La scelta
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La scelta
La scelta di utilizzare i 10 miliardi di sgravi fiscali per favorire la ripresa dell'economia, è tra la riduzione dell'IRAP a favore delle imprese, o l'IRPEF a favore dei redditi sino a 25.000 euro, lavoratori, pensionati e redditi altri.
Personalmente non ho dubbi sulla scelta che non è tra "destra" e "sinistra", ma mero frutto della logica e del buon senso: deve andare a diminuire le tasse personali, perché è prioritaria la ripresa della domanda per il riavvio degli scambi per consumi interni, dando quindi alle imprese il vantaggio di un maggior volume di affari.
E' infatti evidente che una diminuzione del carico fiscale a favore delle aziende andrebbe ad aumentare l'attivo e dunque, a diminuzione delle perdite o ad incremento degli utili, visto che la bassa domanda ha già imposto ogni possibile riduzione dei margini e dei prezzi, senza alcun effetto sul rapporto domanda offerta, ovvero sugli scambi.
Parimenti non ho dubbi che, ad economia in ripresa e con la maggior disponibilità di risorse, il secondo urgente passo è la riduzione dell'IRAP per garantire alle imprese nazionali una maggior competitività, specie per ciò che riguarda la concorrenza dall'estero sia per il mercato interno che per l'export.
La scelta compete a Renzi e caratterizzerà in buona misura la fisionomia politica di questo Governo combattuto tra gli interessi della classe padronale (Guidi) spalleggiata da Padoan e, inopinatamente, da Morando e dal silenzio degli altri ministri, almeno da quello che appare sulla stampa. C'è, come voce schierata un'opposizione dell'ala minoritaria (Fassina) all'interno del PD e, ovviamente, dei sindacati.
Personalmente non ho dubbi sulla scelta che non è tra "destra" e "sinistra", ma mero frutto della logica e del buon senso: deve andare a diminuire le tasse personali, perché è prioritaria la ripresa della domanda per il riavvio degli scambi per consumi interni, dando quindi alle imprese il vantaggio di un maggior volume di affari.
E' infatti evidente che una diminuzione del carico fiscale a favore delle aziende andrebbe ad aumentare l'attivo e dunque, a diminuzione delle perdite o ad incremento degli utili, visto che la bassa domanda ha già imposto ogni possibile riduzione dei margini e dei prezzi, senza alcun effetto sul rapporto domanda offerta, ovvero sugli scambi.
Parimenti non ho dubbi che, ad economia in ripresa e con la maggior disponibilità di risorse, il secondo urgente passo è la riduzione dell'IRAP per garantire alle imprese nazionali una maggior competitività, specie per ciò che riguarda la concorrenza dall'estero sia per il mercato interno che per l'export.
La scelta compete a Renzi e caratterizzerà in buona misura la fisionomia politica di questo Governo combattuto tra gli interessi della classe padronale (Guidi) spalleggiata da Padoan e, inopinatamente, da Morando e dal silenzio degli altri ministri, almeno da quello che appare sulla stampa. C'è, come voce schierata un'opposizione dell'ala minoritaria (Fassina) all'interno del PD e, ovviamente, dei sindacati.
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