AreaForum
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

La strategia della tensione e la morte di Moro

3 partecipanti

Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Mer 12 Nov 2014, 15:24

12/11/2014 15:31
Moro,pg:Pieczenik indiziato su omicidio
  15.31                                 
 Moro,pg:Pieczenik indiziato su omicidio
 Nei confronti dell'americano Steve     
 Pieczenik, ex funzionario del Diparti- 
 mento di Stato Usa e 'superconsulente' 
 del Governo italiano ai tempi del se-  
 questro di Aldo Moro, vi sono "gravi   
 indizi circa un suo concorso nell'omi- 
 cidio" dello statista democristiano.   

 Lo sostiene il procuratore generale di 
 Roma, Luigi Ciampoli, che chiede alla  
 procura di procedere. C'è anche un al- 
 tro indiziato,ma è morto:è il colonnel-
 lo Camillo Guglielmi,già in servizio al
 Sismi, presente in via Fani la mattina 
 del 16 marzo 1978 quando fu rapito Moro

Questa è la notizia, raccapricciante: "il Dipartimento di Stato USA è il mandante del rapimento e dell'assassinio di Aldo Moro".
Dal che ne discende il principio che le Brigate Rosse erano infiltrate dal Dipartimento di Stato USA che ne dirigeva anche le azioni? E' una ipotesi investigativa non da poco.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Erasmus Gio 13 Nov 2014, 11:37

einrix ha scritto:[...]Questa è la notizia, raccapricciante: "il Dipartimento di Stato USA è il mandante del rapimento e dell'assassinio di Aldo Moro".
Dal che ne discende il principio che le Brigate Rosse erano infiltrate dal Dipartimento di Stato USA che ne dirigeva anche le azioni? E' una ipotesi investigativa non da poco.

Questa è l'ultima delle "bufale" della serie "Le Brigate Rosse non erano "rosse"!

Ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate (se non fosse che si tratta invece di cose tragiche).

Guarda einrix che chi sta scrivendo è uno che le BR le ha viste nascere ... e che ha anche lavorato gomito a gomito con qualcuno  che poi si seppe "della direzione strategica delle BR".

Potrei dire molto di più. Ma, a parte che sarebbero ripetizioni (e che sono diventato lento e adesso devo fare altro), non servirebbe a niente (come non è servita altre volte la mia testimonianza).

Tu in particolare alle mie testimonianze non crederesti ... e ti fa comodo pensare ad infiltrati, ovviamente da parte yankee (se non addirittura da parte neo-fascista).

Eh no  cari compagni nostalgici del PCI di Berlinguer! Le BR erano comunisti-leninisti autentici!
Cari "tavarish", dovete (se siete onesti) accettare la storia come è stata, mica tentare continuamente di travisarla ... per uscirne voi un po' meglio!

Comunque: Ficcatelo bene in testa tu con tutti i "compagni" che pretenderebbero di sbandierare una storia d "mani pulite" (e quindi di ostracizzare ogni aspetto delittuoso di militanti comunisti):
• Il "terrorismo" è un metodo rivendicato espressamente da Lenin.
[L'ho imparato leggendo Lenin in testi tradotti da Togliatti e da me acquistati presso la FIOM a Milano].
• La direzione strategica delle BR era costituita da neo-leninisti (convinti di riuscire ad innescare una nuova rivoluzione comunista).
• Le BR avevano il colore che denunciavano di avere. [E in tedesco "Brigate Rosse" diventa giustamente "Rote Armee Fraction"].
• I membri della "direzione strategica" delle BR (e sto pensando soprattutto al mio ex–amico Mario Moretti, quello di cui parla Moro nelle lettere dalla prigione, quello che probabilmente ha sostituito Gallinari nell'esecuzione materiale dell'uccisione di Aldo Moro) erano persone "oneste" e "integre" (dal loro punto di vista, of course) e assolutamente "indipendenti" da ogni altra forza  politica. Hanno pertanto tutto il mio rispetto anche se oggettivamente sono miei nemici e come tali li ho pure combattuti (dialetticamente s'intende, mica con la P 38 o col Kalashnikov).

[Viceversa, l'estrema sinistra allora simpatizzava per le BR e costituiva il naturale vivaio da cui le BR cercavano di reclutare nuovi "militanti"].

Ciao einrix
Ciao a tutti
Erasmus
Erasmus

Messaggi : 142
Data d'iscrizione : 22.05.13
Località : Unione Europea

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Gio 13 Nov 2014, 15:44

Bravo Erasmus, hai fatto i compitini per bene. Non ho dubbi che ci fossero deficienti che pensassero di risolvere i loro problemi personali (non certo i miei problemi), con la lotta armata. Dalle frustrazioni, potevano uscirne in tanti modo, ma talvolta stringere in mano una rivoltella e sparare a qualcuno, aumenta enormemente la propria autostima. 
Quella gente fragile caratterialmente, ed incapace di vivere in una società civile aveva trovato le risposte sbagliate proprio a quelle provocazioni che nascevano per un disegno ben più grande di loro, a meno che tu non voglia negare che non vi sia stata nel nostro paese la strategia della tensione.
La provocazione è lo strumento che da inizio alla strategia della tensione, e la madre delle provocazioni fu la strage di Piazza Fontana, che seguiva ad anni di governi che potevano essere ricordati per l'inettitudine, le raccomandazioni politiche, e le ruberie. La gente non ne poteva più, non vedendo sbocchi democratici che non fossero altri governi retti dalla DC. Quelle stragi fecero fare il salto a molti giovani confusi (più cattolici che comunisti), che nella realtà non sapevano controllare i loro nervi ed erano incapaci di guidare le masse del nostro paese, e che finirono, da emarginati della politica, nella clandestinità, a fare il gioco degli americani (messi in allarme dal '68 in tutta Europa). Solo chi difende gli americani e la CIA ha interesse a smentire questa versione dei fatti, e per quanti sforzi facciano, ormai è storia.


Lenin forse era meno rivoluzionario di suo fratello Aleksandr Ul'janov, che fu impiccato a 21 anni nel maggio dell''87, riconosciuto colpevole di aver attentato alla vita dello Zar. Aveva solo scelto il momento giusto, quando la monarchia zarista era in crisi in un paese disastrato e che cercava una qualsiasi via per uscirne. Era facile per chiunque fare la rivoluzione in quei giorni, ed erano molte migliaia quelli che partecipavano agli scioperi, alle manifestazioni ed alla lotta, in un crescendo che poi sfocia nella rivoluzione. E tu mi vieni a raccontare che il terrorismo è un metodo rivendicato espressamente da Lenin, come fosse una cosa straordinaria, quando il terrorismo lo mettono in campo tutti gli stati e nella strategia della tensione è stato pianificato nell'ambito della NATO.
Non è il terrorismo che ha prodotto la rivoluzione russa, ma le condizioni di quel popolo giunte ormai ad un limite di rottura, ed in quei tempi la rottura rivoluzionaria poteva essere comunista o borghese, come nella Francia del 1789. Nel 1918 è però il comunismo, il più forte anche ideologicamente, ed è il comunismo che vince in Russia. 


Tu, come gli ideologi delle Brigate rosse non avete capito proprio niente né della rivoluzione russa, né del pensiero di Lenin. Il fratello di Lenin avrebbe potuto entrare nelle brigate rosse, visto che la sua idea giovanile (che potremmo definire infantile) era di ammazzare lo Zar per liberare la Russia dal potere dei nobili, ma non quel Lenin che alla testa delle masse sconfigge per davvero lo zarismo. Sono altre le analisi da fare per valutare il proprio periodo storico, che non quelle sciocchezze che elaboravano le brigate rosse. Tu confondi il populismo terroristico di Aleksandr Ul'janov e delle Brigate rosse con la lotta politica di Lenin e del PCI, che non dimentichiamocelo, è stato uno dei grandi animatori della resistenza, prima di essere il partito di Togliatti e della svolta di Salerno che ha portato a questo stato democratico e a questa Costituzione.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Gio 13 Nov 2014, 17:11

einrix ha scritto:Bravo Erasmus, hai fatto i compitini per bene. Non ho dubbi che ci fossero deficienti che pensassero di risolvere i loro problemi personali (non certo i miei problemi), con la lotta armata. Dalle frustrazioni, potevano uscirne in tanti modo, ma talvolta stringere in mano una rivoltella e sparare a qualcuno, aumenta enormemente la propria autostima. 
Quella gente fragile caratterialmente, ed incapace di vivere in una società civile aveva trovato le risposte sbagliate proprio a quelle provocazioni che nascevano per un disegno ben più grande di loro, a meno che tu non voglia negare che non vi sia stata nel nostro paese la strategia della tensione.
La provocazione è lo strumento che da inizio alla strategia della tensione, e la madre delle provocazioni fu la strage di Piazza Fontana, che seguiva ad anni di governi che potevano essere ricordati per l'inettitudine, le raccomandazioni politiche, e le ruberie. La gente non ne poteva più, non vedendo sbocchi democratici che non fossero altri governi retti dalla DC. Quelle stragi fecero fare il salto a molti giovani confusi (più cattolici che comunisti), che nella realtà non sapevano controllare i loro nervi ed erano incapaci di guidare le masse del nostro paese, e che finirono, da emarginati della politica, nella clandestinità, a fare il gioco degli americani (messi in allarme dal '68 in tutta Europa). Solo chi difende gli americani e la CIA ha interesse a smentire questa versione dei fatti, e per quanti sforzi facciano, ormai è storia.


