Il Dizionario - R come Responsabile

"Responsabile" è una bella parola. Fa pensare a un volto serio, a una forza tranquilla e consapevole, a un fratello maggiore, a un padre, a una madre amorevole.
Infatti, proprio per questo, è diventata come il nazionalismo: l'ultima risorsa dei delinquenti, o almeno, di chi ha qualcosa da nascondere, una truffa piccola o grande da sdoganare, una cattiva coscienza da nascondere, soprattutto a se stesso.

La riccamente premiata ditta Scilipoti & Razzi basterebbe da sola a chiudere il discorso, ma sarebbe troppo facile.
In realtà, ogni volta che sentiamo questa parola, qualcuno sta facendo qualcosa di sporco.

Sono "responsabili verso i propri elettori" i sindaci o i ministri che ordinano di sgomberare con la forza i poveracci che occupano una casa o i senzatetto dalle panchine del parco, o di prendere a manganellate i lavoratori che protestano, o di rinchiudere nei lager "di accoglienza" i naufraghi dei barconi.

Sono "responsabili verso l'Italia" quelli che, invece, se ne fregano dei propri elettori, ai quali avevano giurato che non avrebbero mai fatto un governo con "quelli là", o che avrebbero fatto subito, nei primi cento giorni, una nuova legge elettorale, e che invece fanno un governo proprio con quelli là, e la nuova legge elettorale la fanno scomparire, oplà, nella manica.

E' vero anche che, nel loro piccolo, gli stessi padri e fratelli, e le madri, quando pronunciano la parola "responsabilità", spesso stanno per fare qualcosa di sgradevole, una violenza, una sopraffazione.
Già, la famiglia: la responsabilità verso i figli, la moglie, il marito, la suocera - verso dio - quando si tratta di piegare la testa, umiliarsi, rinunciare alle proprie ambizioni, ai propri sogni. La famiglia, cellula, infatti, di una società pacificata per senso di responsabilità, nella quale gli istinti di ribellione sono estirpati alla radice, prima ancora di uscire dalla porta di casa.

Ci sono poi i comandanti, militari, e i medici, gli avvocati, che in nome della loro "responsabilità professionale" - cioè l'etica corporativa - fanno diventare trasparente la responsabilità che dovrebbero avere verso la vita dei soldati, della sofferenza dei pazienti e degli interessi della giustizia. In particolare, ogni criminale di guerra ha sempre, invariabilmente, una sua solidissima "responsabilità" da far valere.

E' "responsabile" il direttore del personale, che parla in nome dell'azienda, quando comunica un licenziamento: "Lei capisce, ragioniere, c'è la crisi, siamo responsabili nei confronti degli azionisti e degli altri dipendenti".

Insomma, attenti. Quando sentite pronunciare questa parola - responsabilità - da qualche parte qualcuno sta per prendere una fregatura, e se non capite subito chi è, quel qualcuno siete voi.

Come troppo spesso negli ultimi anni certe parole sono stravolte e poi martellate per fini ben troppo chiari, ma non a tutti.
Oppure sono martellate fino a stravolgerle, fa lo stesso tanto qualche boccalone che ci crede ci sarà sempre.....purtroppo sembra che di boccaloni ce ne siano fin troppi.