Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
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Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
A Riccione, sono stati esposti una novantina di quadri che cercherò di caricare in questa nostra mostra.
La biografia con cui apro è quella di Wikipedia:
Filippo de Pisis Luigi Filippo Tibertelli de Pisis (Ferrara, 11 maggio 1896 – Milano, 2 aprile 1956) è stato un pittore e scrittore italiano, uno tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento.
Biografia
De Pisis inizia adolescente a scrivere poesie, ma si dedica anche allo studio della pittura sotto la guida del maestro Odoardo Domenichini nella sua città natale, Ferrara, ed è proprio la pittura in seguito a portarlo a vivere una vita avventurosa, appassionata in varie città sia italiane Roma, Venezia e Milano, sia europee Parigi e Londra.
Nel 1915 incontra De Chirico e il fratello Alberto Savinio a Ferrara per il servizio militare e nel 1917 Carlo Carrà. Conosce e si entusiasma rimanendo suggestionato del loro modo di concepire la pittura e, inizialmente, ne condivide lo stile metafisico ma poi brevi soggiorni a Roma e a Parigi all'inizio degli anni venti gli aprono nuovi orizzonti pittorici. Inizia a rielaborare un suo stile fatto di suggestioni e soggetti del tutto originali, dove il tratto pittorico diventa spezzato quasi sincopato che Eugenio Montale definì "pittura a zampa di mosca".
De Pisis dopo avere scritto prose, liriche e poesie raccolte nei Canti della Croara ed Emporio nel 1916, nel 1920 inizia a scrivere il saggio La città dalle 100 meraviglie, pubblicato in seguito a Roma nel 1923, dove si può notare l'influenza dei fratelli De Chirico con la loro visione nostalgica e malinconica della pittura. Alla ricerca di nuovi stimoli si trasferisce nel 1925 a Parigi. Il soggiorno si protrasse ininterrottamente per quattordici anni rivelandosi proficuo sotto vari aspetti, ed essenziale sotto l'aspetto artistico. Conosce Edouard Manet e Camille Corot, Henri Matisse e i Fauves, per un uso più gestuale del colore e, oltre alle nature morte, dipinge nel periodo parigino paesaggi urbani, nudi maschili e immagini d'ermafroditi.
Nel 1926 de Pisis, presentata da De Chirico riesce ad esporre la sua prima mostra personale parigina alla Galerie au Sacre du Printemps,continua in seguito ad esporre anche in Italia e inizia a scrivere articoli per L'Italia Letteraria e altre riviste minori ed entra a far parte degli "italiani di Parigi", un gruppo d'artisti che comprendeva de Chirico, Savinio, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Renato Paresce e Severo Pozzati, e il critico francese George Waldemar (che alcuni anni prima aveva scritto una monografia su de Pisis) presenta la mostra "Appels d'Italie" alla Biennale di Venezia del 1930. L'anno dopo, per illustrare il libro del suo grande amico Giovanni Comisso, esegue una serie d'acquarelli, poi parte per l'Inghilterra, un viaggio breve che ripeterà ben tre volte, stringendo rapporti d'amicizia con Vanessa Bell e Duncan Grant. Nel 1938 ritornato in Italia De Pisis è ospite di Italo Mus con il quale inizia, nello studio del pittore a Saint Vincent, una proficua ma breve collaborazione.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1940, i sintomi della malattia nervosa, della quale era affetto fin da ragazzo, sono sempre più evidenti, ma continua lo stesso a lavorare. Si trasferisce a Milano, nel 1944 è a Venezia a studiare ispirato la pittura di Francesco Guardi e di altri maestri veneziani del XVIII secolo. Qui, negli anni 1946-47, frequenta anche il pittore forlivese Maceo (1899 – 1992).
Più tardi, a Roma, scoperti i toni caldi della pittura settecentesca, li riversa nelle nature morte e nei fiori, che divennero l'argomento prediletto.
Le sue opere ottengono il successo che meritavano soprattutto alle Biennali di Venezia del 1948 e del 1954, ma le precarie condizioni di salute negli ultimi due anni non gli permetteranno più di svolgere alcun lavoro; ricoverato in una clinica di Brugherio (Monza), de Pisis muore il 2 aprile del 1956.