Lenin forse era meno rivoluzionario di suo fratello Aleksandr Ul'janov, che fu impiccato a 21 anni nel maggio dell''87, riconosciuto colpevole di aver attentato alla vita dello Zar. Aveva solo scelto il momento giusto, quando la monarchia zarista era in crisi in un paese disastrato e che cercava una qualsiasi via per uscirne. Era facile per chiunque fare la rivoluzione in quei giorni, ed erano molte migliaia quelli che partecipavano agli scioperi, alle manifestazioni ed alla lotta, in un crescendo che poi sfocia nella rivoluzione. E tu mi vieni a raccontare che il terrorismo è un metodo rivendicato espressamente da Lenin, come fosse una cosa straordinaria, quando il terrorismo lo mettono in campo tutti gli stati e nella strategia della tensione è stato pianificato nell'ambito della NATO.
Non è il terrorismo che ha prodotto la rivoluzione russa, ma le condizioni di quel popolo giunte ormai ad un limite di rottura, ed in quei tempi la rottura rivoluzionaria poteva essere comunista o borghese, come nella Francia del 1789. Nel 1918 è però il comunismo, il più forte anche ideologicamente, ed è il comunismo che vince in Russia. 


Tu, come gli ideologi delle Brigate rosse non avete capito proprio niente né della rivoluzione russa, né del pensiero di Lenin. Il fratello di Lenin avrebbe potuto entrare nelle brigate rosse, visto che la sua idea giovanile (che potremmo definire infantile) era di ammazzare lo Zar per liberare la Russia dal potere dei nobili, ma non quel Lenin che alla testa delle masse sconfigge per davvero lo zarismo. Sono altre le analisi da fare per valutare il proprio periodo storico, che non quelle sciocchezze che elaboravano le brigate rosse. Tu confondi il populismo terroristico di Aleksandr Ul'janov e delle Brigate rosse con la lotta politica di Lenin e del PCI, che non dimentichiamocelo, è stato uno dei grandi animatori della resistenza, prima di essere il partito di Togliatti e della svolta di Salerno che ha portato a questo stato democratico e a questa Costituzione.
Per cortesia, che qualcuno corra a dirlo a Renzi, che è così cotanto depositario di simile eredità, forse lui non lo sa.
Ti saluto
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Gio 13 Nov 2014, 19:15

Caro Rossoverde, nessuno che abbia un po di buon senso, oggi può desiderare il comunismo reale, quello che abbiamo conosciuto e che è stato sconfitto per auto sfinimento. Ci sono alternative, e l'Europa che ha disegnato i diritti e redistribuito le risorse col welfare è una buona alternativa. Non lo è invece l'Europa della Margaret Tachter o di Piersilvio Berlusconi, come non lo è l'Europa dell'ex banchiere Juncker se non viene moderato dalle forze di sinistra che non sono gli eredi delle brigate rosse e di quei frammenti dei partiti comunisti che si stanno spegnendo. Il mio progetto col PCI era modernizzare l'italia sui temi dei diritti, e modernizzare il mondo con la fine del colonialismo. Abbiamo compiuto la missione, e adesso il Partito Democratico ne ha un'altra più avanzata: far fare un altro balzo in avanti ai diritti ed al welfare (redistribuzione) in un momento in cui i fattori della produzione stanno cambiando. Va bene anche Renzi, se ascolta tutte le anime di questo partito, e mi pare che lo stia facendo, pur dovendo tener conto che i nostri alleati sono del centro e del centro destra, da Casini ad Alfano, visto che quelli di sinistra, come SEL, si sono defilati dopo essere passati all'incasso dei voti e dei seggi. E se non le ascolta, nessuno deve cambiare partito, ma è il partito che deve cambiare il segretario. Oggi Renzi ha la maggioranza perché convince di più di chi la maggioranza non ce l'ha, e a me sta bene così perché le regole della democrazia o sono per sempre, oppure non è democrazia.
Come io traggo vantaggio dalla sua militanza nel mondo cattolico popolare, lui trae vantaggio dalla mia visione della società, ed insieme possiamo battere quel sessanta per cento di gente che ancora vota per Berlusconi e Grillo: divisi, vincono loro, uniti, vinciamo noi. Le altre sono solo chiacchiere e distintivo.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Erasmus Ven 14 Nov 2014, 01:19

einrix ha scritto:Europa dell'ex banchiere Juncker 
Questa mi giunge nuova.
Cacchio, c'è sempre da imparare!
Ma dimmi le tue fonti ... che mi "acculturo" anch'io!
---------
La strategia della tensione e la morte di Moro 1112820856
Erasmus
Erasmus

Messaggi : 142
Data d'iscrizione : 22.05.13
Località : Unione Europea

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Ven 14 Nov 2014, 06:23

einrix ha scritto:Caro Rossoverde, nessuno che abbia un po di buon senso, oggi può desiderare il comunismo reale, quello che abbiamo conosciuto e che è stato sconfitto per auto sfinimento. Ci sono alternative, e l'Europa che ha disegnato i diritti e redistribuito le risorse col welfare è una buona alternativa. Non lo è invece l'Europa della Margaret Tachter o di Piersilvio Berlusconi, come non lo è l'Europa dell'ex banchiere Juncker se non viene moderato dalle forze di sinistra che non sono gli eredi delle brigate rosse e di quei frammenti dei partiti comunisti che si stanno spegnendo. Il mio progetto col PCI era modernizzare l'italia sui temi dei diritti, e modernizzare il mondo con la fine del colonialismo. Abbiamo compiuto la missione, e adesso il Partito Democratico ne ha un'altra più avanzata: far fare un altro balzo in avanti ai diritti ed al welfare (redistribuzione) in un momento in cui i fattori della produzione stanno cambiando. Va bene anche Renzi, se ascolta tutte le anime di questo partito, e mi pare che lo stia facendo, pur dovendo tener conto che i nostri alleati sono del centro e del centro destra, da Casini ad Alfano, visto che quelli di sinistra, come SEL, si sono defilati dopo essere passati all'incasso dei voti e dei seggi. E se non le ascolta, nessuno deve cambiare partito, ma è il partito che deve cambiare il segretario. Oggi Renzi ha la maggioranza perché convince di più di chi la maggioranza non ce l'ha, e a me sta bene così perché le regole della democrazia o sono per sempre, oppure non è democrazia.
Come io traggo vantaggio dalla sua militanza nel mondo cattolico popolare, lui trae vantaggio dalla mia visione della società, ed insieme possiamo battere quel sessanta per cento di gente che ancora vota per Berlusconi e Grillo: divisi, vincono loro, uniti, vinciamo noi. Le altre sono solo chiacchiere e distintivo.
A parte che in Italia il Comunismo non c'è mai stato , anzi abbiamo avuto forze di sinistra più reazionarie della dx, vedi pci e divorzio, pci e statuto dei lavoratori, e quando ha governato ha fatto quello che la destra non aveva mai osato fare....fino a scomparire nel renzoberlusonismo...poi bontà tua , se a te piace , a me no.
Ti risaluto.
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Ven 14 Nov 2014, 09:45

Erasmus ha scritto:
Questa mi giunge nuova.
Cacchio, c'è sempre da imparare!
Ma dimmi le tue fonti ... che mi "acculturo" anch'io!
---------
La strategia della tensione e la morte di Moro 1112820856
Di Juncker si dice che come governante del Lussemburgo abbia favorito tutte quelle pratiche di elusioni alle leggi europee che servivano ad attirare capitali che volessero sfuggire dal pagare le tasse nei paesi di origine.
Lui si difende e dice che non è vero, ma tra le altre voci c'è pure quella che molti partiti popolari europei, in qualche modo fruissero di finanziamenti con quella provenienza. Spetterà alla commissione europea accertare se illeciti ci fossero (conflitto di interesse?). Strano che tu sempre attento sulle cose d'Europa ti sfuggano queste "voci". A meno che tu non possegga filtri più potenti dei miei e orientati a non ascoltare certe critiche. Se la tua provenienza ideologica è nell'intorno del Partito Radicale di Pannella, ho sempre pensato che i finanziamenti , lui, li ricevesse dalla CIA. Ovviamente la mia è solo una intuizione motivata da tanti riscontri che non fanno una prova, ma se è così poi mi vien di fare due più due, sulla base proprio di questi tuoi due interventi, scettici sulla teoria della strategia della tensione e sugli imbrogli possibili di Junker.
Come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende!
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Ven 14 Nov 2014, 10:09

Rossoverde ha scritto:
A parte che in Italia il Comunismo non c'è mai stato , anzi abbiamo avuto forze di sinistra più reazionarie della dx, vedi pci e divorzio, pci e statuto dei lavoratori, e quando ha governato ha fatto quello che la destra non aveva mai osato fare....fino a scomparire nel renzoberlusonismo...poi bontà tua , se a te piace , a me no.
Ti risaluto.
Si, concordo, non mi sono accorto che ci fosse il comunismo in Italia. Ero iscritto al partito comunista, ma questo era all'opposizione da sempre, salvo quei  mesi di governo di unità nazionale, subito dopo il 25 Aprile del '45. Sul divorzio votai a favore e non ricordo che l'Unità avesse fatto qualche editoriale per invitarci a votare contro. Anche lo statuto dei lavoratori fu accolto come una bella apertura, da noi comunisti e dal sindacato, ed i complimenti andarono a Giacomo Brodolini (Gino Giugni non lo conosceva nessuno), che era ministro socialista nel governo di centro sinistra di quel tempo. Ma dove le prendi queste perle di conoscenza, Rossoverde. Guarda che ti stanno imbrogliando. Le cose che dico le trovi scritte nella storia di questo paese, e più che averle lette, le ho vissute, quindi sono un testimone. Lo statuto è del '70, e noi le lotte del '68 le facemmo proprio per emancipare i rapporti di lavoro, troppo schiacciati sotto un padronato che nel recinto della fabbrica aboliva i diritti. Da quelle lotte nasce lo Statuto, non da una gentile elargizione della politica di governo, dove pure vi erano persone come Brodolini che erano vicine al mondo del lavoro, e che così, sulla base di quelle spinte, poterono costruire quella legge.
Renzi è segretario di un partito che se deve governare, deve tenere assieme diverse anime, perché dieci partiti del tre per cento non ne fanno uno del trenta per cento. Oggi il PD dovendo governare con Casi, Monti ed Alfano può fare solo questa politica, che comunque complessivamente è buona, perché le leggi che deve fare, o coprono dei buchi (i provvedimenti per estendere le tutele ai non garantiti, la legge elettorale) o riformano istituzioni che non funzionano, come il Senato copia conforme della Camera, o il Titolo V che ha prodotto un contenzioso enorme con le regioni. E poi c'è il governo della cosa pubblica in un momento di spesa difficile, per renderla più efficiente e vicina al cittadino; e quello delle tasse, per redistribuirle premiando il lavoro, penalizzando la rendita, e per farle pagare a tutti.
A chi volevi affidare quel compito, stante quell'esito delle elezioni? Spero e voglio che il programma di governo, di questo governo vada in porto. Per fare qualcosa di più a sinistra, il PD deve prendere più voti a sinistra, e per farne meno, ne deve prendere meno. Regolati tu!
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Ven 14 Nov 2014, 10:18

