Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
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Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
Fatevi quattro risate anche voi, con Super Crozza!
http://www.lastampa.it/2015/12/01/multimedia/spettacoli/crozzabersani-oh-ragazzi-lalbero-di-natale-non-lo-addobbi-mica-con-le-palle-che-sinventa-renzi-he7X56itgfUkb46N706NCM/pagina.html
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einrix- Messaggi : 10607
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Re: Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
In questi giorni si parla di smog, polveri sottili, inquinamento.
http://www.repubblica.it/politica/2015/12/29/news/il_piano_in_dieci_punti_di_sindaci_e_governatori_regole_uguali_per_tutti_-130294059/?ref=HRER3-1
Se si pensa a cosa accadeva nelle città, nel secolo scorso, con il riscaldamento a carbone e a legna, prima, poi con il riscaldamento a gasolio, altrettanto inquinante, ed infine oggi con il teleriscaldamento ed il gas... E lo stesso per le automobili, i camion, gli autobus a carburatori o diesel, senza controllo delle emissioni, che bruciavano molto male i carburanti, e che ad ogni frenata spargevano nell'aria polveri di amianto. Visto che le pastiglie freno ne contenevano in abbondanza.
Le nebbie in Val Padana erano principalmente frutto del riscaldamento domestico, delle auto, delle acciaierie e delle industrie chimiche disseminate ovunque. Oggi, il riscaldamento a gas risolve una buona parte dei problemi di inquinamento, le acciaierie sono quasi ovunque scomparse, o sono soggette a vincoli per le emissioni. Anche i camini dell'industria chimica sono stati messi sotto controllo, ed il controllo delle emissioni dei motori per veicoli, fatti di elettronica, filtri e catalizzatori sta facendo il resto.
Così che l'aria è molto migliorata negli ultimi trent'anni, ed anche l'efficienza energetica è migliorata, tanto da ridurre i consumi per unità di PIL.
Si potrà fare di più sfruttando più intensamente il sole, il vento e le maree, che comunque arrivando sulla Terra la riscalderebbe senza produrre lavoro utile, salvo la dove serva per le coltivazioni, il manto erboso e le foreste.
Infine, ultimo, ma fatto non meno importante, siamo arrivati alla fine del disgelo dall'ultima glaciazione, per cui i mari e gran parte della Terra è ormai prima della copertura dei ghiacci, che riflettevano una parte di irraggiamento, che adesso contribuisce a riscaldare la Terra e la sua atmosfera. Così, a differenza di quanto sostengono insigni scienziati, stiamo arrivando al punto di equilibrio. Al momento in cui la temperatura media della Terra si stabilizzerà intorno a questi valori.
Per una nuova glaciazione, ci vorrà un elemento scatenante, come una nuvola di polveri (endogena o esogena) tra la Terra ed il Sole, o una non prevista diminuzione del potere di irraggiamento del Sole. E quando ciò dovesse succedere, la glaciazione corrispondente, avverrebbe con estrema rapidità, penso in pochi anni, coprendo vaste zone di territorio che rifletterebbero la luce irradiata dal sole. Dopo di che, scomparsa la causa, ci vorrebbero molti secoli perché la Terra ritornasse alle sue condizioni di equilibrio.
I comportamenti umani, in prima approssimazione possono cambiare la qualità dell'aria solo in prossimità dei propri insediamenti, ed in quella proporzione. Non possono invece determinare il riscaldamento o il raffreddamento del pianeta, salvo che non facciano esplodere tutte le bombe atomiche che hanno confezionato, nel giro di poche ore. Ogni ordigno nucleare, corrisponderebbe allo sbuffo di un vulcano...
Dopo queste parole rassicuranti...
Buon Anno a tutti
Enrico.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
Tra le stupidaggini che si leggono, ve ne sono alcune che provengono dal Codacons, che decriptati dovrebbero essere: Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori.
