Cecilia Alessandrini
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Cecilia Alessandrini
Carissime e carissimi, vi scrivo questa e-mail per comunicarvi la mia decisione irrevocabile di dimettermi dal ruolo di segreteria del circolo "Galvani Joyce Salvadori Lussu", da membro della Direzione provinciale del PD di Bologna e da membro dell'esecutivo della conferenza delle donne del PD di Bologna poiché intendo lasciare il partito e non militare più in esso.
Questa decisione sofferta è maturata dopo le ultime vicende che hanno portato, con la complicità del nostro partito, alla nomina da parte del Presidente della Repubblica del terzo ( Monti, Letta, Renzi) Presidente del Consiglio il cui progetto politico non è stato votato alle elezioni. L'unico dunque a non aver avuto neanche l'opportunità di andare alle camere per chiedere la fiducia e provare a fare un governo è stato Pierluigi Bersani il cui progetto politico, denominato "Italia Bene Comune", era stato quello effettivamente da me votato alle elezioni.
Poiché non credo alle coincidenze questa considerazione mi ha portato ad un'articolata riflessione rispetto allo stato di salute della democrazia italiana che trovo decisamente preoccupante. Dal mio punto di vista, sebbene sappia perfettamente che quanto accaduto sia pienamente legittimo e costituzionale, non c'è però motivazione alcuna per arrecare un vulnus alla nostra democrazia come quello di un avvicendamento di un Presidente del Consiglio sulla base dei risultati di un congresso di una partito ( le primarie per intenderci) al quale ha partecipato, circa, solo il 4% degli aventi diritti al voto in Italia.
Tuttavia tutto questo non sarebbe stato sufficiente a farmi demordere se non avessi ricevuto in questi giorni le dimissioni di quattro membri del direttivo del circolo di cui tre membri anche della segreteria. Mario, Elisa, Umberto e Fabrizio che hanno un'età compresa tra 36 e 18 anni. Sono tutte persone che non hanno cariche o ruoli da difendere nel partito e quindi sono sicura che il loro disagio è sincero e la loro credibilità non scalfita da alcun legittimo sospetto che invece, sinceramente, nutro osservando gli entusiasmi di altri. Un partito che spinge, in pochi mesi, persone valide, capaci, con il desiderio di impegnarsi a "fuggire" è un partito con dei problemi molto seri e non certo solo di rinnovamento. Io però mi pongo soprattutto un problema politico.
Tutti coloro che hanno frequentato il circolo in questi anni sanno che ho provato a costruire un progetto alternativo alla logica correntizia dominante da sempre nel PD ( nella segreteria e nel direttivo da me proposto erano rappresentate, ad esempio, tutte le mozioni congressuali) senza mai piegare la testa ai voleri, più o meno espliciti, di nessuno che avesse posizioni ben più potenti della mia nel PD e nelle istituzioni. Non posso negare che portare avanti questo progetto, con le sue peculiari caratteristiche, non è stato facile, è stato faticoso, frustrante e spesso avvilente a livello politico ed esistenziale per una certa opposizione interna al partito ovviamente spaventata da questo nostro essere fuori dagli schemi.
Voglio però ribadire che l'esperienza del circolo "Galvani Joyce Salvadori Lussu" è stata per me davvero molto positiva, forse la prospettiva più positiva che ho visto e praticato dentro al PD. Il circolo, così come dovrebbe essere, è stato in questi due anni / tre anni un luogo di confronto e di dibattito franco, sincero e pieno davvero di stimoli. Non ringrazierò mai abbastanza tutti quelli di voi che l'hanno animato e che hanno permesso che crescesse e voglio ribadire che è stato uno splendido lavoro di squadra di cui io ho solo fatto parte. Per queste ragioni ho sempre detto che ero disposta ad andare avanti, pur tra mille difficoltà, per portare avanti questo nostro piccolo esperimento e laboratorio ma con le dimissioni di ben quattro persone mi sento di poter dire che non ci siano più i presupposti perché io continui in questa lotta spesso sfiancante.
D'altra parte la mia stessa analisi rispetto alla situazione del PD è talmente impietosa che non lascia dubbi a ciò che devo fare. Il PD è un partito che di progressista non ha più nulla e non certo perché Renzi ne è il segretario. Il PD è un partito che non è più progressista da tempo. I suoi dirigenti, sui diversi livelli, ed anche parte della sua base mostrano una totale subalternità di idee e di azione al pensiero dominante. Nessuna idea di rottura, nessun coraggio, nessuna capacità di prospettiva, nessuna volontà di buttare il cuore oltre l'ostacolo solo un dimenarsi infinito tra le idee preconfezionate e imposte attraverso i grandi media dall'establishment italiano sia esso universitario, imprenditoriale, politico. Mi spiace ma a me questa logica di continua subalternità non sta bene.
Io ho scelto di essere di sinistra non tanto per "cambiare" il mondo ma per costruirne uno nuovo con nuove logiche e nuovi rapporti di forza. Per questo me ne vado oggi, perché nel PD immaginare di costruire un mondo nuovo non è neanche possibile, solo a professare questa volontà si è malvisti, ci si sente diversi, le "pecore nere", sembra che alla maggioranza del partito il mondo vada benissimo così com'è, al massimo con qualche "aggiustamento strutturale" da fare, magari in peggio, ma nulla di più.
Questa logica è ancora più difficile da sopportare in un clima che vede "costretta", sotto minaccia di espulsione, la sua parte più critica, e dunque vitale, a votare a favore di un governo contro la formazione del quale ha votato in Direzione nazionale. Siamo oggettivamente al paradosso. Se alla subalternità e all'assoggettamento al sistema si aggiunge anche l' impossibilità di dissentire, che precedentemente non è mai mancata e che è stata ampiamente usata e "abusata" da tutti, a mio avviso vuol dire che non c'è davvero più spazio per un agire politico autonomo.
Credo che il PD continuando a scegliere, ormai da anni, il male minore si dimentichi di scegliere comunque un male e stia facendo oggettivamente un danno all'Italia privandola in un momento storico, in cui crescono le disuguaglianze sociali, di un partito strutturato che difenda davvero gli interessi dei deboli, degli sfruttati. Poiché sono sicura che la storia non ci assolverà preferisco andarmene prima di iniziare a sentirmi troppo
complice.
Voglio ringraziare davvero sinceramente coloro tra voi che in questi anni mi hanno sostenuta, supportata, aiutata, ascoltata , abbracciata e consolata nei momenti difficili, chi mi ha fatto arrivare le sue critiche costruttive facendomi in questo modo crescere, sono sicura che ci ritroveremo in qualche altro luogo anche più ameno di questo, a tanti altri che invece apprenderanno con sollievo di questa mia decisione dico solo che il fatto di saperli sollevati sarà sempre e per sempre il mio vanto. Mi dispiace se qualcuno si sentirà tradito o abbandonato da questa mia scelta (e so che succederà) ma vi prego di considerarla come un atto di coerenza assolutamente necessario.
Vi saluto con affetto.
Cecilia
Questa decisione sofferta è maturata dopo le ultime vicende che hanno portato, con la complicità del nostro partito, alla nomina da parte del Presidente della Repubblica del terzo ( Monti, Letta, Renzi) Presidente del Consiglio il cui progetto politico non è stato votato alle elezioni. L'unico dunque a non aver avuto neanche l'opportunità di andare alle camere per chiedere la fiducia e provare a fare un governo è stato Pierluigi Bersani il cui progetto politico, denominato "Italia Bene Comune", era stato quello effettivamente da me votato alle elezioni.
Poiché non credo alle coincidenze questa considerazione mi ha portato ad un'articolata riflessione rispetto allo stato di salute della democrazia italiana che trovo decisamente preoccupante. Dal mio punto di vista, sebbene sappia perfettamente che quanto accaduto sia pienamente legittimo e costituzionale, non c'è però motivazione alcuna per arrecare un vulnus alla nostra democrazia come quello di un avvicendamento di un Presidente del Consiglio sulla base dei risultati di un congresso di una partito ( le primarie per intenderci) al quale ha partecipato, circa, solo il 4% degli aventi diritti al voto in Italia.
Tuttavia tutto questo non sarebbe stato sufficiente a farmi demordere se non avessi ricevuto in questi giorni le dimissioni di quattro membri del direttivo del circolo di cui tre membri anche della segreteria. Mario, Elisa, Umberto e Fabrizio che hanno un'età compresa tra 36 e 18 anni. Sono tutte persone che non hanno cariche o ruoli da difendere nel partito e quindi sono sicura che il loro disagio è sincero e la loro credibilità non scalfita da alcun legittimo sospetto che invece, sinceramente, nutro osservando gli entusiasmi di altri. Un partito che spinge, in pochi mesi, persone valide, capaci, con il desiderio di impegnarsi a "fuggire" è un partito con dei problemi molto seri e non certo solo di rinnovamento. Io però mi pongo soprattutto un problema politico.
