La storia dei sindacati
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La storia dei sindacati
La nostra storia parte nella prima metà dell’ ottocento. Il mondo sta rapidamente cambiando, sposando sempre di più l’industrializzazione e portandosi in dote la simpatia per il capitalismo.
L’ Italia di quegli anni (e purtroppo anche a venire) non verrà certo ricordata per essere all’ avanguardia di questo processo
La falce è decisamente più grande del martello
L’economia rurale la fa ancora da padrona: facendo un parallelo con quello che sarà il mondo del lavoro secoli dopo, la falce è decisamente più grande del martello.
La cosa in fondo non deve meravigliarci se pensiamo a quanto è lontano quel periodo. Già perchè si fa presto a dire “inizio ottocento” ma pensiamoci bene:
- l’Italia, politicamente parlando, non esiste ancora. Garibaldi è ancora un bambino, senza nemmeno un pelo di quella barba che lo consegnerà alla storia.
- Il mondo più evoluto ha le mascelle spalancate per il telegrafo, il resto del globo si porta ancora piccioni viaggiatori appresso per fare avere proprie notizie.
In questo difficile contesto la società cerca di capire (senza fretta, per la verità) che regole dare ad un mondo, quello del lavoro, che ancora fatica a riconoscere cosa sia la classe operaia.
Ultima modifica di Guya il Mar 04 Giu 2013, 13:08 - modificato 1 volta.
Guya- La Pasionaria
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Le prime associazioni
Così nei poli industrializzati dell'Italia (quindi principalmente in quello che diventerà il triangolo industriale: Milano , Torino, Genova) nascono le prime forme embrionali di sindacati: le società operaie di mutuo soccorso (SOMS).
Nel contempo nasce un’importante distinzione a livello organizzativo:
- associazioni orizzontali: il loro scopo è di raggruppare le varie unità nel territorio a prescindere dal settore di impiego.
- associazioni verticali: raggruppano tutti i lavoratori di un determinato settore.
Se, come abbiamo visto, nel primo caso si parla di SOMS, nel secondo parliamo di leghe.
Gli anni passano e insieme a loro le riunioni: nascono così le Camere del Lavoro. Queste sono sostanzialmente delle forme più evolute di associazioni e leghe (alle quali adesso agli operai si sono aggiunti i braccianti) ma con una grossa e importante differenza: la presenza di una rappresentanza del datore di lavoro.
Il nuovo secolo
Siamo arrivati all’inizio del ‘900 e la situazione ha un’ ulteriore evoluzione.
Le Camere del Lavoro riscuotono sempre più consenso..
Compaiono così le prime conquiste operaie:
Le Camere del Lavoro riscuotono sempre più consenso tra i “pezzenti”
§ Concordati di tariffa
§ Giurisprudenza dei probiviri
I primi, come si può intuire, sono i padri degli odierini contratti collettivi.
Riguardo invece alla giurisprudenza dei probiviri (termine latino traducibile con “uomini onesti”) si può dire che sia una forma embrionale di Tribunale del Lavoro, composto da esponenti della parte operaia e da rappresentanti del mondo industriale cui era affidato il compito di risolvere le controversie lavorative in maniera equa e soddisfacente.
La nascita delle confederazioni sindacali
I tempi sono ormai maturi: i socialisti d’Italia si uniscono.
E’ così che nasce, su iniziativa di leghe, Camere del Lavoro e centinaia di piccoli sindacati sparsi su tutto il territorio, la Confederazione Generale del Lavoro (CGdL).
Quel che è certo è che storicamente siamo ad una svolta perchè per la prima volta, in maniera ufficiale, il potere sindacale si fonde al potere politico
Perchè un sindacato deve essere politicizzato ?
"Studiati la storia e lo scoprirai !"
da una parte abbiamo i lavoratori che si uniscono per fare valere i propri diritti, dall’ altra abbiamo il partito storicamente nato per tutelarli
Ma diventare una bandiera non sempre è la soluzione migliore per tutti.
Alceste De Ambris, sindacalista di spicco, crede che queste organizzazioni debbano essere indipendenti da politica e Stato: la sua decisione fa capo al concetto di Sindacalismo rivoluzionario nato in Francia pochi anni prima.
