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Messaggio Da Lara Sab 20 Apr 2013, 00:21

Qualche anno fa, nella Regione Calabria, l’allora
Presidente Scoppellitti, sollevò un
polverone perché si doveva procedere ad una nomina importante, per la quale si
era candidato un personaggio molto competente e popolare, ma indipendente (ah,
la parolaccia). Non ricordo i nomi dei
personaggi, ma la sostanza.


Beh, inutile dire che non volle nominarlo appunto per
questo. Perché, come ben altri padroni di quel territorio, doveva ribadire il
suo controllo.


Poiché , precedentemente, si era provveduto ad un’altra
nomina di altra corrente, la successiva
doveva esprimere quella del Presidente.


Il successo dell’istituzione che si doveva guidare non interessava l’illuminato
esponente politico, perché la sua azione era diretta solo all’affermazione
della sua componente, all’espansione
della sua clientela, e al presidio dei centri di potere, in ultima istanza alla
sua carriera. E riuscire a cogliere quegli obiettivi era la dimostrazione del
suo potere, come il piscio dei cani e il pizzo minimo dei mafiosi.


Anche per l’elezione del Presidente della Repubblica si è
assistito alla stessa sceneggiata, e non basta, come ha fatto Bersani
annunciare che si vuole il cambiamento
(e dire no al governissimo), quando poi non si riesce a regolare la vita
del partito secondo altre logiche.


Mentre la massima aspirazione di quei dirigenti è condurre
scalate, costituire corti, servirsi del partito e del suo elettorato per
obiettivi personali , la visione politica e sociale rimane circoscritta ai soli
militanti, quelli senza ambizioni, interessati solo alla forma e al destino del
paese.

Ci stanno frastornando da mesi con le promesse di “cambiamento”,
usandolo come grimaldello per giubilare
concorrenti scomodi, per proporsi come innovatori e poi, messi di fronte alla
prima prova di scelta per il paese, ripropongono lo stesso schema degli uomini
di rispetto, che in ogni caso devono riconfermare la propria autorità sul
proprio pezzetto di territorio, e pretendono il baciamano.


Se Renzi è il
cambiamento che si prospetta, possiamo dare il benvenuto alla nuova democrazia
cristiana, e cercare riparo sotto altri lidi, a patto che esistano altri lidi
dove la politica si fa senza seminare
orticelli di potere, con spartizioni di da rivendicare al momento opportuno.


I cittadini se ne fregano dei loro equilibri interni. Se
pure in qualche modo inevitabili, non si facciano scoprire a salvaguardare solo
quelli, nascondano la loro umana debolezza agli occhi di chi li ha eletti .


L’intermediazione tra cittadini e istituzioni, che dovrebbe
essere garantita dai partiti, svanisce, dopo la delega elettorale, in questa
sorta di scalata perenne, di gioco al massacro tra partiti e all’interno dei
partiti, come se la politica fosse solo un gioco di ruolo, vincitori e vinti
all’attacco delle varie postazioni.


Certo , in politica l’occupazione delle postazioni significa
acquisire il potere di incidere finalmente nelle cose e nei destini della
comunità , ma anni di questa politica arrembante hanno dimostrato che, nella
migliore delle ipotesi, non si cambia di una virgola lo stato delle cose,
chiunque vada a sedersi sulla poltrona di turno. Nella peggiore, si usa per
scopi analoghi a quelli che hanno ispirato l’assalto ai piani alti del partito
e della casta politica tout court.


E’ come per la corruzione. C’è in tutti i paesi, ma in
Italia prospera senza prendersi neppure la pena di realizzarle le opere su cui
si lucra la tangente, che rimane il solo risultato di certe complesse
iniziative.


L’unico, vero cambiamento sarebbe una vera rappresentanza, quella
di interessi deboli che hanno bisogno di essere trasportati nelle aule di
governo, azioni riformiste sospinte dai bisogni reali , un minimo di “produttività”
legata alla professione che esercitano.


Un cambiamento che Renzi non sa neppure cosa sia, che Grillo
ha immolato sull’altare del suo comprensibile dilettantismo travestito da sicumera,
che la gente coi cartelli e quella sulla rete pretendono senza intravedere
nessun campione in grado di battersi sotto nuove belle bandiere.
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Messaggio Da cireno Sab 20 Apr 2013, 10:37

Speriamo Lara, speriamo che Renzi riesca a costruire una nuova DC, quantomeno forse riusciremo a toglierci dalle p....un'assurdità come Berlusconi e magari, questi magari sono d'obbligo, si riesca anche rimettere in piedi un partito come fu il PCI.
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Messaggio Da cciappas Mar 23 Apr 2013, 09:41

illuso.... renzi ci porterà a bracetto di berlusconi per continuare la sua politica fallimentare,,e tra i suoi primi consigliori ci sarà ichino,

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Messaggio Da Adam Mar 23 Apr 2013, 10:02

Capisco che la tragica situazione in cui versa il nostro paese non possa che alimentare pessimismo, il pessimismo di Lara e quello di Cciappas (benvenuto, a proposito). Ma il trauma istituzionale che stiamo vivendo e che attraverserà un periodo in cui il volere dei cittadini è messo in naftalina, non consente di trarre conclusioni affrettate.

Il sospetto che il nuovo sia inquinato dal vecchio è legittimo e ciò che si legge oggi sui giornali - tipo D'Alema che affianca "moralmente" Renzi - rinforza questi dubbi, ma non bisogna trascurare il fatto che l'ambiente in generale è cambiato, sta cambiando.

Fenomeni come il M5S, anche se delegittimato per il pessimo uso che ne stanno facendo i loro creatori, non è una novità che si può ignorare. E' la coscienza del popolo che spinge la politica su nuove vie, è una questione ambientale, per l'appunto. E anche quella informazione poco diffusa che era i difetto principale - e in gran parte ancora lo è - dell'ignoranza imperante, ora con la rete in via di sempre maggio diffusione, va calando e dunque lascia sperare che la casta avrà in futuro meno autonomia rispetto alla volontà dell gente che l'ha votata.