La pittura
Le immagini che l'artista dipinge sono, più che disegnate, evocate e circondate da un continuo clima poetico, come risulta dalle vedute parigine, londinesi, dalle marine veneziane, dai nudi e dai grandi mazzi di fiori (indicativi sono: Fiori del 1928 e Quai de Tournelle, del 1938).
Nel 1949-1950, de Pisis aderisce al progetto della importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera "Piccolo fabbro". La collezione Verzocchi è attualmente conservata presso la Pinacoteca Civica di Forlì.
Anche le opere del suo ultimo periodo (una lenta malattia lo consumò in una clinica milanese) risentono di un'intensità poetica eccezionale, di una netta opposizione a ogni forma di classicismo, delle sue straordinarie doti di colorista che lo pongono fra i più grandi pittori contemporanei.
La biografia con cui apro è quella di Wikipedia:
Filippo de Pisis Luigi Filippo Tibertelli de Pisis (Ferrara, 11 maggio 1896 – Milano, 2 aprile 1956) è stato un pittore e scrittore italiano, uno tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento.
Biografia
De Pisis inizia adolescente a scrivere poesie, ma si dedica anche allo studio della pittura sotto la guida del maestro Odoardo Domenichini nella sua città natale, Ferrara, ed è proprio la pittura in seguito a portarlo a vivere una vita avventurosa, appassionata in varie città sia italiane Roma, Venezia e Milano, sia europee Parigi e Londra.
Nel 1915 incontra De Chirico e il fratello Alberto Savinio a Ferrara per il servizio militare e nel 1917 Carlo Carrà. Conosce e si entusiasma rimanendo suggestionato del loro modo di concepire la pittura e, inizialmente, ne condivide lo stile metafisico ma poi brevi soggiorni a Roma e a Parigi all'inizio degli anni venti gli aprono nuovi orizzonti pittorici. Inizia a rielaborare un suo stile fatto di suggestioni e soggetti del tutto originali, dove il tratto pittorico diventa spezzato quasi sincopato che Eugenio Montale definì "pittura a zampa di mosca".
De Pisis dopo avere scritto prose, liriche e poesie raccolte nei Canti della Croara ed Emporio nel 1916, nel 1920 inizia a scrivere il saggio La città dalle 100 meraviglie, pubblicato in seguito a Roma nel 1923, dove si può notare l'influenza dei fratelli De Chirico con la loro visione nostalgica e malinconica della pittura. Alla ricerca di nuovi stimoli si trasferisce nel 1925 a Parigi. Il soggiorno si protrasse ininterrottamente per quattordici anni rivelandosi proficuo sotto vari aspetti, ed essenziale sotto l'aspetto artistico. Conosce Edouard Manet e Camille Corot, Henri Matisse e i Fauves, per un uso più gestuale del colore e, oltre alle nature morte, dipinge nel periodo parigino paesaggi urbani, nudi maschili e immagini d'ermafroditi.
Nel 1926 de Pisis, presentata da De Chirico riesce ad esporre la sua prima mostra personale parigina alla Galerie au Sacre du Printemps,continua in seguito ad esporre anche in Italia e inizia a scrivere articoli per L'Italia Letteraria e altre riviste minori ed entra a far parte degli "italiani di Parigi", un gruppo d'artisti che comprendeva de Chirico, Savinio, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Renato Paresce e Severo Pozzati, e il critico francese George Waldemar (che alcuni anni prima aveva scritto una monografia su de Pisis) presenta la mostra "Appels d'Italie" alla Biennale di Venezia del 1930. L'anno dopo, per illustrare il libro del suo grande amico Giovanni Comisso, esegue una serie d'acquarelli, poi parte per l'Inghilterra, un viaggio breve che ripeterà ben tre volte, stringendo rapporti d'amicizia con Vanessa Bell e Duncan Grant. Nel 1938 ritornato in Italia De Pisis è ospite di Italo Mus con il quale inizia, nello studio del pittore a Saint Vincent, una proficua ma breve collaborazione.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1940, i sintomi della malattia nervosa, della quale era affetto fin da ragazzo, sono sempre più evidenti, ma continua lo stesso a lavorare. Si trasferisce a Milano, nel 1944 è a Venezia a studiare ispirato la pittura di Francesco Guardi e di altri maestri veneziani del XVIII secolo. Qui, negli anni 1946-47, frequenta anche il pittore forlivese Maceo (1899 – 1992).