Tutti coloro che hanno frequentato il circolo in questi anni sanno che ho provato a costruire un progetto alternativo alla logica correntizia dominante da sempre nel PD ( nella segreteria e nel direttivo da me proposto erano rappresentate, ad esempio, tutte le mozioni congressuali) senza mai piegare la testa ai voleri, più o meno espliciti, di nessuno che avesse posizioni ben più potenti della mia nel PD e nelle istituzioni. Non posso negare che portare avanti questo progetto, con le sue peculiari caratteristiche, non è stato facile, è stato faticoso, frustrante e spesso avvilente a livello politico ed esistenziale per una certa opposizione interna al partito ovviamente spaventata da questo nostro essere fuori dagli schemi.
Voglio però ribadire che l'esperienza del circolo "Galvani Joyce Salvadori Lussu" è stata per me davvero molto positiva, forse la prospettiva più positiva che ho visto e praticato dentro al PD. Il circolo, così come dovrebbe essere, è stato in questi due anni / tre anni un luogo di confronto e di dibattito franco, sincero e pieno davvero di stimoli. Non ringrazierò mai abbastanza tutti quelli di voi che l'hanno animato e che hanno permesso che crescesse e voglio ribadire che è stato uno splendido lavoro di squadra di cui io ho solo fatto parte. Per queste ragioni ho sempre detto che ero disposta ad andare avanti, pur tra mille difficoltà, per portare avanti questo nostro piccolo esperimento e laboratorio ma con le dimissioni di ben quattro persone mi sento di poter dire che non ci siano più i presupposti perché io continui in questa lotta spesso sfiancante.
D'altra parte la mia stessa analisi rispetto alla situazione del PD è talmente impietosa che non lascia dubbi a ciò che devo fare. Il PD è un partito che di progressista non ha più nulla e non certo perché Renzi ne è il segretario. Il PD è un partito che non è più progressista da tempo. I suoi dirigenti, sui diversi livelli, ed anche parte della sua base mostrano una totale subalternità di idee e di azione al pensiero dominante. Nessuna idea di rottura, nessun coraggio, nessuna capacità di prospettiva, nessuna volontà di buttare il cuore oltre l'ostacolo solo un dimenarsi infinito tra le idee preconfezionate e imposte attraverso i grandi media dall'establishment italiano sia esso universitario, imprenditoriale, politico. Mi spiace ma a me questa logica di continua subalternità non sta bene.
Io ho scelto di essere di sinistra non tanto per "cambiare" il mondo ma per costruirne uno nuovo con nuove logiche e nuovi rapporti di forza. Per questo me ne vado oggi, perché nel PD immaginare di costruire un mondo nuovo non è neanche possibile, solo a professare questa volontà si è malvisti, ci si sente diversi, le "pecore nere", sembra che alla maggioranza del partito il mondo vada benissimo così com'è, al massimo con qualche "aggiustamento strutturale" da fare, magari in peggio, ma nulla di più.
Questa logica è ancora più difficile da sopportare in un clima che vede "costretta", sotto minaccia di espulsione, la sua parte più critica, e dunque vitale, a votare a favore di un governo contro la formazione del quale ha votato in Direzione nazionale. Siamo oggettivamente al paradosso. Se alla subalternità e all'assoggettamento al sistema si aggiunge anche l' impossibilità di dissentire, che precedentemente non è mai mancata e che è stata ampiamente usata e "abusata" da tutti, a mio avviso vuol dire che non c'è davvero più spazio per un agire politico autonomo.
Credo che il PD continuando a scegliere, ormai da anni, il male minore si dimentichi di scegliere comunque un male e stia facendo oggettivamente un danno all'Italia privandola in un momento storico, in cui crescono le disuguaglianze sociali, di un partito strutturato che difenda davvero gli interessi dei deboli, degli sfruttati. Poiché sono sicura che la storia non ci assolverà preferisco andarmene prima di iniziare a sentirmi troppo
complice.
Voglio ringraziare davvero sinceramente coloro tra voi che in questi anni mi hanno sostenuta, supportata, aiutata, ascoltata , abbracciata e consolata nei momenti difficili, chi mi ha fatto arrivare le sue critiche costruttive facendomi in questo modo crescere, sono sicura che ci ritroveremo in qualche altro luogo anche più ameno di questo, a tanti altri che invece apprenderanno con sollievo di questa mia decisione dico solo che il fatto di saperli sollevati sarà sempre e per sempre il mio vanto. Mi dispiace se qualcuno si sentirà tradito o abbandonato da questa mia scelta (e so che succederà) ma vi prego di considerarla come un atto di coerenza assolutamente necessario.
Vi saluto con affetto.
Cecilia
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Cecilia Alessandrini
Avendo letto la frase:
"Io ho scelto di essere di sinistra non tanto per "cambiare" il mondo ma per costruirne uno nuovo con nuove logiche e nuovi rapporti di forza. Per questo me ne vado oggi, perché nel PD immaginare di costruire un mondo nuovo non è neanche possibile, solo a professare questa volontà si è malvisti, ci si sente diversi, le "pecore nere", sembra che alla maggioranza del partito il mondo vada benissimo così com'è, al massimo con qualche "aggiustamento strutturale" da fare, magari in peggio, ma nulla di più".
Pensavo mi dicesse dove andava a costuire il futuro. E aspettavo di sapere dove.
Invece, con quest'altra frase mi ha gelato:
"Poiché sono sicura che la storia non ci assolverà preferisco andarmene prima di iniziare a sentirmi troppo complice".
No, cara Cecilia Alessandrini, io non scappo, e sto con Bersani. Non lascio il partito in quelle mani. Assumo le mie responsabilità: è il meno che possa fare in un tale frangente.
"Io ho scelto di essere di sinistra non tanto per "cambiare" il mondo ma per costruirne uno nuovo con nuove logiche e nuovi rapporti di forza. Per questo me ne vado oggi, perché nel PD immaginare di costruire un mondo nuovo non è neanche possibile, solo a professare questa volontà si è malvisti, ci si sente diversi, le "pecore nere", sembra che alla maggioranza del partito il mondo vada benissimo così com'è, al massimo con qualche "aggiustamento strutturale" da fare, magari in peggio, ma nulla di più".
Pensavo mi dicesse dove andava a costuire il futuro. E aspettavo di sapere dove.
Invece, con quest'altra frase mi ha gelato:
"Poiché sono sicura che la storia non ci assolverà preferisco andarmene prima di iniziare a sentirmi troppo complice".
No, cara Cecilia Alessandrini, io non scappo, e sto con Bersani. Non lascio il partito in quelle mani. Assumo le mie responsabilità: è il meno che possa fare in un tale frangente.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Cecilia Alessandrini
Scusate, non ho capito. "Rom" parla in prima persona o "riferisce"?
afam- Messaggi : 262
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Re: Cecilia Alessandrini
afam ha scritto:Scusate, non ho capito. "Rom" parla in prima persona o "riferisce"?
riferisce!
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Cecilia Alessandrini
Caro Einirix , non è che Bersani avrebbe cambiato o fatto qualcosa di diverso , di sx per intenderci. Bersani l'abbiamo già visto all'opera, come abbiamo visto D' Alema, i loro provvedimenti li abbiamo conosciuti , Cecilia è in ritardo di 30 anni come minimo, il Pd di Renzi srà sempre più un Pd all'inseguimento di politiche che poco hanno a vedere con la sx e molto con la destra.einrix ha scritto:
No, cara Cecilia Alessandrini, io non scappo, e sto con Bersani. Non lascio il partito in quelle mani. Assumo le mie responsabilità: è il meno che possa fare in un tale frangente.
Rossoverde- Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13
Re: Cecilia Alessandrini
afam ha scritto:Scusate, non ho capito. "Rom" parla in prima persona o "riferisce"?
Cara, rarefatta amica Afam, devi aver letto di fretta, per farti questa domanda. Naturalmente riferisco: non sono Cecilia.
Ma altrettanto naturalmente, condivido i sentimenti e gran parte delle ragioni della segretaria dimissionaria - dopo aver aderito, iscrivendomi, nei primi anni '90 (successivamente alla sconfita di Occhetto) al PDS e dopo esserne rimasto fuori quando sono cominciate le metamorfosi uliviste: poiché sono sicura che la storia non ci assolverà preferisco andarmene prima di iniziare a sentirmi troppo complice.
E' probabile che da diverse parti del PD si levino, ora, critiche feroci contro questa lettera e chi l'ha scritta, in parte simili a quelle che Grillo muove contro di suoi dissidenti: critiche sull'incoerenza di chi è rimasto a lungo in un ruolo di partito, pur non condividendone la linea, e critiche su una presunta "esagerazione" dello scontento e sul disconoscimnto di "quanto di buono" è stato fatto.
Buttare sul personale ogni dissenso, per minimizzarne il significato politico, è un meccanismo antico, del quale non vale nemmeno la pena meravigliarsi: diciamo che è perfino fisiologico.
Si fingerà - anzi, si continuerà a fingere - che ogni singolo caso di dissenso pubblico non sia rappresentativo di un malessere profondo di molti, e si preferirà sbandierare - come in effetti fa Renzi da tre mesi - i risultati delle cosiddette "primarie" a conferma di un consenso che vale come assoluzione plenaria di ogni peccato, e come lodo dirimente di ogni dubbio.
