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Messaggio Da einrix Gio 24 Apr 2014, 19:00

Berlusconi oggi dichiara che la riforma del Senato non è votabile.
 
Ma non l'aveva concordata con Renzi? E Renzi non aveva fatto carte false pur di portare avanti quegli accordi, per correre più in fretta?
 
Per fortuna il Presidente del Senato e Chiti hanno messo un paletto fermo contro quella stupida riforma, altrimenti la si faceva senza neppure sapere a cosa servisse.
 
Devo convenire che Renzi, per essere stato presidente di una provincia e sindaco di un comune, sappia gestire un gruppo di amministratori, e ne sta dando ampia prova, ma la dove non è competente e non ha con lui persone competenti, rischia di fare pasticci.
 
Ci dica prima a cosa serve il Senato, poi come eleggerlo e quanti devono essere i senatori sono puri dettagli.
 
Una Camera delle Regioni, non è un Senato, e non credo che neppure ci sia bisogno di una camera delle Regioni. Un Senato si suppone che sia l'ultima istanza nel controllo dei processi parlamentari nei casi di maggiore delicatezza, senza bisogno che intervenza su ogni legge e sulla fiducia del governo.
 
Insomma, ragionino un po di più, ce lo spieghino bene e solo allora vadano avanti.
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Messaggio Da einrix Gio 24 Apr 2014, 19:06

poi, guardate con quanta confusione, quella bestia di Berlusconi interviene su tale materia:

«Noi manteniamo gli impegni» sulle riforme assunti con il premier Renzi, ma il testo del ddl costituzionale «è stato fatto senza consultarci», anzi «senza consultare nessuno» tanto che «non piace nemmeno a una parte del Pd». Quindi, «bisogna confrontarci» sul testo del ddl. Silvio Berlusconi, dopo una pausa pubblicità della trasmissione Porta a Porta, corregge il tiro rispetto a quanto detto poco prima («il ddl Senato così non è votabile») e garantisce che «Forza Italia mantiene gli impegni». Poi spiega: «Il primo impegno preso con Renzi era la riforma del Senato che prevedeva per prima cosa che deve costare di meno; poi che non deve dare più la fiducia al governo e infine che non deve più essere eletto». Tuttavia, prosegue l'ex premier, «il governo ha prodotto una proposta che non è stata nemmeno accettata da una parte del Pd, perché nessuno accetta che il Senato diventi una specie di dopo lavoro comunale».
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Messaggio Da freg53 Ven 25 Apr 2014, 13:07

bisogna capirlo,è il primo giorno di libertà vigilata.
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Messaggio Da einrix Ven 25 Apr 2014, 13:31

Su questo hai ragione, Freg. Quando ha concordato con Renzi la riforma del senato aveva una fifa boia di finire ai domiciliari, quindi, il Senato veniva dopo i suoi interessi, ma adesso che ha scampato il pericolo, ha capito subito che poteva cavalcare la boiata che sta mettendo in piedi Renzi, senza neppure sapere cosa, lui stesso (il Renzi) stia facendo.
E sapendo di trovare consenso nell'opinione pubblica, non gli pare vero di dimostrare d'avere molto buon senso.
E' anche una opinione pubblica che dimentica presto i suoi giochini che fa da sempre, sin dalle elementari (la Bicamerale). Quello che mi pare incredibile è come un Renzi ci caschi dentro, anche se rispetto a D'Alema, in fatto di furbizia e capacità di gestire la informazione siamo dieci ad uno.
 
Ad ogni modo, dal mio punto di vista, e facendo i miei interessi (non sopportavo un Senato-delle-Regioni-che-non-si-sa-cosa-fa), credo che anche questo aiutino di Berlusconi, mi torni utile, e furbo com'è, Renzi, non dubito che lo coglierà al volo per riappianare le sue divergenze con Chiti e con il Presidente del Senato, che per tempo lo avevano ben avvisato, allora, parendo, inutilmente.
 
Insomma, questa volta quel furbo di Berlusconi, lo frego io.

Bellissima quella vicenda del Bondi che fa una intervista con un senso incredibile, tanto per bucare la notizia, e poi la smentisce per fare il bis di informazione. Sono davvero bravi a tirare in giro la gente.
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Messaggio Da einrix Ven 25 Apr 2014, 21:34

Finalmente un po di buona stampa:

REPUBBLICA

Riforma Senato, le cinque differenze tra i ddl di governo e Chiti

Dalla composizione del nuovo parlamento all'indennità dei suoi rappresentanti: il confronto tra i due disegni di legge costituzionali che stanno facendo molto discutere, dentro e fuori il Pd

di ANTONELLO GUERRERA 23 aprile 2014




ROMA - Continua, dentro e fuori il Partito Democratico, l'acceso dibattito sulle riforme costituzionali e soprattutto su quella del Senato. Tra i tanti ddl presentati all'esame delle Camere, due sono quelli che fanno più discutere: il disegno di legge costituzionale presentato dal governo Renzi e dal ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, e quello presentato da Vannino Chiti (Pd), che ha innescato una fronda interna al Pd e che ha riscosso apprezzamenti da molti parlamentari Cinque Stelle (fuoriusciti e non) e anche da Forza Italia. Eccoli a confronto.




IL NUOVO SENATO

Ddl governo: Senato delle Autonomie non eletto dai cittadini. I suoi membri saranno i Presidenti delle Giunte regionali e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, i sindaci dei Capoluogo di Regione e di Provincia autonoma, nonché, per ciascuna Regione, due consiglieri regionali e due sindaci.

