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I gioiellieri dichiarano meno di 18 mila euro

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Messaggio Da Osservatore Sab 01 Giu 2013, 06:12

Gli artigiani di Mestre: «Si fa un uso artefatto di questi dati: tra i dipendenti ci sono anche manager e magistrati»

ROMA - Il lavoratore dipendente dichiara in media 20 mila euro lordi l'anno. Il gioielliere, il tassista e il titolare sono in media più poveri, non arrivano a 18 mila. Il ministero dell'Economia pubblica le tabelle con le ultime dichiarazioni dei redditi, quelle presentate nel 2012, che fotografano stipendi e guadagni del 2011. Nessuno stravolgimento rispetto al passato, le sorprese ci sono ma sono sempre le stesse. Nel 2012 i propietari di bar hanno dichiarato in media 17.800 euro lordi, i gioiellieri 17.300, i tassisti 15.600. Va un po' meglio per gli albergatori, che sforano di poco la soglia dei 18 mila ma restano sempre sotto la media del lavoratore dipendente. Mentre chi se la passa davvero male sono i parrucchieri, intorno ai 13 mila, i titolari di autosalone, di un pelo sopra i 10 mila, e soprattutto i proprietari degli istituti di bellezza, con 7.200 euro l'anno. Ben al di sotto della soglia di povertà che nel 2011 era fissata a 1.011 euro netti al mese per una famiglia di due persone. Ma c'è chi sta ancora peggio ed è addirittura in perdita: i gestori di night club e discoteche hanno dichiarato in media una perdita di 1.300 euro, i pescatori di 1.400.

SPROPORZIONE - Al di là della singole categorie, però, a colpire è ancora una volta la sproporzione con i redditi dichiarati dai lavoratori dipendenti. Ma su questo punto interviene la Cgia, l'associazione degli artigiani di Mestre che si è fatta conoscere proprio per le sue statistiche e analisi. Secondo Giuseppe Bortolussi, che della Cgia è il segretario, «ancora una volta assistiamo a un uso artefatto dei dati» e «non è vero che i lavoratori autonomi dichiarano meno dei dipendenti». Perché? Nella grande categoria dei dipendenti ci sono anche lavoratori come i magistrati, i professori universitari oppure i manager sia pubblici che privati: tecnicamente dipendenti ma con un reddito alto che alza di parecchio la media dell'intera categoria. Per questo secondo la Cgia, il «reddito del gioielliere deve essere comparato non con la media dei lavoratori dipendenti ma con quello del suo dipendente. Facendo così si scopre che artigiani e commercianti guadagnano in media il 30-40% in più dei propri dipendenti».

RECESSIONE - Disfida autonomi dipendenti a parte, nelle tabelle del ministero dell'Economia ci sono altri due dati interessanti, sempre relativi al 2011. Le partite Iva sono scese a 5 milioni e 55 mila, in calo dell'1,1% rispetto all'anno precedente. Un segno di come la recessione abbia reso più difficile la vita del lavoratore autonomo che non può contare su uno stipendio fisso. Ma il segno cambia se si sposta l'analisi sugli studi di settore, utilizzati dal Fisco per misurare i guadagni dei liberi professionisti. Il reddito totale dichiarato da tutte le categorie che utilizzano questo strumento è cresciuto dell'1,3% rispetto all'anno precedente, arrivando a 106,2 miliardi di euro. L'aumento più marcato riguarda le persone fisiche, con un +2,4%, quello più leggero le società di capitali con un +1,3%. Qui il reddito medio viaggia su altri livelli, a una media di 49.900 euro, e in aumento dello 0,8% rispetto all'anno precedente. Al primo posto i notai, 315.600 euro lordi l'anno, seguiti dai proprietari di farmacie, 103.400 euro.

STRUMENTI - Interessanti anche i dati sulla sperimentazione di strumenti per aumentare la produttività del lavoro, come la tassazione sostitutiva dell'Irpef, pari al 10%, applicabile agli straordinari, e i premi legati, appunto, alla produttività, con un tetto massimo di 3 mila euro, erogati ai lavoratori dipendenti del settore privato, con un reddito da lavoro dipendente inferiore ai 30 mila euro. La distribuzione per classi di reddito complessivo evidenzia che tale tassazione ha interessato i soggetti con classi comprese tra 15 mila e 26 mila euro (56% del totale). Ora, sapendo che il reddito medio da lavoro dipendente è pari a 20.020 euro, se si considera anche l'ammontare delle somme erogate per incrementi di produttività, il valore medio della retribuzione è aumentato del 2,32%.

http://www.corriere.it/economia/13_giugno_01/gioiellieri-dichiarazione-reddito_1e2e9f26-ca7b-11e2-ac00-d808e70c9e2d.shtml
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Messaggio Da cciappas Sab 01 Giu 2013, 06:30

rimane il fstto che 18000 euro per il gioiellieri è poco,,, non è credibile,,, farebbero meglio a fare gli spazzini.

e comunque è quasi 50 anni che sento dire questa assurdità ma nessuno li ha mai pescati ,,, come mai??+chi li privilegia??