Perfino una rassegnata, strettissima apertura di credito, come quella che io stesso (come disamoratissimo elettore del PD, per mancanza di vere alternative) ho fatto proprio qui, pochi giorni fa, similemnte a tanti e tanti altri, verrebbe utilizzata come "consenso", ignorando le mille e mille occasioni nelle quali io e tanti tanti altri abbiamo espresso e circostanziato il nostro dissenso.
Cecilia Alessandrini e molti elettori, anche delle cosiddette "primarie", si sono ritrovati a voler (dover) credere alla fumosa costruzione di parole, che trovano un'ennesima e recente prova nella prefazione di Renzi al libro di Bobbio: un'incommentabile ammucchiata di cose, da cui ognuno può trarre un pezzettino che, debitamnte rimasticato, può fungere da pallina di betel, per giustificare la propria dubbiosissima permanenza.
Ma non è nemmeno colpa di Renzi: come disse Petrolini a uno spettatore che lo fischiava, "io nun ce l'ho co' tte, ma co' chi te sta vicino e nun te butta de sotto".
Renzi è solo il sigillo, la fase terminale di un percorso che ha visto avvicendarsi diversi macchinisti e diversi fuochisti a spalare carbone.
E' del 2012 l'intervista di Renzi al Foglio, in cui dice: “Dimostreremo che non è vero che l’Italia e l’Europa sono state distrutte dal liberismo ma che al contrario il liberismo è un concetto di sinistra, e che le idee degli Zingales, degli Ichino e dei Blair non possono essere dei tratti marginali dell’identità del nostro partito, ma ne devono essere il cuore”.
Visto che nessuno l'ha buttato di sotto, qualcuno preferisce uscire educatamente dalla sala.
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Cecilia Alessandrini
lasciare nel momento in cui il pd entra a pieno titolo nel pse mi sembra una cazzata.
freg53- Messaggi : 397
Data d'iscrizione : 12.04.13
Età : 76
Località : acireale
Re: Cecilia Alessandrini
freg53 ha scritto:lasciare nel momento in cui il pd entra a pieno titolo nel pse mi sembra una cazzata.
Ciao freg53 ben detto e...ben tornato tra noi
Tarzan- Messaggi : 222
Data d'iscrizione : 17.04.13
Età : 82
Località : Pesaro - Aosta
Re: Cecilia Alessandrini
La critica che Alessandrini muove al PD che ha portato Renzi a palazzo Chigi è totale e quindi inconciliabile con la permanenza nelle file del partito.
Dunque la sua scelta è una scelta coerente e onesta: non ritiene possibile il dialogo, il confronto e, quindi giustamente se ne va. Radicalmente diversa la sua posizione da quella di coloro che affiancando Bersani o Civati pensano che la situazione della dialettica interna consente ancora un dialogo capace di influenzare le scelte e giustamente stanno sul pezzo mantenendo quell'unità che consente al PD di primeggiare nei sondaggi, oggi, e - si spera - nel voto domani.
Dunque la sua scelta è una scelta coerente e onesta: non ritiene possibile il dialogo, il confronto e, quindi giustamente se ne va. Radicalmente diversa la sua posizione da quella di coloro che affiancando Bersani o Civati pensano che la situazione della dialettica interna consente ancora un dialogo capace di influenzare le scelte e giustamente stanno sul pezzo mantenendo quell'unità che consente al PD di primeggiare nei sondaggi, oggi, e - si spera - nel voto domani.
Adam- Messaggi : 609
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 92
Località : Roma
Re: Cecilia Alessandrini
Hai ragione, Adam, è proprio come dici tu.
E visto che Rom scrive:
"E' probabile che da diverse parti del PD si levino, ora, critiche feroci contro questa lettera e chi l'ha scritta, in parte simili a quelle che Grillo muove contro di suoi dissidenti",
lo rassicuro. Da mio punto di vista Cecilia è libera di fare ciò che vuole in piena libertà. Commento la sua lettera solo in quanto lei l'ha scritta. Non l'avesse scritta e non l'avessi letta la sua lettera, non avrei commentato.
Ho voluto segnalare il fatto che lei
- volesse costruire
- poichè non si costruiva (eppure lei nel suo piccolo era un dirigente di partito che aveva il dovere di costruire)
- se ne va
_ ero curioso di sapere dove andasse a costruire, o se vi avesse comunque rinunciato
- su quel punto Cecilia non da notizie; che sarebbe stata cosa buona
- invece ci informa che se ne va per non essere corresponsabile di un fallimento.
Bontà sua,... siamo ancora lontani dal fallimento come partito, con buona pace di SEL, di RC, di FI, del M5S e via elencando, tutti in ottima forma.
Considerazione finale:
questo è un paese difficile, poco laborioso, protestatario, che mal si concilia con la modernità
Un esempio? Fai il divorzio per soddisfare le giuste esigenze di coppie in frantumi, e che ti succede? nessuno si sposa più, ma quelli non sposati vogliono un riconoscimento come coppie di fatto, e gli omosessuali che non possono sposarsi, vogliono sposarsi in chiesa.
Un altro esempio?
A Bergamo, in una infuocata riunione di categoria i medici ce l'avevano con i pazienti, noiosi, pieni di richieste inutili, malati immaginari. E pensare che una volta venivano a visitarti anche nel letto di casa.
E' difficile governare un paese come la Francia che ha più dicento tipi di formaggio, ma qui da noi battiamo ancora più record di quanti non ne facciano loro.
E visto che Rom scrive:
"E' probabile che da diverse parti del PD si levino, ora, critiche feroci contro questa lettera e chi l'ha scritta, in parte simili a quelle che Grillo muove contro di suoi dissidenti",
lo rassicuro. Da mio punto di vista Cecilia è libera di fare ciò che vuole in piena libertà. Commento la sua lettera solo in quanto lei l'ha scritta. Non l'avesse scritta e non l'avessi letta la sua lettera, non avrei commentato.
Ho voluto segnalare il fatto che lei
- volesse costruire
- poichè non si costruiva (eppure lei nel suo piccolo era un dirigente di partito che aveva il dovere di costruire)
- se ne va
_ ero curioso di sapere dove andasse a costruire, o se vi avesse comunque rinunciato
- su quel punto Cecilia non da notizie; che sarebbe stata cosa buona
- invece ci informa che se ne va per non essere corresponsabile di un fallimento.
Bontà sua,... siamo ancora lontani dal fallimento come partito, con buona pace di SEL, di RC, di FI, del M5S e via elencando, tutti in ottima forma.
Considerazione finale:
questo è un paese difficile, poco laborioso, protestatario, che mal si concilia con la modernità
Un esempio? Fai il divorzio per soddisfare le giuste esigenze di coppie in frantumi, e che ti succede? nessuno si sposa più, ma quelli non sposati vogliono un riconoscimento come coppie di fatto, e gli omosessuali che non possono sposarsi, vogliono sposarsi in chiesa.
Un altro esempio?
A Bergamo, in una infuocata riunione di categoria i medici ce l'avevano con i pazienti, noiosi, pieni di richieste inutili, malati immaginari. E pensare che una volta venivano a visitarti anche nel letto di casa.
E' difficile governare un paese come la Francia che ha più dicento tipi di formaggio, ma qui da noi battiamo ancora più record di quanti non ne facciano loro.
einrix- Messaggi : 10607
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Età : 82
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Re: Cecilia Alessandrini
Siamo obiettivi, siamo seri (non sono morto, semplicemente sono stato una settimana in quella città di nome New York che, freddo a parte (-12) per me è un città invivibile), quella lettera sono in tanti, nel PD, a volerla scrivere. Non possiamo avere un partito che si allea con i finti scissionisti berlusconiani, il PD deve avere il coraggio di essere un partito di sinistra, alleato con partiti di sinistra, se non ce la fa perchè non si sente di sinistra, lasci che a governare il Paese sia la destra del Buffone o quella del Pregiudicato.
Perchè si devono rincorrere gli italiani che credono nel Buffone urlante o nel Pregiudicato a piede liberi?
Perchè si devono rincorrere gli italiani che credono nel Buffone urlante o nel Pregiudicato a piede liberi?
cireno- Messaggi : 1510
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Re: Cecilia Alessandrini
einrix ha scritto: Da mio punto di vista Cecilia è libera di fare ciò che vuole in piena libertà. Commento la sua lettera solo in quanto lei l'ha scritta. Non l'avesse scritta e non l'avessi letta la sua lettera, non avrei commentato.
Buon Einrix, hai urgente bisogno di un ghostwriter. Astemio.
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Cecilia Alessandrini
La democrazia applicata dal Partito Democratico, ha prodotto una maggioranza al suo interno che ha nominato un ex Popolare/Margherita Segretario e lo ha portato con una manovra discutibile sin che si vuole, ma democratica, alla guida del Governo del Paese.
Parte della minoranza di formazione comunista (inclusa buona parte della vecchia classe dirigente del partito), quindi ex PCI, ha preso atto e elabora piani paralleli di riforme da confrontare con quelli previsti dal programma di Matteo Renzi. La discussione avrà luogo e produrrà una scelta che i gruppi parlamentari disciplinatamente attueranno in Parlamento con un voto a favore.
