Della rappresentanza sindacale
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Della rappresentanza sindacale
Qualche giorno fa si è tenta una riunione degli esecutivi di CGIL, CISL, e UIL per decidere sugli accordi con la Confindustria circa la Rappresentanza sindacale. Alla riunione pubblica hanno partecipato 150 osservatori, tra questi, Giorgio Cremaschi Presidente del Comitato Centrale della FIOM. Durante l'esposizione, Cremaschi ha chiesto la parola che gli è stata negata per il preventivo accordo tra le Segreterie che avrebbero parlato solo quelli previsti nell'elenco concordato.
Naturalmente la reazione di Cremaschi è stata violenta e alcuni colleghi lo hanno letteralmente costretto a lasciare il palco degli oratori. Il dissenso che non ha avuto voce è relativo al fatto che la FIOM non ammette che possano aspirare alla RSU solo le organizzazioni che hanno sottoscritto l'accordo in parola, negando quindi alla sua stessa Confederazione il diritto di scegliere per tutti i rappresentati dal maggior sindacato italiano.
La questione è strumentale per mettere in evidenza una realtà politica, più che sindacale, per la quale la FIOM si ostina a tenere una posizione conservatrice in contrasto con l'idea riformista che più o meno caratterizza, in questo frangente di crisi, i sindacati federali, ostacolando di fatto quell'unine sindacale che a mio giudizio è la premessa per ogni revisione del mondo del lavoro.
Non mi pare, quindo peregrina l'affermazione che uno dei conservatorismi più evidenti in questi travagliati tempi, è quella di parte del sindacato, che contrariamente dal passato si rifiuta di fatto ad adattare ai tempi il proprio atteggiamento e l'altare sul quale sacrifica l'ipotesi di collaborazione tra categorie è la difesa dei diritti acquisiti (in altri tempi).
Il fattore lavoro non è il solo che determina la produttività, ma è uno dei più importanti. La conservazione, il rifiuto di considerare possibili altre vie che non siano quelle di tutelare chi il posto ce l'ha, è uno degli ostacoli a che l'Italia inverta la tendenza che ci pone, in questo campo, in fondo alla classifica dei paesi occidentali.
Naturalmente la reazione di Cremaschi è stata violenta e alcuni colleghi lo hanno letteralmente costretto a lasciare il palco degli oratori. Il dissenso che non ha avuto voce è relativo al fatto che la FIOM non ammette che possano aspirare alla RSU solo le organizzazioni che hanno sottoscritto l'accordo in parola, negando quindi alla sua stessa Confederazione il diritto di scegliere per tutti i rappresentati dal maggior sindacato italiano.
La questione è strumentale per mettere in evidenza una realtà politica, più che sindacale, per la quale la FIOM si ostina a tenere una posizione conservatrice in contrasto con l'idea riformista che più o meno caratterizza, in questo frangente di crisi, i sindacati federali, ostacolando di fatto quell'unine sindacale che a mio giudizio è la premessa per ogni revisione del mondo del lavoro.
Non mi pare, quindo peregrina l'affermazione che uno dei conservatorismi più evidenti in questi travagliati tempi, è quella di parte del sindacato, che contrariamente dal passato si rifiuta di fatto ad adattare ai tempi il proprio atteggiamento e l'altare sul quale sacrifica l'ipotesi di collaborazione tra categorie è la difesa dei diritti acquisiti (in altri tempi).
Il fattore lavoro non è il solo che determina la produttività, ma è uno dei più importanti. La conservazione, il rifiuto di considerare possibili altre vie che non siano quelle di tutelare chi il posto ce l'ha, è uno degli ostacoli a che l'Italia inverta la tendenza che ci pone, in questo campo, in fondo alla classifica dei paesi occidentali.
Adam- Messaggi : 609
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 92
Località : Roma
Re: Della rappresentanza sindacale
prendo questa frase:
"Durante l'esposizione, Cremaschi ha chiesto la parola che gli è stata negata per il preventivo accordo tra le Segreterie che avrebbero parlato solo quelli previsti nell'elenco concordato."
Non sapeva Cremaschi, di quell'accordo, prima di chiedere la parola?
Se la risposta a questa domanda fosse stata no, era giusto che desiderandolo, chiedesse la parola.
Se la risposta fosse stata si, allora non si capisce perché Cremaschi abbia chiesto di parlare pur non essendo in quella lista.
