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Messaggio Da Guya Mar 28 Mag 2013, 12:05


Si dimette l'intero cda dell'Ilva

http://www.contropiano.org/economia/item/16846-si-dimette-lintero-cda-dellilva

25 maggio 2013

Alzano bandiera bianca, nemmeno "dr. House" Bondi è riuscito a reggere, dopo il sequestro di 8 e spiccioli miliardi ordinato dalla magistratura sui conti di Riva: il riassunto del peggio dell'imprenditoria italiana.

La clamorosa decisione è arrivata dopo un vertice di tre ore, convocato dopo il maxi-sequestro preventivo di 8 miliardi di euro deciso dal gip di Taranto il 22 maggio sui beni della Riva Fire Spa che controlla l'Ilva e quindi il siderurgico di Taranto.

Il Consiglio di amministrazione ha dato mandato ai propri legali di impugnare il provevdimento in Cassazione, ma dietro le dimissioni c'è probabilmente anche la consapevolezza che la strada per andare avanti si è fatta davvero stretta. In ogni caso, infatti, "il padrone" - quello che aveva stornato dall'azienda fondi giganteschi invece di investire nell'azienda - non è più presentabile in pubblico. Né in Italia, né soprattutto all'estero. Se l'Ilva deve sopravvivere, insomma, può farlo solo liberandosi di questo "sanfedista" ormai senza credibilità

Il Consiglio di amministrazione dell'Ilva - l'ec prefetto Bruno Ferrante, Enrico Bondi e Giuseppe De Iure - ha presentato le dimissioni con effetto a far data dall'assemblea dei soci, convocato per il 5 giugno alle 9, ponendo all'ordine del giorno la nomina del nuovo consiglio di amministrazione.
«Il provvedimento di sequestro ha effetti - spiega l'Ilva in una nota - oggettivamente negativi per Ilva, i cui beni sono tutti strettamente indispensabili all'attività industriale e per questo tutelati dalla legge n.231 del 2012, dichiarata legittima dalla Corte Costituzionale».

Un richiamo che vorrebbe essere anche un ricatto nei confronti della magistratura, oltre che una "chiamata" al governo perché intervenga ancora una volta per sbarrare la strada ai giudici e riconsegnare l'azienda all'irresponsabilità totale nei confronti sia dei lavoratori che della popolazione del territorio circostante.


Nel ricatto, ovviamente, vengono subito fatti rientrare i lavoratori (e infatti i sindacati complici, a partire dalla Ui - cui è necessario iscriversi, in città, per poter avere qualche vaga speranza di essere assunti in azienda). Con i sequestri disposti dal gip di Taranto, scrive in nota nota il cda uscente, «sono a rischio 24 mila posti di lavoro diretti, 40 mila con l'indotto». «Si sta mettendo in pericolo tutto, c'è il rischio concreto che decine di migliaia di persone restino senza lavoro».
Non vi sembra commovente tanto interessamento per quegli stessi lavoratori che, in tempinormali, l'Ilva manda quotidianamente incontro alla morte? Sia per l'inquinamento senza freni, che per la mancanza di misure di sicurezza nella produzione.

La strada può essere a questo punto solo un'altra. La produzione di acciaio è un'industria strategica: deve perciò tornare allo Stato, senza indennizzo per i Riva. Immediatamente.



Ultima modifica di Guya il Mar 28 Mag 2013, 12:13 - modificato 1 volta.
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          ILVA  Empty Ilva. La Usb torna a chiedere la nazionalizzazione