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Messaggio Da cireno Sab 01 Giu 2013, 06:42

Non ci sono" come mai?" Cciappas. Un esempio: mia moglie sono quasi 40 anni che ha una boutique e una profumeria. Nella profumeria ci sono due commesse, lei sta nella boutique con un'altra persona. Bene, due mesi fa abbiamo deciso di REGALARE, praticamente regalare che la cifra stabilita per il passaggio non paga nemmeno metà arredamento, la profumeria alle due commesse. Ci pagheranno la merce, ovviamente, e nemmeno subito, ma in tre anni, xx al mese. Perchè l'abbiamo fatto? Perchè è inutile stare a scornarsi con il fisco che non crede che un titolare guadagni meno, spesso MOLTO meno della sua commessa. Nel caso specifico di mia moglie un esercizio che lavora, come è il suo, deve comunque subire una spesa annua di 38 mila euro, mentre la commessa ne prende 19.600 che sono 1400 euro mese per 14 volte anno. Il costo del lavoro, aggiunto a quello del fisco, è insostenibile. Tigarantisco che sono tre anni che noi dichiariamo un utile di 12mila euro l'anno mentre in verità non guadagniamo NIENTE. E ci poaghiamo le tasse su quei 12mila che il commercialista ci dice di dover mettere pena accertamento e quindi sempre casini.
La verità è che l'Italia è un Paese DA TRENT'ANNI governato da IMBECILLI incapaci, altrimenti non saremmo in queste situazioni.
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Messaggio Da Ospite Sab 01 Giu 2013, 07:20

cciappas ha scritto:rimane il fstto che 18000 euro per il gioiellieri è poco,,, non è credibile,,, farebbero meglio a fare gli spazzini.

e comunque è quasi 50 anni che sento dire questa assurdità ma nessuno li ha mai pescati ,,, come mai??+chi li privilegia??
Forse perchè i dati in questione sono da 50 anni usati per una facile denuncia "populistica", per usare un termine di moda e non c'è nessun particolare privilegio.

Chi svolge attività commerciale lo fa nella gran parte dei casi intestandola ad una sua società e, quindi, i suoi redditi personali non concorrono a formare la media su cui si fa scandalo, giacchè risultano essere redditi da capitale e/o - se egli, come spesso avviene, si è fatto assumere dalla società stessa - redditi da lavoro dipendente.

Quindi i redditi medi, apparentemente scandalosi, dei gioiellieri o altre categorie di "autonomi" che vengono periodicamente additati al pubblico scandalo riguardano in buona parte attività di minimo rilievo, i cui proventi non giustificano gli oneri e le complicazioni di una gestione societaria.

Ovviamente quanto sopra non esclude che evasione vi sia e che vada combattuta; ma un po' più di rispetto per l'intelligenza del pubblico da parte di chi diffonde quei dati in maniera demagogica non farebbe danno.


Ultima modifica di Bessarione13 il Sab 01 Giu 2013, 10:38 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Montalbano Sab 01 Giu 2013, 09:04

cireno ha scritto:
La verità è che l'Italia è un Paese DA TRENT'ANNI governato da IMBECILLI incapaci, altrimenti non saremmo in queste situazioni.
Sono del tutto d'accordo. E non racconto nemmeno quello che succede a chi ha una qualsiasi impresa, perchè molti non ci crederebbero. L'Italia è il paese degli studi di settore e dei redditi presunti, mai verificati. E gli imprenditori stanno scappando, perchè molti di loro non ce la fanno più. E che molti imprenditori e commercianti guadagnino meno dei commessi, è vero e se non lasciano è solo per un senso di vergogna a dover ammettere certe cose che sono rese possibili da un fisco vorace. Sono 30 anni che ripetiamo che le tasse sul lavoro debbono calare e invece aumentano. Cireno ha regalato la profumeria, molti imprenditori stanno chiudendo qui per riaprire in Romania. Per non morire di fisco...

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Messaggio Da Vanni Sandro Sab 01 Giu 2013, 11:30

Bessarione13 ha scritto:Forse perchè i dati in questione sono da 50 anni usati per una facile denuncia "populistica", per usare un termine di moda e non c'è nessun particolare privilegio.

