Istanbul: la protesta diventa rivolta
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SaggiaSelvaggia
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Guya
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
Notare come tutti i media del cazzo buonisti mettano l'accento sul centro commerciale tacendo invece che la causa principale è la costruzione di una moschea
il governo vuole cancellare il parco e farci un'altra moschea, quando ce ne sono già un'infinità
tutto ciò si aggiunge alla islamizzazione strisciante (ma neanche poi tanto strisciante) in corso da 10 anni, nel campo scolastico, mediatico, dei costumi e dell'esercito, con l'epurazione di centinaia di ufficiali anti-Erdogan e l'esercito sapete che è il bastione della laicità in Turchia.
Ste cazzo di televisione cianciando sempre di centro commerciale ci fanno credere i giovani si facciano ammazzare perchè sono contro una Standa...
si fanno ammazzare perchè vogliono giustamente vivere liberi e non in una "Arabia Saudita sul Bosforo"...
il governo vuole cancellare il parco e farci un'altra moschea, quando ce ne sono già un'infinità
tutto ciò si aggiunge alla islamizzazione strisciante (ma neanche poi tanto strisciante) in corso da 10 anni, nel campo scolastico, mediatico, dei costumi e dell'esercito, con l'epurazione di centinaia di ufficiali anti-Erdogan e l'esercito sapete che è il bastione della laicità in Turchia.
Ste cazzo di televisione cianciando sempre di centro commerciale ci fanno credere i giovani si facciano ammazzare perchè sono contro una Standa...
si fanno ammazzare perchè vogliono giustamente vivere liberi e non in una "Arabia Saudita sul Bosforo"...
Zardoz- Messaggi : 35
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
Farei qualche distinzione tra i casi di protesta che si svolgono nei paesi occidentali, come gli Indignados o Occupy wallstreet, che sono essenzialmente reazioni alla crisi economica avendo nel mirino il neoliberismo e le sue tragiche conseguenze, e ciò che succede in Turchia, che è sbagliato anche accomunarlo alle varie primavere arabe dello scorso anno tutte rivolte contro dittature conclamate o pseudo dittature.
In Turchia è strisciante un processo reazionario al liberalismo laico di Ataturk, che Erdogan revisiona poco a poco instillando nelle regole laiche e liberali norme coraniche, per trasformare la democrazia laica in una parvenza di democrazia mussulmana, che non è la sharia, ma gli si avvicina assai.
Perciò è la perdita di una libertà quasi secolare che scatena la protesta, è il timore che la Turchia, da grande nazione in pieno sviluppo economico, possa vedere gli esiti mortificati da nuove prerogative concesse al clero mussulmano, facendo in pratica fare un passo indietro di anni al kemalismo che Mustafà Kemal Ataturk aveva varato nel 1920.
Erdogan, grande amico di Berlusconi che fu invitato alle nozze della figlia. Quel Berlusconi, che gli amici del cuore come Putin, Erdogan, Bush e al suo tempo pure Gheddafi, se li va proprio a scegliere.
In Turchia è strisciante un processo reazionario al liberalismo laico di Ataturk, che Erdogan revisiona poco a poco instillando nelle regole laiche e liberali norme coraniche, per trasformare la democrazia laica in una parvenza di democrazia mussulmana, che non è la sharia, ma gli si avvicina assai.
Perciò è la perdita di una libertà quasi secolare che scatena la protesta, è il timore che la Turchia, da grande nazione in pieno sviluppo economico, possa vedere gli esiti mortificati da nuove prerogative concesse al clero mussulmano, facendo in pratica fare un passo indietro di anni al kemalismo che Mustafà Kemal Ataturk aveva varato nel 1920.
Erdogan, grande amico di Berlusconi che fu invitato alle nozze della figlia. Quel Berlusconi, che gli amici del cuore come Putin, Erdogan, Bush e al suo tempo pure Gheddafi, se li va proprio a scegliere.
Adam- Messaggi : 609
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
certo che non vogliono vivere in un'arabia saudita sul bosforo. certo che ataturk non è passato invano, ma qui non è questione di buonismo.
e nemmeno di una moschea in più o in meno: semmai dei divieti agli alcolici, dei precetti al vestiario e al divieto di scambiarsi effusioni n luogo pubblico.
il fatto è che la mag-gio-ran-za dei turchi ha votato per erdogan: poco importa che chi lo ha votato sia la parte più retriva del paese, d'altra parte chi ha votato berlusconi, qua da noi, è la parte del paese che approva l'obiezione di coscienza contro la 194, che voleva tenere artificialmente in vita eluana CONTRO la sua volontà, che voleva la ignobile legge 140.
cerchiamo di non fare i laici solo quando fa comodo, please!