Messaggio Da Guya Mar 28 Mag 2013, 12:06

27 maggio 2013

La vicenda ILVA conferma la contraddizione insanabile tra interessi privati e interessi collettivi. La borghesia esorcizza la nazionalizzazione ma i sindacati conflittuali tornano a riaffermare che questa è l'unica soluzione credibile. Usb: "se serve occupiamo la fabbrica".
Di fronte al disastro dell'Ilva e alla dimostrazione di come gli interessi privati tendano ad appropriarsi senza scrupoli dei beni pubblici e a fregarsene degli interessi collettivi, oggi appare quasi penosa la barricata eretta da Dario Di Vico sul Corriere della Sera contro l'ipotesi di una nazionalizzazione dello stabilimento siderurgico. Invoca catastrofi e i vincoli dell'Unione Europea. Ma è ormai evidente che se a Taranto e in Italia si vuole salvaguardare l'interesse collettivo in termini di salute, lavoro e sviluppo industriale, l'Ilva non può che essere nazionalizzata, ed anche senza indennizzo visto che la famiglia Riva ha imbrogliato lo Stato a tutti i livelli.
Su questa ipotesi è tornata ad intervenire l'Usb, il sindacato di base che proprio all'Ilva è cresciuto in questi mesi denunciando la complicità e la corruzione dei sindacati ufficiali nei confronti dei Riva. "Abbiamo ripetuto sino alla nausea - è spiegato in una nota della Usb dell'Ilva- che la soluzione migliore era quella dell'esproprio, della nazionalizzazione e non degli ammortizzatori sociali e dei contratti di solidarietà. Invece altri hanno supinamente firmato, assecondato, tradito il loro mandato e i lavoratori, senza nemmeno consultarli". Oltre alla nazionalizzazione, l'Usb chiede al governo anche di "affrontare l'emergenza sanitaria tarantina, di avviare bonifiche e risanamento ambientale, di salvaguardare l'occupazione dei dipendenti diretti e dell'indotto. "E nessuno - conclude la nota - ci dica che non ci sono soldi. Sono disponibili, dopo i sequestri, 9,3 miliardi di euro... Se dovesse essere necessario occupare lo stabilimento - sottolinea il sindacato di base - lo faremo; questa volta però non lo lasciamo più.

Qui di seguito il comunicato che l'Usb della Puglia ha diffuso nella giornata di oggi:

"USB in pochi mesi è diventato all’ILVA un sindacato fortemente rappresentativo, ha dimostrato di poter mobilitare i lavoratori, di saper lottare e scioperare, di comprendere quanto è importante il rapporto che deve svilupparsi tra operai e cittadini.
Ma USB ha anche analizzato freddamente la situazione dal punto di vista finanziario ed industriale e ciò che era emerso fin da subito era la volontà dei Riva di non spendere un euro per il risanamento dello stabilimento e del territorio.
Per questo motivo avevamo indicato come unico programma possibile: l'esproprio dell'azienda e dei beni dei Riva, la nazionalizzazione e l'intervento pubblico diretto, il blocco delle attività nocive finalizzato al risanamento, la piena occupazione e la difesa del salario.
La magistratura, anche se ostacolata da più parti, ha fatto un ottimo lavoro e dopo aver indicato responsabilità e responsabili, con l'individuazione di quasi 10 miliardi ha oggi anche trovato le risorse economiche per attuare un progetto complessivo che risani la città e dia lavoro ed un futuro certo a decine di migliaia di lavoratori e cittadini. Di fatto manca soltanto la volontà politica per organizzare e gestire un intervento diretto dello Stato che, tra l'altro potrebbe realizzarsi ora senza enormi oneri economici aggiuntivi.
Noi i Riva vogliamo che paghino sino all'ultimo centesimo e vogliamo vederli condannati ed in galera per ciò che hanno prodotto a Taranto. Al tempo stesso vogliamo che paghino coloro che, a livello politico, istituzionale, imprenditoriale e anche sindacale, hanno vissuto e lucrato sulla morte della città e di chi lavora o ha lavorato a l'ILVA.
USB, forte della sua rappresentatività e credibilità, ha inviato una richiesta di incontro al governo e al Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato che sappiamo voler incontrare le altre organizzazioni sindacali in questi giorni.
Riteniamo doveroso che il governo ascolti anche USB, soprattutto in considerazione del fatto che le altre sigle sindacali, chi più chi meno, chi da sempre e chi sino a poco tempo fa, hanno appoggiato le politiche dei Riva e criticato, quando non direttamente ostacolato, l'operato e le decisioni della magistratura.
Una esclusione dell'unico sindacato che sta indicando una via di uscita dall'attuale crisi e che al tempo stesso può mobilitare immediatamente i lavoratori in una fase così delicata e difficile, sarebbe letta come un atto di aperta ostilità nei confronti di coloro che rappresentiamo".


