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Io non ci capisco niente, e voi?

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Messaggio Da cireno Dom 01 Dic 2013, 09:20

Io continuo ad osservare i movimenti di Grillo e quelli dei suoi eletti, li osservo nel senso di ascoltarli e non mi riece di trovare il senso ultimo delle loro azioni. Sono anti-sistema? No, a loro questo sistema liberista va benissimo e non a caso il 50%, è stato calcolato da esperti in sondaggi, del loro elettorato è di destra(transfughi PDL ma specialmente della Lega). Cosa vogliono allora? Be intanto, demolire tutti quelli che non sono grillini. Stamane un loro deputato, Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera fra l’altro, interrogato da Omnibus (La7) sul confronto dei tre candidati piddini, ha risposto con una notevole arroganza “ma vi pare che io possa guardare quei tre? Due li vedo in Parlamento e fanno il contrario di quello che dicono, l’altro parla parla ma poi in Comune ci va pochissimo a lavorare. Gente che non mi interessa”. Ecco, questa è l’alterigia dei fessi, di solito, di quelli che appena mettono due righe sul cappello pensano di poter camminare sugli altri. Ma chi sarà mai questo Luigi Di Maio? Dice la sua biografia: 27 anni, studente di giurisprudenza, ha tentato la via giornalistica, poi ha provato entrare nel mondo del cinema come aiuto regista di un film, poi ha fondato un’associazione di studenti di giurisprudenza, e finalmente è arrivato il carrozzone grillino e salendoci sopra ha trovato la sua strada.  Per quello che ha dimostrato nei  suoi primi 27 anni di vita non mi sembra sia uno che può salire su una sedia e distribuire giudizi e sberleffi ai colleghi ma comunque così è, sarà la sua dirompente napolinetà (è nato a Avellino).

Ma aprte ciò, che poi mi interessa ben poco, cosa vogliono questi del movimento grilino?  Al governo insieme ad altri non ci vogliono andare, Grillo dice che governerà quando il M5S avrà il 51%, cioè mai. Quindi? Io non so dare risposte, ho discusso anche con un mio figlio grillino e lui mi ha ripetuto dieci volte “governeremo quando avremo noi la maggioranza, da soli”. Io gli ho risposto che anche Hitler e Mussolini hanno voluto governare da soli, e mio figlio mi ha risposto “Chi? Ma che c’entra?”. OK, viva Grillo, e viva chi sa cosa vuole fare. Voi avete capito qualcosa più di me sul problema?
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Messaggio Da Rom Mar 03 Dic 2013, 07:45

Hai descritto bene lo scenario: questa è già una forma di comprensione, almeno sul piano antropologico.
Su quello politico forse dobbiamo aspettare che facciano qualcosa. Per il momento c'è solo da immaginare, sulla base di indizi.
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Messaggio Da einrix Mar 03 Dic 2013, 09:46

Grillo ha raccolto le messi seminate da Travaglio, Stella, e quanti altri, provenienti da quel mondo giornalistico che protegge da sempre gli affari di Lor Signori e che gli ha suggerito di fare. Anzi, li ha messi sulla buona strada, dandogli i mezzi ed il supporto, tanto da mascherarne gli intenti.
Lo scopo era il mal comune mezzo gaudio, quando loro erano immersi nella melma fino al collo con la politica dei blocchi che crollando liberava l'opposizione di sinistra dai vincoli NATO, e la DC che teneva assieme il suo interclassismo con la chiesa e la paura del comunismo, finiva per non avere più le sue ragioni di essere.
Tra l'altro, anche il comunismo mostrava tutte le crepe del tempo e la catarsi di un paese, l'Unione Sovietica, che stava stramazzando a terra colpita da morte improvvisa.
In quel bailame la sola politica per sconfiggere le sinistre era proprio quella che andava da un Berlusconi, a un Bossi, ad uno stesso Di Pietro. Ed i piccoli litigi interni al Giornale, tra la proprietà e Montanelli, potevano trasformarsi in quella virtù che ne è uscita fuori con Travaglio.
 
Ora, non c'è voluto nulla perché un comico come Grillo, ma avrebbe potuto essere Crozza o chiunque altro, che per mestiere da giullare criticava il sistema, saltasse alla gola del padrone che lo aveva pasciuto, per quelle piccole recriminazioni che rappresentano la tristezza di tutta una vita. E così è stato. Trascinato da Di Pietro che gia si serviva dello studio del suo sodale (Casaleggio), per la propaganda. E avvicinato da quest'ultimo per completare il giro degli affari, ecco che Grillo emerge dal suo blog come una Giovanna D'Arco della purezza, prima ecologista, e poi moralizzatrice della immonda politica. Proprio quello che ci voleva e che a Parma ha fatto il suo battesimo del fuoco.
 
Se volete, è la figura di Casaleggio che dai più viene posta dopo, quella che manovra sulla linea Grillo, che lo avvicina e lo convince a scendere in campo, insieme a Di Pietro, a Piazza Navona, dove si salda il meccanismo col V-day, per degli scopi psicopolitici che potrebbero avere qualsiasi tipo di matrice, e nascondere qualsiasi tipo di interesse, sino a poter essere quell'arma segreta, scappatagli di bocca a Berlusconi, in piena depressione e bisogno d'autostima.
 
In che misura, in questo garbuglio ci sia Travaglio, o ci sia finito dentro per ragioni di coerenza, non è dato sapere, ma è così che scatta l'insperata fortuna del M5S, che altrimenti sarebbe partito con le polveri bagnate, senza la preparazione del clima su cui la grande stampa ha lavorato a lungo, stipando barili di tritolo sa far esplodere sotto i piedi della società italiana che così è deflagrata proprio quando avrebbe dovuto incoronare la sinistra di Vendola e Bersani alla guida del paese.
 
Con altra tecnica, ma stessa finalità, fu azzoppata la macchina da guerra di Occhetto, sempre dagli stessi ben interessati Lor Signori.
 