Aspettiamo a sparare giudizi, il vento del nuovo a mio parere sta soffiando e può darsi che il domani sia migliore (senza titanici sforzi) del oggi che peggio di così non riesco ad immaginare.
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Messaggio Da Rom Mar 23 Apr 2013, 11:01

cciappas ha scritto:illuso.... renzi ci porterà a bracetto di berlusconi per continuare la sua politica fallimentare,,e tra i suoi primi consigliori ci sarà ichino,

Credo che Cireno volesse dire un'altra cosa, cioè che una neo-DC renziana farà chiarezza: da una parte Renzi, dall'altra il "nuovo PCI".
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Messaggio Da cciappas Mar 23 Apr 2013, 11:42

io cambiamento ne vedo poco all'orizzonte... sono sempre i preti e cei che organizzano i giochi e alla fine alla ribalta ci sono sempre i loro sikari ,, con tutte le conseguenze deleterie per la gente..e il loro massimo potere temporale.

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Messaggio Da cireno Mar 23 Apr 2013, 12:49

Rom ha scritto:

Credo che Cireno volesse dire un'altra cosa, cioè che una neo-DC renziana farà chiarezza: da una parte Renzi, dall'altra il "nuovo PCI".

infatti,ed è questo quello che auspico
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Messaggio Da einrix Mar 23 Apr 2013, 13:48

A sinistra ci sono altri cinque o sei partiti, quindi il problema non è di offerta politica, dato che ce n'è per tutti . Ciò detto con dichiarata superficialità.

Altrettanto superficialmente potrei dire che non esiste neppure un partito che rappresenti le mie idee, per la ragione, che alle volte, proprio le mie idee, sono chiarissime, e altre volte sono confuse ed alla ricerca di nuove sistemazioni stabili. Specie in momenti come questi.

Non avendo mai trovato un partito che mi soddisfacesse idealmente, tanto da potermi identificare profondamente con esso, allora ho sempre pensato di dover affrontare la questione del partito da un altro punto di vista, un po più empirico ed utilitaristico, in funzione dei grandi temi politici - interni ed internazionali - mantenendo la perfezione e la idealità sullo sfondo, come un orizzonte di riferimento.

Così è stato più facile aderire al PCI nei primi anni sessanta, e poi di seguito a tutte le "Cose" che infine sono sfociate nel Partito Democratico.

E se l'approccio è questo, allora è anche facile vivere e dibattere delle questioni interne, con il distacco che è necessario per una valutazione critica che tenda all'obiettività.

Oggi il PD fa i conti con la sconfitta politica che l'elettorato di questo paese gli ha inferto nonostante avesse governato Berlusconi. Partirei dall'analisi di questa sconfitta per riflettere sul paese, piuttosto che sui partiti e sul PD, perché Bersani, una proposta equilibrata per il recupero delle istituzioni e per la ripresa del lavoro e dell'economia, l'ha fatta. Ora quella proposta è finita nel cestino di questa legislatura e verrà sostituita, con molte probabilità, da nuove proposte più timide, quando non siano sterili e di facciata, se prevalesse un accordo per un governo di coalizione allargato alla destra berlusconiana.

Vi sono alternative? Le alternative ci sono sempre. Il problema è riuscire a metterle in campo, ed oggi il solo governo alternativo ad una alleanza del PD con la destra, è l'alleanza del PD con il M5S. Ma da una parte c'è Berlusconi che offre la sua disponibilità, dall'altra il Movimento 5S nega la sua, così c'è una sola strada disponibile per il governo, almeno sino a quando la Destra, toglierà la fiducia al governo che si formerà. E forse, poi, si cambierà ancora governo, cambiando solo i ministri oppure coalizione, sino a che la situazione non sarà matura per un ritorno alle elezioni.

In entrambi i casi, il progetto di riforme e di Governo di Bersani viene cambiato, snaturato, e tanto per fare un esempio, i bambini nati in Italia da immigrati, resteranno solo degli immigrati, dato che Lega , PdL e Grillo, di dare la nazionalità non ne vogliono proprio sentire parlare, pensando più a scansare la TAV o i progetti di legge contro l'omofobia.

Intorno a questi temi ci sarà un dibattito interno, e molti osservatori ingenui, penseranno ad un confronto di idee, ma nei partiti, ci sono sempre gruppi di potere che sposano le idee come bandiere, solo per condurre le loro battaglie politiche per la propria affermazione. Bersani ha evitato per quasi due anni che il partito si dividesse, come già aveva dato dimostrazione con le intemperanze di molti dirigenti, nella prima fase della gestione Veltroni, ma la sconfitta elettorale lo ha indebolito ed ha rimesso in moto nel partito quello scontro di correnti, che neppure il ringiovanimento dei quadri ha potuto evitare. Tra pochi minuti inizierà una Direzione del PD in cui si deciderà cosa proporre a Napolitano in ordine al governo di coalizione, solo qualche ora dopo. Non verrà approfondito niente, dato che non ci sarà neppure il tempo di consultare SEL ed il M5S prima di decidere il da farsi, quindi la decisione per una coalizione con il PdL sembra scontata, e si potrà vedere solo chi strategicamente prenderà le distanze, e con quali motivazioni.

Non si sa neppure se verranno respinte le dimissioni di Bersani, o se al contrario verranno accettate, proponendo un altro nome per la carica di Presidente del Consiglio, che potrebbe essere Amato, oppure qualche altro.

Torniamo alle mie scelte sul partito o sui partiti. Non ho nessun interesse a smarcarmi, a dire: adesso arrangiatevi. Oppure: mi rivolgo altrove. il Partito "Altrove" ha infiniti più problemi del PD, quindi, osserverò attentamente gli sviluppi, farò le mie considerazioni, prenderò, ogni volta che mi verrà richiesto, una decisione su quali tesi o di quali persone appoggiare le proposte, mettendo in campo tutti quegli strumenti di democrazia in terna, che mi competono e di cui devo sentire tutta la responsabilità.