Vorrei ben dare ai sindaci i soldi che questi signori chiedono, solo per dimostrare loro quanto siano velleitari.
la notizia:
30/12/2015 18:54
Codacons: deludenti le misure anti-smog
"La misura sull'abbassamento dei limiti
di velocità per le automobili è sempli-
cemente ridicola" e "i fondi stanziati
appaiono irrisori di fronte a quella
che è una vera e propria emergenza".
Così Codacons boccia le misure anti
smog varate dal governo.
"Impossibile garantire il rispetto dei
limiti in assenza di strumenti come il
tutor", spiega il presidente Rienzi, e
"non bastano gli sconti sul trasporto
pubblico: bus, tram e metro devono es-
sere gratuiti nelle ore di punta, spin-
gendo i cittadini a utilizzare i mezzi"
Non ci sono mai stati mezzi pubblici per dove andavo a lavorare, e dovevo necessariamente andarci in macchina, sobbarcandomi una bella spesa e tanta fatica. Non sarei dovuto andare a lavorare lontano da casa, è vero, ma per me lavoro vicino a casa non c'era. Potevo avvicinarmi al posto di lavoro con l'abitazione, ma allontanavo dal suo, mia moglie. Oppure potevamo scegliere di vivere separati con doppio alloggio. Chi può, i mezzi pubblici li usa, perché sono più comodi e meno costosi dei mezzi propri. Solo che sono in troppi quelli che non possono usarli, perché per loro non ci sono nelle ore che servono e sui percorsi che servono.
La svolta c'è stata oltre mezzo secolo fa, quando si è puntato sulla mobilità individuale e non su quella collettiva. Non abbiamo le ferrovie svizzere, o quelle austriache, o quelle giapponesi, per citare esempi che conosco. Per non parlare delle metropolitane che a mala pena ci sono nelle metropoli. Dov'era Codacons quando si prendevano quelle decisioni. E di che parla adesso. Parla forse di rivedere tutto il piano della mobilità in modo radicale? No! Siamo alle campagne stagionali che finiscono con le prime piogge. Un sistema come un altro per acquisire quella visibilità che serve a chi gestisce quelle associazioni per qualche minuto di gloria sotto i riflettori. Ci sono tratti di ferrovie secondarie che vedono passare un treno ogni ora e che potrebbero diventare pezzi di metropolitane di superficie, attrezzandole in modo opportuno. Non interessa a nessuno il loro utilizzo, a cominciare dalle regioni che ne sono le proprietarie. In molte città, fino a quarant'anni fa, c'erano tram e filobus. Sono stati tutti tolti e sostituiti con mezzi a combustibile fossile inquinante. Il Codacons ha forse lottato per evitare quelle perdite? No! Se esisteva, pensava ad altro. E oggi, che con la differenziata evitiamo solo la puzza nelle strade, ma di fatto ricicliamo solo pochissimo, alimentando gli inceneritori, anziché le industrie del riciclo, dove sono questi soloni che vengono fuori solo in giornate come queste, dopo due mesi solo perché non piove su tutto il paese.
Velleitari, ed incompetenti. Così si possono definire quelli che vedono solo qualche dettaglio di un problema più complesso e ne fanno una bandiera. La Stampa, che dovrebbe educarci con informazioni sensate e veritiere, si presta al gioco dello scandalo. Vergogna! E tutto ciò, nonostante la scuola dell'obbligo, che avrebbe dovuto aiutare gli intelletti deboli ad aprirsi al ragionamento, anziché al solito infagottamento prodotto da notizie opinabili, passate per la semplice e pura verità.
Tra qualche giorno tornerà la pioggia, poi tra qualche mese, con la primavera e le rondini, tornerà il sereno. Per capire di cosa si parlerà nei prossimi mesi, basterà prendere i vecchi giornali, e per questi temi troveremo ogni ricorrenza.
Buona notte.