Ultima modifica di Guya il Mar 28 Mag 2013, 12:14 - modificato 2 volte.
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          ILVA  Empty Ti risvegli la mattina, respirando la diossina

Messaggio Da Guya Mar 28 Mag 2013, 12:09

Ennesimo episodio inquietante presso lo stabilimento Ilva di Taranto, i cittadini si sono svegliati con un'enorme nuvola arancione che si alzava dagli impianti.
27 maggio 2013 - Luciano Manna
Fonte: peacelink.it

          ILVA  18138_a38443

I social network stamattina hanno dato il buongiorno ai tarantini. Alcuni attenti cittadini ed operai hanno pubblicato diverse fotografie, scattate da diversi punti della città, che immortalavano una immensa nube arancione che si alzava dallo stabilimento Ilva di Taranto.

Peacelink ha acquisito alcune fotografie riguardanti l'episodio di stamane e le ha inviate al Garante dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per l'ILVA di Taranto chiedendo se, secondo le disposizioni di legge, ci saranno iniziative di informazione e consultazione con le istituzioni locali al fine di assicurare la massima trasparenza per i cittadini in conformità della Convenzione di Aarhus del 25 giugno 1998 (resa esecutiva con legge 16 marzo 2001, n. 108). Inoltre ha chiesto quali sono state le incidenze dell'episodio sui lavoratori, sui cittadini e sull'ambiente.

Peacelink insieme al Fondo Antidiossina aveva già fissato per oggi pomeriggio alle 16.00 presso l'istituto scolastico Cabrini in Via Dante una conferenza stampa in merito agli ulimi sviluppi dello stabilimento Ilva, sono invitati tutti i cittadini e gli organi di stampa.


A questo link tutte le fotografie

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.263282320478252.1073741849.140149779458174&type=3

si ringrazia Francesco Settembre per aver reso disponibile l'album fotografico
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          ILVA  Empty Caso Ilva, sospeso vertice a palazzo Chigi, nuova riunione nel pomeriggio

Messaggio Da Guya Mar 28 Mag 2013, 12:22


fonte: Il sole24Ore http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-28/caso-ilva-sospeso-vertice-122001.shtml?uuid=AblSDzzH

Iniziato e poi sospeso dopo cuirca un'ora, a fine mattinata, con rinvio ad un nuovo incontro questo pomeriggio, il vertice sul caso Ilva convocato dal governo palazzo Chigi dopo le dimissioni, sabato scorso, del Consiglio di amministrazione dell'azienda in risposta al provvedimento di sequestro di beni per 8 miliardi della Riva Fire disposto dal gip di Milano. Secondo l'accusa, alle casse dell'Ilva i soldi sarebbero stati sottratti alle casse aziendali e nascosti in paradisi fiscali (in 8 trust a Jersey) e poi rientrati in Italia attraverso lo scudo fiscale nel 2009 anziché essere investiti per la bonifica e lo sviluppo dell'impianto. Al tavolo erano presenti il premier, Enrico Letta, il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando. Al vertice anche il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante e l'ad Enrico Bondi.
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Messaggio Da Vanni Sandro Mar 28 Mag 2013, 18:19

