Vivere senza Berlusconi
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Vivere senza Berlusconi
C’è un bell’articolo sul Fatto del 10 settembre, a firma di Ferruccio Sansa, il quale si chiede se siamo pronti a vivere senza Berlusconi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/10/decadenza-di-berlusconi-siamo-pronti-a-vivere-senza-b/707277/
Se siamo pronti a riprenderci il futuro e ad accettare che sia nelle nostre mani.
Niente più alibi, niente più contrapposizioni necessarie, niente più proteste tanto più sguaiate quanto inefficaci, il grillismo anarchico e il piddismo democristiano al palo, perché fuori tempo e in un contesto tutto nuovo.
Archiviata la minaccia alla legalità istituzionale, sapranno i nostri eroi ritrovare la strada dell’armonia democratica e dello sviluppo economico ? La dote di fiducia cumulata da questi partiti è stata ampiamente dilapidata dal PD, ed anche i 5 stelle contano molti delusi tra i loro nuovissimi elettori.
Dunque, anche se si smetterà di valutare le dichiarazioni e i passi dei politici secondo il tasso di compromissione col berlusconismo e l’autonomia dal sistema, ormai il vaso di Pandora è stato scoperchiato e la diffidenza sistematica costituisce ormai lo stato d’animo di un elettorato esausto.
L’approdo ad una Europa politica effettiva è ancora lontano, dunque non ci saranno tutele per i cittadini italiani liberati, saranno soli con le loro nuove scelte da fare.
Quello che è certo è che non si può pensare che coloro che non hanno saputo difenderci efficacemente da 20 anni di Berlusconismo possano realisticamente proporsi come i valorosi reduci di una battaglia democratica che non hanno mai sapientemente condotto, tanto da generare prima la lega e poi il grillismo.
E allora? Il cambiamento segnerà più la sinistra che la destra, che è sempre uguale a sé stessa, allineata ai suoi riconoscibilissimi interessi.
La sinistra italiana dovrà pagare la stessa evenienza del fenomeno berlusconiano, che è stata incapace di prevenire e di delimitare, come era suo preciso dovere, non partitico, ma istituzionale.
Il mostro economico-politico si è fatto fuori da solo, con le sue intemperanze fraudolente e goderecce, viceversa sarebbe ancora lì, riverito e ascoltato da presidenti e segretari di partito.
Nella classe politica italiana, c’è una strana assimilazione del valore dei voti a quello dei soldi.
Intanto, come i soldi, i voti non puzzano. Ne sapeva qualcosa Andreotti, che usufruiva del pacchetto di voti di Lima, il referente mafioso in Sicilia.
Lo stesso per i voti di Berlusconi, reso stimabile per la sola capacità di raccogliere consensi a mezzo TV, giornali di famiglia, referenti siciliani e alleanze lombarde.
Ma i mezzi di pressione qualificano il voto e non abilitano allo stravolgimento dello stato di diritto.
Chi si è fatto carico di sottolineare l’aspetto anomalo di una rappresentanza conquistata in modo così scorretto? Pochissimi, e tra loro, moltissimi al di fuori dei partiti.
Forse è giunto il momento, per loro, di riscuotere il credito di fedeltà istituzionale e di critica del sistema che hanno accumulato in questi anni, riconoscendogli il diritto di riprendere il cammino da dove era stato interrotto, prima che lo stato cadesse nelle mani di cinici avventurieri e di guardie distratte.
E’ per questo che seguo con interesse le manifestazioni di Rodotà e Zagrebelski a difesa della Costituzione e dei beni Comuni.
Ho bisogno di garanzie. Questa volta ci vorrà più che un Renzi per affidare il futuro ad un partito che non mi rassicuri sulla condizioni primarie per potervi liberamente e moderatamente influire.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/10/decadenza-di-berlusconi-siamo-pronti-a-vivere-senza-b/707277/
Se siamo pronti a riprenderci il futuro e ad accettare che sia nelle nostre mani.
Niente più alibi, niente più contrapposizioni necessarie, niente più proteste tanto più sguaiate quanto inefficaci, il grillismo anarchico e il piddismo democristiano al palo, perché fuori tempo e in un contesto tutto nuovo.
