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Chiedo aiuto ad Einrix su Proust

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Messaggio Da tessa Sab 15 Nov 2014, 21:03

Caro Einrix,
mi occorre un commento sulla Recherche di Proust di 15 righe al massimo, io ho letto solo metà Recherche, puoi fare tu questo commento e io me lo copio?
Grazie

tessa

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Messaggio Da einrix Dom 16 Nov 2014, 09:24

No, non riesco a farti un commento su Proust. E' una delle mie prime letture giovanili, dato che ho cominciato sui vent'anni a leggere libri che non fossero testi scolastici, o i giornali per seguire la politica. Mi colpì molto quell'autore raffinato e sognante che parlava del suo mondo così particolare, con personaggi sospesi e mossi dai fili della sua scrittura. E l'amore... un misto di sentimento, desiderio, paura che lo faceva fremere trasmettendo al lettore quelle sue gioie e quei suoi patimenti. E quella calma nervosa nel comporre descrizioni minuziose dei personaggi, che via via acquistavano  lineamenti sempre più definiti, in un mondo lontano di una Europa che in Francia aveva sofferto un travaglio pesante in una società che ancora cercava di resistere con la restaurazione. Insomma, un autore che attraeva col suo mondo interiore proprio in un momento in cui da noi l'esteriorità della vita quotidiana e della vicenda politica, parevano così distanti da quella intimità che noi stessi desideravamo.
Solo 11 righe, cara Tessa. Dovrei riprendere in mano quei libri, nascosti ormai in qualche scaffale della biblioteca, e rileggerli, per sentirne il profumo ed i fremiti di una esistenza incrociata nella mia lontana gioventù.

Un saluto
Enrico
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Messaggio Da tessa Dom 16 Nov 2014, 10:11

Caro Einrix,
no 15 righe, io mi sono fermata a metà perchè sono asina, 2 miei amici hanno letto con impegno tutta la Recherche, tappandosi in casa, andava solo la donna delle pulizie, mio fratello è stato bravo ha letto tutta la Recherche, ma forse la facoltà di architettura lo impegnava di meno. No, mio fratello mi ha gia' mandato al diavolo e gli altri miei 2 amici hanno l' harem ,di cui si devono occupare,  conquistato  anche grazie alla Recherche , per cui mi hanno detto di togliermi dai piedi. Si sa le donne non vengono affascinate da uomini nerboruti e palestrati ma da quelli magrolini , che hanno letto la Recherche.
Il tutti i modi se tu dovessi ricordare quelle tue letture giovanili, sarei lieta di scopiazzare le tue 15 righe.
Vedi, io posso parlare dell'Odissea perchè l'ho letta tutta, ma non potrei parlare di cio' che ho letto solo a meta'. Tutti sono migliori di me ,purtroppo.
Attendo speranzosa.
Grazie

tessa

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Messaggio Da einrix Dom 16 Nov 2014, 14:41

Dell'Odissea posso raccontarti di una mia esperienza in Calabria. Un anno andammo in vacanza a Copanello, poco più a sud di Catanzaro Lido. Li trovammo un signore, Giovanni Gatti, allora di una certa età, che ci raccontò la sua storia. Era stato mandato al confino, lui che veniva da Nonantola di Modena, per motivi politici. Un giorno  - era il 1937 - una nobile del luogo, la Baronessa Elvira Marincola, vedova del possidente e imprenditore Falcone Giuseppe, incuriosita dalla presenza di quel bel giovane, gli chiese quale fosse la ragione di quel soggiorno a Squillace. Il Gatti gli raccontò la sua storia, e lei promise che se ne sarebbe occupata, per aiutarlo in qualche modo. E infatti, di li a poco si sposarono. Il Gatti era appassionato di ricerche archeologiche, passione che ha trasmesso al figlio Libero che abbiamo conosciuto in quei giorni, e che per lungo tempo è stato l'animatore dell'archeoclub di Copanello-Stalettì. Di Giovanni Gatti si diceva fosse il ri-trovamento di Solacium, la città romana fondata intorno al 100 a.C. sulle rovine della precedente città greca Skyllection, che forse si era trasferita, arroccandosi, a Squillace. Se si percorre la costa ionica dopo Squillace Lido, prima di iniziare a salire per Copanello, lungo la strada provinciale litoranea, si vede un muro di cinta che a differenza degli altri, non è fatto con pietre ottenute dissodando i terreni, ma con mattoni di argilla recuperati dall'antica città romana. Tra gli uliveti compaiono ovunque i resti di abitazioni e di una antica basilica. Quello è il primo indizio macroscopico dell'antico insediamento. Il Gatti riconobbe il sito, da fotografie aeree scattate dagli alleati durante la guerra, e patrocinò -non sempre ascoltato - azioni per il suo recupero. Congetturava pure che una piccola collina li vicino, in realtà fosse un tumulo in cui poteva essere seppellito un re ostrogoto, Alarico, morto in Calabria intorno al 410. Le fonti dicono che Alarico venne sepolto insieme ai tesori presi a Roma, nel letto del fiume Busento (Cosenza), ma non ci sono riscontri neppure per questo racconto.
Di queste sue vicende e di quelle scoperte ce ne parlò a lungo durante quella bella ed avvincente vacanza. Ma torniamo adesso all'Odissea. Enzo Gatti, fratello di Giovanni e studioso, identifica proprio nel Golfo di Squillace la terra dei Feaci e del re Alcinoo, padre di Nausicaa, quella in cui approda Ulisse da naufrago, dopo aver lasciato la terra di Calipso (Malta). E nella introduzione del libro (Enzo Gatti * ODISSEO Ed. Virgilio 1975), spiega che come l'Iliade era il libro che ai greci raccontava la storia e descriveva la geografia dei paesi dell'oriente, così l'Odissea spiegava la storia e tratteggiava la geografia dell'occidente, ancora da scoprire. Era un approccio diverso, abituato com'ero al poema epico, non avevo visto quei tratti essenziali, ed Enzo Gatti con estrema semplicità me li ha mostrati, e quasi dimostrati. Per questa ragione va alla famiglia Gatti tutto il mio apprezzamento per quanto hanno fatto per diffondere la conoscenza e la cultura in quel lembo di terra selvaggia, piena di ricordi e di storia.