e nemmeno di una moschea in più o in meno: semmai dei divieti agli alcolici, dei precetti al vestiario e al divieto di scambiarsi effusioni n luogo pubblico.
il fatto è che la mag-gio-ran-za dei turchi ha votato per erdogan: poco importa che chi lo ha votato sia la parte più retriva del paese, d'altra parte chi ha votato berlusconi, qua da noi, è la parte del paese che approva l'obiezione di coscienza contro la 194, che voleva tenere artificialmente in vita eluana CONTRO la sua volontà, che voleva la ignobile legge 140.
cerchiamo di non fare i laici solo quando fa comodo, please!
rikkitikkitavi- Messaggi : 463
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
A sorpresa la polizia ha assaltato questa sera il parco occupato dagli attivisti che a Istanbul si oppongono al regime di Erdogan. Centinaia di manifestanti feriti e arrestati, tende spazzate via con violenza. Scontri in tutta Istanbul.
La piattaforma Taksim, che riunisce i 116 movimenti della protesta, ha convocato una manifestazione domani pomeriggio a Taksim, proprio mentre il partito di Erdogan terrà un secondo comizio che spera oceanico pure a Istanbul. Su twitter i manifestanti hanno lanciato un appello perchè domani su Piazza Taksim ci sia un milione di persone
da Gezi Solidarity
Il 19° giorno di resistenza turca per la democrazia e la libertà contro il governo JDP, dopo le provocazioni dure PM Erdogan nella sua riunione di partito oggi ad Ankara, la polizia anti-sommossa ha attaccato Gezi Parkı alle 20:50 di questa sera.
Questa sera, dopo le provocazioni di PM Erdogan nella sua riunione di partito fatta ad Ankara, la polizia antisommossa ha iniziato un attacco molto duro su Gezi Parkı con gas lacrimogeni, idranti e proiettili di gomma e bombe a scoppio.
Ci sono centinaia di feriti. La Polizia anche attaccato con proiettili di gomma pure contro il primo piano di Divan Hotel che è usato come un ospedale provvisorio e metropolitana, dove le persone fuggono e le persone inviano messaggi come: "Stiamo morendo qui!"
Esortiamo gli amici del movimento turco, comunità internazionale e l'umanità di avviare ogni azioni efficaci per fermare il governo massacrando e PM di Turchia.
La piattaforma Taksim, che riunisce i 116 movimenti della protesta, ha convocato una manifestazione domani pomeriggio a Taksim, proprio mentre il partito di Erdogan terrà un secondo comizio che spera oceanico pure a Istanbul. Su twitter i manifestanti hanno lanciato un appello perchè domani su Piazza Taksim ci sia un milione di persone
da Gezi Solidarity
Il 19° giorno di resistenza turca per la democrazia e la libertà contro il governo JDP, dopo le provocazioni dure PM Erdogan nella sua riunione di partito oggi ad Ankara, la polizia anti-sommossa ha attaccato Gezi Parkı alle 20:50 di questa sera.
Questa sera, dopo le provocazioni di PM Erdogan nella sua riunione di partito fatta ad Ankara, la polizia antisommossa ha iniziato un attacco molto duro su Gezi Parkı con gas lacrimogeni, idranti e proiettili di gomma e bombe a scoppio.
Ci sono centinaia di feriti. La Polizia anche attaccato con proiettili di gomma pure contro il primo piano di Divan Hotel che è usato come un ospedale provvisorio e metropolitana, dove le persone fuggono e le persone inviano messaggi come: "Stiamo morendo qui!"
Esortiamo gli amici del movimento turco, comunità internazionale e l'umanità di avviare ogni azioni efficaci per fermare il governo massacrando e PM di Turchia.
23,25 - Decine di miglaia di persone stanno marciando sull'autostrada di Istanbul diretti verso piazza Taksim. Da un'altra direzione sono circa 30-40 mila le persone che marciano verso il centro della città provenienti dal quartiere popolare di Gazi. Nella parte asiatica la polizia continua ad attaccare i manifestanti provenienti da Kadikoy con gas lacrimogeni, idranti e spray al peperoncino.
23.55 - I media di sinistra turchi stanno dando conto di una miriade di manifestazioni in alcune decine di città del paese. In alcuni casi i manifestanti hanno realizzato blocchi stradali o si sono concentrati davanti alle sedi del partito di governo Akp. Molti gli episodi di repressione riportati con l'uso da parte della polizia di idranti, lacrimogeni, granate stordenti e addirittura pallottole di gomma. Ad Istanbul un bambino di 5 anni è rimasto gravemente ferito ad un occhio e rischia di perderlo.