Se poi consideriamo la reazione: violenta, come scrivi tu, indipendentemente dal fatto che sapesse o non sapesse prima di come stavano le cose, quello dipende dal carattere rancoroso dell'individuo, che tende a cobas-izzare il suo sindacato.
Poi, se mi chiedi di cosa ne pensi di sindacati che hanno firmato quell'accordo capestro con la FIAT a Pomigliano, dico tutto il male possibile, senza contare gli accordi separati fatti con Berlusconi, anche per sfruttare quegli accordi contro FIOM e CGIL. Una vergogna mascherata dal fatto che loro debbano trattare per il bene dei lavoratori. E' vero che debbano trattare, ma loro due fingono di trattare e questa è un'altra cosa.
Ci sono le riforme del lavoro e degli ammortizzatori da portare a compimento, e per quanto i sindacati è giusto che vengano consultati, insieme alle parti imprenditoriali, deve essere lo stato a stabilire una regola. Altrimenti, se ci si affida solo alla contrattazione tra lavoratori e imprenditori, vien fuori che c'è solo la cassa integrazione in tutte le salse per chi ha (si fa per dire) un lavoro, e non c'è neppure un assegno di disoccupazione per chi un lavoro non ce lo ha.
Nei momenti di crisi i sindacati contano come il due di coppe quando comanda bastoni, ed è una fortuna che ci siano almeno le strutture organizzative e qualche festa del Primo Maggio che li ricordi. Tu pensa se scomparissero totalmente e poi dovessero essere ricostruiti quando ci fosse di nuovo la ripresa, con tutto l'individualismo a manetta che c'è adesso. Questo per mostrare anche la coda di paglia che hanno certe denunce alla Grillo, di un sindacato solo da criticare, senza capire che se si è rinchiuso a bozzolo, ciò avviene solo per aspettare di ridiventare farfalla, la prossima primavera.
"Durante l'esposizione, Cremaschi ha chiesto la parola che gli è stata negata per il preventivo accordo tra le Segreterie che avrebbero parlato solo quelli previsti nell'elenco concordato."
Non sapeva Cremaschi, di quell'accordo, prima di chiedere la parola?
Se la risposta a questa domanda fosse stata no, era giusto che desiderandolo, chiedesse la parola.
Se la risposta fosse stata si, allora non si capisce perché Cremaschi abbia chiesto di parlare pur non essendo in quella lista.
Se poi consideriamo la reazione: violenta, come scrivi tu, indipendentemente dal fatto che sapesse o non sapesse prima di come stavano le cose, quello dipende dal carattere rancoroso dell'individuo, che tende a cobas-izzare il suo sindacato.
Poi, se mi chiedi di cosa ne pensi di sindacati che hanno firmato quell'accordo capestro con la FIAT a Pomigliano, dico tutto il male possibile, senza contare gli accordi separati fatti con Berlusconi, anche per sfruttare quegli accordi contro FIOM e CGIL. Una vergogna mascherata dal fatto che loro debbano trattare per il bene dei lavoratori. E' vero che debbano trattare, ma loro due fingono di trattare e questa è un'altra cosa.
Ci sono le riforme del lavoro e degli ammortizzatori da portare a compimento, e per quanto i sindacati è giusto che vengano consultati, insieme alle parti imprenditoriali, deve essere lo stato a stabilire una regola. Altrimenti, se ci si affida solo alla contrattazione tra lavoratori e imprenditori, vien fuori che c'è solo la cassa integrazione in tutte le salse per chi ha (si fa per dire) un lavoro, e non c'è neppure un assegno di disoccupazione per chi un lavoro non ce lo ha.
Nei momenti di crisi i sindacati contano come il due di coppe quando comanda bastoni, ed è una fortuna che ci siano almeno le strutture organizzative e qualche festa del Primo Maggio che li ricordi. Tu pensa se scomparissero totalmente e poi dovessero essere ricostruiti quando ci fosse di nuovo la ripresa, con tutto l'individualismo a manetta che c'è adesso. Questo per mostrare anche la coda di paglia che hanno certe denunce alla Grillo, di un sindacato solo da criticare, senza capire che se si è rinchiuso a bozzolo, ciò avviene solo per aspettare di ridiventare farfalla, la prossima primavera.
einrix- Messaggi : 10607
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Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: Della rappresentanza sindacale
einrix ha scritto:prendo questa frase:
"Durante l'esposizione, Cremaschi ha chiesto la parola che gli è stata negata per il preventivo accordo tra le Segreterie che avrebbero parlato solo quelli previsti nell'elenco concordato."