O credete che certe cose succedano per caso?
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Messaggio Da Lara Mar 03 Dic 2013, 13:21

einrix ha scritto:Grillo ha raccolto le messi seminate da Travaglio, Stella, e quanti altri, provenienti da quel mondo giornalistico che protegge da sempre gli affari di Lor Signori e che gli ha suggerito di fare. Anzi, li ha messi sulla buona strada, dandogli i mezzi ed il supporto, tanto da mascherarne gli intenti.
Lo scopo era il mal comune mezzo gaudio, quando loro erano immersi nella melma fino al collo con la politica dei blocchi che crollando liberava l'opposizione di sinistra dai vincoli NATO, e la DC che teneva assieme il suo interclassismo con la chiesa e la paura del comunismo, finiva per non avere più le sue ragioni di essere.
Tra l'altro, anche il comunismo mostrava tutte le crepe del tempo e la catarsi di un paese, l'Unione Sovietica, che stava stramazzando a terra colpita da morte improvvisa.
In quel bailame la sola politica per sconfiggere le sinistre era proprio quella che andava da un Berlusconi, a un Bossi, ad uno stesso Di Pietro. Ed i piccoli litigi interni al Giornale, tra la proprietà e Montanelli, potevano trasformarsi in quella virtù che ne è uscita fuori con Travaglio.
 
Ora, non c'è voluto nulla perché un comico come Grillo, ma avrebbe potuto essere Crozza o chiunque altro, che per mestiere da giullare criticava il sistema, saltasse alla gola del padrone che lo aveva pasciuto, per quelle piccole recriminazioni che rappresentano la tristezza di tutta una vita. E così è stato. Trascinato da Di Pietro che gia si serviva dello studio del suo sodale (Casaleggio), per la propaganda. E avvicinato da quest'ultimo per completare il giro degli affari, ecco che Grillo emerge dal suo blog come una Giovanna D'Arco della purezza, prima ecologista, e poi moralizzatrice della immonda politica. Proprio quello che ci voleva e che a Parma ha fatto il suo battesimo del fuoco.
 
Se volete, è la figura di Casaleggio che dai più viene posta dopo, quella che manovra sulla linea Grillo, che lo avvicina e lo convince a scendere in campo, insieme a Di Pietro, a Piazza Navona, dove si salda il meccanismo col V-day, per degli scopi psicopolitici che potrebbero avere qualsiasi tipo di matrice, e nascondere qualsiasi tipo di interesse, sino a poter essere quell'arma segreta, scappatagli di bocca a Berlusconi, in piena depressione e bisogno d'autostima.
 
In che misura, in questo garbuglio ci sia Travaglio, o ci sia finito dentro per ragioni di coerenza, non è dato sapere, ma è così che scatta l'insperata fortuna del M5S, che altrimenti sarebbe partito con le polveri bagnate, senza la preparazione del clima su cui la grande stampa ha lavorato a lungo, stipando barili di tritolo sa far esplodere sotto i piedi della società italiana che così è deflagrata proprio quando avrebbe dovuto incoronare la sinistra di Vendola e Bersani alla guida del paese.
 
Con altra tecnica, ma stessa finalità, fu azzoppata la macchina da guerra di Occhetto, sempre dagli stessi ben interessati Lor Signori.
 
O credete che certe cose succedano per caso?
Oh, mio Dio, Einrix, è questo che hai creduto di capire?
Un bel complotto di giornalisti? Come al solito, la colpa è di chi ne parla, non di chi ruba e sperpera.
Io sono senza parole. Non ho più voglia di scrivere da diverso tempo di fronte a tanta sicumera ed a un tale travisamento della realtà.
Pare che a te e a tanti altri interessi solo che la stampa indipendente non vi rompa il giocattolo, non scoperchi nulla che ostacoli l' "incoronazione" della sinistra.
E derubricare  il sacco del paese a "quelle piccole recriminazioni che rappresentano la tristezza di tutta una vita"  chiude il discorso.
Insomma, questa Italia disastrata è solo la rappresentazione disonesta di quattro giornalisti catastrofisti e venduti e l'immagine dello scontento psicologico di qualche soggetto fragile e perdente.
Amen.
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Messaggio Da tessa Mar 03 Dic 2013, 17:32

Era pure scritto piccolo piccolo, non si leggeva niente...

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Messaggio Da Rom Mar 03 Dic 2013, 17:35

Lara ha scritto:Un bel complotto di giornalisti? Come al solito, la colpa è di chi ne parla, non di chi ruba e sperpera.
.. .E derubricare  il sacco del paese a "quelle piccole recriminazioni che rappresentano la tristezza di tutta una vita"  chiude il discorso.
Insomma, questa Italia disastrata è solo la rappresentazione disonesta di quattro giornalisti catastrofisti e venduti e l'immagine dello scontento psicologico di qualche soggetto fragile e perdente.
Insomma, una variante della nota filastrocca - i sette re di Roma erano sei, di questi cinque i principali tre erano due: Romolo.
Sempre e soltanto Romolo.

Nella rappresentazione di Einrix ci sono elementi condivisibili, per quanto riguarda l'influenza della comunicazione nel formarsi della coscienza collettiva: del resto, si tratta di una tautologia, perché la comunicazione fa parte della coscienza collettiva, essendone allo stesso tempo causa ed effetto.
Certo, vedere in Travaglio o in Grillo un fattore scatenante di una fenomenologia sembra francamente bislacco. Diverso e più adeguato sarebbe considerarli come sintomi di un stato patologico, del quale analizzare la complessità e le responsabilità generalizzate.
Un'analisi, questa, che si può svolgere secondo due criteri diversi: la ricerca del "pieno", e la ricerca del "vuoto", che non sono tra loro contrapposte, ma sono invece espressione di una differente scala gerarchica di causa-effetto.
La teoria del "pieno" cerca ed enumera gli attori e i fatti, nella loro contiguità e densità.
Quella del "vuoto" - che io nettamente preferisco - cerca di individuare l'assenza: ciò che viene a mancare e genera l'insorgere o l'eventuale prevalere di fenomeni che fino a quel momento erano stati tenuti sotto controllo, arginati o annullati.