L'assalto
Che le presunte aperture del premier Erdogan ai manifestanti fossero null’altro che una trappola era evidente già nelle scorse ore, quando il coordinamento ‘Solidarietà Taksim’ aveva deciso di non abbandonare il parco che il governo vuole trasformare in una colata di cemento. Ed infatti nel pomeriggio di oggi, di nuovo, da parte del capo dei liberal-islamisti dell’Akp era venuto un nuovo ultimatum: “se non lascerete il parco entro domani interverrà la polizia”.
Ma intorno alle 20 e 30, quando nel parco e nella vicina piazza Taksim c'erano decine di migliaia di attivisti e persone arrivate a dal loro manforte dopo l'ennesimo ultimatum, è arrivato l'avvertimento che lo sgombero sarebbe scattato entro dieci minuti con le buone o con le cattive.
Gli attivisti si sono rapidamente preparati a difendere l’occupazione indossando maschere antigas e caschi, ma è apparso subito evidente che quello che i servizi di sicurezza si apprestavano a sferrare contro i dimostranti sarebbe stato l’assalto “finale”. E così è stato ancora più evidente quando un migliaio di agenti in assetto antisommossa sostenuti dagli idranti, dai blindati Toma e dalle ruspe, hanno circondato il parco da tre lati ed hanno improvvisamente cominciato a lanciare sulle tende una quantità impressionante di gas tossico che ha immediatamente spazzato via la maggior parte degli attivisti che avevano cominciato a urlare slogan come "Taksim é dovunque, dovunque é resistenza". Poi immediatamente sono scattati i getti degli idranti che hanno scaraventato a terra anche donne, bambini e anziani.
Moltissimi dei quali non hanno potuto fare altro che scappare dall’assalto in corso, mentre i plotoni di celerini avanzavano distruggendo con violenza tende, suppellettili e strumenti vari usati nelle ultime settimane da chi voleva difendere quel fazzoletto di terra dalla speculazione edilizia e protestava contro un regime la cui ipocrisia è stata riconfermata con il vigliacco attacco di oggi. Alcuni hanno provato a resistere ma sono stati travolti dai poliziotti, i fotografi cacciati a spintoni, giovani attivisti presi a bastonate o scalciati via dopo che avevano perso i sensi per colpa dei gas non avendo fatto in tempo ad indossare la maschera. L'inviata della Rai a Istanbul ha raccontato di soccorritori ai quali è stato impedito di entrare all'interno del parco per soccorrere coloro che erano stati feriti nell'assalto.
Mentre il grosso dei manifestanti che non hanno opposto resistenza si sono allontananti di corsa vista la sproporzione delle forze, i cordoni di polizia stanno avanzando ai margini del parco inseguendo gli attivisti che cercano comunque di rimanere compatti e di non abbandonare completamente il centro di Istanbul. Scontri sporadici sono segnalati nelle vie adiacenti a Taksim e a Istiklal Caddesi. La Polizia ha ormai completamente circondato e blindato Piazza Taksim, picchiando chiunque gli si presenti davanti, mentre le stazioni della metropolitana della piazza sono state chiuse per impedire ad altri attivisti di arrivare e a quelli sgomberati di lasciare la zona. Negli alberghi e in alcuni bar della zona gli attivisti hanno approntato improvvisati punti di pronto soccorso per coloro che sono rimasti feriti e intossicati. La polizia ha attaccato con lacrimogeni e pallottole di gomma il Divan Hotel, all'interno dei quali si sono rifugiati alcune decine di manifestanti, in particolare molti bambini. Tragico quanto ha detto a Kanal+1 Ali Cerkezoglu, Segretario Generale dell'Associazione dei Medici di Istanbul: se la repressione continuerà per un'altra ora, sarà la notte più nera della storia turca. Tutte le infermerie sono sotto attacco. Noi non riusciamo ad aiutare i feriti, abbiamo bisogno urgente di tutti i medici volontari disponibili".
Guya- La Pasionaria
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
siamo in attesa delle dichiarazioni di emma nostra trasformista, ministressa degli esteri.
rikkitikkitavi- Messaggi : 463
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Il bilancio della notte
Gli scontri tra polizia e manifestanti dopo lo sgombero del parco Gezi a Istanbul sono continuati per tutta la notte in una decina di città turche. Proteste e scontri sono avvenuti nelle principali città, molto violenti nella capitale, dove decine di migliaia di persone hanno di nuovo chiesto le dimissioni del governo. A Istanbul i manifestanti hanno eretto barricate e appiccato falò ai rifiuti. I media turchi indipendenti parlano di una delle peggiori notti di violenza da quando sono cominciate, due settimane fa, le proteste anti-governative nel Paese euroasiatico. La protesta sembra tutt'altro che sedata considerato che i movimenti di lotta hanno fatto appello ai turchi affinché scendano in piazza in maniera massiccia riempiendo Piazza Taksim. Inoltre oggi a Istanbul é attesa anche una manifestazione di sostenitori del premier, Recep Tayyip Erdogan, dopo quella di ieri ad Ankara. Da parte sua il principale sindacato dei dipendenti pubblici, il Kesk, ha annunciato uno sciopero generale per domani, lunedì al quale potrebbe aggiungersi l'altro sindacato di sinistra, il Disk.
