ariosto.
Orazio scrisse il Carmen saeculare controvoglia, non gli interessava, stupende invece le Odi e le Satire.
Ma qui, deh, devo dedicarti una canzone stupenda
Tu sei quello
che s'incontra una volta
e mai piu'
l'ho sentito quando mi hai
guardato tu
per un attimo
tu sei quello
e son troppo sicura di me
non esiste al mondo un
altro come te
non esiste un altro
al mondo come te
ad libitum....
Poi non c'e' stata festa di laurea perche' ero stanca morta, avevo studiato tutta la notte, gli occhi gonfi, poi 5 giorni dopo avevo l'Esame di Stato e ho studiato, poi esame per l'accesso alla Scuola di Specializzazione, e ho studiato, alla fine una cenetta al Cuccuruccu', un ristorantino.
Poi in dono dal mio compagno un diamante, dai genitori una collezione di musica leggera.
Fai bene a parlare anche di nugae perche' senno' voi vi incuneate in uno di quegli incunaboli con arcosoli socio-politico-culturali molto rilassanti...
Mi piace Orazio perche' voleve il suo angolino per starsene da solo, lontano da Mecenete e da Augusto, amava la sua casa e ricordiamo che la descriveva "parva sed apta mihi", come dira' poi anche Ariosto.
Orazio scrisse il Carmen saeculare controvoglia, non gli interessava, stupende invece le Odi e le Satire.
Ma qui, deh, devo dedicarti una canzone stupenda
Tu sei quello
che s'incontra una volta
e mai piu'
l'ho sentito quando mi hai
guardato tu
per un attimo
tu sei quello
e son troppo sicura di me
non esiste al mondo un
altro come te
non esiste un altro
al mondo come te
ad libitum....
Ultima modifica di tessa il Sab 23 Feb 2019, 12:31 - modificato 1 volta.
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Carmen saeculare
Oh, il Cuccurucù, quanti ricordi.
Vargas- Messaggi : 526
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 59
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