Naturalmente, anche il "vuoto" ha una causa o comunque una storia: ma è difficile rendere credibile che un singolo personaggio o una ristretta banda di cospiratori siano in grado di creare un vuoto nella coscienza collettiva. Ciò costringe a spersonalizzare i fenomeni e a riconsegnarli a una dimensione sociale, assai più realistica - anche se, come tale, più complicata e probabilmente meno consolatoria.
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Messaggio Da einrix Mar 03 Dic 2013, 20:23

Lara ha scritto:Oh, mio Dio, Einrix, è questo che hai creduto di capire?
Un bel complotto di giornalisti? Come al solito, la colpa è di chi ne parla, non di chi ruba e sperpera.
Io sono senza parole. Non ho più voglia di scrivere da diverso tempo di fronte a tanta sicumera ed a un tale travisamento della realtà.
Pare che a te e a tanti altri interessi solo che la stampa indipendente non vi rompa il giocattolo, non scoperchi nulla che ostacoli l' "incoronazione" della sinistra.
E derubricare  il sacco del paese a "quelle piccole recriminazioni che rappresentano la tristezza di tutta una vita"  chiude il discorso.
Insomma, questa Italia disastrata è solo la rappresentazione disonesta di quattro giornalisti catastrofisti e venduti e l'immagine dello scontento psicologico di qualche soggetto fragile e perdente.
Amen.
- Si, è questo quello che ho capito.
- Di stampa indipendente non ce n'è, come non c'è la fata Turchina.
- L'Italia non è disastrata per quattro giornalisti, ma perché ruba troppo, evade le tasse e non lavora abbastanza.
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Messaggio Da einrix Mar 03 Dic 2013, 21:48

Speciale per Lara che difende questi giornalisti:
 
Questo è un bell'esempio di giornalismo di merda: non saprei trovare un'altra parola adatta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/03/decadenza-berlusconi-violante-contro-il-pd-non-ha-difeso-i-suoi-diritti/800030/
Leggetevelo, e se capite, bene, se non capite, pazienza, non sarete né i primi e neppure gli ultimi. In fondo lo scopo del giornale è proprio quello.
 
Con Violante è facile capire male per un lettore disattento. Scrive delle frasi bellissime e correttissime, il problema è che in troppi hanno interesse a piegarle verso i propri interessi.
 
Prendiamo la prima frase - che il giornalista ci conferma che Violante aveva già espresso in passato, e di cui avevo già letto sui giornali, polemica, contropolemica ed infine il silenzio della stampa, sino ad oggi, forse nella speranza che la gente abbia dimenticato:
 
“Un partito come il Pd che non è capace di garantire i diritti dei suoi avversari non è credibile
 
E' bellissima, guai se il PD non fosse capace di garantire ai suoi avversari politici i diritti che ognuno deve avere.
 
E si può dire che nella vicenda decadenza Berlusconi, siano venuti dal PD dei gesti che abbiano privato Berlusconi di qualche suo diritto? No, nella maniera la più assoluta, e nel pieno rispetto della legge.
E' che questo merdone - sarà il direttore, visto che non vedo la firma - dice di suo: "L'ex presidente della Camera se la prende con il suo partito". Qui siamo veramente alla manipolazione della notizia.
 
C'è ancora qualche altra frase simile, nell'articolo, che lascio a voi come esercizio di ricerca ubiquitaria.

Il vero Luciano Violante é questo. Può piacere o non piacere, ma è questo:

http://www.lucianoviolante.it/

Non quella burletta che ci presenta Travaglio


Ultima modifica di einrix il Mar 03 Dic 2013, 22:05 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da cireno Mar 03 Dic 2013, 22:00

Einrix con Violante, che è sempre quello dei ragazzi di Salò, si deve sempre "interpretare". Mi chiedo perchè si senta in dovere di fare annunci quantomeno sibillini, cioè che si possono anche interpretare così come il giornalista del Fatto. Io trovo che Violante dovrebbe almeno , se è in buonafede, stare più attento quando apre la bocca. Se invece è in malafede allora continui a esprimere queste opinioni che danno una carezza anche a chi ha interesse a interpretarle side B, ammesso e non concesso che Violante voglia invece esprimersi in side A. Perchè scrivo "ammesso e non concesso"? Perchè lui sembra faccia apposta a fare queste dichiarazioni di diverse interpretazioni, e se non fa apposta, non sa esprimersi: ragione di più per tenere la bocca chiusa.
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Messaggio Da einrix Mar 03 Dic 2013, 22:07

Cireno, la massaia di Voghera può venirmi a dire queste cose, tu con i tuoi 110 e la lode, no!
 
Se vai nel suo sito, come faccio spesso, ci sono articoli davvero interessanti. Altro che simili coglionate giocate tutte sul conto che tanto chi legge capisce solo quello che capisce, e basta imbrogliare un po le acque ed il gioco è fatto.

Hanno messo quella porcheria in Prima Pagina. Te ne rendi conto di che cosa pensano dei propri lettori?
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Messaggio Da einrix Mar 03 Dic 2013, 22:26

Prendi questo articolo:
http://www.lucianoviolante.it/images/pdf/2013/29112013_giornaledisicilia.pdf
ti sembra una intervista ad uno stupido?
Ha le sue idee, esprime suoi concetti, ma sono tutti molto attenti e di livello elevato, ed entrano nel merito delle cose. Per me uno così è una risorsa per il paese, per la magistratura, per la politica.
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Messaggio Da einrix Mar 03 Dic 2013, 22:47

Ecco, ho trovato l'intervista nel sito di Violante.
E' del 28 Novembre alla Nazione-Carlino - Giorno
La potete leggere qui:

http://www.lucianoviolante.it/images/pdf/2013/28112013nazione.pdf

Il riferimento più vicino a quelle frasi riportate a quel modo dal Fatto Quotidiano è in fondo alla pagina.