Di notizie nuove non ce ne sono oltre questa, di due giorni fa. Volendo esaminare qualche fatto si può leggere quello che c'è scritto qui. o qui.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Ven 14 Nov 2014, 11:00

Se prendo il secondo documento, quello di Wikipedia e mi attengo alle dichiarazioni di Cossiga e Galloni, ne viene fuori questo quadro:

"Francesco Cossiga durante la sua audizione alla Commissione Stragi sostenne che in un primo tempo era anche stato ipotizzato che il rapimento di Moro fosse stato effettuato su commissione dei servizi segreti degli Stati del Patto di Varsavia, ma che il comando NATO non riteneva che il politico potesse conoscere informazioni riservate sull'Alleanza Atlantica tali da considerare il suo rapimento un pericolo per la stessa (ma nel suo memoriale Moro parlerà di una struttura stay-behind simile a Gladio, la cui esistenza allora era ancora ufficialmente segreta). Cossiga sostenne che gli Stati Uniti, al contrario di altre nazioni alleati come la Germania, si rifiutarono di fornire all'Italia il supporto diretto delle loro agenzie di spionaggio, proprio per il fatto che il rapimento di Moro, a quanto ritenevano, non costituiva pericolo per gli interessi americani; gli USA si limitarono quindi, su insistenza di Cossiga, a mandare in Italia Steve Pieczenik (a volte riportato come Pieczenick), ufficialmente uno psicologo dell'ufficio antiterrorismo del Dipartimento di Stato statunitense, esperto in casi di rapimento, il quale riteneva si dovesse fingere una trattativa per poter proseguire le indagini ed individuare i brigatisti che tenevano prigioniero Moro.[75]

Il possibile coinvolgimento degli USA[modifica | modifica wikitesto]
L'ex vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della Democrazia Cristiana Giovanni Galloni il 5 luglio 2005, in un'intervista nella trasmissione NEXT di Rainews24[76], disse che poche settimane prima del rapimento, Moro gli confidò, discutendo della difficoltà di trovare i covi delle BR, di essere a conoscenza del fatto che sia i servizi americani che quelli israeliani avevano degli infiltrati nelle BR, ma che gli italiani non erano tenuti al corrente di queste attività che sarebbero potute essere d'aiuto nell'individuare i covi dei brigatisti. Galloni sostenne anche che vi furono parecchie difficoltà a mettersi in contatto con i servizi statunitensi durante i giorni del rapimento, ma che alcune informazioni potevano tuttavia essere arrivate dagli USA:"

a) Le BR sono infiltrate
b) su richiesta di Cossiga gli USA, mandano Pieczenik come consulente per la trattativa.


Il compromesso storico nasce con 4 articoli su Rinascita dopo il colpo di stato in Cile l'11 settembre 1973. Il governo Andreotti III è del 1976, ed è un monocolore sostenuto esternamente dal PCI.
Moro, che è l'artefice dell'avvicinamento tra il PCI e la DC, con motivazioni che vogliono scongiurare il pericolo di colpi di stato (Cile docet), viene rapito il 16 marzo del 1978 e ucciso il 9 maggio.
Anche il governo Andreotti IV è sostenuto dal PCI, ed il rapimento di Moro è proprio lo stesso giorno del suo insediamento.


Quanto la NATO guardasse con sospetto a quelle convergenze (era contraria anche la destra della DC, con Andreotti capo del governo, che pur viveva con l'appoggio esterno del PCI) è facile da ipotizzare.


In quel gioco non c'erano solo i brigatisti infiltrati, ma in tutta quella fase del sequestro Moro, si sono mossi gli attori che avevano qualche interesse da rivendicare per quella vicenda, e l'uccisione di Moro era la spinta a rompere quella collaborazione tra il PCI e la DC che aveva il compito di mettere l'Italia al riparo da un qualche colpo di Stato, e che aveva in Moro uno strenuo difensore delle nostre libertà, pur in un mondo diviso in sfere di influenze che limitavano l'autonomia dei popoli che vi erano rinchiusi.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Ven 14 Nov 2014, 11:27

Sul compromesso storico  non trovo gli articoli di Rinascita, ma QUI, ci sono dei frammenti abbastanza esaustivi.

Un passaggio, tra i più significativi:

"Abbiamo sempre saputo e sappiamo che l’avanzata delle classi lavoratrici e della democrazia sarà contrastata con tutti i mezzi possibili dai gruppi sociali dominanti e dai loro apparati di potere. E sappiamo, come mostra ancora una volta la tragica esperienza cilena, che questa reazione antidemocratica tende a farsi più violenta e feroce quando le forze popolari cominciano a conquistare le leve fondamentali del potere nello Stato e nella società. Ma quale conclusione dobbiamo trarre da questa consapevolezza? Forse quella, proposta da certi sciagurati, di abbandonare il terreno democratico e unitario per scegliere un’altra strategia fatta di fumisteria, ma della quale è comunque chiarissimo l’esito rapido e inevitabile di un isolamento dell’avanguardia e della sua sconfitta? Noi pensiamo, al contrario, che, se i gruppi sociali dominanti puntano a rompere il quadro democratico, a spaccare in due il paese e a scatenare la violenza reazionaria, questo deve spingerci ancora più a tenere saldamente nelle nostre mani la causa della difesa delle libertà e del progresso democratico, a evitare la divisione verticale del paese e a impegnarci con ancora maggiore decisione, intelligenza e pazienza a isolare i gruppi reazionari e a ricercare ogni possibile intesa e convergenza fra tutte le forze popolari. "




Altri riferimenti
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/video/il-compromesso-storico/1884/default.aspx
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Erasmus Ven 14 Nov 2014, 22:49

Facciamo un passo indietro, se non non ci si capisce.
Tu, tra l'altro, hai scritto [... e lasciamo perdere sse c'entra o meno con lo stesso tema da te aperto col titolo «La strategia della tensione e la morte di Moro»]:
 « l'Europa dell'ex banchiere Juncker » [einrix]
Stupefatto di una tale rivelazione (assolutamente nuova per me) ti chiedevo le fonti di questa "notizia":
 «Questa mi giunge nuova.
Cacchio, c'è sempre da imparare!

Ma dimmi le tue fonti ... che mi "acculturo" anch'io!»[Erasmus]

E tu, che mi rispondi? Ecco qua:
«Di Juncker si dice che come governante del Lussemburgo abbia favorito tutte quelle pratiche di elusioni alle leggi europee che servivano ad attirare capitali che volessero sfuggire dal pagare le tasse nei paesi di origine.
Lui si difende e dice che non è vero, ma tra le altre voci c'è pure quella che molti partiti popolari europei, in qualche modo fruissero di finanziamenti con quella provenienza. 33cc]ecc., ecc., ecc....]» [einrix]


Come al tuo solito, "te la canti e te la suoni" ignorando non solo i contenuti dell'intervento del tuo interlocutore ma persino il tema che tu stesso hai aperto col tuo primo messaggio.
[Per non parlare delle frasi ad effetto atte a svilire l'interlocutore, specie se non è un "compagno", [come l'inizio della tua risposta al mio primo intervento in questo thread. «Bravo Erasmus, hai fatto i compitini per bene.» ..] frasi ad effetto che però, quanto a contenuto, non hanno alcun senso].

Comunque, guarda che io non sono affatto un fan di Juncker [e ancor prima delle europee dicevo che, se dipendesse da me i Presidente della commissione sarebbe Verhofstadt, ma siccome non sarebbe passato, piuttosto di quel marpione opportunista di Schulz, mille volte meglio Juncker].

E si dà il caso che, dopo opportuna pianificazione della spartizione degli utili – a cominciare dalla presidenza del Parlamento europea ancora a Schulz – (ossia: collusione spudorata di Schulz non solo con i vertici del Gruppo PPE in P.E.,  ma addirittura con quelli della  CDU/CDS tedesca), Shulz abbia appoggiato Juncker, minaccianto pure un puttiferio in PE se il Consiglio Europeo avesse proposto qualcun altro in contrasto col fatto che, essendo il PPE uscito maggioritario alle europee, spettava al candidato PPE diventare il successore di Barroso.
Cacchio: questa sì è democrazia! Questo sì è saper perdere! La strategia della tensione e la morte di Moro 292285641 
L'anno scorso (o addirittura era già quest'anno? La strategia della tensione e la morte di Moro 2035563755 ) Lussemburgo e Austria (della quale,  pure "paradiso fiscale", si parla troppo poco) hanno trattato con la Commissione la rinuncia al segreto bancario e l'adeguamento in materia bancaria allo standard europeo.
Voglio dire: la politica lussemburghese di drenaggio di capitali da tutto il mondo (soprattutto da altri paesi dell'UE, specie se  confinanti o vicini come  l'Olanda e la Francia) attraverso la riduzione fiscale specifica non è certo una rivelazione di attualità, ma qualcosa di stra-noto da sempre.
Evidentemente qualcuno ha interesse ad estrarre dal cassetto qualcosa che teneva là da parecchio al fine di far saltare il Presidente della Commissione (inducendolo a dimettersi). E tu ... abbocchi come un ingenuo pesciolino.


