I Classici
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I Classici
Mentre l'Iliade e l'Odissea mi piacevano da morire, La Divina Commedia e Manzoni proprio non li soffrivo. A quell'età non ero di certo un virtuoso della letteratura, come non lo ero per altre materie. Studiavo per dovere e per quelle prospettive di conoscenza che ti da lo studio. Superata l'età dello sviluppo - che mi mantenne frastornato per alcuni anni - mi piaceva persino studiare ed imparare cose nuove, e mi piaceva il confronto con i compagni ed i professori. Insomma, era quello l'ambito che più mi interessava e le ragioni immediate del mio impegno. Così, quando si arrivò al Manzoni, avevano un bel dire che si trattava della prima opera importante scritta da un lombardo e risciacquata in Arno. Certo, la lingua era cambiata rispetto agli autori precedenti, ma già in quegli anni in cui la leggevo, vi erano stati ulteriori cambiamenti. Da una parte c'era il nostro mondo, con gli scontri sociali, le guerre calde quando non fossero quelle fredde, e la minaccia nucleare, e dall'altra c'era Manzoni, Dante che andavano bene solo per quelli che volessero chiudersi in una riflessione che fosse indipendente dal tempo storico.
L'Iliade e l'Odissea erano poemi epici in cui i personaggi trascendevano la realtà, pur comprendendola, con le guerre e la scoperta di nuovi mondi, perciò ne venivo attratto. Sembrava in qualche modo la continuazione al passato del mondo che stavo vivendo. Quando ho provato a riprendere le letture del Manzoni e di Dante - ma le trovo ancora poco desiderabili, poco piacevoli e se dovessi doverlo fare, sarebbe per uno studio astratto di materie che rappresentano la registrazione storica di eventi reinterpretati dall'autore, più per analizzare il mondo dell'autore, ed i suoi riferimenti culturali, che per comprendere davvero le vicende di Renzo e Lucia. Per Dante la questione è più complessa. Li si tratta di poesia. Anche lei essendo descrizione astratta di immagini surreali può attrarre o respingere, come un pezzo di musica, o un dipinto, e ciò a prescindere dal buon nome dell'autore.
Certo, tutto è bello, ogni cosa seppure minuta può contenere l'essenza dell'esistenza, ma essendo la vita limitata nel tempo e nello spazio, occorre fare delle scelte, e nei miei programmi futuri, che ancora non conosco, non mi meraviglierei che le letture di Dante o Manzoni fossero escluse. Almeno per ciò che oggi mi è dato di sapere, di desiderare, di volere.
L'Iliade e l'Odissea erano poemi epici in cui i personaggi trascendevano la realtà, pur comprendendola, con le guerre e la scoperta di nuovi mondi, perciò ne venivo attratto. Sembrava in qualche modo la continuazione al passato del mondo che stavo vivendo. Quando ho provato a riprendere le letture del Manzoni e di Dante - ma le trovo ancora poco desiderabili, poco piacevoli e se dovessi doverlo fare, sarebbe per uno studio astratto di materie che rappresentano la registrazione storica di eventi reinterpretati dall'autore, più per analizzare il mondo dell'autore, ed i suoi riferimenti culturali, che per comprendere davvero le vicende di Renzo e Lucia. Per Dante la questione è più complessa. Li si tratta di poesia. Anche lei essendo descrizione astratta di immagini surreali può attrarre o respingere, come un pezzo di musica, o un dipinto, e ciò a prescindere dal buon nome dell'autore.
Certo, tutto è bello, ogni cosa seppure minuta può contenere l'essenza dell'esistenza, ma essendo la vita limitata nel tempo e nello spazio, occorre fare delle scelte, e nei miei programmi futuri, che ancora non conosco, non mi meraviglierei che le letture di Dante o Manzoni fossero escluse. Almeno per ciò che oggi mi è dato di sapere, di desiderare, di volere.
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