Questo programma è diviso in due parti: una che riguarda le riforme istituzionali e costituzionali; l'altra la gestione politica dei problemi. Per la prima, considerando la ripartizione dei voti in Parlamento, è stata trattata anche con la minoranza politica facente capo a Forza Italia, che dispone al Senato dei voti necessari per approvare le riforme stesse in doppia lettura per evitare il referendum. Sostanzialmente le riforme riguardano la legge elettorale detta Italicum che sarà discussa tra pochi giorni e che non è detto che rimanga integra nella sua prima elaborazione, specie riguardo all'emendamento presentato da un deputato PD con il quale si subordina la legge elettorale alla riforma del Senato, il che è assolutamente logico per evitare composizioni diverse nelle due camere una delle quali destinata a scomparire,almeno sotto il profilo legislativo ordinario. La accennata riforma del Senato che sarà la Camera degli Enti locali e la riforma dell'Articolo quinto abborracciato per vili ragioni elettorali dal Governo Amato nel 2001. Ho dettagliato questi punti, poiché essi non riguardano le distinzione destra e sinistra, per quello che valgono le vecchie etichette, ma solo le regole condivise del gioco democratico.
Per la gestione del bene comune, invece, la collaborazione imposta dalle disgraziate e incontrollabili condizioni parlamentari è su di un programma economico e civile concordato e condiviso: la riforma della legislazione del lavoro, quella del fisco - con l'obiettivo primario della riduzione del cuneo fiscale, quella della giustizia e quella burocratica/amministrativa, con una ferma presa di posizione sulla politica di espansione economica a danno di quella del rigore e dunque, di un'azione in Europa tesa a modificare il vecchio deprecabile atteggiamento che tanti danni ha fatto e continua a fare. Ciò che si sa (e chi non sa vada a leggersi il programma nel sito di Matteo Renzi) è che l'innovazione è diffusa, che c'è in programma un realistico, ancorché modesto, aiuto alle fasce più deboli della popolazione reperendo risorse dalle rendite finanziarie e dalle altre solite forma di risparmio pubblico, quali la lotta all'evasione, la tassazione dei fondi dislocati all'estero, la riduzione di spesa pubblica.
Tutto quel che si sa pone il programma nella logica di una sinistra moderna e possibile date le circostanze e questo deve essere accettato. Diversamente ci si intestardisce a pretendere ciò che il PD non può fare perché non è e non sarà mai un partito di sinistra come lo pretendono i vecchi comunisti, con l'antistorica pretesa che la "sinistra" è la loro e di nessun altro. Cecilia Alessandrini l'ha capito e ha correttamente tolto il disturbo. Chi la pensa come lei, faccia altrettanto e lasci che il riformismo progressista faccia la sua strada senza bastoni tra le ruote.
Parte della minoranza di formazione comunista (inclusa buona parte della vecchia classe dirigente del partito), quindi ex PCI, ha preso atto e elabora piani paralleli di riforme da confrontare con quelli previsti dal programma di Matteo Renzi. La discussione avrà luogo e produrrà una scelta che i gruppi parlamentari disciplinatamente attueranno in Parlamento con un voto a favore.
Questo programma è diviso in due parti: una che riguarda le riforme istituzionali e costituzionali; l'altra la gestione politica dei problemi. Per la prima, considerando la ripartizione dei voti in Parlamento, è stata trattata anche con la minoranza politica facente capo a Forza Italia, che dispone al Senato dei voti necessari per approvare le riforme stesse in doppia lettura per evitare il referendum. Sostanzialmente le riforme riguardano la legge elettorale detta Italicum che sarà discussa tra pochi giorni e che non è detto che rimanga integra nella sua prima elaborazione, specie riguardo all'emendamento presentato da un deputato PD con il quale si subordina la legge elettorale alla riforma del Senato, il che è assolutamente logico per evitare composizioni diverse nelle due camere una delle quali destinata a scomparire,almeno sotto il profilo legislativo ordinario. La accennata riforma del Senato che sarà la Camera degli Enti locali e la riforma dell'Articolo quinto abborracciato per vili ragioni elettorali dal Governo Amato nel 2001. Ho dettagliato questi punti, poiché essi non riguardano le distinzione destra e sinistra, per quello che valgono le vecchie etichette, ma solo le regole condivise del gioco democratico.
Per la gestione del bene comune, invece, la collaborazione imposta dalle disgraziate e incontrollabili condizioni parlamentari è su di un programma economico e civile concordato e condiviso: la riforma della legislazione del lavoro, quella del fisco - con l'obiettivo primario della riduzione del cuneo fiscale, quella della giustizia e quella burocratica/amministrativa, con una ferma presa di posizione sulla politica di espansione economica a danno di quella del rigore e dunque, di un'azione in Europa tesa a modificare il vecchio deprecabile atteggiamento che tanti danni ha fatto e continua a fare. Ciò che si sa (e chi non sa vada a leggersi il programma nel sito di Matteo Renzi) è che l'innovazione è diffusa, che c'è in programma un realistico, ancorché modesto, aiuto alle fasce più deboli della popolazione reperendo risorse dalle rendite finanziarie e dalle altre solite forma di risparmio pubblico, quali la lotta all'evasione, la tassazione dei fondi dislocati all'estero, la riduzione di spesa pubblica.
Tutto quel che si sa pone il programma nella logica di una sinistra moderna e possibile date le circostanze e questo deve essere accettato. Diversamente ci si intestardisce a pretendere ciò che il PD non può fare perché non è e non sarà mai un partito di sinistra come lo pretendono i vecchi comunisti, con l'antistorica pretesa che la "sinistra" è la loro e di nessun altro. Cecilia Alessandrini l'ha capito e ha correttamente tolto il disturbo. Chi la pensa come lei, faccia altrettanto e lasci che il riformismo progressista faccia la sua strada senza bastoni tra le ruote.
Adam- Messaggi : 609
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Re: Cecilia Alessandrini
Adam ha scritto:1 - La democrazia applicata dal Partito Democratico, ha prodotto una maggioranza al suo interno che ha nominato un ex Popolare/Margherita Segretario e lo ha portato con una manovra discutibile sin che si vuole, ma democratica, alla guida del Governo del Paese.
2 - Questo programma è diviso in due parti: una che riguarda le riforme istituzionali ... Ho dettagliato questi punti, poiché essi non riguardano le distinzione destra e sinistra, per quello che valgono le vecchie etichette, ma solo le regole condivise del gioco democratico.
3 - il PD non può fare perché non è e non sarà mai un partito di sinistra come lo pretendono i vecchi comunisti, con l'antistorica pretesa che la "sinistra" è la loro e di nessun altro. Cecilia Alessandrini l'ha capito e ha correttamente tolto il disturbo. Chi la pensa come lei, faccia altrettanto e lasci che il riformismo progressista faccia la sua strada senza bastoni tra le ruote.
Adam, davvero, con molta eleganza hai fatto un ragionamento che ha la stessa drastica, dogmatica aggressività del duo Grillo - Casaleggio. A prescindere dai contenuti, che, proprio in quanto ragionati e non urlati, sono più preccupanti.
Quello che però mi sembra fuori registro, nell'ambito della nostra discussione, è la mancanza di dialogo: il tuo è un piccolo manifesto didascalico, volutamente indifferente a ciò che è scritto da Cecilia, e da me, e da Cireno.
Va be', andiamo avanti.
1 - Non basta che un comportamento rispetti le regole formali (...?) della "democrazia" per essere indiscutibile e accettabile nella sostanza: infatti, anche tu te ne rendi conto, e lo dici, ma curiosamente la cosa non sembra interessarti un granché.
Secondo questo criterio - che è tuo, qui, ma che il centro-sinistra usa ormai da anni, rovinosamente - ogni discussione politica è inutile: basta un notaio che, col naso immerso nelle scartoffie, metta un timbro sulle "procedure".
2 - Hai ragione: le riforme istituzionali così concertate non riguardano la destra-e-sinistra, riguardano la legalità-illegalità, la decenza-indecenza, visto che sono state concordate con un pregiudicato, buttato fuori dal Parlamento, per non parlare degli altri suoi processi incombenti per reati (politicamente) altrettanto gravi. Il fatto che tu, nella tua virtuosa ricostruzione dei fatti, pudicamente non faccia il nome di Berlusconi, la dice lunga sulla coda di paglia che si nasconde dietro questa svagata omissione.
Inoltre, che razza di "liberalismo" è il tuo, quando dici con elegante sufficienza "per quel che valgono le vecchie etichette"? Applicando, oltre tutto, questa leggiadra nonchalance a un tema fondamentale e discriminante qual è la struttura istituzionale dello stato - non le fontanelle nei giardini pubblici o i regolamenti portuali per lo stazionamento dei pescherecci.