Non sapeva Cremaschi, di quell'accordo, prima di chiedere la parola?
Se la risposta a questa domanda fosse stata no, era giusto che desiderandolo, chiedesse la parola.
Se la risposta fosse stata si, allora non si capisce perché Cremaschi abbia chiesto di parlare pur non essendo in quella lista.
Se poi consideriamo la reazione: violenta, come scrivi tu, indipendentemente dal fatto che sapesse o non sapesse prima di come stavano le cose, quello dipende dal carattere rancoroso dell'individuo, che tende a cobas-izzare il suo sindacato.
Poi, se mi chiedi di cosa ne pensi di sindacati che hanno firmato quell'accordo capestro con la FIAT a Pomigliano, dico tutto il male possibile, senza contare gli accordi separati fatti con Berlusconi, anche per sfruttare quegli accordi contro FIOM e CGIL. Una vergogna mascherata dal fatto che loro debbano trattare per il bene dei lavoratori. E' vero che debbano trattare, ma loro due fingono di trattare e questa è un'altra cosa.
Ci sono le riforme del lavoro e degli ammortizzatori da portare a compimento, e per quanto i sindacati è giusto che vengano consultati, insieme alle parti imprenditoriali, deve essere lo stato a stabilire una regola. Altrimenti, se ci si affida solo alla contrattazione tra lavoratori e imprenditori, vien fuori che c'è solo la cassa integrazione in tutte le salse per chi ha (si fa per dire) un lavoro, e non c'è neppure un assegno di disoccupazione per chi un lavoro non ce lo ha.
Nei momenti di crisi i sindacati contano come il due di coppe quando comanda bastoni, ed è una fortuna che ci siano almeno le strutture organizzative e qualche festa del Primo Maggio che li ricordi. Tu pensa se scomparissero totalmente e poi dovessero essere ricostruiti quando ci fosse di nuovo la ripresa, con tutto l'individualismo a manetta che c'è adesso. Questo per mostrare anche la coda di paglia che hanno certe denunce alla Grillo, di un sindacato solo da criticare, senza capire che se si è rinchiuso a bozzolo, ciò avviene solo per aspettare di ridiventare farfalla, la prossima primavera.
la riforma di un naccordo precedente deve essere accettato da tutti quelli che hanno stilato e approvato il precedente accordo.,, altrimenti non è una riforma ma una prepotenza.
cciappas- Messaggi : 239
Data d'iscrizione : 22.04.13
Re: Della rappresentanza sindacale
Einrix, mi rendo conto di non essere riuscito a presentare il vero problema che ho rilevato dall'episodio che ho riportato. Nel quale il diritto di parlare o meno non era il punto focale del problema, ma il dissidio tra la FIOM e la CGIL. Ripeto la CGIL, non gli altri sindacati che non avrebbe fatto notizia.
E non è la prima volta che il sindacato dei metalmeccanici dissente dalla sua Segreteria Generale e sempre, ovviamente sulle concessioni che quest'ultima si appresta ad offrire alle controparti, in cambio di qualcosa necessario all'aggiornamento delle regole del lavoro. Considerando, che data la crisi, e la dis/in-occupazione, il così detto mercato del lavoro è a vantaggio del datore e non del lavoratore, quindi le condizioni per un maggior impiego, per esempio, vanno a scapito dei diritti sin qui acquisiti dai lavoratori stessi.
Quanto a Marchionne, non ancora su questo forum neonato, ma su quello che frequentavamo in precedenza, di discussioni se ne sono fatte a bizzeffe e quasi tutte tra il sottoscritto e pochissimi altri , contro la maggioranza degli intervenuti nettamente contrari alla politica relazionale della FIAT. La quale politica , gestita con la grazia di un ippotamo in un negozio di cristallerie, ha causato più di una sconfitta giuridica per la FIAT, specie per ciò che riguarda l'assurda discriminazione nei confronti di un sindacato, ma ha anche mantenuto vivo uno stabilimento, adattato con notevole dispendio di capitali, e ha garantito l'impiego di molte persone in un momento in cui molte altre industrie smantellavano i propri stabilimenti.
