Dove va la tecnologia
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Dove va la tecnologia
Vi passo questo link ad un articolo de la Stampa che parla delle novità Google. Il mondo sta davvero cambiando, e lo cambia la tecnica con una velocità superiore a quello che può fare la politica, per stargli dietro.
http://www.lastampa.it/2014/06/26/tecnologia/dallo-smartwatch-allauto-dalla-fitness-alla-tv-tutte-le-novit-di-google-2xJR6XfQwGFjv7AzaLvPXK/pagina.html
Il mercato è passivo, nel senso che aspetta quello che verrà e se può premiare un prodotto o una soluzione, può farlo solo in base all'iniziativa che prendono i produttori di quei beni. Il mercato non ha la capacità di sollecitare la nascita di nuovi prodotti che soddisfino le sue esigenze, non ha capacità di committenza, e quindi prende quello che passa il convento. Così rischiamo di riempirci di beni inutili solo per la moda del momento. Se Steeve Jobs non avesse fatto quel capolavoro di iPhon che oggi abbiamo in tasca, con cavolo che gli altri competitori avrebbero fatto apparecchi simili. Ci avrebbero somministrato più apparecchi per quelle stesse funzioni, obbedendo a criteri di marketing che ottimizzano gli Affari della propria azienda.
Nel settore dell'auto sta accadendo la stessa cosa: visto che le auto le comperiamo lo stesso, perché fare un salto innovativo che fa spendere investimenti con un ritorno troppo lento sul medio e lungo termine. Ed il mercato è impotente contro quella mancata iniziativa, così aspettiamo pazienti che qualcuno si muova, e dal momento in cui quei prodotti avrebbero potuti essere progettati e costruiti, sono passati ormai quindici anni.
Ovviamente non c'è un sistema più efficiente per promuovere il progresso, se non quello di lasciarlo maturare con i suoi tempi, ma spesso quei tempi non sono solo quelli della scienza, ma anche quelli di chi ha il potere industriale di metterla in moto.
Ci vorrebbe qualche sistema che studiasse questi fenomeni e che portando il ragionamento su questi temi aiutasse la società a porvi rimedio.
http://www.lastampa.it/2014/06/26/tecnologia/dallo-smartwatch-allauto-dalla-fitness-alla-tv-tutte-le-novit-di-google-2xJR6XfQwGFjv7AzaLvPXK/pagina.html
Il mercato è passivo, nel senso che aspetta quello che verrà e se può premiare un prodotto o una soluzione, può farlo solo in base all'iniziativa che prendono i produttori di quei beni. Il mercato non ha la capacità di sollecitare la nascita di nuovi prodotti che soddisfino le sue esigenze, non ha capacità di committenza, e quindi prende quello che passa il convento. Così rischiamo di riempirci di beni inutili solo per la moda del momento. Se Steeve Jobs non avesse fatto quel capolavoro di iPhon che oggi abbiamo in tasca, con cavolo che gli altri competitori avrebbero fatto apparecchi simili. Ci avrebbero somministrato più apparecchi per quelle stesse funzioni, obbedendo a criteri di marketing che ottimizzano gli Affari della propria azienda.
Nel settore dell'auto sta accadendo la stessa cosa: visto che le auto le comperiamo lo stesso, perché fare un salto innovativo che fa spendere investimenti con un ritorno troppo lento sul medio e lungo termine. Ed il mercato è impotente contro quella mancata iniziativa, così aspettiamo pazienti che qualcuno si muova, e dal momento in cui quei prodotti avrebbero potuti essere progettati e costruiti, sono passati ormai quindici anni.
Ovviamente non c'è un sistema più efficiente per promuovere il progresso, se non quello di lasciarlo maturare con i suoi tempi, ma spesso quei tempi non sono solo quelli della scienza, ma anche quelli di chi ha il potere industriale di metterla in moto.
Ci vorrebbe qualche sistema che studiasse questi fenomeni e che portando il ragionamento su questi temi aiutasse la società a porvi rimedio.
einrix- Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: Dove va la tecnologia
Peccato che non abbia ormai più l'età, e neppure venti anni fa avevo capacità economiche per farlo, ma avrei investito tutto su di un software per il riconoscimento visuale. C'è già per il riconoscimento dei caratteri della scrittura, e sarebbe facile scrivere un software di riconoscimento per tutti quei pittogrammi del codice della strada, ma manca ancora un software che riconosca le cose della natura e quelle che noi fabbrichiamo, anche se per queste ultime ci sono già tanti modelli digitali che sono serviti per costruirle. Un riconoscimento visuale, insieme ad un collegamento GPS, più alcuni sistemi di ricetrasmissione wireless, danno la possibilità di effettuare un vero controllo di un automa, sia che debba lavorare in un ambiente di produzione, oppure che debba circolare per strada, come può farlo un'automobile intelligente. Ci vorrebbe questo salto informatico per far decollare tutta la nostra industria manifatturiera e cambiare il volto al mondo secondo le nostre volontà. E invece, aspettiamo che lo facciano gli altri. Sta qui la nostra decadenza.
Della serie: parole al vento.
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einrix- Messaggi : 10607
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