Il richiamo della foresta
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Vargas
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Il richiamo della foresta
London è bravo, ma non è un grande scrittore. Forse in questo sta la fortuna del libro: la storia prevale sulla scrittura, e la storia è dominata da forze primordiali che una maggiore raffinatezza avrebbe indebolito.
Per molti di noi, per me certamente, il Richiamo ha avuto un'eco profonda nell'immaginazione quasi vergine dell'infanzia. Ma si è dimostrato resistente al tempo, quando l'ho riletto, più volte, dopo molti anni, scoprendo di aver lasciato il cuore in quella capanna di tronchi ai margini del nulla, abbandonata da bambino. Ancora adesso avrei voglia di tornare a visitarla, e ancora silenziosamente tornare, come fa Buck, che non si rassegna.
Un'opera perfetta, una scultura instabile, come certi film di John Ford, di Raoul Walsh o John Huston.
Rom- Messaggi : 996
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Re: Il richiamo della foresta
Nella casa dove sono nato, non c'erano libri, così, i primi che vidi furono quelli della scuola elementare. Non so se sia stato un bene oppure un male, sta di fatto che fino ai sei anni la mia vita si è svolta come si svolgeva da millenni nelle case della gente comune. Interagivo con familiari e parenti e i miei giochi erano mentali seppure sostenuti da un linguaggio elementare. per tutte le curiosità c'erano le zie, dato che padri e zii o erano al lavoro o partiti per la guerra.
I primi libri non scolastici che ho letto, me li sono comperati da solo, qualche anno dopo i fumetti, che i primi - Piccolo sceriffo - me li comperò mia madre a sette anni. Ma per le attività di mio padre, dal paese natale mi ero traferito, nell'immediato dopoguerra, a Forli, a Fano, a Lanusei e a Sassari, e poi a Cagliari, vedendo sempre luoghi nuovi e conoscendo gente nuova. In un certo senso quelle avventure che non potevo vivere attraverso le letture di Jack London, le vivevo nella quotidianità.
Di Jack London ho letto da adolescente, Il tallone di ferro, così coinciso, preciso nel definire i ruoli e i valori, da restare senza parole. Mia moglie invece è nata in una casa dove c'erano molti libri, e tra i primi ha letto Il richiamo della foresta, che ha trovato bellissimo. A giudicare dalle sue espressioni devo ritenere che quel libro meritasse un voto altissimo, per le ragioni che Rom ha sicuramente espresso in modo impeccabile.
I primi libri non scolastici che ho letto, me li sono comperati da solo, qualche anno dopo i fumetti, che i primi - Piccolo sceriffo - me li comperò mia madre a sette anni. Ma per le attività di mio padre, dal paese natale mi ero traferito, nell'immediato dopoguerra, a Forli, a Fano, a Lanusei e a Sassari, e poi a Cagliari, vedendo sempre luoghi nuovi e conoscendo gente nuova. In un certo senso quelle avventure che non potevo vivere attraverso le letture di Jack London, le vivevo nella quotidianità.
Di Jack London ho letto da adolescente, Il tallone di ferro, così coinciso, preciso nel definire i ruoli e i valori, da restare senza parole. Mia moglie invece è nata in una casa dove c'erano molti libri, e tra i primi ha letto Il richiamo della foresta, che ha trovato bellissimo. A giudicare dalle sue espressioni devo ritenere che quel libro meritasse un voto altissimo, per le ragioni che Rom ha sicuramente espresso in modo impeccabile.
einrix- Messaggi : 10607
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Re: Il richiamo della foresta
Sì, in effetti i libri letti da bambini o appena adolescenti formano una collana continua, perché uno si aggiunge, si somma, si confonde con l'altro.
Da figlio unico, avevo tutto il tempo per leggere: lo facevo sul pavimento, il tappeto d'inverno, il marmo fresco d'estate - in quegli anni non usavano maioliche e il parquet era riservato alle case di lusso.
Dovremmo citarli tutti, quei libri. Ma il Richiamo ha qualcosa di speciale.
Solo la trilogia dei moschettieri di Dumas è paragonabile, per unicità, al libro di London: più il secondo, Vent'anni dopo, che il primo, I tre moschettieri, nonostante questo sia l'archetipo di tutte le storie avventurose che sono state scritte nei cent'anni successivi.
Vent'anni dopo è invece più moderno, perché più riflessivo. I suoi personaggi diventano più contradditori, arrivando ad assumere i tratti caratteristici dell'anti-eroe, o dell'uomo che si trova a seguire un destino diverso da quello che vorrebbe. Non è un caso - o tutt'al più è un caso imposto dalla storia - che la figura politica principale non è più quella folgorante di Richelieu, ma quella molto andreottiana del cardinale Mazzarino, mentre tra i quattro amici prende sempre più consistenza e autorevolezza la figura di Athos.
E pure, alla fine, la storia semplice ed essenziale di un uomo e un cane riesce ad essere pari, anzi a imporsi nella conquista della memoria, a un monumentale intreccio di eventi e di passioni, quale quello di Dumas - che diventa magistrale, se ci aggiungiamo Il conte di Montecristo.
Da figlio unico, avevo tutto il tempo per leggere: lo facevo sul pavimento, il tappeto d'inverno, il marmo fresco d'estate - in quegli anni non usavano maioliche e il parquet era riservato alle case di lusso.
Dovremmo citarli tutti, quei libri. Ma il Richiamo ha qualcosa di speciale.