Chi svolge attività commerciale lo fa nella gran parte dei casi intestandola ad una sua società e, quindi, i suoi redditi personali non concorrono a formare la media su cui si fa scandalo, giacchè risultano essere redditi da capitale e/o - se egli, come spesso avviene, si è fatto assumere dalla società stessa - redditi da lavoro dipendente.

Quindi i redditi medi, apparentemente scandalosi, dei gioiellieri o altre categorie di "autonomi" che vengono periodicamente additati al pubblico scandalo riguardano in buona parte attività di minimo rilievo, i cui proventi non giustificano gli oneri e le complicazioni di una gestione societaria.

Ovviamente quanto sopra non esclude che evasione vi sia e che vada combattuta; ma un po' più di rispetto per l'intelligenza del pubblico da parte di chi diffonde quei dati in maniera demagogica non farebbe danno.
Nei momenti di crisi è chiaro che anche le attività commerciali ne risentano.
Ma è vero anche che i commercianti, i liberi professionisti, gli artigiani e gli industriali hanno sempre dichiarato meno dei loro dipendenti, anche quando c'era il boom economico. Anzi, a quell'epoca la forbice era ancora più aperta. Probabilmente se siamo arrivati a misure odiose di controllo, come gli studi di settore, è perché fino ad ora queste categorie hanno evaso più che potevano.
Vivo in un comprensorio in cui l'attività produttiva prevalente è quella conciaria. Hanno fatto sodi a palate, hanno ville al mare e in montagna, la barca al mare, viaggiano su Ferrari e Maserati, ma per il fisco sono disgraziati. Che ci sia qualcosa che non quadra è evidente, ma prendere singoli casi in sofferenza per generalizzare è un'operazione interessata.
Nei bilanci delle società serve una cosa che certe categorie economiche non hanno mai voluto, la TRASPARENZA. Se un'azienda è in crisi è giusto che paghi meno o non paghi niente, ma se ha degli utili è giusto che paghi l'intero dovuto. Privatizzare gli utili e collettivizzare le perdite non funziona più.
In questi anni in cui il ceto medio (tra cui anche i commercianti e gli artigiani) si è progressivamente impoverito, ci sono settori che si sono arricchiti a dismisura, come dicono tutti i dati macroeconomici. Usare i primi per giustificare i secondi è sbagliato e fuorviante, perfettamente in linea con chi disegna l'Italia divisa in due: da una partegli operai e pensionati garantiti e dall'altra i disoccupati e i precari. Ricordiamoci che ci sono anche tanti milionari che viaggiano nei paradisi fiscali non solo per prendere il sole, e che magari stanno in cattedra a dare le lezioni ai poveri Cristi.
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Messaggio Da cciappas Sab 01 Giu 2013, 16:28

Montalbano ha scritto:
Sono del tutto d'accordo. E non racconto nemmeno quello che succede a chi ha una qualsiasi impresa, perchè molti non ci crederebbero. L'Italia è il paese degli studi di settore e dei redditi presunti, mai verificati. E gli imprenditori stanno scappando, perchè molti di loro non ce la fanno più. E che molti imprenditori e commercianti guadagnino meno dei commessi, è vero e se non lasciano è solo per un senso di vergogna a dover ammettere certe cose che sono rese possibili da un fisco vorace. Sono 30 anni che ripetiamo che le tasse sul lavoro debbono calare e invece aumentano. Cireno ha regalato la profumeria, molti imprenditori stanno chiudendo qui per riaprire in Romania. Per non morire di fisco...

l'italia è il paese dove si comprano più auto di lusso... però per il fisco siamo tutti pezzenti.. anzi chi ha l'utilitaria denuncia redditi più alti.

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Messaggio Da Guya Sab 01 Giu 2013, 16:38

cciappas ha scritto:

l'italia è il paese dove si comprano più auto di lusso... però per il fisco siamo tutti pezzenti.. anzi chi ha l'utilitaria denuncia redditi più alti.