Molto discutibili i tuoi "si dice"!
Distinguiamo almeno quel che dici tu da quel che dicono le fonti ben accreditate!
Ancora non mi risulta che qualcuno abbia formalmente accusato Juncker di comportamento in contrasto con le regole comunitarie in vigore. [Il che non vuol dire approvare la politica economica-finanziaria del Lussemburgo nel contesto europeo: politica svolta effettivamente da Juncker che oltre ad essere stato primo ministro per quasi 20 anni (dal gennaio del '95 fino al luglio dell'anno scorso) è stato contemporaneamente ministro delle finanze e del tesoro]


Mi hai trascinato fuori tema mettendo "carne al fuoco" diversa da quella dell'animale che si stava cucinando (Brigate Rosse  davvero "rosse"  o manovrate dalla solita CIA?).


Ma torniamo alla risposta che mi dai a propoito di Juncker "ex banchiere" (dici tu: ma Juncjker, pur essendo stato governatore della Banca Mondiale, ecc. ecc. non è mai stato "banchiere" ).

Non sarebbe male che qualche volta ti ripassassi il significato delle parole che intendi usare  consultando opportunamente un dizionario di italiano. Guarda che ci sono ottimi vocabolari anche on-line.
[Non posso dimenticare quella volta che usavi a sproposito il vocabolo "nazione". Guarda che, prima di te, c'è stato un Adolf Hitler che avrebbe voluto l'Europa unica "nazione". La strategia della tensione e la morte di Moro 3819238523]

Ultima: non ho capito cosa c'entro io con Pannella o con i radicali. La strategia della tensione e la morte di Moro 2035563755

La strategia della tensione e la morte di Moro 201031178

----------


Ultima modifica di Erasmus il Sab 15 Nov 2014, 16:29 - modificato 1 volta.
Erasmus
Erasmus

Messaggi : 142
Data d'iscrizione : 22.05.13
Località : Unione Europea

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Sab 15 Nov 2014, 06:44

einrix ha scritto:
Si, concordo, non mi sono accorto che ci fosse il comunismo in Italia. Ero iscritto al partito comunista, ma questo era all'opposizione da sempre, salvo quei  mesi di governo di unità nazionale, subito dopo il 25 Aprile del '45. Sul divorzio votai a favore e non ricordo che l'Unità avesse fatto qualche editoriale per invitarci a votare contro. Anche lo statuto dei lavoratori fu accolto come una bella apertura, da noi comunisti e dal sindacato, ed i complimenti andarono a Giacomo Brodolini (Gino Giugni non lo conosceva nessuno), che era ministro socialista nel governo di centro sinistra di quel tempo. Ma dove le prendi queste perle di conoscenza, Rossoverde. Guarda che ti stanno imbrogliando. Le cose che dico le trovi scritte nella storia di questo paese, e più che averle lette, le ho vissute, quindi sono un testimone. Lo statuto è del '70, e noi le lotte del '68 le facemmo proprio per emancipare i rapporti di lavoro, troppo schiacciati sotto un padronato che nel recinto della fabbrica aboliva i diritti. Da quelle lotte nasce lo Statuto, non da una gentile elargizione della politica di governo, dove pure vi erano persone come Brodolini che erano vicine al mondo del lavoro, e che così, sulla base di quelle spinte, poterono costruire quella legge.
Renzi è segretario di un partito che se deve governare, deve tenere assieme diverse anime, perché dieci partiti del tre per cento non ne fanno uno del trenta per cento. Oggi il PD dovendo governare con Casi, Monti ed Alfano può fare solo questa politica, che comunque complessivamente è buona, perché le leggi che deve fare, o coprono dei buchi (i provvedimenti per estendere le tutele ai non garantiti, la legge elettorale) o riformano istituzioni che non funzionano, come il Senato copia conforme della Camera, o il Titolo V che ha prodotto un contenzioso enorme con le regioni. E poi c'è il governo della cosa pubblica in un momento di spesa difficile, per renderla più efficiente e vicina al cittadino; e quello delle tasse, per redistribuirle premiando il lavoro, penalizzando la rendita, e per farle pagare a tutti.
A chi volevi affidare quel compito, stante quell'esito delle elezioni? Spero e voglio che il programma di governo, di questo governo vada in porto. Per fare qualcosa di più a sinistra, il PD deve prendere più voti a sinistra, e per farne meno, ne deve prendere meno. Regolati tu!
E. sono  perle che non prendo, ma che ho vissuto direttamente in quanto in quegli anni ero attivo nel sindacato su posizioni indipendenti e mi confrontavo con i militanti del pci, che erano a prescindere contrari a tutto ciò che non venisse dal pci, se non ti abbasta a sufficienza non so che che farci , eravate piu reazionari della sacra rota romana, i tuoi amicetti di parrocchia , mi rimbrottavano: così si spacca il paese , non capisci niente. Se poi , tirati per i capelli e per non essere sorpassati dalla realtà degli eventi, non so che farci, ti saluto sono in ritardo.
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Sab 15 Nov 2014, 10:18

Essere nel sindacato su posizioni indipendenti una volta si diceva Cobas. Tutto onorevole, per carità. In democrazia ognuno ha il diritto di organizzarsi come vuole, appunto! E perché non dovevano farlo i comunisti, secondo te? O perché non si poteva essere contrari su tutta la linea a quei movimenti, a Lotta Continua, a Potere Operaio, alle Brigate Rosse e a chissà quante altre sigle e siglette. I comunisti erano reazionari per te, Rossoverde, e per tutti i rivoluzionali che in quegli anni si agitavano sulle piazze e nelle fabbriche senza riflettere abbastanza sulle conseguenze di fughe in avanti che come altrove erano pilotate da chi da sempre cercava una scusa per stracciare la democrazia. 
Per quanto nascevate autonomi, di fatto eravate pilotati da chi voleva sfasciare il paese, e lo faceva creando le condizioni, con la destra eversiva e con la sinistra rivoluzionaria, che ormai erano innervate da infiltrati che informavano Gladio, la P2, i governi, i servizi deviati, e che frenavano con il ritrovamento di Dozier ed acceleravano con l'assassinio di Moro.

Lo vediamo anche adesso come nascono le piccole frazioni politiche, ma anche le cosche, e le sette segrete: dietro al potere di qualche uomo o di qualche gruppo che ha motivi personali, non importa se economici, politici o psicologici, per operare al di fuori degli schemi che servono alla democrazia per sopravvivere.
E vediamo come sono guidati dalla stampa che vuole difendere determinati interessi, amplificando una certa serie di segnali e argomenti e silenziandone altri. Non è una guida con le briglie, ma è fatta creando quelle condizioni psicologiche nel paese, che sono adatte a far passare un determinato messaggio.
Qui non sto predicendo il futuro, o costruendo chissà quale legge sociologica valida per sempre e ovunque, sto descrivendo le tecniche che il potere finanziario da anni mette in campo, dopo aver preso il posto di quello militare che era responsabile della strategia della tensione.

Ieri la risposta delle frange ribelli era Lotta Continua e le Brigate Rosse, per la lotta, anche armata, oggi sono il populismo di Grillo e Berlusconi, l'insurrezionalismo dei No TAV e dei Forconi,  perché siamo in un altro periodo storico, con altre vicende ed altri contenuti. Lo scopo è però sempre lo stesso: indebolire lo stato democratico, coalizzando i nemici di quel contratto sociale che è disegnato nella nostra costituzione, con l'equilibrio dei poteri istituzionali, e con quello delle classi sociali. Insomma, provano ancora e in tutti i modi a provocare lo scontro.

E nello scontro non si cresce, non si costruisce, ma si lotta, si distrugge e si perde, anch enella competizione con gli altri stati.
Ed in quel gioco sono coinvolti tutti i soggetti politici: gli industriali che se ne vanno per dispetto, dal nostro paese, i lavoratori che da comunisti e internazionalisti, diventano leghisti e secessionisti xenofobi.

Il PCI è diventato il PD perché nelle nuove condizioni del paese, era quella la forma democratica che doveva assumere la lotta politica di un partito democratico della nazione, per l'Italia e per l'Europa. Va dato atto a Togliatti d'averlo capito quando in tempi non sospetti invocava quella unità dei comunisti e dei cattolici, che oggi rappresenta l'unità di quelli che un tempo erano i comunisti e i popolari. E va dato atto a Prodi, a Zaccagnini, a Marini, a D'Alema, a Fassino, a Bersani, d'averlo compreso, lavorando per fondere quelle energie che potevano rendere forte la nostra democrazia, assediata da estremismi corporativi e insidiata da quel capitale finanziario internazionale che rappresenta il nuovo potere malefico in un mondo in trasformazione.

Caro Erasmus, questa risposta data a Rossoverde, completa anche ciò che avevo da dirti sulla questione della strategia della tensione e della lotta armata, cioè che comunque si chiamassero, Brigate Rosse o NAR, e da chiunque fossero ideologicamente frequentate, il freno e l'acceleratore, non era in mano loro, ma di chi li seguiva nell'ombra, e li costringeva a compiere un percorso obbligato, ai fini di quella destabilizzazione che grazie a Moro e a Berlinguer non ha avuto successo, perché il popolo non si è diviso.
E poi, quei giovani che avevano il vezzo di chiamarsi comunisti, non provenivano dal PCI, ma dalle correnti sotterranee dei movimenti giovanili che avevano radici non solo operaiste, anarchiche, ma anche borghesi, come il figlio di Donat Cattin o Curcio. Guido Rossa, Lama, invece erano comunisti, ma questa è un'altra storia.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Erasmus Sab 15 Nov 2014, 17:54

einrix ha scritto:... comunque si chiamassero, Brigate Rosse o NAR, e da chiunque fossero ideologicamente frequentate, il freno e l'acceleratore, non era in mano loro, ma di chi li seguiva nell'ombra, e li costringeva a compiere un percorso obbligato, ai fini di quella destabilizzazione che grazie a Moro e a Berlinguer non ha avuto successo, perché il popolo non si è diviso.
E poi, quei giovani che avevano il vezzo di chiamarsi comunisti, non provenivano dal PCI, ma dalle correnti sotterranee dei movimenti giovanili che avevano radici non solo operaiste, anarchiche, ma anche borghesi, come il figlio di Donat Cattin o Curcio. Guido Rossa, Lama, invece erano comunisti, ma questa è un'altra storia.
Le tue risposte (a me e a Rossoverde) sono un misto di delirio, di ingenuità e di sofisma.