La domanda del giornalista è:
Di queste ondate moralistiche che lei è stato vittima per avere sostenuto che la legge Severino meritava d'essere sottoposta al vaglio della Consulta.
la risposta:
«dissi una cosa diversa e sostanzialmente banale: cioè che, come tutti, anche Berlusconi ha diritto a difendersi. Quando ho potuto spiegarmi alle assemblee di partito ho ricevuto applausi. Ma oggi è difficile spiegare: vale solo lo slogan, il cabaret. Difficile andare oltre i 140 caratteri di Twitter.

Già in questa domanda del giornalista c'è una menzogna: «lei è stato vittima per avere sostenuto che la legge Severino meritava d'essere sottoposta al vaglio della Consulta», e Violante risponde:«dissi una cosa diversa e sostanzialmente banale: cioè che, come tutti, anche Berlusconi ha diritto a difendersi». E' stato molto gentile Violante a esprimersi con solo «io dissi una cosa diversa».

Anche a leggersi il resto dell'articolo ci sono punti di vista interessanti su molti temi, che vengono ripresi e approfonditi nelle interviste successive.
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Messaggio Da cireno Mer 04 Dic 2013, 06:45

einrix ha scritto:Cireno, la massaia di Voghera può venirmi a dire queste cose, tu con i tuoi 110 e la lode, no!
 
Se vai nel suo sito, come faccio spesso, ci sono articoli davvero interessanti. Altro che simili coglionate giocate tutte sul conto che tanto chi legge capisce solo quello che capisce, e basta imbrogliare un po le acque ed il gioco è fatto.

Hanno messo quella porcheria in Prima Pagina. Te ne rendi conto di che cosa pensano dei propri lettori?
I miei 110 senza lode, che non mi hanno dato, non c'entrano niente. La massaia di Voghera va a votare come te e me e il suo voto vale uno come il tuo e il mio. Violante deve scendere dalla piantina e parlare in maniera molto chiara senza dare possibilità a diverse interpretazioni, cosa che non succede spesso,  tanto è vero che i "destri" lo citano spesso come sostegno alle loro elucubrazioni pro-Incapace. 
Non siamo obbligati ad andare sul suo sito per capire cosa dice.......

E proprio stando alla sua frase " cioè che, come tutti, anche Berlusconi ha diritto a difendersi"  non capisco per quale motivo  si sia sentito in dovere di dire una tale ovvietà, anzi una tale cretineria, sapendo benissimo che i suoi avversari(??) l'avrebbero poi sfruttata. Se getti un amo con infilato il verme non puoi stupirti se i cavedani abboccano...............

Sento adesso a Prima Pagina (Rai Tre) che IL Giornale ha riportato un'altra frase "intelligente" di Violante, questa "il mio partito sulla faccenda Berlusconi on si è comportato in maniera garantista" 
Commentala tu, che a me mi vien da ridere.................
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Messaggio Da Rom Mer 04 Dic 2013, 07:57

Intanto chiariamo una cosa che dovrebbe essere ovvia - se si ha il minimo sindacale di fiducia nell'intelligenza dei propri interlocutori - ma a quanto pare ovvia non è per il nostro Einrix: io concordo con quello che leggo su La Repubblica, Il Fatto, il Messaggero, L'Espresso o ascolto in Tv, se e quando corrisponde sostanzialmente a ciò che penso. Molto spesso, anzi, certi commenti (o "interpretazioni") arrivano molto dopo le mie personali convinzioni.
Ciò non garantisce che le convinzioni siano corrette, ma toglie di mezzo il leit-motiv caro all'amico Einrix di una patetica sudditanza intellettuale ala propaganda dei Lor Signori, etc.

Ha ragione Cireno: certe frasi - estrapolate o meno che siano - sono chiarissime nel loro significato. Se e quanto corrispondano al "vero pensiero" del loro autore, cioè Violante, è un problema che riguarda lo stesso Violante, la sua capacità di esprimersi e lo scopo delle sue esternazioni.
Se un uomo politico non riesce capire quali siano le conseguenze di ciò che dice - o perfino le eventuali possibili manipolazioni che ne possono fare i suoi critici, o gli (ipotetici) suoi avversari - questo uomo politico è uno sprovveduto. Come minimo.
L'unica altra ipotesi è che, come diciamo a Roma, "vo' fa' er fenomeno", un po' come Sgarbi insomma.
Per dirla altrimenti, è come se, volendo parlare dei difetti della macchina della giustizia americana, si andasse a cercare l'ipotetica pagliuzza nel procedimento a carico di Al Capone (indagato per evasione fiscale), e non nella sporca vicenda di Sacco e Vanzetti.

Sulle facoltà di "difendersi" del nostro Al Tappone abbiamo già detto altre volte, e non è il caso di tornarci sopra.
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Messaggio Da einrix Mer 04 Dic 2013, 14:02

"il mio partito sulla faccenda Berlusconi on si è comportato in maniera garantista"
 
ecco, trovatemi dove Violante ha detto questa frase, che non sia un "riferito da..." e poi ne discutiamo.

Dubito che si sia riferito al PD nel suo insieme, compreso il suo segretario che ha sempre parlato di applicare la legge. Potrebbe essersi riferito a qualche parlamentare che era nella giunta e che doveva mantenere il riserbo prima della votazione. Ed in ogni caso se dice: "il mio partito", e segno migliore di quello di un Prodi che dice di non rinnovarne la tessera.

Su questa annotazione, Prodi mi fa venire in mente che mai nessuno della sinistra è riuscito a vincere le elezioni politiche. Le uniche due volte che sono state vinte dal centro sinistra, c'era lui alla testa della coalizione, un ex democristiano.
Con Renzi può valere lo stesso principio, salvo che loro due stanno nel rapporto tra il bravo professore e lo scolaro discolo. Sarà che noi a sinistra siamo più bravi a far critiche che a vincere le elezioni.
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Messaggio Da Rom Mer 04 Dic 2013, 15:04

einrix ha scritto:"il mio partito sulla faccenda Berlusconi non si è comportato in maniera garantista"
ecco, trovatemi dove Violante ha detto questa frase, che non sia un "riferito da..." e poi ne discutiamo.
...Potrebbe essersi riferito a qualche parlamentare che era nella giunta e che doveva mantenere il riserbo prima della votazione.
... Sarà che noi a sinistra siamo più bravi a far critiche che a vincere le elezioni.
Le elezioni le hanno perse certi dirigenti, tra i quali Violante, non "noi che facciamo le critiche" e finora abbiamo comunque dato il nostro contributo con il voto.
E poi non capisco: quando Violante fa l'azzeccagarbugli polemico, quando i vari capicorrente litigano tra loro, questa sarebbe "dialettica democratica". Quando le critiche, le riflessioni provengono dagli elettori, si tratta di rottura di palle o di sudditanza alla propaganda giornalistica.
Io invece sostengo da molto tempo che è tipico ed esclusivo della sinistra che la cosiddetta "base" sia migliore della nomenklatura di partito, anche culturalmente. Specialmente adesso che si deve parlare di centro (molto centro)-sinistra (poca).