Archiviata la minaccia alla legalità istituzionale, sapranno i nostri eroi ritrovare la strada dell’armonia democratica e dello sviluppo economico ? La dote di fiducia cumulata da questi partiti è stata ampiamente dilapidata dal PD, ed anche i 5 stelle contano molti delusi tra i loro nuovissimi elettori.
Dunque, anche se si smetterà di valutare le dichiarazioni e i passi dei politici secondo il tasso di compromissione col berlusconismo e l’autonomia dal sistema, ormai il vaso di Pandora è stato scoperchiato e la diffidenza sistematica costituisce ormai lo stato d’animo di un elettorato esausto.
L’approdo ad una Europa politica effettiva è ancora lontano, dunque non ci saranno tutele per i cittadini italiani liberati, saranno soli con le loro nuove scelte da fare.
Quello che è certo è che non si può pensare che coloro che non hanno saputo difenderci efficacemente da 20 anni di Berlusconismo possano realisticamente proporsi come i valorosi reduci di una battaglia democratica che non hanno mai sapientemente condotto, tanto da generare prima la lega e poi il grillismo.
E allora? Il cambiamento segnerà più la sinistra che la destra, che è sempre uguale a sé stessa, allineata ai suoi riconoscibilissimi interessi.
La sinistra italiana dovrà pagare la stessa evenienza del fenomeno berlusconiano, che è stata incapace di prevenire e di delimitare, come era suo preciso dovere, non partitico, ma istituzionale.
Il mostro economico-politico si è fatto fuori da solo, con le sue intemperanze fraudolente e goderecce, viceversa sarebbe ancora lì, riverito e ascoltato da presidenti e segretari di partito.
Nella classe politica italiana, c’è una strana assimilazione del valore dei voti a quello dei soldi.
Intanto, come i soldi, i voti non puzzano. Ne sapeva qualcosa Andreotti, che usufruiva del pacchetto di voti di Lima, il referente mafioso in Sicilia.
Lo stesso per i voti di Berlusconi, reso stimabile per la sola capacità di raccogliere consensi a mezzo TV, giornali di famiglia, referenti siciliani e alleanze lombarde.
Ma i mezzi di pressione qualificano il voto e non abilitano allo stravolgimento dello stato di diritto.
Chi si è fatto carico di sottolineare l’aspetto anomalo di una rappresentanza conquistata in modo così scorretto? Pochissimi, e tra loro, moltissimi al di fuori dei partiti.
Forse è giunto il momento, per loro, di riscuotere il credito di fedeltà istituzionale e di critica del sistema che hanno accumulato in questi anni, riconoscendogli il diritto di riprendere il cammino da dove era stato interrotto, prima che lo stato cadesse nelle mani di cinici avventurieri e di guardie distratte.
E’ per questo che seguo con interesse le manifestazioni di Rodotà e Zagrebelski a difesa della Costituzione e dei beni Comuni.
Ho bisogno di garanzie. Questa volta ci vorrà più che un Renzi per affidare il futuro ad un partito che non mi rassicuri sulla condizioni primarie per potervi liberamente e moderatamente influire.
Lara- Messaggi : 198
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Vivere senza Berlusconi
"Il potere dei soldi"! Ma come tutti i "poteri" anche questo finirà.
afam- Messaggi : 262
Data d'iscrizione : 17.04.13
Età : 91
Località : Roma
Re: Vivere senza Berlusconi
Con questa frase: "Questo è il Paese che amo", nel 1994 iniziò la sua recita e con la stessa frase ieri si è aperto il messaggio di rilancio di un menzognero squallido e patetico personaggio, che ha mostrato evidenza a tutti (fuorché ai suoi adoratori e ai suoi lacchè) di una profonda miseria morale e umana. La sua storia parla chiaro: due matrimoni falliti e una stagione di festini a base di prostituzione sono il biglietto da visita di quest'uomo che vuole dare a intendere che è l'amore l'elemento che muove il suo impegno politico.