A Istanbul nella notte sono state divelte recinzioni metalliche, pietre dal selciato e cartelloni pubblicitari. Migliaia di persone di diversi quartieri di Istanbul sono uscite all'alba in strada per tentare di arrivare verso piazza Taksim, isolata dalla polizia. Passata la mezzanotte ora locale, gli scontri con la polizia hanno cominciato a estendersi in vari distretti della capitale e nel quartiere di Cihangir, vicino a Taksim, dove sono state erette barricate. Arrivata la luce del giorno varie migliaia di persone della parte asiatica di Istanbul hanno attraversato il ponte sul Bosforo per dirigersi verso Taksim, dopo che per varie ore era stato loro impedito dalla polizia con lanci di lacrimogeni e spray al peperoncino. La polizia ha schierato un imponente numero di agenti attorno alla piazza e impedisce a chiunque di avvicinarsi. E intanto in varie parti della città sono cominciati a vedersi unità della gendarmeria turca, un corpo di polizia militarizzato, una novità rispetto ai giorni scorsi. All'alba gruppi di manifestanti hanno anche bloccato la strada principale che porta dalla città all'aeroporto Ataturk.
Intanto i rappresentanti del movimento di protesta hanno accusato il premier Recep Tayyip Erdogan di "schiacciare il popolo per soddisfare le sue ambizioni autoritarie": "Condanniamo la violenza contro le donne, i bambini e gli anziani che stavano nel parco", hanno denunciato in un comunicato. La Piattaforma Solidarietà Taksim, il collettivo di organizzazioni che ha coordinato le proteste, ha anche condannato la brutale repressione della polizia nella piazza e a parco Gezi, aggiungendo che "decine di persone" sono rimaste ferite da pallottole di gomma e non sono potute andare in ospedale" (una versione questa che contrasta con quella data dalle autorità, secondo cui sono rimaste ferite 'solo' 44 persone). Il governatore di Istanbul "ha perso credibilità", é la denuncia, e la polizia ha usato "una violenza da zona di guerra" nelle cariche contro la folla di manifestanti.
A Istanbul nella notte sono state divelte recinzioni metalliche, pietre dal selciato e cartelloni pubblicitari. Migliaia di persone di diversi quartieri di Istanbul sono uscite all'alba in strada per tentare di arrivare verso piazza Taksim, isolata dalla polizia. Passata la mezzanotte ora locale, gli scontri con la polizia hanno cominciato a estendersi in vari distretti della capitale e nel quartiere di Cihangir, vicino a Taksim, dove sono state erette barricate. Arrivata la luce del giorno varie migliaia di persone della parte asiatica di Istanbul hanno attraversato il ponte sul Bosforo per dirigersi verso Taksim, dopo che per varie ore era stato loro impedito dalla polizia con lanci di lacrimogeni e spray al peperoncino. La polizia ha schierato un imponente numero di agenti attorno alla piazza e impedisce a chiunque di avvicinarsi. E intanto in varie parti della città sono cominciati a vedersi unità della gendarmeria turca, un corpo di polizia militarizzato, una novità rispetto ai giorni scorsi. All'alba gruppi di manifestanti hanno anche bloccato la strada principale che porta dalla città all'aeroporto Ataturk.
Intanto i rappresentanti del movimento di protesta hanno accusato il premier Recep Tayyip Erdogan di "schiacciare il popolo per soddisfare le sue ambizioni autoritarie": "Condanniamo la violenza contro le donne, i bambini e gli anziani che stavano nel parco", hanno denunciato in un comunicato. La Piattaforma Solidarietà Taksim, il collettivo di organizzazioni che ha coordinato le proteste, ha anche condannato la brutale repressione della polizia nella piazza e a parco Gezi, aggiungendo che "decine di persone" sono rimaste ferite da pallottole di gomma e non sono potute andare in ospedale" (una versione questa che contrasta con quella data dalle autorità, secondo cui sono rimaste ferite 'solo' 44 persone). Il governatore di Istanbul "ha perso credibilità", é la denuncia, e la polizia ha usato "una violenza da zona di guerra" nelle cariche contro la folla di manifestanti.