3 - I vecchi comunisti non sono più vecchi dei vecchi liberali, che credono di stare ancora nel '700, o dei vecchi clericali fermi alla donazione di Costantino. Quanto al "credere", poi, e ad avanzare ipotesi di "proprietà esclusiva", trovo che sia molto più stravagante la pretesa di appropriarsi della "democrazia" da parte dei liberali, distrubuendo licenze e diplomi con valore legale, che quella dei socialisti e comunisti (vecchi, giovani e di mezza età) di parlare con una certa cognizione di causa della "sinistra", che è intrinsecamente, tipicamente e tautologicamente "cosa loro". Questo, tanto per mettere un puntino sopra la i.
Chi la pensa come lei, faccia altrettanto e lasci che il riformismo progressista faccia la sua strada senza bastoni tra le ruote: preferisco non entrare nel merito, perché rischierei di diventare sgradevole.
La prendo alla larga, limitandomi a ricordare (lasciando da parte l'imbarazzante sproporzione tra i tempi e i personaggi, di oggi e di allora) il rapporto tra Palmiro Togliatti ed Elio Vittorini, e la domanda emblematica che riassume la vicenda: bisogna solo suonare il piffero per la Rivoluzione?
E l'irridente conclusione di Palmiro, dopo il distacco dello scrittore: Vittorini se n'è gghiuto e soli ci ha lasciati.
Non senti un leggero fischio nelle orecchie?
Rom- Messaggi : 996
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Re: Cecilia Alessandrini
la signora cecilia è un'insegnante precaria,lascia nel momento in cui il segretario del partito, nel frattempo diventato presidente del consiglio, afferma in tutte le occasioni che è prioritaria,per la salvezza del paese,la funzione della scuola.
freg53- Messaggi : 397
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Re: Cecilia Alessandrini
E' un insegnante precaria e quindi siccome il segretario del Pd è diventato pdc e nel suo programma c'è... fino alla salvezza del paese, bevitela pure, sperando che ti faccia bene e buona domenica.freg53 ha scritto:la signora cecilia è un'insegnante precaria,lascia nel momento in cui il segretario del partito, nel frattempo diventato presidente del consiglio, afferma in tutte le occasioni che è prioritaria,per la salvezza del paese,la funzione della scuola.
Rossoverde- Messaggi : 1008
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Re: Cecilia Alessandrini
Rossoverde ha scritto:
E' un insegnante precaria e quindi siccome il segretario del Pd è diventato pdc e nel suo programma c'è... fino alla salvezza del paese, bevitela pure, sperando che ti faccia bene e buona domenica.
personalmente non mi bevo niente,ma avere dei preconcetti così prematuri mi sembra innaturale.vediamo cosa saprà combinare e poi giudichiamo.ai nostri amici di sinistra - sinistra abbiamo dato 20 anni di tempo e cosa abbiamo visto?
freg53- Messaggi : 397
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Re: Cecilia Alessandrini
Caro freg, il preconcetto è una barriera irremovibile, una calcificazione che nemmeno il Viacal. Ecco perché le visioni sono inconciliabili.
Caro Rom, tutta la tua critica al mio intervento la commento con le parole di Luigi La Spina, parte di un suo "fondo" sulla Stampa di ieri:
Ora la crisi dell'economia nazionale sta determinando conseguenze di trasformazione sociale altrettanto profonde e sta suscitando sentimenti di rivolta insensibili ai tradizionali schieramenti politici. Ecco perché l'asse della divisione italiana non si situa più in quello orizzontale fra destra e sinistra, ma in quello verticale tra innovazione e Conservazione
Credo che per un partito, per la sua buona salute, dovendo scegliere tra due valori, la compattezza ad ogni costo e l'omogeneità di pensiero, pur con tutte le sfumature che ciò implica, il secondo valga più del primo.
Ora, poiché il PD è nato da un'idea innovativa che era ed è l'integrazione della cultura ex comunista - nel frattempo "revisionata" in socialdemocratica per iniziativa di Ochetto , con quella di matrice cattolica e con quella liberale e laica alla quale personalmente appartengo, se non vuole tradire la sua origine, il valore assoluto dell'innovazione va tenuto presente, in quanto esso è il solo capace di adattare alla volatilità dei tempi le soluzione dei problemi.
C'è una mal trattenuta tracotanza nel mio discorso, un'arroganza insolente verso questo insistere nel pretendere che il PD sia un partito diverso da quel che i suoi fondatori hanno indicato e che i suoi convinti aderenti desiderano che sia. Nessuno di noi ha mai indicato a SEL o ai vari partiti della sinistra cosa avrebbero dovuto fare e dunque mi pare ovvio che un tale atteggiamento debba essere tenuto anche da coloro che il PD lo hanno avversato all'origine e continuano ad avversarlo. Criticateci fin che vi pare, ma non abbiate la pretesa di farci diventare ne quello che eravamo ne quello che voi desiderate che si sia.
D'altra parte se nel partito esistono visioni inconciliabili, lo vedremo molto presto, quando, cioè si dovrà decidere la forma e la sostanza della legge sul lavoro. L'erosione dei " diritti acquisiti" sarà il banco di prova. Chi all'interno del PD sosterrà la visione della CGIL o rivederà la propria posizione, o dovrà trarre le dovute conseguenze, perché al di là delle chiacchiere filosofiche ed accademiche sulla sinistra, il discrimine è - l'ho sempre detto - la questione sindacale, fulcro di quello che La Spina definisce "l'asse della divisione italiana": innovazione o conservazione?
Caro Rom, tutta la tua critica al mio intervento la commento con le parole di Luigi La Spina, parte di un suo "fondo" sulla Stampa di ieri:
Ora la crisi dell'economia nazionale sta determinando conseguenze di trasformazione sociale altrettanto profonde e sta suscitando sentimenti di rivolta insensibili ai tradizionali schieramenti politici. Ecco perché l'asse della divisione italiana non si situa più in quello orizzontale fra destra e sinistra, ma in quello verticale tra innovazione e Conservazione
Credo che per un partito, per la sua buona salute, dovendo scegliere tra due valori, la compattezza ad ogni costo e l'omogeneità di pensiero, pur con tutte le sfumature che ciò implica, il secondo valga più del primo.
Ora, poiché il PD è nato da un'idea innovativa che era ed è l'integrazione della cultura ex comunista - nel frattempo "revisionata" in socialdemocratica per iniziativa di Ochetto , con quella di matrice cattolica e con quella liberale e laica alla quale personalmente appartengo, se non vuole tradire la sua origine, il valore assoluto dell'innovazione va tenuto presente, in quanto esso è il solo capace di adattare alla volatilità dei tempi le soluzione dei problemi.
C'è una mal trattenuta tracotanza nel mio discorso, un'arroganza insolente verso questo insistere nel pretendere che il PD sia un partito diverso da quel che i suoi fondatori hanno indicato e che i suoi convinti aderenti desiderano che sia. Nessuno di noi ha mai indicato a SEL o ai vari partiti della sinistra cosa avrebbero dovuto fare e dunque mi pare ovvio che un tale atteggiamento debba essere tenuto anche da coloro che il PD lo hanno avversato all'origine e continuano ad avversarlo. Criticateci fin che vi pare, ma non abbiate la pretesa di farci diventare ne quello che eravamo ne quello che voi desiderate che si sia.
D'altra parte se nel partito esistono visioni inconciliabili, lo vedremo molto presto, quando, cioè si dovrà decidere la forma e la sostanza della legge sul lavoro. L'erosione dei " diritti acquisiti" sarà il banco di prova. Chi all'interno del PD sosterrà la visione della CGIL o rivederà la propria posizione, o dovrà trarre le dovute conseguenze, perché al di là delle chiacchiere filosofiche ed accademiche sulla sinistra, il discrimine è - l'ho sempre detto - la questione sindacale, fulcro di quello che La Spina definisce "l'asse della divisione italiana": innovazione o conservazione?
Adam- Messaggi : 609
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Re: Cecilia Alessandrini
hai scrittoAdam ha scritto:La democrazia applicata dal Partito Democratico, ha prodotto una maggioranza al suo interno che ha nominato un ex Popolare/Margherita Segretario e lo ha portato con una manovra discutibile sin che si vuole, ma democratica, alla guida del Governo del Paese.
Parte della minoranza di formazione comunista (inclusa buona parte della vecchia classe dirigente del partito), quindi ex PCI, ha preso atto e elabora piani paralleli di riforme da confrontare con quelli previsti dal programma di Matteo Renzi. La discussione avrà luogo e produrrà una scelta che i gruppi parlamentari disciplinatamente attueranno in Parlamento con un voto a favore.
Questo programma è diviso in due parti: una che riguarda le riforme istituzionali e costituzionali; l'altra la gestione politica dei problemi. Per la prima, considerando la ripartizione dei voti in Parlamento, è stata trattata anche con la minoranza politica facente capo a Forza Italia, che dispone al Senato dei voti necessari per approvare le riforme stesse in doppia lettura per evitare il referendum. Sostanzialmente le riforme riguardano la legge elettorale detta Italicum che sarà discussa tra pochi giorni e che non è detto che rimanga integra nella sua prima elaborazione, specie riguardo all'emendamento presentato da un deputato PD con il quale si subordina la legge elettorale alla riforma del Senato, il che è assolutamente logico per evitare composizioni diverse nelle due camere una delle quali destinata a scomparire,almeno sotto il profilo legislativo ordinario. La accennata riforma del Senato che sarà la Camera degli Enti locali e la riforma dell'Articolo quinto abborracciato per vili ragioni elettorali dal Governo Amato nel 2001. Ho dettagliato questi punti, poiché essi non riguardano le distinzione destra e sinistra, per quello che valgono le vecchie etichette, ma solo le regole condivise del gioco democratico.
