Buon 25 Aprile
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Vargas
Guya
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Buon 25 Aprile
posto di seguito un editoriale di Gramellini
Nell’esporre la sua netta contrarietà all’esecuzione di «Fischia il vento e infuria la bufera» durante le celebrazioni del 25 aprile, il commissario prefettizio di Alassio ha spiegato agli ultimi, stupefatti partigiani che la festa della Liberazione è apolitica. Non me ne voglia Sua Eccellenza, ma fatico a trovare una festa più politica dell’abbattimento di una dittatura. Politica in senso nobile e bello, al netto degli orrori reciproci che purtroppo fanno parte di ogni guerra civile.
Oggi il modo più diffuso per commemorare la Liberazione consiste nel rimuoverla, annegandola in un mare di ignoranza. Un signore ha scritto scandalizzato dopo avere udito all’uscita da una scuola la seguente conversazione tra ragazzi: «La prof dice che giovedì non c’è lezione». «Vero, c’è qualcosa tipo… una liberazione». Ma anche i pochi che sanno ancora di che cosa si tratta preferiscono non diffondere troppo la voce «per non offendere i reduci di Salò», come si è premurato di precisare il commissario di Alassio. Una sensibilità meritoria, se non fosse che a furia di attutire il senso del 25 aprile si è finito per ribaltarlo, riducendo la Resistenza alla componente filosovietica e trasformando le ferocie partigiane che pure ci sono state nella prova che fra chi combatteva a fianco degli Alleati e chi stava con i nazisti non esisteva alcuna differenza. La differenza invece c’era, ed era appunto politica. Se avessero vinto i reduci di Salò saremmo diventati una colonia di Hitler. Avendo vinto i partigiani, siamo una democrazia. Nonostante tutto, a 68 anni di distanza, il secondo scenario mi sembra ancora preferibile. Grazie, partigiani.
“Qualcosa tipo una liberazione” di Massimo Gramellini da La Stampa del 24 aprile 2013
Guya- La Pasionaria
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Re: Buon 25 Aprile
la qualità video e audio non è un gran che (preso da concerto a Genova), ma è in tema
Ospite- Ospite
Guya- La Pasionaria
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Re: Buon 25 Aprile
buon 25 aprile.poco fa in macchina ho sentito alla radio,florais d'arcais intervistato da cruciani,secondo lui i dirigenti del pd non dovrebbero partecipare alle manifestazioni della liberazione perchè hanno dradito il popolo.questo rivoluzionario da strapazzo è uno dei responsabili della situazione odierna.
freg53- Messaggi : 397
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Re: Buon 25 Aprile
freg53 ha scritto:buon 25 aprile.poco fa in macchina ho sentito alla radio,florais d'arcais intervistato da cruciani,secondo lui i dirigenti del pd non dovrebbero partecipare alle manifestazioni della liberazione perchè hanno dradito il popolo.questo rivoluzionario da strapazzo è uno dei responsabili della situazione odierna.
Francamente questi Flores D'Arcais, Travaglio, grillanti con la bava alla bocca e la verità in tasca, affini e collaterali mi hanno abbondantemente frantumato i cabbasisi.
E' a gente come questa che proibirei di partecipare al 25 Aprile.
Non li sopporto proprio più.
A voi invece, amici miei, buon 25 di cuore.
Shaka_Zulu- Messaggi : 452
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Re: Buon 25 Aprile
anche a te Capitano :italian_flag:
Guya- La Pasionaria
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Re: Buon 25 Aprile
Ho personalmente conosciuto Ferruccio Parri ( di lui ricordo che fumava le Nazionali semplici, di lui ricordo il sorriso, la gentilezza) e ho personalmente conosciuto Leo Valiani(sua moglie era cliente della boutique di mia moglie in via Boccaccio a Milano) un uomo che sembrava l'esatto contrario della forza, parlava adagio, ed eri obbligato a stare a d ascoltarlo con attenzione per non perdere nemmeno una della parole che pronunciava. Ho conosciuto altri della Resistenza, anche nella famiglia di mia madre c'è stato un pezzo grosso della Resistenza milanese. Ho vissuto quegli anni e anche se da piccolo li ricordo con estrema chiarezza. Sentire ora in televisione un coglione leghista che dice che la Resistenza ha 70 anni e che il mondo intanto è andato avanti mi prudono le mani. Già ho problemi di nausee continue che mi sembra di essere incinta, perchè questi coglioni devono aumentarmi il disagio? Che vadano a...........
GRAZIE GUYA! Genova, medaglia d'oro della Resistenza. E si vede.