Evidentemente confonde l'amore con la passione smisurata per il potere e il denaro, una passione condita con un maniacale egocentrismo narcisista. Il videomessaggio aperto con un riferimento all'amore è quanto di più contraddittorio e grottesco possa fare un uomo che non sa amare altro che se stesso, che ormai può far breccia solo verso chi ha gli stessi limiti nella percezione del più nobile dei sentimenti. L'amore è altro, questo è lo stalking dell'interprete di una triste stagione già finita, che non vuole uscire di scena.
"Questo è il Paese che amo" .... Lo ama tanto che non si è mai astenuto dal fare sesso anale con lui...
"L'Italia è il paese che amo": origine della menzogna e fondamento del falso racconto di un uomo che non sapeva amare.
"L'Italia è il paese che amo": origine della menzogna e fondamento del falso racconto di un uomo che non sapeva amare.
Tarzan- Messaggi : 222
Data d'iscrizione : 17.04.13
Età : 82
Località : Pesaro - Aosta
Re: Vivere senza Berlusconi
Non ho guardato il videomessaggio di Berlusconi.
Anche un cittadino italiano ha diritto di fingere che il proprio sia un paese normale, e che non ci siano proclami da balcone e accenti accorati da sceneggiata nel proprio orizzonte.
All’estero, certo, si chiederanno cosa abbiamo di antropologicamente sbagliato, noi italiani, per votare così a lungo un boss tronfio e dannoso. Proprio come fanno certi settentrionali nei confronti delle popolazioni del sud, a cui imputano la collusione col potere mafioso e l’incapacità di ribellarsi.
Mi piacerebbe che potessero sentirsi anche loro, solo per un giorno, cittadini italiani esausti e impotenti.
Dopo i primi momenti di incredulità, a noi è stata somministrata tanta vaselina di regime e anestetico di opposizione, che hanno moltiplicato sia l’incredulità che l’impotenza.
La ribellione grillina, poi, somiglia ad un’altra ubriacatura da palingenesi immaginaria, una di quelle rivoluzioni in poltrona, in cui ci si chiede come vestirsi per assaltare il Palazzo d’inverno.
Se ci si nota di più se saliamo sul tetto, o se restiamo in aula a litigare col Presidente della Camera.
Ho preferito leggere l’articolo di Rodotà, e annegare nel senso di vuoto che tutte le persone di buona volontà, e sono tante, sperimentano ogni giorno in questa agonica democrazia.
Ci manca il fiato per parlare ancora del signor B. e, del resto, la nostra residua attenzione è la sola carta che ha in mano, che ha sempre avuto in mano, per restare a galla sui propri reati.
Quello che in troppi accantonano come il portato di un ventennio qualunque è il lunghissimo elenco di impoverimenti e di perdite forse irrimediabili che la nostra acquiescenza verso il regno del burlesque ha prodotto.
Il Burlesque è uno spettacolo triste, un voyeurismo da anziani provinciali, lontanissimo dalla sana allegria dei giovani desideri. Ecco perché l’Italia è diventato un paese triste, sconsolato, rinchiuso nella fantasia torpida di pochi e antiquati impresari.
Anche un cittadino italiano ha diritto di fingere che il proprio sia un paese normale, e che non ci siano proclami da balcone e accenti accorati da sceneggiata nel proprio orizzonte.
All’estero, certo, si chiederanno cosa abbiamo di antropologicamente sbagliato, noi italiani, per votare così a lungo un boss tronfio e dannoso. Proprio come fanno certi settentrionali nei confronti delle popolazioni del sud, a cui imputano la collusione col potere mafioso e l’incapacità di ribellarsi.
Mi piacerebbe che potessero sentirsi anche loro, solo per un giorno, cittadini italiani esausti e impotenti.
Dopo i primi momenti di incredulità, a noi è stata somministrata tanta vaselina di regime e anestetico di opposizione, che hanno moltiplicato sia l’incredulità che l’impotenza.
La ribellione grillina, poi, somiglia ad un’altra ubriacatura da palingenesi immaginaria, una di quelle rivoluzioni in poltrona, in cui ci si chiede come vestirsi per assaltare il Palazzo d’inverno.