Solo la trilogia dei moschettieri di Dumas è paragonabile, per unicità, al libro di London: più il secondo, Vent'anni dopo, che il primo, I tre moschettieri, nonostante questo sia l'archetipo di tutte le storie avventurose che sono state scritte nei cent'anni successivi.
Vent'anni dopo è invece più moderno, perché più riflessivo. I suoi personaggi diventano più contradditori, arrivando ad assumere i tratti caratteristici dell'anti-eroe, o dell'uomo che si trova a seguire un destino diverso da quello che vorrebbe. Non è un caso - o tutt'al più è un caso imposto dalla storia - che la figura politica principale non è più quella folgorante di Richelieu, ma quella molto andreottiana del cardinale Mazzarino, mentre tra i quattro amici prende sempre più consistenza e autorevolezza la figura di Athos.
E pure, alla fine, la storia semplice ed essenziale di un uomo e un cane riesce ad essere pari, anzi a imporsi nella conquista della memoria, a un monumentale intreccio di eventi e di passioni, quale quello di Dumas - che diventa magistrale, se ci aggiungiamo Il conte di Montecristo.
Rom- Messaggi : 996
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Re: Il richiamo della foresta
«London è bravo, ma non è un grande scrittore», dici: con un'eccezione, però. Martin Eden è opera da grande scrittore.
Vargas- Messaggi : 526
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Re: Il richiamo della foresta
Rom caro, io direi che i "Promessi Sposi " sono molto importanti per me. Gia' accennai al libro di Manzoni nell'estate del 2012, quando Cireno ci chiese di citare i primi tre libri per noi piu' belli e io parlai anche dei Promessi Sposi ma tu mi deridesti. Anzi ricordo che quando rispondemmi al 3d dal titolo "Come eravamo", io citai Verre e Cicerone e tu ti arrabbiasti molto con me, ma se le cose sono andate
sempre male, che volevi da me?
"I Promessi Sposi "piacciono anche al Papa.
Mio padre, arabbiato perchè ai suoi tempi si studiava tutto a memoria, e noi non facevamo piu' niente, a sentire lui, scelse vari brani e mi costrinse a impararli a memoria. L'incipit, quasi tutta la pagina, a memoria , ah, sai , quando ieri hai parlato di Jacques Brel, che io non avevo mai sentito nominare, manco il mio ragazzo, ne' i miei genitori , ne' i miei nonni, ne' nessuno..., quando hai parlato di "corpi esultanti" e mi hai chiesto se coglievo la citazione, mi è sembrato di ricordare,"pecore biancheggianti sul pendio," e sembrava una parafrasi , insomma chi lo conosceva questo Brel?
E cosi' papà mi fece imparare a memoria il brano in cui si parla dei Feciali, la storia della madre di Cecilia, e qua e la' altri brani per formare la mia mente, ma i tempi non erano piu' quelli..., che volevi formare...
Ho imparato molto dalla figura di Lucia e soprattutto l'attesa fiduciosa, la costanza, la preghiera, la fede in Dio. Forse le intenzioni del mio papà non erano queste.
Ho appreso molto dall'ultimo cap. dei Promessi Sposi, e cosi' io non sono mai infelice o triste o sfiduciata perche' so che Dio mi è sempre accanto.Chi crede in Dio non puo' essere triste. Poi sono cosi' terra terra, Vergine Ascendente Vergine, lo dissi, che non sento neanche" l'abbandono di Dio" e invece certi mistici si sentivano abbandonati, era per loro il buio della fede, io non mi sono sentita mai abbandonata.
A volte sono un po' annoiata perche' il mio ragazzo è un po' noioso, non ci sa fare molto con le donne, all'epoca del Titanic sembrava diventato un po' fico, s'era tagliato i capelli come Leo di Caprio ma sempre noioso era.
Pero' ho tanti peccati e se avessimo subito il vaccino per l'Aids ne farei di cotte e di crude.
Quello che dovevo dire sul libro l'ho detto.
PS.Papa' mi fece imparare a memoria anche tre Operette
Morali, molte stanze di Ariosto, molti canti di Leopardi.
Quando andavamo in visita da gente che suonava il pianoforte come noi, papa' voleva che io fossi sempre la piu' brava, e dovevo suonare senza spartito.
Mio padre mi ha proprio scocciato
sempre male, che volevi da me?
"I Promessi Sposi "piacciono anche al Papa.
Mio padre, arabbiato perchè ai suoi tempi si studiava tutto a memoria, e noi non facevamo piu' niente, a sentire lui, scelse vari brani e mi costrinse a impararli a memoria. L'incipit, quasi tutta la pagina, a memoria , ah, sai , quando ieri hai parlato di Jacques Brel, che io non avevo mai sentito nominare, manco il mio ragazzo, ne' i miei genitori , ne' i miei nonni, ne' nessuno..., quando hai parlato di "corpi esultanti" e mi hai chiesto se coglievo la citazione, mi è sembrato di ricordare,"pecore biancheggianti sul pendio," e sembrava una parafrasi , insomma chi lo conosceva questo Brel?
E cosi' papà mi fece imparare a memoria il brano in cui si parla dei Feciali, la storia della madre di Cecilia, e qua e la' altri brani per formare la mia mente, ma i tempi non erano piu' quelli..., che volevi formare...
Ho imparato molto dalla figura di Lucia e soprattutto l'attesa fiduciosa, la costanza, la preghiera, la fede in Dio. Forse le intenzioni del mio papà non erano queste.
