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Novità europee 2013 -2014

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Novità europee 2013 -2014 Empty Novità europee 2013 -2014

Messaggio Da ART Sab 11 Mag 2013, 15:31

Oltre alla circolazione delle nuove banconote da 5 Euro, cominciata all'inizio di questo mese, di rilevante abbiamo:

- L'ingresso della Croazia in UE, il 1 luglio
- Un referendum a San Marino per la richiesta d'ingresso in UE, in data non ancora stabilita (si dice forse a settembre)
- L'introduzione dell'Euro in Lettonia, il 1 gennaio 2014
- Le elezioni europee, dal 22 al 25 maggio 2014

ed eventuali ulteriori novità.

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Messaggio Da Adam Sab 11 Mag 2013, 16:16

Entrando in europa, la Croazia approva automaticamente il trattato di Shengen sulla libera circolazione di persone e merci?
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Messaggio Da ART Sab 11 Mag 2013, 16:21

Si, anche se come sempre ci vorrà un po' per attuarlo.

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Messaggio Da Condor Dom 12 Mag 2013, 00:24

Spero che prima di concedere l'adozione dell'Euro agli stati candidati, si sia verificato attentamente i bilanci di quegli stati, per non finire di imbarcare altre economie critiche che richiederanno in un prossimo futuro aiuti finanziari alla UE, con perenni situazioni di crisi finanziarie, tali da compromettere la tenuta dell'Unione stessa.
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Messaggio Da ART Mer 15 Mag 2013, 01:45

Bisognerà fare particolarmente attenzione proprio alla Croazia, perchè come nei casi di Romania e Bulgaria anche questo è stato un allargamento in parte scriteriato.
Va tenuto presente che siccome l'economia croata è stata duramente colpita dalla crisi i conti non promettono nulla di buono, inoltre il paese non brilla per onestà della sua classe dirigente...

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Messaggio Da Condor Dom 19 Mag 2013, 07:15

Penso che tra le novità per l'Europa del 2013-2014 si debba tenere anche debita considerazione del seguente articolo.
___________________________________________________________________________________________________

11 Giugno e 22 Settembre. Alternative für Deutschland.

Presentato l’11 marzo, il 14 aprile ha tenuto il suo primo congresso un nuovo partito tedesco: Alternative für Deutschland.
I fondatori sono nomi noti, illustri ed influenti. Si va da Hans-Olaf Henkel, ex presidente della Confindustria tedesca, con la quale continua ad intrattenere ottimi rapporti, all’economista Bernd Lucke, affiancato da nomi celebri quali Stefan Homburg, Charles Blankart, per non menzionare poi Joachim Starbatty, Wilhelm Hankel, Karl Albrecht Schachtschneider, Dieter Spethmann e molti altri.

Un Gotha culturale, accademico, imprenditoriale di primissimo piano, molto vicino a Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, tutta compattamente solidale con tale movimento di pensiero.

Cuore del programma di Alternative für Deutschland é il distacco della Germania dalla zona euro. Da attuarsi in modo più o meno soft, concordato, senza troppi strattone, ma con grande fermezza.
Alla base di questo programma stanno i conti, che nella loro rude crudezza indicano che se la Germania ha tratto indubbi benefici dall’eurozona ne ha anche subito perdite ancor più gravose: il bilancio attuale é negativo e le prospettive future ancora più fosche. In parole povere, non più a lungo sostenibili.
Nel breve volgere di poche settimane i sondaggi ufficiali danno il partito al di sopra della soglia di sbarramento del 5%, ma in molte rilevazioni si arriva a punte superiori al 20%. Si tenga presente quanto in Germania sia ancora grande il rispetto di cui godono sia le alte cariche istituzionali dello stato sia gli ambienti accademici.
Si tenga inoltre presente il diffuso senso di malessere dei tedeschi. Questi agli inizi degli anni novanta si sono volontariamente assoggettati a grandi rinunzie per la ricostruzione dell’ex Ddr, e nell’ultimo decennio hanno acconsentito a ridursi stipendi e pensioni, nonché ad assistere a grandi revisioni del mercato del lavoro, il tutto finalizzato ad affrontare con graduale rigore l’incombente crisi depressiva.
Ai tedeschi già così provati da tanti e severi sacrifici resta del tutto inspiegabile il fatto che i paesi meridionali dell’euro né sappiano né vogliano mettere ordine nei loro bilanci, nonostante abbiano ricevuto aiuti cospicui.