E nella misura in cui mi sarà possibile, eviterò che persone come Renzi possano prendere la testa del Partito Democratico, perché se devo fare un paragone, Renzi ha tutte le caratteristiche per essere un Craxi del terzo millennio, e come non avrei fatto passare Craxi, se avessi militato nel PSI, così farò di tutto perché non passi Renzi nel PD di questa legislatura. Se poi non ce la farò, il PD acquisterà anche più autorevolezza e fiducia da parte di ampi strati della popolazione di questo paese, ma il Paese sarà sempre più in mano a degli avventurieri come lo sono stati Berlusconi e come di certo lo è già Grillo, con sommo gaudio della massaia di Voghera e di Pantalone, che a me fanno schifo, molto più dei politici che grazie a loro assurgono a gloria mundi.
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Messaggio Da cciappas Mar 23 Apr 2013, 14:53

In entrambi i casi, il progetto di riforme e di Governo di Bersani viene cambiato, snaturato, e tanto per fare un esempio, i bambini nati in Italia da immigrati, resteranno solo degli immigrati, dato che Lega , PdL e Grillo, di dare la nazionalità non ne vogliono proprio sentire parlare, pensando più a scansare la TAV o i progetti di legge contro l'omofobia.
===============
c iò che mi domando è perchè questi argomenti debbano avere la priorità anche se non interessano a nessuno,,, o quasi..
la gente vuole ridurre i parlamentari, vuole ridirre i loro stipendi,l vuole eliminare i contributi ao partiti e ai gionali di regime,. vuole una nuova legge lettorale., vuole i condannati fuorim dal parlamento, vuole gli evasori fiscali in galera e non al governo..vuole dare meno soldi al vatikano..
caso strano tutte cose che vuole grillo ma non vuole ne il pd ne il pdl..eppure, democraticame nte come dite.,, si faranno le larghe intese col pdl... òper fare cosa???
chi lo sa???

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Messaggio Da cireno Mar 23 Apr 2013, 15:19

cciappas ha scritto:In entrambi i casi, il progetto di riforme e di Governo di Bersani viene cambiato, snaturato, e tanto per fare un esempio, i bambini nati in Italia da immigrati, resteranno solo degli immigrati, dato che Lega , PdL e Grillo, di dare la nazionalità non ne vogliono proprio sentire parlare, pensando più a scansare la TAV o i progetti di legge contro l'omofobia.
===============
c iò che mi domando è perchè questi argomenti debbano avere la priorità anche se non interessano a nessuno,,, o quasi..
la gente vuole ridurre i parlamentari, vuole ridirre i loro stipendi,l vuole eliminare i contributi ao partiti e ai gionali di regime,. vuole una nuova legge lettorale., vuole i condannati fuorim dal parlamento, vuole gli evasori fiscali in galera e non al governo..vuole dare meno soldi al vatikano..
caso strano tutte cose che vuole grillo ma non vuole ne il pd ne il pdl..eppure, democraticame nte come dite.,, si faranno le larghe intese col pdl... òper fare cosa???
chi lo sa???

La politica, caro Cciappas, incide per lo 0,5% sul PIL, cioè molto poco. E’ una bandiera, secondo me giusta ma anche demagogica la sua parte, che però, appunto perché più demagogica che utile, accontenta tutti quelli che in questo momento nelle piazze insultano Fassina, insultano Franceschini e tutti gli altri salvo Grillo che viene invece osannato come fosse, ripeto, il salvatore della Patria. Grillo recita il suo copione di distruzione del palazzo per cercare di instaurare la sua bandiera sulle sue macerie.
Non è la riduzione del numero dei parlamentari la prima necessità del Paese, e nemmeno la cancellazione del Senato come seconda camera di parlamento, cose che dovranno comunque essere fatte, le priorità del prossimo governo dovranno essere, a mio giudizio:-
-la cancellazione di questa immonda legge elettorale
-la rivisitazione del problema pensionistico con particolare riguardo a quello degli esodati
-la ridiscussione dei vincoli europei che ci costringono in una recessione di cui non si vede la fine
-la drastica revisione della burocrazia e delle sue regole che strozzano il Paese e impediscono che investitori stranieri abbiano desiderio di venire in Italia
-il ridimensionamento delle aziioni permesse a Equitalia
-la possibilità di allungare in deroga le Casse Integrazione
.la questione delle pensioni d’oro, per ridurle e con i risparmi elevare quelle miserande sotto i 500 euro
-la revisione della posizione dell’esercito nei vari luoghi dove è schierato
-il problema della TAV
-Il problema degli F35
-Le iniziative dello Stato per opere pubbliche necessarie alla nazione e capaci di far ripartire l’economia
-la imposizione fiscale sulle buste paga di chi lavora

Mi fermo qui. Se il prossimo governo riuscisse a risolvere queste questioni allora, governo del presidente, governo di scopo, governo per l’urgenze, mi andrebbero bene tutti. Malgrado la mia profonda avversione per Berlusconi
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Messaggio Da cciappas Mar 23 Apr 2013, 15:37

BAsterebbe facessero anche l METà DI ciò che dici... ma ben fatto e non seguendo le desiderate della destra soltanto.,

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Messaggio Da rikkitikkitavi Mar 23 Apr 2013, 15:38

cireno ha scritto:
Non è la riduzione del numero dei parlamentari la prima necessità del Paese, e nemmeno la cancellazione del Senato come seconda camera di parlamento, cose che dovranno comunque essere fatte, le priorità del prossimo governo dovranno essere, a mio giudizio:-
-la cancellazione di questa immonda legge elettorale
-la rivisitazione del problema pensionistico con particolare riguardo a quello degli esodati
-la ridiscussione dei vincoli europei che ci costringono in una recessione di cui non si vede la fine
-la drastica revisione della burocrazia e delle sue regole che strozzano il Paese e impediscono che investitori stranieri abbiano desiderio di venire in Italia
-il ridimensionamento delle aziioni permesse a Equitalia
-la possibilità di allungare in deroga le Casse Integrazione
.la questione delle pensioni d’oro, per ridurle e con i risparmi elevare quelle miserande sotto i 500 euro
-la revisione della posizione dell’esercito nei vari luoghi dove è schierato
-il problema della TAV
-Il problema degli F35
-Le iniziative dello Stato per opere pubbliche necessarie alla nazione e capaci di far ripartire l’economia
-la imposizione fiscale sulle buste paga di chi lavora



tutti punti validi, ma se andiamo ad analizzarli da vicino, vediamo che qualche problemino ci sarebbe.