Se ci si nota di più se saliamo sul tetto, o se restiamo in aula a litigare col Presidente della Camera.
Ho preferito leggere l’articolo di Rodotà, e annegare nel senso di vuoto che tutte le persone di buona volontà, e sono tante, sperimentano ogni giorno in questa agonica democrazia.
Ci manca il fiato per parlare ancora del signor B. e, del resto, la nostra residua attenzione è la sola carta che ha in mano, che ha sempre avuto in mano, per restare a galla sui propri reati.
Quello che in troppi accantonano come il portato di un ventennio qualunque è il lunghissimo elenco di impoverimenti e di perdite forse irrimediabili che la nostra acquiescenza verso il regno del burlesque ha prodotto.
Il Burlesque è uno spettacolo triste, un voyeurismo da anziani provinciali, lontanissimo dalla sana allegria dei giovani desideri. Ecco perché l’Italia è diventato un paese triste, sconsolato, rinchiuso nella fantasia torpida di pochi e antiquati impresari.
Lara- Messaggi : 198
Data d'iscrizione : 10.04.13
Re: Vivere senza Berlusconi
I brani trasmessi dai vari notiziari, per lo più relativi agli ultimi dei sedici minuti del video completo, rimandano l'immagine di un uomo vecchio, gonfio, con venature patetiche. La visione integrale, fatta poi su internet, mi ha fatto tragicamente pensare che la parte centrale del messaggio, che B ha dominato meglio, possa ancora aver convinto una parte del suo elettorato storico. Io farei attenzione a sottovalutarlo.
Vargas- Messaggi : 526
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 59
Re: Vivere senza Berlusconi
Lara, devi avere un filtro potente sugli occhi, oppure sono io che metto troppa malizia nelle letture, ma quell'articolo di Ferruccio Sansa, mi mostra proprio uno di quelli che vorrei fossero cancellati dal mio futuro, insieme a Berlusconi.
Non si rende conto Ferruccio Sansa, ma proprio neanche gli passa per la testa, che se i giornali non avessero dato ampio risalto alle gesta di quel disgraziato Fanfulla, ci sarebbe stato un delinquente di troppo nelle istituzioni, ed una destra che avrebbe governato male come in ogni altro paese nel mondo.
Se da una parte la destra ci sta facendo pagare una crisi economica, in nome del "lasciar fare", dall'altra la stampa che ha focalizzato tutta la polemica politica sui processi e sulle vicende private di Berlusconi, ci ha fatto perdere di vista il vero problema. E così Berlusconi Silvio finisce per essere un eroe per dieci milioni di italiani, che credono sia una vittima della giustizia, non il capo di quella destra che ha mandato in frantumi l'equilibrio economico del paese. E proprio il suo giornale è quello che in questa pantomima è andato a cercarsi il successo editoriale sfruttando proprio gli umori di pancia di clienti assetati di una giustizia irrazionale, al gusto del gossip.
Ed ora è pure in vena di ironizzare sulle proprie vittime , quelle che si alzano al mattino e che grazie a lui e a Berlusconi Silvio, devono inghiottirsi futili polemiche, ancor prima del cornetto. Il che mi pare assurdo e spietato, visto che sono proprio loro, quelli del Vaffa Day e del Fatto, i principi della polemica fine a se stessa.
Il Berlusconismo, se è una invenzione di Berlusconi, vive grazie a chi gli ha dato la sponda col tifo di uan polemica politica senza idee, ed ora che serpeggia il timore, che gli venga a mancare quella sponda, ecco che si accaniscono contro le vicende interne, tutte normalissime, di un PD, che a differenza degli altri partiti, discute per la scelta dei suoi dirigenti e per la linea che dovrà tenere, come si usa fare in una democrazia, e come non si può fare in una dittatura.