Enrico
Vorrei ben dare ai sindaci i soldi che questi signori chiedono, solo per dimostrare loro quanto siano velleitari.
la notizia:
30/12/2015 18:54
Codacons: deludenti le misure anti-smog
"La misura sull'abbassamento dei limiti
di velocità per le automobili è sempli-
cemente ridicola" e "i fondi stanziati
appaiono irrisori di fronte a quella
che è una vera e propria emergenza".
Così Codacons boccia le misure anti
smog varate dal governo.
"Impossibile garantire il rispetto dei
limiti in assenza di strumenti come il
tutor", spiega il presidente Rienzi, e
"non bastano gli sconti sul trasporto
pubblico: bus, tram e metro devono es-
sere gratuiti nelle ore di punta, spin-
gendo i cittadini a utilizzare i mezzi"
Non ci sono mai stati mezzi pubblici per dove andavo a lavorare, e dovevo necessariamente andarci in macchina, sobbarcandomi una bella spesa e tanta fatica. Non sarei dovuto andare a lavorare lontano da casa, è vero, ma per me lavoro vicino a casa non c'era. Potevo avvicinarmi al posto di lavoro con l'abitazione, ma allontanavo dal suo, mia moglie. Oppure potevamo scegliere di vivere separati con doppio alloggio. Chi può, i mezzi pubblici li usa, perché sono più comodi e meno costosi dei mezzi propri. Solo che sono in troppi quelli che non possono usarli, perché per loro non ci sono nelle ore che servono e sui percorsi che servono.
La svolta c'è stata oltre mezzo secolo fa, quando si è puntato sulla mobilità individuale e non su quella collettiva. Non abbiamo le ferrovie svizzere, o quelle austriache, o quelle giapponesi, per citare esempi che conosco. Per non parlare delle metropolitane che a mala pena ci sono nelle metropoli. Dov'era Codacons quando si prendevano quelle decisioni. E di che parla adesso. Parla forse di rivedere tutto il piano della mobilità in modo radicale? No! Siamo alle campagne stagionali che finiscono con le prime piogge. Un sistema come un altro per acquisire quella visibilità che serve a chi gestisce quelle associazioni per qualche minuto di gloria sotto i riflettori. Ci sono tratti di ferrovie secondarie che vedono passare un treno ogni ora e che potrebbero diventare pezzi di metropolitane di superficie, attrezzandole in modo opportuno. Non interessa a nessuno il loro utilizzo, a cominciare dalle regioni che ne sono le proprietarie. In molte città, fino a quarant'anni fa, c'erano tram e filobus. Sono stati tutti tolti e sostituiti con mezzi a combustibile fossile inquinante. Il Codacons ha forse lottato per evitare quelle perdite? No! Se esisteva, pensava ad altro. E oggi, che con la differenziata evitiamo solo la puzza nelle strade, ma di fatto ricicliamo solo pochissimo, alimentando gli inceneritori, anziché le industrie del riciclo, dove sono questi soloni che vengono fuori solo in giornate come queste, dopo due mesi solo perché non piove su tutto il paese.
Velleitari, ed incompetenti. Così si possono definire quelli che vedono solo qualche dettaglio di un problema più complesso e ne fanno una bandiera. La Stampa, che dovrebbe educarci con informazioni sensate e veritiere, si presta al gioco dello scandalo. Vergogna! E tutto ciò, nonostante la scuola dell'obbligo, che avrebbe dovuto aiutare gli intelletti deboli ad aprirsi al ragionamento, anziché al solito infagottamento prodotto da notizie opinabili, passate per la semplice e pura verità.
Tra qualche giorno tornerà la pioggia, poi tra qualche mese, con la primavera e le rondini, tornerà il sereno. Per capire di cosa si parlerà nei prossimi mesi, basterà prendere i vecchi giornali, e per questi temi troveremo ogni ricorrenza.
Buona notte.
Enrico
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
Un articolo ben ponderato è questo di La Repubblica:
http://www.repubblica.it/ambiente/2015/12/31/news/smog_misure_sul_riscaldamento_inutili_e_inapplicabili-130376918/
Distingue tra riscaldamento globale e inquinamento delle città, ciò che è un salto intellettuale non da poco.