Ho appreso molto dall'ultimo cap. dei Promessi Sposi, e cosi' io non sono mai infelice o triste o sfiduciata perche' so che Dio mi è sempre accanto.Chi crede in Dio non puo' essere triste. Poi sono cosi' terra terra, Vergine Ascendente Vergine, lo dissi, che non sento neanche" l'abbandono di Dio" e invece certi mistici si sentivano abbandonati, era per loro il buio della fede, io non mi sono sentita mai abbandonata.
A volte sono un po' annoiata perche' il mio ragazzo è un po' noioso, non ci sa fare molto con le donne, all'epoca del Titanic sembrava diventato un po' fico, s'era tagliato i capelli come Leo di Caprio ma sempre noioso era.
Pero' ho tanti peccati e se avessimo subito il vaccino per l'Aids ne farei di cotte e di crude.
Quello che dovevo dire sul libro l'ho detto.
PS.Papa' mi fece imparare a memoria anche tre Operette
Morali, molte stanze di Ariosto, molti canti di Leopardi.
Quando andavamo in visita da gente che suonava il pianoforte come noi, papa' voleva che io fossi sempre la piu' brava, e dovevo suonare senza spartito.
Mio padre mi ha proprio scocciato
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Il richiamo della foresta
Vargas ha scritto:«London è bravo, ma non è un grande scrittore», dici: con un'eccezione, però. Martin Eden è opera da grande scrittore.
Martin Eden fa parte di quei libri che mi riprometto di leggere da anni: lo farò presto, dopo questo scambio di opinioni.
Sono stato avventato, nel dare quel giudizio su London, perché ho un criterio estremamente soggettivo per attribuire la definizione di "grande" a uno scrittore, un poeta, un artista. Definizione, quindi, che facilmente può essere non condivisa - e complicata da spiegare anche a me stesso.
Voglio peggiorare la situazione: sono grandi spesso le opere, più che gli autori - intendo dire che mi riesce più facile considerare grandi le opere, rispetto agli autori. Questo implica che tendo a considerare le opere come soggetti dotati di vita e personalità propria.
Ciò si giustifica col fatto che l'opera in qualche modo "nasce" effettivamente nel momento in cui entra in contatto con il suo tempo e con chi la legge, la guarda, la ascolta, e da questo contatto si forma la sua identità, il suo valore: non parlo del successo di pubblico, o di critica, in sé stesso e nemmeno della dimensione sociale che l'opera assume, ma mi riferisco al rapporto intimo che si stabilisce tra l'opera e la singola, specifica persona con la quale entra in comunicazione.
E' un concetto, questo, anche reversibile: ci sono autori che considero grandi, anche se non mi piace particolarmante nessuna loro opera.
Per esempio, Federico Fellini: un grande uomo di cinema, certamente geniale, eclettico, che ha partecipato da protagonista al brain storming culturale del nostro dopoguerra. I suoi film, però, non si legano al mio gusto estetico, laddove l'estetica in questi film mi sembra il fattore prevalente, mentre trovo piuttoso sottile, o troppo facile, lo spessore, diciamo così, "poetico".
Fa eccezione La strada, che ho visto molto, molto tempo fa e che, per questo, gode di un sentimento legato alla lontananza nel tempo.
Naturalmente do al concetto di "estetica" un senso che va al di là del pittorico o del visuale - le inquadrature, il colore, il montaggio, etc - ma comprende soprattutto il disegno dei personaggi, il mosaico delle situazioni: l'estetica del mondo umano e delle tessere con le quali lo compone, esageratamente caricaturali, senza essere compiutamnte surreali.
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Sono comunque d'accordo con te, Rom: Jack London, se si esclude Martin Eden, non è certo tra i più grandi scrittori. Anche perché per me la qualità della scrittura è fondamentale, oltre alla capacità di raccontare, per poter definire grande un autore. Fa eccezione, sempre dal mio osservatorio tutto personale, Honoré de Balzac: in lui lo stile è spesso addirittura sciatto, ma la sua felicità narrativa, senza eguali nella storia della letteratura, è talmente esorbitante da iscriverlo di prepotenza e senza appello tra i grandi.
Vargas- Messaggi : 526
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 59
Re: Il richiamo della foresta
Vargas ha scritto:Sono comunque d'accordo con te, Rom: Jack London, se si esclude Martin Eden, non è certo tra i più grandi scrittori. Anche perché per me la qualità della scrittura è fondamentale, oltre alla capacità di raccontare, per poter definire grande un autore. Fa eccezione, sempre dal mio osservatorio tutto personale, Honoré de Balzac: in lui lo stile è spesso addirittura sciatto, ma la sua felicità narrativa, senza eguali nella storia della letteratura, è talmente esorbitante da iscriverlo di prepotenza e senza appello tra i grandi.
Su Balzac siamo totalmente d'accordo. Io estendo, uguale uguale, il tuo giudizio anche a Twain e Dumas, approssimativi nello stile ma narratori, intrattenitori insuperabili, e insuperati. Un gradino più in alto possiamo mettere Tolstoj, proprio per lo stile, la scrittura, molto più complessa, senza che questa complessità tolga nulla alla forza del racconto.
Però, però, vale la pena riflettere bene su quella che hai definito, senza cattiveria, sciatteria.
Non ho tempo, adesso, per approfondire. Mi limito a una domanda: siamo sicuri che quella "sciatteria" non sia invece assolutamente funzionale, cioè non sia una parte ineliminabile dell'insieme?