[A parte il fatto che il figlio di Donat Cattin non fu delle "Brigate Rosse" ma di "Prima Linea", (che naturalmente tu mescoli con BR, NAR e quant'altro hai raffazzonato), stando alla tua logica, Giorgio Amendola non era un vero comunista essendo figlio del famoso politico "liberale" Giovanni Amendola. La strategia della tensione e la morte di Moro 292285641]

Ma poi, che vuol dire "infiltrati"?
Se intendi che i servizi segreti abbiano cercato (e a volte con successo) di infilare delle "talpe" (come fu senz'altro il caso di "frate Mitra") posso essere d'accordo.

Ma tu – ecco che in ciò ti riveli un sofista magistrale! –passi striasciantemente e per gradi (ed è qui che i tuoi sofismi sono encomiabili!) dall'essere le BR "infiltrate" alla conclusione che erano "manovrate", ossia che il fine ultimo del loro operato era voluto e realizzato da forze ovviamente di destra!

Quando ti fa comodo la DC è una forza di destra, e quindi non attendibile. Quando ti fa comodo il contrario, personaggi squallidi come Cossiga diventano l'ipse dixit della verità indiscussa!

Tu stai viaggiando sul "carro degli attuali vincitori" (della politichetta nostrana): e naturalmente ti trovi in nutrita compagnia!

Ma quel che dici è, dal punto di vista davvero storico e oggettivo, un guazzzabuglio, una macedonia, un risotto dalle mille spezie: qualcosa che a chi non sa può anche apparire verisimile (e gradevole pure), ma in realtà è un cumulo di fandonie.

Arrivi persino, –  tu, comunista apologeta del PCI – a presentarmi Moro come fosse un insigne statista ed un vero statista "di sinistra"! 
Ma per piacere!!!
L'unica cosa sacrosanta è la collusione Moro-Berlinguer per la continuazione ed il miglioramento della "spartizione degli utili".
Ed è proprio questo  ulteriore pactum sceleris che le BR (di Moretti) hanno fatto saltare col sequestro di Moro.
---------
Ma tu che ne sai di chi erano davvero Moretti, Franceschini, Semeria, ecc?
Pretendi di venirli a conoscere da Wikipedia affidandoti magari alle dichiarazioni di Cossiga!?
 Tu non sai niente di autentico!

Invece di pontificare faresti bene ascoltare e riflettere (supposto che ne sia capace: perché mi pari una specie di magnetofono che ripete le registrazioni appositamente impresse).

Ripeto il clou dei miei interventi.
a) Le BR avevano il colore che dichiaravano di avere. Hanno operato in proprio, indipendentemente da altre forze (politiche o non). Il fatto che di tanto in tanto, nel presentarle manovrate e dipendenti da poteri superiori, si cambi versione è un chiaro indice dell'infondatezza di questa tesi (che però farebbe molto comodo alla cosiddetta "sinistra").
b)  Oggettivamente BR e qualsiasi gruppo favorevole alla "lotta armata" è mio nemico!
c)  Ma al nemico, specie se sconfitto, si può riconoscere "onestà" (secondo la sua coscienza ... diversa dalla mia)  e "coerenza" ... e rendergli onore!
Non è questo il caso di certi "pentiti" e "delatori" (come, ad esempio, Patrizio Peci).
Ma mi sento sicuro che è il caso di Mario Moretti (che ho conosciuto a fondo ... dal vivo): mai "dissociato", mai "pentito"; riconoscitore, invece, di aver perso, del fatto che la "lotta armata" delle BR è stata sbagliata perché (col senno di poi) sicuramente perdente.
[E in ciò conferma, se pur inconsciamente, d'essere un autentico leninista]
d) Agli intrallazzatori opportunisti, ai demagoghi (e ai loro quaquaraqua) NO! 
Sono questi, non quelli, i nemici più pericolosi della democrazia.
------------
[Non interverrò più. Passo e chiudo!]

Ciao a tutti.
Erasmus
Erasmus

Messaggi : 142
Data d'iscrizione : 22.05.13
Località : Unione Europea

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Sab 15 Nov 2014, 18:26

Dozier viene salvato perché l'autista dei brigatisti che lo avevano catturato viene arrestato a Verona. 
Come fanno ad arrestare l'autista di quel rapimento. Sulla base di quali investigazioni ci riescono. E poi, quel brigatista spiffera il luogo dove Dozier era stato portato (a Padova).

Stante quei fatti, io sollevo l'ipotesi investigativa che quell'autista fosse un infiltrato dei nostri servizi, da sacrificare per salvare Dozier.

Sono i Brigatisti a scegliere l'obiettivo e a rapire Dozier, non i nostri servizi o gli americani, ma a questo punto i nostri servizi possono scegliere che epilogo dare a quella vicenda: liberare Dozier perché è quello che gli americani chiedono, sacrificando un infiltrato, oppure lasciare che lo ammazzino?

In via Fani, non vi era in moto qualcuno dei servizi? Passava di li per caso? Sono sicuro che fossero brigatisti quelli che decisero di catturare Moro, ma qualcuno sapeva quello che stava succedendo e poteva decide cosa fare: anche qui, bruciare l'infiltrato ed impedire il colpo, oppure farlo condurre in porto?
E lo stesso dopo, quando ormai Moro è nelle mani dei brigatisti: facciamo una azione per liberarlo, come con Dozier oppure è meglio che muoia ammazzato?
Anche Moro in fondo giocava quando voleva che il governo monocolore con l'appoggio del PCI lo guidasse Andreotti l'uomo della destra del partito, pure in minoranza. E proprio perché così si poteva meglio controllare Andreotti presidente del consiglio, piuttosto che un Andreotti che si mette di traverso nel suo partito e che così impedisce ogni accordo, che Berlinguer accetta la strategia di Moro.
I tiri mancini di Berlinguer e Moro sono leciti, e tutti politici, ma quelli che forse Andreotti (comunque qualcuno di quel calibro ci doveva essere invischiato in quelle vicende) tira a Moro, sono di altra natura, perché così si fa fuori il suo competitore interno. Cosi Moro viene ucciso dalle brigate rosse solo come esecutori di un disegno che era nelle mani di altri che sapendo, potevano anche agire per la sua liberazione.

Spero di aver introdotto un po di imprecisioni anche qui, così, caro Erasmus puoi far vedere quanto sono pasticcione e fesso, ma queste sono le ipotesi investigative che avrei portato avanti mezzo secolo fa se lo si fosse potuto fare.

Certo che deve essere da furbi dire che la strategia della tensione è una mia invenzione...
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Sab 15 Nov 2014, 19:18

Così ho affrontato il tema del controllo che poteva essere svolto da parte dei servizi che comunque erano dentro le cose di Gladio e della NATO.

Che rispondere a questa tua: "Arrivi persino, –  tu, comunista apologeta del PCI – a presentarmi Moro come fosse un insigne statista ed un vero statista "di sinistra"! "

Faccio prima a incollarti un pezzo di storia, che ho verificato: è come la ricordavo. Poi, tu, fai quello che ti pare con destra, o sinistra. A me va bene quello che c'è scritto qui.

"Iniziativa Democratica e la DC degli anni Cinquanta

La prima, vera, corrente della Democrazia Cristiana fu Iniziativa Democratica, la corrente maggioritaria al Congresso di Napoli del 1954, guidata da Amintore Fanfani, che succedette ad Alcide De Gasperi alla segreteria politica della DC dopo la morte dello statista trentino. In Iniziativa Democratica si concentra il blocco centrale del partito, insieme alla parte più politicamente concreta del disciolto gruppo dei dossettiani, e vi troviamo quindi gran parte della futura classe dirigente democristiana: oltre ad Amintore Fanfani, ci sono Aldo Moro, Mariano Rumor, Benigno Zaccagnini, Luigi Gui, Emilio Colombo.
Iniziativa Democratica è il perno su cui Amintore Fanfani costruisce una capillare struttura organizzativa della DC, per combattere sul territorio la forza e la penetrazione dell'organizzazione del PCI: di fatto, l'organizzazione della DC dei decenni successivi è stata costruita da Fanfani in questi anni. La Democrazia Cristiana, così orientata da Iniziativa Democratica, ha gestito il complesso periodo del centrismo post-degasperiano, e diventa protagonista del dibattito sull'apertura a sinistra verso il Partito Socialista, nell'ultimo periodo degli anni Cinquanta.
Si distinguono in questi anni da Iniziativa Democratica altre correnti minori: la corrente denominata Primavera, legata a Giulio Andreotti, con posizioni più di destra rispetto al blocco maggioritario di Iniziativa Democratica; la corrente di Centrismo Popolare guidata da Mario Scelba, che si pone in continuità con l'esperienza degasperiana; la nuova corrente della sinistra di Base, fondata da Giovanni Marcora nel 1953.
Durante la gestione fanfaniana della DC, la corrente della sinistra di Base si struttura sempre più, riceve l'appoggio del Presidente dell'ENI Enrico Mattei, e ad essa aderiscono Ciriaco De Mita, Luigi Granelli, Nicola Pistelli. Fondano una rivista a Firenze denominata Politica.

