Da Londra le prime immagini del Serpentine Pavillon 2013
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Da Londra le prime immagini del Serpentine Pavillon 2013
Londra, pare sia un terreno privilegiato per la sperimentazione architettonica sia per chi avendone i mezzi finanziari li attivi, sia per chi si limiti ad osservare, oltre il proprio territorio, chi fa scuola sul contemporaneo.
La capitale inglese, rinomata meta estiva di aggiornamento per architetti e designer e quindi ad aprire ogni anno l’estate artistica di Londra, tra le altre cose, è l’inaugurazione del Serpentine Gallery Pavilion, la struttura eretta solo per un certo periodo a Kensington Gardens come sede di allestimenti di arte contemporanea..
La capitale inglese, rinomata meta estiva di aggiornamento per architetti e designer e quindi ad aprire ogni anno l’estate artistica di Londra, tra le altre cose, è l’inaugurazione del Serpentine Gallery Pavilion, la struttura eretta solo per un certo periodo a Kensington Gardens come sede di allestimenti di arte contemporanea..
Da Londra le prime immagini del Serpentine Pavillon 2013, progettato dal giapponese Sou Fujimoto.
Un po’ nuvola, un po’ foresta, un po’ nido…
fonte: Artribune
Un padiglione da 350 mq, leggerissimo, delicato ed etereo, come solo un giapponese è capace di fare. Ispirato alle strutture organiche dei Kensington Gardens, e alla geometria naturale delle chiome degli alberi: insieme una nuvola, una foresta, un nido. È pronto per l’inaugurazione – che si terrà sabato 8 giugno, visitabile fino al 20 ottobre – il nuovo Serpentine Pavillon 2013, progettato dal Sou Fujimoto, architetto 41enne, considerato tra le più affascinanti firme del panorama architettonico mondiale, terzo giapponese ad accettare il prestigioso invito (prima di lui, Toyo Ito nel 2002 e SANAA nel 2009), nonché il più giovane mai chiamato a confrontarsi col tema.
Un luogo quasi incorporeo, che incoraggia l’interazione tra le persone e il giardino, e che, allo stesso tempo, risulta permeabile in modo da non ostacolare la visione prospettica dell’intorno. Il centro focale di una composizione scultorea, a metà tra il naturale e l’artificiale. Composto da un fittissimo graticciato di pali d’acciaio da 20 mm, con inserti circolari integrati in plexiglass simili a vassoi o a ombrelli, la scatola trasmette quasi la voglia di essere scalata, arrampicata, fruita in un modo più ludico rispetto agli anni precedenti: il padiglione infatti si dissolve, per lasciar spazio ad un’architettura presente ma silenziosa. In un omaggio al bianco, il non-colore più amato dalla scuola nipponica, Sou Fujimoto, dà qui prova di saper tener testa a chi, prima di lui, l’ha preceduto: uno scrigno dinamico, fortemente tridimensionale, flessibile, leggero, prezioso che destruttura una forma e insegue una funzione. Cloud-like.
Guya- La Pasionaria
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