la legge elettorale avrebbe potuto essere cambiata nel 2006, e nessuno lo ha fatto; poi avrebbe potuto essere cambiata l’anno scorso, e nessuno lo ha fatto. di chi la responsabilità?


la rivisitazione del problema pensionistico: ma chi è che ha votato a favore della legge fornero, e quale credibilità può avere oggi?


la ridiscussione dei vincoli europei: ma chi è che ha votato per l’inserimento nella costituzione del vincolo del pareggio di bilancio?


la drastica riduzione della burocrazia e delle azioni consentite ad equitalia: siamo tutti antifascisti


cassa integrazione, o reddito di cittadinanza?


riduzione delle pensioni d’oro: vedi riduzione della burocrazia

revisione delle missioni dell’esercito (credo che sia quello che si intende). sono contrario: l’unica cosa giusta da fare è abolirle del tutto, se non ci sono i soldi per la scuola, la sanità e le pensioni, non ha nessun senso spendere una barca di quattrini per le missioni militari

tav (se intesa come la pseudo-tav che fa un pezzetto della strada tra torino e lione): chi è che la vuole? mica per caso gianduia-chiamparino, mica per caso fassino, mica per caso la bresso? di che partito fanno parte costoro?


f35: vedi missioni dell’esercito

opere pubbliche: qui si tratterebbe di capire quali

imposizione fiscale: vedi equitalia ecc.
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Messaggio Da einrix Mar 23 Apr 2013, 16:20

Partiamo dalla legge elettorale.

Se fosse maggioritaria, moderatamente maggioritaria, con queste forze in campo: 1/3+1/3+1/3 non si potrebbe evitare il governo di coalizione.

Esattamente come con questa legge, mitigata nelle sue forme al Senato, dove emerge più chiaramente il diverso peso delle forze politiche. I risultati del Senato impongono un governo di coalizione con le forze che ci sono, non con quelle che non ci sono. Almeno per un principio di realtà.

Ed anche se cambiamo la legge, con questi numeri, tra tre elezioni, siamo punto e a capo.

Quindi, resta sempre da decidere con chi fare la coalizione di governo.

Oggi, sino ad oggi, Grillo non si vuole alleare con il PD, e quindi il PD farà un governo con chi metterà la sue forze in campo per sostenerlo, non essendoci alternative al PD, almeno per la Camera. E' in primo luogo responsabilità del PD se ci sarà o non ci sarà il governo, mentre è responsabilità del M5S o del PdL se lo si farà con gli uni o con gli altri.

In politica, ad ogni bivio si è costretti ad andare avanti, ed il paese deve andare avanti.
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Messaggio Da cireno Mar 23 Apr 2013, 18:35

einrix ha scritto:Partiamo dalla legge elettorale.

Se fosse maggioritaria, moderatamente maggioritaria, con queste forze in campo: 1/3+1/3+1/3 non si potrebbe evitare il governo di coalizione.

Esattamente come con questa legge, mitigata nelle sue forme al Senato, dove emerge più chiaramente il diverso peso delle forze politiche. I risultati del Senato impongono un governo di coalizione con le forze che ci sono, non con quelle che non ci sono. Almeno per un principio di realtà.

Ed anche se cambiamo la legge, con questi numeri, tra tre elezioni, siamo punto e a capo.

Quindi, resta sempre da decidere con chi fare la coalizione di governo.

E difatti, fossero minimamente intelligenti, voterebbero per la legge a doppio turno, magari con una sorta di semi-presidenzialismo.

Oggi, sino ad oggi, Grillo non si vuole alleare con il PD, e quindi il PD farà un governo con chi metterà la sue forze in campo per sostenerlo, non essendoci alternative al PD, almeno per la Camera. E' in primo luogo responsabilità del PD se ci sarà o non ci sarà il governo, mentre è responsabilità del M5S o del PdL se lo si farà con gli uni o con gli altri.

Lasciamo che Grillo si castri da se stesso: più parla e più si martella le p....

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Messaggio Da Lara Mar 23 Apr 2013, 19:34

Adesso sappiamo quello che c’è, quello che ci è rimasto.
E sappiamo anche quello che non c’è, quello che ci manca.
Devo confessare che in questi due mesi di tentativi di Bersani, avevo coltivato una timida aspettativa, punteggiata da qualche momento di scoramento, in particolare quando Napolitano non ha inviato Bersani alle camere, alla legittima ricerca di un consenso non scontato.
In quel momento, a ben guardare, c’era già stato il segnale di una strada da sbarrare.
La nomina dei saggi non era che un altro ostacolo, una inutile dilazione per scavare la fossa a qualsiasi altra ipotesi che non fosse l’idea delle alleanze innaturali così care a Napolitano.
Allo scopo, si è stravolto anche il calendario naturale, facendo precedere l’elezione del Presidente della Repubblica alla formazione del governo, in modo da rendere plastica la divisione del PD sui veri obiettivi politici delle varie componenti.
Due mesi per scavare la fossa al presidente del cambiamento, per sottrargli rappresentatività, controllo, autorevolezza, nella più stretta tradizione di cinismo irresponsabile che caratterizza la nostra classe dirigente.
Riusciamo ancora a meravigliarci di questi esiti catastrofici solo perché non smettiamo il vizio di illuderci, e stavolta, sembrava quasi l’ora di uno stravolgimento, seppure caotico e insicuro per la composizione raffazzonata del nuovo parlamento, nutrito più di rabbia che di lucidità, più di volontà che di programmazione.

Quello che continuerà a mancarci per i prossimi uno, due, tre anni, e chi lo sa, è un Presidente senza convinzioni personali sul tipo di maggioranza parlamentare che deve sostenere un governo, un presidente rigoroso e indipendente, la rappresentazione del merito e della competenza che raggiunge i suoi naturali traguardi, senza altri scopi che quelli di rivestire al meglio un ruolo istituzionale.
Ci mancherà anche la ragionevole produzione di decisioni veramente efficaci per migliorare la condizione dei cittadini e dare impulso alla ripresa economica ed anche emotiva di questo paese.
Si, perché quello che c’è, è anche una stanchezza decennale, la consuetudine con l’inadeguatezza e la rapacità.
Quello che manca è la sensazione di poter avanzare, la dismissione di un peso ormai insostenibile, la fiducia di potersi rialzare con un sorriso, nonostante tutto, in un paese di cui non ci si vergogna.
Una vergogna che tracima dall’alto e si riverbera su cittadini, anch’essi incapaci di frapporsi alla arroganza delle caste, continuamente riconfermate nelle loro posizioni.
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Messaggio Da freg53 Mar 23 Apr 2013, 20:05

mamma mia che pessimismo.su con la vita.ora viene l'estate.peccato che in questo forum non c'è la sezione dell'agriturismo.
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Messaggio Da rikkitikkitavi Mar 23 Apr 2013, 20:18

einrix ha scritto:Partiamo dalla legge elettorale.