E non è la prima volta che il sindacato dei metalmeccanici dissente dalla sua Segreteria Generale e sempre, ovviamente sulle concessioni che quest'ultima si appresta ad offrire alle controparti, in cambio di qualcosa necessario all'aggiornamento delle regole del lavoro. Considerando, che data la crisi, e la dis/in-occupazione, il così detto mercato del lavoro è a vantaggio del datore e non del lavoratore, quindi le condizioni per un maggior impiego, per esempio, vanno a scapito dei diritti sin qui acquisiti dai lavoratori stessi.
Quanto a Marchionne, non ancora su questo forum neonato, ma su quello che frequentavamo in precedenza, di discussioni se ne sono fatte a bizzeffe e quasi tutte tra il sottoscritto e pochissimi altri , contro la maggioranza degli intervenuti nettamente contrari alla politica relazionale della FIAT. La quale politica , gestita con la grazia di un ippotamo in un negozio di cristallerie, ha causato più di una sconfitta giuridica per la FIAT, specie per ciò che riguarda l'assurda discriminazione nei confronti di un sindacato, ma ha anche mantenuto vivo uno stabilimento, adattato con notevole dispendio di capitali, e ha garantito l'impiego di molte persone in un momento in cui molte altre industrie smantellavano i propri stabilimenti.
Adam- Messaggi : 609
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 92
Località : Roma
Re: Della rappresentanza sindacale
Da quel poco che ho potuto vedere cercando di informarmi sull'episodio (in rete non c'è molto e ciò mi pare significativo) mi sembra che le cose siano più complesse. Ed infatti:Adam ha scritto:Qualche giorno fa si è tenta una riunione degli esecutivi di CGIL, CISL, e UIL per decidere sugli accordi con la Confindustria circa la Rappresentanza sindacale. Alla riunione pubblica hanno partecipato 150 osservatori, tra questi, Giorgio Cremaschi Presidente del Comitato Centrale della FIOM. Durante l'esposizione, Cremaschi ha chiesto la parola che gli è stata negata per il preventivo accordo tra le Segreterie che avrebbero parlato solo quelli previsti nell'elenco concordato.
Naturalmente la reazione di Cremaschi è stata violenta e alcuni colleghi lo hanno letteralmente costretto a lasciare il palco degli oratori. Il dissenso che non ha avuto voce è relativo al fatto che la FIOM non ammette che possano aspirare alla RSU solo le organizzazioni che hanno sottoscritto l'accordo in parola, negando quindi alla sua stessa Confederazione il diritto di scegliere per tutti i rappresentati dal maggior sindacato italiano.
La questione è strumentale per mettere in evidenza una realtà politica, più che sindacale, per la quale la FIOM si ostina a tenere una posizione conservatrice in contrasto con l'idea riformista che più o meno caratterizza, in questo frangente di crisi, i sindacati federali, ostacolando di fatto quell'unine sindacale che a mio giudizio è la premessa per ogni revisione del mondo del lavoro.
Non mi pare, quindo peregrina l'affermazione che uno dei conservatorismi più evidenti in questi travagliati tempi, è quella di parte del sindacato, che contrariamente dal passato si rifiuta di fatto ad adattare ai tempi il proprio atteggiamento e l'altare sul quale sacrifica l'ipotesi di collaborazione tra categorie è la difesa dei diritti acquisiti (in altri tempi).
Il fattore lavoro non è il solo che determina la produttività, ma è uno dei più importanti. La conservazione, il rifiuto di considerare possibili altre vie che non siano quelle di tutelare chi il posto ce l'ha, è uno degli ostacoli a che l'Italia inverta la tendenza che ci pone, in questo campo, in fondo alla classifica dei paesi occidentali.
- la procedura adottata - con l'elenco di chi dei presenti avrebbe potuto parlare preventivamente stabilito dalle segreterie dei sindacati - è eufemisticamente singolare perchè riduce quelli dei 150 osservatori esclusi al ruolo di spettatori di un fatto su cui non avevano nessuna possibilità di influire. Tanto valeva - adeguandosi alla moda - mandare tale rappresentazione (che tale si riduce ad essere, con tanto di copione) in streaming, come i grillini. Ben ha fatto quindi Cremaschi a protestare, a difesa della propria dignità (e anche di quella di chi ha invece supinamente accettato la cosa)
- nel merito, l'accordo in questione, sempre se capisco bene e per dirla in breve, consisterebbe nell'estensione e accettazione a livello nazionale del metodo Marchionne inaugurato a Pomigliano
- detto accordo appare illegittimo ed anticostituzionale in quanto, in tal modo, le uniche organizzazioni a poter avere rappresentanza aziendale sarebbero quelle firmatarie, mentre la costituzione garantisce i diritti sindacali a tutti i lavoratori e NON ai soli sindacati firmatari già esistenti. Quindi, non è in discussione da parte di Cremaschi "il diritto di scegliere per tutti i rappresentati dal maggior sindacato italiano", bensì il diritto di tutti i lavoratori di organizzarsi in libertà. Se l'unità sindacale deve costituirsi a quel prezzo, meglio che non si realizzi.