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Fuori tema
che chiudo subito (chi vuole può continuare nella discoteca):
Tessa, non è possibile condurre un'esistenza normale senza conoscere Jacques Brel, Brassens o Boris Vian, ripresi poi da Gaber, Paoli, Herbert Pagani, i Gufi (immagino dirai ?). con echi anche in Jannacci
Del primo procurati: Le plat pays, Madeleine, les bourgeois, Ne me quitte pas
Del secondo almeno la Ballade des Dames du Temps Jadis, testo di Francois Villon, del terzo Le déserteur, tutti capolavori patrimonio dell'Umanità...
Chiudo.
che chiudo subito (chi vuole può continuare nella discoteca):
Tessa, non è possibile condurre un'esistenza normale senza conoscere Jacques Brel, Brassens o Boris Vian, ripresi poi da Gaber, Paoli, Herbert Pagani, i Gufi (immagino dirai ?). con echi anche in Jannacci
Del primo procurati: Le plat pays, Madeleine, les bourgeois, Ne me quitte pas
Del secondo almeno la Ballade des Dames du Temps Jadis, testo di Francois Villon, del terzo Le déserteur, tutti capolavori patrimonio dell'Umanità...
Chiudo.
Arzak- Messaggi : 363
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Caro Rom, forse hai ragione: avrei dovuto scrivere "a tratti" invece di "spesso". Non credo che lo stile a tratti trascurato di Balzac fosse funzionale alla sua grandezza narrativa, perché in altri momenti, addirittura nella stessa pagina, era capace di colpi stilisticamente sublimi. Piuttosto, direi che ne fosse una conseguenza: aveva una tale urgenza di raccontare, scriveva una tale valanga di storie, da non poter poi controllare alla perfezione l'eleganza della parola. Non ne aveva davvero il tempo, e forse, a partire da una certa età, nemmeno la voglia. Twain e Dumas sono altri due grandi narratori, sebbene - ma questa è una mia posizione, opinabile - non siano riusciti a creare un intero mondo, come invece Balzac.
Vargas- Messaggi : 526
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 59
Re: Il richiamo della foresta
Attenzione, però: la scrittura si può giudicare solo in originale. Domino perfettamente italiano, spagnolo, inglese e francese, e abbastanza bene il tedesco, e dunque quando parlo di trascuratezza posso dirlo a ragion veduta - oltreché, ovviamente, basandomi sulle tante critiche di storici delle diverse letterature. Dico questo perché nel caso di Tolstoj debbo invece affidarmi a giudizi di seconda mano: ebbene, la maggior parte di critici russi sostiene che Tolstoj non fosse poi così diverso da Balzac: straordinario narratore, con in più forse una profondità filosofica tutta sua, ma non un grande dominatore della lingua russa. E lo stesso, o peggio, dicono di Dostoevskij, sempre e solo sul piano stilistico (sugli altri aspetti stiamo parlando di due titani).
Vargas- Messaggi : 526
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 59
Re: Il richiamo della foresta
Diverso è invece il caso del mio amato Simenon, del quale pure si sostiene che - genio incomparabile nel raccontare e ancor più nel costruire personaggi e nello scavarne la psicologia - fosse assai trascurato nella scrittura. Ebbene, leggendolo in francese io non ho mai avuto questa impressione. Scriveva sì rapidamente, con un numero limitato di vocaboli, ma a mio avviso con una purezza e un'eleganza, nella semplicità, che risultano belle.
Vargas- Messaggi : 526
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 59
Re: Il richiamo della foresta
La scrittura: non intendevo alludere alla lingua, alle parole, che per altro sono complicatissime da giudicare, nel bene o nel male, dato che entrano in gioco le traduzioni e il tempo. Su ciascuno di questi due argomenti - traduzione e costumi letterari nei vari tempi - ci si possono scrivere enciclopedie.
La scrittura di cui parlavo è, per così dire, la "regia" della pagina, del racconto, della quale l'uso delle parole, la lingua è solo uno degli elementi: se il racconto funziona, la lingua (così come gli altri elementi) sono comunque (quasi tautologicamnte) "giusti".
Ti porto due esempi, tra i mille possibili, anche se non tutti dello stesso segno.
La pelle di zigrino, del nostro Balzac, non ho continuato a leggerlo, dopo le prime venti o forse trenta pagine. Denso, soffocante, sovraccarico; sicuramente quello, tra i racconti dell'autore, in cui le parole hanno una "volontà di potere" determinante, voluttuosa. Nella traduzione italiana, ed è facile immaginare ancor più nell'originale francese.
Non penso che tutto questo sia casuale, cioè una "scrittura" sfuggita di mano a Balzac. Anzi, è evidente la coerenza tra questa scrittura e la storia: ma la scelta "registica" e la realizzazione, secondo me, non hanno funzionato, perché in questo caso la coerenza avrebbe richiesto un'accuratezza , una capacità strategica che l'autore non ha, e soprattutto non pensa che gli sia necessaria.
Un grande regista per il film sbagliato.
Altro caso è quello de L'uomo che ride, di Victor Hugo: non sono, io, sopravvissuto alla tempesta, che dà inizio alla storia. Più parole che fulmini, più aggettivi che folate di vento. Sembra la descrizione di una tempesta gotica, immaginata da uno di città, o come la scena di un bordello nelle fantasie di una monaca. Un film che con altri - per esempio E.A. Poe - avrebbero potuto essere grande, realizzato dal regista sbagliato.