Se fosse maggioritaria, moderatamente maggioritaria, con queste forze in campo: 1/3+1/3+1/3 non si potrebbe evitare il governo di coalizione.


partiamo, invece, dalla rappresentanza. il parlamento deve rispecchiare le scelte degli elettori, senza taroccamenti e imbrogli. i partiti, le coalizioni o quel che l'è, devono cercare di aggregare il più ampio consenso possibile attorno ad un progetto politico chiaro e definito.

si chiama democrazia, baby.
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Messaggio Da Rom Mar 23 Apr 2013, 20:40

freg53 ha scritto:mamma mia che pessimismo.su con la vita.ora viene l'estate.peccato che in questo forum non c'è la sezione dell'agriturismo.

Ma sì, i ristoranti sono pieni, i ragazzi comprano i cellulari, le agenzie di viaggio sono tutte in overbooking, e l'estate è un'ottima stagione per darsi all'ippica.
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Messaggio Da cciappas Mar 23 Apr 2013, 20:59

e soprattutto bisogna farci salvare dalla crisi da chi ci ha portato alla crisi,.. cosi per prima cosa farà riassumere tutti quelli che sono stati licenziati per le sue scelte.

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Messaggio Da Adam Mar 23 Apr 2013, 23:04

Da quello che si legge e si sente, il cambiamento dipenderà essenzialmente dalla ripartizione del PD in due chiare formazioni: una di centro che guarda a sinistra capeggiata da Renzi, e una di sinistra - il Partito del lavoro - capeggiata da uno tra Barca,Vendola e Cofferati, che non disdegna il dialogo con il centro. Ottima cosa se nasce senza volpi sotto l'ascella, se cioè, le due formazioni, consapevoli della loro individuale debolezza, non cercheranno di unirsi in coalizione per avere la forza di vincere le elezioni. Personalmente, se ciò sarà, voterò per Renzi, sperando che il Partito del lavoro, sia ben fermo nella identificazione dei suoi obiettivi, ma nella consapevolezza che solo con un dialogo con il centro potrà vederne raggiunti i principali.
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Messaggio Da rikkitikkitavi Mer 24 Apr 2013, 06:07

Adam ha scritto:Da quello che si legge e si sente, il cambiamento dipenderà essenzialmente dalla ripartizione del PD in due chiare formazioni: una di centro che guarda a sinistra capeggiata da Renzi, e una di sinistra - il Partito del lavoro - capeggiata da uno tra Barca,Vendola e Cofferati, che non disdegna il dialogo con il centro. Ottima cosa se nasce senza volpi sotto l'ascella, se cioè, le due formazioni, consapevoli della loro individuale debolezza, non cercheranno di unirsi in coalizione per avere la forza di vincere le elezioni. Personalmente, se ciò sarà, voterò per Renzi, sperando che il Partito del lavoro, sia ben fermo nella identificazione dei suoi obiettivi, ma nella consapevolezza che solo con un dialogo con il centro potrà vederne raggiunti i principali.

mi sembra anche giusto. si ritorna a come era prima della nascita del pastrocchio: un'alleanza tra due partiti per un programma condiviso, e sulle questioni etiche ciascuno si regola secondo coscienza.
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Messaggio Da cireno Mer 24 Apr 2013, 06:12

Lara ha scritto:Adesso sappiamo quello che c’è, quello che ci è rimasto.
E sappiamo anche quello che non c’è, quello che ci manca.
Devo confessare che in questi due mesi di tentativi di Bersani, avevo coltivato una timida aspettativa, punteggiata da qualche momento di scoramento, in particolare quando Napolitano non ha inviato Bersani alle camere, alla legittima ricerca di un consenso non scontato.
In quel momento, a ben guardare, c’era già stato il segnale di una strada da sbarrare.
La nomina dei saggi non era che un altro ostacolo, una inutile dilazione per scavare la fossa a qualsiasi altra ipotesi che non fosse l’idea delle alleanze innaturali così care a Napolitano.
Allo scopo, si è stravolto anche il calendario naturale, facendo precedere l’elezione del Presidente della Repubblica alla formazione del governo, in modo da rendere plastica la divisione del PD sui veri obiettivi politici delle varie componenti.
Due mesi per scavare la fossa al presidente del cambiamento, per sottrargli rappresentatività, controllo, autorevolezza, nella più stretta tradizione di cinismo irresponsabile che caratterizza la nostra classe dirigente.
Riusciamo ancora a meravigliarci di questi esiti catastrofici solo perché non smettiamo il vizio di illuderci, e stavolta, sembrava quasi l’ora di uno stravolgimento, seppure caotico e insicuro per la composizione raffazzonata del nuovo parlamento, nutrito più di rabbia che di lucidità, più di volontà che di programmazione.

Quello che continuerà a mancarci per i prossimi uno, due, tre anni, e chi lo sa, è un Presidente senza convinzioni personali sul tipo di maggioranza parlamentare che deve sostenere un governo, un presidente rigoroso e indipendente, la rappresentazione del merito e della competenza che raggiunge i suoi naturali traguardi, senza altri scopi che quelli di rivestire al meglio un ruolo istituzionale.
Ci mancherà anche la ragionevole produzione di decisioni veramente efficaci per migliorare la condizione dei cittadini e dare impulso alla ripresa economica ed anche emotiva di questo paese.
Si, perché quello che c’è, è anche una stanchezza decennale, la consuetudine con l’inadeguatezza e la rapacità.
Quello che manca è la sensazione di poter avanzare, la dismissione di un peso ormai insostenibile, la fiducia di potersi rialzare con un sorriso, nonostante tutto, in un paese di cui non ci si vergogna.
Una vergogna che tracima dall’alto e si riverbera su cittadini, anch’essi incapaci di frapporsi alla arroganza delle caste, continuamente riconfermate nelle loro posizioni.