Brutta situazione, comunque la si valuti.
Non credo che esistano soluzioni miracolose. E' un cane che si morde la coda. Con il blocco delle merci e delle attività non si mette l'azienda nelle condizioni di effettuare la bonifica e riconvertire gli impianti, ma con il proseguo della produzione si continua ad inquinare.
Anche la soluzione della nazionalizzazione dell'impresa non scioglie questo nodo perché non credo che lo Stato abbia le risorse per risanare il tutto a impianti fermi.
Senza contare poi la questione legata alle migliaia di famiglie che non saprebbero come tirare avanti.
E' la classica situazione in cui i toni devono essere abbassati e gli integralismi e le questioni di principio messe da parte e nelle quali deve prevalere il primato della Politica.
Ovvero la capacità di mediare tra l'esigenza del lavoro e quella della salute, avviando un percorso che, anche se non accontenta nessuno, stabilisca un percorso fatto di scadenze certe e verificabili.
E' una situazione in cui non ci sranno vinti né vincitori.
Non bastano i no, perché non esiste la bacchetta magica. Servono solo tanto, ma tanto, realismo e buon senso.
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Messaggio Da einrix Gio 30 Mag 2013, 20:32

Chiudere l'ILVA e mandare a casa tutti, e che la magistratura faccia il suo corso.

Li vedo già con un pugno di mosche in mano, i magistrati, soddisfatti d'aver fatto il loro dovere.

E poi vedo la buona stampa fare il gesto di Alberto Sordi:...lavoratori?!

E i lavoratori sempre a correre dietro a qualcuno senza poterlo mai prendere.

Siamo in Italia, ed ognuno sa fare bene la propria parte, ma non tutto il resto.

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          ILVA  Empty Ilva commissariata. Ma col freno a mano

Messaggio Da Guya Mar 04 Giu 2013, 17:37

4 giugno 2013
Il governo si decide a commissariare un'azienda privata - dopo averla regalata - pur di conservare una produzione strategica e iniziare a bonficare gli impianti. Forse.

Alle 15 di oggi il governo si riunisce per decidere sulla proposta del ministro dello sviluppo, Flavio anonato, di commissariare l'azienda per evitare che si blocchi completamente l'attività. Ma non è un esproprio, purtroppo. Come ha spiegato il ministro alla Camera, il governo interverrà sulla gestione dell'Ilva «attraverso la temporanea sospensione degli organi societari» e «la nomina di un commissario in modo da far convogliare le risorse al risanamento» dell'impianto. «Al termine di questa fase eccezionale, straordinaria - ha aggiunto Zanonato - si potranno ricostituire gli organi societari restituendo alla proprietà gestione e risorse economiche, ove ancora ne esistano».

E' comunque una presa d'atto, da parte del governo. La società - anche prima del sequestro di oltre 8 miliardi disposto dalla magistratura tarantina - non è assolutamente in grado, per cultura e volontà del management, di rispettare alcun obbligo e responsabilità sociale. Neppure le timide disposizioni previste dall'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) che il governo Monti aveva disegnato su misura dell'azienda di prorpietà dei Riva.
«Siamo consapevoli che il risanamento non può essere condotto con la necessaria convinzione da chi ha determinato l'allarme ambientale di cui stiamo discutendo e che mette a rischio tante persone», ha ammesso il ministro.
Quindi è stata scartata l'ipotesi di affidare ad un blind trust la gestione temporanea, preferendo l'ipotesi pià drastica del commissario. Ovvero un terzo soggetto per arrivare all'obiettivo di risanare e bonificare l'area senza però interrompere la produzione. Tempo di "sospensione" previsto: almeno 36 mesi.

