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3 - Io, il cattivo poeta che non voleva andare in nessun posto

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Messaggio Da Rom Ven 05 Lug 2013, 23:45

Qualcuno, leggendo, potrebbe avere un presentimento di Indiana Jones, qualcun altro dell'Uomo che volle farsi re, altri potrebbero sentire profumo di Orient Express. Ma è comunque cinema, l'avventura che comincia a uscire dalla sfera letteraria e si trasforma in sceneggiatura, i finestrini del treno come fotogrammi d'un film, incredibilmente a colori in quel 1913.
Proprio negli stessi anni in cui diventa visibile la Linea d'ombra, oltre la quale il viaggio letterario non potrà mai più essere lo stesso, romantico e progressivo, e diventa un'indagine sull'anima.


... Io, il cattivo poeta che non voleva andare in nessun posto, io potevo andare dovunque
E anche i mercanti avevano ancora abbastanza denaro
Per tentare di andare a fare fortuna.
Il loro treno partiva ogni venerdì mattina.
Si diceva che vi erano molti morti.
Uno portava cento casse di sveglie e di orologi a cucù della Foresta Nera,
Un altro delle cappelliere, dei cilindri e un assortimento di cavatappi di Sheffield
Un altro delle bare di Malmo piene di scatole di conserva e di sardine sott'olio
Poi c'erano molte donne
Donne e gambe aperte a pagamento che potevano far comodo
Casse da morto
Erano tutte munite di permesso.Si diceva che vi erano molti morti laggiù
Viaggiavano a tariffa ridotta
Avevano tutte il loro conto in banca.

Un venerdì mattina fu infine il mio turno
Si era di dicembre
Partii anch'io per accompagnare il viaggiatore di gioielli diretto ad Harbin
Avevamo due scompartimenti sull'espresso e 34 forzieri di gioie di Pforzheim
Cianfrusaglie tedesche «Made in Germany »
Mi aveva rivestito a nuovo, e salendo sul treno, avevo perduto un bottone
Me ne ricordo, me ne ricordo, vi ho ripensato spesso
Dormivo sui forzieri ma ero soprattutto felice di giocherellare
con la browning nichelata che mi aveva affidato
Ero estremamente felice e spensierato
Mi immaginavo di giocare ai banditi
Avevano rubato il tesoro di Golconda
E andavamo sulla transiberiana a nasconderlo all'altro capo del mondo
Il mio compito era di difenderlo dai predoni degli Urali che avevano attaccato i saltimbanchi di Giulio Verne
Dai Tungusi, dai boxers della Cina
Dai fanatici piccoli mongoli del Gran Lama
Da Ali-Babà e dai quaranta ladroni
Dai seguaci del terribile Vecchio della montagna
Ma soprattutto dai più moderni
I topi d'albergo
E gli specialisti degli espressi internazionali.
...
Rom
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