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Il Senato della Riforma

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Messaggio Da einrix Dom 25 Mag 2014, 12:58

Violante da delle risposte poco comprensibili non per colpa sua, ma perché su quegli argomenti la Stampa non ha fatto articoli e aperto dibattiti. Così sappiamo poco di cosa dovrà fare il nuovo Senato. Cosa ci faranno i 21 (non sono pochi) senatori nominati, se dovranno percepire delle indennità visto che di sicuro ci sono dei costi individuali da sopportare, senza contare cosa costi Palazzo Madama e tutti i suoi dipendenti, a prescindere.
 
Domani parto per la Sicilia dove mi fermerò sino all'8 di Giugno, e poi saranno finite le discussioni sul risultato delle elezioni amministrative ed Europee, per cui si tornerà a parlare di governo e riforme. Spero che queso articolo di Daria Gorodisky che intervista Violante possa essere un buon pretesto per una serena discussione.
 
Quando tornerò dalla Sicilia, metterò insieme alcune fotografie e ricordi del viaggio e li pubblicherò nella sezione Diario di Bordo.
 
Un saluto a tutti e l'augurio che il voto di oggi vi abbia soddisfatto.
 
Enrico.
 
PS
Il link, non so perché, ma non mi funziona, per cui
preferisco trascriverti questo pezzo di intervista:
 
 
Dal Corriere della Sera
 
 
Violante: governatori e sindaci in Aula?
Il Senato non può essere un dopo lavoro.
 
 
 
L'alternativa
 
Sarebbe meglio
incaricare
consiglieri regionali
e coni umili
 
ROMA—Comincia dicendo che l'elezione diretta dei futuri
nuovi senatori sarebbe un errore, perché sarebbe impossibile
escluderli dal voto di fiducia al governo. Però poi Luciano Vio
lante prosegue suggerendo parecchie modifiche per il dise-
 
À partire dalla necessità di introdurre un meccanismo di «bi-
lanciamento rispetto alla Camera che sarà eletta con un siste-
ma ultra-maggioritaria».
 
Con quale strumento?
 
«D Senato deve essere messo in grado di richiamare in tem
pi certi e definiti tutte le leggi approvate dalla Camera. Deve
partecipare pienamente all'approvazione delle leggi costitu-
zionali ed elettorali. Deve inoltre esercitare le funzioni che il
Trattato europeo attribuisce a ciascuna camera nazionale ed è
la code giusta per la valutazione delle politiche pubbliche. Al
Senato, inoltre, dovrebbe essere riconosciuto il potere di ri-
correre preventivamente alla Corte Costituzionale, dopo l'ap-
provazione di una legge e prima della sua promulgazione, co-
me accade in Francia. Cè poi un eccessivo squilibrio numeri-
co tra Camera e Senato. D partito che virw, infarti, nMiwhhe
da solo un numero di deputati superiore al doppio di tutto il
Senato. Uno squilibrio grave in occasione dell'elezione del
presidente della Repubblica».
 
Aumentare il numero «tout court»?
 
«Quando i cittadini votano per i consigli regionali e mmnnali, potrebbero anche scegliere da un'apposita lista alcuni
rappresentanti preposti esclusivamente all'elezione del capo dello Stato, qualora U mandato presidenziale scada entro il
termine della legislatura regionale».
 
E i 21 senatori nominati dal Quirinale?
 
«Per l'integrazione di soggetti estemi e con competenze rilevanti in campo scientifico e umanistico, preferirei un mec-
canismo di cooptazione: i senatori eletti eleggerebbero a loro volta un certo numero di loro colleghi sulla base di brevi liste preparate da organismi come Cnr, Accademia dei Lincei, Con- ferenza dei Rettori».
 
 
 
Il Senato potrebbe avere voce
anche sulla legge di Bilancio?
 
■«Potrebbe richiamare tutte le
leggi. La Camera avrebbe la pa-
rola definitiva, ma per le leggi di
bilancio le obiezioni del Senato
potrebbero essere superate solo
con il voto della maggioranza assoluta dei deputati».
 
Ritiene che i nuovi senatori
 
sarebbero in grado di ottemperare
 
al doppio ruolo di parla-
mentari e amministratori loca-
li?
 
«Il disegno del governo non propone un Senato dopo-lavo-
ro. Perciò trovo difficile conciliare 1 ruoli di presidente di una
grande Regione o di sindaco di una grande città con quello di
senatore. Rjrse sarebbe meglio pensare a consiglieri regionali
e comunali Tanto più che sindaci e presidenti tanno già parte
delle Conferenze Stato-Regione e Autonomie-.
 