Quanto al "riserbo" è davvero una gran cazzata: somiglia allo specchio sul quale si arrampicano i berlusconian, quando polemizzano col giudice Esposito e le sue "scandalose esternazioni".
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Messaggio Da cireno Mer 04 Dic 2013, 17:06

Non so se Violate ha detto quelle parole, si discute nel caso le abbia davvero pronunciate. 
Comunque sia è vero, ha ragione ROM: non c'è confronto tra certa dirigenza e gli iscritti al PD. Molti di loro sono maestri, i 101 di Prodi insegnano, a far apparire bianco il giallo e a tramutare il verde in rosso.
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Messaggio Da einrix Mer 04 Dic 2013, 21:25

Tu dici, caro Cireno, di non capirci niente e chiedi a noi, ma senti questa notizia oggi sull'Unità:
 
"
Casson (Pd): "Amnistia? Di nessuna utilità sociale"
Io non ci capisco niente, e voi? 4e8c2f8604563b737e0f50001_original
"
 
Sono convinto che abbia perfettamente ragione, sotto l'aspetto del cittadino che si vede arrivare anzitempo, fuori, della gente che neppure ha finito di scontare la pena.
 
Sentite i commenti:
1
perfettamente d'accordo.non m'importa la provenienza politica del Casson.Le idee,le opinioni possono solo essere giuste o sbagliate.
2
Il sinistro Casson stavolta la dice giusta o perlomeno interpreta anche il mio pensiero.
3
CERTO I DROGATI NON DEVONO STARE IN GALERA, STANNO BENE SULLE STRADE A PROCURARE INCIDENTI .COME i LADRI STANNO BENE A RIPULIRE LE NOSTRE CASE
 
Questi sono d'accordo con Casson, e un altro scrive:
4
Lo Stato non ha diritto di incarcerare nessuno, se prima non osserva tutte le norme che regolano la carcerazione stessa.
 
Ma cosa ha detto veramente Casson. Ha soltanto recitato quella giustissima riga e basta? Quella sarà una risposta secca che ha dato ad un giornalista, ma non è possibile che il pensiero di Casson sia così riduttivo sulla materia.
 
Eppure, all'Unità, su quella battuta ci fanno il livello di consenso con una specie di istant pol.
 
Questo modo di fare, è demenziale. Se si vuole parlare di amnistia occorre parlare di tutti i problemi che ci stanno intorno. E siccome è troppo complicato, si va via con una frase e chi ha capito ha capito.
Non è mica che l'amnistia la si fa perché è di utilità sociale per tutti. La si fa perché è di utilità sociale per chi viene stipato in carceri strapiene, e perché siamo già stati condannati da Bruxell. Ti pare che qualcuno spinga per fare carceri più capienti, o per creare ambienti carcerari più consoni agli standard europei. Tutti se ne fregano, e poi se ne escono con battute come quelle.
Così non si rispetta neppure il pensiero di Casson che sicuramente vede la questione in molto più articolato.

Si farà, non si farà, servirà, non servirà...

E noi aspettiamo l'amnistia, come si aspettano i tartari nel deserto.
E sarebbe questa la stampa che informa i cittadini per dar loro la coscienza necessaria ad espletare la loro funzione democratica? E siamo all'Unità, non al Corriere, quindi, all'ultima spiaggia, o alla penultima, per chi legge il Manifesto.
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Messaggio Da Rom Mer 04 Dic 2013, 22:39

einrix ha scritto:Casson (Pd): "Amnistia? Di nessuna utilità sociale"
...
E sarebbe questa la stampa che informa i cittadini per dar loro la coscienza necessaria ad espletare la loro funzione democratica?
L'affermazione di Casson esprime un concetto condivisibile, a prescindere dall'ovvia considerazione che il suo pensiero sia più complesso e articolato di una semplice frase.
La storia e la cronaca, la poesia e la letteratura sono piene di "frasi" esaustive in sé: da "cogito ergo sum" a "delenda est Carthago", da "Graecia capta ferum victorem cepit" a "della Chiesa non temo i vizi ma le virtù", a "Cardarelli, il più grande poeta morente", che  nella loro fulminante brevità certo non esauriscono, ma nemmeno tradiscono il pensiero di Cartesio, Catone, Orazio, Gibbon e Flaiano.
Ed è perfettamente lecito che su queste frasi, anche avulse dal resto dell'opera omnia dei rispettivi autori, si possa sviluppare una discussione.