... a dopo ...
La scrittura di cui parlavo è, per così dire, la "regia" della pagina, del racconto, della quale l'uso delle parole, la lingua è solo uno degli elementi: se il racconto funziona, la lingua (così come gli altri elementi) sono comunque (quasi tautologicamnte) "giusti".
Ti porto due esempi, tra i mille possibili, anche se non tutti dello stesso segno.
La pelle di zigrino, del nostro Balzac, non ho continuato a leggerlo, dopo le prime venti o forse trenta pagine. Denso, soffocante, sovraccarico; sicuramente quello, tra i racconti dell'autore, in cui le parole hanno una "volontà di potere" determinante, voluttuosa. Nella traduzione italiana, ed è facile immaginare ancor più nell'originale francese.
Non penso che tutto questo sia casuale, cioè una "scrittura" sfuggita di mano a Balzac. Anzi, è evidente la coerenza tra questa scrittura e la storia: ma la scelta "registica" e la realizzazione, secondo me, non hanno funzionato, perché in questo caso la coerenza avrebbe richiesto un'accuratezza , una capacità strategica che l'autore non ha, e soprattutto non pensa che gli sia necessaria.
Un grande regista per il film sbagliato.
Altro caso è quello de L'uomo che ride, di Victor Hugo: non sono, io, sopravvissuto alla tempesta, che dà inizio alla storia. Più parole che fulmini, più aggettivi che folate di vento. Sembra la descrizione di una tempesta gotica, immaginata da uno di città, o come la scena di un bordello nelle fantasie di una monaca. Un film che con altri - per esempio E.A. Poe - avrebbero potuto essere grande, realizzato dal regista sbagliato.
... a dopo ...
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
tessa ha scritto:Rom caro, io direi che i "Promessi Sposi " sono molto importanti per me. Gia' accennai al libro di Manzoni nell'estate del 2012, quando Cireno ci chiese di citare i primi tre libri per noi piu' belli e io parlai anche dei Promessi Sposi ma tu mi deridesti.
I Promessi sposi non mi piace un granché, ma meriterebbe di essere trattato in un thread tutto suo, se non altro per l'importanza che ha nella nostra letteratura.
Il tuo post, in realtà, più che del romanzo, parla di te, della tua educazione, della tua vita, diciamo così, sentimentale: curiosamente, mentre questi accenni autobiografici sembrano identificarti, in realtà ti allontantanano, ti rendono indistinta. Mah.
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Arzak, certo una persona che va a messa con i malati non è "normale" pero' tu non conosci tutta la musica classica che conosco io.
No, non sono mai stata molto normale...faccio quello che mi pare
Quanto all'OT qui e' frequente, perche' siamo in pochi .
Ma chi sono tutte queste persone di cui parli?
PS. Tu sei bello?piaci alle donne' puoi anche non rispondere
No, non sono mai stata molto normale...faccio quello che mi pare
Quanto all'OT qui e' frequente, perche' siamo in pochi .
Ma chi sono tutte queste persone di cui parli?
PS. Tu sei bello?piaci alle donne' puoi anche non rispondere
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Il richiamo della foresta
Rom, non so veramente che usare qui "I promessi Sposi " non mi piacciono, o non mi piace...i filologi siete voi. Io direi "I promessi Sposi" e' un libro che mi piace, introducando "libro" si pio' usare il singolare.
Sono felice che Freg ci abbia scritto qualcosa, io l'ho sempre stimato e apprezzato molto. L'ultima cosa che lui disse di me fu "Tessa è una suora".
Si', dovevo commentare di piu' i Promessi Sposi,...
A volte , sai, ci sono rimasta male, io ho accettato i commenti di Adam , che è un genio, ma mi rispose dopo che gli porsi gli auguri per il suo compleanno ,scrivendomi : "Gli sproloqui dell'impareggiabile Tessa..."
Adam ervamo rimasti in quattro, tu non c'eri piu', Arzak neppure, Vargas a volte si' a volte , e io, Rom e Einrix non tenevamo il forum, ho cercato di aiutare gli altri a mandare avanti il forum, come potevo. No, non mi sono arrabbiata, mi hanno scritto di peggio, ma la carita' tutto spera, tutto sopporta, la carita' non avra' mai fine
Sono felice che Freg ci abbia scritto qualcosa, io l'ho sempre stimato e apprezzato molto. L'ultima cosa che lui disse di me fu "Tessa è una suora".
Si', dovevo commentare di piu' i Promessi Sposi,...
A volte , sai, ci sono rimasta male, io ho accettato i commenti di Adam , che è un genio, ma mi rispose dopo che gli porsi gli auguri per il suo compleanno ,scrivendomi : "Gli sproloqui dell'impareggiabile Tessa..."
Adam ervamo rimasti in quattro, tu non c'eri piu', Arzak neppure, Vargas a volte si' a volte , e io, Rom e Einrix non tenevamo il forum, ho cercato di aiutare gli altri a mandare avanti il forum, come potevo. No, non mi sono arrabbiata, mi hanno scritto di peggio, ma la carita' tutto spera, tutto sopporta, la carita' non avra' mai fine
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Il richiamo della foresta
Posso dirlo? I Promessi sposi sono un grande libro.
Li ho riletti di recente per presentarsi ai ragazzi dell'università dell'Avana e ne ho ricavato di nuovo questo convincimento.
