Veniamo da lontano ... (storia in immagini dell'Italia politica)
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Veniamo da lontano ... (storia in immagini dell'Italia politica)
Seggio elettorale nel 1946.
Donne da una parte e uomini dall'altra: tanto per ricordarci che quanto oggi ci sembra esecrabile sta nel nostro recente passato
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Re: Veniamo da lontano ... (storia in immagini dell'Italia politica)
uh ma che bel 3D storico..
questa la trovo, come dire... quasi moderna..
Vota DC, Vota PCI
l'unione fa la forza..
Guya- La Pasionaria
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Re: Veniamo da lontano ... (storia in immagini dell'Italia politica)
De Nicola e Tarracini, firmano la Costituzione italiana
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Re: Veniamo da lontano ... (storia in immagini dell'Italia politica)
1953: la legge truffa (il soprannome pare fu invenzione di Giancarlo Pajetta)
Promulgata il 31 marzo 1953 (n. 148/1953), la legge introduceva un premio di maggioranza consistente nell'assegnazione del 65% dei seggi della Camera dei deputati alla lista o al gruppo di liste collegate che avesse raggiunto il 50% più uno dei voti validi.
Il rischio che ove il premio fosse scattato potesse essere facilmente cambiata la ancor giovane Costituzione, senza la possibilità di referendum confermativo, rese incandescente il dibattito parlamentare prima e la successiva campagna elettorale poi.
Per le elezioni politiche del 7-8 giugno effettuarono fra loro l'apparentamento la DC, il PSDI, il PLI, il PRI, la Südtiroler Volkspartei e il Partito Sardo d'Azione.
Con l'obiettivo contrario si mossero importanti uomini politici, tra i quali Ferruccio Parri, proveniente dal Partito Repubblicano che, insieme a Piero Calamandrei e Tristano Codignola, provenienti dal Partito Socialdemocratico, partecipò alla fondazione di Unità Popolare: tale movimento aveva proprio lo scopo - in effetti realizzatosi - di avversare la nuova legge elettorale. Da una scissione nel partito liberale si costituì Alleanza Democratica Nazionale.
Le forze apparentate ottennero il 49,8% dei voti e per circa 54.000 voti il meccanismo previsto dalla legge non scattò.
Rispetto alle elezioni del 1948 la DC perse l'8,4%, i repubblicani arretrarono dello 0,86%, più di 200.000 voti; perdendo circa 34.000 voti il Partito Sardo d'Azione dimezzò il suo consenso, anche liberali e socialdemocratici dovettero registrare perdite.
Il PCI e il PSI aumentarono i consensi ottenendo 35 seggi in più; il Partito Nazionale Monarchico passò da 14 a 40 deputati e il MSI aumentò da 6 a 28 deputati.
La legge truffa fu abrogata nel luglio successivo.
Promulgata il 31 marzo 1953 (n. 148/1953), la legge introduceva un premio di maggioranza consistente nell'assegnazione del 65% dei seggi della Camera dei deputati alla lista o al gruppo di liste collegate che avesse raggiunto il 50% più uno dei voti validi.
Il rischio che ove il premio fosse scattato potesse essere facilmente cambiata la ancor giovane Costituzione, senza la possibilità di referendum confermativo, rese incandescente il dibattito parlamentare prima e la successiva campagna elettorale poi.
Per le elezioni politiche del 7-8 giugno effettuarono fra loro l'apparentamento la DC, il PSDI, il PLI, il PRI, la Südtiroler Volkspartei e il Partito Sardo d'Azione.
Con l'obiettivo contrario si mossero importanti uomini politici, tra i quali Ferruccio Parri, proveniente dal Partito Repubblicano che, insieme a Piero Calamandrei e Tristano Codignola, provenienti dal Partito Socialdemocratico, partecipò alla fondazione di Unità Popolare: tale movimento aveva proprio lo scopo - in effetti realizzatosi - di avversare la nuova legge elettorale. Da una scissione nel partito liberale si costituì Alleanza Democratica Nazionale.
Le forze apparentate ottennero il 49,8% dei voti e per circa 54.000 voti il meccanismo previsto dalla legge non scattò.
Rispetto alle elezioni del 1948 la DC perse l'8,4%, i repubblicani arretrarono dello 0,86%, più di 200.000 voti; perdendo circa 34.000 voti il Partito Sardo d'Azione dimezzò il suo consenso, anche liberali e socialdemocratici dovettero registrare perdite.