D'altra parta, la faziosità, anche subdola, di ogni "informazione" è inevitabile: chi crede alla "oggettività" è un illuso, dato che questa ipotesi fa parte di quella che in altra sede ho definito come "retorica della democrazia".
Anche riportare per intero una conversazione, magari arricchendola con tutte le integrazioni e le postille possibili, è una forma di depistaggio, dato che fa passare la voglia di leggere tutto l'articolo alla maggior parte degli utenti.
Quello che si capisce dalla frase di Casson è che non è favorevole all'amnistia, in quanto non risolutiva sul piano sociale.
Quello che colpisce nelle parole di Violante non è tanto quello che c'è, ma quello che patentemente non c'è: non tanto nel suo "pensiero" ma nelle sue esternazioni parlamentari, o riferite agli avvenimenti parlamentari.
A noi non ce ne frega niente se Violante, nel suo prossimo libro, scriverà pagine di fuoco contro le leggi ad personam del Caimano, contro i processi caduti in prescrizione, contro la corruzione dei giudici, contro la sua contuguità con un condannato per associazione mafiosa: questa è roba che interessa i biografi di Violante, o i suoi colleghi giuristi.
Quello che conta è la sua figura e la sua attività di parlamentare. I suoi discorsi da parlamentare.
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Messaggio Da Rom Gio 05 Dic 2013, 07:27

cireno ha scritto: Io gli ho risposto che anche Hitler e Mussolini hanno voluto governare da soli, e mio figlio mi ha risposto “Chi? Ma che c’entra?”.
Ho riletto il tuo post iniziale, perché mi era rimasta la sensazione che ci fosse una pulce rimasta nell'orecchio: eccola qui, in questo accenno a tuo figlio.
Immagino che, per il fatto stesso di essere tuo figlio, il ragazzo sia ben lontano dalla figura del coglionazzo. E pure la sua risposta è da coglionazzo, di fronte alla tua osservazione tutt'altro che trascurabile.
Una risposta che svela quale sia la peggiore conseguenza del grillismo, preceduto per altro da vent'anni di berlusconismo: una forma di rincoglionimento di massa, di insofferenza per qualunque riflessione sulla storia e la società, di perdita di senso delle parole e dei concetti che queste rappresentano. Anche da parte di persone tecnicamente intelligenti e "istruite".

E' così che si arriva poi alla farsa, nella quale in un parlamento in cui siedono Biancofiore, Mussolini, Gasparri, Scilipoti, Razzi e Calderoli si contestano i "titoli" e la legittimità di un architetto di fama internazionale, di un musicista, di una ricercatrice ...
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Messaggio Da cireno Gio 05 Dic 2013, 08:32

Rom ha scritto:Ho riletto il tuo post iniziale, perché mi era rimasta la sensazione che ci fosse una pulce rimasta nell'orecchio: eccola qui, in questo accenno a tuo figlio.
Immagino che, per il fatto stesso di essere tuo figlio, il ragazzo sia ben lontano dalla figura del coglionazzo. E pure la sua risposta è da coglionazzo, di fronte alla tua osservazione tutt'altro che trascurabile.
Una risposta che svela quale sia la peggiore conseguenza del grillismo, preceduto per altro da vent'anni di berlusconismo: una forma di rincoglionimento di massa, di insofferenza per qualunque riflessione sulla storia e la società, di perdita di senso delle parole e dei concetti che queste rappresentano. Anche da parte di persone tecnicamente intelligenti e "istruite".

E' così che si arriva poi alla farsa, nella quale in un parlamento in cui siedono Biancofiore, Mussolini, Gasparri, Scilipoti, Razzi e Calderoli si contestano i "titoli" e la legittimità di un architetto di fama internazionale, di un musicista, di una ricercatrice ...
Dei tre figli avuti dalle due donne che ho avuto il piacere di sposare, prima una e poi l'altra, naturalmente, quello che mi ha dato quella risposta è certamente il più sveglio e il più interessato alle questioni sociali. Gli altri due non sono meno svegli ma uno pensa solo a fare soldi, di quello che gli capita intorno penso che non gli freghi niente, lui ha un figlio piccolo, vuole educarlo come fosse il principe ereditario quindi la sua strada è segnata da due paracarri: il figlio e i soldi, fine. L'altro, figlio della prima moglie, ebrea, francese, è leggermente di sinistra ma guarda con sospetto a tutto quello che potrebbe essere contro-Israele (infatti di questo evitiamo di parlare), lui è un dirigente di una grande compagnia aerea, e ha un solo vero interesse: leggere. Il terzo è quello che mi ha dato quella risposta, e nota che lui è sempre stato di sinistra ma, per rispetto a suo padre che probabilmente sarei io, ora non dice quello che pensa su questa sinistra ma parla di Grillo come "un purgante necessario"(sono sue parole. Che devo dirti? Io ho cercato per tutta la vita di dare loro una strada XX ma poi la vita li ha portati a percorrere strade diverse. Pazienza.
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Messaggio Da einrix Gio 05 Dic 2013, 09:19

Rom commenta:D'altra parta, la faziosità, anche subdola, di ogni "informazione" è inevitabile: chi crede alla "oggettività" è un illuso, dato che questa ipotesi fa parte di quella che in altra sede ho definito come "retorica della democrazia".


Hai perfettamente ragione, e quando parli di retorica della democrazia corri il rischio di mettere sotto tiro la democrazia, non la retorica. Mica tutti ragionano analiticamente. C'è anche gente che leggendo le parole Retorica e Democrazia, vicine, conclude: democrazia retorica, come disvalore della democrazia, e c'è chi poi è portato a concludere: la democrazia è retorica. Anche queste sono le vie del pensiero su cui giocano certi fenomeni di giornalisti.

Sulla inevitabilità dell'informazione subdola non posso essere d'accordo se questa ne diviene la quasi totale generalità. Non è solo retorica una società che mente nell'informazione, è in primo luogo falsa, indipendentemente che il suo sistema di governo sia la democrazia o la dittatura.

Una informazione che mente e deforma la realtà è nemica della democrazia. E' questo che ribadisco, non il vice versa che ne viene fuori da ogni altro genere di argomentazioni, di chi la vuole mantenere così com'é.