Li ho riletti di recente per presentarsi ai ragazzi dell'università dell'Avana e ne ho ricavato di nuovo questo convincimento.
Vargas- Messaggi : 526
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 59
Re: Il richiamo della foresta
Cos'è un libro in letteratura. Potrebbe essere costruito con un insieme di periodi casuali tratti dai migliori scrittori del mondo, e perciò essere perfetto nella sintassi, e anche nella gradevolezza della lettura, con una sua propria musicalità. Un po come gli sproloqui di Dario Fo in quella lingua padana che ha reso famosa. Oppure potrebbe essere una storia, la più interessante storia del mondo, anche se scritta malissimo, con dubbia sintassi e pessima scelta di vocaboli.
E ce ne sono di libri senza storia e senza senso scritti con un perfezionismo stilistico da primato, come pure ve ne sono altri che hanno al fondo una storia interessantissima, che viene rovinata dall'esposizione.
Credo che un bel libro debba avere una bella storia ed essere scritto in modo corretto, o tradotto, in modo corretto.
Poi vi sono delle storie in se, oppure delle storie emblematiche, o ancora storie emblematiche che affrontano tematiche che riflettono l'essenza dell'esistenza. Insomma, si può essere letterati a diverso livello, non importa quanto si scriva bene o di quali temi si tratti.
Per la verità, la letteratura non è solo il campo dello scrittore, ma anche il campo del lettore. Se lo scrittore occupa la scena durante la scrittura del libro, poi tutto il resto del tempo è del lettore, della sua capacità critica, associativa, riflessiva ed ogni testo, lo stesso testo, è tante cose diverse quanti sono i lettori, ciascuno nel proprio tempo, con la propria sensibilità, la propria capacità, la propria cultura.
E ce ne sono di libri senza storia e senza senso scritti con un perfezionismo stilistico da primato, come pure ve ne sono altri che hanno al fondo una storia interessantissima, che viene rovinata dall'esposizione.
Credo che un bel libro debba avere una bella storia ed essere scritto in modo corretto, o tradotto, in modo corretto.
Poi vi sono delle storie in se, oppure delle storie emblematiche, o ancora storie emblematiche che affrontano tematiche che riflettono l'essenza dell'esistenza. Insomma, si può essere letterati a diverso livello, non importa quanto si scriva bene o di quali temi si tratti.
Per la verità, la letteratura non è solo il campo dello scrittore, ma anche il campo del lettore. Se lo scrittore occupa la scena durante la scrittura del libro, poi tutto il resto del tempo è del lettore, della sua capacità critica, associativa, riflessiva ed ogni testo, lo stesso testo, è tante cose diverse quanti sono i lettori, ciascuno nel proprio tempo, con la propria sensibilità, la propria capacità, la propria cultura.
einrix- Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: Il richiamo della foresta
Ok, Vargas,"I promessi sposi" sono un grande libro, sono, non e', e non so perche' ' Rom avesse usato il singolare prima.
Grazie per il chiarimento
Grazie per il chiarimento
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Il richiamo della foresta
Rom caro, mi sembra tutto un dèja vu questo 3d sul libro piu' bello, perche', se ben ricordi, lo splendido Arzak e il grandissimo Vargas non c'erano ancora, a luglio di 2 anni fa ci fu in sf una discussione sui libri piu' amati che nacque proprio da me, una delle ultime ruote del carro, io scrissi che Don Chisciotte riusciva a vivere grazie alle illusioni che si era creato, cosi' come poi farà Leopardi, e quando lo stesso Don Chisciotte non riuscirà piu', nel secondo volume, a credere nelle sue illusioni, nonostante il fido scudiero lo sproni ad illudersi perche' la realta' della nostra vita è spesso brutale, allora morira' di malinconia e tristezza.
Purtroppo qualcuno o qualcuna aveva male interpretato la sostanza del libro, cosi' come si sente dire in giro, Smettila di lottare contro i mulini a vento, e fesserie del genere...e nacque una discussione su Don Chisciotte e io mi battei molto perchè lo considero il piu' grande libro che sia mai stato scritto. Allora Cireno ci invito' a scrivere il titolo dei 3 libri da noi piu' amati, io scelsi anche Moby Dick, come tutti, e poi i Promessi Sposi. Citai anche Candide di Voltaire che non raccolse un grande successo. Tu scrivesti che trovavi pesante Dostoveskij, ne nacque una discussione, ricordo che discutemmo molto su moltissimi libri.
All'inizio fui il tuo capro espiatorio, non so perche', poi tornata dalla Sardegna, per un mese circa ci scrivemmo un po', poi mi mandasti al diavolo perche' gli uomini coltissimi e affascinantissimi come te non possono essere costanti, è ovvio che tu e Vargas facciate a gara a chi ha l'harem piu' fornito.
Avendo ora l'Admin Arzak ristrutturato il forum con capitoli vari, quali ,Il libro che ci ha colpito di piu', Il quadro che ci ha colpito di piu', etc è chiaro che per tutti quelli che gia' hanno vissuto questo momento si è trattato di un dejà vu,- sai che nelle epilessie del lobo temporale si ha il dèja-vu, lo sapevi?-e anche nei tumori del lobo temporale nelle fasi iniziali - e allora mi sono sforzata, ma volendo poi commentare tutti i Promessi Sposi in 10 righe non ci sono riuscita, cosi' ho parlato di me stessa, tutto qui.