Indennità si, indennità no?
 
«Non esiste un Senato i cui componenti non ricevano in-
dennità Serve almeno un equo rimborso spese».
 
Dei 52 disegni di legge sulla riforma del Senato presenta-
ti a Palazzo Madama, 49 prevedono l'elezione diretta dei
suol membri
 
«Non condivido, ma la questione va affrontata. L'elezione
diretta dovrebbe comportare la possibilità del voto di fiducia,
ma a questo punto la riforma sarebbe inutile».
 
La riforma dd Senato potrà vedere la luce, in prima lettu-
ra, prima delle prossime Europee?
 
«Mi auguro che si possa avere almeno l'approvazione della
commissione Affari costituzionali. Ne va della nostra credibi-
lità. Per questo il dialogo tra governo e gruppi parlamentari è
indispensabile, senza pregiudizi per nessuno».
 
Daria Gorodisky
 
 
 
Salvo errori di stompa!
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Messaggio Da einrix Dom 25 Mag 2014, 13:33

Altro articolo di Violante su stesso tema delle riforme:
 
http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/2635000/2631191.xml?key=B.D.G.&first=121&orderby=1&f=fir&mf=02&yf=2010&df=28&dbt=arc

Buona lettura
Enrico.
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Messaggio Da einrix Ven 20 Giu 2014, 09:48

Oh! Finalmente qualche cosa che si capisce e sta in piedi, anche se...

Prendiamo il pezzo che ho trovato sull'Unità di oggi 21 Giugno (è anche giorno di apertura del processo di appello Ruby)

"In questi numeri - 74-21-5 - ci dovrebbe essere la soluzione di trent’anni di tentativi andati a vuoto, commissioni, seminari, disegni di legge, crisi di governo, alleanze velenose, ribaltoni. La somma fa 100 e dovrebbero essere i componenti del nuovo Senato. Dietro ogni cifra ci sono scelte, decisioni, confronti. Non è esagerato dire che ognuna si porta dietro una precisa idea di Stato. E quindi: 74 saranno i consiglieri regionali; 21 i sindaci; 5 i senatori nominati dal Presidente della Repubblica. Tranne quest’ultimi, saranno eletti dai consigli regionali (elezioni di secondo grado) e un sindaco per ogni regione. Finisce, dopo quasi settant’anni, il bicameralismo perfetto, il rapporto politico del nuovo Senato con il Governo a cui non darà più la fiducia. Palazzo Madama conserverà però ampi poteri: il voto sulle leggi di revisione costituzionale e sulla legge elettorale e poteri di controllo e ispettivi sull’attuazione delle leggi, sulle politiche pubbliche, sulla pubblica amministrazione, sull’impiego dei fondi strutturali europei. Il cane da guardia del governo e della camera dei deputati."

Forse, ad un Senato così fortemente caratterizzato da poteri periferici, starei attento a dare l'ultima parola su molte questioni, mentre una parola di Avviso-Warning sarebbe ampiamente doverosa. Neppure il Presidente della Repubblica può bloccare una legge. Che facciamo, diamo ad un Senato così, con consiglieri regionali che dovrebbero stare in regione e sindaci che dovrebbero passare il tempo nella loro città dei poteri di veto?

Bene il numero 100, bene che siano consiglieri regionali e sindaci, ma che per favore guardino a regioni, a città e regole comuni, ma lascino perdere lo stato centrale, altrimenti facciamo solo altri casini, come è già avvenuto con il titolo quinto.

Diciamo che un Senato che guardi alle regioni e poco più lo voterei in un referendum confirmativo, ma uno che blocchi le leggi perché sindaci e regioni non sono d'accordo, potrei anche non votarlo. Insomma, debbo capire di più quali sono i poteri di questo Senato da Cento Chiodi.
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Messaggio Da einrix Sab 21 Giu 2014, 20:56

segnalo queste due chiacchiere di Bersani

http://video.repubblica.it/politica/caso-mineo-bersani-si-poteva-evitare-serve-piu-pazienza/169070/167549?ref=tbl

Trovo interessanti le sue argomentazioni. Quando dico che non c'è ancora una vera proposta di Senato che giri intorno al : - che gli facciamo fare, Bersani mi conferma che è così: non c'è ancora una idea di Senato che stia in piedi, come per le Province. Si è stati capaci di abolirle e poi... sono ancora li, quanto meno i dipendenti. E chissà da chi dipendono adesso.

Com'é possibile che la gente si innamori così follemente dei Casinisti. Senza allusioni a Casini.
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