Oggi è freddo, ma c'è il sole

Buona giornata a tutti.
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Messaggio Da Vargas Gio 05 Dic 2013, 10:41


L'interessante tema lanciato da Einrix e chiosato da Cireno e Rom tocca in più punti quello che io e Rom avevamo discusso qualche giorno fa, se la democrazia formale, disegnata sul modello liberale-illuministico di fine Settecento, possa dirsi ancora valida, e se no, in quale altro modo la si debba declinare. Il ricorso alla parola, perché di questo comunque si tratta, da Socrate a twitter, è sempre stato traditore. Una comunicazione semplice fa perdere la ricchezza del pensiero, o almeno parte di essa, ma testi troppo raffinati rischiano di escludere dal dibattito politico una parte del pubblico, con l'effetto aggiuntivo e paradossale che a perderci non sono gli esclusi ma gli escludenti, perché finché prevale il modello liberale-illuministico-austroungarico di una testa un voto gli esclusi voteranno per chi sa raggiungerli con parole semplici e gli escludenti rimarranno lì con la solita gloria, purtroppo tanto amata a sinistra, della compagnia dei pochi ma buoni. Una cosa che dovrebbero averci insegnato gli ultimi decenni è che le sinistre hanno perso la capacità di parlare con i più deboli. Qui non si tratta di essere in grado di pensare strategie politiche, economiche e sociali a favore dei più deboli, perché non ho alcun dubbio che Civati, Cuperlo, forse anche Renzi, e Vendola e altri ancora lo facciano, se non pienamente, certo più di Grillo, Travaglio e Berlusconi; si tratta di parlarci, con i più deboli, e temo che finché ci perdiamo in analisi così squisite e raffinate non ci riusciremo più. A meno che, naturalmente, troviamo la benedetta quadratura del cerchio, che io ancora non riesco a capire (perché sono un po' tonto), ovvero l'alternativa al modello settecentesco franco-americano con correzione asburgica (una testa, anche vuota, un voto). Altra cosa naturalmente è l'arte. Nell'arte si può e si deve essere elitari, non come fruizione, che anzi dev'essere più allargata possibile, ma dal lato di chi la fa: scrittori, musicisti, artisti plastici; da quella parte, sì, è giusto pretendere la più alta qualità e non lo svilimento del linguaggio. Ma quando si vota, Simon Starling e Thomas Pynchon devono valere quanto il pizzicagnolo all'angolo (ci sarà ancora il pizzicagnolo all'angolo?), e allora bisgonerà saper parlare al pizzicagnolo, senza perdere troppo della profondità e ricchezza del contenuto. Mica facile. Io intanto sono tornato dai tropici e ho trovato il gelo.
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Messaggio Da cireno Gio 05 Dic 2013, 13:53

Vargas ha scritto:
L'interessante tema lanciato da Einrix e chiosato da Cireno e Rom tocca in più punti quello che io e Rom avevamo discusso qualche giorno fa, se la democrazia formale, disegnata sul modello liberale-illuministico di fine Settecento, possa dirsi ancora valida, e se no, in quale altro modo la si debba declinare. Il ricorso alla parola, perché di questo comunque si tratta, da Socrate a twitter, è sempre stato traditore. Una comunicazione semplice fa perdere la ricchezza del pensiero, o almeno parte di essa, ma testi troppo raffinati rischiano di escludere dal dibattito politico una parte del pubblico, con l'effetto aggiuntivo e paradossale che a perderci non sono gli esclusi ma gli escludenti, perché finché prevale il modello liberale-illuministico-austroungarico di una testa un voto gli esclusi voteranno per chi sa raggiungerli con parole semplici e gli escludenti rimarranno lì con la solita gloria, purtroppo tanto amata a sinistra, della compagnia dei pochi ma buoni. Una cosa che dovrebbero averci insegnato gli ultimi decenni è che le sinistre hanno perso la capacità di parlare con i più deboli. Qui non si tratta di essere in grado di pensare strategie politiche, economiche e sociali a favore dei più deboli, perché non ho alcun dubbio che Civati, Cuperlo, forse anche Renzi, e Vendola e altri ancora lo facciano, se non pienamente, certo più di Grillo, Travaglio e Berlusconi; si tratta di parlarci, con i più deboli, e temo che finché ci perdiamo in analisi così squisite e raffinate non ci riusciremo più. A meno che, naturalmente, troviamo la benedetta quadratura del cerchio, che io ancora non riesco a capire (perché sono un po' tonto), ovvero l'alternativa al modello settecentesco franco-americano con correzione asburgica (una testa, anche vuota, un voto). Altra cosa naturalmente è l'arte. Nell'arte si può e si deve essere elitari, non come fruizione, che anzi dev'essere più allargata possibile, ma dal lato di chi la fa: scrittori, musicisti, artisti plastici; da quella parte, sì, è giusto pretendere la più alta qualità e non lo svilimento del linguaggio. Ma quando si vota, Simon Starling e Thomas Pynchon devono valere quanto il pizzicagnolo all'angolo (ci sarà ancora il pizzicagnolo all'angolo?), e allora bisgonerà saper parlare al pizzicagnolo, senza perdere troppo della profondità e ricchezza del contenuto. Mica facile. Io intanto sono tornato dai tropici e ho trovato il gelo.
Ho evidenziato le parole che mi hanno spinto a scrivere questa risposta che potrei titolarla "abbiamo perso un sogno", o meglio "hanno ucciso un sogno". 



Caduto il Muro molti hanno pensato che la Speranza, il Sogno, fosse caduto con quei blocchi di cemento. Non c'è più niente da fare, ognuno per sè e Dio per tutti. Al grido di "daremo il voto a chi saprà parlare alle nostre tasche, alla nostra pancia" la Sinistra si è talmente sbiadita che ora ci sono, nel partito che pretenderebbe di essere sempre di sinistra, 101 coglioni che hanno votato contro Prodi giudicandolo come "troppo di sinistra", Prodi, il democristiano Prodi. La nostra gente, perso il sogno, si è guardata in giro e ha cominciato a sospettare, a non credere, e aiutata dalla solita frase qualunquista "tanto sono tutti uguali" ha disertato i comizi in piazza, non ha più teso l'orecchio alle parole dei compagni, sono tutti uguali, uno vale l'altro cosa sperare? Non è stata la sinistra ad aver perso la capacità di parlare ai più deboli, sono stati i più deboli a richiedere altre parole, altre promesse che la sinistra non è stata capace di dire, sempre battuta dai populisti di turno.
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Messaggio Da einrix Gio 05 Dic 2013, 15:58

Vargas, scrivendo queste parole: «perché finché prevale il modello liberale-illuministico-austroungarico di una testa un voto gli esclusi voteranno per chi sa raggiungerli con parole semplici e gli escludenti rimarranno lì con la solita gloria, purtroppo tanto amata a sinistra, della compagnia dei pochi ma buoni»

Mi hai fatto venire in mento questo piccolo concetto: «la retorica battuta dai media».

