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Distopie ucroniche

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Messaggio Da Arzak Sab 01 Feb 2014, 16:56

Tempo fa, sulla veranda di un alberghetto tropicale, osservavo semiappisolato delle donnine dagli occhi a mandorla, vestite con abiti coloratissimi, che trasportavano sulle spalle un enorme fagotto reggendolo con una striscia di tessuto che passava per la fronte. Nelle vicinanze sorgevano degli archi ogivali di chiara fattura islamica con uno sfondo di palme. 
Beh, ho pensato, è normale che nel Nord dell'India siano presenti caratteristiche somatiche tipicamente asiatiche, magari tibetane e nepalesi. Forse più nepalesi, perché è lì che avevo osservato quel particolare modo di trasportare i grossi pesi. Ed è anche normale che l'arte araba abbia lasciato da quelle parti la testimonianza di un dominio secolare. 

Poi ho uno scossone, e l'intorpidimento svanisce. In realtà mi trovavo ad Antigua, la vecchia capitale del Guatemala. Ma cosa diavolo ci facevano allora quelle nepalesi e quelle rovine islamiche? 
La risposta era facile, ma induceva ad alcune riflessioni. Le donnine erano le ultime discendenti della cultura Maya, ed i tratti asiatici derivavano ovviamente da un'emigrazione che risale alla fine dell'era glaciale. 
Solo per un attimo ho esitato di fronte agli archi ogivali, prima di capire che ve li avevano portati gli spagnoli, anch'essi soggetti ad una dominazione secolare da parte dei Mori. Ed è curioso pensare che i due soggetti, etnia di origine asiatica e arte islamica, si siano potuti incontrare a tenaglia in due posti così lontani fra di loro. 

Di un altro elemento di distopia (nel senso di alterazione delle coordinate geografiche) ho già parlato altrove, ma cale rievocarlo. Pushkar, Rajastahn. Il laghetto di Brahma, che qualcuno ricorderà. Non mi sono poi stupito che in Nepal vi sia un lago col nome di Pokara, di evidente assonanza. Ma che dire quando un giorno, in Peru, mi sono imbattuto in una località chiamata Pukara. Situata dove? Sulle rive del lago Titikaka. 
Coincidenza? Forse. Ma mi piace pensare che dopo decine di migliaia di anni qualche frammento dell'antica cultura asiatica sia finito fin lì. Ci sono persino studiosi che cercano di dimostrarlo, ricercando similitudini fra i dialetti degli "indigeni" americani e quelli degli antichi mongoli. 

Ma che dire di altri incontri improbabili? I tedeschi del Volga, i bianchi discendenti di Alessandro che ancora vivono nelle vallate del Pakistan, i galli che fanno capolino in Turchia, Cristo che appare nel pantheon nepalese in mezzo a Shiva, Budda e Ganesh (e c'è chi dice che sia sepolto proprio lì...), e appunto Jezeus Krishna, che alcuni indicano come il progenitore di Gesù, l'apostolo Tommaso che fondò la prima chiesa cristiana in India trecento anni prima del concilio di Nicea...
La globalizzazione insomma non nasce oggi. Ed è interessante seguirne i fili attraverso la storia e la geografia, prima che il fenomeno trasformi definitivamente il pianeta in un'unica marmellata.  
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Arzak
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