- infatti, come ho detto, l'accordo precluderebbe in pratica anche la nascita e affermazione di nuovi sindacati, anche di quelli che magari vogliano attuare quella più moderna politica sindacale che tu auspichi
- se di conservatorismo vogliamo parlare, quindi, bisogna riferirsi al suddetto accordo, teso appunto a conservare il potere di quei sindacati, anche se spesso contano - come dice Einix - quanto il due a briscola
- che comunque i sindacati tutelino i diritti di chi il lavoro ce l'ha è esattamente la loro natura e il loro compito (discutibile è il modo in cui lo hanno fatto, se mai): la considerazione, armonizzazione e tutela di più vasti interessi di chi lavoratore occupato non è è compito precipuo dello Stato e, quindi, della politica e se il sindacato si proponesse di farlo uscirebbe dai suoi confini.
- se, malgrado le su accennate carenze, l'Italia sia in cima o in fondo alla fila dei paesi europei dipende solo da quale lato si osserva la fila
Ospite- Ospite
Re: Della rappresentanza sindacale
Bersani ritiene inaccettabile il principio che esclude i sindacati che non firmano l'accordo, dalla rappresentanza, e se avessimo vinto, quella questione l'avrebbe sollevata lui in parlamento, che non è quella una cosa da contratto tra l'azienda che ha il coltello dalla parte del manico ed un sindacato fatto a pezzi dalla crisi.
Per questo, pur non avendo letto altre notizie, non credo che la CGIL si accordi con gli altri sindacati per subire un vulnus (giuridico) prima ancora che contrattuale. E se quello fosse per gli altri una questione dirimente, non credo neppure che si vada all'accordo. Ma gli altri sono dei furbastri e spingeranno verso l'unità o contro l'unità in funzione della piega che prenderà il governo Letta. Loro sono per il sindacato unitario quando governa la sinistra e per i cazzi loro quando governa la destra.
Quindi, per quanto si parli di unità, quella resta per CISL e UIL, solo uno strumento di facciata, nella quale non val la pena di crederci troppo.
Tra FIOM e CGIL c'è la questione che nella FIOM prevalgono le componenti di sinistra extra PD e nella CGIL il PD è ancora ben rappresentato. Conoscendo Cremaschi, non trovo strano che faccia tutte quelle messe in scena.
Se ha la forza, si distacchi dalla CGIL e faccia come gli pare con la FIOM, ma non credo che abbia la forza fino a quel punto, e così si accontenta delle sceneggiate. Stucchevoli, per il resto. Impari a stare seduto composto a tavola, quando è invitato, e parli solo quando deve, cercando di non parlare troppo, visto che come oratore è pure scarso e confusionario.
Per questo, pur non avendo letto altre notizie, non credo che la CGIL si accordi con gli altri sindacati per subire un vulnus (giuridico) prima ancora che contrattuale. E se quello fosse per gli altri una questione dirimente, non credo neppure che si vada all'accordo. Ma gli altri sono dei furbastri e spingeranno verso l'unità o contro l'unità in funzione della piega che prenderà il governo Letta. Loro sono per il sindacato unitario quando governa la sinistra e per i cazzi loro quando governa la destra.
Quindi, per quanto si parli di unità, quella resta per CISL e UIL, solo uno strumento di facciata, nella quale non val la pena di crederci troppo.
Tra FIOM e CGIL c'è la questione che nella FIOM prevalgono le componenti di sinistra extra PD e nella CGIL il PD è ancora ben rappresentato. Conoscendo Cremaschi, non trovo strano che faccia tutte quelle messe in scena.
Se ha la forza, si distacchi dalla CGIL e faccia come gli pare con la FIOM, ma non credo che abbia la forza fino a quel punto, e così si accontenta delle sceneggiate. Stucchevoli, per il resto. Impari a stare seduto composto a tavola, quando è invitato, e parli solo quando deve, cercando di non parlare troppo, visto che come oratore è pure scarso e confusionario.
einrix- Messaggi : 10607
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