Più tardi, a Roma, scoperti i toni caldi della pittura settecentesca, li riversa nelle nature morte e nei fiori, che divennero l'argomento prediletto.
Le sue opere ottengono il successo che meritavano soprattutto alle Biennali di Venezia del 1948 e del 1954, ma le precarie condizioni di salute negli ultimi due anni non gli permetteranno più di svolgere alcun lavoro; ricoverato in una clinica di Brugherio (Monza), de Pisis muore il 2 aprile del 1956.
La pittura
Le immagini che l'artista dipinge sono, più che disegnate, evocate e circondate da un continuo clima poetico, come risulta dalle vedute parigine, londinesi, dalle marine veneziane, dai nudi e dai grandi mazzi di fiori (indicativi sono: Fiori del 1928 e Quai de Tournelle, del 1938).
Nel 1949-1950, de Pisis aderisce al progetto della importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera "Piccolo fabbro". La collezione Verzocchi è attualmente conservata presso la Pinacoteca Civica di Forlì.
Anche le opere del suo ultimo periodo (una lenta malattia lo consumò in una clinica milanese) risentono di un'intensità poetica eccezionale, di una netta opposizione a ogni forma di classicismo, delle sue straordinarie doti di colorista che lo pongono fra i più grandi pittori contemporanei.
La Mostra
Le opere vengono mostrate nell'ordine in cui sono state viste e fotografate.
Ultima modifica di einrix il Gio 30 Gen 2014, 22:13 - modificato 1 volta.
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Re: Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
Sono graditi i commenti, per un autore complesso che vive a cavallo delle due guerre in un clima europeo quasi sempre al limite della rottura.
Gli altri quadri li caricherò nei prossimi giorni.
Gli altri quadri li caricherò nei prossimi giorni.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
Problema tecnico: troppe immagini in una sola pagina appesantiscono il caricamento per chi ha connessioni lente. Ed io sono fra questi.
Occorre poi che le immagini non superino la dimensione massima di 500 pix per ogni lato, altrimenti interviene il ridimensionamento automatico che rallenta ulteriormente il caricamento.
Se il tuo programma grafico ha la funzione di ridimensionamento cumulativo delle immagini ti conviene usarlo.
Occorre poi che le immagini non superino la dimensione massima di 500 pix per ogni lato, altrimenti interviene il ridimensionamento automatico che rallenta ulteriormente il caricamento.
Se il tuo programma grafico ha la funzione di ridimensionamento cumulativo delle immagini ti conviene usarlo.
Arzak- Messaggi : 363
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Re: Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
Grazie, Einrix!
afam- Messaggi : 262
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Re: Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
Arzak, al ridimensionamento a x500 ci posso arrivare, in un modo o nell'altro, ma al numero di immagini per pagina ci si arriva solo in due modi:
1. pubblico le immagini intere da qualche parte e qui, solo delle piccole di riferimento
2. le pagine si riempiono sia di immagini x500 che di commenti che devono fare i visitatori.
Immediato ed interessante è il primo punto, magari quando si fa l'upload è già prevista quella funzione...
Prima di continuare il caricamento, apro una discussione solo per le prove e poi vediamo.
1. pubblico le immagini intere da qualche parte e qui, solo delle piccole di riferimento
2. le pagine si riempiono sia di immagini x500 che di commenti che devono fare i visitatori.
Immediato ed interessante è il primo punto, magari quando si fa l'upload è già prevista quella funzione...
Prima di continuare il caricamento, apro una discussione solo per le prove e poi vediamo.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
continuo a caricare
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
sempre a Venezia
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Re: Filippo De Pisis in Mostra a Riccione - Estate 2012
Incomincia una bella serie di quadri di interni con fiori
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