Per la gestione del bene comune, invece, la collaborazione imposta dalle disgraziate e incontrollabili condizioni parlamentari è su di un programma economico e civile concordato e condiviso: la riforma della legislazione del lavoro, quella del fisco - con l'obiettivo primario della riduzione del cuneo fiscale, quella della giustizia e quella burocratica/amministrativa, con una ferma presa di posizione sulla politica di espansione economica a danno di quella del rigore e dunque, di un'azione in Europa tesa a modificare il vecchio deprecabile atteggiamento che tanti danni ha fatto e continua a fare. Ciò che si sa (e chi non sa vada a leggersi il programma nel sito di Matteo Renzi) è che l'innovazione è diffusa, che c'è in programma un realistico, ancorché modesto, aiuto alle fasce più deboli della popolazione reperendo risorse dalle rendite finanziarie e dalle altre solite forma di risparmio pubblico, quali la lotta all'evasione, la tassazione dei fondi dislocati all'estero, la riduzione di spesa pubblica.
Tutto quel che si sa pone il programma nella logica di una sinistra moderna e possibile date le circostanze e questo deve essere accettato. Diversamente ci si intestardisce a pretendere ciò che il PD non può fare perché non è e non sarà mai un partito di sinistra come lo pretendono i vecchi comunisti, con l'antistorica pretesa che la "sinistra" è la loro e di nessun altro. Cecilia Alessandrini l'ha capito e ha correttamente tolto il disturbo. Chi la pensa come lei, faccia altrettanto e lasci che il riformismo progressista faccia la sua strada senza bastoni tra le ruote.
Questo programma è diviso in due parti: una che riguarda le riforme istituzionali e costituzionali; l'altra la gestione politica dei problemi. Per la prima, considerando la ripartizione dei voti in Parlamento, è stata trattata anche con la minoranza politica facente capo a Forza Italia, che dispone al Senato dei voti necessari per approvare le riforme stesse in doppia lettura per evitare il referendum.
Ecco, è proprio questo quello che non posso approvare del PD targato Renzi: aver fatto un accordo con Forza Italia, con Berlusconi e con Verdini, e con i forza italioti targati NCD pur di andare a governare. Inutile che ripeta che da un partito minimamente di sinistra, quale dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere il PD, io non posso accettare che si allei con una forza politica di una destra inqualificabile, perché priva di qualsiasi ideale, però colma di corruzione, affarismo, interessi privati, pregiudicati, ladri per fare la legge elettorale e per governare. Niente, con quella gentaglia non ci si allea, punto.
Per quanto riguarda la “gestione del bene comune” poi come si può pensare di mettere quella patrimoniale che sarebbe assolutamente obbligatoria, con quegli alleati? Come si faranno quelle leggi di civiltà sui matrimoni gay? Sul trattamento ai bimbi degli immigrati nati in Italia? E , anzi soprattutto, chi farà la legge sul conflitto di interessi? Chi toglierà Rete Quattro abusivamente tenuta da Berlusconi? Chi rimetterà in piedi il falso in bilancio con condanne penali? Chi metterà mano alle riduzioni volute da Berlusconi sulla durata della prescrizione?
Caro Adam, tu questa paccottiglia lettian-renziana che oggi è diventato il PD la chiami “riformismo progressista” ma io ho la vaga, anzi la netta convinzione che tu ti stia illudendo.
cireno- Messaggi : 1510
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Re: Cecilia Alessandrini
Adam ha scritto:Ora la crisi dell'economia nazionale sta determinando conseguenze di trasformazione sociale altrettanto profonde e sta suscitando sentimenti di rivolta insensibili ai tradizionali schieramenti politici. Ecco perché l'asse della divisione italiana non si situa più in quello orizzontale fra destra e sinistra, ma in quello verticale tra innovazione e Conservazione
Credo che per un partito, per la sua buona salute, dovendo scegliere tra due valori, la compattezza ad ogni costo e l'omogeneità di pensiero, pur con tutte le sfumature che ciò implica, il secondo valga più del primo.
Ora, poiché il PD è nato da un'idea innovativa che era ed è l'integrazione della cultura ex comunista - nel frattempo "revisionata" in socialdemocratica per iniziativa di Ochetto , con quella di matrice cattolica e con quella liberale e laica
Il discorso si presterebbe a una lunga e dettagliata dissertazione. Ma è opportuno essere sintetici, benché assertivi.
La diade innovazione-conservazione è una bufala intellettuale: non sarei così netto, e certamnte sarei più dialogante, se questa fesseria non fosse innalzata sui labari, perfino degna di fare da fondamento a una specie di Nuovo Manifesto della Sinistra.
Innovazione-Conservazione non significa niente. Non ha in sé alcun contenuto. Tanto meno è contenuto essa stessa.
L'unico significato che ha è di legittimare (naturalmente come "innovatore") chiunque si presenti con un foglietto in mano a proporre una cazzata qualunque, affermando che si tratta di una "novità": Berlusconi è un innovatore, Grillo è un innovatore, pure Mussolini e Hitler sono stati innovatori, e anche la bomba sganciata su Hiroshima, il Calippo e la macchinetta per tagliare a fettine le uova sode. Quindi, per cortesia, lasciamo da parte questa bufala.
"La crisi dell'economia nazionale ... trasformazione sociale ... sentimenti di rivolta insensibili ai tradizionali schieramenti politici", afferma bel bello messer La Spina, come se la crisi e la trasformazione sociale fossero fatali cataclismi naturali e non fenomeni strettamente e assolutamnte politici, che hanno una storia, hanno cause e hanno protagonisti - vittime e carnefici.
Quanto ai "tradizionali schieramenti politici", chiederei a La Spina: quanto tradizionali? Cosa c'è di tradizionale nel PD, in particolare?
Forse, se la sinistra facesse la sinistra, saprebbe dare risposte, o almeno convogliare speranze e aspettative: la sinistra "tradizionale", s'intende, cioè quella obsoleta, quella che gli "innovatori" hanno smontato, senza essere capaci di rimontarne un'altra.
Invece gli "innovatori" hanno rimontato nientedimeno che il pentapartito: perché questo è l'excursus dapprima ulivista e poi piddino.
Buono o meno buono che sia giudicabile, questo pasticcio, intanto stabiliamo che di innovativo non ha assolutamente nulla. E in quasi vent'anni non è servito praticamente a nulla, se non a sdoganare concetti e ideologismi che con la sinistra, e perfino con il liberalismo democratico, hanno ben poco a che fare.
Infine, dovresti essere così gentile da spiegarmi che differenza c'è tra la "compatteza ad ogni costo" e "l'omogeneità di pensiero", sia in termini generali, sia nell'ambito del problema di cui stiamo trattando - fermo restando che in certi casi il vocabolo "pensiero" appare un po' esagerato.
Rom- Messaggi : 996
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Re: Cecilia Alessandrini
Il preconcetto: è un'insegnante precaria ,freg53 ha scritto:
personalmente non mi bevo niente,ma avere dei preconcetti così prematuri mi sembra innaturale.vediamo cosa saprà combinare e poi giudichiamo.ai nostri amici di sinistra - sinistra abbiamo dato 20 anni di tempo e cosa abbiamo visto?
[size=13.333333015441895]il segretario del partito, diventato presidente del consiglio,[/size]
[size=13.333333015441895] [/size][size=13.333333015441895]afferma in tutte le occasioni che è prioritaria,per la salvezza del paese,la funzione della scuola.[/size]
[size=13.333333015441895]Più preconcetto di così nel miglior stile del "do ut des", che ti devo dire, non ti aggiungo altro per non offendere qualche ex democristiano presente su questo forum.[/size]
Rossoverde- Messaggi : 1008
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Re: Cecilia Alessandrini
Per Cireno
Scusa Cireno se provo a ragionare partendo dalle ultime elezioni, ma anche dai più recenti sondaggi.
A causa della spartizione dei voti con tre forze di quasi pari livello, una delle quali - che vale un quarto della base elettorale - si nega pregiudizialmente ad ogni dialogo e collaborazione e con una sentenza della Corte Costituzionale che affonda il porcellum e riproponendo nei fatti un proporzionale puro, l'unica alternativa a delle alleanze straordinarie era di tornare al voto con la prospettiva di avere un quadro di assoluta ingovernabilità a causa dell'impossibilità di creare una maggioranza possibile. Oso sperare che tu sin qui sia d'accordo? Bene proseguiamo.
Per superare una tale impasse è dunque necessario varare nuove regole del gioco e, già che ci siamo, modificare alcune istituzioni necessarie per semplificare lo svolgimento della vita democratica, risparmiando. tra l'altro, un mucchio di soldi.