Qualche pagina di Proust, riprenderò a leggerla...

«Benissimo» rispose la regina, continuando a parlare al barone con tale naturalezza e con l'aria così assente che la signora Verdurin dubitò se fosse realmente rivolto rivolto a lei, quel «benissimo», pronunziato con un'intonazione straordinariamente distratta, che strappò al barone di Charlus, pur nel colmo del suo dolore di amante, un sorriso di gratitudine esperto e ghiotto, in fatto di impertinenza.

da La prigioniera di M. Proust, pag 286, Arnoldo Mondadori.

ma... come si fa a gingillarsi per migliaia di pagine, in quella quieta penombra dei sentimenti, mentre la vita sfugge inesorabilmente. E' bello fermarsi un po e riposarsi avvolti in una atmosfera irreale, ma poi, viavaddio, bisogna pur viverla la realtà...
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Messaggio Da tessa Dom 16 Nov 2014, 15:52

Caro Einrix, è molto bello cio' che hai scritto, ma vi sono degli errori.
Alarico non è ostrogoto ma era re dei Visigoti, e vi fu il sacco di Roma nel 410
Poi vi fu Genserico, re dei Vandali, e relativo sacco di Roma nel  455.
Poi Teodorico fu re degli Ostrogoti.

Si formarono cosi' i regni romano-barbaricii, tutti questi barbari erano germani.
 I romani conoscevano i Germani e li stimavano, come  sai Tacito, il genero di Giulio Agricola , quest'ultimo conquistatore della  Germania, descrisse usi e costumi dei Germani della sua opera "L'Agricola", che purtroppo non ci è stata fatta studiare a scuola, preferendo il ministero farci tradurre gli Annales.

Non avremmo avuto queste invasioni barbariche se Diocleziano- che accetto'per sè anche il titolo di dominus, oltre a quello di princeps- non avesse smembrato l'Impero nella tetrarchia.

Si', l'isola di Scheria è l'isola dei Feaci, l'isola di Ogigia è l'isola di Calipso.

La figura di Odisseo è molto complessa.

Mi fa piacere che tu abbia incontrato nella tua vita-che auguro per te lunghissima e ancora piena di sorprese-persone cosi' stimolanti.
Ciao

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Messaggio Da einrix Dom 16 Nov 2014, 16:20

Si, a mente ricordavo ostrogoto, ma era visigoto. Grazie.
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Messaggio Da freg53 Dom 16 Nov 2014, 16:46

tessa ha scritto:Caro Einrix, è molto bello cio' che hai scritto, ma vi sono degli errori.
Alarico non è ostrogoto ma era re dei Visigoti, e vi fu il sacco di Roma nel 410
Poi vi fu Genserico, re dei Vandali, e relativo sacco di Roma nel  455.
Poi Teodorico fu re degli Ostrogoti.

Si formarono cosi' i regni romano-barbaricii, tutti questi barbari erano germani.
 I romani conoscevano i Germani e li stimavano, come  sai Tacito, il genero di Giulio Agricola , quest'ultimo conquistatore della  Germania, descrisse usi e costumi dei Germani della sua opera "L'Agricola", che purtroppo non ci è stata fatta studiare a scuola, preferendo il ministero farci tradurre gli Annales.

Non avremmo avuto queste invasioni barbariche se Diocleziano- che accetto'per sè anche il titolo di dominus, oltre a quello di princeps- non avesse smembrato l'Impero nella tetrarchia.

Si', l'isola di Scheria è l'isola dei Feaci, l'isola di Ogigia è l'isola di Calipso.

La figura di Odisseo è molto complessa.