Guya- La Pasionaria
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L'occupazione (militare) di Istanbul
ore 20.30 Resoconto della giornata di Serena Tarabini
Il dato di oggi è che mentre i sostenitori di Erdogan si sono potuti agevolmente radunare in centinai di migliaia nel luogo prestabilito, alle altrettante centinaia di migliaia di persone che avrebbero voluto scendere in piazza per protestare contro lo sgombero di Gezi Park e contestare Erdogan, è stato militarmente impedito di fare alcunchè. Tonnellate di lacrimogeni potentissimi sono stati riversati in tutti i luoghi della città dove vi erano tentativi di di radunarsi e i dimostranti sistematicamente caricati e dispersi.
Fin dal mattino è stato chiaro che le intenzioni del governo erano queste, con l'attacco alle poche centinaia di persone rimaste davanti al Divan Hotel , e la massiccia presenza di forsze di polizia lungo via Istiklal che molto prima delle 16, orario lanciato dalla Piattaforma di solidarietà di Taxim, hanno disperso con la forza qualsiasi forma di aggregazione.
In questo momento Taxim e Gezi Park sono un deserto e la città è letteralmente sotto occupazione militare: polizia ovunque, elicotteri in perlustrazione, aria irrespirabile. I gruppi di manifestanti sono sempre più dispersi e sparuti. Una lotta impari. Una democrazia sotto assedio. Non mancano le resistenze. In alcuni quartieri ancora si costruiscono barricate, i tifosi del çarsi Besiktas , quelli che nel corso di queste settimane hanno portato avanti gli scontri più duri, hanno convocato un presidio nel loro quartiere. Si manifesta, sempre fortemente repressi, in città come Ankara e Izmir. Domani lo sciopero di diverse sigle sindacali del pubblico impiego. Questa notte chissà.
La diretta del 16 giugno
ore 20 Serena Tarabini al telefono "Istanbul è in stato di assedio. Una vera e propria occupazione militare del territorio sta rendendendo impossibile muoversi. I gas sono lanciati ovunque, non solo contro i manifestanti. L'aria è irrespirabile. Sembra di stare a Beirut
ore 19.30 I tifosi del Besiktas si concentrano nel loro quartiere contro gli arresti di massa.
ore 19 Barricate in molti quartieri. Le ruspe del governo e la polizia attacca ogni assembramento di manifestanti.
ore 17,20 "Diversi testimoni oculari parlano della presenza dell'esercito nelle strade, una notizia molto strana e inquietante. Nonostante le cariche aumenta la gente per strada e le barricate. C'é un appuntamento a Besiktas per le nove"
ore 17,00 Inizia la manifestazione di Erdogan e dell'Akp: scenografia spettacolare, musica, gigantografia del premier. Intanto continua la repressione del movimento a cui è impedito di manifestare
ore 16,35 Serena Tarabini: "Il movimento prova a concentrarsi tra Istiklal, Osmanbey e piazza Besisktas. Le continue cariche della polizia e i lanci di lacrimogeni le disperdono da un luogo all'altro. Nel centro di Istanbul c'è il caos: è pericoloso infilarsi nelle strade laterali, dietro ogni angolo potrebbe esserci un plotone di polizia pronto a caricare"
ore 16,20 Serena Tarabini al telefono da Istanbul racconta: "la polizia non fa concentrare i manifestanti che si muovono da un punto all'altro. Cariche, lacrimogeni e caccia all'uomo. Di fatto oggi al movimento è impedito di manifestare mentre Erdogan scende in piazza. La situazione è molto pericolosa e confusa, già abbiamo assistito a diversi arresti anche di giornalisti"
ore 16,10 gli scontri si sono spostati a piazza Besisktas: cariche e resistenza. L'obiettivo della polizia sembra essere quello di non far concentrare il movimento. Incidenti tutto attorno a piazza Taksim. "Saremo un milione e ci riconquisteremo la piazza del movimento"
ore 16,00 Taksim Solidarity ha fatto appello ai cittadini: "Lasciate fuori le abitazioni scarpe, asciugamani bagnati e vestiti puliti". Interrotti i mezzi pubblici verso la zona delle manifestazioni. Continuano gli scontri su Istiklal: cariche con i blindati e massicci lanci di lacrimogeni.
ore 15,40 decine di migliaia di persone affluiscono verso il centro di Istanbul: impossibile entrare a piazza Taksim o a Gezi Park blindate. Almeno 10,000 persone in corteo da Besisktas.
ore 15.00 Il prefetto di Istanbul ha annunciato il coprifuoco
ore 14.00 Ricomiciati scontri su Istiklal. Cariche e lacrimogeni
ore 13.30 Global Project denuncia come la polizia stia mettendo agenti chimici nei serbatoi degli idranti
Il dato di oggi è che mentre i sostenitori di Erdogan si sono potuti agevolmente radunare in centinai di migliaia nel luogo prestabilito, alle altrettante centinaia di migliaia di persone che avrebbero voluto scendere in piazza per protestare contro lo sgombero di Gezi Park e contestare Erdogan, è stato militarmente impedito di fare alcunchè. Tonnellate di lacrimogeni potentissimi sono stati riversati in tutti i luoghi della città dove vi erano tentativi di di radunarsi e i dimostranti sistematicamente caricati e dispersi.