GRAZIE GUYA! Genova, medaglia d'oro della Resistenza. E si vede.
cireno- Messaggi : 1510
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Re: Buon 25 Aprile
cireno ha scritto:Ho personalmente conosciuto Ferruccio Parri ( di lui ricordo che fumava le Nazionali semplici, di lui ricordo il sorriso, la gentilezza) e ho personalmente conosciuto Leo Valiani(sua moglie era cliente della boutique di mia moglie in via Boccaccio a Milano) un uomo che sembrava l'esatto contrario della forza, parlava adagio, ed eri obbligato a stare a d ascoltarlo con attenzione per non perdere nemmeno una della parole che pronunciava. Ho conosciuto altri della Resistenza, anche nella famiglia di mia madre c'è stato un pezzo grosso della Resistenza milanese. Ho vissuto quegli anni e anche se da piccolo li ricordo con estrema chiarezza. Sentire ora in televisione un coglione leghista che dice che la Resistenza ha 70 anni e che il mondo intanto è andato avanti mi prudono le mani. Già ho problemi di nausee continue che mi sembra di essere incinta, perchè questi coglioni devono aumentarmi il disagio? Che vadano a...........
GRAZIE GUYA! Genova, medaglia d'oro della Resistenza. E si vede.
Guya- La Pasionaria
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Re: Buon 25 Aprile
Tutti morti tranne lui. È Grillo il grande becchino della Repubblica
di Maria Novella Oppo
Come sempre, il 25 aprile è un’occasione preziosa per ricordare e
riflettere sul passato, su quello che è stato messo a fondamento della
Repubblica e che bisogna a tutti i costi salvare. Ma, questa volta, la
giornata di ieri, con i suoi cortei pieni di giovani e il discorso della
presidente della Camera in diretta tv, è stata anche una cartina di
tornasole per giudicare il presente. Soprattutto per capire quali
ambiguità nasconde il movimento di Beppe Grillo, che, coerentemente con
le sconce simpatie espresse per il fascismo delle origini e per i
picchiatori di Casa Pound, si è sottratto alle celebrazioni per la
Liberazione, sostenendo che la democrazia è morta. Come i partiti, le
istituzioni, la politica e le persone che la rappresentano.
Tutti morti tranne lui, il gran becchino della Repubblica, per cui le
esequie universali costituiscono un affare redditizio, con un conflitto
di interessi grande quasi quanto quello di Berlusconi. Perché, più
funerali celebra, più guadagna spazio a scapito del Paese reale, ridotto
a cimitero e centro commerciale berlusconiano nello stesso tempo.
Infatti, come per miracolo, l’effetto Grillo ha resuscitato Berlusconi,
dopo un risultato elettorale disastroso, che lo aveva visto comunque
messo nell’angolo da due terzi degli italiani. Ridotto a terzo incomodo,
il cavaliere non era più in grado di pesare e decidere, tanto da essere
costretto a supplicare un ruolo e rendersi disponibile a votare anche
per qualche «comunista» (ma, ovviamente, non per Romano Prodi!).
E ora Grillo, dopo aver impedito in ogni modo che si facesse un governo
di cambiamento, censurando ogni tentativo di avvicinamento con il
centrosinistra, dichiara che era il Pd a volere a tutti i costi
l’inciucio con il Pdl. E ha pure il coraggio di gridare alla spartizione
delle poltrone, quando lui le poltrone le pretendeva addirittura tutte.
Link
di Maria Novella Oppo
Come sempre, il 25 aprile è un’occasione preziosa per ricordare e
riflettere sul passato, su quello che è stato messo a fondamento della
Repubblica e che bisogna a tutti i costi salvare. Ma, questa volta, la
giornata di ieri, con i suoi cortei pieni di giovani e il discorso della
presidente della Camera in diretta tv, è stata anche una cartina di
tornasole per giudicare il presente. Soprattutto per capire quali
ambiguità nasconde il movimento di Beppe Grillo, che, coerentemente con
le sconce simpatie espresse per il fascismo delle origini e per i
picchiatori di Casa Pound, si è sottratto alle celebrazioni per la
Liberazione, sostenendo che la democrazia è morta. Come i partiti, le
istituzioni, la politica e le persone che la rappresentano.
Tutti morti tranne lui, il gran becchino della Repubblica, per cui le
esequie universali costituiscono un affare redditizio, con un conflitto
di interessi grande quasi quanto quello di Berlusconi. Perché, più
funerali celebra, più guadagna spazio a scapito del Paese reale, ridotto
a cimitero e centro commerciale berlusconiano nello stesso tempo.
Infatti, come per miracolo, l’effetto Grillo ha resuscitato Berlusconi,
dopo un risultato elettorale disastroso, che lo aveva visto comunque
messo nell’angolo da due terzi degli italiani. Ridotto a terzo incomodo,
il cavaliere non era più in grado di pesare e decidere, tanto da essere
costretto a supplicare un ruolo e rendersi disponibile a votare anche
per qualche «comunista» (ma, ovviamente, non per Romano Prodi!).