Io capisco il tuo stato d’animo, lo capisco perché sono nella tua stessa condizione di delusione, di scoramento per un Paese che sembra essere diventato una sorta di risiko giocato da personaggi più interessati alla loro esistenza che non a quella per cui sono stati delegati dal voto dei cittadini. E la mia delusione, cara Lara, è ancora più profonda della tua perché è una vita che ad ogni elezione devo far di conto con questo sentimento, ed essendo la mia vita certamente stata più lunga della tua ……

Però, così per come succede quando la vita ti costringe a dover affrontare un dispiacere anche queste delusioni debbono essere digerite e accantonate per non rovinarsi la salute somatizzandole. Per questa ragione occorre guardare alle cose con una certa freddezza cercando di condirle anche con l’olio dell’ottimismo, che è uno dei segreti, diceva la mì nonna umbra, per vivere senza bende sulla testa. E allora non voglio accettare il pessimismo che esce dal tuo bel post(complimenti per come scrivi, Lara).
Ci sarà un governo PD-PDL-SC? Pazienza, facciamocene una ragione: ci sarà un governo nel quale dovremmo, per forza, sporcarci con la farina del diavolo. E ci sporcheremo, e poi in futuro ci laveremo via quella farina e cercheremo di portare mani pulite sulle leve di comando, ma per ora, oggi, cosa altro si sarebbe potuto fare?

Non intristirti Lara, come dice il vecchio adagio “si fa quel che si può”, eppoi fuori è arrivata la primavera, dici poco? Il Cambiamento 4149909871
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Messaggio Da freg53 Mer 24 Apr 2013, 07:15

Barca resterà nel pd,si dedicherà al partito e anche Cofferati alla fine resterà.A sinistra del pd si aggregherà qualche puro e duro per arrivare al 5 -7 per cento,ma alla fine cercheranno sempre l'aggancio con il pd per contare qualcosa negli enti locali e nei territori.e la solita storia della sinistra italiana fatta di divisioni e divisioni.ho visto ieri i dati del friuli, anche quelli comunali,il pd sul 30 per cento e sel sul 4 5 per cento.in fondo in politica è così,sembri morto,come il pdl, e poi risorgi.nessuno avrebbe speso un'euro sulla vittoria della serracchiani e invece è arrivata la sorpresa.in fondo gli elettori sono sempre più maturi dei presunti dirigenti.
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Messaggio Da einrix Mer 24 Apr 2013, 08:19

rikkitikkitavi ha scritto:

mi sembra anche giusto. si ritorna a come era prima della nascita del pastrocchio: un'alleanza tra due partiti per un programma condiviso, e sulle questioni etiche ciascuno si regola secondo coscienza.

Ma neanche per sogno! da Ferrero a Vendola non ce n'è uno che abbia in mente un partito di governo. Loro sognano solo l'opposizione che è il piatto forte di una sinistra minoritaria nel paese della massaia di Voghera e di Pulcinella, e se qualche volta fanno accordi per il governo, li tradiscono prima che il gallo canti. Ci vogliono persone che pensino alla collaborazione per costruire partiti sempre più grandi, e che riescano a trovare il modo per contemperare le diverse esigenze quando non siano mere opinioni o stringenti interessi. In partiti grandi c'è da aspettarsi che vengano rappresentati molti interessi, e a maggior ragione deve prevalere il lavoro di ricucitura sui distinguo. Un grande partito è quello in cui il saldo tra quelli che entrano e quelli che escono, tende al positivo. Piccoli partiti sono quelli che hanno la vocazione all'autodistruzione, e tutti possono essere grandi partiti o piccoli partiti, salvo verificare cosa sono adesso, per decidere di quali geni e di quale pasta sono fatti.

Chi pensa che spaccando il PD si possa favorire una migliore aggregazione a sinistra, non sa quello che dice, perché ragiona contro la logica e l'evidenza, e regala quella fetta di centro che adesso vi è inglobata, all'avversario. Questo concetto fa parte di quella tendenza al frazionismo che è contraria ad una cultura di governo democratico. Chi è frazionista ha come sviluppo possibile per il potere, solo la rivoluzione, il colpo di stato, perché non potrà mai raccogliere tanti consensi quanti sono necessari in democrazia, per prevalere su di un avversario, che se anche nasconde poteri occulti, nella massa dei sostenitori, uno è uguale all'altro: la massaia di Voghera contro quella di Bologna, Pulcinella contro Pantalone. E chi nasconde il proprio potere dietro le masse proletarie, è Berlusconi, il Corriere della Sera, La Repubblica e cento altri centri di influenza e persuasione. E questi, tutti questi, cercano di dividere le massaie o i burattini, proprio per poterli dominare. Nient'altro è l'anticomunismo di Berlusconi, che un richiamo alla separazione, alla spaccatura che ci deve essere in uno stesso elettorato interclassista che si divide tra destra e sinistra. Quando si è sicuri che i Bersani non siano dei Berlusconi, nelle alleanze o nelle collaborazioni,chi ne ha da guadagnare è soltanto il popolo. Per questo detesto i Craxi o i Renzi, perché loro sono stati e saranno sempre quelli che trasformeranno le collaborazioni utili al popolo, in collaborazioni utili alle classi abbienti, che aspirano non solo alla dominazione economica, ma anche a quella politica.

Come vedete, da questo ragionamento si riflettono tre principi

1- piccolo è brutto
2- le alleanze tra partiti popolari possono essere un bene quando a guidarle ci sono amici del popolo (almeno da una Parte)
2- le alleanze popolari sono un male quando a guidarle ci sono nemici del popolo (da entrambe le parti).

Non sono preoccupato che il PD faccia un governo del Presidente, non essendoci alternativa. Sono preoccupato che gli amici del popolo si ritirino in disparte e che a reggere quella coalizione siano nemici i del popolo.