Ma si è così presi da questo andazzo, che anche ieri sera, al TG3, dopo aver parlato per mezz'ora dei problemi di Berlusconi, e della indignazione che prova la sua destra per le ingiuste condanne, in tre secondi ha accennato ad un PD alle prese con il suo Congresso, che si farà, non si sa quando, che Renzi, di qua, Cuperlo di la, Civati, su, e l'altro giù. Eppure un Congresso è un Congresso. Permette di discutere, mettere a fuoco, scegliere persone e programmi, in un inviluppo che seppure segue vie insondabili, poi alla fine approda a qualche cosa, che è umano, democratico, normale. E la cosa non va a chi abbia in testa l'eccezionale. Questo è anche uno dei pochi paesi al mondo in cui un Mussolini prima, ed un Berlusconi poi, hanno avuto la loro finestra di successo, ed è stato possibile perché c'è gente che vota per loro, o che ascolta le voci che toccano la pancia, e che di solito si fermano li.
Domani parto per una settimana in montagna. Saranno sette giorni di foto ai funghi ed ai monti.
Un saluto a tutti.
Non si rende conto Ferruccio Sansa, ma proprio neanche gli passa per la testa, che se i giornali non avessero dato ampio risalto alle gesta di quel disgraziato Fanfulla, ci sarebbe stato un delinquente di troppo nelle istituzioni, ed una destra che avrebbe governato male come in ogni altro paese nel mondo.
Se da una parte la destra ci sta facendo pagare una crisi economica, in nome del "lasciar fare", dall'altra la stampa che ha focalizzato tutta la polemica politica sui processi e sulle vicende private di Berlusconi, ci ha fatto perdere di vista il vero problema. E così Berlusconi Silvio finisce per essere un eroe per dieci milioni di italiani, che credono sia una vittima della giustizia, non il capo di quella destra che ha mandato in frantumi l'equilibrio economico del paese. E proprio il suo giornale è quello che in questa pantomima è andato a cercarsi il successo editoriale sfruttando proprio gli umori di pancia di clienti assetati di una giustizia irrazionale, al gusto del gossip.
Ed ora è pure in vena di ironizzare sulle proprie vittime , quelle che si alzano al mattino e che grazie a lui e a Berlusconi Silvio, devono inghiottirsi futili polemiche, ancor prima del cornetto. Il che mi pare assurdo e spietato, visto che sono proprio loro, quelli del Vaffa Day e del Fatto, i principi della polemica fine a se stessa.
Il Berlusconismo, se è una invenzione di Berlusconi, vive grazie a chi gli ha dato la sponda col tifo di uan polemica politica senza idee, ed ora che serpeggia il timore, che gli venga a mancare quella sponda, ecco che si accaniscono contro le vicende interne, tutte normalissime, di un PD, che a differenza degli altri partiti, discute per la scelta dei suoi dirigenti e per la linea che dovrà tenere, come si usa fare in una democrazia, e come non si può fare in una dittatura.
Ma si è così presi da questo andazzo, che anche ieri sera, al TG3, dopo aver parlato per mezz'ora dei problemi di Berlusconi, e della indignazione che prova la sua destra per le ingiuste condanne, in tre secondi ha accennato ad un PD alle prese con il suo Congresso, che si farà, non si sa quando, che Renzi, di qua, Cuperlo di la, Civati, su, e l'altro giù. Eppure un Congresso è un Congresso. Permette di discutere, mettere a fuoco, scegliere persone e programmi, in un inviluppo che seppure segue vie insondabili, poi alla fine approda a qualche cosa, che è umano, democratico, normale. E la cosa non va a chi abbia in testa l'eccezionale. Questo è anche uno dei pochi paesi al mondo in cui un Mussolini prima, ed un Berlusconi poi, hanno avuto la loro finestra di successo, ed è stato possibile perché c'è gente che vota per loro, o che ascolta le voci che toccano la pancia, e che di solito si fermano li.
Domani parto per una settimana in montagna. Saranno sette giorni di foto ai funghi ed ai monti.
Un saluto a tutti.
einrix- Messaggi : 10607
Data d'iscrizione : 10.04.13
Età : 82
Località : Bergamo e Rimini
Re: Vivere senza Berlusconi
Non so se sono O.T, ma questa è veramente eccellente.
Tarzan- Messaggi : 222
Data d'iscrizione : 17.04.13
Età : 82
Località : Pesaro - Aosta
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