Fin dal mattino è stato chiaro che le intenzioni del governo erano queste, con l'attacco alle poche centinaia di persone rimaste davanti al Divan Hotel , e la massiccia presenza di forsze di polizia lungo via Istiklal che molto prima delle 16, orario lanciato dalla Piattaforma di solidarietà di Taxim, hanno disperso con la forza qualsiasi forma di aggregazione.
In questo momento Taxim e Gezi Park sono un deserto e la città è letteralmente sotto occupazione militare: polizia ovunque, elicotteri in perlustrazione, aria irrespirabile. I gruppi di manifestanti sono sempre più dispersi e sparuti. Una lotta impari. Una democrazia sotto assedio. Non mancano le resistenze. In alcuni quartieri ancora si costruiscono barricate, i tifosi del çarsi Besiktas , quelli che nel corso di queste settimane hanno portato avanti gli scontri più duri, hanno convocato un presidio nel loro quartiere. Si manifesta, sempre fortemente repressi, in città come Ankara e Izmir. Domani lo sciopero di diverse sigle sindacali del pubblico impiego. Questa notte chissà.
La diretta del 16 giugno
ore 20 Serena Tarabini al telefono "Istanbul è in stato di assedio. Una vera e propria occupazione militare del territorio sta rendendendo impossibile muoversi. I gas sono lanciati ovunque, non solo contro i manifestanti. L'aria è irrespirabile. Sembra di stare a Beirut
ore 19.30 I tifosi del Besiktas si concentrano nel loro quartiere contro gli arresti di massa.
ore 19 Barricate in molti quartieri. Le ruspe del governo e la polizia attacca ogni assembramento di manifestanti.
ore 17,20 "Diversi testimoni oculari parlano della presenza dell'esercito nelle strade, una notizia molto strana e inquietante. Nonostante le cariche aumenta la gente per strada e le barricate. C'é un appuntamento a Besiktas per le nove"
ore 17,00 Inizia la manifestazione di Erdogan e dell'Akp: scenografia spettacolare, musica, gigantografia del premier. Intanto continua la repressione del movimento a cui è impedito di manifestare
ore 16,35 Serena Tarabini: "Il movimento prova a concentrarsi tra Istiklal, Osmanbey e piazza Besisktas. Le continue cariche della polizia e i lanci di lacrimogeni le disperdono da un luogo all'altro. Nel centro di Istanbul c'è il caos: è pericoloso infilarsi nelle strade laterali, dietro ogni angolo potrebbe esserci un plotone di polizia pronto a caricare"
ore 16,20 Serena Tarabini al telefono da Istanbul racconta: "la polizia non fa concentrare i manifestanti che si muovono da un punto all'altro. Cariche, lacrimogeni e caccia all'uomo. Di fatto oggi al movimento è impedito di manifestare mentre Erdogan scende in piazza. La situazione è molto pericolosa e confusa, già abbiamo assistito a diversi arresti anche di giornalisti"
ore 16,10 gli scontri si sono spostati a piazza Besisktas: cariche e resistenza. L'obiettivo della polizia sembra essere quello di non far concentrare il movimento. Incidenti tutto attorno a piazza Taksim. "Saremo un milione e ci riconquisteremo la piazza del movimento"
ore 16,00 Taksim Solidarity ha fatto appello ai cittadini: "Lasciate fuori le abitazioni scarpe, asciugamani bagnati e vestiti puliti". Interrotti i mezzi pubblici verso la zona delle manifestazioni. Continuano gli scontri su Istiklal: cariche con i blindati e massicci lanci di lacrimogeni.
ore 15,40 decine di migliaia di persone affluiscono verso il centro di Istanbul: impossibile entrare a piazza Taksim o a Gezi Park blindate. Almeno 10,000 persone in corteo da Besisktas.
ore 15.00 Il prefetto di Istanbul ha annunciato il coprifuoco
ore 14.00 Ricomiciati scontri su Istiklal. Cariche e lacrimogeni
ore 13.30 Global Project denuncia come la polizia stia mettendo agenti chimici nei serbatoi degli idranti
Guya- La Pasionaria
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
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Guya- La Pasionaria
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
rikkitikkitavi ha scritto:siamo in attesa delle dichiarazioni di emma nostra trasformista, ministressa degli esteri.
mah.. sinceramente temo proprio l'intervento dei buoni... perchè la Syria, è così vicina che...