Andare in Piazza per un comizio, e sentire un oratore, era quasi il solo mezzo per sapere che aria tirava dalle tue parti, molti decenni fa. La sua retorica era li, in tutta la sua completezza, e quelle argomentazioni incontravano la tua mente che rifletteva su quello che ascoltava. Da li in poi, quello che si era ascoltato diveniva il tema delle discussioni e della contrapposizione.
Oggi non si fanno più comizi, e quando anche si fanno, sono una parte per milione della comunicazione che viene letta, vista ed ascoltata, attarverso i media.
Non sono più dirigenti politici quelli che ti dicono cosa fare, ormai i suggeritori sono i direttori di giornale, i conduttori televisivi, e lo fanno, badando bene di sottolineare che non parlano in nome di un qualche partito o di qualcuno. Così facendo il partito viene messo fuori della porta, e dentro se ne può persino parlar male, non di uno soltanto, ma di tutti, tanto per par conditio.

Non la faccio lunga, ma se continuate questo esercizio capite che solo i partiti con i media (Mediaset, RAI 1) possono orientare le masse, e partiti senza media, restano fuori dalla porta.
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Messaggio Da einrix Gio 05 Dic 2013, 16:10

su quest'altro punto di Vargas:«Ma quando si vota, Simon Starling e Thomas Pynchon devono valere quanto il pizzicagnolo all'angolo (ci sarà ancora il pizzicagnolo all'angolo?), e allora bisgonerà saper parlare al pizzicagnolo, senza perdere troppo della profondità e ricchezza del contenuto»

La politica (il Governo) deve affrontare sia i problemi della cultura che del pizzicagnolo, ed è giusto che senta gli uni e gli altri. E così pure è giusto che ciascuno possa esprimere il suo voto quando si tratti di nominare un proprio rappresentante. Se poi un pizzicagnolo ama la cultura, potrà anche scegliere un rappresentante che porti avanti quelle istanze, oltre le sue. E via di questo passo per dire che una testa un voto, è estremamente ragionevole anche dal punto di vista statistico.
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Messaggio Da Rom Gio 05 Dic 2013, 17:08

Vargas ha scritto:
Una cosa che dovrebbero averci insegnato gli ultimi decenni è che le sinistre hanno perso la capacità di parlare con i più deboli. Qui non si tratta di essere in grado di pensare strategie politiche, economiche e sociali a favore dei più deboli, perché non ho alcun dubbio che Civati, Cuperlo, forse anche Renzi, e Vendola e altri ancora lo facciano, se non pienamente, certo più di Grillo, Travaglio e Berlusconi; si tratta di parlarci, con i più deboli, e temo che finché ci perdiamo in analisi così squisite e raffinate non ci riusciremo più. ...
...Mica facile. Io intanto sono tornato dai tropici e ho trovato il gelo.

Torni dopo un bel po' e abbiamo tante cose da dirci.
Una per tutte, in tua assenza la Beneamata ha fatto quattro pareggi di fila e ha perso la testa della classifica: sei diffidato dall'assentarti di nuovo, almeno fino a metà gennaio, apotropaico Vargas.

C'è un problema per così dire "tecnico" nell'incapacità di comunicare della sinistra di questi più recenti anni (decenni): una classe dirigente, per esempio, che non ha più fatto la gavetta sindacale, che li addestrava al confronto duro e diretto con persone in carne ed ossa, portatrici di problemi esistenziali drammatici.
C'è poi il problema della banalizzazione del linguaggio e di molti di quei termini un tempo cari alla sinistra, che ne era quasi in esclusiva propugnatrice, e che sono diventati parte della retorica onnivora della società della comunicazione di massa, in concomitanza con la banalizzazione della democrazia e con la sua retorica populistica: in buona parte questi fenomeni sono un altro modo di rappresentare quello che sostiene Cireno, ossia la mutazione del "pubblico" al quale la sinistra si è trovata a parlare.

Io però voglio ancora una volta sottolineare un aspetto diverso del problema: il rapporto tra pensiero e parole.
Per molti, molti anni  - più di cento - la sinistra ha parlato con tutta la gamma possibile di sintassi comunicativa: quella coltissima, quella artistica, quella sindacale, quella degli slogan immaginifici, senza speciali distinzioni o calcoli di marketing, rivolgendosi a tutti, operai, analfabeti, studenti, professionisti, sognatori e pragmatici.
E tutti capivano: almeno l'essenziale, per il fatto puro e semplice che c'era un essenziale da capire.
Il linguaggio e i tempi cambiano, ma non è poi tanto difficile adeguare la propria comunicazione a questi cambiamenti, se si hanno le idee chiare, se si ha coscienza di ciò che si è e se le idee chiare hanno un senso definito.

I fenomeni, in sociologia, esistono solo se qualcuno li identifica, e diventano fattori politici solo se qualcuno li mette in un rapporto di causa-effetto, e in una gerarchia di valore e di priorità in relazione a un fine. Etc.
La "società" è cosa diversa dalla "realtà", perché questa è una serie informe di fatti, mentre la società è un insieme di rapporti tra fatti dentro i quali c'è il rapporto tra persone.
La sinistra ha smesso di "pensare" la società e si è ritrovata a gestire una serie informe di fatti, che hanno generato un insieme altrettanto informe di idee, strutturalmente incapaci di produrre un linguaggio "necessario", ma soltanto in grado di generare un linguaggio "addizionale", intercambiabile nell'ordine e nel significato dei suoi elementi costitutivi.

Riemergendo nella dimensione figurativa, diciamo che i "deboli", ai quali tu alludevi, hanno smesso a un certo punto di essere una categoria esistenziale e, in coerenza con la sociologia classificatoria, sono stati trattati anche dalla sinistra come categoria statistica. Numeri. Sfido anche quelli bravi a saper parlare a un "numero". Figuriamoci quelli meno bravi.
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