Ecco arriva la chiamata per la cena, la domenica un po' piu' tardi.
Poi forse siamo un po' stanchi, abbiamo vissuto fasi politiche molto concitate, ora ci sembra ci sia una stasi.
Sarebbe bello aprire un 3d sui Promessi Sposi, manca anche un 3d sulle religioni.
Ciao, bellissimo
Purtroppo qualcuno o qualcuna aveva male interpretato la sostanza del libro, cosi' come si sente dire in giro, Smettila di lottare contro i mulini a vento, e fesserie del genere...e nacque una discussione su Don Chisciotte e io mi battei molto perchè lo considero il piu' grande libro che sia mai stato scritto. Allora Cireno ci invito' a scrivere il titolo dei 3 libri da noi piu' amati, io scelsi anche Moby Dick, come tutti, e poi i Promessi Sposi. Citai anche Candide di Voltaire che non raccolse un grande successo. Tu scrivesti che trovavi pesante Dostoveskij, ne nacque una discussione, ricordo che discutemmo molto su moltissimi libri.
All'inizio fui il tuo capro espiatorio, non so perche', poi tornata dalla Sardegna, per un mese circa ci scrivemmo un po', poi mi mandasti al diavolo perche' gli uomini coltissimi e affascinantissimi come te non possono essere costanti, è ovvio che tu e Vargas facciate a gara a chi ha l'harem piu' fornito.
Avendo ora l'Admin Arzak ristrutturato il forum con capitoli vari, quali ,Il libro che ci ha colpito di piu', Il quadro che ci ha colpito di piu', etc è chiaro che per tutti quelli che gia' hanno vissuto questo momento si è trattato di un dejà vu,- sai che nelle epilessie del lobo temporale si ha il dèja-vu, lo sapevi?-e anche nei tumori del lobo temporale nelle fasi iniziali - e allora mi sono sforzata, ma volendo poi commentare tutti i Promessi Sposi in 10 righe non ci sono riuscita, cosi' ho parlato di me stessa, tutto qui.
Ecco arriva la chiamata per la cena, la domenica un po' piu' tardi.
Poi forse siamo un po' stanchi, abbiamo vissuto fasi politiche molto concitate, ora ci sembra ci sia una stasi.
Sarebbe bello aprire un 3d sui Promessi Sposi, manca anche un 3d sulle religioni.
Ciao, bellissimo
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Il richiamo della foresta
Arzak, ma Francois Villon Francois Villon?
Senti un po' splendido Arzak, vorremmo tutto un 3d solo sui Promessi Sposi e un 3d sulle religioni, puoi accontentarci? Chiedi anche ad Adam e ai coordinatori
Grazie.
Senti un po' splendido Arzak, vorremmo tutto un 3d solo sui Promessi Sposi e un 3d sulle religioni, puoi accontentarci? Chiedi anche ad Adam e ai coordinatori
Grazie.
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Il richiamo della foresta
tessa ha scritto:Ok, Vargas,"I promessi sposi" sono un grande libro, sono, non e', e non so perche' ' Rom avesse usato il singolare prima.
Grazie per il chiarimento
Meglio abbia usato.
I PS è un romanzo, o un libro. Uno. Non si tratta dei Sette Re di Roma.
Quindi la forma più canonica è il singolare.
Va benissimo anche il plurale, soprattutto perché eufonico.
Un'obiezione al singolare sarebbe giustificata nel caso scrivessi I Promessi sposi, dove l'articolo (plurale) è posto fuori dal titolo: non mi sembra di aver scritto così, e nel caso si trattrebbe di una bizzaria, dato che il titolo comprende notoriamente l'articolo.
Parlando del deja vu, che male c'è? Anche il settore della politica è già vu.
Se a te il romanzo di Cervantes piace, sono ben gradite le tue apologie critiche. Io, per parte mia, mi sono saziato, grazie ai fluviali panegirici del mio amico spagnolo, che non riusciva a darsi pace della mia confessione d'aver letto solo poche pagine, prima di lasciarlo chiuso tra altri libri.
Ma il mio amico, persona per altro mitissima, faceva panegirici anche sulla corrida.
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Rom , ho pensato ad "abbia usato" invece di "avesse usato ", ma tu avevi scritto alle 8, 50 del mattino, io alle 20, quindi erano passate molte ore e l'azione non era contemporanea.
Baci tanti, proprio pausa stop
Baci tanti, proprio pausa stop
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Il richiamo della foresta
A dirla tutta si trattava di Francois de Montcorbier (o des Loges). Villon era il cognome del padre adottivo.tessa ha scritto:Arzak, ma Francois Villon Francois Villon?
Senti un po' splendido Arzak, vorremmo tutto un 3d solo sui Promessi Sposi e un 3d sulle religioni, puoi accontentarci? Chiedi anche ad Adam e ai coordinatori
Grazie.
Sul thread, non vedo cosa impedisca alle tue manine di premere il tasto che magicamente aprirà l'argomento desiderato. Basta dargli il titolo, senza dover ricorrere ad un thread sul richiamo della foresta per commentare sposi e hidalgos.
Ultima modifica di Arzak il Lun 10 Feb 2014, 17:51 - modificato 1 volta.
Arzak- Messaggi : 363
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Ore 18,36: mo' te lo rispiegassi.tessa ha scritto:Rom , ho pensato ad "abbia usato" invece di "avesse usato ", ma tu avevi scritto alle 8, 50 del mattino, io alle 20, quindi erano passate molte ore e l'azione non era contemporanea.