Molti di voi mi pare che facciano ragionamenti guardandosi la punta dei piedi o toccandosi l'ombelico. Meglio guardare avanti per saper vedere e riconoscere i pericoli, ma anche le opportunità delle nuove scelte. La politica è sempre piena di sorprese, e chi non le accetta e non sa riconoscere un principio di realtà, lo si riconosce dal parlarsi addosso e dal ripetere tutte le teorie, sempre le stesse che mai hanno dato frutto nel passato.



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Messaggio Da rikkitikkitavi Mer 24 Apr 2013, 08:50

beh, l'accusa di frazionismo mi mancava
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Messaggio Da Adam Mer 24 Apr 2013, 08:55

In Italia, ma non credo solo nel nostro paese, esiste una forte tradizione sindacale orientata fortemente a sinistra, quella che una volta con geniale definizione fu detta "la cinghia di trasmissione" del PCI con il mondo del lavoro, operaio, in specie. E c'è una visone del mondo del lavoro, più orientata ai principi liberali con risvolti di socialità che Adriano Olivetti sostanziò con le iniziative che fecero sperare in una nuova stagione della politica. Speranze deluse anche per la prematura scomparsa del suo ideatore.
Ho sempre pensato che le politiche del mondo del lavoro potessero perseguire buoni obiettivi coniugando le due tendenze, ma privilegiando il buon funzionamento di tutte le unità produttive, considerando la "fabbrica" come oggetto principale del discorso, non "l'operaio", ne il "padrone".

Oggi i problemi del lavoro sono affatto diversi anche da un recente passato. La differenza consiste nella difficoltà di ottenere e mantenere un posto di lavoro, tanto che la disoccupazione o l'inoccupazione riguarda credo 4 milioni di italiani, per lo più giovani.

Esiste nel sindacato di sinistra una filosofia tendente a difendere ad oltranza i diritti acquisiti tra i quali l'Articolo 18 è l'emblema dei dissidi, e ogni regole o legge che tenda a modificarli è considerata un attacco alla parte lavoratrice, dando un minor peso a tutta quella massa di persone che il lavoro non ce l'hanno o l'hanno perso senza speranza di trovarne uno nuovo.

Esiste nella categoria padronale, una tendenza a innovare i rapporti con i lavoratori, modificando le regole a danno di parte dei diritti acquisiti, tese, però, a garantire il posto di lavoro. Marchionne è l'esponente più noto di questa categoria. Marchionne ha fatto e continua a fare molti errori nel suo comportamento, ma Pomigliano è aperta, Grugliasco è stata riaperta e a breve anche Mirafiori ripartirà.

Renzi riconosce a Marchionne i suoi meriti, forse sottacendone i difetti, ma se deve scegliere tra Landini e Marchionne, credo scelga Marchionne. Barca, non si è ancora espresso nei dettagli ma credo che come Vendola e Cofferati, dovendo scegliere tra i due, sceglierebbe Landini .

Voglio dire che le due posizioni non sono conciliabili, se non attraverso un compromesso che, per tutelare i rispettivi principi, trova una giusta via di mezzo nella soluzione dei problemi che accontenta o, meglio, scontenta entrambe le parti. Ciò può avvenire tra due partiti, non tra due correnti nella stessa formazione perché il gioco delle correnti inquina il dialogo tra simili molto più che tra partiti diversi.

Meglio dividersi e collaborare piuttosto che litigare in casa e non combinare alcunché.
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Messaggio Da Condor Gio 25 Apr 2013, 11:45

Adam ha scritto:In Italia, ma non credo solo nel nostro paese, esiste una forte tradizione sindacale orientata fortemente a sinistra, quella che una volta con geniale definizione fu detta "la cinghia di trasmissione" del PCI con il mondo del lavoro, operaio, in specie. E c'è una visone del mondo del lavoro, più orientata ai principi liberali con risvolti di socialità che Adriano Olivetti sostanziò con le iniziative che fecero sperare in una nuova stagione della politica. Speranze deluse anche per la prematura scomparsa del suo ideatore.
Ho sempre pensato che le politiche del mondo del lavoro potessero perseguire buoni obiettivi coniugando le due tendenze, ma privilegiando il buon funzionamento di tutte le unità produttive, considerando la "fabbrica" come oggetto principale del discorso, non "l'operaio", ne il "padrone".

Oggi i problemi del lavoro sono affatto diversi anche da un recente passato. La differenza consiste nella difficoltà di ottenere e mantenere un posto di lavoro, tanto che la disoccupazione o l'inoccupazione riguarda credo 4 milioni di italiani, per lo più giovani.

Esiste nel sindacato di sinistra una filosofia tendente a difendere ad oltranza i diritti acquisiti tra i quali l'Articolo 18 è l'emblema dei dissidi, e ogni regole o legge che tenda a modificarli è considerata un attacco alla parte lavoratrice, dando un minor peso a tutta quella massa di persone che il lavoro non ce l'hanno o l'hanno perso senza speranza di trovarne uno nuovo.

Esiste nella categoria padronale, una tendenza a innovare i rapporti con i lavoratori, modificando le regole a danno di parte dei diritti acquisiti, tese, però, a garantire il posto di lavoro. Marchionne è l'esponente più noto di questa categoria. Marchionne ha fatto e continua a fare molti errori nel suo comportamento, ma Pomigliano è aperta, Grugliasco è stata riaperta e a breve anche Mirafiori ripartirà.

Renzi riconosce a Marchionne i suoi meriti, forse sottacendone i difetti, ma se deve scegliere tra Landini e Marchionne, credo scelga Marchionne. Barca, non si è ancora espresso nei dettagli ma credo che come Vendola e Cofferati, dovendo scegliere tra i due, sceglierebbe Landini .

Voglio dire che le due posizioni non sono conciliabili, se non attraverso un compromesso che, per tutelare i rispettivi principi, trova una giusta via di mezzo nella soluzione dei problemi che accontenta o, meglio, scontenta entrambe le parti. Ciò può avvenire tra due partiti, non tra due correnti nella stessa formazione perché il gioco delle correnti inquina il dialogo tra simili molto più che tra partiti diversi.

Meglio dividersi e collaborare piuttosto che litigare in casa e non combinare alcunché.