Il fatto che i sindaci emettano ordinanze formali per ridurre il traffico e la temperatura degli appartamenti, lo fanno per evitare di essere denunciati da chi li accusasse di non prendere misure per preservare la salute pubblica. Poi è facile criticarli se i provvedimenti che prendono in base alle leggi, sono cerotti su una gamba di legno. La vera ragione sta nell'inadeguatezza delle caldaie per il riscaldamento domestico, che non sempre bruciano gas, e non sempre bruciano bene, e in leggi velleitarie, che in qualche misura, sono campate in aria. La soluzione sta nel teleriscaldamento o nel riscaldamento che utilizza l'elettricità. Vapore per il teleriscaldamento o l'elettricità devono pur sempre essere prodotti da qualche parte, bruciando qualche cosa, ma se lo si fa fuori dai centri abitati e controllando i fumi, è possibile migliorare la qualità dell'aria in città, anche nei mesi invernali, portandola vicino ai livelli dei mesi estivi. Senza dire del solare, ancora troppo poco diffuso nel nostro "Paese do Sole". Così del sole in inverno ci prendiamo solo polveri ed inquinamento, che se ne vanno con le nuvole e la pioggia, purché non sia a fiumi, come in Inghilterra, in questi giorni, altrimenti vengono fuori altre ragioni per piangere.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
Facciamo quatro conti su quanto è importante il sole
- La superficie del cerchio massimo della Terra riceve dal sole una media di 1367 W/mq, che in 24 h fanno 32,820 Kwh/mq
- essendo 1 Kwh= 860 Kcal
- sul mq del cerchio massimo arrivano ogni giorno 28225 Kcal
- poiché 1 Kg di petrolio fa circa 10000 Kcal
- sul mq del cerchio massimo è come se piovessero 2, 82 Kg di petrolio, al giorno
- posto che il peso specifico del petrolio sia 0,8
- sul mq del cerchio massimo è come se piovessero (2,82/0,8)=3,5 litri di petrolio al giorno
- poniamo adesso di distribuire il petrolio che cade sul cerchio massimo, su tutta la superficie della terra.
- il rapporto tra la superficie terrestre e l'area del suo cerchio massimo è 4
- quindi, sul metro quadro di superficie terrestre piovono in media (3,5/4) = 0,875 litri di petrolio al giorno, per metro quadro
- in un anno su ogni metro quadro della superficie della Terra cadono in media (0,875 x 365) = 319,3 litri di petrolio equivalente
- se versate un litro di liquido su di un mq in piano, si distenderà uniformemente per un'altezza di 1 mm.
- 319 litri di petrolio sul metro quadro, raggiungono un'altezza di 319 mm.
Per concludere: ogni anno la terra viene irraggiata dal sole con tanta energia che corrisponde a quella che se piovesse dal cielo sotto forma di petrolio, a capo d'anno, ci bagnerebbe la gamba fin sotto il ginocchio.
Spero che adesso abbiate capito perché è importante il sole come fonte di energia rinnovabile diretta (irraggiamento, solare termodinamico, fotovoltaico) e indiretta (torri del vento, centrali idroelettriche, legna, biomassa), per non dire del fossile, sotto forma di ligniti, carbone, gas e petrolio.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
Andiamo avanti con i nostri conti e facciamo un altro piccolo passetto:
---------------------------------------------------------------------------------
Sommario: dai conti pare che l'umanità consumi energia fossile e rinnovabile, per l'otto e mezzo per mille di quella che arriva dal sole.