è anche il paese dove maggiormente si lavora in nero (doppio lavoro) e dove si affittano le seconde case in luoghi di villeggiatura senza contratto...
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Messaggio Da Osservatore Sab 01 Giu 2013, 16:53

Montalbano ha scritto:
Sono del tutto d'accordo. E non racconto nemmeno quello che succede a chi ha una qualsiasi impresa, perchè molti non ci crederebbero. L'Italia è il paese degli studi di settore e dei redditi presunti, mai verificati. E gli imprenditori stanno scappando, perchè molti di loro non ce la fanno più. E che molti imprenditori e commercianti guadagnino meno dei commessi, è vero e se non lasciano è solo per un senso di vergogna a dover ammettere certe cose che sono rese possibili da un fisco vorace. Sono 30 anni che ripetiamo che le tasse sul lavoro debbono calare e invece aumentano. Cireno ha regalato la profumeria, molti imprenditori stanno chiudendo qui per riaprire in Romania. Per non morire di fisco...
Non ostante questo, il governo Letta/Alfano si sta preoccupando in prima istanza del finanziamento pubblico dei partiti, dell'eliminazione dell'IMU (con altra trovata degna del 2 x 1000 della misura precedente) e del non innalzamento dell'IVA al 22%. Nel frattempo la disoccupazione giovanile supera il 40% e 34 imprese al giorno falliscono (dati Sole24ore). Abbassare i costi del lavoro per aumentare il lavoro? Con quali ricette che non siano l'elaborazione di semplici spuntini? Rolling Eyes
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Messaggio Da Condor Sab 01 Giu 2013, 16:55

L'argomento trattato nell'articolo del Corriere.it, e proposto come argomento del thread, può essere considerato il sunto di quell'infinita ricerca umana di appagamento dei bassi istinti di crudele vendetta.

Un tempo era in uso dare in pasto le persone alle belve; in uno spettacolo di crudeltà, che da un lato produceva vittime umane di qualunque sesso ed età, e dall'altro rendeva soddisfatta la parte più crudele e incivile dell'Uomo che si riteneva essere dalla parte del giusto.

Oggi, rispetto alla Roma antica, sono cambiati gli scenari, gli attori, ma non la causa che vuole contrapposte due figure: l'accusato che tenta di far capire le ragioni della propria innocenza, all'accusatore superficiale che in ogni modo vuole guadagnarsi il rango di salvatore della specie onesta (chi sarebbero gli onesti è da vedere).

Ciò premesso, non si possono addurre conclusioni semplicistiche a un fenomeno, quello dell'evasione fiscale, molto complesso nella ratio contabile e, allo stesso tempo, delicato in termini di affectio familias quando si parla di piccole imprese a conduzione familiare.

L'Agenzia delle Entrate – covo di terroristi fiscali – solleva spesso temi di antieconomicità dei risultati aziendali quando basa le proprie accuse su un eccessivo costo del lavoro rispetto al reddito d'impresa conseguito (che è il reddito dell'imprenditore). In tal senso si sono recentemente pronunciate svariate Commissioni Tributarie, le quali hanno statuito il principio secondo cui il reddito di un imprenditore non si determina da quanto corrisponde al proprio dipendente perché esiste una differenza sostanziale tra le posizioni dei due soggetti in quanto l'imprenditore è un fattore a “remunerazione residuale” che espone i propri guadagni al rischio d'impresa, mentre il dipendente è un fattore a “remunerazione contrattuale”, il cui conguaglio è garantito indipendentemente dal reddito d'impresa; cioè il lavoratore dipendente possiede una remunerazione legittimata dall'esistenza di un contratto, che prescinde dagli utili d'impresa.

In poche parole lo stipendio del lavoratore dipendente non oscilla in funzione degli introiti del suo datore di lavoro, crisi o non crisi il valore dello stipendio contrattuale è sempre garantito. In termini: Comm. Trib. Reg.le del Lazio, Sentenza n. 287- 3/9/2010 e Comm. Trib. Prov.le di Bari, Sentenza n.71 - 1/2010.

Continuare a credere alla pagliacciata da Colosseo - dell'evasione fiscale dei lavoratori autonomi - messa in piedi dagli organi istituzionali per giustificare le proprie nefandezze e i propri fallimenti, significa porsi sugli spalti dell'arena, che, ahimè, non è il posto migliore per una coscienza che voglia dimostrare giustizia e imparzialità.

Io sono con coloro in prima linea nell'arena, che non sono gli evasori realmente accertati, ma i presunti tali, e non con i pressapochisti sugli spalti.
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Messaggio Da Osservatore Sab 01 Giu 2013, 17:14

Condor ha scritto:.............In poche parole lo stipendio del lavoratore dipendente non oscilla in funzione degli introiti del suo datore di lavoro, crisi o non crisi il valore dello stipendio contrattuale è sempre garantito. In termini: Comm. Trib. Reg.le del Lazio, Sentenza n. 287- 3/9/2010 e Comm. Trib. Prov.le di Bari, Sentenza n.71 - 1/2010.

Continuare a credere alla pagliacciata da Colosseo - dell'evasione fiscale dei lavoratori autonomi - messa in piedi dagli organi istituzionali per giustificare le proprie nefandezze e i propri fallimenti, significa porsi sugli spalti dell'arena, che, ahimè, non è il posto migliore per una coscienza che voglia dimostrare giustizia e imparzialità.