Esiste nella categoria padronale, una tendenza a
innovare i rapporti con i lavoratori, modificando le regole a danno di
parte dei diritti acquisiti, tese, però, a garantire il posto di lavoro

Certamente, Adam, ma occorre chiedersi anche il perché ciò accade.
Io me lo sono chiesto e ho approfondito, constatando che non esiste prescrizione per diritti non rivendicati dai lavoratori.
Nella migliore delle ipotesi per il lavoratore (lavoro continuativo nella stessa azienda fino alla pensione), egli sa sempre come potrebbe concludersi il suo rapporto di lavoro; la stessa cosa non avviene per il datore di lavoro.
La mancanza di prescrizione nella rivendicazione di eventuali diritti non concessi al lavoratore: vuoi per furbizia del datore di lavoro; vuoi per accordi preventivamente presi tra le parti - sorvolando su qualche regola imposta dal C.C.N.L.; vuoi per la cavillosità delle leggi sul diritto del lavoro (che si presenta nella maggior parte dei casi di controversia), inducono il datore di lavoro, d'accordo con il lavoratore e alla presenza dei rispettivi sindacati di categoria, a mettere un paletto al rapporto sino a quel momento in essere, pur mantenendo il posto al lavoratore.

Non pensi che sarebbe un bel cambiamento, con il ripristino di un atto di lealtà tra le parti, se venisse riconosciuta la prescrizione dei diritti, giustamente rivendicabili in materia di lavoro, ad un massimo di tre anni?

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Messaggio Da Rom Gio 25 Apr 2013, 16:31

einrix ha scritto:
Un grande partito è quello in cui il saldo tra quelli che entrano e quelli che escono, tende al positivo. Piccoli partiti sono quelli che hanno la vocazione all'autodistruzione

Sì, Rikki, l'accusa di frazionismo è una costante antica. Fa parte di un repertorio anch'esso antico e sperimentato: intellettualismo, massimalismo, sterile contrapposizione, settarismo ... e infine ricordo con particolare affetto quella di illuminismo.

Einrix, quello che tu descrivi non è un grande partito, ma un grosso partito: esattamente, un partito che con la sue dimensioni da mucca da latte ha lo stesso peso d'una capra, e in certi casi d'una gallina.
Mettere insieme tutto e il contrario di tutto non fa aumentare la forza, ma solo le dimensioni.
Col doping si può forse vincere una gara, ma ci si avvelena e si muore.
In ogni caso, il dottor Moreau ha fatto il suo esperimento a "vocazione maggioritaria" e l'esperimento è fallito. Basta. Kaputt. The end.
Cosa altro deve succedere per prenderne atto?
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Messaggio Da Ospite Gio 25 Apr 2013, 17:16

Condor ha scritto:

Esiste nella categoria padronale, una tendenza a
innovare i rapporti con i lavoratori, modificando le regole a danno di
parte dei diritti acquisiti, tese, però, a garantire il posto di lavoro

Certamente, Adam, ma occorre chiedersi anche il perché ciò accade.
Io me lo sono chiesto e ho approfondito, constatando che non esiste prescrizione per diritti non rivendicati dai lavoratori.
Veramente le cose non stanno esattamente così.
La prescrizione decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro e non dal momento in cui il diritto poteva essere esercitato solo per le aziende in cui non si applichi lo Statuto dei lavoratori. Ciò per elaborazione giurisprudenziale, in considerazione che in dette aziende il lavoratore, parte più debole, se esercitasse il diritto potrebbe trovarsi esposto a ritorsioni senza adeguati meccanismi di tutela.
Nella migliore delle ipotesi per il lavoratore (lavoro continuativo nella stessa azienda fino alla pensione), egli sa sempre come potrebbe concludersi il suo rapporto di lavoro; la stessa cosa non avviene per il datore di lavoro.
La mancanza di prescrizione nella rivendicazione di eventuali diritti non concessi al lavoratore: vuoi per furbizia del datore di lavoro; vuoi per accordi preventivamente presi tra le parti - sorvolando su qualche regola imposta dal C.C.N.L.; vuoi per la cavillosità delle leggi sul diritto del lavoro (che si presenta nella maggior parte dei casi di controversia), inducono il datore di lavoro, d'accordo con il lavoratore e alla presenza dei rispettivi sindacati di categoria, a mettere un paletto al rapporto sino a quel momento in essere, pur mantenendo il posto al lavoratore.
qui non mi è chiaro cosa vuoi dire. Se puoi dirlo in modo più chiaro ai miei scarsi neuroni, ti dico che ne penso

Non pensi che sarebbe un bel cambiamento, con il ripristino di un atto di lealtà tra le parti, se venisse riconosciuta la prescrizione dei diritti, giustamente rivendicabili in materia di lavoro, ad un massimo di tre anni?

Per quanto mi riguarda non sarebbe affatto giusto perchè, come detto, il lavoratore è per definizione la parte più debole nel rapporto contrattuale e va quindi tutelato, mentre tu vorresti addirittura sottoporre i suoi diritti non solo a prescrizione, ma a prescrizione breve, nemmeno quella ordinaria!

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Messaggio Da Rom Gio 25 Apr 2013, 22:01

Adam ha scritto:
Renzi riconosce a Marchionne i suoi meriti, forse sottacendone i difetti, ma se deve scegliere tra Landini e Marchionne, credo scelga Marchionne. Barca, non si è ancora espresso nei dettagli ma credo che come Vendola e Cofferati, dovendo scegliere tra i due, sceglierebbe Landini .

Voglio dire che le due posizioni non sono conciliabili, se non attraverso un compromesso che, per tutelare i rispettivi principi, trova una giusta via di mezzo nella soluzione dei problemi che accontenta o, meglio, scontenta entrambe le parti. Ciò può avvenire tra due partiti, non tra due correnti nella stessa formazione perché il gioco delle correnti inquina il dialogo tra simili molto più che tra partiti diversi.

Meglio dividersi e collaborare piuttosto che litigare in casa e non combinare alcunché.

Sono felice di sentirti dire una cosa come questa, che io vado ripetendo fin dalla formazione del primo Ulivo.
Non voglio aggiungere niente, perché mi piace lasciarla cos' come l'hai scritta: epigrafica, chiara e semplice.
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