Sbatte così la porta e se ne va fondando Unione Italiana del Lavoro (UIL) , una confederazione indipendente che risponde unicamente ai lavoratori.
Il mondo dei lavoratori si divide in tre
Pochi anni dopo, nasce un’ altra confederazione storica: la Confederazione Italiana dei Lavoratori (CIL). E’ promossa dalla Chiesa su spinta di un’enciclica papale della fine dell’800 ( per l’esattezza la “Rerum Novarum” pubblicata da papa Leone XIII nel 1891) che spinge il cattolicesimo verso una sorta di "assistenza sociale" verso i lavoratori.
Ultima modifica di Guya il Mar 04 Giu 2013, 13:08 - modificato 1 volta.
Guya- La Pasionaria
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La clandestinità
Siamo ormai arrivati al ventennio fascista e, come si può facilmente intuire, per i sindacati ci sarà da sudare.
Delle tre categorie di cui sopra Mussolini simpatizza per la UIL.
In pieno contrasto con il concetto stesso di sindacalismo rivoluzionario Mussolini dà così le linee guida per la creazione del nuovo ed unico sindacato fascista:
la Confederazione Nazionale delle Corporazioni Sindacali.
Dovrà basarsi sulle idee del sindacalismo rivoluzionario ma con un occhio di riguardo verso il bene della nazione, diventando un vero paradosso
E’ il 24 gennaio del 1922 quando nasce ufficialmente il nuovo organo: per dargli credibilità Mussolini prende un paio di esponenti di spicco del sindacalismo rivoluzionario: la faccia ce la mette Edmondo Rossoni che avrà il difficile compito di garantire l’indipendenza del nuovo sindacato rispetto all’ onnipresente Partito Nazionale Fascista.
Come diretta conseguenza tutte le sigle sindacali non riconosciute vengono sciolte entrando così in clandestinità
L’unica grossa sigla che avrà così un’attività (benchè minima) tra il 1922 e il 1944 sarà la CGdL
In questo periodo, tuttavia, si vedono conquiste importanti come le ferie pagate o la conservazione del posto in caso di malattia
Il 3 Giugno del 1944, con il patto di Roma, nasce la CGIL che tutti conosciamo. Non proprio quella odierna però perchè il suo scopo è quello di riunire socialisti, comunisti, cattolici e repubblicani sotto un’unica sigla.
Come conferma recentemente il PD tutto funziona a meraviglia solo fino a quando si gioca a scopa e, quindi, il sindacato vede una nuova scissione
Dalla scissione nascono così le sigle sindacali che oggi tutti conosciamo:
CGIL (dalle ceneri di CGdL)
CISL (dalla precedente CIL) di natura cattolica
UIL per gli indipendentisti
Con queste macro-categorie si arriva agli anni ‘60, il periodo che sarà ricordato come l’apice della lotta operaia in Italia.
Le grandi riforme degli autunni caldi sono riassumibili in 3 voci:
- Abolizione delle gabbie salariali
- Legge n. 300/1970
- Legge n. 1204/1971
Le gabbie salariali
Una nota vale più di mille parole:
Quindi, la fregnaccia che in alcune città i salari devono essere più alti, perchè più alto è il costo della vita, è stata bocciata - e senza appello - dalla storia
Legge n. 300/1970
E’ questa la legge che passerà alla storia con il nome di “Statuto dei lavoratori”. Frutto dei famosi “autunni caldi” degli anni ‘60 ha il fine di regolamentare molti aspetti del lavoro: Malattie professionali, libertà di ideologia, diritto allo sciopero.
Gran parte degli attuali diritti dei lavoratori sono frutto di questa normativa.
to be continued
Delle tre categorie di cui sopra Mussolini simpatizza per la UIL.
In pieno contrasto con il concetto stesso di sindacalismo rivoluzionario Mussolini dà così le linee guida per la creazione del nuovo ed unico sindacato fascista:
la Confederazione Nazionale delle Corporazioni Sindacali.