----------------------------------------------------------------------------------
- Consumi di energia globali Mondo (2004)= 474 x 10^18 J /anno
- Consumo di energia orario mondo= 5,4 x 10^16 J
- conversione tra J e Wh: 1J= 2,77 x 10^(-4) Wh
- Consumo di energia orario mondo 5,4 x 2,77 x 10 ^ (18-4)= 1,486 x 10 ^15 Wh (circa)
- raggio della Terra= 6367 km = 6,367 x 10^6 m
- Area del diametro massimo della terra=3,14 x (6,367 x 10^6)^2=1,273 x 10^14
- intensità irraggiamento solare sul cerchio massimo: 1367 W/mq
- energia irraggiata dal sole che colpisce la terra in un'ora: (1,27 x 10^14)[mq] x (1,367 x 10 ^3)[W/mq] =1,736 x 10 ^17Wh
- il rapporto tra
-- quello che abbiamo consumato in media ogni ora nel 2004 : 1.486 x 10^15 Wh
-- e quanto riceviamo dal sole ogni ora: 1,736 x 10 ^17 Wh
-- è 0, 00856,
- che significa: i nostri consumi nel 2004 sono stati mediamente l'8,56 per mille dell'energia irraggiata dal sole.
- cioè 3 millimetri circa di quei 319 mm di petrolio equivalente che piovono in un anno, sul nostro pianeta.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
Fatte quelle premesse, andiamo avanti con il nostro ragionamento:
La glaciazione, quando parte per qualche fenomeno endogeno (vulcanismo) o esogeno (nuvole di polveri nello spazio tra la Terra ed il Sole), si propaga rapidamente sulle terre emerse, verso i poli e sui rilievi montani. Più lentamente sul mare, per la conducibilità termica dell'acqua e per l'entalpia (calore) che le masse oceaniche possiedono. Il contrario avviene nella fase di fusione dei ghiacci. Il disgelo avviene abbastanza rapidamente negli oceani e molto più lentamente dai poli e dai rilievi.
Ai poli vi è comunque la tendenza ad accumulare ghiaccio sulla terraferma, anche in condizioni ordinarie, senza offuscamento del sole, perché l'evaporato degli oceani, a quelle latitudini si raffredda, specie di notte, e le precipitazioni nevose non possono che aumentare lo spessore della calotta.
Raggiunto la massima espansione della glaciazione, quando scompare la causa che l'ha determinata, inizia una lenta fase di disgelo che scopre prima tratti di mare, e poi le regioni più lontane dai poli, e i fianchi più bassi delle catene montuose esposti a sud. Questo processo, a differenza della glaciazione che avviene rapidamente, dura millenni, perché una parte dell'irraggiamento solare viene riflesso dalla neve e non è assorbito dalla terra.
Così è stato per l'ultima glaciazione del nostro emisfero (1), e se in questi ultimi anni ce ne siamo accorti è perché essa era giunta ormai alla fine, essendosi ridotto lo spessore del ghiaccio al polo e nelle terre del nord (Canada e Siberia), e pure quello dei ghiacciai, che sulle catene montuose sotto i quattromila metri, in Europa, sono quasi del tutto spariti.
Per passare dalla pioggia alla neve basta un grado sotto o sopra lo zero, e se il nord e le montagne sono sgombre dalle nevi perenni che riflettono la luce solare e fanno "effetto ghiacciaia", è facilissimo che in pochi anni gli inverni, da nevosi, divengano piovosi, proprio per gli effetti di queste trasformazioni della natura che predominano su tutti gli altri che originano dall'uomo.
Diverso è il problema dell'inquinamento localizzato nelle aree urbane e nei distretti industriali, per i quali prevale l'attività umana, specie quando al traffico del trasporto, e all'industria, si somma il riscaldamento invernale delle abitazioni che un secolo fa era fatto con la legna o il carbone fossile e la lignite. Il "Fumo di Londra", o "Le nebbie in Val Padana", per non dire delle "Nebbie di Shanghai", erano proprio l'effetto prodotto dalle trasformazioni umane.
In un secolo si è fatto molto per disinquinare i processi, raggiungendo risultati significativi, e solo in inverno si ha la sensazione e la misura di un inquinamento che risulta dalla somma di tutte le trasformazioni e combustioni che avvengono nei nostri insediamenti e nelle nostre città.