Mi fa piacere che tu abbia incontrato nella tua vita-che auguro per te lunghissima e ancora piena di sorprese-persone cosi' stimolanti.
Ciao
CARA SIGNORA TESSA , NON C'è NESSUNA ISOLA DI CALIPSO, MA QUANTO MAI, NON LO SAI CHE I FATTI RACCONTATI DA OMERO NON SI SONO SVOLTI NEL XIII A,C MA NEL XVI SECOLO A.C E SOPRATTUTTO SI SAREBBERO SVOLTI NON NEL MARE EGEO MA NEL BALTICO.? ELLA EVIDENTEMENTE NON HA LETTO IL LIBRO TRADOTTO IN TUTTO IL MONDO, OMERO  NEL BALTICO, DEL PROV. VINCI.LA BASE E' UN PASSO DI PLUTARCO  CHE COLLOCA  L'ISOLA DI OGIGIA  DOVE ULISSE SAREBBE STATO TENUTO  PRIGIONIERO  DALLA NINFA CALIPSO,  A CINQUE GIORNI DI NAVIGAZIONE  DALLA BRITANNIA VERSO OCCIDENTE  IDENTIFICABILE CON  LE ISOLE FAER OER.
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Messaggio Da einrix Dom 16 Nov 2014, 17:16

Mi fate venir voglia di rileggere l'Odissea... ma per capire certe cose occorrerebbe leggerla in Greco, anzi, capire il greco antico, che a leggerlo senza capire, magari pure ci riesco.

Molti anni fa lessi di Heinrich Schliemann, che scoprì la città di Troia ma anche altri siti archeologici leggendo l'Iliade in greco, e cercando di comprendere i dettagli di significato. La stessa cosa si può fare ed è stata fatta con l'Odissea, che però non ha portato ad altre significative scoperte. La filologia aiuta, ma ci vogliono dei riferimenti, e quando mancano, allora si interrompe il filo del racconto.
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Messaggio Da tessa Dom 16 Nov 2014, 21:38

Caro Einrix ,anch'io so leggere l'ebraico ,pero'a parte 10 parole famosissime non capisco niente, ho bisognodel dizionario, meglio va col greco antico.  
Si', Schliemann fu anche un cercatore d'oro, e quel che lui defini' "Tesoro di Priamo" in realtà apparteneva a qualche re vissuto  2000 anni a.C, Priamo visse molto tempo dopo.
Certamente dobbiamo considerare la "questione omerica" non risolta che ci dice l'Iliade scritta da un solo poeta, l'Odissea scritta un secolo dopo forse da un popolo di omeridi. Certamente il mito attinge nella realta', quando Odisseo torno' a Itaca ( non voleva tornarci affatto...) gia' aedi e rapsodi cantavano le sue gesta.,

Anche la Bibbia ci ha fornito preziose informazioni e ha aiutato gli archeologi nel loro lavoro. Sappiamo che Erech è Uruk che si trova in Sumer ( con Uruk  siamo a 4000 anni a.C), Babele è Babilonia, è stato poi scavato ad Assur , solo Resen non sappiamo dove sia.
Ciao

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Messaggio Da einrix Dom 16 Nov 2014, 22:03

Chiedo aiuto ad Einrix su Proust 598612878
Con un click uno si scarica L'ODISSEA
e con un altro click, L'ILIADE
e...con un altro ancora LA DIVINA COMMEDIA
e poi ancora À la recherche du temps perdu di Marcel Proust, per chi sa il francese.

e per trovare  "Alla ricerca del tempo perduto in italiano", basta cercarsi il torrent e poi con un programma p2p in 5 minuti uno se la scarica tutta...
sono senza parole... Chiedo aiuto ad Einrix su Proust 2938734515
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Messaggio Da einrix Lun 17 Nov 2014, 12:15

Ho letto La prigioniera, nel 1963, e di tutto quel libro, vibrante-noioso, ho sottolineato la pagina 311

"Così presentavamo l’un con l’altra un’apparenza che era ben diversa dalla realtà.
E probabilmente, capita sempre così quando due esseri sono faccia a faccia,
poiché ciascuno di essi ignora una parte di quello che è dentro l’altro, persino
quel che sa in parte gli è incomprensibile, ed entrambi manifestano quello che è meno personale, vuoi perché non se ne rendono conto loro stessi e lo ritengono
trascurabile, vuoi perché dei vantaggi insignificanti sembrano loro più importanti
e più lusinghieri, e perché d’altra parte a certe cose a cui tengono, dal momento
che non le hanno, per non essere disprezzati, fingono di non tenerci, e sono
appunto quelle che sembrano disprezzare sopra ogni cosa e addirittura esecrare.
Ma nell’amore tale equivoco raggiunge il suo culmine perché, eccetto forse
quando si è bambini, si cerca di far sì che il nostro atteggiamento, invece di
riflettere esattamente il nostro pensiero, sia ciò che questo pensiero ritiene più
adatto a farci ottenere quei che desideriamo,"

Un ragionamento alquanto complesso che mi aveva sorpreso. Forse vedevo in quelle righe un riflesso del mio essere, delle cose che  a ventun anni non avevo ancora compreso, e quindi, una parte della spiegazione.
In certi passaggi emerge, oltre alla bravura, anche la genialità dell'autore.
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Messaggio Da einrix Lun 17 Nov 2014, 13:15

Sull'odissea Questo è interessante
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