Ma trattandosi di modifiche costituzionali e per non cadere nei tempi lunghi delle procedure dell'Art. 38, tempi lunghi che l'emergenza non tollera, è necessario avere il voto favorevole in Senato dei due terzi dei deputati e i due terzi si raggiungono solo coinvolgendo Forza Italia e satelliti vari. Quindi la trattativa con questi storici avversari è imprescindibile.
Ora si dà il caso che l'unico uomo che rappresenta il potere assoluto di questa parte politica, sia un delinquente pregiudicato e ciò avviene perchè una gran parte dell'elettorato è vittima ignorante della demagogia o personalmente interessato a votare chi ha sempre difeso i suoi interessi. Dunque l'angoscioso dubbio è: trascuro la questione di principio e ottengo ciò che fa comodo a me (e ovviamente anche a lui), o sull'altare della intransigenza mi vieto ad ogni dialogo e lascio che il paese stremato affronti il tunnel dell'ingovernabilità.
Amico mio, tertium non datur se si rimane con i piedi per terra e non ci si lascia trasportare dalle fantasie oniriche e io, tappandomi il naso ed ogni altro orifizio possibile di inquinamento, non ho dubbi a scegliere ciò che Renzi ha scelto.
Lo stesso discorso sponsorizzato dal PdR vale per il governo Letta e quello di Renzi che ne è il prosieguo.
Questa è la cruda realtà, il resto è chiacchiera.
Scusa Cireno se provo a ragionare partendo dalle ultime elezioni, ma anche dai più recenti sondaggi.
A causa della spartizione dei voti con tre forze di quasi pari livello, una delle quali - che vale un quarto della base elettorale - si nega pregiudizialmente ad ogni dialogo e collaborazione e con una sentenza della Corte Costituzionale che affonda il porcellum e riproponendo nei fatti un proporzionale puro, l'unica alternativa a delle alleanze straordinarie era di tornare al voto con la prospettiva di avere un quadro di assoluta ingovernabilità a causa dell'impossibilità di creare una maggioranza possibile. Oso sperare che tu sin qui sia d'accordo? Bene proseguiamo.
Per superare una tale impasse è dunque necessario varare nuove regole del gioco e, già che ci siamo, modificare alcune istituzioni necessarie per semplificare lo svolgimento della vita democratica, risparmiando. tra l'altro, un mucchio di soldi.
Ma trattandosi di modifiche costituzionali e per non cadere nei tempi lunghi delle procedure dell'Art. 38, tempi lunghi che l'emergenza non tollera, è necessario avere il voto favorevole in Senato dei due terzi dei deputati e i due terzi si raggiungono solo coinvolgendo Forza Italia e satelliti vari. Quindi la trattativa con questi storici avversari è imprescindibile.
Ora si dà il caso che l'unico uomo che rappresenta il potere assoluto di questa parte politica, sia un delinquente pregiudicato e ciò avviene perchè una gran parte dell'elettorato è vittima ignorante della demagogia o personalmente interessato a votare chi ha sempre difeso i suoi interessi. Dunque l'angoscioso dubbio è: trascuro la questione di principio e ottengo ciò che fa comodo a me (e ovviamente anche a lui), o sull'altare della intransigenza mi vieto ad ogni dialogo e lascio che il paese stremato affronti il tunnel dell'ingovernabilità.
Amico mio, tertium non datur se si rimane con i piedi per terra e non ci si lascia trasportare dalle fantasie oniriche e io, tappandomi il naso ed ogni altro orifizio possibile di inquinamento, non ho dubbi a scegliere ciò che Renzi ha scelto.
Lo stesso discorso sponsorizzato dal PdR vale per il governo Letta e quello di Renzi che ne è il prosieguo.
Questa è la cruda realtà, il resto è chiacchiera.
Adam- Messaggi : 609
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Re: Cecilia Alessandrini
Adam ha scritto:... con una sentenza della Corte Costituzionale che affonda il porcellum e riproponendo nei fatti un proporzionale puro, l'unica alternativa a delle alleanze straordinarie era di tornare al voto con la prospettiva di avere un quadro di assoluta ingovernabilità a causa dell'impossibilità di creare una maggioranza possibile.
... Questa è la cruda realtà, il resto è chiacchiera.
No, Adam, questa non è la realtà, ma sono solo fotogrammi di un film scelti ad hoc, evitando di affrontare il film nel suo intero svolgimento.
Non solo la lettera di Cecilia, ma tutte le argomentazioni di Cireno, le mie e di tanti altri, si riferiscono a un comportamento di lungo corso del PD, che sarebbe censurabile anche se fosse dovuto a fattori contingenti, e che è tanto più significativo laddove corrisponde ad alcuni presupposti teorici (per non dire neo-ideologici) e programmatici, e a quegli equivoci genetici dei quali ho accennato nei miei post precedenti.
La sentenza della Corte arriva dopo che per anni non si è riusciti a fare una nuova e più decente legge elettorale.
Questo è il primo punto, politicamente assai grave: debolezza, indifferenza, lassismo, subalternità, disaccordo, confusione? Quale che sia la risposta, certo mostra un limite o un calcolo sbagliato del centro-sinistra, o una sua insignificanza.
Una volta che la situazione, tuttavia, è quella che è, bisogna almeno correre ai ripari, proprio per le ragioni che tu stesso esponi.
Quindi: fare finalmente una legge elettorale per uscire dal cul de sac, con quella maggioranza che finalmente vede Berlusconi fuori dalle palle e con un PdC del PD.
Una legge elettorale, non una riforma costituzionale: mettere di mezzo la riforma costituzionale significa contraddire l'urgenza e la necessità, ossia la ragione per cui poi, invece, si giustifica l'inciucio col Pregiudicato.
Oltre tutto - come ti dicevo nel mio post - le riforme costituzionali sono una cosa serissima, non una faccenduola da trattare sul filo dell'inciucismo con chiunque abbia un interesse contingente, e palesemente fumoso.
Questo è il secondo punto, altrettanto significativo circa le responsabilità del centro-sinistra e il suo sistematico rincorrere maldestramente i problemi, dopo averli creati o non essere stato capace di evitarli.
Come vedi, mi sono limitato a un cortometraggio, non andando a ravanare nel contesto di lungo corso di questo centro-sinistra, che da anni si ritrova a fronteggiare le "situazioni" come se fossero piovute dal cielo, e non prodotte da una politica alla quale esso stesso partecipa da protagonista.
Quello che ne viene fuori, dai corti e dai lunghi metraggi, è una curiosa dissociazione metodologica, che è alla base di quello che eufemisticamnte possiamo definire "lo scontento" di molti: un galoppante e travolgente pragmatismo, nel fare le cose sgradevoli e spesso sbagliate, e un contorto attendismo e giustificazionismo, quando si tratterebbe di fare le cose giuste e più corrispondenti alle attese (o al mandato) dei propri elettori.
E, dall'aria che tira, questo sembra essere ciò che ci aspetta anche con il boy scout mannaro, Renzi.
Rom- Messaggi : 996
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Re: Cecilia Alessandrini
Facciamo finta che il segretario del PD fossi stato io. Bene, qualsiasi siano, siano state, le ragioni per cui il Paese avrebbe bisogno di un governo, l’elettorato che vota il delinquente, quell’altro che vota un pagliaccio ecc. ecc. io non avrei mai dato il mio PD per nessuna alleanza con nessuna di queste due forze. Perché dare la mano a Grillo per vedersi sputare in faccia è stato un atto da masochisti e Bersani giustamente paga per quella scemata dello streaming con tre stupidotti talebanizzati dal buffone, dare poi la mano a Berlusconi e Verdini, una ventina di procedimenti giudiziari in due, per qualsiasi ragione-la legge elettorale, la nomina del custode del parcheggio o quello che vuoi-è demenziale: Berlusconi dovrebbe stare a pulire i cessi da don Mazzi, quindi il minimo di dignità avrebbe dovuto impedire a Renzi di andargli a parlare, perché con questo delinquente NON SI PARLA.Adam ha scritto:Per Cireno
Scusa Cireno se provo a ragionare partendo dalle ultime elezioni, ma anche dai più recenti sondaggi.
A causa della spartizione dei voti con tre forze di quasi pari livello, una delle quali - che vale un quarto della base elettorale - si nega pregiudizialmente ad ogni dialogo e collaborazione e con una sentenza della Corte Costituzionale che affonda il porcellum e riproponendo nei fatti un proporzionale puro, l'unica alternativa a delle alleanze straordinarie era di tornare al voto con la prospettiva di avere un quadro di assoluta ingovernabilità a causa dell'impossibilità di creare una maggioranza possibile. Oso sperare che tu sin qui sia d'accordo? Bene proseguiamo.
Per superare una tale impasse è dunque necessario varare nuove regole del gioco e, già che ci siamo, modificare alcune istituzioni necessarie per semplificare lo svolgimento della vita democratica, risparmiando. tra l'altro, un mucchio di soldi.
Ma trattandosi di modifiche costituzionali e per non cadere nei tempi lunghi delle procedure dell'Art. 38, tempi lunghi che l'emergenza non tollera, è necessario avere il voto favorevole in Senato dei due terzi dei deputati e i due terzi si raggiungono solo coinvolgendo Forza Italia e satelliti vari. Quindi la trattativa con questi storici avversari è imprescindibile.