Ddl Chiti: Il Senato rimane elettivo, come lo è oggi, e i suoi rappresentanti vengono scelti direttamente dai cittadini su base regionale.




NUMERO DEI PARLAMENTARI

Ddl governo: i senatori saranno in tutto 148. Tra questi, il Quirinale può nominare al massimo 21 senatori che hanno illustrato la Patria "per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario" (rimangono in carica per sette anni).

Ddl Chiti: Senato con 106 parlamentari eletti su base regionale dai cittadini (100 in Italia e 6 all'Estero, oggi sono in tutto 315) e una Camera bassa con 315 deputati (la metà rispetto agli attuali 630).




I COMPENSI

Ddl governo: i rappresentanti del Senato delle Autonomia non percepirebbero indennità di alcun tipo.

Ddl Chiti: nessuna modifica a compensi e indennità vigenti.




BICAMERALISMO PERFETTO

Ddl governo: La Camera è la sola titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e di controllo dell'Esecutivo.

Ddl Chiti: anche qui scompare il bicameralismo perfetto tuttora vigente, ma la riforma è meno radicale. Il Ddl Chiti prevede, tuttavia, l’attribuzione alla sola Camera del voto di fiducia e dell’approvazione della legge di bilancio, come quello del governo Renzi. Al Senato, però, spetterebbe anche l’esame e del voto delle leggi elettorali, dei trattati europei e dei provvedimenti che investano diritti fondamentali della persona.




RIFORME COSTITUZIONALI

Entrambi i ddl prevedono che le riforme costituzionali debbano essere approvate anche dal Senato.




ABOLIZIONE CNEL

Entrambi i ddl prevedono l'abolizione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.




NUOVE COMPETENZE PER STATO E REGIONI

Ddl governo: tornano di competenza esclusiva dello Stato materie come le norme generali sul governo del territorio, il sistema nazionale della protezione civile, la produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell'energia, le grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale. Lo Stato può legiferare su materie di competenza regionale "quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica della Repubblica o lo renda necessario la realizzazione di programmi o di riforme economico-sociali di interesse nazionale". Lo Stato, però, può, con una legge approvata a maggioranza assoluta della Camera, devolvere ad una o più Regioni la funzione legislativa, "anche su richiesta delle Regioni e per un tempo limitato".

Ddl Chiti: nessuna novità rispetto alla normativa vigente.

Eccellente e condivisibile la proposta Chiti. Mi piace e l'appoggio.

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Messaggio Da einrix Sab 26 Apr 2014, 12:08

Dopo l'incontro con Napolitano di oggi, uno spiraglio per modifiche per il Senato, sembra aprirsi. Poiché si tratta di legge Costituzionale, se Renzi facesse una riforma che non mi piacesse, senza i due terzi del Parlamento, andrei io a chiedere le firme per fare un referendum abrogativo, e sono sicuro di vincere.
 
Un Senato, non è una camera delle regioni. Sta un gradino su, nel Parlamento, ma solo per questioni delicate, attinenti la Costituzione e certe leggi fondamentali. La Camera dei deputati può fare tutto il resto, compreso il controllo del lavoro del Governo.
 
Le regioni, fondate per legge costituzionale, devono legiferare nell'ambito di quelle leggi, e ci penserà la Consulta a stabilire se vanno fuori. Quindi, deve essere messo a posto il titolo V, correggendo gli errori che si sono manifestati in questi anni. Se vogliono, possono fare, come i comuni, un organismo loro, dedicato all'allineamento delle leggi, ma niente Senato come Camera delle Regioni, per favore.
 
Aspettiamo di vedere cosa succederà, e poi, agiremo di conseguenza.
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Messaggio Da einrix Mar 29 Apr 2014, 10:46

Mettiamo che sia colpa dei giornali, ma se leggo queste righe:
http://www.lastampa.it/2014/04/29/italia/politica/renzi-subito-le-riforme-o-vado-a-casa-3HQBx3DL9XfkFebwmdhTwM/pagina.html
"
«Fare veloci è l’unico modo per dare un segnale di credibilità in Europa. Faremo tutti gli sforzi fino all’ultimo giorno per trovare un punto comune, altrimenti sono pronto a fare un passo indietro. A tutti i costi io non ci sto, o così o vado a casa». Così Matteo Renzi all’assemblea dei senatori Pd dedicata alle riforme.

La proposta di riforma costituzionale può avere dei limiti ma non accetto che si dica che è una riforma autoritaria. Lo avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il premier Matteo Renzi nel corso dell’assemblea del gruppo Pd al Senato dedicata alle riforme.

I sondaggi ci danno avanti ma io ho detto ai miei che se li vedo ancora guardare i sondaggi li meno ha spiegato il premier che poi spiegando la riforma del Senato ha aggiunto: «I senatori siano indicati tra i consiglieri regionali, lasciando a ogni regione la modalità di scelta sul come». Un’ipotesi di mediazione con la minoranza interna al partito.  
"
...Fare veloci, non è una riforma autoritaria, i sondaggi ci danno avanti...
Ma che cavolo di concetti sono!

Ci dica per favore cosa deve fare il Senato, e se non fa più il Senato, che lo cancelli.
Vuole fare la Camera delle Regioni? Io lo sconsiglio, ma la faccia chiamandola Camera delle regioni, non Senato.
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