La relazione di Bundesbank rilasciata in data 21 dicembre 2012, di cui riportiamo la fotocopia della prima pagina della presentazione, produce una contabilità quanto mai dettagliata ed inoppugnabile, così come la complessa relazione elaborata da Hans-Olaf Henkel e dai proff.ri Stefan Homburg e Charles Blankart. Queste ponderose contabili evidenziano quanto l’operazione euro e la sua difesa sia stata per la Germania una perdita globale netta di tale portata da non poter essere sopportabile più a lungo nel tempo. In ambedue i documenti si riconosce che la scelta ultima é politica, ma ciò non toglie il fatto che un simile esborso non sia più possibile.
Alternative für Deutschland é perfettamente conscia che l’adesione all’euro è regolamentata da oltre 114 Trattati internazionali, che non intende, ovviamente disattendere, bensì rinegoziare. Ed infatti presentano una proposta di svincolamento giuridicamente ineccepibile.
A ciò si aggiunga una diffusa campagna antitedesca, grondante di demagogico populismo facilone, che imputerebbe alla Germania la colpa dell’attuale depressione e di averci lucrato sopra, quasi che i Piigs fossero candide colombelle, mentre in realtà sono rapaci divoratori delle risorse messe a disposizione proprio dai tedeschi e dall’Unione.
É forse questa diffusa sensazione di essere stati, ed essere tuttora beffati, che irrita i nostri amici germanici e li irrigidisce giorno dopo giorno fino a considerare necessarie le estreme conseguenze.


L’11 giugno il presidente Jens Weidmann testimonierà a Karlsruhe contro gli Omt, e la relativa sentenza potrebbe esserne pesantemente condizionata, con tutte le conseguenze del caso.
Le prospettive per le elezioni federali del 22 settembre non sono rosee. Virtualmente scomparsi i Piraten (2%, e quindi nemmeno presenti in Parlamento), l’Unione Cdu/Csu si attesterebbe al 38%, i socialdemocratici (Spd) al 26%, i Verdi al 15%, la Linke al 6% ed infine i liberaldemocratici (Fdp) al 5%. In questo sondaggio Alternative für Deutschland era ancora stimata al 10%, ma quelli più recenti la indicano ampiamente sopra il 20%. É evidente che nessuna formazione politica tradizionale dovrebbe essere in grado di formare un governo da sola. Ma nell’ottica di una necessaria coalizione, l’Alternative für Deutschland potrebbe severamente condizionare dapprima la campagna elettorale e, quindi, il governo. Questo si prospetterebbe come una coalizione Cdu/Csu, Fdp ed Ad, ma l’alternativa di sinistra ha anche essa una ragionevole probabilità.




FONTE
http://www.rischiocalcolato.it/2013/04/11-giugno-e-22-settembre-alternative-fur-deutschland.html
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Messaggio Da Adam Dom 19 Mag 2013, 08:13

Vorrei capire se la proposta di AFD riguarda solo la Germania o implica che essa sia seguita da altre Nazioni dalla economia forte come l'Olanda e la Finlandia o non anche dalla Francia e il Belgio e, magari, dalla Polonia. Se così fosse, la divisione dell'eurozona in due, che Alternative fur Doitschland promuove, potrebbe essere la soluzione teorica e pragmatica del problema dell'euro e della sperequazione economica tra le nazioni dell'Unione. Ma emergono due considerazioni, a mio parere: la prima è che la divisione dell'eurozona diviene di fatto la realizzazione di quell'Europa a due velocità di cui spesso si è parlato; la seconda è che tale divisione presuppone una contemporanea divisione del sistema bancario comunitario che è la base della moneta unica.
Questa seconda è, a mio parere, una difficoltà non facilmente superabile, per il fatto che venendo a cadere la funzione di solidarietà che ha consentito le politiche monetarie che hanno retto il sistema in questi tempi tempestosi e dividendo contabilmente gli assets della BCE, con relativa attribuzione ai due gruppi, i fallimenti dei paesi Mediterranei e dell'Irlanda, sin qui evitati, immediatamente si realizzerebbero, riproponendo quei pericoli di diffusione degli sbilanci anche sulle banche delle Nazioni virtuose. Perché è noto che con l'insolvenza degli stati deboli, quasi tutte le Banche di quegli Stati si troverebbero i bilanci devastati dalla svalutazione dei loro attivi in gran parte formato proprio con la sottoscrizione dei rispettivi debiti statali e, a catena, la svalutazione dei bilanci degli Istituti bancari degli Stati forti ben provvisti di obbligazioni anch'esse andate in fumo.
Ma il risvolto populista della posizione dell'AFD, è imponente in una Nazione che geneticamente si sente diversa dal resto del Continente, per cui l'impatto sugli esiti elettorali, potrebbe esse capace di esportare anche in Germania l'ingovernabilità che attualmente ci affligge.
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Messaggio Da Adam Dom 19 Mag 2013, 16:17