Per concludere:
- Ci troviamo alla fine dell'ultima glaciazione, indipendentemente dal contributo che l'uomo ha dato, pur se crede di avere accelerato questo processo.
- da questo momento in poi, supponendo che l'irraggiamento solare resti costante, non c'è da aspettarsi un ulteriore riscaldamento del pianeta, salvo piccoli aggiustamenti in prossimità di ghiacci e ghiacciai residui.
- Perché inizi una nuova glaciazione, occorre un evento geologico o astronomico che oscuri il sole. In quel caso l'umanità si troverebbe di fronte ad una difficoltà proporzionata alla gravità dell'evento, poiché vive, usando per la sua sopravvivenza, ogni cosa che viene prodotta direttamente e indirettamente dalla natura, per mezzo dell'energia del sole.
Morale: fatto salvo l'inquinamento, che di per se è nocivo, l'umanità sta traendo grande beneficio dal riscaldamento del pianeta che ha accompagnato l'ultima fase del disgelo.
Il disastro incomberebbe se iniziasse un ciclo di raffreddamento dovuto ad una nuova piccola o grande glaciazione, che ci sottrarrebbe terre ed energia.
Note:
1) Nell'emisfero sud , con l'esclusione del'Antartico, e delle montagne del sud America, c'è molto oceano
La glaciazione, quando parte per qualche fenomeno endogeno (vulcanismo) o esogeno (nuvole di polveri nello spazio tra la Terra ed il Sole), si propaga rapidamente sulle terre emerse, verso i poli e sui rilievi montani. Più lentamente sul mare, per la conducibilità termica dell'acqua e per l'entalpia (calore) che le masse oceaniche possiedono. Il contrario avviene nella fase di fusione dei ghiacci. Il disgelo avviene abbastanza rapidamente negli oceani e molto più lentamente dai poli e dai rilievi.
Ai poli vi è comunque la tendenza ad accumulare ghiaccio sulla terraferma, anche in condizioni ordinarie, senza offuscamento del sole, perché l'evaporato degli oceani, a quelle latitudini si raffredda, specie di notte, e le precipitazioni nevose non possono che aumentare lo spessore della calotta.
Raggiunto la massima espansione della glaciazione, quando scompare la causa che l'ha determinata, inizia una lenta fase di disgelo che scopre prima tratti di mare, e poi le regioni più lontane dai poli, e i fianchi più bassi delle catene montuose esposti a sud. Questo processo, a differenza della glaciazione che avviene rapidamente, dura millenni, perché una parte dell'irraggiamento solare viene riflesso dalla neve e non è assorbito dalla terra.
Così è stato per l'ultima glaciazione del nostro emisfero (1), e se in questi ultimi anni ce ne siamo accorti è perché essa era giunta ormai alla fine, essendosi ridotto lo spessore del ghiaccio al polo e nelle terre del nord (Canada e Siberia), e pure quello dei ghiacciai, che sulle catene montuose sotto i quattromila metri, in Europa, sono quasi del tutto spariti.
Per passare dalla pioggia alla neve basta un grado sotto o sopra lo zero, e se il nord e le montagne sono sgombre dalle nevi perenni che riflettono la luce solare e fanno "effetto ghiacciaia", è facilissimo che in pochi anni gli inverni, da nevosi, divengano piovosi, proprio per gli effetti di queste trasformazioni della natura che predominano su tutti gli altri che originano dall'uomo.
Diverso è il problema dell'inquinamento localizzato nelle aree urbane e nei distretti industriali, per i quali prevale l'attività umana, specie quando al traffico del trasporto, e all'industria, si somma il riscaldamento invernale delle abitazioni che un secolo fa era fatto con la legna o il carbone fossile e la lignite. Il "Fumo di Londra", o "Le nebbie in Val Padana", per non dire delle "Nebbie di Shanghai", erano proprio l'effetto prodotto dalle trasformazioni umane.