Per un governo di impronta decisamente liberista deve essere stato quasi uno choc, o comunque un atto contronatura. Ma hanno pesato considerazioni che inutilmente erano state avanzate da anni: «il futuro della siderurgia italiana e più in generale la credibilità del nostro Paese».
Oltre alla caduta di Pil che ne sarebbe derivata: il costo del fermo dell'impianto è stato calcolato in «8 miliardi di euro annui». Per la precisione, «circa sei miliardi relativi alla crescita delle importazioni, 1,2 miliardi per il sostegno al reddito e i minori introiti per l'amministrazione pubblica e circa 500 milioni in termini di minore capacità di spesa per il territorio direttamente interessato».
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          ILVA  Empty Ilva. L'occultamento dei no al nuovo decreto del governo

Messaggio Da Guya Mer 05 Giu 2013, 20:56

5 giugno 2013

Il governo “commissaria” l'Ilva per salvare i soldi dei Riva. I complici plaudono ma sindacati di base, lavoratori e cittadini dicono di no al nuovo decreto del governo. Ieri sera sit in spontaneo sotto la Prefettura. La nazionalizzazione resta l'unica alternativa seria.

Colpisce oggi la mistificazione del Sole 24 Ore e del Corriere della Sera sulla vicenda dell'Ilva. Il Corriere gongola e chiarisce che il commissariamento neutralizza il sequestro dei beni economici della faniglia Riva ordinato dalla magistratura e li affida al commissario, spuntando così nuovamente l'ulteriore azione della magistratura tesa ad impedire furbate nella soluzione della vicenda. Il giornale della Confindustria da un lato dà voce all'indignazione del padronato – in particolare alla Federacciai – e invoca il “pericoloso precedente che mina il diritto di proprietà”, dall'altro afferma che “la città ha reagito positivamente” alla notizia del commissariamento dell'Ilva ma facendo commentare i fatti solo al sindaco di Taranto, Stefàno, e ai dirigenti locali di Cgil Cisl Uil i quali, notoriamente, sono finiti sistematicamente accusa per la loro esplicita complicità con i Riva e la direzione dell'Ilva in tutti questi anni.
La realtà appare invece ben diversa. Occorre riconoscere che una interessante fotografia di essa emerge dal reportage di Adriano Sofri su La Repubblica di oggi (Ilva, tra gli operai esplode la rabbia: "Bondi? Il centravanti avversario fa l'arbitro") ma anche dalle reazioni dei movimenti sociali e dei sindacati non complici dell'Ilva. Ieri sera c'è stato un sit in spontaneo in via Acclavio,sotto la Prefettura contro il nuovo decreto governativo sull'Ilva.

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Il Governo Letta ha nominato Bondi, già uomo dei Riva, quale Commissario straordinario dell’Ilva per traghettare nei prossimi tre anni l’azienda: ma per andare dove? "Questo governo non ha davvero rispetto per la nostra terra, per i cittadini e per i lavoratori, altrimenti avrebbe pensato a soluzioni alternative. La soluzione è tutta nel'esproprio senza indennizzo, nella nazionalizzazione e non nelle mani di un unico soggetto, per altro non super-partes” afferma l'Usb dell'Ilva di Taranto

Bondi viene indicato come risanatore e salvatore della patria, ma i tarantini e i lavoratori non dimenticano che Bondi è stato Amministratore Delegato dei Riva e che dopo il sequestro dei beni della famiglia ha pensato bene di ricorrere contro il provvedimento del giudice. Ora, il governo Letta, con buona pace dei Riva, vorrebbe che quei miliardi bloccati dal magistrato a garanzia di tutti, siano rimessi a disposizione dello stesso commissario. L’USB dell'Ilva, si dichiara contraria a questo tipo di gestione, palesemente dannosa, e nutre seri dubbi sulla vicenda Ilva e sul nuovo decreto. Perché il rischio reale sarebbe quello di un ritorno alla stessa famiglia Riva a cui non può essere rilasciata un’altra licenza di uccidere e per continuare a ricattare la popolazone. L’USB, annuncia che non farà sconti a chi ha prodotto guai irreparabili e lotterà insieme a tutte le forze sane di questa società, in ogni sede e con tutti i mezzi democratici a disposizione, perché la salute e il lavoro siano priorità assoluta e non più mercimonio.