Leggo ora l'articolo di fondo di Scalfari di oggi, che riporta una notizia di Giovedì scorso, alla quale la stampa e la TV hanno dato poco o nessun risalto. Si tratta della dichiarazione di Hollande con la quale il Presidente francese dichiara che l'Unione politica dell'Europa Federata dovrà essere realizzata entro il 2015. Unione politica che sottintende politica economico-finanziaria, centralità operativa della BCE e unine bancaria, politica estera comune e difesa comune. E, per quanto ci riguarda più da vicino, unico debito pubblico sovrano comune incluso in un unico bilancio federale. In pratica il sogno che si avverrerà, se nessuno porrà ostacoli.
Ma di ostacoli purtroppo ce ne saranno a iosa, anche se molto dipenderà dall'esito delle elezioni tedesche di Settembre, ma la determinazione francese - una novità éclatant, per dirla con un termine loro, rispetto alle perplessità a cedere sovranità del passato remoto e recente - è tale che pare arrivi ad ipotizzare un'Europa Federale realizzata " da chi ci sta", come dire alla Germania e ai suoi satelliti, se non ti piace, non importa, l'Unione federale la faremo da soli.

E' del tutto evidente che la posizione francese, pare una sfida all'opposta idea della Alternatice fur Deutcshland, che spinge la Germania ad uscire dall'Unione.

La proposta/ultimatum di Hollande, è stata già approvata dal Governo spagnolo e non ho dubbi che anche Enrico Letta si affretterà a dare l'appoggio dell'Italia.

Per dirla in termini aulici: un lembo di futuro strappato all'utopia.
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Messaggio Da Condor Dom 19 Mag 2013, 21:56

Sicuramente la proposta di Alternative für Deutschland riguarda solo la Germania, ma non escluderei un effetto domino anche su altri Stati europei, cosiddetti virtuosi, finendo col trascinare l'Unione verso una divisione dell'eurozona.
Molti sono i segnali lanciati in tal senso - in un passato non remoto - proprio dalla Germania, ad iniziare dalle manovre della Deutsche Bank per il rientro degli investimenti sui titoli degli Stati inaffidabili (PIIGS). Infatti, i sistemi bancari più infettati d'Europa di titoli spazzatura come derivati e pacchetti strutturati, sono proprio Germania e Francia (e qualcuno non mi venga a dire che le decisioni di una banca privata come Deutsche Bank non sono prese in funzione di pressioni o condizionamenti del governo centrale. So perfettamente come funziona, nel senso che alla befana non credo più da diversi anni).
Altra situazione che mi ha fatto riflettere su una probabile divisione dell'eurozona, è stata la dichiarazione della Merkel all'indomani della crisi di Cipro. La Cancelliera ha tenuto a precisare che la situazione economica dell'isola non è la stessa della Grecia; quasi a sottintendere la giustificazione di un prelievo forzoso sui risparmi nelle banche cipriote, in quanto Cipro non ha il Pantheon.
Cosa può significare il tirare in ballo il possesso di beni di inestimabile valore di una nazione, in una dichiarazione economica, se non finalizzato ad una garanzia su un investimento fallimentare?
Siamo forse prossimi a quel fallimento dei paesi Mediterranei, ben esposto dall'amico Adam?
Questo interrogativo probabilmente ha fatto muovere Hollande con una dichiarazione tenuta semi-nascosta ai riflettori. Ma il Presidente francese ha usato il verbo: dovrà che è diverso da sarà.
Hollande ha per caso lanciato un monito intimidatorio agli Stati virtuosi dell'eurozona?
Ritengo che l'analisi di Adam nel suo secondo intervento sia altrettanto “azzeccata”, perché, a mio avviso, se il debito pubblico sovrano comune incluso in un unico bilancio federale non verrà accolto dagli Stati virtuosi dell'eurozona, allora la separazione dell'Unione sarà certamente concretizzata e vedremo la nascita di due banche centrali europee; quella dei paesi meno virtuosi, cui potrebbe far parte anche la Francia, inizierà ad emettere moneta, tenendo sempre sotto controllo i processi inflattivi.
Forse la storia si ripeterà in Europa come quanto accadde in America il 4 Giugno 1963, data in cui J.F. Kennedy firmò l'ordine esecutivo numero 11110 che ripristinava al governo USA il potere di emettere moneta senza passare attraverso la Federal Reserve.
Kennedy venne assassinato il 22 Novembre dello stesso anno; in Europa potrebbe verificarsi un'altra Sarajevo.
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