Il PCI e il PSI aumentarono i consensi ottenendo 35 seggi in più; il Partito Nazionale Monarchico passò da 14 a 40 deputati e il MSI aumentò da 6 a 28 deputati.
La legge truffa fu abrogata nel luglio successivo.
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Discorso di Re Umberto - 13.06.1946
Italiani!
Nell'assumere la Luogotenenza Generale del Regno prima e la Corona poi, io dichiarai che mi sarei inchinato al voto del popolo, liberamente espresso, sulla forma istituzionale dello Stato. E uguale affermazione ho fatto subito dopo il 2 giugno, sicuro che tutti avrebbero atteso le decisioni della Corte Suprema di Cassazione, alla quale la legge ha affidato il controllo e la proclamazione dei risultati definitivi del referendum.
Di fronte alla comunicazione di dati provvisori e parziali fatta dalla Corte Suprema; di fronte alla sua riserva di pronunciare entro il 18 giungo il giudizio sui reclami e di far conoscere il numero dei votanti e dei voti nulli; di fronte alla questione sollevata e non risoluta sul modo di calcolare la maggioranza, io, ancora ieri, ho ripetuto che era mio diritto e dovere di Re attendere che la Corte di Cassazione facesse conoscere se la forma istituzionale repubblicana avesse raggiunto la maggioranza voluta.
Improvvisamente questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della Magistratura, il governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo, con atto unilaterale ed arbitrario, poteri che non gli spettano e mi ha posto nell'alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire la violenza.
Italiani!
Mentre il Paese, da poco uscito da una tragica guerra, vede le sue frontiere minacciate e la sua stessa unità in pericolo, io credo mio dovere fare quanto sta ancora in me perché altro dolore e altre lacrime siano risparmiate al popolo che ha già tanto sofferto. Confido che la Magistratura, le cui tradizioni di indipendenza e di libertà sono una delle glorie d'Italia, potrà dire la sua libera parola; ma, non volendo opporre la forza al sopruso, né rendermi complice dell'illegalità che il Governo ha commesso, lascio il suolo del mio Paese, nella speranza di scongiurare agli Italiani nuovi lutti e nuovi dolori. Compiendo questo sacrificio nel supremo interesse della Patria, sento il dovere, come Italiano e come Re, di elevare la mia protesta contro la violenza che si è compiuta; protesta nel nome della Corona e di tutto il popolo, entro e fuori i confini, che aveva il diritto di vedere il suo destino deciso nel rispetto della legge e in modo che venisse dissipato ogni dubbio e ogni sospetto.
A tutti coloro che ancora conservano fedeltà alla Monarchia, a tutti coloro il cui animo si ribella all'ingiustizia, io ricordo il mio esempio, e rivolgo l'esortazione a voler evitare l'acuirsi di dissensi che minaccerebbero l'unità del Paese, frutto della fede e del sacrificio dei nostri padri, e potrebbero rendere più gravi le condizioni del trattato di pace.
Con animo colmo di dolore, ma con la serena coscienza di aver compiuto ogni sforzo per adempiere ai miei doveri, io lascio la mia terra. Si considerino sciolti dal giuramento di fedeltà al Re, non da quello verso la Patria, coloro che lo hanno prestato e che vi hanno tenuto fede attraverso tante durissime prove. Rivolgo il mio pensiero a quanti sono caduti nel nome d'Italia e il mio saluto a tutti gli Italiani.
Qualunque sorte attenda il nostro Paese, esso potrà sempre contare su di me come sul più devoto dei suoi figli.
Viva l'Italia! Umberto
Roma, 13 giugno 1946
Il 13 giugno 1946, Re Umberto II lasciava il Quirinale e partì da Roma per un definitivo esilio.
I Granatieri di Sardegna e Reali Corazzieri rendono per l'ultima volta gli onori al Sovrano.
Guya- La Pasionaria
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Re: Veniamo da lontano ... (storia in immagini dell'Italia politica)
Bessarione13 ha scritto:Seggio elettorale nel 1946.
Donne da una parte e uomini dall'altra: tanto per ricordarci che quanto oggi ci sembra esecrabile sta nel nostro recente passato
..io me lo ricordo quando le donne portavano il velo.. eppure son nata ben ben dopo il 1946... :readpaper:
Guya- La Pasionaria
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