Intanto sono stati resi noti alcuni dati del Registro Tumori nella zona di Taranto. Riguardanti il triennio 2006-2007-2008, i quali evidenziano un dato certo ed inconfutabile: il SIN di Taranto (che comprende Taranto e Statte) presenta dati di incidenza superiori, per alcune tipologie di tumori, negli uomini che nelle donne, se confrontati sia con i dai del resto d’Italia sia con quelli del Sud Italia e delle Isole.


Qui di seguito la bozza del nuovo decreto sull'Ilva in discussione al Consiglio dei Ministri

Art. 1 - Commissariamento straordinario: Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, puo' deliberare il commissariamento straordinario dell' impresa, esercitata anche in forma di societa', che gestisca almeno uno stabilimento di interesse strategico nazionale ai sensi dell'art. 1 del decreto legge 3 dicembre 2012, n. 207, convertito dalla legge 24 dicembre 2012, n. 231, la cui attivita' produttiva abbia comportato e comporti pericoli gravi e rilevanti per l'integrita' dell'ambiente e della salute a causa della inosservanza, contestata dalle Autorita' competenti, dell'autorizzazione integrata ambientale, di seguito anche "a.i.a.", o di altre disposizioni a tutela dell'ambiente e della salute. Il commissario e' nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri entro sette giorni dalla delibera del Consiglio dei Ministri e si avvale di due sub commissari, di cui uno nominato dal Ministro dello sviluppo economico e l'altro dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Con gli stessi procedimenti si provvede all'eventuale sostituzione o revoca del commissario e dei sub commissari.

Il commissariamento di cui al comma 1 ha durata massima di 36 mesi. La prosecuzione dell'attivita' produttiva durante il commissariamento e' funzionale alla conservazione della continuita' aziendale ed alla destinazione prioritaria delle risorse aziendali alla copertura dei costi necessari per gli interventi conseguenti alle situazioni di cui al comma 1. Per la durata del commissariamento sono attribuiti al commissario tutti i poteri e le funzioni degli organi di amministrazione dell'impresa ed e' sospeso l'esercizio dei poteri di disposizione e gestione dei titolari dell'impresa, nonche' dei diritti connessi alla titolarita' o al possesso delle quote o delle azioni. Nel caso di impresa costituita in forma societaria, i poteri dell'assemblea sono sospesi per l'intera durata del commissariamento. Le linee di credito ed i relativi rapporti debitori, concernenti l'attivita' dell'azienda, oggetto di commissariamento, anche in carico a societa' del medesimo gruppo, sono trasferite al commissario ai sensi degli articoli 1339 e 2558 codice civile. 4. E' garantita all'impresa, nella persona del rappresentante legale all'atto del commissariamento o di altro soggetto appositamente designato dall'Assemblea dei soci, l'informazione sull'andamento della gestione e sulle misure di cui al comma 2. I componenti degli organi di controllo decadono dall'incarico all'atto del commissariamento. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con decreto da adottarsi entro sette giorni dall'insediamento del commissario, nomina i componenti degli organi di controllo, i quali restano in carica per la durata del commissariamento.

5. Contestualmente alla nomina del commissario straordinario, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nomina un comitato di cinque esperti, scelti tra soggetti di comprovata esperienza e competenza in materia di tutela dell'ambiente e della salute, che, sentito il commissario straordinario, predispone e propone al Ministro, entro 60 giorni dalla nomina, in conformita' alle previsioni delle norme comunitarie e delle leggi nazionali e regionali, il piano delle misure e delle attivita' di tutela ambientale e sanitaria dei lavoratori e della popolazione e di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti. Il piano deve altresi' prevedere le azioni ed i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge, e dell'a.i.a., la cui contestata violazione ha determinato il commissariamento. Lo schema di piano e' reso pubblico , a cura del commissario, che acquisisce le eventuali osservazioni che possono essere proposte nei successivi dieci giorni, e che sono valutate dal comitato ai fini della definitiva proposta entro il termine di novanta giorni dal commissariamento. 6. Entro il termine di trenta giorni dal decreto di approvazione del piano di cui al comma 5, il commissario straordinario predispone il piano industriale di conformazione delle attivita' produttive che consente la continuazione dell'attivita' produttiva nel rispetto delle prescrizioni di tutela ambientale, sanitaria e di sicurezza di cui al comma 5. 7. Il piano di cui al comma 5 e' approvato con decreto del Ministro dell'ambiente, quello di cui al comma 6 dal Ministro dello sviluppo economico, entro 15 giorni dalla loro presentazione. Il rappresentante dell'impresa di cui al comma 4 puo' proporre osservazioni ai predetti piani entro dieci giorni dalla loro presentazione. L'approvazione del piano di cui al comma 5 equivale a modifica dell'aia. 8. Fino all'approvazione del piano industriale di cui al comma 6, il commissario straordinario garantisce comunque la progressiva adozione delle misure previste dall'autorizzazione integrata ambientale e dalle altre autorizzazioni e prescrizioni in materia ambientale, sanitaria, e cura la prosecuzione dell'attivita' di impresa nel rispetto delle disposizioni del presente comma.