I dorotei e la DC degli anni Sessanta

L'apertura a sinistra verso il PSI, e la concentrazione delle principali cariche istituzionali e di partito nella figura di Amintore Fanfani, genera nel 1959 la spaccatura della corrente maggioritaria di Iniziativa Democratica.
In quell'anno si costituisce la corrente dei Dorotei (il cui nome deriva dal convento di Santa Dorotea nel quale alcuni leader di Iniziativa Democratica si riuniscono per dare la sfiducia a Fanfani), molto più cauta nell'approccio verso il centro-sinistra, e più attenta alle ragioni delle gerarchie ecclesiastiche ed alle associazioni industriali. Alla corrente dorotea aderiscono Aldo Moro, Mariano Rumor, Antonio Segni, Paolo Emilio Taviani.
L'altra parte della corrente di Iniziativa Democratica, e cioè i seguaci di Amintore Fanfani, si organizzano nella corrente di Nuove Cronache, a cui aderiscono tra gli altri Arnaldo Forlani, Ettore Bernabei, Franco Maria Malfatti, Giovanni Gioia.
Inoltre, è in questi anni che la corrente dei sindacalisti viene denominata Rinnovamento Democratico, e poi successivamente Forze Nuove, e vi aderiscono, oltre a Giulio Pastore, Carlo Donat Cattin e Bruno Storti.
Il VII° Congresso nazionale della DC vede prevalere sul filo di lana il raggruppamento più moderato della DC (i dorotei di Moro e Segni, la corrente Primavera di Andreotti, la corrente Centrismo Popolare di Scelba) sul raggruppamento più a sinistra (la corrente Nuove Cronache, la corrente di Base, la corrente Rinnovamento Democratico).
In tutti gli anni Sessanta, la Segreteria politica della DC viene tenuta dai dorotei, Aldo Moro prima, poi Mariano Rumor una volta che Moro va a guidare i governi di centro-sinistra, e Flaminio Piccoli per un breve periodo.

Le divisioni tra i dorotei e il ritorno di Nuove Cronache

Alla fine degli anni Sessanta, la vita interna della Democrazia Cristiana vede la progressiva frantumazione della corrente dorotea.
Nel 1967 nasce la corrente dei Pontieri, una costola della corrente dorotea guidata da Paolo Emilio Taviani, che si pone l'obiettivo di creare un ponte tra la maggioranza del partito e le sue correnti di sinistra.
Nel 1968 nasce la corrente dei Morotei, gli amici di Aldo Moro che si distacca dai dorotei assumendo una posizione autonoma nel partito, con una linea politica sempre più orientata verso la sinistra. A questa corrente appartengono Benigno Zaccagnini e Luigi Gui.
Infine, nel 1969 la rimanente corrente dorotea si divide in due componenti diverse:
- Iniziativa Popolare, costituita da Mariano Rumor e Flaminio Piccoli;
- Impegno Democratico, costituito da Emilio Colombo a cui aderisce anche la corrente Primavera di Giulio Andreotti.
A parte le posizioni politiche assunte successivamente da Aldo Moro, le varie suddivisioni della corrente dorotea esprimono comunque una continuità nella gestione ordinaria del partito. Tanto che buona parte degli stessi Pontieri rifluiscono nel Congresso del 1973 nei Dorotei, e nel corso degli anni Settanta le due diverse componenti di Iniziativa Popolare e di Iniziativa Democratica riconfluiscono insieme.
Dal 1969 al 1975 sono gli uomini della corrente di Nuove Cronache che guidano la DC, con Arnaldo Forlani prima e Amintore Fanfani poi. Di Nuove Cronache fanno parte, oltre ai due Segretari politici, anche Clelio Darida, Ivo Butini, Lorenzo Natali."

Il resto del pezzo lo trovi QUI.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Sab 15 Nov 2014, 20:06

https://insorgenze.wordpress.com/tag/ruggero-volinia/

a prova di tonto...ton, ton ton, se poi è vuoto non so che farci, oltre non voglio andare.
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Dom 16 Nov 2014, 00:19

Rossoverde, orribile! Vergognoso! Diffuso, perché la gente è fatta così, dentro!
A maggior ragione comprendo il cinismo di una regia, dietro a quelle morti e a quelle stragi. E poi ci sono le vittime, gli illusi, i deboli, quelli che cascano nella trappola.
Di questo sto parlando, e al di la dei fatti specifici che non conosco, è quello il modo in cui la politica ha operato in quel tempo nel nostro paese. 

Noi eravamo in mezzo tra chi tesseva la strategia dall'alto, e chi la realizzava dal basso. E abbiamo saputo resistere, anche col sacrificio di molti, da Moro a tutti i morti ammazzati sotto casa, nelle piazze, sui treni, nelle stazioni, nelle fabbriche.

Il mio giudizio sul terrorismo rosso o nero, è lo stesso: erano due spigoli di un unico triangolo, di cui il terzo era Gladio. Stare a quel gioco è una colpa che non può essere perdonata.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Lun 17 Nov 2014, 06:11

https://insorgenze.wordpress.com/tag/cesare-di-lenardo/
Questi i fatti. I tuoi giudizi, tali restano: tuoi.
Ti saluto
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Lun 17 Nov 2014, 06:14

Poi basta vedere a che punto sono arrivati gli attuali eredi del Pci di quegli anni ed il quadro è completo, e soprattutto non occorre nessuna dietrologia.
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Lun 17 Nov 2014, 09:55

Non era tortura quella dei Nar e delle Brigate Rosse, per i feriti che soffrivano nelle loro carni dilaniate, se avevano la fortuna di non essere uccisi? E non era tortura quella dei familiari e degli amici delle vittime?
Erano torturatori anche loro, come lo erano nello stato quelli che sono pronti a violare ogni regola e ad attentare alla democrazia.
E tu Rossoverde mi accusi di tortura gli uni per difendere glia altri? Con me non funziona. Loro erano il male, e non importa che fossero torturatori e assassini di stato o torturatori e assassini di sinistra e di destra. Loro, tutti quanti loro costituivano quell'anello che ci voleva stringere, e che noi abbiamo spezzato con l'unità di Moro e di Berlinguer, di Lama e di Guido Rossa, vincendo quella battaglia orribile.
Le tue battute, caro Rossoverde, esaltano quel tipo di criminalità e non hanno rispetto per la sofferenza di chi ha perso la vita sull'Itallicum, a Piazza della Loggia, a Piazza Fontana, alla stazione di Bologna, ma anche a quelle decine di vittime delle Brigate di sinistra che sono state a quel gioco al massacro, alimentando la spirale della violenza che per nostra fortuna fu spezzata.

Ed anche oggi, quella stessa gente, travestita da NO TAV o da Black Bloc vorrebbe precipitare il paese nell'avventura, con l'aiuto di chi discredita scientemente la politica, che rappresenta la sola organizzazione in difesa della democrazia e della libertà.

Si possono fare tutte le critiche che si vogliono a tutti i partiti, ma quelli che condividono le libertà e lottano per la democrazia sono il sale di questo paese, mentre chi spinge per sovvertirlo è puro veleno, il solito veleno di sempre, quello delle avventure e del fascismo.


A chi non piaceva il PCI di allora, è logico che non piaccia il PD di adesso. Noi portiamo avanti la nostra linea di rigore per la democrazia e le libertà, di redistribuzione del reddito per tenere saldo il paese e per esaltare la giustizia, e per operare quelle riforme che migliorano le istituzioni, quando queste abbiano perso di smalto. Per mettere a margine quelle forze eversive che non si rassegnano a quella società aperta in cui tutte le componenti e le classi sociali spingono alla cooperazione, e che invece puntano allo scontro, alla sopraffazione di una classe sull'altra, andando contro la natura umana, molteplice, e che solo nella libertà e nel rispetto della comunità può dare il meglio di se stessa.

L'ELENCO DELLE VITTIME
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Lun 17 Nov 2014, 15:36

einrix ha scritto:Non era tortura quella dei Nar e delle Brigate Rosse, per i feriti che soffrivano nelle loro carni dilaniate, se avevano la fortuna di non essere uccisi? E non era tortura quella dei familiari e degli amici delle vittime?
Erano torturatori anche loro, come lo erano nello stato quelli che sono pronti a violare ogni regola e ad attentare alla democrazia.
E tu Rossoverde mi accusi di tortura gli uni per difendere glia altri? Con me non funziona. Loro erano il male, e non importa che fossero torturatori e assassini di stato o torturatori e assassini di sinistra e di destra. Loro, tutti quanti loro costituivano quell'anello che ci voleva stringere, e che noi abbiamo spezzato con l'unità di Moro e di Berlinguer, di Lama e di Guido Rossa, vincendo quella battaglia orribile.
Le tue battute, caro Rossoverde, esaltano quel tipo di criminalità e non hanno rispetto per la sofferenza di chi ha perso la vita sull'Itallicum, a Piazza della Loggia, a Piazza Fontana, alla stazione di Bologna, ma anche a quelle decine di vittime delle Brigate di sinistra che sono state a quel gioco al massacro, alimentando la spirale della violenza che per nostra fortuna fu spezzata.

Ed anche oggi, quella stessa gente, travestita da NO TAV o da Black Bloc vorrebbe precipitare il paese nell'avventura, con l'aiuto di chi discredita scientemente la politica, che rappresenta la sola organizzazione in difesa della democrazia e della libertà.

Si possono fare tutte le critiche che si vogliono a tutti i partiti, ma quelli che condividono le libertà e lottano per la democrazia sono il sale di questo paese, mentre chi spinge per sovvertirlo è puro veleno, il solito veleno di sempre, quello delle avventure e del fascismo.


A chi non piaceva il PCI di allora, è logico che non piaccia il PD di adesso. Noi portiamo avanti la nostra linea di rigore per la democrazia e le libertà, di redistribuzione del reddito per tenere saldo il paese e per esaltare la giustizia, e per operare quelle riforme che migliorano le istituzioni, quando queste abbiano perso di smalto. Per mettere a margine quelle forze eversive che non si rassegnano a quella società aperta in cui tutte le componenti e le classi sociali spingono alla cooperazione, e che invece puntano allo scontro, alla sopraffazione di una classe sull'altra, andando contro la natura umana, molteplice, e che solo nella libertà e nel rispetto della comunità può dare il meglio di se stessa.

