Una storia sbagliata
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Re: Una storia sbagliata
UNA STORIA SBAGLIATA?
Nel corso dell’ultima intervista a Pietro Ingrao, Paolo Minoli ha chiesto:-
-Oggi, c'è questo tentativo avviato di costruire il Pd che ha nel gruppo dirigente alcune persone che sono cresciute nella storia del Partito comunista italiano ed altri che sono cresciuti nell'ambito della Democrazia cristiana, questo in fondo si potrebbe presentare come un intesa fra comunisti o post comunisti e sinistre democristiane ma tutto è cambiato intanto o no?
alla quale domanda Ingrao ha risposto:-
-Se parliamo di D'Alema e Veltroni, togliamole queste parole, perché loro non solo non sono comunisti, ma hanno rotto da tempo il legame e anche nella loro dislocazione storica sono dei moderati che hanno compiuto il passo che volevano compiere, e quindi può essere che trattino anche con Berlusconi, e questo senza nessun pudore.
Ora il giudizio di un vecchio compagno comunista come Ingrao può anche essere rifiutato, ma non sarebbe intelligente farlo, perché dire che Veltroni e D’Alema non sono comunisti non è un insulto ma una constatazione. Che pone degli interrogativi.
Perchè io che ho conosciuto D’Alema quando era ancora un compagno, e mi sembra di ricordarlo comunista, una domanda me la pongo: perché ha cambiato rotta? Cosa lo ha spinto a ripudiare la sua fede nel marxismo?
Un vecchio esponente del PCI milanese, con il quale mi sono visto qualche tempo fa, alla stessa domanda, mi ha dato una risposta di puro pragmatismo ”Enrico, dove si poteva andare cavalcando un sogno?”. Dove si può andare cavalcando un sogno se lo devono essere chiesto anche D’Alema e soci, e la risposta si chiama PD.
Io il dubbio che sto buttando il mio tempo cavalcando un sogno ce l’ho, tanto che mi sembra di essere un prete che di tanto in tanto si chiede se Dio esiste, ma non mi riesce ugualmente di “cambiare rotta”: sto seduto sopra questa sella (dolorosa) e cavalco il mio sogno di sempre. Mi consola vedere che non è perché ormai sono troppo vecchio per cambiare percorso, perché ci sono tanti, tantissimi giovani che mi camminano al fianco, e il cuore mi si riempie di gioia, perché quando, per forza di cose, io lascerò cadere la bandiera rossa che ho in mano, ci saranno altri a raccoglierla. Quindi niente andrà perduto, del mio, del nostro, sogno. Nonostante compagni più pragmatici, forse perfino più intelligenti (o furbi?), come D’ Alema e Veltroni, lo abbiano accantonato.
Nonostante loro, l’Internazionale rimane sempre il più bell’ inno che ho mai avuto l’avventura di ascoltare e lo suonerò sempre, quanto meno dentro di me: a ognuno la propria musica del cuore.
Nel corso dell’ultima intervista a Pietro Ingrao, Paolo Minoli ha chiesto:-
-Oggi, c'è questo tentativo avviato di costruire il Pd che ha nel gruppo dirigente alcune persone che sono cresciute nella storia del Partito comunista italiano ed altri che sono cresciuti nell'ambito della Democrazia cristiana, questo in fondo si potrebbe presentare come un intesa fra comunisti o post comunisti e sinistre democristiane ma tutto è cambiato intanto o no?
alla quale domanda Ingrao ha risposto:-
-Se parliamo di D'Alema e Veltroni, togliamole queste parole, perché loro non solo non sono comunisti, ma hanno rotto da tempo il legame e anche nella loro dislocazione storica sono dei moderati che hanno compiuto il passo che volevano compiere, e quindi può essere che trattino anche con Berlusconi, e questo senza nessun pudore.
Ora il giudizio di un vecchio compagno comunista come Ingrao può anche essere rifiutato, ma non sarebbe intelligente farlo, perché dire che Veltroni e D’Alema non sono comunisti non è un insulto ma una constatazione. Che pone degli interrogativi.
Perchè io che ho conosciuto D’Alema quando era ancora un compagno, e mi sembra di ricordarlo comunista, una domanda me la pongo: perché ha cambiato rotta? Cosa lo ha spinto a ripudiare la sua fede nel marxismo?
Un vecchio esponente del PCI milanese, con il quale mi sono visto qualche tempo fa, alla stessa domanda, mi ha dato una risposta di puro pragmatismo ”Enrico, dove si poteva andare cavalcando un sogno?”. Dove si può andare cavalcando un sogno se lo devono essere chiesto anche D’Alema e soci, e la risposta si chiama PD.
Io il dubbio che sto buttando il mio tempo cavalcando un sogno ce l’ho, tanto che mi sembra di essere un prete che di tanto in tanto si chiede se Dio esiste, ma non mi riesce ugualmente di “cambiare rotta”: sto seduto sopra questa sella (dolorosa) e cavalco il mio sogno di sempre. Mi consola vedere che non è perché ormai sono troppo vecchio per cambiare percorso, perché ci sono tanti, tantissimi giovani che mi camminano al fianco, e il cuore mi si riempie di gioia, perché quando, per forza di cose, io lascerò cadere la bandiera rossa che ho in mano, ci saranno altri a raccoglierla. Quindi niente andrà perduto, del mio, del nostro, sogno. Nonostante compagni più pragmatici, forse perfino più intelligenti (o furbi?), come D’ Alema e Veltroni, lo abbiano accantonato.
Nonostante loro, l’Internazionale rimane sempre il più bell’ inno che ho mai avuto l’avventura di ascoltare e lo suonerò sempre, quanto meno dentro di me: a ognuno la propria musica del cuore.
cireno- Messaggi : 1510
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 123
Località : Milano
Re: Una storia sbagliata
Ma le bandiere rosse non finiscono mai: guarda quanti giovani entusiasti, e non è rock&roll
Forse ai giovani di oggi manca solo qualche "cattivo maestro"
Forse ai giovani di oggi manca solo qualche "cattivo maestro"
Bastiano.B.Bucci- Messaggi : 133
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Una storia sbagliata
Bastiano.B.Bucci ha scritto:Ma le bandiere rosse non finiscono mai: guarda quanti giovani entusiasti
Quando vado su youtube a cercare un filmato, scelgo, se possibile, quelli dei concerti dal vivo, perché l'entusiasmo, la commozione, la partecipazione del pubblico aggiunge un senso importante alla musica.
Come è scritto sulla chitarra di Woody Guthrie, this machine kills fascists.
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
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