Guya- La Pasionaria
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
alcune belle, e significative, immagini della protesta in Turchia... a cui allego in calce un Comunicato inoltrato ieri da Amnesty International
"COMUNICATO URGENTE DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA SITUAZIONE IN TURCHIA [LA TRADUZIONE IN ITALIANO E' SUBITO DOPO IL TESTO IN TURCO] ULUSLARARASI AF ÖRGÜTÜ "DÜN AKŞAM İÇİN BİR KEZ DAHA ERDOĞAN VE KUMANDA IN görülmemiş şiddet ve anlamsız [...]
"DENUNCIAMO ANCORA UNA VOLTA LA VIOLENZA INAUDITA E IMMOTIVATA DELLA POLIZIA TURCA AL COMANDO DI ERDOGAN CHE IERI SERA E PER TUTTA LA NOTTE HA MASSACRATO NON SOLO MANIFESTANTI, MA CITTADINI PERCHE' SEMPLICEMENTE A PASSAGGIO CON LE LORO FAMIGLIE IN GEZI PARK E NELLE ZONE LIMITROFE A PIAZZA TASKIM.
LA POLIZIA HA ATTACCATO DOPO UN BREVE PREAVVISO CON ALTROPARLANTE E SUBITO SONO INIZIATE LE MANGANELLATE, GLI ARRESTI INDISCRIMINATI, LA DISTRUZIONE DI OGNI PRESIDIO, TENDA E MATERIALE DI QUANTI ACCAMPATI PACIFICAMENTE A GEZI PARK. PROTESTIAMO PER QUANTO AFFERMATO DAL PM ERDOGAN POCO PRIMA DELL'ATTACCO DELLA POLIZIA, DOVE DEFINISCE UN'INTERA POPOLAZIONE COME 'UN PICCOLO NUMERO DI TERRORISTI COMPLOTTISTI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI' ".
DOBBIAMO ANCHE DEPLORARE E CHIEDERE IMMEDIATE INCHIESTE INTERNAZIONALI SULL'USO DI SOSTANZE CHIMICHE TOSSICHE AGGIUNTE ALL'ACQUA DEI CANNONI IDRANTI.
DENUNCIAMO LA PERSECUZIONE FISICA CON BOTTE E MINACCE DA PARTE DELLA POLIZIA TURCA NEI CONFRONTI DI MEDICI CHE STAVANO PRESTANDO SOCCORSI AI FERITI ANCHE GRAVI, CERCATI UNO AD UNO NEGLI HOTELS E NEGOZI NEI PRESSI DI PIAZZA TASKIM.
********** INFORMIAMO CHE A CAUSA DELLA DURA REPRESSIONE ATTUATA IERI SERA E QUESTA NOTTE DALLA POLIZIA RISULTANO DISPERSI 13 BAMBINI E UN NUMERO IMPRECISATO DI MINORI VIENE SEGNALATO ALLA RICERCA DEI PROPRI GENITORI SPARITI ********
AMNESTY INTERNATIONAL SEGRETARIATO INTERNAZIONALE LONDRA"
Guya- La Pasionaria
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L’uomo in piedi non si china. E la non-violenza dilaga
È partito come un atto individuale quello del performer Erdem Gündüz che lunedì sera è rimasto immobile per ore di fronte al centro culturale Atatürk in piazza Taksim a Istanbul per protestare contro lo sgombero del Parco Gezi e la repressione delle manifestazioni contro il governo che stanno attraversando tutto il paese, ma presto molti altri prima a piazza Taksim poi, durante la giornata di ieri, in molti altre zone della città e nel resto della Turchia si sono uniti alla sua protesta pacifica, tra loro anche i deputati del pro-curdo Partito della democrazia e della pace che ieri in parlamento per cinque minuti hanno dato vita a una azione simile a quella di Erdem Gündüz.
#Duranadam, l'uomo che sta fermo
Nessuno slogan, nessun movimento, solo una persona in piedi a guardare due simboli intoccabili del paese. Nel giro di alcune ore il silenzio e l’immobilità dell’uomo si sono moltiplicati. Su twitter l’hashtag #duranadam (in turco, l’uomo che sta fermo) è divenuto presto il più condiviso sulla piattaforma internet.
A Taksim sono comparse centinaia di persone, pronte ad imitare la protesta silenziosa di Gündüz. Ad Ankara una donna ha iniziato a sostare nel punto in cui è stato colpito Ethem Sarısülük, uno dei quattro manifestanti uccisi durante le mobilitazioni degli scorsi giorni. Altre persone sono rimaste in piedi nel punto in cui venne assassinato il giornalista turco-armeno Hrant Dink nel 2007.