Ora si dà il caso che l'unico uomo che rappresenta il potere assoluto di questa parte politica, sia un delinquente pregiudicato e ciò avviene perchè una gran parte dell'elettorato è vittima ignorante della demagogia o personalmente interessato a votare chi ha sempre difeso i suoi interessi. Dunque l'angoscioso dubbio è: trascuro la questione di principio e ottengo ciò che fa comodo a me (e ovviamente anche a lui), o sull'altare della intransigenza mi vieto ad ogni dialogo e lascio che il paese stremato affronti il tunnel dell'ingovernabilità.
Amico mio, tertium non datur se si rimane con i piedi per terra e non ci si lascia trasportare dalle fantasie oniriche e io, tappandomi il naso ed ogni altro orifizio possibile di inquinamento, non ho dubbi a scegliere ciò che Renzi ha scelto.
Lo stesso discorso sponsorizzato dal PdR vale per il governo Letta e quello di Renzi che ne è il prosieguo.
Questa è la cruda realtà, il resto è chiacchiera.
Tu dici “ma bisogna fare il governo nell’interesse degli italiani”, e allora? Sono o non sono gli italiani a dare 8 milioni di voti al delinquente? Sono o non sono gli italiani a dare dieci milioni di voti a un buffone che non vuole, lo ha sempre detto, fare alleanze con nessuno? E allora, visto che le cose stanno così, perché dovrebbe essere il PD a togliere le castagne dal fuoco che gli italiani con la loro “stupidità” hanno voluto?
Anche questo è stare con i piedi per terra, caro amico.
cireno- Messaggi : 1510
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Re: Cecilia Alessandrini
... il cafone dei forum è tornato all'attacco!
Amiter- Messaggi : 456
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Re: Cecilia Alessandrini
Troppo spesso l'intelligenza e chiusa in recinti caratteriali e di sovrabbondanza culturale che le tarpano le ali. Quando poi nell'esaminare la realtà non la si riesce ad interpretare per quel pressapochismo conseguenza della propria inossidabile partigianeria, le dotte conclusioni alle quali si perviene non valgono nulla.
Rom dice di non capire l'immagine presa in prestito dalla geometria piana che La Spina usa per spiegare le conseguenze di profonda trasformazione sociale che induce in gran parte della popolazione sentimenti d rivolta verso la classe politica. Dice di non capire che cosa significa spostare l'attenzione dalla tradizionale immagine "orizzontale" di destra e sinistra a quella "verticale" di innovazione e conservazione, quando a me pare del tutto naturale associare alla verticalità la posizione di vantaggio/svantaggio di alcune categorie verso altre: i garantiti, dai diseredati senza tutele, per esempio. Un torto alla propria indiscutibile intelligenza, questo non voler capire e non penso al peggio di non voler accettare la realtà perché contraria ai propri schemi mentali.
Quanto alla situazione che il tema del thread coinvolge, io parlo del PD di oggi, non quello di ieri, che pur ho votato non turandomi il naso. Parlo della situazione che la crisi ha creato, delle condizioni della nostra economia, del dramma della disoccupazione e della povertà dilagante. Parlo dell'emergenza che pare non esistere nei ragionamenti di Rom e Cireno, i quali, protetti dalla loro armatura ideologica, non sentono l'urgenza dei provvedimenti da prendere delle cose "possibili" da fare.
Cireno in sostanza dice: se gli italiani scelgono Berlusconi o Grillo, è naturale che ne paghino le conseguenze, quindi il non derogare alle imposizioni morali, all'etica dei comportamenti che impediscono al puro di contaminarsi con l'impuro, così sia e punto e basta.
Rom dice: è il coinvolgimento della questione costituzionale che complica la semplice soluzione dei problemi: basta votare una legge elettorale ed aprire le urne, poi che serà, serà. Dimenticando che sono gli interessi dei singoli partiti che suggeriscono quale legge elettorale è da scegliere e quale voto dare alle leggi proposte da chicchessia. Dimenticando che i maggiori partiti hanno interessi a spingere soluzioni bipolari, se non bipartitiche, mentre i partiti minori hanno l'interesse opposto. Che il doppio turno favorisce i grandi e penalizza i piccoli, che i grandi hanno interessi a minimizzare il potere di interdizione, se non di ricatto, che i piccoli esercitano senza scrupoli al momento del voto. Dimenticando che il PD da solo con la situazione di debolezza al Senato non decide nulla, dico NULLA!
Cosa cavolo può fare il PD senza alleanze? Può seguire la morale di Cireno e mandare a quel paese le facile previsioni di disastro incombente. O può ingoiare il rospo del dialogo e ottenere una soluzione di compromesso (il sale della politica) anche da chi avversa e ha avversato da anni.
Sto con i pragmatici e detesto i falsi puri che per tacitare la propria coscienza non esitano a far correre rischi vitali per i paese nel quale mi ostino a vivere.
Rom dice di non capire l'immagine presa in prestito dalla geometria piana che La Spina usa per spiegare le conseguenze di profonda trasformazione sociale che induce in gran parte della popolazione sentimenti d rivolta verso la classe politica. Dice di non capire che cosa significa spostare l'attenzione dalla tradizionale immagine "orizzontale" di destra e sinistra a quella "verticale" di innovazione e conservazione, quando a me pare del tutto naturale associare alla verticalità la posizione di vantaggio/svantaggio di alcune categorie verso altre: i garantiti, dai diseredati senza tutele, per esempio. Un torto alla propria indiscutibile intelligenza, questo non voler capire e non penso al peggio di non voler accettare la realtà perché contraria ai propri schemi mentali.
Quanto alla situazione che il tema del thread coinvolge, io parlo del PD di oggi, non quello di ieri, che pur ho votato non turandomi il naso. Parlo della situazione che la crisi ha creato, delle condizioni della nostra economia, del dramma della disoccupazione e della povertà dilagante. Parlo dell'emergenza che pare non esistere nei ragionamenti di Rom e Cireno, i quali, protetti dalla loro armatura ideologica, non sentono l'urgenza dei provvedimenti da prendere delle cose "possibili" da fare.
Cireno in sostanza dice: se gli italiani scelgono Berlusconi o Grillo, è naturale che ne paghino le conseguenze, quindi il non derogare alle imposizioni morali, all'etica dei comportamenti che impediscono al puro di contaminarsi con l'impuro, così sia e punto e basta.
Rom dice: è il coinvolgimento della questione costituzionale che complica la semplice soluzione dei problemi: basta votare una legge elettorale ed aprire le urne, poi che serà, serà. Dimenticando che sono gli interessi dei singoli partiti che suggeriscono quale legge elettorale è da scegliere e quale voto dare alle leggi proposte da chicchessia. Dimenticando che i maggiori partiti hanno interessi a spingere soluzioni bipolari, se non bipartitiche, mentre i partiti minori hanno l'interesse opposto. Che il doppio turno favorisce i grandi e penalizza i piccoli, che i grandi hanno interessi a minimizzare il potere di interdizione, se non di ricatto, che i piccoli esercitano senza scrupoli al momento del voto. Dimenticando che il PD da solo con la situazione di debolezza al Senato non decide nulla, dico NULLA!
Cosa cavolo può fare il PD senza alleanze? Può seguire la morale di Cireno e mandare a quel paese le facile previsioni di disastro incombente. O può ingoiare il rospo del dialogo e ottenere una soluzione di compromesso (il sale della politica) anche da chi avversa e ha avversato da anni.
Sto con i pragmatici e detesto i falsi puri che per tacitare la propria coscienza non esitano a far correre rischi vitali per i paese nel quale mi ostino a vivere.
Adam- Messaggi : 609
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Re: Cecilia Alessandrini
Della famosa distinzione, io sono il piemontese fesso. E tu chi saresti? il napoletano verace?Amiter ha scritto:... il cafone dei forum è tornato all'attacco!
Adam- Messaggi : 609
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Località : Roma
Re: Cecilia Alessandrini
Sappiamo tutti che vi è una profonda differenza fra il significato nobile di certi termini e l'uso a volte offensivo che se ne potrebbe fare. Evitiamo l'equivoco.Amiter ha scritto:... il cafone dei forum è tornato all'attacco!
Admin- Messaggi : 519
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Re: Cecilia Alessandrini
Sig. Amministratore, potrei sapere, di grazia, perché nel mio post appaiono size e numeri che mai mi sono sognato di inserire?
Profondamente grato.
Profondamente grato.
Adam- Messaggi : 609
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Re: Cecilia Alessandrini
Vedo che è accaduto anche ad altri. Il fenomeno pare legato alla funzione size, ossia ridimensionamento caratteri. Terrò d'occhio la questione. Ricordo comunque a tutti che è possibile intervenire sul proprio testo mediante il tasto modifica, magari usando la visualizzazione alternativa (ultimo pulsante a destra in alto).Adam ha scritto:Sig. Amministratore, potrei sapere, di grazia, perché nel mio post appaiono size e numeri che mai mi sono sognato di inserire?
Profondamente grato.
Admin- Messaggi : 519
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