E ora Grillo, dopo aver impedito in ogni modo che si facesse un governo
di cambiamento, censurando ogni tentativo di avvicinamento con il
centrosinistra, dichiara che era il Pd a volere a tutti i costi
l’inciucio con il Pdl. E ha pure il coraggio di gridare alla spartizione
delle poltrone, quando lui le poltrone le pretendeva addirittura tutte.
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Shaka_Zulu- Messaggi : 452
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Re: Buon 25 Aprile
Un mese fa è morto un ufficiale dell'esercito italiano (94 anni) che dopo l'otto settembre si era unito alle bande partigiane di Tito, combattendo per tutta la durata del conflitto. Oltre ad essere il padre di un amico, era anche lui stesso un simpatico amico.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Buon 25 Aprile
Un'altra storia familiare (lo zio di mia moglie).
L'immagine è della fabbrica che i fratelli Piatti avevano nel 1893 a Tucuman (Argentina), in Piazza Urquizia. Trovata su di un numero de la Gaceta, del luglio 2008.
http://www.lagaceta.com.ar/nota/283551/informacion-general/
tratta dal libro di
Antonella Filippi - Lino Ferracin
DEPORTATI ITALIANI NEL LAGER DI MAJDANEK
SILVIO ZAMORANI EDITORE
Pubblicato di recente.
Giuseppe Piatti
La storia di Giuseppe Piatti arriva da lontano. la sua nascita in Brasile e la sua cattura in Italia ci avevano lasciati increduli e sorpresi. E invece l'incontro telefonico con il nipote Giovanni Piatti (fìglio del fratello Dionigi) ha confermato, attraverso una lunga storia di famiglia, il percorso che portò Giuseppe a morire in un lager nazista. La famiglia Piatti era originaria di Bergamo; nel 1884 i due fratelli Luigi ed Alessandro partono per l'Argentina in cerca di fortuna. Insieme iniziarono a produrre liquori e acque gassate. La loro attività ebbe ben presto successo, tanto che nel 1891 divennero titolari dell'importante stabilimento «Licoreria del Progresso nella città di Tucuman. Poi i due fratelli si separarono e Luigi si trasferì in Brasile, dove conobbe una ragazza di origine italiana, Maria Beretta, che sposò e da cui ebbe tre figli maschi: Giovanni Battista, nato nel 1899, Dionigi nel 1901 e Giuseppe il 2 settembre 1902, Luigi Piatti continuò con successo nella sua attività di imprenditore nel campo della produzione e commercio di bibite gassate La vita agiata della famiglia fu però spezzata da una tragedia; nel 1903 Luigi fu assassinato, per una lite, da un suo dipendente. La giovane moglie, rimasta sola con tre figli in tenera età, nel 1904 rientrò in Italia dai parenti del marito a Bergamo. La grande famiglia patriarcale dei Piatti li accolse con calore e le zie, maestre, si occuparono dell'educazione dei bambini. Giuseppe visse quasi sempre con la mamma Maria e dopo gli studi fu prima impiegato e in seguito rappresentante nel settore alimentare, Di Giuseppe non ci sono altri ricordi in famiglia, se non che era celibe e che spari inghiottito dalla guerra. Fu in seguito dichiaralo disperso e di lui non si seppe più nulla. Le notizie tratte dal suo foglio matricolare ci dicono che nel 1922 era soldato di leva nel 3° Battaglione Telegrafisti del Genio. Il 14 agosto del 1943, a 40 anni, fu richiamato alle armi e dopo breve servizio nel 4° Reggimento del Genio di Verona, tu aggregato al 77° Reggimento di Fanteria in Peschiera. Questo trasferimento gli fu fatale; Giuseppe non era detenuto nel carcere di Peschiera. Faceva il suo dovere di soldato quando fu «catturato prigioniero dalle Truppe tedesche in seguito agli eventi sopravvenuti all'armistizio». Deportato a Dachau il 22 settembre 1943. fu immatricolato con il numero 54316. Il 30 ottobre fu trasferito a Buchenwald, matricola 34750; il 9 gennaio 1944 fu inviato nel campo di Dora, dove lavorò nelle gallerie. Piegato dalle terribili condizioni di vita del lager di Dora, fu selezionato per il trasporto di elimina¡rione. partito il 6 febbraio 1944 per Majdanek. Mori un mese dopo il suo arrivo, a 41 anni, per tubercolosi, come annotato nel Libro dei morti del campo.
Quante storie intrecciate, vi sono state nei campi di prigionia, che per molti sono diventati, campi di lavoro prima, e poi di sterminio.
Il 25 Aprile ricordiamo anche loro.
einrix- Messaggi : 10607
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Località : Bergamo e Rimini
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