“La mia reazione è rivolta ai media”, ha detto Gündüz al termine della sua “dimostrazione” che ha interrotto dopo otto ore “per non causare problemi alle persone”, avendo visto “le forze speciali prepararsi a intervenire”. “Sono morte quattro persone, ma i media non ne hanno parlato. Io voglio che il sistema cambi, non mi basta che il governo si dimetta. Qui si sta lanciando un grido, ma non lo vogliono sentire. (…) Io sono una persona, ma ‘l’uomo che sta fermo’, non è solo una persona, è un simbolo. Domani potrà sostituirmi qualcun altro”.
#Duranadam, l'uomo che sta fermo
Nessuno slogan, nessun movimento, solo una persona in piedi a guardare due simboli intoccabili del paese. Nel giro di alcune ore il silenzio e l’immobilità dell’uomo si sono moltiplicati. Su twitter l’hashtag #duranadam (in turco, l’uomo che sta fermo) è divenuto presto il più condiviso sulla piattaforma internet.
A Taksim sono comparse centinaia di persone, pronte ad imitare la protesta silenziosa di Gündüz. Ad Ankara una donna ha iniziato a sostare nel punto in cui è stato colpito Ethem Sarısülük, uno dei quattro manifestanti uccisi durante le mobilitazioni degli scorsi giorni. Altre persone sono rimaste in piedi nel punto in cui venne assassinato il giornalista turco-armeno Hrant Dink nel 2007.
“La mia reazione è rivolta ai media”, ha detto Gündüz al termine della sua “dimostrazione” che ha interrotto dopo otto ore “per non causare problemi alle persone”, avendo visto “le forze speciali prepararsi a intervenire”. “Sono morte quattro persone, ma i media non ne hanno parlato. Io voglio che il sistema cambi, non mi basta che il governo si dimetta. Qui si sta lanciando un grido, ma non lo vogliono sentire. (…) Io sono una persona, ma ‘l’uomo che sta fermo’, non è solo una persona, è un simbolo. Domani potrà sostituirmi qualcun altro”.
Guya- La Pasionaria
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Re: Istanbul: la protesta diventa rivolta
Condor ha scritto: una interessante discussione: l'etica nasce con l'uomo, cresce e muore con l'uomo, è la sua inseparabile compagna: non vi è etica senza umanità.
Vedendo la foto in questione, talvolta penso che l'etica non sia mai nata con l'uomo e che non ci possa essere umanità senza etica.
No, cari amici, non ci siamo proprio!
La discussione è interessante, ma anche antica, e ha già diverse posizioni ben strutturate - non parlo del rapporto tra etica e umanità come problema, data l'ovvietà di una dimensione etica che è intrinsecamente connessa con la coscienza e con "l'essere uomini".
C'è da fare i conti, semmai, con lo scivolamento nel luogo comune, che ha falsato il senso della parola "etica", facendolo diventare una specie di sinonimo tout court del concetto di "buono" e di "giusto", un poco più oggettivo e tendenzialmente "assoluto" rispetto a quello più relativo della "morale".
C'è in effetti, nell'etica, un rapporto con il buono, il giusto e, aggiungiamo, l'utile, ma non nel senso univoco e praticamente tautologico che gli si dà abitualmente.
Per esempio, era norma eticamente condivisa l'esposizione dei neonati deformi, o la giustizia basata sulla vendetta da parte dei familiari della vittima, o il rapporto padronale tra padre e figli o tra marito e moglie, anche laddove la morale personale di tipo affettivo poteva far sentire questa normativa come dolorosa o poteva spingere a mitigarne alcuni aspetti.
Per non parlare, naturalmente, dell'etica più universale tra tutte, che ha sempre distinto la condanna dell'omicidio privato dall'esaltazione di quello militare, definito in termini di "eroismo".
Abbiamo insomma a che fare con un fenomeno che in altre epoche ha assunto nomi diversi, e che nei tempi più recenti si manifesta nell'esistenza della "deontologia professionale".
In pratica, quel poliziotto che vediamo alzare lo scarpone sulla faccia del disgraziato steso a terra, obbedisce alla propria deontologia: in casi simili, italiani, capita in continuazione di sentire la giustificazione di celerini che si difendono dicendo "stavamo facendo il nostro lavoro".
Lo stesso vale per tutte le azioni nefande commesse in nome del "bene collettivo" (spionaggio, repressioni, torture, ricatti) contro un reale o immaginario terrorismo.
Lo stesso vale per la deontologia affaristica, che può disruggere l'ambiente o provocare malattie, sofferenze, genocidi.
Il Processo di Norimberga ha segnato una tappa importante, così come la Dichiarazione Universale dei Diritti, verso il superamento di questo tipo di discrasie etiche, ma la prassi politica stenta moltissimo a seguire questa strada, perché la frammentazione "professionale" torna estremamente utile, sia come instrumentum regni, da parte dei governi, sia come meccanismo economico, soprattutto quello fondato sull'ideologia dello "sviluppo".
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