L'ELENCO DELLE VITTIME
Mi dispiace per te, io non difendo nessuno, esamino solo i fatti , a te fa piacere credere alla dietrologia di chi c'era allora e dei suoi eredi di oggi, purtroppo per te le cose non stanno esattamente così. 
Una per tutte , il tuo caro Moro, pace all'anima sua e di Berlingeur compreso, ebbe la faccia tosta di dire in paRlamento la dc non si processa, e tu parli di democrazia , la dc era un sistema di spartizioni del potere, punto. A te non l'hanno detto, t'hanno tenuto all'oscuro? mi dispiace , non so che farci.
Capisco che a te piaccia blaterare e riblaterare di buone intenzioni, ma i fatti, tutti , sono lì a dimostrare l'esatto contrario di ciò che avreste voluto fare, voluto una cosa, detta una cosa e fatto l'esatto contrario a partire dalla redistribuzione al basso dei redditi, solo bugie e menzogne, purtroppo. 
L'unica cosa che Hanno fatto da Lama a Berlingure incluso, à trovato una formula di comunismo per il capitalismo nostrano che più straccione non poteva essere, nì più nè meno. E tu parli di democrazia? dai lascia perdere, Renzi è arrivato al punto di disgustare persino la Camusso che è tutto dire, lo stesso pd non sa che strada prendere, e tu parli ancora di società aperta , democrazia , è la realtà , amico mio,  è l'esatto contrario.
Ti saluto e per le lezioni di democrazia n'altra volta.
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Lun 17 Nov 2014, 16:32

Rossoverde ha scritto:
Mi dispiace per te, io non difendo nessuno, esamino solo i fatti , a te fa piacere credere alla dietrologia di chi c'era allora e dei suoi eredi di oggi, purtroppo per te le cose non stanno esattamente così. 
Una per tutte , il tuo caro Moro, pace all'anima sua e di Berlingeur compreso, ebbe la faccia tosta di dire in paRlamento la dc non si processa, e tu parli di democrazia , la dc era un sistema di spartizioni del potere, punto. A te non l'hanno detto, t'hanno tenuto all'oscuro? mi dispiace , non so che farci.
Capisco che a te piaccia blaterare e riblaterare di buone intenzioni, ma i fatti, tutti , sono lì a dimostrare l'esatto contrario di ciò che avreste voluto fare, voluto una cosa, detta una cosa e fatto l'esatto contrario a partire dalla redistribuzione al basso dei redditi, solo bugie e menzogne, purtroppo. 
L'unica cosa che Hanno fatto da Lama a Berlingure incluso, à trovato una formula di comunismo per il capitalismo nostrano che più straccione non poteva essere, nì più nè meno. E tu parli di democrazia? dai lascia perdere, Renzi è arrivato al punto di disgustare persino la Camusso che è tutto dire, lo stesso pd non sa che strada prendere, e tu parli ancora di società aperta , democrazia , è la realtà , amico mio,  è l'esatto contrario.
Ti saluto e per le lezioni di democrazia n'altra volta.
Non faccio nessuna dietrologia, denuncio la strategia della tensione che né tu né Erasmus sembrate voler ammettere sia esistita. Questo è il vero vostro problema. Poi tu tiri fuori le torture fatte dallo stato - che restano torture fatte da quello stato che partecipava insieme alle brigate rosse ed alle brigate nere nel gioco perverso della strategia della tensione. Vedo così il sostegno ad una stagione eversiva, che si rinforza anche con espressioni del tipo:"L'unica cosa che Hanno fatto da Lama a Berlingure incluso, à trovato una formula di comunismo per il capitalismo nostrano". Il capitalismo c'è quello dello stato come c'è quello del privato e lo stato può essere democratico o stalinista, come il privato può essere un imprenditore o un padrone delle ferriere. Il capitale è uno strumento per investire nell'industria, e nelle infrastrutture, e il capitalismo - inteso come corrente storica - è ormai superato da quasi un secolo. Fai un uso distorto di quei concetti perché sei nostalgico del tuo nemico storico - il capitalismo dei padroni delle ferriere -  che in Europa ed in molte altre parti del mondo è stato definitivamente battuto.
La Camusso non sa che pesci prendere perché in questa recessione è totalmente disarmata. Tanto è vero che farà uno sciopero contro il governo (ne avesse fatti contro Berlusconi...) senza neanche sapere per che cosa farlo. Di tutti i segretari della CGIL è la più scarsa e va al rimorchio della FIOM che fa campagna elettorale per SEL. Mi sarei aspettato di più da lei. Non sono molto meglio CISL e UIL che con Berlusconi ne hanno fatte una più di Bertoldo.
E' anche grazie a loro se il panorama della precarietà è peggiorato. Ed oggi siamo arrivati al punto che deve essere la Fornero o Renzi che devono riscrivere quelle regole, che grazie agli accordi tra sindacato e confindustria, hanno privato i disoccupati di qualunque sostegno economico e di strumenti per trovarsi un nuovo lavoro.
Nel passato ho scritto che quelle regole dovevano farle i governi e che non competevano al sindacato o al padronato, ma adesso che il governo cerca di farle, allora mi è incomprensibile questo atteggiamento del sindacato che se fosse per lui nulla di ciò che è scritto dovrebbe cambiare. E' bene che ciò che si deve cambiare cambi, poi capiranno o loro o i lavoratori e i disoccupati!

Morale: a me sembra che tu stia pensando ad una società comunista, e senti la nostalgia per la stagione delle Brigate Rosse e degli altri movimenti rivoluzionari di sinistra. Io invece ho lottato contro il terrorismo rosso, come contro la strategia della tensione messa in campo da pezzi di governo democristiano, e dopo il crollo del socialismo reale, penso ad un socialismo europeo che lotti per un progresso accompagnato da redistribuzione e diritti, in un regime democratico e repubblicano. 
Con le tue idee sono sicuro che mi ritroverei in uno stato che nega le libertà e che uccide la democrazia. Sono molto diretto perché credo che su temi così importanti non si debba né fingere né fare giochetti. 

Un saluto
Enrico.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Sab 22 Nov 2014, 05:36

einrix ha scritto:
Non faccio nessuna dietrologia, denuncio la strategia della tensione che né tu né Erasmus sembrate voler ammettere sia esistita. Questo è il vero vostro problema. Poi tu tiri fuori le torture fatte dallo stato - che restano torture fatte da quello stato che partecipava insieme alle brigate rosse ed alle brigate nere nel gioco perverso della strategia della tensione. Vedo così il sostegno ad una stagione eversiva, che si rinforza anche con espressioni del tipo:"L'unica cosa che Hanno fatto da Lama a Berlingure incluso, à trovato una formula di comunismo per il capitalismo nostrano". Il capitalismo c'è quello dello stato come c'è quello del privato e lo stato può essere democratico o stalinista, come il privato può essere un imprenditore o un padrone delle ferriere. Il capitale è uno strumento per investire nell'industria, e nelle infrastrutture, e il capitalismo - inteso come corrente storica - è ormai superato da quasi un secolo. Fai un uso distorto di quei concetti perché sei nostalgico del tuo nemico storico - il capitalismo dei padroni delle ferriere -  che in Europa ed in molte altre parti del mondo è stato definitivamente battuto.
La Camusso non sa che pesci prendere perché in questa recessione è totalmente disarmata. Tanto è vero che farà uno sciopero contro il governo (ne avesse fatti contro Berlusconi...) senza neanche sapere per che cosa farlo. Di tutti i segretari della CGIL è la più scarsa e va al rimorchio della FIOM che fa campagna elettorale per SEL. Mi sarei aspettato di più da lei. Non sono molto meglio CISL e UIL che con Berlusconi ne hanno fatte una più di Bertoldo.
E' anche grazie a loro se il panorama della precarietà è peggiorato. Ed oggi siamo arrivati al punto che deve essere la Fornero o Renzi che devono riscrivere quelle regole, che grazie agli accordi tra sindacato e confindustria, hanno privato i disoccupati di qualunque sostegno economico e di strumenti per trovarsi un nuovo lavoro.
Nel passato ho scritto che quelle regole dovevano farle i governi e che non competevano al sindacato o al padronato, ma adesso che il governo cerca di farle, allora mi è incomprensibile questo atteggiamento del sindacato che se fosse per lui nulla di ciò che è scritto dovrebbe cambiare. E' bene che ciò che si deve cambiare cambi, poi capiranno o loro o i lavoratori e i disoccupati!

Morale: a me sembra che tu stia pensando ad una società comunista, e senti la nostalgia per la stagione delle Brigate Rosse e degli altri movimenti rivoluzionari di sinistra. Io invece ho lottato contro il terrorismo rosso, come contro la strategia della tensione messa in campo da pezzi di governo democristiano, e dopo il crollo del socialismo reale, penso ad un socialismo europeo che lotti per un progresso accompagnato da redistribuzione e diritti, in un regime democratico e repubblicano. 
Con le tue idee sono sicuro che mi ritroverei in uno stato che nega le libertà e che uccide la democrazia. Sono molto diretto perché credo che su temi così importanti non si debba né fingere né fare giochetti. 

Un saluto
Enrico.
Einirix, io ti cito dei fatti, non faccio illazioni o supposizioni, i fatti sono quelli, sia su Lama che Berlinguer, punto. Con le illazioni saremmo ancora schiavi come all'epoca dei faraoni. Il compromesso storico è stato una sciagura , Renzi e le picernine ne sono il suo frutto maturo. La Camusso , punti di vista , non è peggio di Lama, e che dire di Pizzinato, dove lo poni nella tua graduatoria. Non sento nostalgie di niente, vedo solo il continuo impoverimento delle classi meno abbienti e nessuna via d'uscita, che invece potrebbero esserci e se ne guardano bene dall'intraprendere, già a partire dal modello di tassazione, come ho già avuto modo di dire e ridire, ma come si vede abbiamo posizione diverse.
Ti saluto
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Sab 22 Nov 2014, 09:25

Caro Rossoverde, quella è acqua passata, per fortuna, che se non l'avessimo superata ci saremmo sorbiti un ventennio di una qualche dittatura, 90 per cento nera, ma se anche fosse stata rossa, sempre di dittatura si sarebbe trattato. Ma non c'erano le condizioni del Cile, per varie ragioni, tra le quali il fatto di essere in Europa, anche se in Grecia, qualche lustro prima, i colonnelli al potere ci sono andati proprio grazie ad analoga strategia.