Dovrà basarsi sulle idee del sindacalismo rivoluzionario ma con un occhio di riguardo verso il bene della nazione, diventando un vero paradosso
E’ il 24 gennaio del 1922 quando nasce ufficialmente il nuovo organo: per dargli credibilità Mussolini prende un paio di esponenti di spicco del sindacalismo rivoluzionario: la faccia ce la mette Edmondo Rossoni che avrà il difficile compito di garantire l’indipendenza del nuovo sindacato rispetto all’ onnipresente Partito Nazionale Fascista.
Come diretta conseguenza tutte le sigle sindacali non riconosciute vengono sciolte entrando così in clandestinità
L’unica grossa sigla che avrà così un’attività (benchè minima) tra il 1922 e il 1944 sarà la CGdL
In questo periodo, tuttavia, si vedono conquiste importanti come le ferie pagate o la conservazione del posto in caso di malattia
Il 3 Giugno del 1944, con il patto di Roma, nasce la CGIL che tutti conosciamo. Non proprio quella odierna però perchè il suo scopo è quello di riunire socialisti, comunisti, cattolici e repubblicani sotto un’unica sigla.
Come conferma recentemente il PD tutto funziona a meraviglia solo fino a quando si gioca a scopa e, quindi, il sindacato vede una nuova scissione
Dalla scissione nascono così le sigle sindacali che oggi tutti conosciamo:
CGIL (dalle ceneri di CGdL)
CISL (dalla precedente CIL) di natura cattolica
UIL per gli indipendentisti
Con queste macro-categorie si arriva agli anni ‘60, il periodo che sarà ricordato come l’apice della lotta operaia in Italia.
Le grandi riforme degli autunni caldi sono riassumibili in 3 voci:
- Abolizione delle gabbie salariali
- Legge n. 300/1970
- Legge n. 1204/1971
Le gabbie salariali
Una nota vale più di mille parole:
Le gabbie salariali nascono con un accordo firmato il 6 dicembre del 1945 tra industriali e organizzazioni dei lavoratori, per la parametrazione dei salari sulla base del costo della vita nei diversi luoghi. Entrate in vigore nel 1946, inizialmente sono previste solo al nord, e solo successivamente estese a tutto il paese. Inizialmente la divisione era in quattro zone, ciascuna con un diverso calcolo dei salari.
(fonte Wikipedia)
Quindi, la fregnaccia che in alcune città i salari devono essere più alti, perchè più alto è il costo della vita, è stata bocciata - e senza appello - dalla storia
Legge n. 300/1970
E’ questa la legge che passerà alla storia con il nome di “Statuto dei lavoratori”. Frutto dei famosi “autunni caldi” degli anni ‘60 ha il fine di regolamentare molti aspetti del lavoro: Malattie professionali, libertà di ideologia, diritto allo sciopero.
Gran parte degli attuali diritti dei lavoratori sono frutto di questa normativa.
to be continued
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Re: La storia dei sindacati
la legge n. 1204/1971
Emanata per tutelare le madri lavoratrici questa legge assicura loro la conservazione del posto i e definisce il congedo di maternità come oggi lo conosciamo (2 mesi prima del parto e 3 successivi oltre a permessi speciali per malattia del bambino). Per onestà, va detto, che il problema della maternità era già stato trattato anni prima durante il regime fascista ma, nei fatti, mai messo "nero su bianco"
Ci furono altre 2 (grandi) conquiste ovvero le 40 ore lavorative e la scala mobile.
Se riguardo il primo c’è poco da spiegare, il secondo è un meccanismo volto ad aumentare il salario per compensare la perdita di valore dello stesso dovuta all’ inflazione. Verrà abrogata nel 1992 dal governo Craxi perchè accusata di spingere l’inflazione al rialzo.
A seguire arrivano le 150 ore per lo studio e una serie di norme dedicate alla tutela della salute sul lavoro
Da un punto formale più nulla cambia dagli anni sessanta ad oggi, se non in peggio !
Le moderne sigle sindacali mantengono la distinzione ideologica che abbiamo visto in precedenza e combattono battaglie talvolta unite, talvolta contrapposte
La storia dei sindacati finisce quindi, per quel che mi riguarda, agli anni ’70.
Ma non finisce qui... :marina:
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