9. La predisposizione dei piani di cui ai commi 5 e 6 nei termini ivi previsti, l'osservanza delle prescrizioni dei piani di cui ai medesimi commi, e, nelle more dell'adozione degli stessi piani, il rispetto delle previsioni di cui al comma 8, equivale e produce i medesimi effetti, ai fini dell'accertamento di responsabilita' per il commissario e subcommissari, derivanti dal rispetto dei modelli di organizzazione dell'ente in relazione alla responsabilita' dei soggetti in posizione apicale per fatti di rilievo penale o amministrativo di cui all'art. 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, per gli illeciti strettamente connessi all'attuazione dell'aia e delle altre norme a tutela dell'ambiente, della salute. 10. L'attivita' di gestione dell'impresa eseguita in presenza dei presupposti di cui al comma 8 e, successivamente, nel rispetto dei piani, e' considerata di pubblica utilita' ad ogni effetto ed il commissario non risponde delle eventuali diseconomie dei risultati, tranne che abbia agito con dolo o colpa grave. 11. Il giudice competente provvede allo svincolo delle somme per le quali in sede penale sia stato disposto il sequestro, anche ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001, in danno dei soggetti nei cui confronti l'autorita' amministrativa abbia disposto l'esecuzione degli obblighi di attuazione delle prescrizioni dell'aia e di messa in sicurezza, risanamento e bonifica ambientale, nonche' degli enti o dei soggetti controllati o controllanti, in relazione a reati comunque connessi allo svolgimento dell'attivita' di impresa. Le predette somme sono messe a disposizione del commissario e vincolate alle finalita' indicate al periodo precedente.

12. I proventi derivanti dall'attivita' dell'impresa commissariata restano nella disponibilita' del commissario nella misura necessaria all'attuazione dell'aia ed alla gestione dell'impresa nel rispetto delle previsioni del presente decreto. 13. I compensi omnicomprensivi del commissario straordinario, dei sub commissari e dei componenti del comitato di cui al comma 5 sono a carico dell'impresa di cui al comma 1 e sono determinati rispettivamente, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in misura non superiore al trattamento economico annuo lordo omnicomprensivo del primo Presidente della Corte di Cassazione per il primo, alla meta' di tale trattamento per i sub commissari, e non superiore al 15% del predetto trattamento per i componenti del comitato.

Art. 2 - Commissariamento della s.p.a. ILVA: 1. I presupposti di cui al comma 1 dell'articolo 1 sussistono per la s.p.a. ILVA avente sede a Milano. In sede di prima applicazione del presente decreto e' nominato commissario straordinario della citata societa' il dottor Enrico Bondi. 2. L'articolo 3, comma 1 del decreto legge 207 del 2012 e' cosi' sostituito: "Gli impianti siderurgici della societa' ILVA s.p.a. costituiscono stabilimenti di interesse strategico nazionale a norma dell'art.1".

Articolo 3 - Entrata in vigore: Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara'

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