In un secolo si è fatto molto per disinquinare i processi, raggiungendo risultati significativi, e solo in inverno si ha la sensazione e la misura di un inquinamento che risulta dalla somma di tutte le trasformazioni e combustioni che avvengono nei nostri insediamenti e nelle nostre città.
Per concludere:
- Ci troviamo alla fine dell'ultima glaciazione, indipendentemente dal contributo che l'uomo ha dato, pur se crede di avere accelerato questo processo.
- da questo momento in poi, supponendo che l'irraggiamento solare resti costante, non c'è da aspettarsi un ulteriore riscaldamento del pianeta, salvo piccoli aggiustamenti in prossimità di ghiacci e ghiacciai residui.
- Perché inizi una nuova glaciazione, occorre un evento geologico o astronomico che oscuri il sole. In quel caso l'umanità si troverebbe di fronte ad una difficoltà proporzionata alla gravità dell'evento, poiché vive, usando per la sua sopravvivenza, ogni cosa che viene prodotta direttamente e indirettamente dalla natura, per mezzo dell'energia del sole.
Morale: fatto salvo l'inquinamento, che di per se è nocivo, l'umanità sta traendo grande beneficio dal riscaldamento del pianeta che ha accompagnato l'ultima fase del disgelo.
Il disastro incomberebbe se iniziasse un ciclo di raffreddamento dovuto ad una nuova piccola o grande glaciazione, che ci sottrarrebbe terre ed energia.
Note:
1) Nell'emisfero sud , con l'esclusione del'Antartico, e delle montagne del sud America, c'è molto oceano
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Re: Riscaldamento del Pianeta e Natale, guerra permettendo
Per concludere il discorso sui consumi energetici ed il clima: sono convinto che ogni cambiamento di apporto di energia concorra a cambiare il clima, per non parlare delle grandi eruzioni vulcaniche o delle emissioni umane di aerosol inquinanti, degli stessi maggiori consumi di legna, biomassa e combustibili fossili. Il fatto è che siamo entrati in competizione con la fine di una lunga era glaciale, che è accelerata molto rapidamente in questi ultimi anni, quando gli spessori dei ghiacci sono arrivati al limite, sino a scomparire da interi continenti sotto il circolo polare artico (Siberia e Canada), e dalle catene montuose. Ora che siamo giunti al termine di quella glaciazione, il clima dovrebbe assestarsi, fatti salvi i livelli di utilizzo di energie prodotte con la combustione, non importa se di fossili o rinnovabili (aumento di concentrazioni dell'anidride carbonica nell'atmosfera, aggravata dal taglio delle foreste), e l'inquinamento con sostanze aerosol che assorbono la luce solare in arrivo. Occorre anche considerare che se in queste condizioni la temperatura di equilibrio media della terra è intorno ai 15 gradi, è per l'effetto serra legato all'atmosfera, che in sua assenza, la temperatura di equilibrio sarebbe circa 20 gradi centigradi sotto lo zero. Insomma, l'atmosfera terrestre gioca sulla nostra temperatura con un fattore di 35 gradi circa, che possono essere spostati proprio dai gas serra, che con i nostri processi immettiamo in atmosfera. Per gestire il clima dobbiamo imparare a mantenere costante la composizione dell'atmosfera, almeno per la parte che ci compete, ed è possibile farlo utilizzando il solare diretto o indiretto per tutte le nostre necessità. Potendo usare la combustione almeno nel rapporto in cui le foreste riassorbono l'anidride carbonica che produciamo.
Una lettura consigliata:
http://www.aeronautica.difesa.it/RivistaMeteo/persapernedipiu/Documents/ClimateNASAenergy.pdf
Una lettura consigliata:
http://www.aeronautica.difesa.it/RivistaMeteo/persapernedipiu/Documents/ClimateNASAenergy.pdf
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