L'impoverimento dei giorni nostri è un'altra cosa. Se vuoi, deriva da quella guerra commerciale che il terzo mondo sta finalmente vincendo e che consente a quei popoli un tenore di vita superiore, anche se non sempre accompagnato da diritti e democrazia.
In qualche modo stiamo gestendo quella emergenza che è fatta da una capacità produttiva mondo, superiore alla capacità del mercato di assorbirla. L'occidente è stato costretto a frenare le sue produzioni, e stante altre condizioni, è esplosa la chiusura delle fabbriche e la disoccupazione, specie di quelle fasce di età che si sono trovate in mezzo.

Non che manchi la soluzione per questi casi, ma occorre tarare tanti di quei parametri sociali, ricostruire tanti di quei rapporti che, specie per un popolo lento come il nostro, tutto diventa più difficile. E lo stiamo vedendo anche con le contraddizioni del Parlamento: occorre cambiare? Piuttosto che non cambiare come vogliono le minoranze con i loro emendamenti e con il loro ostruzionismo, non si fa nulla senza un voto di fiducia che tagli tutto al testo originale. Ma spesso, quello che vogliono le minoranze è solo visibilità, propaganda, a spese proprio di quei cittadini che invece avrebbero bisogno di vedere un quadro mutato.

Mi è bastato vedere al senato l'ostruzionismo della Lega, del M5S e di SEL, per capire quanta differenza ci sia tra le intenzioni promesse e i fatti.

Le tasse, con PIL calante, aumentano se il welfare si vuole che sia lo stesso, non ci sono santi. Sono decenni che dal cacciavite di Prodi alla revisione della spesa di Cottarelli, si raschia il barile, e da quello che si vede, seppure per favorire un ripresa, la spesa in investimenti crea altro debito. Non mi meraviglia che il governo voglia salvare la capra e i cavoli, ma un piccolo miglioramento ci sarà quando scomparirà la moneta cartacea e si acquisterà tutto col bancomat, in un paese come il nostro, che fa evasione con destrezza. Ma anche li, non è che cambierà il tenore medio di vita, legato alle produzioni vere, non importa se in nero o in bianco, cambierà solo il carico fiscale che verrà meglio redistribuito.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Rossoverde Dom 23 Nov 2014, 16:11

einrix ha scritto:Caro Rossoverde, quella è acqua passata, per fortuna, che se non l'avessimo superata ci saremmo sorbiti un ventennio di una qualche dittatura, 90 per cento nera, ma se anche fosse stata rossa, sempre di dittatura si sarebbe trattato. Ma non c'erano le condizioni del Cile, per varie ragioni, tra le quali il fatto di essere in Europa, anche se in Grecia, qualche lustro prima, i colonnelli al potere ci sono andati proprio grazie ad analoga strategia.

L'impoverimento dei giorni nostri è un'altra cosa. Se vuoi, deriva da quella guerra commerciale che il terzo mondo sta finalmente vincendo e che consente a quei popoli un tenore di vita superiore, anche se non sempre accompagnato da diritti e democrazia.
In qualche modo stiamo gestendo quella emergenza che è fatta da una capacità produttiva mondo, superiore alla capacità del mercato di assorbirla. L'occidente è stato costretto a frenare le sue produzioni, e stante altre condizioni, è esplosa la chiusura delle fabbriche e la disoccupazione, specie di quelle fasce di età che si sono trovate in mezzo.

Non che manchi la soluzione per questi casi, ma occorre tarare tanti di quei parametri sociali, ricostruire tanti di quei rapporti che, specie per un popolo lento come il nostro, tutto diventa più difficile. E lo stiamo vedendo anche con le contraddizioni del Parlamento: occorre cambiare? Piuttosto che non cambiare come vogliono le minoranze con i loro emendamenti e con il loro ostruzionismo, non si fa nulla senza un voto di fiducia che tagli tutto al testo originale. Ma spesso, quello che vogliono le minoranze è solo visibilità, propaganda, a spese proprio di quei cittadini che invece avrebbero bisogno di vedere un quadro mutato.

Mi è bastato vedere al senato l'ostruzionismo della Lega, del M5S e di SEL, per capire quanta differenza ci sia tra le intenzioni promesse e i fatti.

Le tasse, con PIL calante, aumentano se il welfare si vuole che sia lo stesso, non ci sono santi. Sono decenni che dal cacciavite di Prodi alla revisione della spesa di Cottarelli, si raschia il barile, e da quello che si vede, seppure per favorire un ripresa, la spesa in investimenti crea altro debito. Non mi meraviglia che il governo voglia salvare la capra e i cavoli, ma un piccolo miglioramento ci sarà quando scomparirà la moneta cartacea e si acquisterà tutto col bancomat, in un paese come il nostro, che fa evasione con destrezza. Ma anche li, non è che cambierà il tenore medio di vita, legato alle produzioni vere, non importa se in nero o in bianco, cambierà solo il carico fiscale che verrà meglio redistribuito.
Si, l'abolizione della moneta come fece Pol pot.... La strategia della tensione e la morte di Moro 977590602 il problema è che non vogliono nemmeno aumentare la tassazione dell'aliquota marginale sui redditi più alti , salvo poi, invece, bloccare la contingenza sulle pensioni da 18 mila euri lordi.. La strategia della tensione e la morte di Moro 2237596903 .e sono tre anni alla faccia della redistribuzione del PD. La strategia della tensione e la morte di Moro 2035563755
Rossoverde
Rossoverde

Messaggi : 1008
Data d'iscrizione : 05.06.13

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da einrix Mar 25 Nov 2014, 10:57

Rossoverde ha scritto:
Si, l'abolizione della moneta come fece Pol pot.... La strategia della tensione e la morte di Moro 977590602 il problema è che non vogliono nemmeno aumentare la tassazione dell'aliquota marginale sui redditi più alti , salvo poi, invece, bloccare la contingenza sulle pensioni da 18 mila euri lordi.. La strategia della tensione e la morte di Moro 2237596903 .e sono tre anni alla faccia della redistribuzione del PD. La strategia della tensione e la morte di Moro 2035563755
Pol pot? Cosa c'entra Pol Pot con il bancomat o la carta di credito... stiamo parlando di tracciabilità dei pagamenti visto che pecunia non olet, e l'evasione da noi è sovrana. Tra lo scontrino e la carta di credito è meglio la carta. I conti si fanno da soli, e in tempo reale, visto che lo scontrino magari non te lo battono, ma i soldi, quelli si che li vogliono, dannati e sull'unghia.

Per la mancata contingenza, quello dipende dal fatto che soldi non ce ne sono per tutti, e allora occorre decidere come fare. Bloccare la contingenza ad un certo livello di reddito è un modo per farlo. Con l'Euro non si può dire che l'inflazione sia stata così alta come con la Lira del passato, e a ridurre il potere di acquisto di stipendi e pensioni è stato l'aumento dei prezzi nei primi anni dell'Euro, aumenti che sono andati in tasca ai commercianti. Dopo quel transitorio il sistema si è stabilizzato, ed ora l'aumento dei prezzi segue quella piccola inflazione e la tensione delle materie prime e del combustibile, sul mercato.

Infine, per governare l'economia di ventisette paesi, con ventisette bilanci e ventisette ministri del tesoro, non è facile farlo come lo può fare la Cina o gli Stati Uniti, così si è scelto di farlo ripulendo i conti di ogni stato da ogni spreco possibile, e lo si è fatto come si è visto, con alti e bassi, se si comprendono le crisi di Grecia, Spagna ed Italia. Adesso però si parla già di un unico bilancio europeo e di un ministro del tesoro europeo, a fianco di una unica banca europea. A quel modo le cose potrebbero cambiare, ma non sicuramente in meglio o in peggio, ma in funzione della bontà delle scelte che si faranno avendo quelle possibilità di manovra in più.

Non sempre l'inflazione funziona bene per tutti. Stampare moneta è l'alternativa a chiedere aumenti di tasse, e quindi se pensiamo all'inflazione come ad una tassa,  neanche sul reddito, ma sul denaro, può essere anche una buona patrimoniale. Ma funziona meglio in stati come gli USA che da sempre con i petroldollari o con il dollaro valuta internazionale, hanno scaricato su chi gli finanziava il passivo di bilancio con soldi esteri. Per noi già la cosa era diversa, essendo la lira una moneta di conto poco internazionalizzata e scambiata sempre in perdita.

Da tutto questo ragionamento la morale che se ne trae è che sono importanti le scelte che si fanno in funzione del quadro politico, finanziario, normativo in cui si opera, e che semmai le riforme servono a modificare quel quadro normativo, nel nostro paese ed in Europa, per renderlo più agile e più capace di agire rapidamente, a basso costo, in ogni circostanza. Un buon governo è ciò che deve cercare di fare, senza tirare a campare come troppo spesso è accaduto anche nel nostro paese.

Oggi ho un bel mal di testa, dovuto ad un raffreddore che forse è ciò che si vede di una influenza attenuata dal vaccino...
Spero di non essere stato cervellotico.
Un saluto
Enrico.
einrix
einrix

Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 81
Località : Bergamo e Rimini

Torna in alto Andare in basso

La strategia della tensione e la morte di Moro Empty Re: La strategia della tensione e la morte di Moro

Messaggio Da Contenuto sponsorizzato


Contenuto sponsorizzato


Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.