Io sono con coloro in prima linea nell'arena, che non sono gli evasori realmente accertati, ma i presunti tali, e non con i pressapochisti sugli spalti.
D'accordo, abbiamo ben capito che lo stipendio dei dipendenti è un valore indipendente dall'andamento economico dell'impresa, in quanto frutto di un elemento di contrattualità. Tuttavia, debbono esistere spiegazioni un tantino più profonde al fatto che un gioielliere prenda meno di un suo commesso. Il dato, peraltro, non è occasionale. Anzi, rappresenta un elemento di constatazione sicuramente datato.

Se alle persone si vuol far invece capire che quanto mediamente guadagna su base annuale un gioielliere o un venditore di pellicce, corrisponde a un quadro verisimile, bisognerebbe spiegare (con imparzialità) quali sono gli elementi fattuali che possono determinare tali (apparenti) paradossi. Smontando così una visuale del problema che sicuramente può contenere anche elementi di distorsione della realtà.
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Messaggio Da Montalbano Sab 01 Giu 2013, 19:01

cciappas ha scritto:

l'italia è il paese dove si comprano più auto di lusso... però per il fisco siamo tutti pezzenti.. anzi chi ha l'utilitaria denuncia redditi più alti.
Io infatti sono per abbassare le tasse per poi mettere il taglio delle mani a chi evade...

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Messaggio Da Montalbano Sab 01 Giu 2013, 19:04

Osservatore ha scritto:
Non ostante questo, il governo Letta/Alfano si sta preoccupando in prima istanza del finanziamento pubblico dei partiti, dell'eliminazione dell'IMU (con altra trovata degna del 2 x 1000 della misura precedente) e del non innalzamento dell'IVA al 22%. Nel frattempo la disoccupazione giovanile supera il 40% e 34 imprese al giorno falliscono (dati Sole24ore). Abbassare i costi del lavoro per aumentare il lavoro? Con quali ricette che non siano l'elaborazione di semplici spuntini? Rolling Eyes
La classe politica, la lotta all'evasione la fa con gli scudi fiscali e i condoni. Di cui è la prima a beneficiare, da quella vil razza dannata che è ormai diventata. Questi sono arrivati alla risoluzione di spolpare tutto ciò che rimane, io spero che arrivino prima i forconi, a chi tocca tocca e non me ne può fregare di meno...

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Messaggio Da Condor Sab 01 Giu 2013, 22:34

Osservatore ha scritto:
D'accordo, abbiamo ben capito che lo stipendio dei dipendenti è un valore indipendente dall'andamento economico dell'impresa, in quanto frutto di un elemento di contrattualità. Tuttavia, debbono esistere spiegazioni un tantino più profonde al fatto che un gioielliere prenda meno di un suo commesso. Il dato, peraltro, non è occasionale. Anzi, rappresenta un elemento di constatazione sicuramente datato.

Se alle persone si vuol far invece capire che quanto mediamente guadagna su base annuale un gioielliere o un venditore di pellicce, corrisponde a un quadro verisimile, bisognerebbe spiegare (con imparzialità) quali sono gli elementi fattuali che possono determinare tali (apparenti) paradossi. Smontando così una visuale del problema che sicuramente può contenere anche elementi di distorsione della realtà.

Affirmanti incumbit probatio (la prova spetta a chi accusa).
Con imparzialità, è l'accusatore che deve trovare prove certe costruite su dati di fatto, ovvero solo ed esclusivamente dalla risultanza delle scritture contabili.
Quando l'accusatore (il fisco) nega l'evidenza dei fatti (scaturita dalle risultanze contabili), ricorre a comode accuse costruite su base presuntiva.
L'inversione dell'onere della prova a carico del contribuente, perpetrata dagli agenti del fisco italiano, è un'aberrazione del principio su cui si fonda il Diritto Romano, riconosciuto in tutto il mondo (almeno nei paesi civili e democratici).
Lo Stato elargendo pensioni da 6mila / 9mila euro annui, implicitamente ammette che con redditi da 17mila euro annui, come quelli dichiarati dai gioiellieri in particolari situazioni economiche, si può condurre tranquillamente una vita dignitosa; dimostri, lo Stato accusatore, il contrario.
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Messaggio Da cciappas Dom 02 Giu 2013, 06:59

Montalbano ha scritto:
Io infatti sono per abbassare le tasse per poi mettere il taglio delle mani a chi evade...

per tagliare le mani bisogna convertirsi all'islam... ma il papa cosa direbbe visto che anche lui rimarrebbe senza mani???

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