- "non so perche' Rom abbia usato il singolare": azione singola passata prossima di Rom, bene.
- "non sapevo perché Rom avesse usato il singolare":azione singola anteriore di Rom, in un contesto passato, bene.
- "non so perché Rom usasse il singolare": azione continuativa passata di Rom, bene.
- "non so perché Rom usi il singolare": azione continuativa contemporanea di Rom, bene.
- "non sapevo perché Rom usasse il singolare": azione continuativa contemporanea di Rom, in contesto passato, bene.
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Vargas ha scritto:Posso dirlo? I Promessi sposi sono un grande libro.
Li ho riletti di recente per presentarsi ai ragazzi dell'università dell'Avana e ne ho ricavato di nuovo questo convincimento.
sono un grande libro, hai ragione. Ai tempi della scuola mi rompeva non poco-ma che mi fregava di Lucia e di don Rodrigo-ma riletto qualche anno fa mi ha appassionato. Omero-Virgilio-Manzoni-dante non si dovrebbero studiare a scuola, ma dopo i 30 anni di età.
cireno- Messaggi : 1510
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 124
Località : Milano
Re: Il richiamo della foresta
cireno ha scritto:
sono un grande libro, hai ragione. Ai tempi della scuola mi rompeva non poco-ma che mi fregava di Lucia e di don Rodrigo-ma riletto qualche anno fa mi ha appassionato. Omero-Virgilio-Manzoni-dante non si dovrebbero studiare a scuola, ma dopo i 30 anni di età.
I Promessi sposi è, per gli italiani, ingiudicabile, come lo è la propria mamma o il cappuccino col cornetto, o la piazzetta del villaggio natìo. Soprattutto perché l'abbiamo studiato a scuola, e perché i suoi personaggi e le sue situazioni sono diventati archetipi e icone nazionali: il ramo del lago di Como che volge, la Perpetua, il Vaso di coccio, l'Azzeccagarbugli, i Bravi, la Sventurata Rispose, l'Innominato, il Matrimonio che non s'ha da fare, il Coraggio che se uno non ce l'ha, don Abbondio, i Polli di Renzo ...
Soltanto qualche idiosincrasia personale, già in origine, può minare l'imprinting dato dal Monumento Nazionale.
Di queste idiosincrasie io ne avevo due o tre, nella tenera età formativa nella quale mi è stata proposta la lettura scolastica del romanzo: non mi hanno impedito di apprezzarne alcune qualità, ma le idosincrasie non sono mai state superate, nemmeno nei tempi successivi.
La qualità principale, ricordo, era quella data dalla sensazione di "personalità", di autorità intellettuale che emanava dalla scrittura dell'autore. In poche parole, l'intelligenza e la serietà, non priva di ironia. E la percezione di un mondo buono che esiste, e va apprezzato, nel contesto di una storia drammatica.
La prima idiosincrasia riguarda la lingua, al tempo stesso scorrevole, elegante, e fastidiosamente liscia, più diluita che semplicemente "risciacquata" in Arno. Una lingua troppo perbene, che non a caso ha dato luogo al "manzonismo degli stenterelli", alla ricerca di una forma di legittimazione per così dire istituzionale, molto borghese.
La seconda, l'odore fortemente lombardocentrico, del quale allora come oggi non riesco a capire il lato negativo, e che però c'era e ancora rimane.
La terza, il peso incombente del fattore religioso, che è proposto con grazia e senza fanatismo - cosa apprezzabilissima - ma che appare comunque eccessivo, ed edulcora la drammaticità della storia, quasi che ogni tragedia, ogni vicenda e ogni sentimento sia niente di più che il pretesto a che si eserciti l'opera della Provvidenza e lo zelo della Carità. Una sensazione che, da adolescente, avevo in forma di laicismo estremistico, che in seguito, mentre diventava meno drastica, è rimasta intatta nella sostanza.
Infine i personaggi. Ben tratteggiati. Troppo ben tratteggiati, come certe statuette del presepe. Anche qui, nei personaggi, torna quella sensazione di "good job" molto borghese. La sensazione di un immanente "ordine stabilito", sia letterario, sia etico e sociale, il cui manicheismo può essere superato dal "pentimento" e da una forma di "conversione".
Rom- Messaggi : 996
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Ricordo ancora una volta a tutti, senza rivolgermi a nessuno in particolare, l'opportunità di mantenere una certa coerenza fra il titolo del thread ed il relativo contenuto. Lo dobbiamo a noi stessi ed a chi ci legge.
Non è così difficile, come sembra invece pensare Tessa, aprire un differente thread e titolarlo I promessi sposi, piuttosto che le barzellette di Pierino.
Non è così difficile, come sembra invece pensare Tessa, aprire un differente thread e titolarlo I promessi sposi, piuttosto che le barzellette di Pierino.
Admin- Messaggi : 519
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Il richiamo della foresta
Rom, ero stanca, ora vengo la' e te ne do di santa ragione, oh, certo sai scrivere meglio di me, ero solo stanca, vorrei dirti altro ma pazienza, ora mi devi insegnare tu i verbi...insegnami qualche altra cosa...
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
Re: Il richiamo della foresta
Rom , non erano i polli di Renzo, ma i capponi di Renzo...
sei sempre bellissimo?
sei sempre bellissimo?
tessa- Messaggi : 315
Data d'iscrizione : 01.06.13
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